Le impostazioni e lo stato del \textit{resolver} vengono mantenuti in una
serie di variabili raggruppate nei campi di una apposita struttura \var{\_res}
-usata da tutte queste funzioni. Essa viene definita in \headfile{resolv.h} ed
+usata da tutte queste funzioni. Essa viene definita in \headfiled{resolv.h} ed
è utilizzata internamente alle funzioni essendo definita come variabile
globale; questo consente anche di accedervi direttamente all'interno di un
qualunque programma, una volta che la sia opportunamente dichiarata come:
Come accennato le tipologie di dati che sono mantenibili su un server DNS sono
diverse, ed a ciascuna di essa corrisponde un diverso tipo di \textit{resource
- record}. L'elenco delle costanti\footnote{ripreso dai file di dichiarazione
- \headfile{arpa/nameser.h} e \headfile{arpa/nameser\_compat.h}.} che
+ record}. L'elenco delle costanti, ripreso dai file di dichiarazione
+ \headfiled{arpa/nameser.h} e \headfiled{arpa/nameser\_compat.h}, che
definiscono i valori che si possono usare per l'argomento \param{type} per
specificare il tipo di \textit{resource record} da richiedere è riportato in
tab.~\ref{tab:DNS_record_type}; le costanti (tolto il \texttt{T\_} iniziale)
\begin{figure}[!htb]
\footnotesize \centering
- \begin{minipage}[c]{\textwidth}
+ \begin{minipage}[c]{0.80\textwidth}
\includestruct{listati/hostent.h}
\end{minipage}
\caption{La struttura \structd{hostent} per la risoluzione dei nomi a
\param{buf} e \param{buflen}.
Gli ultimi due argomenti vengono utilizzati per avere indietro i risultati
-come \itindex{value~result~argument} \textit{value result argument}, si deve
-specificare l'indirizzo della variabile su cui la funzione dovrà salvare il
-codice di errore con \param{h\_errnop} e quello su cui dovrà salvare il
-puntatore che si userà per accedere i dati con \param{result}.
+come \textit{value result argument}, si deve specificare l'indirizzo della
+variabile su cui la funzione dovrà salvare il codice di errore
+con \param{h\_errnop} e quello su cui dovrà salvare il puntatore che si userà
+per accedere i dati con \param{result}.
In caso di successo entrambe le funzioni restituiscono un valore nullo,
altrimenti restituiscono un codice di errore negativo e all'indirizzo puntato
\begin{figure}[!htb]
\footnotesize \centering
- \begin{minipage}[c]{\textwidth}
+ \begin{minipage}[c]{0.80\textwidth}
\includestruct{listati/servent.h}
\end{minipage}
\caption{La struttura \structd{servent} per la risoluzione dei nomi dei
Come ultimo argomento in \param{res} deve essere passato un puntatore ad una
variabile (di tipo puntatore ad una struttura \struct{addrinfo}) che verrà
-utilizzata dalla funzione per riportare (come \itindex{value~result~argument}
-\textit{value result argument}) i propri risultati. La funzione infatti è
-rientrante, ed alloca autonomamente tutta la memoria necessaria in cui
-verranno riportati i risultati della risoluzione. La funzione scriverà
-all'indirizzo puntato da \param{res} il puntatore iniziale ad una
-\itindex{linked~list} \textit{linked list} di strutture di tipo
+utilizzata dalla funzione per riportare (come \textit{value result argument})
+i propri risultati. La funzione infatti è rientrante, ed alloca autonomamente
+tutta la memoria necessaria in cui verranno riportati i risultati della
+risoluzione. La funzione scriverà all'indirizzo puntato da \param{res} il
+puntatore iniziale ad una \textit{linked list} di strutture di tipo
\struct{addrinfo} contenenti tutte le informazioni ottenute.
\begin{figure}[!htb]
\footnotesize \centering
- \begin{minipage}[c]{\textwidth}
+ \begin{minipage}[c]{0.80\textwidth}
\includestruct{listati/addrinfo.h}
\end{minipage}
\caption{La struttura \structd{addrinfo} usata nella nuova interfaccia POSIX
\label{fig:sock_addrinfo_struct}
\end{figure}
-Come illustrato la struttura \struct{addrinfo}, la cui definizione\footnote{la
- definizione è ripresa direttamente dal file \headfile{netdb.h} in questa
- struttura viene dichiarata, la pagina di manuale riporta \type{size\_t} come
- tipo di dato per il campo \var{ai\_addrlen}, qui viene usata quanto previsto
- dallo standard POSIX, in cui viene utilizzato \type{socklen\_t}; i due tipi
- di dati sono comunque equivalenti.} è riportata in
-fig.~\ref{fig:sock_addrinfo_struct}, viene usata sia in ingresso, per passare
-dei valori di controllo alla funzione, che in uscita, per ricevere i
-risultati. Il primo campo, \var{ai\_flags}, è una maschera binaria di bit che
+Come illustrato la struttura \struct{addrinfo}, la cui definizione è riportata
+in fig.~\ref{fig:sock_addrinfo_struct}, viene usata sia in ingresso, per
+passare dei valori di controllo alla funzione, che in uscita, per ricevere i
+risultati. La definizione è ripresa direttamente dal file \headfiled{netdb.h}
+in questa struttura viene dichiarata, la pagina di manuale riporta
+\type{size\_t} come tipo di dato per il campo \var{ai\_addrlen}, qui viene
+usata quanto previsto dallo standard POSIX, in cui viene utilizzato
+\type{socklen\_t}; i due tipi di dati sono comunque equivalenti.
+
+Il primo campo, \var{ai\_flags}, è una maschera binaria di bit che
permettono di controllare le varie modalità di risoluzione degli indirizzi,
che viene usato soltanto in ingresso. I tre campi successivi \var{ai\_family},
\var{ai\_socktype}, e \var{ai\_protocol} contengono rispettivamente la
\begin{figure}[!htb]
\centering
\includegraphics[width=10cm]{img/addrinfo_list}
- \caption{La \itindex{linked~list} \textit{linked list} delle strutture
- \struct{addrinfo} restituite da \func{getaddrinfo}.}
+ \caption{La \textit{linked list} delle strutture \struct{addrinfo}
+ restituite da \func{getaddrinfo}.}
\label{fig:sock_addrinfo_list}
\end{figure}
\end{Verbatim}
%$
-Una volta estratti i risultati dalla \itindex{linked~list} \textit{linked list}
-puntata da \param{res} se questa non viene più utilizzata si dovrà avere cura
-di disallocare opportunamente tutta la memoria, per questo viene fornita
+Una volta estratti i risultati dalla \textit{linked list} puntata
+da \param{res} se questa non viene più utilizzata si dovrà avere cura di
+disallocare opportunamente tutta la memoria, per questo viene fornita
l'apposita funzione \funcd{freeaddrinfo}, il cui prototipo è:
\begin{functions}
\headdecl{netdb.h}
Si noti come per la funzione sia del tutto irrilevante se la struttura
ritornata contiene indirizzi IPv6 o IPv4, in quanto si fa uso direttamente dei
dati relativi alle strutture degli indirizzi di \struct{addrinfo} che sono
-\index{tipo!opaco} opachi rispetto all'uso della funzione \func{connect}.
+opachi rispetto all'uso della funzione \func{connect}.
\begin{figure}[!htbp]
\footnotesize \centering
per entrambe le funzioni. In questo caso \param{optval} viene usato per
ricevere le informazioni ed indica l'indirizzo a cui andranno scritti i dati
letti dal socket, infine \param{optlen} diventa un puntatore ad una variabile
-che viene usata come \itindex{value~result~argument} \textit{value result
- argument} per indicare, prima della chiamata della funzione, la lunghezza
-del buffer allocato per \param{optval} e per ricevere indietro, dopo la
-chiamata della funzione, la dimensione effettiva dei dati scritti su di esso.
-Se la dimensione del buffer allocato per \param{optval} non è sufficiente si
-avrà un errore.
+che viene usata come \textit{value result argument} per indicare, prima della
+chiamata della funzione, la lunghezza del buffer allocato per \param{optval} e
+per ricevere indietro, dopo la chiamata della funzione, la dimensione
+effettiva dei dati scritti su di esso. Se la dimensione del buffer allocato
+per \param{optval} non è sufficiente si avrà un errore.
\const{SO\_DONTROUTE}&$\bullet$&$\bullet$&$\bullet$&\texttt{int}&
Non invia attraverso un gateway.\\
\const{SO\_BROADCAST}&$\bullet$&$\bullet$&$\bullet$&\texttt{int}&
- Attiva o disattiva il \itindex{broadcast}
- \textit{broadcast}.\\
+ Attiva o disattiva il \textit{broadcast}.\\
\const{SO\_SNDBUF} &$\bullet$&$\bullet$& &\texttt{int}&
Imposta dimensione del buffer di trasmissione.\\
\const{SO\_RCVBUF} &$\bullet$&$\bullet$& &\texttt{int}&
separatamente in sez.~\ref{sec:sock_options_main}. Quello che segue è quindi
soltanto un elenco più dettagliato della breve descrizione di
tab.~\ref{tab:sock_opt_socklevel} sul significato delle varie opzioni:
-\begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.5cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
+\begin{basedescript}{\desclabelwidth{1.5cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
\item[\const{SO\_KEEPALIVE}] questa opzione abilita un meccanismo di verifica
della persistenza di una connessione associata al socket (ed è pertanto
di routing del kernel. Prende per \param{optval} un intero usato come valore
logico.
-\item[\const{SO\_BROADCAST}] questa opzione abilita il \itindex{broadcast}
- \textit{broadcast}; quanto abilitata i socket di tipo \const{SOCK\_DGRAM}
- riceveranno i pacchetti inviati all'indirizzo di \textit{broadcast}, e
- potranno scrivere pacchetti su tale indirizzo. Prende per \param{optval} un
- intero usato come valore logico. L'opzione non ha effetti su un socket di
- tipo \const{SOCK\_STREAM}.
+\item[\const{SO\_BROADCAST}] questa opzione abilita il \textit{broadcast};
+ quanto abilitata i socket di tipo \const{SOCK\_DGRAM} riceveranno i
+ pacchetti inviati all'indirizzo di \textit{broadcast}, e potranno scrivere
+ pacchetti su tale indirizzo. Prende per \param{optval} un intero usato come
+ valore logico. L'opzione non ha effetti su un socket di tipo
+ \const{SOCK\_STREAM}.
\item[\const{SO\_SNDBUF}] questa opzione imposta la dimensione del buffer di
trasmissione del socket. Prende per \param{optval} un intero indicante il
approfondimento sul significato delle opzioni generiche più importanti.
-\index{costante!{SO\_KEEPALIVE}@{{\tt {SO\_KEEPALIVE}}}|(}
+\constbeg{SO\_KEEPALIVE}
\subsubsection{L'opzione \const{SO\_KEEPALIVE}}
La prima opzione da approfondire è \const{SO\_KEEPALIVE} che permette di
connessione verrà pertanto eseguita o meno la sezione (\texttt{\small 14--17})
che esegue l'impostazione di \const{SO\_KEEPALIVE} sul socket connesso,
attivando il relativo comportamento.
-\index{costante!{SO\_KEEPALIVE}@{{\tt {SO\_KEEPALIVE}}}|)}
+\constend{SO\_KEEPALIVE}
-\index{costante!{SO\_REUSEADDR}@{{\tt {SO\_REUSEADDR}}}|(}
+\constbeg{SO\_REUSEADDR}
\subsubsection{L'opzione \const{SO\_REUSEADDR}}
La seconda opzione da approfondire è \const{SO\_REUSEADDR}, che consente di
\func{bind} su un indirizzo ed una porta che sono già \textsl{legati} ad un
altro socket. Questo ovviamente non ha senso per il normale traffico di rete,
in cui i pacchetti vengono scambiati direttamente fra due applicazioni; ma
-quando un sistema supporta il traffico in \itindex{multicast}
-\textit{multicast}, in cui una applicazione invia i pacchetti a molte altre
-(vedi sez.~\ref{sec:xxx_multicast}), allora ha senso che su una macchina i
-pacchetti provenienti dal traffico in \itindex{multicast} \textit{multicast}
+quando un sistema supporta il traffico in \textit{multicast}, allora ha senso
+che su una macchina i pacchetti provenienti dal traffico in \textit{multicast}
possano essere ricevuti da più applicazioni\footnote{l'esempio classico di
traffico in \textit{multicast} è quello di uno streaming di dati (audio,
video, ecc.), l'uso del \textit{multicast} consente in tal caso di
questo caso è perfettamente logico aspettarsi che sulla stessa macchina più
utenti possano lanciare un programma che permetta loro di ricevere gli
stessi dati.} o da diverse istanze della stessa applicazione.
-\itindex{multicast}
In questo caso utilizzando \const{SO\_REUSEADDR} si consente ad una
applicazione eseguire \func{bind} sulla stessa porta ed indirizzo usata da
la cosa non ha alcun senso per i socket TCP, ed infatti in questo tipo di
applicazione è normale l'uso del protocollo UDP). La regola è che quando si
hanno più applicazioni che hanno eseguito \func{bind} sulla stessa porta, di
-tutti pacchetti destinati ad un indirizzo di \itindex{broadcast}
-\textit{broadcast} o di \itindex{multicast} \textit{multicast} viene inviata
-una copia a ciascuna applicazione. Non è definito invece cosa accade qualora
-il pacchetto sia destinato ad un indirizzo normale (unicast).
+tutti pacchetti destinati ad un indirizzo di \textit{broadcast} o di
+\textit{multicast} viene inviata una copia a ciascuna applicazione. Non è
+definito invece cosa accade qualora il pacchetto sia destinato ad un indirizzo
+normale (unicast).
Essendo questo un caso particolare in alcuni sistemi (come BSD) è stata
introdotta una opzione ulteriore, \const{SO\_REUSEPORT} che richiede che detta
primo programma a consentirlo, avendo usato fin dall'inizio
\const{SO\_REUSEADDR}.}
-% TODO documentare SO_REUSEPORT, vedi https://lwn.net/Articles/542260/
-
+\constend{SO\_REUSEADDR}
-\index{costante!{SO\_REUSEADDR}@{{\tt {SO\_REUSEADDR}}}|)}
+% TODO documentare SO_REUSEPORT, vedi https://lwn.net/Articles/542260/
-\index{costante!{SO\_LINGER}@{{\tt {SO\_LINGER}}}|(}
+\constbeg{SO\_LINGER}
\subsubsection{L'opzione \const{SO\_LINGER}}
La terza opzione da approfondire è \const{SO\_LINGER}; essa, come il nome
\begin{figure}[!htb]
\footnotesize \centering
- \begin{minipage}[c]{\textwidth}
+ \begin{minipage}[c]{0.80\textwidth}
\includestruct{listati/linger.h}
\end{minipage}
\caption{La struttura \structd{linger} richiesta come valore dell'argomento
Un esempio di questo comportamento si può abilitare nel nostro client del
servizio \textit{echo} utilizzando l'opzione \texttt{-r}; riportiamo in
fig.~\ref{fig:TCP_echo_sixth} la sezione di codice che permette di introdurre
-questa funzionalità,; al solito il codice completo è disponibile nei sorgenti
+questa funzionalità; al solito il codice completo è disponibile nei sorgenti
allegati.
\begin{figure}[!htbp]
completamento della trasmissione dei dati sul buffer.} pari al valore
specificato in \var{l\_linger}.
-\index{costante!{SO\_LINGER}@{{\tt {SO\_LINGER}}}|)}
+\constend{SO\_LINGER}
livello da utilizzare è \const{SOL\_IP} (o l'equivalente \const{IPPROTO\_IP});
si è riportato un elenco di queste opzioni in tab.~\ref{tab:sock_opt_iplevel}.
Le costanti indicanti le opzioni e tutte le altre costanti ad esse collegate
-sono definite in \headfile{netinet/ip.h}, ed accessibili includendo detto
+sono definite in \headfiled{netinet/ip.h}, ed accessibili includendo detto
file.
\begin{table}[!htb]
\centering
\footnotesize
- \begin{tabular}[c]{|l|c|c|c|l|l|}
+ \begin{tabular}[c]{|l|c|c|c|l|p{6cm}|}
\hline
\textbf{Opzione}&\texttt{get}&\texttt{set}&\textbf{flag}&\textbf{Tipo}&
\textbf{Descrizione}\\
\const{IP\_ROUTER\_ALERT} &$\bullet$&$\bullet$&$\bullet$&\texttt{int}&
Imposta l'opzione \textit{IP router alert} sui pacchetti.\\
\const{IP\_MULTICAST\_TTL} &$\bullet$&$\bullet$& &\texttt{int}&
- Imposta il TTL per i pacchetti \itindex{multicast} \textit{multicast}.\\
+ Imposta il TTL per i pacchetti \textit{multicast}.\\
\const{IP\_MULTICAST\_LOOP} &$\bullet$&$\bullet$&$\bullet$&\texttt{int}&
- Controlla il reinvio a se stessi dei dati di \itindex{multicast}
- \textit{multicast}.\\
+ Controlla il reinvio a se stessi dei dati di \textit{multicast}.\\
\const{IP\_ADD\_MEMBERSHIP} & &$\bullet$& &\struct{ip\_mreqn}&
- Si unisce a un gruppo di \itindex{multicast} \textit{multicast}.\\
+ Si unisce a un gruppo di \textit{multicast}.\\
\const{IP\_DROP\_MEMBERSHIP}& &$\bullet$& &\struct{ip\_mreqn}&
Si sgancia da un gruppo di \textit{multicast}.\\
\const{IP\_MULTICAST\_IF} & &$\bullet$& &\struct{ip\_mreqn}&
- Imposta l'interfaccia locale di un socket \itindex{multicast}
- \textit{multicast}.\\
+ Imposta l'interfaccia locale di un socket \textit{multicast}.\\
\hline
\end{tabular}
\caption{Le opzioni disponibili al livello \const{SOL\_IP}.}
Le descrizioni riportate in tab.~\ref{tab:sock_opt_iplevel} sono estremamente
succinte, una maggiore quantità di dettagli sulle varie opzioni è fornita nel
seguente elenco:
-\begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.5cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
+\begin{basedescript}{\desclabelwidth{1.5cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
\item[\const{IP\_OPTIONS}] l'opzione permette di impostare o leggere le
\begin{figure}[!htb]
\footnotesize \centering
- \begin{minipage}[c]{\textwidth}
+ \begin{minipage}[c]{0.80\textwidth}
\includestruct{listati/pktinfo.h}
\end{minipage}
\caption{La struttura \structd{pktinfo} usata dall'opzione
sez.~\ref{sec:IP_options}) che devono essere inoltrati al socket
corrente. Può essere usata soltanto per socket di tipo raw.
-\itindbeg{multicast}
\item[\const{IP\_MULTICAST\_TTL}] L'opzione permette di impostare o leggere il
valore del campo TTL per i pacchetti \textit{multicast} in uscita associati
al socket. È importante che questo valore sia il più basso possibile, ed il
\begin{figure}[!htb]
\footnotesize \centering
- \begin{minipage}[c]{\textwidth}
+ \begin{minipage}[c]{0.80\textwidth}
\includestruct{listati/ip_mreqn.h}
\end{minipage}
\caption{La struttura \structd{ip\_mreqn} utilizzata dalle opzioni dei
% TODO chiarire quale è la struttura \struct{ip\_mreq}
-\itindend{multicast}
\end{basedescript}
dove sono elencate le rispettive costanti da utilizzare come valore per
l'argomento \param{optname}. Dette costanti e tutte le altre costanti e
strutture collegate all'uso delle opzioni TCP sono definite in
-\headfile{netinet/tcp.h}, ed accessibili includendo detto file.\footnote{in
+\headfiled{netinet/tcp.h}, ed accessibili includendo detto file.\footnote{in
realtà questo è il file usato dalle librerie; la definizione delle opzioni
effettivamente supportate da Linux si trova nel file
\texttt{include/linux/tcp.h} dei sorgenti del kernel, dal quale si sono
tab.~\ref{tab:sock_opt_tcplevel} sono estremamente sintetiche ed indicative,
la spiegazione del funzionamento delle singole opzioni con una maggiore
quantità di dettagli è fornita nel seguente elenco:
-\begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.5cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
-
+\begin{basedescript}{\desclabelwidth{1.5cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
\item[\const{TCP\_NODELAY}] il protocollo TCP utilizza un meccanismo di
bufferizzazione dei dati uscenti, per evitare la trasmissione di tanti
\begin{figure}[!htb]
\footnotesize \centering
- \begin{minipage}[c]{\textwidth}
+ \begin{minipage}[c]{0.80\textwidth}
\includestruct{listati/tcp_info.h}
\end{minipage}
\caption{La struttura \structd{tcp\_info} contenente le informazioni sul
\begin{table}[!htb]
\centering
\footnotesize
- \begin{tabular}[c]{|l|l|p{10cm}|}
+ \begin{tabular}[c]{|l|l|l|}
\hline
\textbf{Nome}&\textbf{Configurazione}&\textbf{Riferimento} \\
\hline
questo caso per poterle utilizzare occorrerà impostare l'opportuno valore per
l'argomento \param{level}, che è \const{SOL\_UDP} (o l'equivalente
\const{IPPROTO\_UDP}). Le costanti che identificano dette opzioni sono
-definite in \headfile{netinet/udp.h}, ed accessibili includendo detto
+definite in \headfiled{netinet/udp.h}, ed accessibili includendo detto
file.\footnote{come per TCP, la definizione delle opzioni effettivamente
supportate dal kernel si trova in realtà nel file
\texttt{include/linux/udp.h}, dal quale si sono estratte le costanti di
Ancora una volta le descrizioni contenute tab.~\ref{tab:sock_opt_udplevel}
sono un semplice riferimento, una maggiore quantità di dettagli sulle
caratteristiche delle opzioni citate è quello dell'elenco seguente:
-\begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.5cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
+\begin{basedescript}{\desclabelwidth{1.5cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
\item[\const{UDP\_CORK}] questa opzione ha l'identico effetto dell'analoga
\const{TCP\_CORK} vista in precedenza per il protocollo TCP, e quando
generico. Nell'elenco si illustrerà anche, per ciascuna operazione, il tipo di
dato usato come terzo argomento della funzione ed il significato che esso
viene ad assumere. Dato che in caso di lettura questi dati vengono restituiti
-come \itindex{value~result~argument} \textit{value result argument}, con
-queste operazioni il terzo argomento deve sempre essere passato come puntatore
-ad una variabile (o struttura) precedentemente allocata. Le costanti che
-identificano le operazioni sono le seguenti:
-\begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.5cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
+come \textit{value result argument}, con queste operazioni il terzo argomento
+deve sempre essere passato come puntatore ad una variabile (o struttura)
+precedentemente allocata. Le costanti che identificano le operazioni sono le
+seguenti:
+\begin{basedescript}{\desclabelwidth{1.5cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
\item[\const{SIOCGSTAMP}] restituisce il contenuto di una struttura
\struct{timeval} con la marca temporale dell'ultimo pacchetto ricevuto sul
socket, questa operazione può essere utilizzata per effettuare delle
\begin{figure}[!htb]
\footnotesize \centering
- \begin{minipage}[c]{\textwidth}
+ \begin{minipage}[c]{0.80\textwidth}
\includestruct{listati/ifreq.h}
\end{minipage}
\caption{La struttura \structd{ifreq} utilizzata dalle \func{ioctl} per le
dell'interfaccia su cui si vuole operare (ad esempio \texttt{eth0},
\texttt{ppp0}, ecc.), e si inseriscono (o ricevono) i valori relativi alle
diversa caratteristiche e funzionalità nel secondo campo, che come si può
-notare è definito come una \direct{union} proprio in quanto il suo significato
+notare è definito come una \dirct{union} proprio in quanto il suo significato
varia a secondo dell'operazione scelta.
Si tenga inoltre presente che alcune di queste operazioni (in particolare
richiedono i privilegi di amministratore o la \textit{capability}
\const{CAP\_NET\_ADMIN}, altrimenti si otterrà un errore di \errval{EPERM}.
Le costanti che identificano le operazioni disponibili sono le seguenti:
-\begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.7cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
+\begin{basedescript}{\desclabelwidth{1.5cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
\item[\const{SIOCGIFNAME}] questa è l'unica operazione che usa il campo
\var{ifr\_name} per restituire un risultato, tutte le altre lo utilizzano
per indicare l'interfaccia sulla quale operare. L'operazione richiede che si
\hline
\const{IFF\_UP} & L'interfaccia è attiva.\\
\const{IFF\_BROADCAST} & L'interfaccia ha impostato un indirizzo di
- \itindex{broadcast} \textit{broadcast} valido.\\
+ \textit{broadcast} valido.\\
\const{IFF\_DEBUG} & È attivo il flag interno di debug.\\
\const{IFF\_LOOPBACK} & L'interfaccia è una interfaccia di
\textit{loopback}.\\
pacchetti che vede passare, compresi quelli non
direttamente indirizzati a lei).\\
\const{IFF\_NOTRAILERS}& Evita l'uso di \textit{trailer} nei pacchetti.\\
- \const{IFF\_ALLMULTI} & Riceve tutti i pacchetti di \itindex{multicast}
- \textit{multicast}.\\
+ \const{IFF\_ALLMULTI} & Riceve tutti i pacchetti di \textit{multicast}.\\
\const{IFF\_MASTER} & L'interfaccia è il master di un bundle per il
bilanciamento di carico.\\
\const{IFF\_SLAVE} & L'interfaccia è uno slave di un bundle per il
bilanciamento di carico.\\
\const{IFF\_MULTICAST} & L'interfaccia ha il supporto per il
- \textit{multicast} \itindex{multicast} attivo.\\
+ \textit{multicast} attivo.\\
\const{IFF\_PORTSEL} & L'interfaccia può impostare i suoi parametri
hardware (con l'uso di \struct{ifmap}).\\
\const{IFF\_AUTOMEDIA} & L'interfaccia è in grado di selezionare
privilegiata.
\item[\const{SIOCSIFHWBROADCAST}] imposta l'indirizzo \textit{broadcast}
- \itindex{broadcast} hardware dell'interfaccia al valore specificato dal
- campo \var{ifr\_hwaddr}. L'operazione è privilegiata.
+ hardware dell'interfaccia al valore specificato dal campo
+ \var{ifr\_hwaddr}. L'operazione è privilegiata.
\item[\const{SIOCGIFMAP}] legge alcuni parametri hardware (memoria, interrupt,
canali di DMA) del driver dell'interfaccia specificata, restituendo i
\begin{figure}[!htb]
\footnotesize \centering
- \begin{minipage}[c]{\textwidth}
+ \begin{minipage}[c]{0.80\textwidth}
\includestruct{listati/ifmap.h}
\end{minipage}
\caption{La struttura \structd{ifmap} utilizzata per leggere ed impostare i
struttura \struct{ifmap}, secondo la definizione di
fig.~\ref{fig:netdevice_ifmap_struct}.
-\item[\const{SIOCADDMULTI}] aggiunge un indirizzo di \itindex{multicast}
- \textit{multicast} ai filtri del livello di collegamento associati
- dell'interfaccia. Si deve usare un indirizzo hardware da specificare
- attraverso il campo \var{ifr\_hwaddr}, che conterrà l'opportuna struttura
- \struct{sockaddr}; l'operazione è privilegiata. Per una modalità alternativa
- per eseguire la stessa operazione si possono usare i \textit{packet socket},
- vedi sez.~\ref{sec:packet_socket}.
+\item[\const{SIOCADDMULTI}] aggiunge un indirizzo di \textit{multicast} ai
+ filtri del livello di collegamento associati dell'interfaccia. Si deve usare
+ un indirizzo hardware da specificare attraverso il campo \var{ifr\_hwaddr},
+ che conterrà l'opportuna struttura \struct{sockaddr}; l'operazione è
+ privilegiata. Per una modalità alternativa per eseguire la stessa operazione
+ si possono usare i \textit{packet socket}, vedi
+ sez.~\ref{sec:packet_socket}.
-\item[\const{SIOCDELMULTI}] rimuove un indirizzo di \itindex{multicast}
- \textit{multicast} ai filtri del livello di collegamento dell'interfaccia,
- vuole un indirizzo hardware specificato come per \const{SIOCADDMULTI}. Anche
- questa operazione è privilegiata e può essere eseguita in forma alternativa
- con i \textit{packet socket}.
+\item[\const{SIOCDELMULTI}] rimuove un indirizzo di \textit{multicast} ai
+ filtri del livello di collegamento dell'interfaccia, vuole un indirizzo
+ hardware specificato come per \const{SIOCADDMULTI}. Anche questa operazione
+ è privilegiata e può essere eseguita in forma alternativa con i
+ \textit{packet socket}.
\item[\const{SIOCGIFTXQLEN}] permette di leggere la lunghezza della coda di
trasmissione del dispositivo associato all'interfaccia specificata nel campo
\begin{figure}[!htb]
\footnotesize \centering
- \begin{minipage}[c]{\textwidth}
+ \begin{minipage}[c]{0.80\textwidth}
\includestruct{listati/ifconf.h}
\end{minipage}
\caption{La struttura \structd{ifconf}.}
\var{ifc\_req}. Qualora il buffer sia stato allocato come una stringa, il suo
indirizzo potrà essere fornito usando il campo \var{ifc\_buf}.\footnote{si
noti che l'indirizzo del buffer è definito in \struct{ifconf} con una
- \direct{union}, questo consente di utilizzare una delle due forme a piacere.}
+ \dirct{union}, questo consente di utilizzare una delle due forme a piacere.}
La funzione restituisce nel buffer indicato una serie di strutture
\struct{ifreq} contenenti nel campo \var{ifr\_name} il nome dell'interfaccia e
relativa pagina di manuale, accessibile con \texttt{man 7 tcp}, e prevedono
come possibile valore per il secondo argomento della funzione le costanti
illustrate nell'elenco seguente; il terzo argomento della funzione, gestito
-come \itindex{value~result~argument} \textit{value result argument}, deve
-essere sempre il puntatore ad una variabile di tipo \ctyp{int}:
-\begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.5cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
+come \textit{value result argument}, deve essere sempre il puntatore ad una
+variabile di tipo \ctyp{int}:
+\begin{basedescript}{\desclabelwidth{1.5cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
\item[\const{SIOCINQ}] restituisce la quantità di dati non ancora letti
presenti nel buffer di ricezione; il socket non deve essere in stato
\texttt{LISTEN}, altrimenti si avrà un errore di \errval{EINVAL}.
Le operazioni di controllo disponibili per i socket UDP, anch'esse illustrate
dalla relativa pagina di manuale accessibile con \texttt{man 7 udp}, sono
quelle indicate dalle costanti del seguente elenco; come per i socket TCP il
-terzo argomento viene gestito come \itindex{value~result~argument}
-\textit{value result argument} e deve essere un puntatore ad una variabile di
-tipo \ctyp{int}:
-\begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.5cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
+terzo argomento viene gestito come \textit{value result argument} e deve
+essere un puntatore ad una variabile di tipo \ctyp{int}:
+\begin{basedescript}{\desclabelwidth{1.5cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
\item[\const{FIONREAD}] restituisce la dimensione in byte del primo pacchetto
in attesa di ricezione, o 0 qualora non ci sia nessun pacchetto.
\item[\const{TIOCOUTQ}] restituisce il numero di byte presenti nella coda di
avere abilitato l'opzione \texttt{CONFIG\_SYN\_COOKIES} nella compilazione
del kernel.} Prende un valore logico, e di default è disabilitato. Questa
funzionalità serve a fornire una protezione in caso di un attacco di tipo
- \index{SYN~flood} \textit{SYN flood}, e deve essere utilizzato come ultima
- risorsa dato che costituisce una violazione del protocollo TCP e confligge
- con altre funzionalità come le estensioni e può causare problemi per i
- client ed il reinoltro dei pacchetti.
+ \textit{SYN flood}, e deve essere utilizzato come ultima risorsa dato che
+ costituisce una violazione del protocollo TCP e confligge con altre
+ funzionalità come le estensioni e può causare problemi per i client ed il
+ reinoltro dei pacchetti.
\item[\sysctlrelfile{net/ipv4}{tcp\_syn\_retries}] imposta il numero
di tentativi di ritrasmissione dei pacchetti SYN di inizio connessione del