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connessione ed altre informazioni. La voce resta nel file fino al logout,
quando viene cancellata e spostata in \file{/var/log/wtmp}.
-In questo modo il primo file viene utilizzato per registrare sta utilizzando
-il sistema al momento corrente, mentre il secondo mantiene la registrazione
-delle attività degli utenti. A quest'ultimo vengono anche aggiunte delle voci
-speciali per tenere conto dei cambiamenti del sistema, come la modifica del
-runlevel, il riavvio della macchina, ecc. Tutte queste informazioni sono
-descritte in dettaglio nel manuale delle \acr{glibc}.
+In questo modo il primo file viene utilizzato per registrare chi sta
+utilizzando il sistema al momento corrente, mentre il secondo mantiene la
+registrazione delle attività degli utenti. A quest'ultimo vengono anche
+aggiunte delle voci speciali per tenere conto dei cambiamenti del sistema,
+come la modifica del runlevel, il riavvio della macchina, ecc. Tutte queste
+informazioni sono descritte in dettaglio nel manuale delle \acr{glibc}.
Questi file non devono mai essere letti direttamente, ma le informazioni che
contengono possono essere ricavate attraverso le opportune funzioni di
-libreria. Queste sono analoghe alle precedenti (vedi
+libreria. Queste sono analoghe alle precedenti funzioni (vedi
\tabref{tab:sys_passwd_func}) usate per accedere al database degli utenti,
solo che in questo caso la struttura del database di accounting è molto più
complessa, dato che contiene diversi tipi di informazione.
\const{LOGIN\_PROCESS}& Identifica un processo di login. \\
\const{USER\_PROCESS} & Identifica un processo utente. \\
\const{DEAD\_PROCESS} & Identifica un processo terminato. \\
- \const{ACCOUNTING} & ??? \\
+% \const{ACCOUNTING} & ??? \\
\hline
\end{tabular}
\caption{Classificazione delle voci del database di accounting a seconda dei
\funcdecl{void logwtmp(const char *line, const char *name, const char
*host)} Aggiunge nel database di accounting una voce con i valori
specificati.
-
- \bodydesc{Le funzioni ritornano il puntatore ad una struttura \struct{utmp}
- in caso di successo e \val{NULL} in caso di errore.}
\end{functions}
La prima funzione permette l'aggiunta di una voce a \file{wmtp} specificando
tre tempi diversi:
\begin{description}
\item[\textit{clock time}]: il tempo \textsl{reale} (viene chiamato anche
- \textit{wall clock time}) passato dall'avvio del processo. Chiaramente tale
- tempo dipende anche dal carico del sistema e da quanti altri processi
- stavano girando nello stesso periodo.
+ \textit{wall clock time} o \textit{elapsed time}) passato dall'avvio del
+ processo. Chiaramente tale tempo dipende anche dal carico del sistema e da
+ quanti altri processi stavano girando nello stesso periodo.
\item[\textit{user time}]: il tempo che la CPU ha impiegato nell'esecuzione
delle istruzioni del processo in user space.
\item[\textit{system time}]: il tempo che la CPU ha impiegato nel kernel per
devono essere specificati come OR binario delle costanti riportate in
\secref{tab:sys_timex_mode}.
-La funzione utilizza il meccanismo di David L. Mills, descritto nell'RFC~1305,
-che è alla base del protocollo NTP; la funzione è specifica di Linux e non
-deve essere usata se la portabilità è un requisito, le \acr{glibc} provvedono
-anche un suo omonimo \func{ntp\_adjtime}. La trattazione completa di questa
-funzione necessita di una lettura approfondita del meccanismo descritto
-nell'RFC~1305, ci limitiamo a descrivere in \tabref{tab:sys_timex_mode} i
-principali valori utilizzabili per il campo \var{mode}, un elenco più
-dettagliato del significato dei vari campi della struttura \struct{timex} può
-essere ritrovato in \cite{glibc}.
+La funzione utilizza il meccanismo di David L. Mills, descritto
+nell'\href{http://www.ietf.org/rfc/rfc1305.txt}{RFC~1305}, che è alla base del
+protocollo NTP. La funzione è specifica di Linux e non deve essere usata se la
+portabilità è un requisito, le \acr{glibc} provvedono anche un suo omonimo
+\func{ntp\_adjtime}. La trattazione completa di questa funzione necessita di
+una lettura approfondita del meccanismo descritto nell'RFC~1305, ci limitiamo
+a descrivere in \tabref{tab:sys_timex_mode} i principali valori utilizzabili
+per il campo \var{mode}, un elenco più dettagliato del significato dei vari
+campi della struttura \struct{timex} può essere ritrovato in \cite{glibc}.
\begin{table}[htb]
\footnotesize
Restituisce una stringa con il messaggio di errore relativo ad
\param{errnum}.
- \bodydesc{La funzione ritorna il puntatore alla stringa col messaggio di
- errore in caso di successo e \val{NULL} in caso di errore, nel qual caso
- \var{errno} assumerà il valore \errval{EINVAL} se si è specificato un
- numero di errore non valido.}
+ \bodydesc{La funzione ritorna il puntatore ad una stringa di errore.}
\end{prototype}
-In generale \func{strerror} viene usata passando \var{errno} come parametro;
-nel caso si specifichi un codice sbagliato verrà restituito un messaggio di
-errore sconosciuto, e la funzione restituirà come errore \errcode{EINVAL}. La
-funzione tiene conto del valore della variabile di ambiente
-\val{LC\_MESSAGES} per usare eventuali traduzioni dei messaggi d'errore
-nella localizzazione presente.
+
+La funzione ritorna il puntatore alla stringa contenente il messaggio di
+errore corrispondente al valore di \param{errnum}, se questo non è un valore
+valido verrà comunque restituita una stringa valida contenente un messaggio
+che dice che l'errore è sconosciuto, e \var{errno} verrà modificata assumendo
+il valore \errval{EINVAL}.
+
+In generale \func{strerror} viene usata passando \var{errno} come parametro,
+ed il valore di quest'ultima non verrà modificato. La funzione inoltre tiene
+conto del valore della variabile di ambiente \val{LC\_MESSAGES} per usare le
+appropriate traduzioni dei messaggi d'errore nella localizzazione presente.
La funzione utilizza una stringa statica che non deve essere modificata dal
-programma e che è utilizzabile solo fino ad una chiamata successiva a
-\func{strerror}; per questo motivo non è rientrante e nel caso si usino i
-thread è provvista\footnote{questa funzione è la versione prevista dalle
- \acr{glibc}, ed effettivamente definita in \file{string.h}, ne esiste una
- analoga nello standard SUSv3 (quella riportata dalla pagina di manuale), che
- restituisce \code{int} al posto di \code{char *}, e che tronca la stringa
- restituita a \param{size}.} una versione apposita:
+programma; essa è utilizzabile solo fino ad una chiamata successiva a
+\func{strerror} o \func{perror}, nessun'altra funzione di libreria tocca
+questa stringa. In ogni caso l'uso di una stringa statica rende la funzione
+non rientrante, per cui nel caso nel caso si usino i thread le librerie
+forniscono\footnote{questa funzione è la versione prevista dalle \acr{glibc},
+ ed effettivamente definita in \file{string.h}, ne esiste una analoga nello
+ standard SUSv3 (quella riportata dalla pagina di manuale), che restituisce
+ \code{int} al posto di \code{char *}, e che tronca la stringa restituita a
+ \param{size}.} una apposita versione rientrante \func{strerror\_r}, il cui
+prototipo è:
\begin{prototype}{string.h}
{char * strerror\_r(int errnum, char *buf, size\_t size)}
- Analoga a \func{strerror} ma usa il buffer \param{buf} di lunghezza massima
- (compreso il terminatore) \param{size}.
-
- \bodydesc{La funzione restituisce il puntatore alla stringa; in caso di
- errore \var{errno} oltre a \errval{EINVAL} può assumere anche il valore
- \errval{ERANGE} per indicare che non c'è sufficiente memoria per contenere
- la stringa di descrizione.}
+ Restituisce una stringa con il messaggio di errore relativo ad
+ \param{errnum}.
+
+ \bodydesc{La funzione restituisce l'indirizzo del messaggio in caso di
+ successo e \val{NULL} in caso di errore; nel qual caso \var{errno}
+ assumerà i valori:
+ \begin{errlist}
+ \item[\errcode{EINVAL}] si è specificato un valore di \param{errnum} non
+ valido.
+ \item[\errcode{ERANGE}] la lunghezza di \param{buf} è insufficiente a
+ contenere la stringa di errore.
+ \end{errlist}}
\end{prototype}
\noindent
-che utilizza un buffer che il singolo thread deve allocare, per evitare i
-problemi connessi alla condivisione del buffer statico. La funzione
-restituisce l'indirizzo della stringa usata, che può essere contenuta nel
-buffer specificato da \param{buf}, per una lunghezza non superiore a
-\param{size}, nel qual caso la stringa sarebbe troncata e terminata con uno
-zero (il carattere NUL).
+La funzione è analoga a \func{strerror} ma restituisce la stringa di errore
+nel buffer \param{buf} che il singolo thread deve allocare autonomamente per
+evitare i problemi connessi alla condivisione del buffer statico. Il messaggio
+è copiato fino alla dimensione massima del buffer, specificata dall'argomento
+\param{size}, che deve comprendere pure il carattere di terminazione;
+altrimenti la stringa viene troncata.
Una seconda funzione usata per riportare i codici di errore in maniera
automatizzata sullo standard error (vedi \secref{sec:file_std_descr}) è
I messaggi di errore stampati sono gli stessi di \func{strerror}, (riportati
in \capref{cha:errors}), e, usando il valore corrente di \var{errno}, si
riferiscono all'ultimo errore avvenuto. La stringa specificata con
-\param{message} viene stampato prime del messaggio d'errore, seguita dai due
+\param{message} viene stampato prima del messaggio d'errore, seguita dai due
punti e da uno spazio, il messaggio è terminato con un a capo.
-Il messaggio può essere riportato anche usando altre variabili globali
-dichiarate in \file{errno.h}:
-\includecodesnip{listati/errlist.c}
-la prima contiene i puntatori alle stringhe di errore indicizzati da
-\var{errno}; la seconda esprime il valore più alto per un codice di errore,
-l'utilizzo di questa stringa è sostanzialmente equivalente a quello di
-\func{strerror}.
+Il messaggio può essere riportato anche usando le due variabili globali:
+\includecodesnip{listati/errlist.c}
+dichiarate in \file{errno.h}. La prima contiene i puntatori alle stringhe di
+errore indicizzati da \var{errno}; la seconda esprime il valore più alto per
+un codice di errore, l'utilizzo di questa stringa è sostanzialmente
+equivalente a quello di \func{strerror}.
\begin{figure}[!htb]
\footnotesize \centering
un'altra variabile globale, \var{error\_message\_count}, che tiene conto di
quanti errori ci sono stati.
-Un'altra funzione per la stampa degli errori, ancora più sofisticata, è
-\funcd{error\_at\_line}, che prende due argomenti aggiuntivi per indicare
-linea e file su cui è avvenuto l'errore; il suo prototipo è:
+Un'altra funzione per la stampa degli errori, ancora più sofisticata, che
+prende due argomenti aggiuntivi per indicare linea e file su cui è avvenuto
+l'errore è \funcd{error\_at\_line}; il suo prototipo è:
\begin{prototype}{stdio.h}
{void error\_at\_line(int status, int errnum, const char *fname,
unsigned int lineno, const char *format, ...)}