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In generale ogni limite o caratteristica del sistema per cui è definita una
macro, sia dagli standard ANSI C e ISO C90, che da POSIX.1 e POSIX.2, può
essere ottenuto attraverso una chiamata a \func{sysconf}. Il valore si otterrà
-specificando come valore del parametro \param{name} il nome ottenuto
+specificando come valore dell'argomento \param{name} il nome ottenuto
aggiungendo \code{\_SC\_} ai nomi delle macro definite dai primi due, o
sostituendolo a \code{\_POSIX\_} per le macro definite dagli gli altri due.
degli errori possibili relativi all'accesso a \param{path}).}
\end{prototype}
-E si noti come la funzione in questo caso richieda un parametro che specifichi
+E si noti come la funzione in questo caso richieda un argomento che specifichi
a quale file si fa riferimento, dato che il valore del limite cercato può
variare a seconda del filesystem. Una seconda versione della funzione,
\funcd{fpathconf}, opera su un file descriptor invece che su un
informazioni degli utenti e dei gruppi per insiemi di macchine, in modo da
mantenere coerenti i dati, ha portato anche alla necessità di poter recuperare
e memorizzare dette informazioni su supporti diversi, introducendo il sistema
-del \textit{Name Service Switch} che tratteremo brevemente più avanti (in
-sez.~\ref{sec:sock_resolver}) dato che la maggior parte delle sua applicazioni
-sono relative alla risoluzioni di nomi di rete.
+del \index{\textit{Name~Service~Switch}}\textit{Name Service Switch} che
+tratteremo brevemente più avanti (in sez.~\ref{sec:sock_resolver}) dato che la
+maggior parte delle sua applicazioni sono relative alla risoluzioni di nomi di
+rete.
In questo paragrafo ci limiteremo comunque a trattere le funzioni classiche
per la lettura delle informazioni relative a utenti e gruppi tralasciando
Le funzioni viste finora sono in grado di leggere le informazioni sia
direttamente dal file delle password in \file{/etc/passwd} che tramite il
-sistema del \textit{Name Service Switch} e sono completamente generiche. Si
-noti però che non c'è una funzione che permetta di impostare direttamente una
-password.\footnote{in realtà questo può essere fatto ricorrendo a PAM, ma
- questo è un altro discorso.} Dato che POSIX non prevede questa possibilità
-esiste un'altra interfaccia che lo fa, derivata da SVID le cui funzioni sono
-riportate in tab.~\ref{tab:sys_passwd_func}. Questa però funziona soltanto
-quando le informazioni sono mantenute su un apposito file di \textsl{registro}
-di utenti e gruppi, con il formato classico di \file{/etc/passwd} e
-\file{/etc/group}.
+sistema del \index{\textit{Name~Service~Switch}}\textit{Name Service Switch} e
+sono completamente generiche. Si noti però che non c'è una funzione che
+permetta di impostare direttamente una password.\footnote{in realtà questo può
+ essere fatto ricorrendo a PAM, ma questo è un altro discorso.} Dato che
+POSIX non prevede questa possibilità esiste un'altra interfaccia che lo fa,
+derivata da SVID le cui funzioni sono riportate in
+tab.~\ref{tab:sys_passwd_func}. Questa però funziona soltanto quando le
+informazioni sono mantenute su un apposito file di \textsl{registro} di utenti
+e gruppi, con il formato classico di \file{/etc/passwd} e \file{/etc/group}.
\begin{table}[htb]
\footnotesize
quindi anche per quelle che tratteremo in seguito) può essere utilizzata solo
da un processo coi privilegi di amministratore.
-Il secondo parametro di entrambe le funzioni è una struttura
+Il secondo argomento di entrambe le funzioni è una struttura
\struct{timezone}, che storicamente veniva utilizzata per specificare appunto
la \textit{time zone}, cioè l'insieme del fuso orario e delle convenzioni per
l'ora legale che permettevano il passaggio dal tempo universale all'ora
-locale. Questo parametro oggi è obsoleto ed in Linux non è mai stato
+locale. Questo argomento oggi è obsoleto ed in Linux non è mai stato
utilizzato; esso non è supportato né dalle vecchie \textsl{libc5}, né dalle
\textsl{glibc}: pertanto quando si chiama questa funzione deve essere sempre
impostato a \val{NULL}.
sistema in modo che esso sia sempre crescente in maniera monotona. Il valore
di \param{delta} esprime il valore di cui si vuole spostare l'orologio; se è
positivo l'orologio sarà accelerato per un certo tempo in modo da guadagnare
-il tempo richiesto, altrimenti sarà rallentato. Il secondo parametro viene
+il tempo richiesto, altrimenti sarà rallentato. Il secondo argomento viene
usato, se non nullo, per ricevere il valore dell'ultimo aggiustamento
effettuato.
\func{asctime} come \code{asctime(localtime(t)}. Dato che l'uso di una stringa
statica rende le funzioni non rientranti POSIX.1c e SUSv2 prevedono due
sostitute rientranti, il cui nome è al solito ottenuto appendendo un
-\code{\_r}, che prendono un secondo parametro \code{char *buf}, in cui
+\code{\_r}, che prendono un secondo argomento \code{char *buf}, in cui
l'utente deve specificare il buffer su cui la stringa deve essere copiata
(deve essere di almeno 26 caratteri).
Anche in questo caso le prime due funzioni restituiscono l'indirizzo di una
struttura allocata staticamente, per questo sono state definite anche altre
due versioni rientranti (con la solita estensione \code{\_r}), che prevedono
-un secondo parametro \code{struct tm *result}, fornito dal chiamante, che deve
+un secondo argomento \code{struct tm *result}, fornito dal chiamante, che deve
preallocare la struttura su cui sarà restituita la conversione.
Come mostrato in fig.~\ref{fig:sys_tm_struct} il \textit{broken-down time}
che dice che l'errore è sconosciuto, e \var{errno} verrà modificata assumendo
il valore \errval{EINVAL}.
-In generale \func{strerror} viene usata passando \var{errno} come parametro,
+In generale \func{strerror} viene usata passando \var{errno} come argomento,
ed il valore di quest'ultima non verrà modificato. La funzione inoltre tiene
conto del valore della variabile di ambiente \val{LC\_MESSAGES} per usare le
appropriate traduzioni dei messaggi d'errore nella localizzazione presente.
completo del programma è allegato nel file \file{ErrCode.c} e contiene pure la
gestione delle opzioni e tutte le definizioni necessarie ad associare il
valore numerico alla costante simbolica. In particolare si è riportata la
-sezione che converte la stringa passata come parametro in un intero
+sezione che converte la stringa passata come argomento in un intero
(\texttt{\small 1--2}), controllando con i valori di ritorno di \func{strtol}
che la conversione sia avvenuta correttamente (\texttt{\small 4--10}), e poi
stampa, a seconda dell'opzione scelta il messaggio di errore (\texttt{\small
La funzione fa parte delle estensioni GNU per la gestione degli errori,
l'argomento \param{format} prende la stessa sintassi di \func{printf}, ed i
-relativi parametri devono essere forniti allo stesso modo, mentre
+relativi argomenti devono essere forniti allo stesso modo, mentre
\param{errnum} indica l'errore che si vuole segnalare (non viene quindi usato
il valore corrente di \var{errno}); la funzione stampa sullo standard error il
nome del programma, come indicato dalla variabile globale \var{program\_name},