indefiniti. Nel caso delle \acr{glibc} è stata usata una implementazione
completamente indipendente e questi problemi non ci sono.
-La granularità di \func{sleep} è
+La granularità di \func{sleep} permette di specificare attese in secondi, per
+questo sia sotto BSD4.3 che in SUSv2 è stata definita la funzione
+\func{usleep} (dove la \texttt{u} è intesa come sostituzione di $\mu$); i due
+standard hanno delle definizioni diverse, ma le \acr{glibc}
+seguono\footnote{secondo la man page almeno dalla versione 2.2.2.} seguono
+quella di SUSv2 che prevede il seguente prototipo:
+\begin{prototype}{unistd.h}{int usleep(unsigned long usec)}
+
+ Pone il processo in stato di sleep per \param{usec} microsecondi.
+
+ \bodydesc{La funzione restituisce zero se l'attesa viene completata, o -1 in
+ caso di errore, nel qual caso \var{errno} è settata a \macro{EINTR}.}
+
+\end{prototype}
+Anche questa funzione a seconda delle implementazioni può presentare problemi
+nell'interazione con \func{alarm} e \macro{SIGALRM}, ed è pertanto deprecata
+in favore di \func{nanosleep}, definita dallo standard POSIX1.b, il cui
+prototipo è:
+\begin{prototype}{unistd.h}{int nanosleep(const struct timespec *req, struct
+ timespec *rem)}
+
+ Pone il processo in stato di sleep per il tempo specificato da \param{req}.
+ In caso di interruzione restituisce il tempo restante in \param{rem}.
+
+ \bodydesc{La funzione restituisce zero se l'attesa viene completata, o -1 in
+ caso di errore, nel qual caso \var{errno} è settata a
+ \begin{errlist}
+ \item[\macro{EINVAL}] si è specificato un numero di secondi negativo o un
+ numero di nanosecondi maggiore di 999.999.999.
+ \item[\macro{EINTR}] la funzione è stata interrotta da un segnale.
+ \end{errlist}}
+\end{prototype}
+Lo standard richiede che la funzione sia implementata in maniera del tutto
+indipendente da \func{alarm}\footnote{nel caso di Linux questo è fatto
+ utilizzando direttamente il timer del kernel.} e sia utilizzabile senza
+interferenze con l'uso di \macro{SIGALRM}. La funzione prende come parametri
+delle strutture di tipo \var{timespec}, la cui definizione è riportata in
+\figref{fig:sig_timespec_def}, che permettono di specificare un tempo con una
+precisione (teorica) fino al nanosecondo.
+
+\begin{figure}[!htb]
+ \footnotesize \centering
+ \begin{minipage}[c]{15cm}
+ \begin{lstlisting}[labelstep=0,frame=,indent=1cm]{}
+struct timespec
+{
+ time_t tv_sec; /* seconds */
+ long tv_nsec; /* nanoseconds */
+};
+ \end{lstlisting}
+ \end{minipage}
+ \normalsize
+ \caption{La struttura \var{timespec} di \func{nanosleep}.}
+ \label{fig:sig_timespec_def}
+\end{figure}
+
+La
-Come accennato è possibile implementare \func{sleep} a partire da dall'uso di
-\func{pause} e \func{alarm};
\subsection{La gestione di \macro{SIGCHLD}}
conclusione di un processo è quella di inviare questo segnale al
padre;\footnote{in realtà in SRV4 eredita la semantica di System V, in cui il
segnale si chiama \macro{SIGCLD} e viene trattato in maniera speciale; se si
- setta esplicitamente l'azione a \macro{SIG_IGN} il segnale non viene
+ setta esplicitamente l'azione a \macro{SIG\_IGN} il segnale non viene
generato ed il sistema non genera zombie (lo stato di terminazione viene
scartato senza dover chiamare una wait), l'azione di default è sempre quella
di ignorare il segnale, ma non attiva questo comportamento. Linux, come BSD
\label{sec:sig_control}
+\subsection{Un esempio di problema}
+\label{sec:sig_example}
+
+Come accennato è possibile implementare \func{sleep} a partire da dall'uso di
+\func{pause} e \func{alarm};
+
\subsection{Le funzioni \func{sigprocmask} e \func{sigpending}}