-valore è espresso in Hertz.\footnote{a partire dal kernel 2.6.21 è stato
- introdotto (a cura di Ingo Molnar) un meccanismo completamente diverso,
- detto \textit{tickless}, in cui non c'è più una interruzione periodica con
- frequenza prefissata, ma ad ogni chiamata del timer viene programmata
- l'interruzione successiva sulla base di una stima; in questo modo si evita
- di dover eseguire un migliaio di interruzioni al secondo anche su macchine
- che non stanno facendo nulla, con un forte risparmio nell'uso dell'energia
- da parte del processore che può essere messo in stato di sospensione anche
- per lunghi periodi di tempo.}
-
-Ogni volta che viene eseguito, lo \itindex{scheduler} \textit{scheduler}
-effettua il calcolo delle priorità dei vari processi attivi (torneremo su
-questo in sez.~\ref{sec:proc_priority}) e stabilisce quale di essi debba
-essere posto in esecuzione fino alla successiva invocazione.
-
-
-\subsection{Una panoramica sulle funzioni fondamentali}
-\label{sec:proc_handling_intro}
-
-Tradizionalmente in un sistema unix-like i processi vengono sempre creati da
-altri processi tramite la funzione \func{fork}; il nuovo processo (che viene
-chiamato \textsl{figlio}) creato dalla \func{fork} è una copia identica del
-processo processo originale (detto \textsl{padre}), ma ha un nuovo \acr{pid} e
-viene eseguito in maniera indipendente (le differenze fra padre e figlio sono
-affrontate in dettaglio in sez.~\ref{sec:proc_fork}).
-
-Se si vuole che il processo padre si fermi fino alla conclusione del processo
-figlio questo deve essere specificato subito dopo la \func{fork} chiamando la
-funzione \func{wait} o la funzione \func{waitpid} (si veda
-sez.~\ref{sec:proc_wait}); queste funzioni restituiscono anche un'informazione
-abbastanza limitata sulle cause della terminazione del processo figlio.
-
-Quando un processo ha concluso il suo compito o ha incontrato un errore non
-risolvibile esso può essere terminato con la funzione \func{exit} (si veda
-quanto discusso in sez.~\ref{sec:proc_conclusion}). La vita del processo però
-termina completamente solo quando la notifica della sua conclusione viene
-ricevuta dal processo padre, a quel punto tutte le risorse allocate nel
-sistema ad esso associate vengono rilasciate.
-
-Avere due processi che eseguono esattamente lo stesso codice non è molto
-utile, normalmente si genera un secondo processo per affidargli l'esecuzione
-di un compito specifico (ad esempio gestire una connessione dopo che questa è
-stata stabilita), o fargli eseguire (come fa la shell) un altro programma. Per
-quest'ultimo caso si usa la seconda funzione fondamentale per programmazione
-coi processi che è la \func{exec}.
-
-Il programma che un processo sta eseguendo si chiama immagine del processo (o
-\textit{process image}), le funzioni della famiglia \func{exec} permettono di
-caricare un altro programma da disco sostituendo quest'ultimo all'immagine
-corrente; questo fa sì che l'immagine precedente venga completamente
-cancellata. Questo significa che quando il nuovo programma termina, anche il
-processo termina, e non si può tornare alla precedente immagine.
-
-Per questo motivo la \func{fork} e la \func{exec} sono funzioni molto
-particolari con caratteristiche uniche rispetto a tutte le altre, infatti la
-prima ritorna due volte (nel processo padre e nel figlio) mentre la seconda
-non ritorna mai (in quanto con essa viene eseguito un altro programma).
-