+\bodydesc{La funzione restituisce in caso di successo il puntatore ad una
+ struttura di tipo \struct{hostent} contenente i dati associati al nome a
+ dominio, o un puntatore nullo in caso di errore.}
+\end{functions}
+
+In questo caso la funzione prende un secondo argomento \param{af} che indica
+(i soli valori consentiti sono \const{AF\_INET} o \const{AF\_INET6}, per
+questo è necessario l'uso di \texttt{sys/socket.h}) la famiglia di indirizzi
+che dovrà essere utilizzata nei risultati restituiti dalla funzione. Per tutto
+il resto la funzione è identica a \func{gethostbyname}, ed identici sono i
+suoi risultati.
+
+\begin{figure}[!htb]
+ \footnotesize \centering
+ \begin{minipage}[c]{15cm}
+ \includecodesample{listati/myhost.c}
+ \end{minipage}
+ \normalsize
+ \caption{Esempio di codice per la risoluzione di un indirizzo.}
+ \label{fig:myhost_example}
+\end{figure}
+
+Vediamo allora un primo esempio dell'uso delle funzioni di risoluzione, in
+fig.~\ref{fig:myhost_example} è riportato un estratto del codice di un
+programma che esegue una semplice interrogazione al \textit{resolver} usando
+\func{gethostbyname} e poi ne stampa a video i risultati. Al solito il
+sorgente completo, he comprende il trattamento delle opzioni ed una funzione
+per stampare un messaggio di aiuto, è nel file \texttt{myhost.c} dei sorgenti
+allegati alla guida.
+
+Il programma richiede un solo argomento che specifichi il nome da cercare,
+senza il quale (\texttt{\small 12--15}) esce con un errore. Dopo di che
+(\texttt{\small 16}) si limita a chiamare \func{gethostbyname}, ricendo il
+risultato nel puntatore \var{data}. Questo (\texttt{\small 17--20}) viene
+controllato per rilevare eventuali errori, nel qual caso il programma esce
+dopo aver stampato un messaggio con \func{herror}.
+
+Se invece la risoluzione è andata a buon fine si inizia (\texttt{\small 21})
+con lo stampare il nome canonico, dopo di che (\texttt{\small 22--26}) si
+stampano eventuali altri nomi. Per questo prima (\texttt{\small 22}) si prende
+il puntatore alla cima della lista che contiene i nomi e poi (\texttt{\small
+ 23--26}) si esegue un ciclo che sarà ripetuto fin tanto che nella lista si
+troveranno dei puntatori validi\footnote{si ricordi che la lista viene
+ terminata da un puntatore nullo.} per le stringhe dei nomi; prima
+(\texttt{\small 24}) si stamperà la stringa e poi (\texttt{\small 25}) si
+provvederà ad incrementare il puntatore per passare al successivo elemento
+della lista.
+
+Una volta stampati i nomi si passerà a stampare gli indirizzi, il primo passo
+(\texttt{\small 27--34}) è allora quello di riconoscere il tipo di indirizzo
+sulla base del valore del campo \var{h\_addrtype}, stampandolo a video. Si è
+anche previsto di stampare un errore nel caso (che non dovrebbe mai accadere)
+di un indirizzo non valido.
+
+Infine (\texttt{\small 35--40}) si stamperanno i valori degli indirizzi, di
+nuovo (\texttt{\small 35}) si inizializzerà un puntatore alla cima della lista
+e si eseguirà un ciclo fintanto che questo punterà ad indirizzi validi in
+maniera analoga a quanto fatto in precedenza per i nomi a dominio. Si noti
+come, essendo il campo \var{h\_addr\_list} un puntatore ad strutture di
+indirizzi generiche, questo sia ancora di tipo \texttt{char **} e si possa
+riutilizzare lo stesso puntatore usato per i nomi.
+
+Per ciascun indirizzo valido si provvederà (\texttt{\small 37}) ad una
+conversione con la funzione \func{inet\_ntop} (vedi
+sez.~\ref{sec:sock_addr_func}) passandole gli opportuni argomenti, questa
+restituirà la stringa da stampare (\texttt{\small 38}) con il valore
+dell'indirizzo in \var{buffer}, che si è avuto la cura di dichiarare
+inizialmente (\texttt{\small 10}) con dimensioni adeguate; dato che la
+funzione è in grado di tenere conto automaticamente del tipo di indirizzo non
+ci sono precauzioni particolari da prendere.\footnote{volendo essere pignoli
+ si dovrebbe controllarne lo stato di uscita, lo si è tralasciato per non
+ appesantire il codice, dato che in caso di indirizzi non validi si sarebbe
+ avuto un errore con \func{gethostbyname}, ma si ricordi che la sicurezza non
+ è mai troppa.}
+
+Le funzioni illustrate finora hanno un difetto: utilizzando una area di
+memoria interna per allocare i contenuti della struttura \struct{hostent} non
+possono essere rientranti. Questo comporta anche che in due successive
+chiamate i dati potranno essere sovrascritti. Si tenga presente poi che
+copiare il contenuto della sola struttura non è sufficiente per salvare tutti
+i dati, in quanto questa contiene puntatori ad altri dati, che pure possono
+essere sovrascritti; per questo motivo, se si vuole salvare il risultato di
+una chiamata, occorrerà eseguire quella che si chiama una
+\index{\textit{deep~copy}}\textit{deep copy}.\footnote{si chiama così quella
+ tecnica per cui, quando si deve copiare il contenuto di una struttura
+ complessa (con puntatori che puntano ad altri dati, che a loro volta possono
+ essere puntatori ad altri dati) si deve copiare non solo il contenuto della
+ struttura, ma eseguire una scansione per risolvere anche tutti i puntatori
+ contenuti in essa (e così via se vi sono altre sottostrutture con altri
+ puntatori) e copiare anche i dati da questi referenziati.}
+
+Per ovviare a questi problemi nelle \acr{glibc} sono definite anche delle
+versioni rientranti delle precedenti funzioni, al solito queste sono
+caratterizzate dall'avere un suffisso \texttt{\_r}, pertanto avremo le due
+funzioni \funcd{gethostbyname\_r} e \funcd{gethostbyname2\_r} i cui prototipi
+sono:
+\begin{functions}
+ \headdecl{netdb.h}
+ \headdecl{sys/socket.h}
+ \funcdecl{int gethostbyname\_r(const char *name, struct hostent *ret,
+ char *buf, size\_t buflen, struct hostent **result, int *h\_errnop)}
+ \funcdecl{int gethostbyname2\_r(const char *name, int af,
+ struct hostent *ret, char *buf, size\_t buflen,
+ struct hostent **result, int *h\_errnop)}
+
+ Versioni rientranti delle funzioni \func{gethostbyname} e
+ \func{gethostbyname2}.
+
+ \bodydesc{Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo ed un valore
+ negativo in caso di errore.}
+\end{functions}
+
+Gli argomenti \param{name} (e \param{af} per \func{gethostbyname2\_r}) hanno
+lo stesso significato visto in precedenza. Tutti gli altri argomenti hanno lo
+stesso significato per entrambe le funzioni. Per evitare l'uso di variabili
+globali si dovrà allocare preventivamente una struttura \struct{hostent} in
+cui ricevere il risultato, passandone l'indirizzo alla funzione nell'argomento
+\param{ret}. Inoltre, dato che \struct{hostent} contiene dei puntatori, dovrà
+essere allocato anche un buffer in cui le funzioni possano scrivere tutti i
+dati del risultato dell'interrogazione da questi puntati; l'indirizzo e la
+lunghezza di questo buffer devono essere indicati con gli argomenti
+\param{buf} e \param{buflen}.
+
+Gli ultimi due argomenti vengono utilizzati per avere indietro i risultati
+come \index{\textit{value~result~argument}}\textit{value result argument}, si
+deve specificare l'indirizzo della variabile su cui la funzione dovrà salvare
+il codice di errore con \param{h\_errnop} e quello su cui dovrà salvare il
+puntatatore che si userà per accedere i dati con \param{result}.
+
+In caso di successo entrambe le funzioni restituiscono un valore nullo,
+altrimenti restituiscono un codice di errore negativo e all'indirizzo puntato
+da \param{result} sarà salvato un puntatore nullo, mentre a quello puntato da
+\param{h\_errnop} sarà salvato il valore del codice di errore, dato che per
+essere rientrante la funzione non può la variabile globale \var{h\_errno}. In
+questo caso il codice di errore, oltre ai valori di
+tab.~\ref{tab:h_errno_values}, può avere anche quello di \errcode{ERANGE}
+qualora il buffer allocato su \param{buf} non sia sufficiente a contenere i
+dati, in tal caso si dovrà semplicemente ripetere l'esecuzione della funzione
+con un buffer di dimensione maggiore.
+
+Una delle caratteristiche delle interrogazioni al servizio DNS è che queste
+sono normalmente eseguite con il protocollo UDP, ci sono casi in cui si
+preferisce che vengano usate connessioni permanenti con il protocollo TCP. Per
+ottenere\footnote{si potrebbero impostare direttamente le opzioni di
+ \var{\_\_res.options}, ma queste funzioni permettono di semplificare la
+ procedura.} questo sono previste delle funzioni apposite; la prima è
+\funcd{sethostent}, il cui prototipo è:
+\begin{prototype}{netdb.h}
+{void sethostent(int stayopen)}
+
+Richiede l'uso di connessioni per le interrogazioni ad un server DNS.
+
+\bodydesc{La funzione non restituisce nulla.}
+\end{prototype}
+
+La funzione permette di richiedere l'uso di connessioni TCP per la richiesta
+dei dati, e che queste restino aperte per successive richieste. Il valore
+dell'argomento \param{stayopen} indica se attivare questa funzionalità, un
+valore pari a 1 (o diverso da zero), che indica una condizione vera in C,
+attiva la funzionalità. Come si attiva l'uso delle connessioni TCP lo si può
+disattivare con la funzione \funcd{endhostent}; il suo prototipo è:
+\begin{prototype}{netdb.h}
+{void endhostent(void)}
+
+Disattiva l'uso di connessioni per le interrogazioni ad un server DNS.
+
+\bodydesc{La funzione non restituisce nulla.}
+\end{prototype}
+\noindent e come si può vedere la funzione è estremamente semplice, non
+richiedendo nessun argomento.
+
+
+Infine si può richiedere la risoluzione inversa di un indirizzo IP od IPv6,
+per ottenerne il nome a dominio ad esso associato, per fare questo si può
+usare la funzione \funcd{gethostbyaddr}, il cui prototipo è:
+\begin{functions}
+ \headdecl{netdb.h}
+ \headdecl{sys/socket.h}
+ \funcdecl{struct hostent *gethostbyaddr(const char *addr, int len, int
+ type)}
+
+ Richiede la risoluzione inversa di un indirizzo IP.
+
+ \bodydesc{La funzione restituisce l'indirizzo ad una struttura
+ \struct{hostent} in caso di successo ed \const{NULL} in caso di errore.}
+\end{functions}