-La funzione che permette la lettura ed l'impostazione dei parametri del
-sistema è \funcd{sysctl}; è una funzione derivata da BSD4.4, ma
-l'implementazione è specifica di Linux; il suo prototipo è:
-\begin{functions}
-\headdecl{unistd.h}
-\funcdecl{int sysctl(int *name, int nlen, void *oldval, size\_t *oldlenp, void
- *newval, size\_t newlen)}
-
-Legge o scrive uno dei parametri di sistema.
-
-\bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di
- errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori:
- \begin{errlist}
- \item[\errcode{EPERM}] non si ha il permesso di accedere ad uno dei
- componenti nel cammino specificato per il parametro, o di accedere al
- parametro nella modalità scelta.
- \item[\errcode{ENOTDIR}] non esiste un parametro corrispondente al nome
- \param{name}.
-% \item[\errcode{EFAULT}] si è specificato \param{oldlenp} zero quando
-% \param{oldval} è non nullo.
- \item[\errcode{EINVAL}] o si è specificato un valore non valido per il
- parametro che si vuole impostare o lo spazio provvisto per il ritorno di un
- valore non è delle giuste dimensioni.
- \item[\errcode{ENOMEM}] talvolta viene usato più correttamente questo errore
- quando non si è specificato sufficiente spazio per ricevere il valore di un
- parametro.
- \end{errlist}
- ed inoltre \errval{EFAULT}.
-}
-\end{functions}
-
-I parametri a cui la funzione permettere di accedere sono organizzati in
-maniera gerarchica all'interno di un albero;\footnote{si tenga presente che
- includendo solo \file{unistd.h}, saranno definiti solo i parametri generici;
- dato che ce ne sono molti specifici dell'implementazione, nel caso di Linux
- occorrerà includere anche i file \file{linux/unistd.h} e
- \file{linux/sysctl.h}.} per accedere ad uno di essi occorre specificare un
-cammino attraverso i vari nodi dell'albero, in maniera analoga a come avviene
-per la risoluzione di un \itindex{pathname}\textit{pathname} (da cui l'uso
-alternativo del filesystem \file{/proc}, che vedremo dopo).
-
-Ciascun nodo dell'albero è identificato da un valore intero, ed il cammino che
-arriva ad identificare un parametro specifico è passato alla funzione
-attraverso l'array \param{name}, di lunghezza \param{nlen}, che contiene la
-sequenza dei vari nodi da attraversare. Ogni parametro ha un valore in un
-formato specifico che può essere un intero, una stringa o anche una struttura
-complessa, per questo motivo i valori vengono passati come puntatori
-\ctyp{void}.
-
-L'indirizzo a cui il valore corrente del parametro deve essere letto è
-specificato da \param{oldvalue}, e lo spazio ivi disponibile è specificato da
-\param{oldlenp} (passato come puntatore per avere indietro la dimensione
-effettiva di quanto letto); il valore che si vuole impostare nel sistema è
-passato in \param{newval} e la sua dimensione in \param{newlen}.
-
-Si può effettuare anche una lettura e scrittura simultanea, nel qual caso il
-valore letto restituito dalla funzione è quello precedente alla scrittura.
-
-I parametri accessibili attraverso questa funzione sono moltissimi, e possono
-essere trovati in \file{sysctl.h}, essi inoltre dipendono anche dallo stato
-corrente del kernel (ad esempio dai moduli che sono stati caricati nel
-sistema) e in genere i loro nomi possono variare da una versione di kernel
-all'altra; per questo è sempre il caso di evitare l'uso di \func{sysctl}
-quando esistono modalità alternative per ottenere le stesse informazioni.
-Alcuni esempi di parametri ottenibili sono:
-\begin{itemize}
+Tradizionalmente la funzione che permette la lettura ed l'impostazione dei
+parametri del sistema è \funcm{sysctl}. Si tratta di una funzione derivata da
+BSD4.4 ed introdotta su Linux a partire dal kernel 1.3.57, ma oggi il suo uso
+è totalmente deprecato. Una \textit{system call} \funcm{\_sysctl} continua ad
+esistere, ma non dispone più di una interfaccia nella \acr{glibc} ed il suo
+utilizzo può essere effettuato solo tramite \func{syscall}, ma di nuovo questo
+viene sconsigliato in quanto la funzionalità non è più mantenuta e molto
+probabilmente sarà rimossa nel prossimo futuro. Per questo motivo eviteremo di
+trattarne i particolari.
+
+Lo scopo di \funcm{sysctl} era quello di fornire ai programmi una modalità per
+modificare i parametri di sistema. Questi erano organizzati in maniera
+gerarchica all'interno di un albero e per accedere a ciascuno di essi
+occorreva specificare un percorso attraverso i vari nodi dell'albero, in
+maniera analoga a come avviene per la risoluzione di un \textit{pathname}.
+
+I parametri accessibili e modificabili attraverso questa funzione sono
+moltissimi, dipendendo anche dallo stato corrente del kernel, ad esempio dai
+moduli che sono stati caricati nel sistema. Inoltre non essendo standardizzati
+i loro nomi possono variare da una versione di kernel all'altra, alcuni esempi
+di questi parametri sono:
+\begin{itemize*}