A tale scopo lo standard POSIX.1 prevede che ad ogni sessione possa essere
associato un terminale di controllo; in Linux questo viene realizzato
mantenendo fra gli attributi di ciascun processo anche qual'è il suo terminale
-di controllo.\footnote{Lo standard POSIX.1 non specifica nulla riguardo
+di controllo.\footnote{lo standard POSIX.1 non specifica nulla riguardo
l'implementazione; in Linux anch'esso viene mantenuto nella solita struttura
\struct{task\_struct}, nel campo \var{tty}.} In generale ogni processo
eredita dal padre, insieme al \acr{pgid} e al \acr{sid} anche il terminale di
distribuzione \textit{Slackware}, come alcune distribuzioni su dischetto, ed
altre distribuzioni dedicate a compiti limitati e specifici.} viene usata
la procedura di avvio di System V; questa prevede che \cmd{init} legga dal
-file di configurazione \file{/etc/inittab} quali programmi devono essere
+file di configurazione \conffile{/etc/inittab} quali programmi devono essere
lanciati, ed in quali modalità, a seconda del cosiddetto \textit{run level},
anch'esso definito nello stesso file.
tutto ripetuto per ciascuno dei terminali che si hanno a disposizione (o per
un certo numero di essi, nel caso delle console virtuali), secondo quanto
indicato dall'amministratore nel file di configurazione del programma,
-\file{/etc/inittab}.
+\conffile{/etc/inittab}.
Quando viene lanciato da \cmd{init} il programma parte con i privilegi di
amministratore e con un ambiente vuoto; \cmd{getty} si cura di chiamare
Questi programmi, che devono essere eseguiti in modalità non interattiva e
senza nessun intervento dell'utente, sono normalmente chiamati
\textsl{demoni}, (o \textit{daemons}), nome ispirato dagli omonimi spiritelli
-che svolgevano compiti vari, di cui parlava Socrate (che sosteneva di averne
-uno al suo servizio).\footnote{NdT. ricontrollare, i miei ricordi di filosofia
- sono piuttosto datati.}
+della mitologia greca che svolgevano compiti che gli dei trovavano noiosi, di
+cui parla anche Socrate (che sosteneva di averne uno al suo servizio).
+
+%TODO ricontrollare, i miei ricordi di filosofia sono piuttosto datati.
Se però si lancia un programma demone dalla riga di comando in un sistema che
supporta, come Linux, il \textit{job control} esso verrà comunque associato ad
\item scartare.
\end{itemize*}
secondo le modalità che questo preferisce e che possono essere impostate
-attraverso il file di configurazione \file{/etc/syslog.conf} (maggiori
+attraverso il file di configurazione \conffile{/etc/syslog.conf} (maggiori
dettagli si possono trovare sulle pagine di manuale per questo file e per
\cmd{syslogd}).
di code di ingresso ed uscita; in generale si fa riferimento ad esse con il
nome di \textsl{discipline di linea}.
-
Lo standard POSIX prevede alcune funzioni che permettono di intervenire
direttamente sulla gestione di quest'ultime e sull'interazione fra i dati in
ingresso ed uscita e le relative code. In generale tutte queste funzioni
sul terminale associato a \param{fd}; un valore nullo di \param{duration}
implica una durata del flusso fra 0.25 e 0.5 secondi, un valore diverso da
zero implica una durata pari a \code{duration*T} dove \code{T} è un valore
-compreso fra 0.25 e 0.5.\footnote{POSIX specifica il comportamento solo nel
- caso si sia impostato un valore nullo per \param{duration}; il comportamento
- negli altri casi può dipendere dalla implementazione.}
+compreso fra 0.25 e 0.5.\footnote{lo standard POSIX specifica il comportamento
+ solo nel caso si sia impostato un valore nullo per \param{duration}; il
+ comportamento negli altri casi può dipendere dalla implementazione.}
Le altre funzioni previste da POSIX servono a controllare il comportamento
dell'interazione fra le code associate al terminale e l'utente; la prima è
\end{table}
+
\subsection{Operare in \textsl{modo non canonico}}
\label{sec:term_non_canonical}