Quando si devono determinare le le caratteristiche generali del sistema ci si
trova di fronte a diverse possibilità; alcune di queste infatti possono
dipendere dall'architettura dell'hardware (come le dimensioni dei tipi
-interi), o dal sistema operativo (come la presenza o meno dei \textit{saved
- id}), altre invece possono dipendere dalle opzioni con cui si è costruito
-il sistema (ad esempio da come si è compilato il kernel), o dalla
-configurazione del medesimo; per questo motivo in generale sono necessari due
-tipi diversi di funzionalità:
+interi), o dal sistema operativo (come la presenza o meno del gruppo degli
+identificatori \textit{saved}), altre invece possono dipendere dalle opzioni
+con cui si è costruito il sistema (ad esempio da come si è compilato il
+kernel), o dalla configurazione del medesimo; per questo motivo in generale
+sono necessari due tipi diversi di funzionalità:
\begin{itemize*}
\item la possibilità di determinare limiti ed opzioni al momento della
compilazione.
\macro{\_POSIX\_JOB\_CONTROL}& il sistema supporta il
\textit{job control} (vedi
\secref{sec:sess_xxx}).\\
- \macro{\_POSIX\_SAVED\_IDS} & il sistema supporta i \textit{saved id}
- (vedi \secref{sec:proc_access_id}).
+ \macro{\_POSIX\_SAVED\_IDS} & il sistema supporta gli identificatori del
+ gruppo \textit{saved} (vedi
+ \secref{sec:proc_access_id})
per il controllo di accesso dei processi\\
\macro{\_POSIX\_VERSION} & fornisce la versione dello standard POSIX.1
supportata nel formato YYYYMML (ad esempio
pena menzionare alcune macro di uso comune, (riportate in
\tabref{tab:sys_posix1_other}), che non indicano un valore specifico, ma
denotano la presenza di alcune funzionalità nel sistema (come il supporto del
-\textit{job control} o dei \textit{saved id}).
+\textit{job control} o degli identificatori del gruppo \textit{saved}).
Oltre allo standard POSIX.1, anche lo standard POSIX.2 definisce una serie di
altre costanti. Siccome queste sono principalmente attinenti a limiti relativi
\item il nome del domino.
\end{itemize*}
l'ultima informazione è stata aggiunta di recente e non è prevista dallo
-standard POSIX, essa è accessibile, come mostrato in \figref{fig:sig_stack_t},
+standard POSIX, essa è accessibile, come mostrato in \figref{fig:sys_utsname},
solo definendo \macro{\_GNU\_SOURCE}.
\begin{figure}[!htb]
\macro{\_UTSNAME\_LENGTH} per i campi standard e
\macro{\_UTSNAME\_DOMAIN\_LENGTH} per quello specifico per il nome di dominio;
altri sistemi usano nomi diversi come \macro{SYS\_NMLN} o \macro{\_SYS\_NMLN}
-o \macro{UTSLEN} che possono avere valori diversi. Nel caso di Linux
+o \macro{UTSLEN} che possono avere valori diversi.\footnote{Nel caso di Linux
\func{uname} corrisponde in realtà a 3 system call diverse, le prime due usano
rispettivamente delle lunghezze delle stringhe di 9 e 65 byte; la terza usa
anch'essa 65 byte, ma restituisce anche l'ultimo campo, \var{domainname}, con
-una lunghezza di 257 byte.
+una lunghezza di 257 byte.}
\section{Opzioni e configurazione del sistema}
configurazione, che, non essendo mai fissi e variando da sistema a sistema,
non sono stati inclusi nella standardizzazione della sezione precedente. Per
questi occorre, oltre al meccanismo di impostazione, pure un meccanismo di
-lettura.
-
-Affronteremo questi argomenti in questa sezione, insieme alle funzioni che si
-usano per il controllo di altre caratteristiche generali del sistema, come
-quelle per la gestione dei filesystem e di utenti e gruppi.
+lettura. Affronteremo questi argomenti in questa sezione, insieme alle
+funzioni che si usano per il controllo di altre caratteristiche generali del
+sistema, come quelle per la gestione dei filesystem e di utenti e gruppi.
\subsection{La funzione \func{sysctl} ed il filesystem \file{/proc}}