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\chapter{Un esempio completo di client/server TCP}
\label{cha:simple_TCP_sock}
% processo figlio, il quale si incarica di lanciare la funzione
% \texttt{SockEcho}.
-Il codice della funzione \code{ServEcho} è invece mostrata in \nfig, la
-comunicazione viene gestita all'interno del ciclo (linee \texttt{\small
- 6--8}). I dati inviati dal client vengono letti dal socket con una semplice
-\func{read} (che ritorna solo in presenza di dati in arrivo), la riscrittura
-viene invece gestita dalla funzione \func{SockWrite} (descritta in
-\figref{fig:sock_SockWrite_code}) che si incarica di tenere conto
-automaticamente della possibilità che non tutti i dati di cui è richiesta la
-scrittura vengano trasmessi con una singola \func{write}.
+Il codice della funzione \code{ServEcho} è invece mostrata in
+\figref{fig:TCPsimpl_server_elem_sub}, la comunicazione viene gestita
+all'interno del ciclo (linee \texttt{\small 6--8}). I dati inviati dal client
+vengono letti dal socket con una semplice \func{read} (che ritorna solo in
+presenza di dati in arrivo), la riscrittura viene invece gestita dalla
+funzione \func{SockWrite} (descritta in \figref{fig:sock_SockWrite_code}) che
+si incarica di tenere conto automaticamente della possibilità che non tutti i
+dati di cui è richiesta la scrittura vengano trasmessi con una singola
+\func{write}.
\begin{figure}[!htb]
\footnotesize
(linee \texttt{\small 5--10}), i dati da inviare sulla connessione vengono
presi dallo \file{stdin} usando la funzione \func{fgets} che legge una
linea di testo (terminata da un \texttt{CR} e fino al massimo di
-\macro{MAXLINE} caratteri) e la salva sul buffer di invio, la funzione
+\const{MAXLINE} caratteri) e la salva sul buffer di invio, la funzione
\func{SockWrite} (\texttt{\small 3}) scrive detti dati sul socket (gestendo
l'invio multiplo qualora una singola \func{write} non basti, come spiegato
in \secref{sec:sock_io_behav}).
Tutto questo riguarda la connessione, c'è però da tenere conto dell'effetto
del procedimento di chiusura del processo figlio nel server (si veda quanto
esaminato in \secref{sec:proc_termination}). In questo caso avremo l'invio del
-segnale \macro{SIGCHILD} al padre, ma dato che non si è installato un
-manipolatore e che l'azione di default per questo segnale è quella di essere
+segnale \const{SIGCHLD} al padre, ma dato che non si è installato un
+manipolatore e che l'azione predefinita per questo segnale è quella di essere
ignorato, non avendo predisposto la ricezione dello stato di terminazione,
-otterremo che il processo figlio entrerà nello stato di zombie, come risulterà
-ripetendo il comando \cmd{ps}:
+otterremo che il processo figlio entrerà nello stato di zombie (si riveda
+quanto illustrato in \secref{sec:sig_sigchld}), come risulterà ripetendo il
+comando \cmd{ps}:
\begin{verbatim}
2356 pts/0 S 0:00 ./echod
2359 pts/0 Z 0:00 [echod <defunct>]
spazio nella tabella dei processi e a lungo andare saturerebbero le risorse
del kernel, occorrerà ricevere opportunamente lo stato di terminazione del
processo (si veda \secref{sec:proc_wait}), cosa che faremo utilizzando
-\macro{SIGCHLD} secondo quanto illustrato in \secref{sec:sig_sigchld}.
+\const{SIGCHLD} secondo quanto illustrato in \secref{sec:sig_sigchld}.
La prima modifica al nostro server è pertanto quella di inserire la gestione
della terminazione dei processi figli attraverso l'uso di un manipolatore.