%% socket.tex
%%
-%% Copyright (C) 2000-2011 Simone Piccardi. Permission is granted to
+%% Copyright (C) 2000-2012 Simone Piccardi. Permission is granted to
%% copy, distribute and/or modify this document under the terms of the GNU Free
%% Documentation License, Version 1.1 or any later version published by the
%% Free Software Foundation; with the Invariant Sections being "Un preambolo",
lo stesso nome.}
I domini (e i relativi nomi simbolici), così come i nomi delle famiglie di
-indirizzi, sono definiti dall'header \texttt{socket.h}. Un elenco delle
-famiglie di protocolli disponibili in Linux è riportato in
+indirizzi, sono definiti dall'\textit{header file} \headfile{socket.h}. Un
+elenco delle famiglie di protocolli disponibili in Linux è riportato in
tab.~\ref{tab:net_pf_names}.\footnote{l'elenco indica tutti i protocolli
definiti; fra questi però saranno utilizzabili solo quelli per i quali si è
compilato il supporto nel kernel (o si sono caricati gli opportuni moduli),
Si tenga presente che non tutte le famiglie di protocolli sono utilizzabili
dall'utente generico, ad esempio in generale tutti i socket di tipo
\const{SOCK\_RAW} possono essere creati solo da processi che hanno i privilegi
-di amministratore (cioè con user-ID effettivo uguale a zero) o dotati della
+di amministratore (cioè con \ids{UID} effettivo uguale a zero) o dotati della
\itindex{capabilities} \textit{capability} \const{CAP\_NET\_RAW}.
socket permette di scegliere lo stile di comunicazione indicando il tipo di
socket con l'argomento \param{type} di \func{socket}. Linux mette a
disposizione vari tipi di socket (che corrispondono a quelli che il manuale
-della \acr{glibc} \cite{glibc} chiama \textit{styles}) identificati dalle
+della \acr{glibc} \cite{GlibcMan} chiama \textit{styles}) identificati dalle
seguenti costanti:\footnote{le pagine di manuale POSIX riportano solo i primi
tre tipi, Linux supporta anche gli altri, come si può verificare nel file
\texttt{include/linux/net.h} dei sorgenti del kernel.}
\begin{figure}[!htb]
\footnotesize \centering
- \begin{minipage}[c]{15cm}
+ \begin{minipage}[c]{\textwidth}
\includestruct{listati/sockaddr.h}
\end{minipage}
\caption{La struttura generica degli indirizzi dei socket
I tipi di dati che compongono la struttura sono stabiliti dallo standard
POSIX.1g e li abbiamo riassunti in tab.~\ref{tab:sock_data_types} con i
rispettivi file di include in cui sono definiti; la struttura è invece
-definita nell'include file \file{sys/socket.h}.
+definita nell'include file \headfile{sys/socket.h}.
\begin{table}[!htb]
\centering
\multicolumn{1}{|c|}{\textbf{Header}} \\
\hline
\hline
- \type{int8\_t} & intero a 8 bit con segno & \file{sys/types.h}\\
- \type{uint8\_t} & intero a 8 bit senza segno & \file{sys/types.h}\\
- \type{int16\_t} & intero a 16 bit con segno & \file{sys/types.h}\\
- \type{uint16\_t} & intero a 16 bit senza segno& \file{sys/types.h}\\
- \type{int32\_t} & intero a 32 bit con segno & \file{sys/types.h}\\
- \type{uint32\_t} & intero a 32 bit senza segno& \file{sys/types.h}\\
+ \type{int8\_t} & intero a 8 bit con segno & \headfile{sys/types.h}\\
+ \type{uint8\_t} & intero a 8 bit senza segno & \headfile{sys/types.h}\\
+ \type{int16\_t} & intero a 16 bit con segno & \headfile{sys/types.h}\\
+ \type{uint16\_t} & intero a 16 bit senza segno& \headfile{sys/types.h}\\
+ \type{int32\_t} & intero a 32 bit con segno & \headfile{sys/types.h}\\
+ \type{uint32\_t} & intero a 32 bit senza segno& \headfile{sys/types.h}\\
\hline
- \type{sa\_family\_t} & famiglia degli indirizzi& \file{sys/socket.h}\\
+ \type{sa\_family\_t} & famiglia degli indirizzi&\headfile{sys/socket.h}\\
\type{socklen\_t} & lunghezza (\type{uint32\_t}) dell'indirizzo di
- un socket& \file{sys/socket.h}\\
+ un socket& \headfile{sys/socket.h}\\
\hline
\type{in\_addr\_t} & indirizzo IPv4 (\type{uint32\_t}) &
- \file{netinet/in.h}\\
+ \headfile{netinet/in.h}\\
\type{in\_port\_t} & porta TCP o UDP (\type{uint16\_t})&
- \file{netinet/in.h}\\
+ \headfile{netinet/in.h}\\
\hline
\end{tabular}
\caption{Tipi di dati usati nelle strutture degli indirizzi, secondo quanto
I socket di tipo \const{PF\_INET} vengono usati per la comunicazione
attraverso internet; la struttura per gli indirizzi per un socket internet (se
si usa IPv4) è definita come \struct{sockaddr\_in} nell'header file
-\file{netinet/in.h} ed ha la forma mostrata in
+\headfile{netinet/in.h} ed ha la forma mostrata in
fig.~\ref{fig:sock_sa_ipv4_struct}, conforme allo standard POSIX.1g.
\begin{figure}[!htb]
\footnotesize\centering
- \begin{minipage}[c]{15cm}
+ \begin{minipage}[c]{\textwidth}
\includestruct{listati/sockaddr_in.h}
\end{minipage}
\caption{La struttura \structd{sockaddr\_in} degli indirizzi dei socket
altrimenti si avrà un errore di \errcode{EINVAL}; il membro \var{sin\_port}
specifica il \textsl{numero di porta}. I numeri di porta sotto il 1024 sono
chiamati \textsl{riservati} in quanto utilizzati da servizi standard e
-soltanto processi con i privilegi di amministratore (con user-ID effettivo
+soltanto processi con i privilegi di amministratore (con \ids{UID} effettivo
uguale a zero) o con la \itindex{capabilities} \textit{capability}
\const{CAP\_NET\_BIND\_SERVICE} possono usare la funzione \func{bind} (che
vedremo in sez.~\ref{sec:TCP_func_bind}) su queste porte.
Il membro \var{sin\_addr} contiene un indirizzo internet, e viene acceduto sia
come struttura (un resto di una implementazione precedente in cui questa era
una \direct{union} usata per accedere alle diverse classi di indirizzi) che
-direttamente come intero. In \file{netinet/in.h} vengono definite anche alcune
-costanti che identificano alcuni indirizzi speciali, riportati in
+direttamente come intero. In \headfile{netinet/in.h} vengono definite anche
+alcune costanti che identificano alcuni indirizzi speciali, riportati in
tab.~\ref{tab:TCP_ipv4_addr}, che rincontreremo più avanti.
Infine occorre sottolineare che sia gli indirizzi che i numeri di porta devono
essere specificati in quello che viene chiamato \textit{network order}, cioè
con i bit ordinati in formato \textit{big endian} (vedi
-sez.~\ref{sec:sock_endianess}), questo comporta la necessità di usare apposite
+sez.~\ref{sec:sock_endianness}), questo comporta la necessità di usare apposite
funzioni di conversione per mantenere la portabilità del codice (vedi
sez.~\ref{sec:sock_addr_func} per i dettagli del problema e le relative
soluzioni).
Essendo IPv6 un'estensione di IPv4, i socket di tipo \const{PF\_INET6} sono
sostanzialmente identici ai precedenti; la parte in cui si trovano
praticamente tutte le differenze fra i due socket è quella della struttura
-degli indirizzi; la sua definizione, presa da \file{netinet/in.h}, è riportata
-in fig.~\ref{fig:sock_sa_ipv6_struct}.
+degli indirizzi; la sua definizione, presa da \headfile{netinet/in.h}, è
+riportata in fig.~\ref{fig:sock_sa_ipv6_struct}.
\begin{figure}[!htb]
\footnotesize \centering
- \begin{minipage}[c]{15cm}
+ \begin{minipage}[c]{\textwidth}
\includestruct{listati/sockaddr_in6.h}
\end{minipage}
\caption{La struttura \structd{sockaddr\_in6} degli indirizzi dei socket
\begin{figure}[!htb]
\footnotesize \centering
- \begin{minipage}[c]{15cm}
+ \begin{minipage}[c]{\textwidth}
\includestruct{listati/sockaddr_un.h}
\end{minipage}
\caption{La struttura \structd{sockaddr\_un} degli indirizzi dei socket
- locali (detti anche \textit{unix domain}) definita in \file{sys/un.h}.}
+ locali (detti anche \textit{unix domain}) definita in
+ \headfile{sys/un.h}.}
\label{fig:sock_sa_local_struct}
\end{figure}
può essere un file (di tipo socket) nel filesystem o una stringa univoca
(mantenuta in uno spazio di nomi astratto). Nel primo caso l'indirizzo viene
specificato come una stringa (terminata da uno zero) corrispondente al
-\itindex{pathname} \textit{pathname} del file; nel secondo invece
-\var{sun\_path} inizia con uno zero e vengono usati come nome i restanti byte
-come stringa, senza terminazione.
+\textit{pathname} del file; nel secondo invece \var{sun\_path} inizia con uno
+zero e vengono usati come nome i restanti byte come stringa, senza
+terminazione.
\subsection{La struttura degli indirizzi AppleTalk}
Gli indirizzi AppleTalk devono essere specificati tramite una struttura
\struct{sockaddr\_atalk}, la cui definizione è riportata in
fig.~\ref{fig:sock_sa_atalk_struct}; la struttura viene dichiarata includendo
-il file \file{netatalk/at.h}.
+il file \headfile{netatalk/at.h}.
\begin{figure}[!htb]
\footnotesize \centering
- \begin{minipage}[c]{15cm}
+ \begin{minipage}[c]{\textwidth}
\includestruct{listati/sockaddr_atalk.h}
\end{minipage}
\caption{La struttura \structd{sockaddr\_atalk} degli indirizzi dei socket
usati solo da processi con i privilegi di amministratore o con la
\itindex{capabilities} \textit{capability} \const{CAP\_NET\_BIND\_SERVICE}.
L'indirizzo remoto è specificato nella struttura \var{sat\_addr}, e deve
-essere in \textit{network order} (vedi sez.~\ref{sec:sock_endianess}); esso è
+essere in \textit{network order} (vedi sez.~\ref{sec:sock_endianness}); esso è
composto da un parte di rete data dal campo \var{s\_net}, che può assumere il
valore \const{AT\_ANYNET}, che indica una rete generica e vale anche per
indicare la rete su cui si è, il singolo nodo è indicato da \var{s\_node}, e
fisico. In genere comunque si preferisce usare la libreria
\file{pcap},\footnote{la libreria è mantenuta insieme al comando
\cmd{tcpdump}, informazioni e documentazione si possono trovare sul sito del
- progetto \href{http://www.tcpdump.org/}{\textsf{http://www.tcpdump.org/}}.}
-che assicura la portabilità su altre piattaforme, anche se con funzionalità
-ridotte.
+ progetto \url{http://www.tcpdump.org/}.} che assicura la portabilità su
+altre piattaforme, anche se con funzionalità ridotte.
Questi socket possono essere di tipo \const{SOCK\_RAW} o \const{SOCK\_DGRAM}.
Con socket di tipo \const{SOCK\_RAW} si può operare sul livello di
speciale \const{ETH\_P\_ALL} passeranno sul \textit{packet socket} tutti i
pacchetti, qualunque sia il loro protocollo di collegamento. Ovviamente l'uso
di questi socket è una operazione privilegiata e può essere effettuati solo da
-un processo con i privilegi di amministratore (user-ID effettivo nullo) o con
+un processo con i privilegi di amministratore (\ids{UID} effettivo nullo) o con
la \itindex{capabilities} \textit{capability} \const{CAP\_NET\_RAW}.
Una volta aperto un \textit{packet socket}, tutti i pacchetti del protocollo
\begin{figure}[!htb]
\footnotesize \centering
- \begin{minipage}[c]{15cm}
+ \begin{minipage}[c]{\textwidth}
\includestruct{listati/sockaddr_ll.h}
\end{minipage}
\caption{La struttura \structd{sockaddr\_ll} degli indirizzi dei
\subsection{Le funzioni per il riordinamento}
\label{sec:sock_func_ord}
-Come già visto in sez.~\ref{sec:sock_endianess} il problema connesso
-\itindex{endianess} all'\textit{endianess} è che quando si passano dei dati da
+Come già visto in sez.~\ref{sec:sock_endianness} il problema connesso
+\itindex{endianness} all'\textit{endianness} è che quando si passano dei dati da
un tipo di architettura all'altra i dati vengono interpretati in maniera
diversa, e ad esempio nel caso dell'intero a 16 bit ci si ritroverà con i due
byte in cui è suddiviso scambiati di posto. Per questo motivo si usano delle
% LocalWords: pathname AppleTalk netatalk personal Apple ATPROTO atalk sat if
% LocalWords: ANYNET node ANYNODE ATADDR BCAST pcap IEEE linux ether ETH ALL
% LocalWords: sll ifindex ethernet halen MAC hatype ARP arp pkttype HOST recv
-% LocalWords: OTHERHOST OUTGOING recvfrom recvmsg endianess little endtest Mac
+% LocalWords: OTHERHOST OUTGOING recvfrom recvmsg endianness little endtest Mac
% LocalWords: Intel Digital Motorola IBM VME PowerPC l'Intel xABCD ptr htonl
-% LocalWords: all'endianess htons ntohl ntohs long hostlong hostshort netlong
+% LocalWords: htons ntohl ntohs long hostlong hostshort netlong
% LocalWords: sort netshort host inet aton ntoa dotted decimal const char src
% LocalWords: strptr struct dest addrptr INADDR NULL pton ntop presentation af
% LocalWords: numeric EAFNOSUPPORT size ENOSPC ENOAFSUPPORT ADDRSTRLEN ROUTE