\textbf{Parametro}&\textbf{Macro sostituita} &\textbf{Significato}\\
\hline
\hline
- \texttt{\_SC\_ARG\_MAX} &\const{ARG\_MAX}&
- La dimensione massima degli argomenti passati ad una funzione
- della famiglia \func{exec}.\\
- \texttt{\_SC\_CHILD\_MAX}&\const{\_CHILD\_MAX}&
- Il numero massimo di processi contemporanei che un utente può
- eseguire.\\
- \texttt{\_SC\_OPEN\_MAX}&\const{\_OPEN\_MAX}&
- Il numero massimo di file che un processo può mantenere aperti in
- contemporanea.\\
+ \texttt{\_SC\_ARG\_MAX} & \const{ARG\_MAX}&
+ La dimensione massima degli argomenti passati
+ ad una funzione della famiglia \func{exec}.\\
+ \texttt{\_SC\_CHILD\_MAX} & \const{\_CHILD\_MAX}&
+ Il numero massimo di processi contemporanei
+ che un utente può eseguire.\\
+ \texttt{\_SC\_OPEN\_MAX} & \const{\_OPEN\_MAX}&
+ Il numero massimo di file che un processo può
+ mantenere aperti in contemporanea.\\
\texttt{\_SC\_STREAM\_MAX}& \const{STREAM\_MAX}&
- Il massimo numero di stream che un processo può mantenere aperti in
- contemporanea. Questo limite previsto anche dallo standard ANSI C, che
- specifica la macro {FOPEN\_MAX}.\\
- \texttt{\_SC\_TZNAME\_MAX}&\const{TZNAME\_MAX}&
- La dimensione massima di un nome di una \texttt{timezone} (vedi
- sez.~\ref{sec:sys_date}).\\
+ Il massimo numero di stream che un processo
+ può mantenere aperti in contemporanea. Questo
+ limite previsto anche dallo standard ANSI C,
+ che specifica la macro {FOPEN\_MAX}.\\
+ \texttt{\_SC\_TZNAME\_MAX}& \const{TZNAME\_MAX}&
+ La dimensione massima di un nome di una
+ \texttt{timezone} (vedi
+ sez.~\ref{sec:sys_date}).\\
\texttt{\_SC\_NGROUPS\_MAX}&\const{NGROUP\_MAX}&
- Massimo numero di gruppi supplementari che può avere un processo (vedi
- sez.~\ref{sec:proc_access_id}).\\
- \texttt{\_SC\_SSIZE\_MAX}&\const{SSIZE\_MAX}&
- valore massimo del tipo di dato \type{ssize\_t}.\\
- \texttt{\_SC\_CLK\_TCK}& \const{CLK\_TCK} &
- Il numero di \textit{clock tick} al secondo, cioè l'unità di misura del
- \textit{process time} (vedi sez.~\ref{sec:sys_unix_time}).\\
+ Massimo numero di gruppi supplementari che
+ può avere un processo (vedi
+ sez.~\ref{sec:proc_access_id}).\\
+ \texttt{\_SC\_SSIZE\_MAX} & \const{SSIZE\_MAX}&
+ Valore massimo del tipo di dato
+ \type{ssize\_t}.\\
+ \texttt{\_SC\_CLK\_TCK} & \const{CLK\_TCK} &
+ Il numero di \textit{clock tick} al secondo,
+ cioè l'unità di misura del
+ \itindex{process~time} \textit{process
+ time} (vedi
+ sez.~\ref{sec:sys_unix_time}).\\
\texttt{\_SC\_JOB\_CONTROL}&\macro{\_POSIX\_JOB\_CONTROL}&
- Indica se è supportato il \textit{job control} (vedi
- sez.~\ref{sec:sess_job_control}) in stile POSIX.\\
- \texttt{\_SC\_SAVED\_IDS}&\macro{\_POSIX\_SAVED\_IDS}&
- Indica se il sistema supporta i \textit{saved id} (vedi
- sez.~\ref{sec:proc_access_id}).\\
- \texttt{\_SC\_VERSION}& \const{\_POSIX\_VERSION} &
- Indica il mese e l'anno di approvazione della revisione dello standard
- POSIX.1 a cui il sistema fa riferimento, nel formato YYYYMML, la
- revisione più recente è 199009L, che indica il Settembre 1990.\\
+ Indica se è supportato il \textit{job
+ control} (vedi
+ sez.~\ref{sec:sess_job_control}) in stile
+ POSIX.\\
+ \texttt{\_SC\_SAVED\_IDS} & \macro{\_POSIX\_SAVED\_IDS}&
+ Indica se il sistema supporta i
+ \textit{saved id} (vedi
+ sez.~\ref{sec:proc_access_id}).\\
+ \texttt{\_SC\_VERSION} & \const{\_POSIX\_VERSION} &
+ Indica il mese e l'anno di approvazione
+ della revisione dello standard POSIX.1 a cui
+ il sistema fa riferimento, nel formato
+ YYYYMML, la revisione più recente è 199009L,
+ che indica il Settembre 1990.\\
\hline
\end{tabular}
\caption{Parametri del sistema leggibili dalla funzione \func{sysconf}.}
\const{LINK\_MAX} &8 & numero massimo di link a un file\\
\const{NAME\_MAX}& 14 & lunghezza in byte di un nome di file. \\
\const{PATH\_MAX}& 256 & lunghezza in byte di un
- \index{\textit{pathname}}\textit{pathname}.\\
+ \itindex{pathname}\textit{pathname}.\\
\const{PIPE\_BUF}&4096 & byte scrivibili atomicamente in una pipe
(vedi sez.~\ref{sec:ipc_pipes}).\\
\const{MAX\_CANON}&255 & dimensione di una riga di terminale in modo
\const{\_POSIX\_LINK\_MAX} &8 & numero massimo di link a un file.\\
\const{\_POSIX\_NAME\_MAX}& 14 & lunghezza in byte di un nome di file. \\
\const{\_POSIX\_PATH\_MAX}& 256 & lunghezza in byte di un
- \index{\textit{pathname}}\textit{pathname}.\\
+ \itindex{pathname}\textit{pathname}.\\
\const{\_POSIX\_PIPE\_BUF}& 512 & byte scrivibili atomicamente in una
pipe.\\
\const{\_POSIX\_MAX\_CANON}&255 & dimensione di una riga di
a quale file si fa riferimento, dato che il valore del limite cercato può
variare a seconda del filesystem. Una seconda versione della funzione,
\funcd{fpathconf}, opera su un file descriptor invece che su un
-\index{\textit{pathname}}\textit{pathname}. Il suo prototipo è:
+\itindex{pathname}\textit{pathname}. Il suo prototipo è:
\begin{prototype}{unistd.h}{long fpathconf(int fd, int name)}
Restituisce il valore del parametro \param{name} per il file \param{fd}.
\bodydesc{È identica a \func{pathconf} solo che utilizza un file descriptor
- invece di un \index{\textit{pathname}}\textit{pathname}; pertanto gli
- errori restituiti cambiano di conseguenza.}
+ invece di un \itindex{pathname}\textit{pathname}; pertanto gli errori
+ restituiti cambiano di conseguenza.}
\end{prototype}
\noindent ed il suo comportamento è identico a quello di \func{pathconf}.
occorrerà includere anche i file \file{linux/unistd.h} e
\file{linux/sysctl.h}.} per accedere ad uno di essi occorre specificare un
cammino attraverso i vari nodi dell'albero, in maniera analoga a come avviene
-per la risoluzione di un \index{\textit{pathname}}\textit{pathname} (da cui
-l'uso alternativo del filesystem \file{/proc}, che vedremo dopo).
+per la risoluzione di un \itindex{pathname}\textit{pathname} (da cui l'uso
+alternativo del filesystem \file{/proc}, che vedremo dopo).
Ciascun nodo dell'albero è identificato da un valore intero, ed il cammino che
arriva ad identificare un parametro specifico è passato alla funzione
In particolare l'albero dei valori di \func{sysctl} viene presentato in forma
di file nella directory \file{/proc/sys}, cosicché è possibile accedervi
-specificando un \index{\textit{pathname}}\textit{pathname} e leggendo e
-scrivendo sul file corrispondente al parametro scelto. Il kernel si occupa di
-generare al volo il contenuto ed i nomi dei file corrispondenti, e questo ha
-il grande vantaggio di rendere accessibili i vari parametri a qualunque
-comando di shell e di permettere la navigazione dell'albero dei valori.
+specificando un \itindex{pathname}\textit{pathname} e leggendo e scrivendo sul
+file corrispondente al parametro scelto. Il kernel si occupa di generare al
+volo il contenuto ed i nomi dei file corrispondenti, e questo ha il grande
+vantaggio di rendere accessibili i vari parametri a qualunque comando di shell
+e di permettere la navigazione dell'albero dei valori.
Alcune delle corrispondenze dei file presenti in \file{/proc/sys} con i valori
di \func{sysctl} sono riportate nei commenti del codice che può essere trovato
\textit{mount point} o di spostarlo quando \param{target} non è un
\textit{mount point} o è \file{/}.
\item[\errcode{EACCES}] non si ha il permesso di accesso su uno dei
- componenti del \index{\textit{pathname}}\textit{pathname}, o si è cercato
+ componenti del \itindex{pathname}\textit{pathname}, o si è cercato
di montare un filesystem disponibile in sola lettura senza averlo
specificato o il device \param{source} è su un filesystem montato con
l'opzione \const{MS\_NODEV}.
\hline
\hline
\const{MS\_RDONLY} & 1 & monta in sola lettura\\
- \const{MS\_NOSUID} & 2 & ignora i bit \acr{suid} e \acr{sgid}\\
+ \const{MS\_NOSUID} & 2 & ignora i bit \itindex{suid~bit} \acr{suid} e
+ \itindex{sgid~bit}\acr{sgid}\\
\const{MS\_NODEV} & 4 & impedisce l'accesso ai file di dispositivo\\
\const{MS\_NOEXEC} & 8 & impedisce di eseguire programmi \\
\const{MS\_SYNCHRONOUS}& 16 & abilita la scrittura sincrona \\
tralasceremo la trattazione, rimandando al manuale delle \acr{glibc}
\cite{glibc} per la documentazione completa.
+% TODO scrivere relativamente alle varie funzioni (getfsent e getmntent &C)
\subsection{La gestione delle informazioni su utenti e gruppi}
\label{sec:sys_user_group}
informazioni degli utenti e dei gruppi per insiemi di macchine, in modo da
mantenere coerenti i dati, ha portato anche alla necessità di poter recuperare
e memorizzare dette informazioni su supporti diversi, introducendo il sistema
-del \index{\textit{Name~Service~Switch}}\textit{Name Service Switch} che
-tratteremo brevemente più avanti (in sez.~\ref{sec:sock_resolver}) dato che la
-maggior parte delle sua applicazioni sono relative alla risoluzioni di nomi di
-rete.
+del \itindex{Name~Service~Switch}\textit{Name Service Switch} che tratteremo
+brevemente più avanti (in sez.~\ref{sec:sock_resolver}) dato che la maggior
+parte delle sua applicazioni sono relative alla risoluzioni di nomi di rete.
In questo paragrafo ci limiteremo comunque a trattere le funzioni classiche
per la lettura delle informazioni relative a utenti e gruppi tralasciando
Le funzioni viste finora sono in grado di leggere le informazioni sia
direttamente dal file delle password in \file{/etc/passwd} che tramite il
-sistema del \index{\textit{Name~Service~Switch}}\textit{Name Service Switch} e
+sistema del \itindex{Name~Service~Switch}\textit{Name Service Switch} e
sono completamente generiche. Si noti però che non c'è una funzione che
permetta di impostare direttamente una password.\footnote{in realtà questo può
essere fatto ricorrendo a PAM, ma questo è un altro discorso.} Dato che
poi aggiunge chiamando \func{updwtmp}.
-\section{Limitazione ed uso delle risorse}
+\section{Il controllo dell'uso delle risorse}
\label{sec:sys_res_limits}
\end{figure}
La definizione della struttura in fig.~\ref{fig:sys_rusage_struct} è ripresa
-da BSD 4.3,\footnote{questo non ha a nulla a che fare con il \textit{BSD
- accounting} che si trova nelle opzioni di compilazione del kernel (e di
- norma è disabilitato) che serve per mantenere una contabilità delle risorse
- usate da ciascun processo in maniera molto più dettagliata.} ma attualmente
-(con i kernel della serie 2.4.x e 2.6.x) i soli campi che sono mantenuti sono:
-\var{ru\_utime}, \var{ru\_stime}, \var{ru\_minflt}, \var{ru\_majflt}, e
-\var{ru\_nswap}. I primi due indicano rispettivamente il tempo impiegato dal
-processo nell'eseguire le istruzioni in user space, e quello impiegato dal
-kernel nelle system call eseguite per conto del processo.
+da BSD 4.3,\footnote{questo non ha a nulla a che fare con il cosiddetto
+ \textit{BSD accounting} (vedi sez. \ref{sec:sys_bsd_accounting}) che si trova
+ nelle opzioni di compilazione del kernel (e di norma è disabilitato) che
+ serve per mantenere una contabilità delle risorse usate da ciascun processo
+ in maniera molto più dettagliata.} ma attualmente (con i kernel della serie
+2.4.x e 2.6.x) i soli campi che sono mantenuti sono: \var{ru\_utime},
+\var{ru\_stime}, \var{ru\_minflt}, \var{ru\_majflt}, e \var{ru\_nswap}. I
+primi due indicano rispettivamente il tempo impiegato dal processo
+nell'eseguire le istruzioni in user space, e quello impiegato dal kernel nelle
+system call eseguite per conto del processo.
Gli altri tre campi servono a quantificare l'uso della memoria
virtuale\index{memoria~virtuale} e corrispondono rispettivamente al numero di
-\textit{page fault}\index{\textit{page~fault}} (vedi
-sez.~\ref{sec:proc_mem_gen}) avvenuti senza richiedere I/O su disco (i
-cosiddetti \textit{minor page fault}), a quelli che invece han richiesto I/O
-su disco (detti invece \textit{major page fault}) ed al numero di volte che il
-processo è stato completamente tolto dalla memoria per essere inserito nello
-swap.
+\textit{page fault}\itindex{page~fault} (vedi sez.~\ref{sec:proc_mem_gen})
+avvenuti senza richiedere I/O su disco (i cosiddetti \textit{minor page
+ fault}), a quelli che invece han richiesto I/O su disco (detti invece
+\textit{major page fault}) ed al numero di volte che il processo è stato
+completamente tolto dalla memoria per essere inserito nello swap.
In genere includere esplicitamente \file{<sys/time.h>} non è più strettamente
necessario, ma aumenta la portabilità, e serve comunque quando, come nella
\subsection{Limiti sulle risorse}
\label{sec:sys_resource_limit}
-Come accennato nell'introduzione oltre a mantenere i dati relativi all'uso
-delle risorse da parte dei vari processi, il kernel mette anche a disposizione
-delle funzioni con cui si possono imporre dei limiti sulle risorse che essi
-possono utilizzare. In generale ad ogni processo vengono associati due
-diversi limiti per ogni risorsa; questi sono detti il \textsl{limite corrente}
-(o \textit{current limit}) che esprime il valore massimo che attualmente il
-processo non può superare, ed il \textsl{limite massimo} (o \textit{maximum
- limit}) che esprime il valore massimo che può assumere il \textsl{limite
- corrente}.
+Come accennato nell'introduzione il kernel mette a disposizione delle
+funzionalita che permettono non solo di mantenere dati statistici relativi
+all'uso delle risorse, ma anche di imporre dei limiti precisi sul loro
+utilizzo da parte dei vari processi o degli utenti.
+
+Per far questo esistono una serie di risorse e ad ogni processo vengono
+associati due diversi limiti per ciascuna di esse; questi sono il
+\textsl{limite corrente} (o \textit{current limit}) che esprime un valore
+massimo che il processo non può superare ad un certo momento, ed il
+\textsl{limite massimo} (o \textit{maximum limit}) che invece esprime il
+valore massimo che può assumere il \textsl{limite corrente}. In generale il
+primo viene chiamato anche \textit{soft limit} dato che il suo valore può
+essere aumentato dal processo stesso durante l'esecuzione, ciò può però essere
+fatto solo fino al valore del secondo, che per questo viene detto \textit{hard
+ limit}.
-\begin{figure}[!htb]
+\begin{table}[htb]
\footnotesize
\centering
- \begin{minipage}[c]{15cm}
- \includestruct{listati/rlimit.h}
- \end{minipage}
- \normalsize
- \caption{La struttura \structd{rlimit} per impostare i limiti di utilizzo
- delle risorse usate da un processo.}
- \label{fig:sys_rlimit_struct}
-\end{figure}
-
-In generale il primo viene chiamato anche \textsl{limite soffice} (o
-\textit{soft limit}) dato che il suo valore può essere aumentato fino al
-valore del secondo, mentre il secondo è detto \textsl{limite duro} (o
-\textit{hard limit}), in quanto un processo normale può solo diminuirne il
-valore. Il valore di questi due limiti è mantenuto in una struttura
-\struct{rlimit}, la cui definizione è riportata in
-fig.~\ref{fig:sys_rlimit_struct}, ed i cui campi corrispondono appunto a
-limite corrente e limite massimo.
+ \begin{tabular}[c]{|l|p{12cm}|}
+ \hline
+ \textbf{Valore} & \textbf{Significato}\\
+ \hline
+ \hline
+ \const{RLIMIT\_AS} & La dimensione massima della memoria virtuale di
+ un processo, il cosidetto \textit{Address
+ Space}, (vedi sez.~\ref{sec:proc_mem_gen}). Se
+ il limite viene superato dall'uso di funzioni
+ come \func{brk}, \func{mremap} o \func{mmap}
+ esse falliranno con un errore di
+ \errcode{ENOMEM}, mentre se il superamento viene
+ causato dalla crescita dello \itindex{stack}
+ stack il processo riceverà un segnale di
+ \const{SIGSEGV}. \\
+ \const{RLIMIT\_CORE} & La massima dimensione per di un file di
+ \textit{core dump}\itindex{core~dump} (vedi
+ sez.~\ref{sec:sig_prog_error}) creato nella
+ terminazione di un processo; file di dimensioni
+ maggiori verranno troncati a questo valore,
+ mentre con un valore si bloccherà la creazione
+ dei \textit{core dump}\itindex{core~dump}.\\
+ \const{RLIMIT\_CPU} & Il massimo tempo di CPU (vedi
+ sez.~\ref{sec:sys_cpu_times}) che il processo può
+ usare. Il superamento del limite corrente
+ comporta l'emissione di un segnale di
+ \const{SIGXCPU} la cui azione predefinita (vedi
+ sez.~\ref{sec:sig_classification}) è terminare
+ il processo. Il superamento del limite massimo
+ comporta l'emissione di un segnale di
+ \const{SIGKILL}.\footnotemark\\
+ \const{RLIMIT\_DATA} & La massima dimensione del ndex{segmento!dati}
+ segmento dati di un
+ processo (vedi sez.~\ref{sec:proc_mem_layout}).
+ Il tentativo di allocare più memoria di quanto
+ indicato dal limite corrente causa il fallimento
+ della funzione di allocazione (\func{brk} o
+ \func{sbrk}) con un errore di \errcode{ENOMEM}.\\
+ \const{RLIMIT\_FSIZE} & La massima dimensione di un file che un processo
+ può creare. Se il processo cerca di scrivere
+ oltre questa dimensione riceverà un segnale di
+ \const{SIGXFSZ}, che di norma termina il
+ processo; se questo viene intercettato la
+ system call che ha causato l'errore fallirà con
+ un errore di \errcode{EFBIG}.\\
+ \const{RLIMIT\_LOCKS}& È un limite presente solo nelle prime versioni
+ del kernel 2.4 sul numero massimo di
+ \index{file!locking}\textit{file lock} (vedi
+ sez.~\ref{sec:file_locking}) che un
+ processo poteva effettuare.\\
+ \const{RLIMIT\_MEMLOCK}& L'ammontare massimo di memoria che può essere
+ bloccata in RAM da un processo (vedi
+ sez.~\ref{sec:proc_mem_lock}). Dal kernel 2.6.9
+ questo limite comprende anche la memoria che può
+ essere bloccata da ciascun utente nell'uso della
+ memoria condivisa (vedi
+ sez.~\ref{sec:ipc_sysv_shm}) che viene
+ contabilizzata separatamente ma sulla quale
+ viene applicato questo stesso limite.\\
+ \const{RLIMIT\_NOFILE} & Il numero massimo di file che il processo può
+ aprire. L'apertura di un ulteriore file farà
+ fallire la funzione (\func{open}, \func{dup} o
+ \func{pipe}) con un errore \errcode{EMFILE}.\\
+ \const{RLIMIT\_NPROC} & Il numero massimo di processi che possono essere
+ creati sullo stesso user id real. Se il limite
+ viene raggiunto \func{fork} fallirà con un
+ \errcode{EAGAIN}.\\
+ \const{RLIMIT\_SIGPENDING}& Il numero massimo di segnali che possono
+ essere mantenuti in coda per ciascun utente,
+ considerando sia i segnali normali che real-time
+ (vedi sez.~\ref{sec:sig_real_time}). Il limite è
+ attivo solo per \func{sigqueue}, con \func{kill}
+ si potrà sempre inviare un segnale che non sia
+ già presente su una coda.\footnotemark\\
+ \const{RLIMIT\_STACK} & La massima dimensione dello \itindex{stack}
+ stack del
+ processo. Se il processo esegue operazioni che
+ estendano lo stack oltre questa dimensione
+ riceverà un segnale di \const{SIGSEGV}.\\
+ \const{RLIMIT\_RSS} & L'ammontare massimo di pagine di memoria dato al
+ \index{segmento!testo} testo del processo. Il
+ limite è solo una indicazione per il kernel,
+ qualora ci fosse un surplus di memoria questa
+ verrebbe assegnata.\\
+% TODO integrare con la roba di madvise
+ \hline
+ \end{tabular}
+ \caption{Valori possibili dell'argomento \param{resource} delle funzioni
+ \func{getrlimit} e \func{setrlimit}.}
+ \label{tab:sys_rlimit_values}
+\end{table}
-In genere il superamento di un limite comporta o l'emissione di un segnale o
-il fallimento della system call che lo ha provocato; per permettere di leggere
-e di impostare i limiti di utilizzo delle risorse da parte di un processo
-Linux prevede due funzioni, \funcd{getrlimit} e \funcd{setrlimit}, i cui
-prototipi sono:
+\footnotetext[18]{questo è quanto avviene per i kernel dalla serie 2.2 fino ad
+ oggi (la 2.6.x); altri kernel possono avere comportamenti diversi per quanto
+ avviene quando viene superato il \textit{soft limit}; perciò per avere
+ operazioni portabili è sempre opportuno intercettare \const{SIGXCPU} e
+ terminare in maniera ordinata il processo.}
+
+\footnotetext{il limite su questa risorsa è stato introdotto con il kernel
+ 2.6.8.}
+
+In generale il superamento di un limite corrente\footnote{di norma quanto
+ riportato in tab.~\ref{tab:sys_rlimit_values} fa riferimento a quanto
+ avviene al superamento del limite corrente, con l'eccesione
+ \const{RLIMIT\_CPU} in cui si ha in comportamento diverso per il superamento
+ dei due limiti.} comporta o l'emissione di un segnale o il fallimento della
+system call che lo ha provocato;\footnote{si nuovo c'è una eccezione per
+ \const{RLIMIT\_CORE} che influenza soltanto la dimensione (o l'eventuale
+ creazinone) dei file di \itindex{core~dump}\textit{core dump}.} per
+permettere di leggere e di impostare i limiti di utilizzo delle risorse da
+parte di un processo sono previste due funzioni, \funcd{getrlimit} e
+\funcd{setrlimit}, i cui prototipi sono:
\begin{functions}
\headdecl{sys/time.h}
\headdecl{sys/resource.h}
questo argomento sono elencati in tab.~\ref{tab:sys_rlimit_values}. L'acceso
(rispettivamente in lettura e scrittura) ai valori effettivi dei limiti viene
poi effettuato attraverso la struttura \struct{rlimit} puntata da
-\param{rlim}.
+\param{rlim}, la cui definizione è riportata in
+fig.~\ref{fig:sys_rlimit_struct}, ed i cui campi corrispondono appunto a
+limite corrente e limite massimo.
-\begin{table}[htb]
+
+\begin{figure}[!htb]
\footnotesize
\centering
- \begin{tabular}[c]{|l|p{12cm}|}
- \hline
- \textbf{Valore} & \textbf{Significato}\\
- \hline
- \hline
- \const{RLIMIT\_CPU} & Il massimo tempo di CPU che il processo può
- usare. Il superamento del limite comporta
- l'emissione di un segnale di \const{SIGXCPU}.\\
- \const{RLIMIT\_FSIZE} & La massima dimensione di un file che un processo
- può usare. Se il processo cerca di scrivere
- oltre questa dimensione riceverà un segnale di
- \const{SIGXFSZ}.\\
- \const{RLIMIT\_DATA} & La massima dimensione della memoria dati di un
- processo. Il tentativo di allocare più memoria
- causa il fallimento della funzione di
- allocazione. \\
- \const{RLIMIT\_STACK} & La massima dimensione dello stack del
- processo. Se il processo esegue operazioni che
- estendano lo stack oltre questa dimensione
- riceverà un segnale di \const{SIGSEGV}.\\
- \const{RLIMIT\_CORE} & La massima dimensione di un file di \textit{core
- dump} creato da un processo. Nel caso le
- dimensioni dovessero essere maggiori il file non
- verrebbe generato.\footnotemark\\
- \const{RLIMIT\_RSS} & L'ammontare massimo di memoria fisica dato al
- processo. Il limite è solo una indicazione per
- il kernel, qualora ci fosse un surplus di
- memoria questa verrebbe assegnata.\\
- \const{RLIMIT\_NPROC} & Il numero massimo di processi che possono essere
- creati sullo stesso user id. Se il limite viene
- raggiunto \func{fork} fallirà con un
- \errcode{EAGAIN}.\\
- \const{RLIMIT\_NOFILE} & Il numero massimo di file che il processo può
- aprire. L'apertura di un ulteriore file fallirà
- con un errore \errcode{EMFILE}.\\
- \const{RLIMIT\_MEMLOCK}& L'ammontare massimo di memoria che può essere
- bloccata in RAM senza
- paginazione\index{paginazione} (vedi
- sez.~\ref{sec:proc_mem_lock}).\\
- \const{RLIMIT\_AS} & La dimensione massima di tutta la memoria che il
- processo può ottenere. Se il processo tenta di
- allocarne di più funzioni come \func{brk},
- \func{malloc} o \func{mmap} falliranno. \\
- \hline
- \end{tabular}
- \caption{Valori possibili dell'argomento \param{resource} delle funzioni
- \func{getrlimit} e \func{setrlimit}.}
- \label{tab:sys_rlimit_values}
-\end{table}
+ \begin{minipage}[c]{15cm}
+ \includestruct{listati/rlimit.h}
+ \end{minipage}
+ \normalsize
+ \caption{La struttura \structd{rlimit} per impostare i limiti di utilizzo
+ delle risorse usate da un processo.}
+ \label{fig:sys_rlimit_struct}
+\end{figure}
-\footnotetext{Impostare questo limite a zero è la maniera più semplice per
- evitare la creazione di \file{core} file (al proposito si veda
- sez.~\ref{sec:sig_prog_error}).}
Nello specificare un limite, oltre a fornire dei valori specifici, si può
anche usare la costante \const{RLIM\_INFINITY} che permette di sbloccare l'uso
di una risorsa; ma si ricordi che solo un processo con i privilegi di
-amministratore può innalzare un limite al di sopra del valore corrente del
-limite massimo. Si tenga conto infine che tutti i limiti vengono ereditati dal
-processo padre attraverso una \func{fork} (vedi sez.~\ref{sec:proc_fork}) e
-mantenuti per gli altri programmi eseguiti attraverso una \func{exec} (vedi
-sez.~\ref{sec:proc_exec}).
+amministratore\footnote{per essere precisi in questo caso quello che serve è
+ la \itindex{capabilities}\textit{capability} \const{CAP\_SYS\_RESOURCE}.}
+può innalzare un limite al di sopra del valore corrente del limite massimo ed
+usare un valore qualsiasi per entrambi i limiti. Si tenga conto infine che
+tutti i limiti vengono ereditati dal processo padre attraverso una \func{fork}
+(vedi sez.~\ref{sec:proc_fork}) e mantenuti per gli altri programmi eseguiti
+attraverso una \func{exec} (vedi sez.~\ref{sec:proc_exec}).
\subsection{Le risorse di memoria e processore}
Dato che si tratta di una caratteristica generale del sistema, questa
dimensione può essere ottenuta come tutte le altre attraverso una chiamata a
-\func{sysconf} (nel caso \code{sysconf(\_SC\_PAGESIZE)}, ma in BSD 4.2 è stata
-introdotta una apposita funzione, \funcd{getpagesize}, che restituisce la
-dimensione delle pagine di memoria; il suo prototipo è:
+\func{sysconf}, \footnote{nel caso specifico si dovrebbe utilizzare il
+ parametro \const{\_SC\_PAGESIZE}.} ma in BSD 4.2 è stata introdotta una
+apposita funzione, \funcd{getpagesize}, che restituisce la dimensione delle
+pagine di memoria; il suo prototipo è:
\begin{prototype}{unistd.h}{int getpagesize(void)}
Legge le dimensioni delle pagine di memoria.
standard la etichetta come obsoleta, mentre lo standard POSIX 1003.1-2001 la
ha eliminata. In Linux è implementata come una system call nelle architetture
in cui essa è necessaria, ed in genere restituisce il valore del simbolo
-\const{PAGE\_SIZE} del kernel, anche se le versioni delle librerie del C
-precedenti le \acr{glibc} 2.1 implementavano questa funzione restituendo
-sempre un valore statico.
+\const{PAGE\_SIZE} del kernel, che dipende dalla architettura hardware, anche
+se le versioni delle librerie del C precedenti le \acr{glibc} 2.1
+implementavano questa funzione restituendo sempre un valore statico.
+
+% TODO verificare meglio la faccenda di const{PAGE\_SIZE}
-Le \acr{glibc} forniscono, come specifica estensione GNU, altre due funzioni,
-\funcd{get\_phys\_pages} e \funcd{get\_avphys\_pages} che permettono di
-ottenere informazioni riguardo la memoria; i loro prototipi sono:
+Le \textsl{glibc} forniscono, come specifica estensione GNU, altre due
+funzioni, \funcd{get\_phys\_pages} e \funcd{get\_avphys\_pages} che permettono
+di ottenere informazioni riguardo la memoria; i loro prototipi sono:
\begin{functions}
\headdecl{sys/sysinfo.h}
\end{prototype}
La funzione restituisce in ciascun elemento di \param{loadavg} il numero medio
-di processi attivi sulla coda dello scheduler\index{\textit{scheduler}},
-calcolato su un diverso intervalli di tempo. Il numero di intervalli che si
-vogliono leggere è specificato da \param{nelem}, dato che nel caso di Linux il
-carico viene valutato solo su tre intervalli (corrispondenti a 1, 5 e 15
-minuti), questo è anche il massimo valore che può essere assegnato a questo
-argomento.
+di processi attivi sulla coda dello scheduler\itindex{scheduler}, calcolato su
+un diverso intervalli di tempo. Il numero di intervalli che si vogliono
+leggere è specificato da \param{nelem}, dato che nel caso di Linux il carico
+viene valutato solo su tre intervalli (corrispondenti a 1, 5 e 15 minuti),
+questo è anche il massimo valore che può essere assegnato a questo argomento.
+
+
+\subsection{La \textsl{contabilità} in stile BSD}
+\label{sec:sys_bsd_accounting}
+
+Una ultima modalità per monitorare l'uso delle risorse è, se si è compilato il
+kernel con il relativo supporto,\footnote{se cioè si è abilitata l'opzione di
+ compilazione \texttt{CONFIG\_BSD\_PROCESS\_ACCT}.} quella di attivare il
+cosiddetto \textit{BSD accounting}, che consente di registrare su file una
+serie di informazioni\footnote{contenute nella struttura \texttt{acct}
+ definita nel file \texttt{include/linux/acct.h} dei sorgenti del kernel.}
+riguardo alla \textsl{contabilità} delle risorse utilizzate da ogni processo
+che viene terminato.
+
+Linux consente di salvare la contabilità delle informazioni relative alle
+risorse utilizzate dai processi grazie alla funzione \funcd{acct}, il cui
+prototipo è:
+\begin{prototype}{unistd.h}{int acct(const char *filename)}
+ Abilita il \textit{BSD accounting}.
+
+ \bodydesc{La funzione ritorna 0 in caso di successo o $-1$ in caso di
+ errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori:
+ \begin{errlist}
+ \item[\errcode{EACCESS}] non si hanno i permessi per accedere a
+ \param{pathname}.
+ \item[\errcode{EPERM}] Il processo non ha privilegi sufficienti ad
+ abilitare il \textit{BSD accounting}.
+ \item[\errcode{ENOSYS}] il kernel non supporta il \textit{BSD accounting}.
+ \item[\errcode{EUSER}] non sono disponibili nel kernel strutture per il
+ file o si è finita la memoria.
+ \end{errlist}
+ ed inoltre \errval{EFAULT}, \errval{EIO}, \errval{ELOOP},
+ \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENFILE}, \errval{ENOENT}, \errval{ENOMEM},
+ \errval{ENOTDIR}, \errval{EROFS}.}
+\end{prototype}
+
+La funzione attiva il salvataggio dei dati sul file indicato dal pathname
+contenuti nella stringa puntata da \param{filename}; la funzione richiede che
+il processo abbia i privilegi di amministratore (è necessaria la
+\itindex{capabilities} capability \const{CAP\_SYS\_PACCT}, vedi
+sez.~\ref{sec:proc_capabilities}). Se si specifica il valore \const{NULL} per
+\param{filename} il \textit{BSD accounting} viene invece disabilitato. Un
+semplice esempio per l'uso di questa funzione è riportato nel programma
+\texttt{AcctCtrl.c} dei sorgenti allegati alla guida.
+
+Quando si attiva la contabilità, il file che si indica deve esistere; esso
+verrà aperto in sola scrittura;\footnote{si applicano al pathname indicato da
+ \param{filename} tutte le restrizioni viste in cap.~\ref{cha:file_intro}.}
+le informazioni verranno registrate in \textit{append} in coda al file tutte
+le volte che un processo termina. Le informazioni vengono salvate in formato
+binario, e corrispondono al contenuto della apposita struttura dati definita
+all'interno del kernel.
+
+Il funzionamento di \func{acct} viene inoltre modificato da uno specifico
+parametro di sistema, modificabile attraverso \file{/proc/sys/kernel/acct} (o
+tramite la corrispondente \func{sysctl}). Esso contiene tre valori interi, il
+primo indica la percentuale di spazio disco libero sopra il quale viene
+ripresa una registrazione che era stata sospesa per essere scesi sotto il
+minimo indicato dal secondo valore (sempre in percentuale di spazio disco
+libero). Infine l'ultimo valore indica la frequenza in secondi con cui deve
+essere controllata detta percentuale.
+
Storicamente i sistemi unix-like hanno sempre mantenuto due distinti tipi di
dati per la misure dei tempi all'interno del sistema: essi sono
-rispettivamente chiamati \textit{calendar time} e \textit{process time},
-secondo le definizioni:
+rispettivamente chiamati \itindend{calendar~time} \textit{calendar time} e
+\itindex{process~time} \textit{process time}, secondo le definizioni:
\begin{basedescript}{\desclabelwidth{1.5cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
-\item[\textit{calendar time}] detto anche \textsl{tempo di calendario}. È il
- numero di secondi dalla mezzanotte del primo gennaio 1970, in tempo
- universale coordinato (o UTC), data che viene usualmente indicata con
- 00:00:00 Jan, 1 1970 (UTC) e chiamata \textit{the Epoch}. Questo tempo viene
- anche chiamato anche GMT (Greenwich Mean Time) dato che l'UTC corrisponde
- all'ora locale di Greenwich. È il tempo su cui viene mantenuto l'orologio
- del kernel, e viene usato ad esempio per indicare le date di modifica dei
- file o quelle di avvio dei processi. Per memorizzare questo tempo è stato
- riservato il tipo primitivo \type{time\_t}.
-\item[\textit{process time}] detto talvolta \textsl{tempo di processore}.
- Viene misurato in \textit{clock tick}. Un tempo questo corrispondeva al
- numero di interruzioni effettuate dal timer di sistema, adesso lo standard
- POSIX richiede che esso sia pari al valore della costante
- \const{CLOCKS\_PER\_SEC}, che deve essere definita come 1000000, qualunque
- sia la risoluzione reale dell'orologio di sistema e la frequenza delle
- interruzioni del timer.\footnote{quest'ultima, come accennato in
+\item[\textit{calendar time}] \itindend{calendar~time} detto anche
+ \textsl{tempo di calendario}. È il numero di secondi dalla mezzanotte del
+ primo gennaio 1970, in tempo universale coordinato (o UTC), data che viene
+ usualmente indicata con 00:00:00 Jan, 1 1970 (UTC) e chiamata \textit{the
+ Epoch}. Questo tempo viene anche chiamato anche GMT (Greenwich Mean Time)
+ dato che l'UTC corrisponde all'ora locale di Greenwich. È il tempo su cui
+ viene mantenuto l'orologio del kernel, e viene usato ad esempio per indicare
+ le date di modifica dei file o quelle di avvio dei processi. Per memorizzare
+ questo tempo è stato riservato il tipo primitivo \type{time\_t}.
+\item[\textit{process time}] \itindex{process~time} detto talvolta
+ \textsl{tempo di processore}. Viene misurato in \textit{clock tick}. Un
+ tempo questo corrispondeva al numero di interruzioni effettuate dal timer di
+ sistema, adesso lo standard POSIX richiede che esso sia pari al valore della
+ costante \const{CLOCKS\_PER\_SEC}, che deve essere definita come 1000000,
+ qualunque sia la risoluzione reale dell'orologio di sistema e la frequenza
+ delle interruzioni del timer.\footnote{quest'ultima, come accennato in
sez.~\ref{sec:proc_hierarchy}, è invece data dalla costante \const{HZ}.}
Il dato primitivo usato per questo tempo è \type{clock\_t}, che ha quindi
una risoluzione del microsecondo. Il numero di tick al secondo può essere
considerato obsoleto.
\end{basedescript}
-In genere si usa il \textit{calendar time} per esprimere le date dei file e le
-informazioni analoghe che riguardano i cosiddetti \textsl{tempi di orologio},
-che vengono usati ad esempio per i demoni che compiono lavori amministrativi
-ad ore definite, come \cmd{cron}.
+In genere si usa il \itindend{calendar~time} \textit{calendar time} per
+esprimere le date dei file e le informazioni analoghe che riguardano i
+cosiddetti \textsl{tempi di orologio}, che vengono usati ad esempio per i
+demoni che compiono lavori amministrativi ad ore definite, come \cmd{cron}.
Di solito questo tempo viene convertito automaticamente dal valore in UTC al
tempo locale, utilizzando le opportune informazioni di localizzazione
mantenuto dal sistema e non è detto che corrisponda al tempo tenuto
dall'orologio hardware del calcolatore.
-Anche il \textit{process time} di solito si esprime in secondi, ma provvede
-una precisione ovviamente superiore al \textit{calendar time} (che è mantenuto
-dal sistema con una granularità di un secondo) e viene usato per tenere conto
-dei tempi di esecuzione dei processi. Per ciascun processo il kernel calcola
-tre tempi diversi:
+Anche il \itindex{process~time} \textit{process time} di solito si esprime in
+secondi, ma provvede una precisione ovviamente superiore al \textit{calendar
+ time} (che è mantenuto dal sistema con una granularità di un secondo) e
+viene usato per tenere conto dei tempi di esecuzione dei processi. Per ciascun
+processo il kernel calcola tre tempi diversi:
\begin{basedescript}{\desclabelwidth{1.5cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
\item[\textit{clock time}] il tempo \textsl{reale} (viene chiamato anche
\textit{wall clock time} o \textit{elapsed time}) passato dall'avvio del
\subsection{La gestione del \textit{process time}}
\label{sec:sys_cpu_times}
+\itindbeg{process~time}
+
Di norma tutte le operazioni del sistema fanno sempre riferimento al
-\textit{calendar time}, l'uso del \textit{process time} è riservato a quei
-casi in cui serve conoscere i tempi di esecuzione di un processo (ad esempio
-per valutarne l'efficienza). In tal caso infatti fare ricorso al
-\textit{calendar time} è inutile in quanto il tempo può essere trascorso mentre
-un altro processo era in esecuzione o in attesa del risultato di una
-operazione di I/O.
+\itindend{calendar~time} \textit{calendar time}, l'uso del \textit{process
+ time} è riservato a quei casi in cui serve conoscere i tempi di esecuzione
+di un processo (ad esempio per valutarne l'efficienza). In tal caso infatti
+fare ricorso al \textit{calendar time} è inutile in quanto il tempo può essere
+trascorso mentre un altro processo era in esecuzione o in attesa del risultato
+di una operazione di I/O.
La funzione più semplice per leggere il \textit{process time} di un processo è
\funcd{clock}, che da una valutazione approssimativa del tempo di CPU
in caso di successo e -1 in caso di errore.}
\end{prototype}
-La funzione restituisce i valori di process time del processo corrente in una
-struttura di tipo \struct{tms}, la cui definizione è riportata in
-fig.~\ref{fig:sys_tms_struct}. La struttura prevede quattro campi; i primi due,
-\var{tms\_utime} e \var{tms\_stime}, sono l'\textit{user time} ed il
+La funzione restituisce i valori di \textit{process time} del processo
+corrente in una struttura di tipo \struct{tms}, la cui definizione è riportata
+in fig.~\ref{fig:sys_tms_struct}. La struttura prevede quattro campi; i primi
+due, \var{tms\_utime} e \var{tms\_stime}, sono l'\textit{user time} ed il
\textit{system time} del processo, così come definiti in
sez.~\ref{sec:sys_unix_time}.
lo stato di terminazione di tutti i suoi figli, questi processi ``nipoti'' non
verranno considerati nel calcolo di questi tempi.
+\itindend{process~time}
+
\subsection{Le funzioni per il \textit{calendar time}}
\label{sec:sys_time_base}
+\itindbeg{calendar~time}
+
Come anticipato in sez.~\ref{sec:sys_unix_time} il \textit{calendar time} è
mantenuto dal kernel in una variabile di tipo \type{time\_t}, che usualmente
corrisponde ad un tipo elementare (in Linux è definito come \ctyp{long int},
per il campo \var{mode}, un elenco più dettagliato del significato dei vari
campi della struttura \struct{timex} può essere ritrovato in \cite{glibc}.
-\begin{table}[htb]
+\begin{table}[!htb]
\footnotesize
\centering
- \begin{tabular}[c]{|l|c|p{7cm}|}
+ \begin{tabular}[c]{|l|c|p{8.5cm}|}
\hline
\textbf{Nome} & \textbf{Valore} & \textbf{Significato}\\
\hline
\hline
\const{ADJ\_OFFSET} & 0x0001 & Imposta la differenza fra il tempo
- reale e l'orologio di sistema, che
+ reale e l'orologio di sistema:
deve essere indicata in microsecondi
nel campo \var{offset} di
\struct{timex}.\\
\const{ADJ\_FREQUENCY} & 0x0002 & Imposta la differenze in frequenza
fra il tempo reale e l'orologio di
- sistema, che deve essere indicata
+ sistema: deve essere indicata
in parti per milione nel campo
\var{frequency} di \struct{timex}.\\
\const{ADJ\_MAXERROR} & 0x0004 & Imposta il valore massimo
amministratore si otterrà un errore di \errcode{EPERM}.
+
\subsection{La gestione delle date.}
\label{sec:sys_date}
tempo in una stringa contenente data ed ora, i loro prototipi sono:
\begin{functions}
\headdecl{time.h}
- \funcdecl{char *asctime(const struct tm *tm)}
+ \funcdecl{char *\funcd{asctime}(const struct tm *tm)}
Produce una stringa con data e ora partendo da un valore espresso in
\textit{broken-down time}.
- \funcdecl{char *ctime(const time\_t *timep)}
+ \funcdecl{char *\funcd{ctime}(const time\_t *timep)}
Produce una stringa con data e ora partendo da un valore espresso in
in formato \type{time\_t}.
- \funcdecl{struct tm *gmtime(const time\_t *timep)}
+ \funcdecl{struct tm *\funcd{gmtime}(const time\_t *timep)}
Converte il \textit{calendar time} dato in formato \type{time\_t} in un
\textit{broken-down time} espresso in UTC.
- \funcdecl{struct tm *localtime(const time\_t *timep)}
+ \funcdecl{struct tm *\funcd{localtime}(const time\_t *timep)}
Converte il \textit{calendar time} dato in formato \type{time\_t} in un
\textit{broken-down time} espresso nell'ora locale.
- \funcdecl{time\_t mktime(struct tm *tm)}
+ \funcdecl{time\_t \funcd{mktime}(struct tm *tm)}
Converte il \textit{broken-down time} in formato \type{time\_t}.
\bodydesc{Tutte le funzioni restituiscono un puntatore al risultato in caso
in tab.~\ref{tab:sys_strftime_format}. La funzione tiene conto anche della
presenza di una localizzazione per stampare in maniera adeguata i vari nomi.
+\itindend{calendar~time}
\section{La gestione degli errori}
programma; essa è utilizzabile solo fino ad una chiamata successiva a
\func{strerror} o \func{perror}, nessun'altra funzione di libreria tocca
questa stringa. In ogni caso l'uso di una stringa statica rende la funzione
-non rientrante, per cui nel caso nel caso si usino i thread le librerie
+non rientrante, per cui nel caso si usino i thread le librerie
forniscono\footnote{questa funzione è la versione prevista dalle \acr{glibc},
ed effettivamente definita in \file{string.h}, ne esiste una analoga nello
standard SUSv3 (quella riportata dalla pagina di manuale), che restituisce