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12 \chapter{I file: l'interfaccia standard Unix}
13 \label{cha:file_unix_interface}
16 Esamineremo in questo capitolo la prima delle due interfacce di programmazione
17 per i file, quella dei \index{file!descriptor} \textit{file descriptor},
18 nativa di Unix. Questa è l'interfaccia di basso livello provvista direttamente
19 dalle system call, che non prevede funzionalità evolute come la
20 bufferizzazione o funzioni di lettura o scrittura formattata, e sulla quale è
21 costruita anche l'interfaccia definita dallo standard ANSI C che affronteremo
22 al cap.~\ref{cha:files_std_interface}.
26 \section{L'architettura di base}
27 \label{sec:file_base_arch}
29 In questa sezione faremo una breve introduzione sull'architettura su cui è
30 basata dell'interfaccia dei \textit{file descriptor}, che, sia pure con
31 differenze nella realizzazione pratica, resta sostanzialmente la stessa in
32 tutte le implementazione di un sistema unix-like.
35 \subsection{L'architettura dei \textit{file descriptor}}
38 \index{file!descriptor|(}
40 Per poter accedere al contenuto di un file occorre creare un canale di
41 comunicazione con il kernel che renda possibile operare su di esso (si ricordi
42 quanto visto in sez.~\ref{sec:file_vfs_work}). Questo si fa aprendo il file
43 con la funzione \func{open} che provvederà a localizzare \index{inode} l'inode
44 del file e inizializzare i puntatori che rendono disponibili le funzioni che
45 il VFS mette a disposizione (riportate in
46 tab.~\ref{tab:file_file_operations}). Una volta terminate le operazioni, il
47 file dovrà essere chiuso, e questo chiuderà il canale di comunicazione
48 impedendo ogni ulteriore operazione.
50 All'interno di ogni processo i file aperti sono identificati da un intero non
51 negativo, chiamato appunto \textit{file descriptor}.
52 Quando un file viene aperto la funzione \func{open} restituisce questo numero,
53 tutte le ulteriori operazioni saranno compiute specificando questo stesso
54 valore come argomento alle varie funzioni dell'interfaccia.
56 Per capire come funziona il meccanismo occorre spiegare a grandi linee come il
57 kernel gestisce l'interazione fra processi e file. Il kernel mantiene sempre
58 un elenco dei processi attivi nella cosiddetta \itindex{process~table}
59 \textit{process table} ed un elenco dei file aperti nella
60 \itindex{file~table} \textit{file table}.
62 La \itindex{process~table} \textit{process table} è una tabella che contiene
63 una voce per ciascun processo attivo nel sistema. In Linux ciascuna voce è
64 costituita da una struttura di tipo \struct{task\_struct} nella quale sono
65 raccolte tutte le informazioni relative al processo; fra queste informazioni
66 c'è anche il puntatore ad una ulteriore struttura di tipo
67 \struct{files\_struct}, in cui sono contenute le informazioni relative ai file
68 che il processo ha aperto, ed in particolare:
70 \item i flag relativi ai file descriptor.
71 \item il numero di file aperti.
72 \item una tabella che contiene un puntatore alla relativa voce nella
73 \itindex{file~table} \textit{file table} per ogni file aperto.
75 il \textit{file descriptor} in sostanza è l'intero positivo che indicizza
78 La \itindex{file~table} \textit{file table} è una tabella che contiene una
79 voce per ciascun file che è stato aperto nel sistema. In Linux è costituita da
80 strutture di tipo \struct{file}; in ciascuna di esse sono tenute varie
81 informazioni relative al file, fra cui:
83 \item lo stato del file (nel campo \var{f\_flags}).
84 \item il valore della posizione corrente (l'\textit{offset}) nel file (nel
86 \item un puntatore \index{inode} all'inode\footnote{nel kernel 2.4.x si è in
87 realtà passati ad un puntatore ad una struttura \struct{dentry} che punta
88 a sua volta \index{inode} all'inode passando per la nuova struttura del
90 %\item un puntatore alla tabella delle funzioni \footnote{la struttura
91 % \var{f\_op} descritta in sez.~\ref{sec:file_vfs_work}} che si possono usare
95 In fig.~\ref{fig:file_proc_file} si è riportato uno schema in cui è illustrata
96 questa architettura, ed in cui si sono evidenziate le interrelazioni fra le
97 varie strutture di dati sulla quale essa è basata.
98 Ritorneremo su questo schema più volte, dato che esso è fondamentale per
99 capire i dettagli del funzionamento dell'interfaccia dei \textit{file
102 \index{file!descriptor|)}
106 \includegraphics[width=13cm]{img/procfile}
107 \caption{Schema della architettura dell'accesso ai file attraverso
108 l'interfaccia dei \textit{file descriptor}.}
109 \label{fig:file_proc_file}
114 \subsection{I file standard}
115 \label{sec:file_std_descr}
117 Come accennato i \textit{file descriptor} non sono altro che un indice nella
118 tabella dei file aperti di ciascun processo; per questo motivo essi vengono
119 assegnati in successione tutte le volte che si apre un nuovo file (se non ne è
120 stato chiuso nessuno in precedenza).
122 In tutti i sistemi unix-like esiste una convenzione generale per cui ogni
123 processo viene lanciato dalla shell con almeno tre file aperti. Questi, per
124 quanto appena detto, avranno come \index{file!descriptor} \textit{file
125 descriptor} i valori 0, 1 e 2. Benché questa sia soltanto una convenzione,
126 essa è seguita dalla gran parte delle applicazioni, e non aderirvi potrebbe
127 portare a gravi problemi di interoperabilità.
129 Il primo file è sempre associato al cosiddetto \textit{standard input}; è cioè
130 il file da cui il processo si aspetta di ricevere i dati in ingresso. Il
131 secondo file è il cosiddetto \textit{standard output}, cioè quello su cui ci
132 si aspetta debbano essere inviati i dati in uscita. Il terzo è lo
133 \textit{standard error}, su cui viene inviata l'uscita relativa agli errori.
134 Nel caso della shell tutti questi file sono associati al terminale di
135 controllo, e corrispondono quindi alla lettura della tastiera per l'ingresso e
136 alla scrittura sul terminale per l'uscita. Lo standard POSIX.1 provvede, al
137 posto dei valori numerici, tre costanti simboliche, definite in
138 tab.~\ref{tab:file_std_files}.
143 \begin{tabular}[c]{|l|l|}
145 \textbf{Costante} & \textbf{Significato} \\
148 \const{STDIN\_FILENO} & \textit{file descriptor} dello \textit{standard
150 \const{STDOUT\_FILENO} & \textit{file descriptor} dello \textit{standard
152 \const{STDERR\_FILENO} & \textit{file descriptor} dello \textit{standard
156 \caption{Costanti definite in \file{unistd.h} per i file standard aperti
157 alla creazione di ogni processo.}
158 \label{tab:file_std_files}
161 In fig.~\ref{fig:file_proc_file} si è rappresentata una situazione diversa,
162 facendo riferimento ad un programma in cui lo \textit{standard input} è
163 associato ad un file mentre lo \textit{standard output} e lo \textit{standard
164 error} sono entrambi associati ad un altro file (e quindi utilizzano lo
165 stesso \index{inode} inode).
167 Nelle vecchie versioni di Unix (ed anche in Linux fino al kernel 2.0.x) il
168 numero di file aperti era anche soggetto ad un limite massimo dato dalle
169 dimensioni del vettore di puntatori con cui era realizzata la tabella dei file
170 descriptor dentro \struct{file\_struct}; questo limite intrinseco nei kernel
171 più recenti non sussiste più, dato che si è passati da un vettore ad una
172 lista, ma restano i limiti imposti dall'amministratore (vedi
173 sez.~\ref{sec:sys_limits}).
177 \section{Le funzioni base}
178 \label{sec:file_base_func}
180 L'interfaccia standard Unix per l'input/output sui file è basata su cinque
181 funzioni fondamentali: \func{open}, \func{read}, \func{write}, \func{lseek} e
182 \func{close}, usate rispettivamente per aprire, leggere, scrivere, spostarsi e
183 chiudere un file. La gran parte delle operazioni sui file si effettua
184 attraverso queste cinque funzioni, esse vengono chiamate anche funzioni di I/O
185 non bufferizzato dato che effettuano le operazioni di lettura e scrittura
186 usando direttamente le system call del kernel.
189 \subsection{La funzione \func{open}}
190 \label{sec:file_open}
192 La funzione \funcd{open} è la funzione fondamentale per accedere ai file, ed è
193 quella che crea l'associazione fra un \itindex{pathname} \textit{pathname} ed
194 un \index{file!descriptor} file descriptor, il suo prototipo è:
196 \headdecl{sys/types.h}
197 \headdecl{sys/stat.h}
199 \funcdecl{int open(const char *pathname, int flags)}
200 \funcdecl{int open(const char *pathname, int flags, mode\_t mode)}
201 Apre il file indicato da \param{pathname} nella modalità indicata da
202 \param{flags}, e, nel caso il file sia creato, con gli eventuali permessi
203 specificati da \param{mode}.
205 \bodydesc{La funzione ritorna il file descriptor in caso di successo e $-1$
206 in caso di errore. In questo caso la variabile \var{errno} assumerà uno
209 \item[\errcode{EEXIST}] \param{pathname} esiste e si è specificato
210 \const{O\_CREAT} e \const{O\_EXCL}.
211 \item[\errcode{EISDIR}] \param{pathname} indica una directory e si è tentato
212 l'accesso in scrittura.
213 \item[\errcode{ENOTDIR}] si è specificato \const{O\_DIRECTORY} e
214 \param{pathname} non è una directory.
215 \item[\errcode{ENXIO}] si sono impostati \const{O\_NOBLOCK} o
216 \const{O\_WRONLY} ed il file è una fifo che non viene letta da nessun
217 processo o \param{pathname} è un file di dispositivo ma il dispositivo è
219 \item[\errcode{ENODEV}] \param{pathname} si riferisce a un file di
220 dispositivo che non esiste.
221 \item[\errcode{ETXTBSY}] si è cercato di accedere in scrittura all'immagine
222 di un programma in esecuzione.
223 \item[\errcode{ELOOP}] si sono incontrati troppi link simbolici nel
224 risolvere il \textit{pathname} o si è indicato \const{O\_NOFOLLOW} e
225 \param{pathname} è un link simbolico.
227 ed inoltre \errval{EACCES}, \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOENT},
228 \errval{EROFS}, \errval{EFAULT}, \errval{ENOSPC}, \errval{ENOMEM},
229 \errval{EMFILE} e \errval{ENFILE}.}
233 La funzione apre il file usando il primo file descriptor libero, e crea
234 l'opportuna voce, cioè la struttura \struct{file}, nella \itindex{file~table}
235 \textit{file table} del processo. Viene sempre restituito come valore di
236 ritorno il file descriptor con il valore più basso disponibile.
238 \footnotetext[2]{la pagina di manuale di \func{open} segnala che questa
239 opzione è difettosa su NFS, e che i programmi che la usano per stabilire un
240 \index{file!di lock} \textsl{file di lock} possono incorrere in una
241 \itindex{race~condition} \textit{race condition}. Si consiglia come
242 alternativa di usare un file con un nome univoco e la funzione \func{link}
243 per verificarne l'esistenza (vedi sez.~\ref{sec:ipc_file_lock}).}
248 \begin{tabular}[c]{|l|p{13cm}|}
250 \textbf{Flag} & \textbf{Descrizione} \\
252 \hline % modalità di accesso al file
253 \const{O\_RDONLY} & Apre il file in sola lettura, le \acr{glibc}
254 definiscono anche \const{O\_READ} come sinonimo. \\
255 \const{O\_WRONLY} & Apre il file in sola scrittura, le \acr{glibc}
256 definiscono anche \const{O\_WRITE} come sinonimo. \\
257 \const{O\_RDWR} & Apre il file sia in lettura che in scrittura. \\
258 \hline % modalità di apertura del file
260 \const{O\_CREAT} & Se il file non esiste verrà creato, con le regole di
261 titolarità del file viste in
262 sez.~\ref{sec:file_ownership_management}. Con questa
263 opzione l'argomento \param{mode} deve essere
265 \const{O\_EXCL} & Usato in congiunzione con \const{O\_CREAT} fa sì che
266 la precedente esistenza del file diventi un
267 errore\protect\footnotemark\ che fa fallire
268 \func{open} con \errcode{EEXIST}. \\
269 \const{O\_NONBLOCK}& Apre il file in modalità non bloccante, e
270 comporta che \func{open} ritorni immediatamente anche
271 quando dovrebbe bloccarsi (l'opzione ha senso solo per
272 le fifo, vedi sez.~\ref{sec:ipc_named_pipe}). \\
273 \const{O\_NOCTTY} & Se \param{pathname} si riferisce ad un dispositivo di
274 terminale, questo non diventerà il terminale di
275 controllo, anche se il processo non ne ha ancora uno
276 (si veda sez.~\ref{sec:sess_ctrl_term}). \\
277 \const{O\_SHLOCK} & Apre il file con uno shared lock (vedi
278 sez.~\ref{sec:file_locking}). Specifica di BSD,
280 \const{O\_EXLOCK} & Apre il file con un lock esclusivo (vedi
281 sez.~\ref{sec:file_locking}). Specifica di BSD,
283 \const{O\_TRUNC} & Se usato su un file di dati aperto in scrittura,
284 ne tronca la lunghezza a zero; con un terminale o una
285 fifo viene ignorato, negli altri casi il
286 comportamento non è specificato. \\
287 \const{O\_NOFOLLOW}& Se \param{pathname} è un link simbolico la chiamata
288 fallisce. Questa è un'estensione BSD aggiunta in Linux
289 dal kernel 2.1.126. Nelle versioni precedenti i link
290 simbolici sono sempre seguiti, e questa opzione è
292 \const{O\_DIRECTORY}&Se \param{pathname} non è una directory la chiamata
293 fallisce. Questo flag è specifico di Linux ed è stato
294 introdotto con il kernel 2.1.126 per evitare dei
295 \itindex{Denial~of~Service~(DoS)}
296 \textit{DoS}\protect\footnotemark\ quando
297 \func{opendir} viene chiamata su una fifo o su un
298 dispositivo associato ad una unità a nastri, non deve
299 dispositivo a nastri; non deve essere utilizzato
300 al di fuori dell'implementazione di \func{opendir}. \\
301 \const{O\_LARGEFILE}&nel caso di sistemi a 32 bit che supportano file di
302 grandi dimensioni consente di aprire file le cui
303 dimensioni non possono essere rappresentate da numeri
306 \hline % modalità di operazione coi file
307 \const{O\_APPEND} & Il file viene aperto in \itindex{append~mode}
308 \textit{append mode}. Prima di ciascuna
309 scrittura la posizione corrente viene sempre impostata
310 alla fine del file. Con NFS si può avere una
311 corruzione del file se più di un processo scrive allo
312 stesso tempo.\footnotemark\\
313 \const{O\_NONBLOCK}& Il file viene aperto in modalità non bloccante per
314 le operazioni di I/O (che tratteremo in
315 sez.~\ref{sec:file_noblocking}): questo significa il
316 fallimento di \func{read} in assenza di dati da
317 leggere e quello di \func{write} in caso di
318 impossibilità di scrivere immediatamente. Questa
319 modalità ha senso solo per le fifo e per alcuni file
321 \const{O\_NDELAY} & In Linux\footnotemark\ è sinonimo di
322 \const{O\_NONBLOCK}.\\
323 \const{O\_ASYNC} & Apre il file per l'I/O in modalità asincrona (vedi
324 sez.~\ref{sec:file_asyncronous_io}). Quando è
325 impostato viene generato il segnale \const{SIGIO}
326 tutte le volte che sono disponibili dati in input
328 \const{O\_SYNC} & Apre il file per l'input/output sincrono: ogni
329 \func{write} bloccherà fino al completamento della
330 scrittura di tutti i dati sull'hardware
332 \const{O\_FSYNC} & sinonimo di \const{O\_SYNC}, usato da BSD. \\
333 \const{O\_DSYNC} & Variante di I/O sincrono definita da POSIX; presente
334 dal kernel 2.1.130 come sinonimo di
336 \const{O\_RSYNC} & Variante analoga alla precedente, trattata allo stesso
338 \const{O\_NOATIME} & Blocca l'aggiornamento dei tempi di accesso dei
339 file (vedi sez.~\ref{sec:file_file_times}). Per molti
340 filesystem questa funzionalità non è disponibile per
341 il singolo file ma come opzione generale da
342 specificare in fase di montaggio.\\
343 \const{O\_DIRECT} & Esegue l'I/O direttamente dai buffer in user space
344 in maniera sincrona, in modo da scavalcare i
345 meccanismi di caching del kernel. In genere questo
346 peggiora le prestazioni tranne quando le
347 applicazioni\footnotemark ottimizzano il proprio
348 caching. Per i kernel della serie 2.4 si deve
349 garantire che i buffer in user space siano allineati
350 alle dimensioni dei blocchi del filesystem; per il
351 kernel 2.6 basta che siano allineati a multipli di 512
355 \caption{Valori e significato dei vari bit del \textit{file status flag}.}
356 \label{tab:file_open_flags}
359 \footnotetext[3]{acronimo di \itindex{Denial~of~Service~(DoS)} \textit{Denial
360 of Service}, si chiamano così attacchi miranti ad impedire un servizio
361 causando una qualche forma di carico eccessivo per il sistema, che resta
362 bloccato nelle risposte all'attacco.}
364 \footnotetext[4]{il problema è che NFS non supporta la scrittura in
365 \itindex{append~mode} \textit{append}, ed il kernel deve simularla, ma
366 questo comporta la possibilità di una \itindex{race~condition} \textit{race
367 condition}, vedi sez.~\ref{sec:file_atomic}.}
369 \footnotetext[5]{l'opzione origina da SVr4, dove però causava il ritorno da
370 una \func{read} con un valore nullo e non con un errore, questo introduce
371 un'ambiguità, dato che come vedremo in sez.~\ref{sec:file_read} il ritorno di
372 zero da parte di \func{read} ha il significato di una end-of-file.}
374 \footnotetext[6]{l'opzione è stata introdotta dalla SGI in IRIX, e serve
375 sostanzialmente a permettere ad alcuni programmi (in genere database) la
376 gestione diretta della bufferizzazione dell'I/O in quanto essi sono in grado
377 di ottimizzarla al meglio per le loro prestazioni; l'opzione è presente
378 anche in FreeBSD, senza limiti di allineamento dei buffer. In Linux è stata
379 introdotta con il kernel 2.4.10, le versioni precedenti la ignorano.}
382 Questa caratteristica permette di prevedere qual è il valore del file
383 descriptor che si otterrà al ritorno di \func{open}, e viene talvolta usata da
384 alcune applicazioni per sostituire i file corrispondenti ai file standard
385 visti in sez.~\ref{sec:file_std_descr}: se ad esempio si chiude lo standard
386 input e si apre subito dopo un nuovo file questo diventerà il nuovo standard
387 input (avrà cioè il file descriptor 0).
389 Il nuovo file descriptor non è condiviso con nessun altro processo (torneremo
390 sulla condivisione dei file, in genere accessibile dopo una \func{fork}, in
391 sez.~\ref{sec:file_sharing}) ed è impostato per restare aperto attraverso una
392 \func{exec} (come accennato in sez.~\ref{sec:proc_exec}); l'offset è impostato
395 L'argomento \param{mode} indica i permessi con cui il file viene creato; i
396 valori possibili sono gli stessi già visti in sez.~\ref{sec:file_perm_overview}
397 e possono essere specificati come OR binario delle costanti descritte in
398 tab.~\ref{tab:file_bit_perm}. Questi permessi sono filtrati dal valore di
399 \var{umask} (vedi sez.~\ref{sec:file_perm_management}) per il processo.
401 La funzione prevede diverse opzioni, che vengono specificate usando vari bit
402 dell'argomento \param{flags}. Alcuni di questi bit vanno anche a costituire
403 il flag di stato del file (o \textit{file status flag}), che è mantenuto nel
404 campo \var{f\_flags} della struttura \struct{file} (al solito si veda lo schema
405 di fig.~\ref{fig:file_proc_file}). Essi sono divisi in tre categorie
408 \item \textsl{i bit delle modalità di accesso}: specificano con quale modalità
409 si accederà al file: i valori possibili sono lettura, scrittura o
410 lettura/scrittura. Uno di questi bit deve essere sempre specificato quando
411 si apre un file. Vengono impostati alla chiamata da \func{open}, e possono
412 essere riletti con \func{fcntl} (fanno parte del \textit{file status flag}),
413 ma non possono essere modificati.
414 \item \textsl{i bit delle modalità di apertura}: permettono di specificare
415 alcune delle caratteristiche del comportamento di \func{open} quando viene
416 eseguita. Hanno effetto solo al momento della chiamata della funzione e non
417 sono memorizzati né possono essere riletti.
418 \item \textsl{i bit delle modalità di operazione}: permettono di specificare
419 alcune caratteristiche del comportamento delle future operazioni sul file
420 (come \func{read} o \func{write}). Anch'essi fan parte del \textit{file
421 status flag}. Il loro valore è impostato alla chiamata di \func{open}, ma
422 possono essere riletti e modificati (insieme alle caratteristiche operative
423 che controllano) con una \func{fcntl}.
426 In tab.~\ref{tab:file_open_flags} sono riportate, ordinate e divise fra loro
427 secondo le tre modalità appena elencate, le costanti mnemoniche associate a
428 ciascuno di questi bit. Dette costanti possono essere combinate fra loro con
429 un OR aritmetico per costruire il valore (in forma di maschera binaria)
430 dell'argomento \param{flags} da passare alla \func{open}. I due flag
431 \const{O\_NOFOLLOW} e \const{O\_DIRECTORY} sono estensioni specifiche di
432 Linux, e deve essere definita la macro \macro{\_GNU\_SOURCE} per poterli
435 Nelle prime versioni di Unix i valori di \param{flag} specificabili per
436 \func{open} erano solo quelli relativi alle modalità di accesso del file. Per
437 questo motivo per creare un nuovo file c'era una system call apposita,
438 \funcd{creat}, il cui prototipo è:
439 \begin{prototype}{fcntl.h}
440 {int creat(const char *pathname, mode\_t mode)}
441 Crea un nuovo file vuoto, con i permessi specificati da \param{mode}. È del
442 tutto equivalente a \code{open(filedes, O\_CREAT|O\_WRONLY|O\_TRUNC, mode)}.
444 \noindent adesso questa funzione resta solo per compatibilità con i vecchi
448 \subsection{La funzione \func{close}}
449 \label{sec:file_close}
451 La funzione \funcd{close} permette di chiudere un file, in questo modo il file
452 descriptor ritorna disponibile; il suo prototipo è:
453 \begin{prototype}{unistd.h}{int close(int fd)}
454 Chiude il descrittore \param{fd}.
456 \bodydesc{La funzione ritorna 0 in caso di successo e $-1$ in caso di
457 errore, con \var{errno} che assume i valori:
459 \item[\errcode{EBADF}] \param{fd} non è un descrittore valido.
460 \item[\errcode{EINTR}] la funzione è stata interrotta da un segnale.
462 ed inoltre \errval{EIO}.}
465 La chiusura di un file rilascia ogni blocco (il \textit{file locking}
466 \index{file!locking} è trattato in sez.~\ref{sec:file_locking}) che il
467 processo poteva avere acquisito su di esso; se \param{fd} è l'ultimo
468 riferimento (di eventuali copie) ad un file aperto, tutte le risorse nella
469 \itindex{file~table} \textit{file table} vengono rilasciate. Infine se il file
470 descriptor era l'ultimo riferimento ad un file su disco quest'ultimo viene
473 Si ricordi che quando un processo termina anche tutti i suoi file descriptor
474 vengono chiusi, molti programmi sfruttano questa caratteristica e non usano
475 esplicitamente \func{close}. In genere comunque chiudere un file senza
476 controllarne lo stato di uscita è errore; infatti molti filesystem
477 implementano la tecnica del \textit{write-behind}, per cui una \func{write}
478 può avere successo anche se i dati non sono stati scritti, un eventuale errore
479 di I/O allora può sfuggire, ma verrà riportato alla chiusura del file: per
480 questo motivo non effettuare il controllo può portare ad una perdita di dati
481 inavvertita.\footnote{in Linux questo comportamento è stato osservato con NFS
482 e le quote su disco.}
484 In ogni caso una \func{close} andata a buon fine non garantisce che i dati
485 siano stati effettivamente scritti su disco, perché il kernel può decidere di
486 ottimizzare l'accesso a disco ritardandone la scrittura. L'uso della funzione
487 \func{sync} (vedi sez.~\ref{sec:file_sync}) effettua esplicitamente il
488 \emph{flush} dei dati, ma anche in questo caso resta l'incertezza dovuta al
489 comportamento dell'hardware (che a sua volta può introdurre ottimizzazioni
490 dell'accesso al disco che ritardano la scrittura dei dati, da cui l'abitudine
491 di ripetere tre volte il comando prima di eseguire lo shutdown).
494 \subsection{La funzione \func{lseek}}
495 \label{sec:file_lseek}
497 Come già accennato in sez.~\ref{sec:file_fd} a ciascun file aperto è associata
498 una \textsl{posizione corrente nel file} (il cosiddetto \textit{file offset},
499 mantenuto nel campo \var{f\_pos} di \struct{file}) espressa da un numero intero
500 positivo come numero di byte dall'inizio del file. Tutte le operazioni di
501 lettura e scrittura avvengono a partire da questa posizione che viene
502 automaticamente spostata in avanti del numero di byte letti o scritti.
504 In genere (a meno di non avere richiesto la modalità \itindex{append~mode}
505 \const{O\_APPEND}) questa posizione viene impostata a zero all'apertura del
506 file. È possibile impostarla ad un valore qualsiasi con la funzione
507 \funcd{lseek}, il cui prototipo è:
509 \headdecl{sys/types.h}
511 \funcdecl{off\_t lseek(int fd, off\_t offset, int whence)}
512 Imposta la posizione attuale nel file.
514 \bodydesc{La funzione ritorna il valore della posizione corrente in caso di
515 successo e $-1$ in caso di errore nel qual caso \var{errno} assumerà uno
518 \item[\errcode{ESPIPE}] \param{fd} è una pipe, un socket o una fifo.
519 \item[\errcode{EINVAL}] \param{whence} non è un valore valido.
521 ed inoltre \errval{EBADF}.}
524 La nuova posizione è impostata usando il valore specificato da \param{offset},
525 sommato al riferimento dato da \param{whence}; quest'ultimo può assumere i
526 seguenti valori\footnote{per compatibilità con alcune vecchie notazioni
527 questi valori possono essere rimpiazzati rispettivamente con 0, 1 e 2 o con
528 \const{L\_SET}, \const{L\_INCR} e \const{L\_XTND}.}:
529 \begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.0cm}}
530 \item[\const{SEEK\_SET}] si fa riferimento all'inizio del file: il valore
531 (sempre positivo) di \param{offset} indica direttamente la nuova posizione
533 \item[\const{SEEK\_CUR}] si fa riferimento alla posizione corrente del file:
534 ad essa viene sommato \param{offset} (che può essere negativo e positivo)
535 per ottenere la nuova posizione corrente.
536 \item[\const{SEEK\_END}] si fa riferimento alla fine del file: alle dimensioni
537 del file viene sommato \param{offset} (che può essere negativo e positivo)
538 per ottenere la nuova posizione corrente.
541 Come accennato in sez.~\ref{sec:file_file_size} con \func{lseek} è possibile
542 impostare la posizione corrente anche oltre la fine del file, e alla
543 successiva scrittura il file sarà esteso. La chiamata non causa nessun accesso
544 al file, si limita a modificare la posizione corrente (cioè il valore
545 \var{f\_pos} in \param{file}, vedi fig.~\ref{fig:file_proc_file}). Dato che la
546 funzione ritorna la nuova posizione, usando il valore zero per \param{offset}
547 si può riottenere la posizione corrente nel file chiamando la funzione con
548 \code{lseek(fd, 0, SEEK\_CUR)}.
550 Si tenga presente inoltre che usare \const{SEEK\_END} non assicura affatto che
551 la successiva scrittura avvenga alla fine del file, infatti se questo è stato
552 aperto anche da un altro processo che vi ha scritto, la fine del file può
553 essersi spostata, ma noi scriveremo alla posizione impostata in precedenza
554 (questa è una potenziale sorgente di \itindex{race~condition} \textit{race
555 condition}, vedi sez.~\ref{sec:file_atomic}).
557 Non tutti i file supportano la capacità di eseguire una \func{lseek}, in
558 questo caso la funzione ritorna l'errore \errcode{EPIPE}. Questo, oltre che per
559 i tre casi citati nel prototipo, vale anche per tutti quei dispositivi che non
560 supportano questa funzione, come ad esempio per i file di
561 terminale.\footnote{altri sistemi, usando \const{SEEK\_SET}, in questo caso
562 ritornano il numero di caratteri che vi sono stati scritti.} Lo standard
563 POSIX però non specifica niente in proposito. Infine alcuni file speciali, ad
564 esempio \file{/dev/null}, non causano un errore ma restituiscono un valore
568 \subsection{La funzione \func{read}}
569 \label{sec:file_read}
572 Una volta che un file è stato aperto (con il permesso in lettura) si possono
573 leggere i dati che contiene utilizzando la funzione \funcd{read}, il cui
575 \begin{prototype}{unistd.h}{ssize\_t read(int fd, void * buf, size\_t count)}
577 Cerca di leggere \param{count} byte dal file \param{fd} al buffer
580 \bodydesc{La funzione ritorna il numero di byte letti in caso di successo e
581 $-1$ in caso di errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori:
583 \item[\errcode{EINTR}] la funzione è stata interrotta da un segnale prima di
584 aver potuto leggere qualsiasi dato.
585 \item[\errcode{EAGAIN}] la funzione non aveva nessun dato da restituire e si
586 era aperto il file in modalità \const{O\_NONBLOCK}.
588 ed inoltre \errval{EBADF}, \errval{EIO}, \errval{EISDIR}, \errval{EBADF},
589 \errval{EINVAL} e \errval{EFAULT} ed eventuali altri errori dipendenti dalla
590 natura dell'oggetto connesso a \param{fd}.}
593 La funzione tenta di leggere \param{count} byte a partire dalla posizione
594 corrente nel file. Dopo la lettura la posizione sul file è spostata
595 automaticamente in avanti del numero di byte letti. Se \param{count} è zero la
596 funzione restituisce zero senza nessun altro risultato. Si deve sempre tener
597 presente che non è detto che la funzione \func{read} restituisca sempre il
598 numero di byte richiesto, ci sono infatti varie ragioni per cui la funzione
599 può restituire un numero di byte inferiore; questo è un comportamento normale,
600 e non un errore, che bisogna sempre tenere presente.
602 La prima e più ovvia di queste ragioni è che si è chiesto di leggere più byte
603 di quanto il file ne contenga. In questo caso il file viene letto fino alla
604 sua fine, e la funzione ritorna regolarmente il numero di byte letti
605 effettivamente. Raggiunta la fine del file, alla ripetizione di un'operazione
606 di lettura, otterremmo il ritorno immediato di \func{read} con uno zero. La
607 condizione di raggiungimento della fine del file non è un errore, e viene
608 segnalata appunto da un valore di ritorno di \func{read} nullo. Ripetere
609 ulteriormente la lettura non avrebbe nessun effetto se non quello di
610 continuare a ricevere zero come valore di ritorno.
612 Con i \textsl{file regolari} questa è l'unica situazione in cui si può avere
613 un numero di byte letti inferiore a quello richiesto, ma questo non è vero
614 quando si legge da un terminale, da una fifo o da una pipe. In tal caso
615 infatti, se non ci sono dati in ingresso, la \func{read} si blocca (a meno di
616 non aver selezionato la modalità non bloccante, vedi
617 sez.~\ref{sec:file_noblocking}) e ritorna solo quando ne arrivano; se il numero
618 di byte richiesti eccede quelli disponibili la funzione ritorna comunque, ma
619 con un numero di byte inferiore a quelli richiesti.
621 Lo stesso comportamento avviene caso di lettura dalla rete (cioè su un socket,
622 come vedremo in sez.~\ref{sec:sock_io_behav}), o per la lettura da certi file
623 di dispositivo, come le unità a nastro, che restituiscono sempre i dati ad un
624 singolo blocco alla volta, o come le linee seriali, che restituiscono solo i
625 dati ricevuti fino al momento della lettura.
627 Infine anche le due condizioni segnalate dagli errori \errcode{EINTR} ed
628 \errcode{EAGAIN} non sono propriamente degli errori. La prima si verifica
629 quando la \func{read} è bloccata in attesa di dati in ingresso e viene
630 interrotta da un segnale; in tal caso l'azione da intraprendere è quella di
631 rieseguire la funzione. Torneremo in dettaglio sull'argomento in
632 sez.~\ref{sec:sig_gen_beha}. La seconda si verifica quando il file è aperto
633 in modalità non bloccante (vedi sez.~\ref{sec:file_noblocking}) e non ci sono
634 dati in ingresso: la funzione allora ritorna immediatamente con un errore
635 \errcode{EAGAIN}\footnote{BSD usa per questo errore la costante
636 \errcode{EWOULDBLOCK}, in Linux, con le \acr{glibc}, questa è sinonima di
637 \errcode{EAGAIN}.} che indica soltanto che non essendoci al momento dati
638 disponibili occorre provare a ripetere la lettura in un secondo tempo.
640 La funzione \func{read} è una delle system call fondamentali, esistenti fin
641 dagli albori di Unix, ma nella seconda versione delle \textit{Single Unix
642 Specification}\footnote{questa funzione, e l'analoga \func{pwrite} sono
643 state aggiunte nel kernel 2.1.60, il supporto nelle \acr{glibc}, compresa
644 l'emulazione per i vecchi kernel che non hanno la system call, è stato
645 aggiunto con la versione 2.1, in versioni precedenti sia del kernel che
646 delle librerie la funzione non è disponibile.} (quello che viene chiamato
647 normalmente Unix98, vedi sez.~\ref{sec:intro_opengroup}) è stata introdotta la
648 definizione di un'altra funzione di lettura, \funcd{pread}, il cui prototipo è:
649 \begin{prototype}{unistd.h}
650 {ssize\_t pread(int fd, void * buf, size\_t count, off\_t offset)}
652 Cerca di leggere \param{count} byte dal file \param{fd}, a partire dalla
653 posizione \param{offset}, nel buffer \param{buf}.
655 \bodydesc{La funzione ritorna il numero di byte letti in caso di successo e
656 $-1$ in caso di errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori già
657 visti per \func{read} e \func{lseek}.}
660 La funzione prende esattamente gli stessi argomenti di \func{read} con lo
661 stesso significato, a cui si aggiunge l'argomento \func{offset} che indica una
662 posizione sul file. Identico è il comportamento ed il valore di ritorno. La
663 funzione serve quando si vogliono leggere dati dal file senza modificare la
666 L'uso di \func{pread} è equivalente all'esecuzione di una \func{read} seguita
667 da una \func{lseek} che riporti al valore precedente la posizione corrente sul
668 file, ma permette di eseguire l'operazione atomicamente. Questo può essere
669 importante quando la posizione sul file viene condivisa da processi diversi
670 (vedi sez.~\ref{sec:file_sharing}). Il valore di
671 \param{offset} fa sempre riferimento all'inizio del file.
673 La funzione \func{pread} è disponibile anche in Linux, però diventa
674 accessibile solo attivando il supporto delle estensioni previste dalle
675 \textit{Single Unix Specification} con la definizione della macro:
677 #define _XOPEN_SOURCE 500
679 e si ricordi di definire questa macro prima dell'inclusione del file di
680 dichiarazioni \file{unistd.h}.
684 \subsection{La funzione \func{write}}
685 \label{sec:file_write}
687 Una volta che un file è stato aperto (con il permesso in scrittura) si può
688 scrivere su di esso utilizzando la funzione \funcd{write}, il cui prototipo è:
689 \begin{prototype}{unistd.h}{ssize\_t write(int fd, void * buf, size\_t count)}
691 Scrive \param{count} byte dal buffer \param{buf} sul file \param{fd}.
693 \bodydesc{La funzione ritorna il numero di byte scritti in caso di successo
694 e $-1$ in caso di errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei
697 \item[\errcode{EINVAL}] \param{fd} è connesso ad un oggetto che non consente
699 \item[\errcode{EFBIG}] si è cercato di scrivere oltre la dimensione massima
700 consentita dal filesystem o il limite per le dimensioni dei file del
701 processo o su una posizione oltre il massimo consentito.
702 \item[\errcode{EPIPE}] \param{fd} è connesso ad una pipe il cui altro capo è
703 chiuso in lettura; in questo caso viene anche generato il segnale
704 \const{SIGPIPE}, se questo viene gestito (o bloccato o ignorato) la
705 funzione ritorna questo errore.
706 \item[\errcode{EINTR}] si è stati interrotti da un segnale prima di aver
707 potuto scrivere qualsiasi dato.
708 \item[\errcode{EAGAIN}] ci si sarebbe bloccati, ma il file era aperto in
709 modalità \const{O\_NONBLOCK}.
711 ed inoltre \errval{EBADF}, \errval{EIO}, \errval{EISDIR}, \errval{EBADF},
712 \errval{ENOSPC}, \errval{EINVAL} e \errval{EFAULT} ed eventuali altri errori
713 dipendenti dalla natura dell'oggetto connesso a \param{fd}.}
716 Come nel caso di \func{read} la funzione tenta di scrivere \param{count} byte
717 a partire dalla posizione corrente nel file e sposta automaticamente la
718 posizione in avanti del numero di byte scritti. Se il file è aperto in
719 modalità \itindex{append~mode} \const{O\_APPEND} i dati vengono sempre scritti
720 alla fine del file. Lo standard POSIX richiede che i dati scritti siano
721 immediatamente disponibili ad una \func{read} chiamata dopo che la
722 \func{write} che li ha scritti è ritornata; ma dati i meccanismi di caching
723 non è detto che tutti i filesystem supportino questa capacità.
725 Se \param{count} è zero la funzione restituisce zero senza fare nient'altro.
726 Per i file ordinari il numero di byte scritti è sempre uguale a quello
727 indicato da \param{count}, a meno di un errore. Negli altri casi si ha lo
728 stesso comportamento di \func{read}.
730 Anche per \func{write} lo standard Unix98 definisce un'analoga \funcd{pwrite}
731 per scrivere alla posizione indicata senza modificare la posizione corrente
732 nel file, il suo prototipo è:
733 \begin{prototype}{unistd.h}
734 {ssize\_t pwrite(int fd, void * buf, size\_t count, off\_t offset)}
736 Cerca di scrivere sul file \param{fd}, a partire dalla posizione
737 \param{offset}, \param{count} byte dal buffer \param{buf}.
739 \bodydesc{La funzione ritorna il numero di byte letti in caso di successo e
740 $-1$ in caso di errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori già
741 visti per \func{write} e \func{lseek}.}
743 \noindent e per essa valgono le stesse considerazioni fatte per \func{pread}.
746 \section{Caratteristiche avanzate}
747 \label{sec:file_adv_func}
749 In questa sezione approfondiremo alcune delle caratteristiche più sottili
750 della gestione file in un sistema unix-like, esaminando in dettaglio il
751 comportamento delle funzioni base, inoltre tratteremo le funzioni che
752 permettono di eseguire alcune operazioni avanzate con i file (il grosso
753 dell'argomento sarà comunque affrontato in cap.~\ref{cha:file_advanced}).
756 \subsection{La condivisione dei files}
757 \label{sec:file_sharing}
759 In sez.~\ref{sec:file_fd} abbiamo descritto brevemente l'architettura
760 dell'interfaccia con i file da parte di un processo, mostrando in
761 fig.~\ref{fig:file_proc_file} le principali strutture usate dal kernel;
762 esamineremo ora in dettaglio le conseguenze che questa architettura ha nei
763 confronti dell'accesso allo stesso file da parte di processi diversi.
767 \includegraphics[width=15cm]{img/filemultacc}
768 \caption{Schema dell'accesso allo stesso file da parte di due processi
770 \label{fig:file_mult_acc}
773 Il primo caso è quello in cui due processi diversi aprono lo stesso file su
774 disco; sulla base di quanto visto in sez.~\ref{sec:file_fd} avremo una
775 situazione come quella illustrata in fig.~\ref{fig:file_mult_acc}: ciascun
776 processo avrà una sua voce nella \textit{file table} referenziata da un
777 diverso file descriptor nella sua \struct{file\_struct}. Entrambe le voci
778 nella \itindex{file~table} \textit{file table} faranno però riferimento allo
779 stesso \index{inode} inode su disco.
781 Questo significa che ciascun processo avrà la sua posizione corrente sul file,
782 la sua modalità di accesso e versioni proprie di tutte le proprietà che
783 vengono mantenute nella sua voce della \itindex{file~table} \textit{file
784 table}. Questo ha conseguenze specifiche sugli effetti della possibile
785 azione simultanea sullo stesso file, in particolare occorre tenere presente
788 \item ciascun processo può scrivere indipendentemente; dopo ciascuna
789 \func{write} la posizione corrente sarà cambiata solo nel processo. Se la
790 scrittura eccede la dimensione corrente del file questo verrà esteso
791 automaticamente con l'aggiornamento del campo \var{i\_size} \index{inode}
793 \item se un file è in modalità \itindex{append~mode} \const{O\_APPEND} tutte
794 le volte che viene effettuata una scrittura la posizione corrente viene
795 prima impostata alla dimensione corrente del file letta \index{inode}
796 dall'inode. Dopo la scrittura il file viene automaticamente esteso.
797 \item l'effetto di \func{lseek} è solo quello di cambiare il campo
798 \var{f\_pos} nella struttura \struct{file} della \itindex{file~table}
799 \textit{file table}, non c'è nessuna operazione sul file su disco. Quando la
800 si usa per porsi alla fine del file la posizione viene impostata leggendo la
801 dimensione corrente \index{inode} dall'inode.
806 \includegraphics[width=15cm]{img/fileshar}
807 \caption{Schema dell'accesso ai file da parte di un processo figlio}
808 \label{fig:file_acc_child}
811 Il secondo caso è quello in cui due file descriptor di due processi diversi
812 puntino alla stessa voce nella \itindex{file~table} \textit{file table};
813 questo è ad esempio il caso dei file aperti che vengono ereditati dal processo
814 figlio all'esecuzione di una \func{fork} (si ricordi quanto detto in
815 sez.~\ref{sec:proc_fork}). La situazione è illustrata in
816 fig.~\ref{fig:file_acc_child}; dato che il processo figlio riceve una copia
817 dello spazio di indirizzi del padre, riceverà anche una copia di
818 \struct{file\_struct} e relativa tabella dei file aperti.
820 In questo modo padre e figlio avranno gli stessi file descriptor che faranno
821 riferimento alla stessa voce nella \textit{file table}, condividendo così la
822 posizione corrente sul file. Questo ha le conseguenze descritte a suo tempo in
823 sez.~\ref{sec:proc_fork}: in caso di scrittura contemporanea la posizione
824 corrente nel file varierà per entrambi i processi (in quanto verrà modificato
825 \var{f\_pos} che è lo stesso per entrambi).
827 Si noti inoltre che anche i flag di stato del file (quelli impostati
828 dall'argomento \param{flag} di \func{open}) essendo tenuti nella voce della
829 \textit{file table}\footnote{per la precisione nel campo \var{f\_flags} di
830 \struct{file}.}, vengono in questo caso condivisi. Ai file però sono
831 associati anche altri flag, dei quali l'unico usato al momento è
832 \const{FD\_CLOEXEC}, detti \textit{file descriptor flags}. Questi ultimi sono
833 tenuti invece in \struct{file\_struct}, e perciò sono specifici di ciascun
834 processo e non vengono modificati dalle azioni degli altri anche in caso di
835 condivisione della stessa voce della \textit{file table}.
839 \subsection{Operazioni atomiche con i file}
840 \label{sec:file_atomic}
842 Come si è visto in un sistema unix-like è sempre possibile per più processi
843 accedere in contemporanea allo stesso file, e che le operazioni di lettura e
844 scrittura possono essere fatte da ogni processo in maniera autonoma in base
845 ad una posizione corrente nel file che è locale a ciascuno di essi.
847 Se dal punto di vista della lettura dei dati questo non comporta nessun
848 problema, quando si andrà a scrivere le operazioni potranno mescolarsi in
849 maniera imprevedibile. Il sistema però fornisce in alcuni casi la possibilità
850 di eseguire alcune operazioni di scrittura in maniera coordinata anche senza
851 utilizzare meccanismi di sincronizzazione più complessi (come il
852 \index{file!locking} \textit{file locking}, che esamineremo in
853 sez.~\ref{sec:file_locking}).
855 Un caso tipico di necessità di accesso condiviso in scrittura è quello in cui
856 vari processi devono scrivere alla fine di un file (ad esempio un file di
857 log). Come accennato in sez.~\ref{sec:file_lseek} impostare la posizione alla
858 fine del file e poi scrivere può condurre ad una \itindex{race~condition}
859 \textit{race condition}: infatti può succedere che un secondo processo scriva
860 alla fine del file fra la \func{lseek} e la \func{write}; in questo caso, come
861 abbiamo appena visto, il file sarà esteso, ma il nostro primo processo avrà
862 ancora la posizione corrente impostata con la \func{lseek} che non corrisponde
863 più alla fine del file, e la successiva \func{write} sovrascriverà i dati del
866 Il problema è che usare due system call in successione non è un'operazione
867 atomica; il problema è stato risolto introducendo la modalità
868 \itindex{append~mode} \const{O\_APPEND}. In questo caso infatti, come abbiamo
869 descritto in precedenza, è il kernel che aggiorna automaticamente la posizione
870 alla fine del file prima di effettuare la scrittura, e poi estende il file.
871 Tutto questo avviene all'interno di una singola system call (la \func{write})
872 che non essendo interrompibile da un altro processo costituisce un'operazione
875 Un altro caso tipico in cui è necessaria l'atomicità è quello in cui si vuole
876 creare un \textsl{file di lock} \index{file!di lock}, bloccandosi se il file
877 esiste. In questo caso la sequenza logica porterebbe a verificare prima
878 l'esistenza del file con una \func{stat} per poi crearlo con una \func{creat};
879 di nuovo avremmo la possibilità di una \itindex{race~condition} \textit{race
880 condition} da parte di un altro processo che crea lo stesso file fra il
881 controllo e la creazione.
883 Per questo motivo sono stati introdotti per \func{open} i due flag
884 \const{O\_CREAT} e \const{O\_EXCL}. In questo modo l'operazione di controllo
885 dell'esistenza del file (con relativa uscita dalla funzione con un errore) e
886 creazione in caso di assenza, diventa atomica essendo svolta tutta all'interno
887 di una singola system call (per i dettagli sull'uso di questa caratteristica
888 si veda sez.~\ref{sec:ipc_file_lock}).
891 \subsection{La funzioni \func{sync} e \func{fsync}}
892 \label{sec:file_sync}
894 Come accennato in sez.~\ref{sec:file_close} tutte le operazioni di scrittura
895 sono in genere bufferizzate dal kernel, che provvede ad effettuarle in maniera
896 asincrona (ad esempio accorpando gli accessi alla stessa zona del disco) in un
897 secondo tempo rispetto al momento della esecuzione della \func{write}.
899 Per questo motivo, quando è necessaria una sincronizzazione dei dati, il
900 sistema mette a disposizione delle funzioni che provvedono a forzare lo
901 scarico dei dati dai buffer del kernel.\footnote{come già accennato neanche
902 questo dà la garanzia assoluta che i dati siano integri dopo la chiamata,
903 l'hardware dei dischi è in genere dotato di un suo meccanismo interno di
904 ottimizzazione per l'accesso al disco che può ritardare ulteriormente la
905 scrittura effettiva.} La prima di queste funzioni è \funcd{sync} il cui
907 \begin{prototype}{unistd.h}{int sync(void)}
909 Sincronizza il buffer della cache dei file col disco.
911 \bodydesc{La funzione ritorna sempre zero.}
913 \noindent i vari standard prevedono che la funzione si limiti a far partire
914 le operazioni, ritornando immediatamente; in Linux (dal kernel 1.3.20) invece
915 la funzione aspetta la conclusione delle operazioni di sincronizzazione del
918 La funzione viene usata dal comando \cmd{sync} quando si vuole forzare
919 esplicitamente lo scarico dei dati su disco, o dal demone di sistema
920 \cmd{update} che esegue lo scarico dei dati ad intervalli di tempo fissi: il
921 valore tradizionale, usato da BSD, per l'update dei dati è ogni 30 secondi, ma
922 in Linux il valore utilizzato è di 5 secondi; con le nuove versioni\footnote{a
923 partire dal kernel 2.2.8} poi, è il kernel che si occupa direttamente di
924 tutto quanto attraverso il demone interno \cmd{bdflush}, il cui comportamento
925 può essere controllato attraverso il file \file{/proc/sys/vm/bdflush} (per il
926 significato dei valori si può leggere la documentazione allegata al kernel in
927 \file{Documentation/sysctl/vm.txt}).
929 Quando si vogliono scaricare soltanto i dati di un file (ad esempio essere
930 sicuri che i dati di un database sono stati registrati su disco) si possono
931 usare le due funzioni \funcd{fsync} e \funcd{fdatasync}, i cui prototipi sono:
934 \funcdecl{int fsync(int fd)}
935 Sincronizza dati e metadati del file \param{fd}
936 \funcdecl{int fdatasync(int fd)}
937 Sincronizza i dati del file \param{fd}.
939 \bodydesc{La funzione ritorna 0 in caso di successo e $-1$ in caso di
940 errore, nel qual caso \var{errno} assume i valori:
942 \item[\errcode{EINVAL}] \param{fd} è un file speciale che non supporta la
945 ed inoltre \errval{EBADF}, \errval{EROFS} e \errval{EIO}.}
948 Entrambe le funzioni forzano la sincronizzazione col disco di tutti i dati del
949 file specificato, ed attendono fino alla conclusione delle operazioni;
950 \func{fsync} forza anche la sincronizzazione dei metadati del file (che
951 riguardano sia le modifiche alle tabelle di allocazione dei settori, che gli
952 altri dati contenuti \index{inode} nell'inode che si leggono con \func{fstat},
953 come i tempi del file).
955 Si tenga presente che questo non comporta la sincronizzazione della
956 directory che contiene il file (e scrittura della relativa voce su
957 disco) che deve essere effettuata esplicitamente.\footnote{in realtà per
958 il filesystem \acr{ext2}, quando lo si monta con l'opzione \cmd{sync},
959 il kernel provvede anche alla sincronizzazione automatica delle voci
963 \subsection{La funzioni \func{dup} e \func{dup2}}
966 Abbiamo già visto in sez.~\ref{sec:file_sharing} come un processo figlio
967 condivida gli stessi file descriptor del padre; è possibile però ottenere un
968 comportamento analogo all'interno di uno stesso processo \textit{duplicando}
969 un file descriptor. Per far questo si usa la funzione \funcd{dup} il cui
971 \begin{prototype}{unistd.h}{int dup(int oldfd)}
972 Crea una copia del file descriptor \param{oldfd}.
974 \bodydesc{La funzione ritorna il nuovo file descriptor in caso di successo e
975 $-1$ in caso di errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei
978 \item[\errcode{EBADF}] \param{oldfd} non è un file aperto.
979 \item[\errcode{EMFILE}] si è raggiunto il numero massimo consentito di file
984 La funzione ritorna, come \func{open}, il primo file descriptor libero. Il
985 file descriptor è una copia esatta del precedente ed entrambi possono essere
986 interscambiati nell'uso. Per capire meglio il funzionamento della funzione si
987 può fare riferimento a fig.~\ref{fig:file_dup}: l'effetto della funzione è
988 semplicemente quello di copiare il valore nella struttura
989 \struct{file\_struct}, cosicché anche il nuovo file descriptor fa riferimento
990 alla stessa voce nella \textit{file table}; per questo si dice che il nuovo
991 file descriptor è \textsl{duplicato}, da cui il nome della funzione.
994 \centering \includegraphics[width=15cm]{img/filedup}
995 \caption{Schema dell'accesso ai file duplicati}
999 Si noti che per quanto illustrato in fig.~\ref{fig:file_dup} i file descriptor
1000 duplicati condivideranno eventuali lock, \textit{file status flag}, e
1001 posizione corrente. Se ad esempio si esegue una \func{lseek} per modificare la
1002 posizione su uno dei due file descriptor, essa risulterà modificata anche
1003 sull'altro (dato che quello che viene modificato è lo stesso campo nella voce
1004 della \textit{file table} a cui entrambi fanno riferimento). L'unica
1005 differenza fra due file descriptor duplicati è che ciascuno avrà il suo
1006 \textit{file descriptor flag}; a questo proposito va specificato che nel caso
1007 di \func{dup} il flag di \textit{close-on-exec}\itindex{close-on-exec} (vedi
1008 sez.~\ref{sec:proc_exec} e sez.~\ref{sec:file_fcntl}) viene sempre cancellato
1011 L'uso principale di questa funzione è per la redirezione dell'input e
1012 dell'output fra l'esecuzione di una \func{fork} e la successiva \func{exec};
1013 diventa così possibile associare un file (o una pipe) allo standard input o
1014 allo standard output (torneremo sull'argomento in sez.~\ref{sec:ipc_pipe_use},
1015 quando tratteremo le pipe). Per fare questo in genere occorre prima chiudere
1016 il file che si vuole sostituire, cosicché il suo file descriptor possa esser
1017 restituito alla chiamata di \func{dup}, come primo file descriptor
1020 Dato che questa è l'operazione più comune, è prevista una diversa versione
1021 della funzione, \funcd{dup2}, che permette di specificare esplicitamente
1022 qual è il valore di file descriptor che si vuole avere come duplicato; il suo
1024 \begin{prototype}{unistd.h}{int dup2(int oldfd, int newfd)}
1026 Rende \param{newfd} una copia del file descriptor \param{oldfd}.
1028 \bodydesc{La funzione ritorna il nuovo file descriptor in caso di successo e
1029 $-1$ in caso di errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori:
1031 \item[\errcode{EBADF}] \param{oldfd} non è un file aperto o \param{newfd} ha
1032 un valore fuori dall'intervallo consentito per i file descriptor.
1033 \item[\errcode{EMFILE}] si è raggiunto il numero massimo consentito di file
1037 \noindent e qualora il file descriptor \param{newfd} sia già aperto (come
1038 avviene ad esempio nel caso della duplicazione di uno dei file standard) esso
1039 sarà prima chiuso e poi duplicato (così che il file duplicato sarà connesso
1040 allo stesso valore per il file descriptor).
1042 La duplicazione dei file descriptor può essere effettuata anche usando la
1043 funzione di controllo dei file \func{fcntl} (che esamineremo in
1044 sez.~\ref{sec:file_fcntl}) con il parametro \const{F\_DUPFD}. L'operazione ha
1045 la sintassi \code{fcntl(oldfd, F\_DUPFD, newfd)} e se si usa 0 come valore per
1046 \param{newfd} diventa equivalente a \func{dup}.
1048 La sola differenza fra le due funzioni\footnote{a parte la sintassi ed i
1049 diversi codici di errore.} è che \func{dup2} chiude il file descriptor
1050 \param{newfd} se questo è già aperto, garantendo che la duplicazione sia
1051 effettuata esattamente su di esso, invece \func{fcntl} restituisce il primo
1052 file descriptor libero di valore uguale o maggiore di \param{newfd} (e se
1053 \param{newfd} è aperto la duplicazione avverrà su un altro file descriptor).
1056 \subsection{La funzione \func{fcntl}}
1057 \label{sec:file_fcntl}
1059 Oltre alle operazioni base esaminate in sez.~\ref{sec:file_base_func} esistono
1060 tutta una serie di operazioni ausiliarie che è possibile eseguire su un file
1061 descriptor, che non riguardano la normale lettura e scrittura di dati, ma la
1062 gestione sia delle loro proprietà, che di tutta una serie di ulteriori
1063 funzionalità che il kernel può mettere a disposizione.\footnote{ad esempio si
1064 gestiscono con questa funzione varie modalità di I/O asincrono (vedi
1065 sez.~\ref{sec:file_asyncronous_operation}) e il \index{file!locking}
1066 \textit{file locking} (vedi sez.~\ref{sec:file_locking}).}
1068 Per queste operazioni di manipolazione e di controllo delle varie proprietà e
1069 caratteristiche di un file descriptor, viene usata la funzione \funcd{fcntl},
1074 \funcdecl{int fcntl(int fd, int cmd)}
1075 \funcdecl{int fcntl(int fd, int cmd, long arg)}
1076 \funcdecl{int fcntl(int fd, int cmd, struct flock * lock)}
1077 Esegue una delle possibili operazioni specificate da \param{cmd}
1078 sul file \param{fd}.
1080 \bodydesc{La funzione ha valori di ritorno diversi a seconda
1081 dell'operazione. In caso di errore il valore di ritorno è sempre $-1$ ed
1082 il codice dell'errore è restituito nella variabile \var{errno}; i codici
1083 possibili dipendono dal tipo di operazione, l'unico valido in generale è:
1085 \item[\errcode{EBADF}] \param{fd} non è un file aperto.
1090 Il primo argomento della funzione è sempre il numero di file descriptor
1091 \var{fd} su cui si vuole operare. Il comportamento di questa funzione, il
1092 numero e il tipo degli argomenti, il valore di ritorno e gli eventuali errori
1093 sono determinati dal valore dell'argomento \param{cmd} che in sostanza
1094 corrisponde all'esecuzione di un determinato \textsl{comando}; in
1095 sez.~\ref{sec:file_dup} abbiamo incontrato un esempio dell'uso di \func{fcntl}
1096 per la duplicazione dei file descriptor, una lista di tutti i possibili valori
1097 per \var{cmd} è riportata di seguito:
1098 \begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.0cm}}
1099 \item[\const{F\_DUPFD}] trova il primo file descriptor disponibile di valore
1100 maggiore o uguale ad \param{arg} e ne fa una copia di \param{fd}. Ritorna il
1101 nuovo file descriptor in caso di successo e $-1$ in caso di errore. Gli
1102 errori possibili sono \errcode{EINVAL} se \param{arg} è negativo o maggiore
1103 del massimo consentito o \errcode{EMFILE} se il processo ha già raggiunto il
1104 massimo numero di descrittori consentito.
1105 \item[\const{F\_SETFD}] imposta il valore del \textit{file descriptor flag} al
1106 valore specificato con \param{arg}. Al momento l'unico bit usato è quello di
1107 \itindex{close-on-exec} \textit{close-on-exec}, identificato dalla costante
1108 \const{FD\_CLOEXEC}, che serve a richiedere che il file venga chiuso nella
1109 esecuzione di una \func{exec} (vedi sez.~\ref{sec:proc_exec}). Ritorna un
1110 valore nullo in caso di successo e $-1$ in caso di errore.
1111 \item[\const{F\_GETFD}] ritorna il valore del \textit{file descriptor flag} di
1112 \param{fd} o $-1$ in caso di errore; se \const{FD\_CLOEXEC} è impostato i
1113 file descriptor aperti vengono chiusi attraverso una \func{exec} altrimenti
1114 (il comportamento predefinito) restano aperti.
1115 \item[\const{F\_GETFL}] ritorna il valore del \textit{file status flag} in
1116 caso di successo o $-1$ in caso di errore; permette cioè di rileggere quei
1117 bit impostati da \func{open} all'apertura del file che vengono memorizzati
1118 (quelli riportati nella prima e terza sezione di
1119 tab.~\ref{tab:file_open_flags}).
1120 \item[\const{F\_SETFL}] imposta il \textit{file status flag} al valore
1121 specificato da \param{arg}, ritorna un valore nullo in caso di successo o
1122 $-1$ in caso di errore. Possono essere impostati solo i bit riportati nella
1123 terza sezione di tab.~\ref{tab:file_open_flags}.\footnote{la pagina di
1124 manuale riporta come impostabili solo \const{O\_APPEND},
1125 \const{O\_NONBLOCK} e \const{O\_ASYNC}.}
1126 \item[\const{F\_GETLK}] richiede un controllo sul file lock specificato da
1127 \param{lock}, sovrascrivendo la struttura da esso puntata con il risultato;
1128 ritorna un valore nullo in caso di successo o $-1$ in caso di errore. Questa
1129 funzionalità è trattata in dettaglio in sez.~\ref{sec:file_posix_lock}.
1130 \item[\const{F\_SETLK}] richiede o rilascia un file lock a seconda di quanto
1131 specificato nella struttura puntata da \param{lock}. Se il lock è tenuto da
1132 qualcun altro ritorna immediatamente restituendo $-1$ e imposta \var{errno} a
1133 \errcode{EACCES} o \errcode{EAGAIN}, in caso di successo ritorna un valore
1134 nullo. Questa funzionalità è trattata in dettaglio in
1135 sez.~\ref{sec:file_posix_lock}.
1136 \item[\const{F\_SETLKW}] identica a \const{F\_SETLK} eccetto per il fatto che
1137 la funzione non ritorna subito ma attende che il blocco sia rilasciato. Se
1138 l'attesa viene interrotta da un segnale la funzione restituisce $-1$ e
1139 imposta \var{errno} a \errcode{EINTR}, in caso di successo ritorna un valore
1140 nullo. Questa funzionalità è trattata in dettaglio in
1141 sez.~\ref{sec:file_posix_lock}.
1142 \item[\const{F\_GETOWN}] restituisce il \acr{pid} del processo o
1143 l'identificatore del \itindex{process~group} \textit{process
1144 group}\footnote{i \itindex{process~group} \textit{process group} sono
1145 (vedi sez.~\ref{sec:sess_proc_group}) raggruppamenti di processi usati nel
1146 controllo di sessione; a ciascuno di essi è associato un identificatore
1147 (un numero positivo analogo al \acr{pid}).} che è preposto alla ricezione
1148 dei segnali \const{SIGIO} e \const{SIGURG} per gli eventi associati al file
1149 descriptor \param{fd}. Nel caso di un \textit{process group} viene
1150 restituito un valore negativo il cui valore assoluto corrisponde
1151 all'identificatore del \itindex{process~group} \textit{process group}. In
1152 caso di errore viene restituito $-1$.
1153 \item[\const{F\_SETOWN}] imposta, con il valore dell'argomento \param{arg},
1154 l'identificatore del processo o del \itindex{process~group} \textit{process
1155 group} che riceverà i segnali \const{SIGIO} e \const{SIGURG} per gli
1156 eventi associati al file descriptor \param{fd}, ritorna un valore nullo in
1157 caso di successo o $-1$ in caso di errore. Come per \const{F\_GETOWN}, per
1158 impostare un \itindex{process~group} \textit{process group} si deve usare
1159 per \param{arg} un valore negativo, il cui valore assoluto corrisponde
1160 all'identificatore del \itindex{process~group} \textit{process group}.
1161 \item[\const{F\_GETSIG}] restituisce il valore del segnale inviato quando ci
1162 sono dati disponibili in ingresso su un file descriptor aperto ed impostato
1163 per l'I/O asincrono (si veda sez.~\ref{sec:file_asyncronous_io}). Il valore 0
1164 indica il valore predefinito (che è \const{SIGIO}), un valore diverso da
1165 zero indica il segnale richiesto, (che può essere anche lo stesso
1166 \const{SIGIO}). In caso di errore ritorna $-1$.
1167 \item[\const{F\_SETSIG}] imposta il segnale da inviare quando diventa
1168 possibile effettuare I/O sul file descriptor in caso di I/O asincrono,
1169 ritorna un valore nullo in caso di successo o $-1$ in caso di errore. Il
1170 valore zero indica di usare il segnale predefinito, \const{SIGIO}. Un altro
1171 valore diverso da zero (compreso lo stesso \const{SIGIO}) specifica il
1172 segnale voluto; l'uso di un valore diverso da zero permette inoltre, se si è
1173 installato il gestore del segnale come \var{sa\_sigaction} usando
1174 \const{SA\_SIGINFO}, (vedi sez.~\ref{sec:sig_sigaction}), di rendere
1175 disponibili al gestore informazioni ulteriori riguardo il file che ha
1176 generato il segnale attraverso i valori restituiti in \struct{siginfo\_t}
1177 (come vedremo in sez.~\ref{sec:file_asyncronous_io}).\footnote{i due comandi
1178 \const{F\_SETSIG} e \const{F\_GETSIG} sono una estensione specifica di
1180 \item[\const{F\_SETLEASE}] imposta o rimuove un \index{file!lease}
1181 \textit{file lease}\footnote{questa è una nuova funzionalità, specifica di
1182 Linux, e presente solo a partire dai kernel della serie 2.4.x, in cui il
1183 processo che detiene un \textit{lease} su un file riceve una notifica
1184 qualora un altro processo cerca di eseguire una \func{open} o una
1185 \func{truncate} su di esso.} sul file descriptor \var{fd} a seconda del
1186 valore del terzo argomento, che in questo caso è un \ctyp{int}, ritorna un
1187 valore nullo in caso di successo o $-1$ in caso di errore. Questa
1188 funzionalità avanzata è trattata in dettaglio in
1189 sez.~\ref{sec:file_asyncronous_lease}.
1190 \item[\const{F\_GETLEASE}] restituisce il tipo di \index{file!lease}
1191 \textit{file lease} che il processo detiene nei confronti del file
1192 descriptor \var{fd} o $-1$ in caso di errore. Con questo comando il terzo
1193 argomento può essere omesso. Questa funzionalità avanzata è trattata in
1194 dettaglio in sez.~\ref{sec:file_asyncronous_lease}.
1195 \item[\const{F\_NOTIFY}] attiva un meccanismo di notifica per cui viene
1196 riportata al processo chiamante, tramite il segnale \const{SIGIO} (o altro
1197 segnale specificato con \const{F\_SETSIG}) ogni modifica eseguita o
1198 direttamente sulla directory cui \var{fd} fa riferimento, o su uno dei file
1199 in essa contenuti; ritorna un valore nullo in caso di successo o $-1$ in caso
1200 di errore. Questa funzionalità avanzata, disponibile dai kernel della serie
1201 2.4.x, è trattata in dettaglio in sez.~\ref{sec:file_asyncronous_lease}.
1204 La maggior parte delle funzionalità di \func{fcntl} sono troppo avanzate per
1205 poter essere affrontate in tutti i loro aspetti a questo punto; saranno
1206 pertanto riprese più avanti quando affronteremo le problematiche ad esse
1207 relative. In particolare le tematiche relative all'I/O asincrono e ai vari
1208 meccanismi di notifica saranno trattate in maniera esaustiva in
1209 sez.~\ref{sec:file_asyncronous_access} mentre quelle relative al
1210 \index{file!locking} \textit{file locking} saranno esaminate in
1211 sez.~\ref{sec:file_locking}). L'uso di questa funzione con i socket verrà
1212 trattato in sez.~\ref{sec:sock_ctrl_func}.
1214 Si tenga presente infine che quando si usa la funzione per determinare le
1215 modalità di accesso con cui è stato aperto il file (attraverso l'uso del
1216 comando \const{F\_GETFL}) è necessario estrarre i bit corrispondenti nel
1217 \textit{file status flag} che si è ottenuto. Infatti la definizione corrente
1218 di quest'ultimo non assegna bit separati alle tre diverse modalità
1219 \const{O\_RDONLY}, \const{O\_WRONLY} e \const{O\_RDWR}.\footnote{in Linux
1220 queste costanti sono poste rispettivamente ai valori 0, 1 e 2.} Per questo
1221 motivo il valore della modalità di accesso corrente si ottiene eseguendo un
1222 AND binario del valore di ritorno di \func{fcntl} con la maschera
1223 \const{O\_ACCMODE} (anch'essa definita in \file{fcntl.h}), che estrae i bit di
1224 accesso dal \textit{file status flag}.
1228 \subsection{La funzione \func{ioctl}}
1229 \label{sec:file_ioctl}
1231 Benché il concetto di \textit{everything is a file} si sia dimostrato molto
1232 valido anche per l'interazione con i dispositivi più vari, fornendo una
1233 interfaccia che permette di interagire con essi tramite le stesse funzioni
1234 usate per i normali file di dati, esisteranno sempre caratteristiche
1235 peculiari, specifiche dell'hardware e della funzionalità che ciascun
1236 dispositivo può provvedere, che non possono venire comprese in questa
1237 interfaccia astratta (un caso tipico è l'impostazione della velocità di una
1238 porta seriale, o le dimensioni di un framebuffer).
1240 Per questo motivo nell'architettura del sistema è stata prevista l'esistenza
1241 di una funzione apposita, \funcd{ioctl}, con cui poter compiere le operazioni
1242 specifiche di ogni dispositivo particolare, usando come riferimento il solito
1243 file descriptor. Il prototipo di questa funzione è:
1244 \begin{prototype}{sys/ioctl.h}{int ioctl(int fd, int request, ...)}
1245 Manipola il dispositivo sottostante, usando l'argomento \param{request} per
1246 specificare l'operazione richiesta ed il terzo argomento (usualmente di tipo
1247 \param{char * argp} o \param{int argp}) per il trasferimento
1248 dell'informazione necessaria.
1250 \bodydesc{La funzione nella maggior parte dei casi ritorna 0, alcune
1251 operazioni usano però il valore di ritorno per restituire informazioni. In
1252 caso di errore viene sempre restituito $-1$ ed \var{errno} assumerà uno dei
1255 \item[\errcode{ENOTTY}] il file \param{fd} non è associato con un
1256 dispositivo, o la richiesta non è applicabile all'oggetto a cui fa
1257 riferimento \param{fd}.
1258 \item[\errcode{EINVAL}] gli argomenti \param{request} o \param{argp} non sono
1261 ed inoltre \errval{EBADF} e \errval{EFAULT}.}
1264 La funzione serve in sostanza per fare tutte quelle operazioni che non si
1265 adattano al design dell'architettura dei file e che non è possibile effettuare
1266 con le funzioni esaminate finora. Esse vengono selezionate attraverso il
1267 valore di \param{request} e gli eventuali risultati possono essere restituiti
1268 sia attraverso il valore di ritorno che attraverso il terzo argomento
1269 \param{argp}. Sono esempi delle operazioni gestite con una \func{ioctl}:
1271 \item il cambiamento dei font di un terminale.
1272 \item l'esecuzione di una traccia audio di un CDROM.
1273 \item i comandi di avanti veloce e riavvolgimento di un nastro.
1274 \item il comando di espulsione di un dispositivo rimovibile.
1275 \item l'impostazione della velocità trasmissione di una linea seriale.
1276 \item l'impostazione della frequenza e della durata dei suoni emessi dallo
1280 In generale ogni dispositivo ha un suo insieme di possibili diverse operazioni
1281 effettuabili attraverso \func{ioctl}, che sono definite nell'header file
1282 \file{sys/ioctl.h}, e devono essere usate solo sui dispositivi cui fanno
1283 riferimento. Infatti anche se in genere i valori di \param{request} sono
1284 opportunamente differenziati a seconda del dispositivo\footnote{il kernel usa
1285 un apposito \textit{magic number} per distinguere ciascun dispositivo nella
1286 definizione delle macro da usare per \param{request}, in modo da essere
1287 sicuri che essi siano sempre diversi, ed il loro uso per dispositivi diversi
1288 causi al più un errore. Si veda il capitolo quinto di \cite{LinDevDri} per
1289 una trattazione dettagliata dell'argomento.} così che la richiesta di
1290 operazioni relative ad altri dispositivi usualmente provoca il ritorno della
1291 funzione con una condizione di errore, in alcuni casi, relativi a valori
1292 assegnati prima che questa differenziazione diventasse pratica corrente, si
1293 potrebbero usare valori validi anche per il dispositivo corrente, con effetti
1294 imprevedibili o indesiderati.
1296 Data la assoluta specificità della funzione, il cui comportamento varia da
1297 dispositivo a dispositivo, non è possibile fare altro che dare una descrizione
1298 sommaria delle sue caratteristiche; torneremo ad esaminare in
1299 seguito\footnote{per l'uso di \func{ioctl} con i socket si veda
1300 sez.~\ref{sec:sock_ctrl_func}.} quelle relative ad alcuni casi specifici (ad
1301 esempio la gestione dei terminali è effettuata attraverso \func{ioctl} in
1302 quasi tutte le implementazioni di Unix), qui riportiamo solo i valori di
1303 alcuni comandi che sono definiti per ogni file:
1304 \begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.0cm}}
1305 \item[\const{FIOCLEX}] Imposta il flag di \itindex{close-on-exec}
1306 \textit{close-on-exec}.
1307 \item[\const{FIONCLEX}] Cancella il flag di \itindex{close-on-exec}
1308 \textit{close-on-exec}.
1309 \item[\const{FIOASYNC}] Abilita l'I/O asincrono.
1310 \item[\const{FIONBIO}] Abilita l'I/O in modalità non bloccante.
1312 relativi ad operazioni comunque eseguibili anche attraverso \func{fcntl}.
1314 % TODO estendere la lista delle ioctl sui file
1317 % LocalWords: descriptor system call cap like kernel sez l'inode inode VFS tab
1318 % LocalWords: process table struct files flags pos all'inode dentry fig shell
1319 % LocalWords: error POSIX STDIN FILENO STDOUT STDERR unistd read write lseek
1320 % LocalWords: close pathname sys fcntl int const char errno EEXIST CREAT EXCL
1321 % LocalWords: EISDIR ENOTDIR ENXIO NOBLOCK WRONLY fifo ENODEV ETXTBSY ELOOP of
1322 % LocalWords: NOFOLLOW EACCES ENAMETOOLONG ENOENT EROFS EFAULT ENOSPC ENOMEM
1323 % LocalWords: EMFILE ENFILE NFS lock race condition Denial Service DoS RDONLY
1324 % LocalWords: glibc RDWR NONBLOCK NOCTTY SHLOCK shared BSD EXLOCK TRUNC device
1325 % LocalWords: opendir LARGEFILE APPEND append NDELAY ASYNC l'I SIGIO SYNC SVr
1326 % LocalWords: DSYNC RSYNC filesystem DIRECT caching SGI IRIX dell'I FreeBSD fd
1327 % LocalWords: fork exec umask SOURCE creat filedes EBADF EINTR EIO locking off
1328 % LocalWords: behind sync flush shutdown whence ESPIPE socket EINVAL INCR XTND
1329 % LocalWords: SEEK CUR EPIPE ssize void buf size count EAGAIN EWOULDBLOCK log
1330 % LocalWords: Specification pwrite pread EFBIG SIGPIPE nell'inode dall'inode
1331 % LocalWords: CLOEXEC stat fsync cache update l'update bdflush Documentation
1332 % LocalWords: fdatasync fstat ext dup oldfd newfd DUPFD cmd long arg flock pid
1333 % LocalWords: SETFD GETFD GETFL SETFL GETLK SETLK SETLKW GETOWN group SIGURG
1334 % LocalWords: SETOWN GETSIG SETSIG sigaction SIGINFO siginfo SETLEASE lease is
1335 % LocalWords: truncate GETLEASE NOTIFY AND ACCMODE ioctl everything argp all'I
1336 % LocalWords: framebuffer request ENOTTY CDROM nell'header magic number
1337 % LocalWords: FIOCLEX FIONCLEX FIOASYNC FIONBIO NOATIME
1339 %%% Local Variables:
1341 %%% TeX-master: "gapil"