+Se invece si vuole fare attendere un processo per un determinato intervallo di
+tempo lo standard POSIX.1 definisce la funzione \func{sleep}, il cui prototipo
+è:
+\begin{prototype}{unistd.h}{unsigned int sleep(unsigned int seconds)}
+
+ Pone il processo in stato di sleep per \param{seconds} secondi.
+
+ \bodydesc{La funzione restituisce zero se l'attesa viene completata, o il
+ numero di secondi restanti se viene interrotta da un segnale.}
+\end{prototype}
+
+La funzione attende per il tempo specificato, a meno di non essere interrotta
+da un segnale. In questo caso non è una buona idea ripetere la chiamata per il
+tempo rimanente, in quanto la riattivazione del processo può avvenire in un
+qualunque momento, ma il valore restituito sarà sempre arrotondato al secondo,
+con la conseguenza che, se la successione dei segnali è particolarmente
+sfortunata, si potranno avere ritardi anche di parecchi secondi. In genere la
+scelta più sicura è quella di stabilire un termine per l'attesa, e ricalcolare
+tutte le volte il numero di secondi da aspettare.
+
+In alcune implementazioni inoltre l'uso di \func{sleep} può avere conflitti
+con quello di \macro{SIGALRM}, dato che la funzione può essere realizzata
+attraverso \func{pause} e \func{alarm} (in maniera analoga all'esempio che
+vedremo fra poco). In tal caso mescolare chiamata di \func{alarm} e
+\func{sleep} o modificare l'azione di \macro{SIGALRM}, può causare risultati
+indefiniti. Nel caso delle \acr{glibc} è stata usata una implementazione
+completamente indipendente e questi problemi non ci sono.
+
+La granularità di \func{sleep} è
+
+
+
+Come accennato è possibile implementare \func{sleep} a partire da dall'uso di
+\func{pause} e \func{alarm};
+