+Raccogliamo qui infine usa serie di segnali che hanno scopi differenti non
+classificabili in maniera omogenea. Questi segnali sono:
+\begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.0cm}}
+\item[\macro{SIGUSR1} e \macro{SIGUSR2}] Sono due segnali a disposizione
+ dell'utente che li può usare per quello che vuole. Possono essere utili per
+ implementare una comunicazione elementare fra processi diversi, o per
+ eseguire a richiesta una operazione utilizzando un manipolatore. L'azione di
+ default è terminare il processo.
+\item[\macro{SIGWINCH}] Il nome sta per \textit{window (size) change} ed è
+ generato da molti sistemi (GNU/Linux compreso) quando le dimensioni (in
+ righe e colonne) di un terminale vengono cambiate. Viene usato da alcuni
+ programmi testuali per riformattare l'uscita su schermo quando si cambia
+ dimensione a quest'ultimo. L'azione di default è di essere ignorato.
+\item[\macro{SIGINFO}] Il segnale indica una richiesta di informazioni. È
+ usato con il controllo di sessione, causa la stampa di informazioni da parte
+ del processo leader del gruppo associato al terminale di controllo, gli
+ altri processi lo ignorano.
+\end{basedescript}
+
+
+\subsection{Le funzioni \func{strsignal} e \func{psignal}}
+\label{sec:sig_strsignal}
+
+Per la descrizione dei segnali il sistema mette a disposizione due funzioni,
+\func{strsignal} e \func{psignal}, che stampano un messaggio di descrizione
+dato il numero. In genere si usano quando si vuole notificare all'utente il
+segnale avvenuto (nel caso di terminazione di un processo figlio o di un
+manipolatore che gestisce più segnali); la prima funzione è una estensione
+GNU, accessibile avendo definito \macro{\_GNU\_SOURCE}, ed è analoga alla
+funzione \func{strerror} (si veda \secref{sec:sys_strerror}) per gli errori:
+\begin{prototype}{string.h}{char *strsignal(int signum)}
+ Ritorna il puntatore ad una stringa che contiene la descrizione del segnale
+ \var{signum}.
+\end{prototype}
+\noindent dato che la stringa è allocata staticamente non se ne deve
+modificare il contenuto, che resta valido solo fino alla successiva chiamata
+di \func{strsignal}. Nel caso si debba mantenere traccia del messaggio sarà
+necessario copiarlo.
+
+La seconda funzione deriva da BSD ed è analoga alla funzione \func{perror}
+descritta in \secref{sec:sys_strerror}; il suo prototipo è:
+\begin{prototype}{signal.h}{void psignal(int sig, const char *s)}
+ Stampa sullo standard error un messaggio costituito dalla stringa \param{s},
+ seguita da due punti ed una descrizione del segnale indicato da \param{sig}.
+\end{prototype}
+
+Una modalità alternativa per utilizzare le descrizioni restituite da
+\func{strsignal} e \func{psignal} è quello di fare usare la variabile
+\var{sys\_siglist}, che può essere acceduta dichiarando:
+\begin{lstlisting}[labelstep=0,frame=,indent=1cm]{}
+ extern const char *const sys_siglist[]
+\end{lstlisting}
+\var{sys\_siglist} contiene le stringhe di descrizione indicizzate per numero
+di segnale, per cui \code{char *decr = strsignal(SIGINT)} può essere
+sostituito dall'equivalente \code{char *decr = sys\_siglist[SIGINT]}.
+
+
+
+\section{La gestione dei segnali}
+\label{sec:sig_handlers}
+
+I segnali sono il primo e più classico esempio di eventi asincroni, che
+possono accadere in un qualunque momento durante l'esecuzione di un programma.
+Non essendo sotto il controllo del programma la gestione dei segnali non potrà
+essere controllata all'interno del flusso di esecuzione di quest'ultimo, ma
+tutto quello che si potrà fare è di specificare (al kernel, che li genera)
+quale azione andrà intrapresa quando essi si verificano.
+
+In questa sezione vedremo allora come si gestiscono i segnali, esaminando le
+funzioni che si usano per effettuare la gestione dei segnali ed analizzando le
+problematiche relative alla gestione di eventi asincroni di questo tipo.
+
+
+\subsection{La funzione \func{signal}}
+\label{sec:sig_signal}
+
+L'interfaccia più semplice alla manipolazione dei segnali è costituita dalla
+funzione \func{signal}; questa funzione è definita fin dallo standard ANSI C
+che però non considera sistemi multitasking, per cui la sua definizione in
+tale standard è tanto vaga da essere del tutto inutile in un sistema unix, per
+questo ogni implementazione successiva ne ha modificato e ridefinito il
+comportamento, pur mantenendone immutato il prototipo\footnote{in realtà
+ alcune vecchie implementazioni (SVR4 e 4.3+BSD) usano parametri aggiuntivi
+ per definire il comportamento della funzione} che è:
+\begin{prototype}{signal.h}
+ {sighandler\_t signal(int signum, sighandler\_t handler)}
+
+ Installa una nuova funzione di gestione (manipolatore) per il segnale
+ \param{signum}, usando il manipolatore \param{handler}.
+
+ \bodydesc{La funzione ritorna il precedente manipolatore in caso di successo
+ o \macro{SIG\_ERR} in caso di errore.}
+\end{prototype}
+
+In questa definizione si è usato il tipo \type{sighandler\_t} che è una
+estensione GNU definita in Linux che permette di riscrivere il prototipo in
+forma più leggibile dell'originario \code{void (*signal(int signum, void
+ (*handler)(int)))int)}, e che è sostanzialmente equivalente alla
+definizione:
+\begin{verbatim}
+ typedef void (* sighandler_t)(int)
+\end{verbatim}
+cioè un puntatore ad una funzione di tipo \type{void} con un parametro di tipo
+\type{int}\footnote{si devono usare le parentesi intorno al nome della
+ funzione per via delle precedenze degli operatori del C, senza di esse si
+ sarebbe definita una funzione che ritorna un puntatore a \type{void} e non
+ un puntatore ad una funzione \type{void}}.
+
+Il numero di segnale passato in \param{signum} segnale può essere indicato
+direttamente con una delle costanti definite in \secref{sec:sig_standard}, il
+manipolatore \param{handler} invece, oltre all'indirizzo della funzione da
+chiamare all'occorrenza del segnale, può assumere anche i valori costanti
+\macro{SIG\_IGN} con cui si dice ignorare il segnale e \macro{SIG\_DFL} per
+installare l'azione di di default (si ricordi però che i due segnali
+\macro{SIGKILL} e \macro{SIGSTOP} non possono essere ignorati né
+intercettati).
+
+
+\subsection{Funzioni rientranti e default dei segnali}
+\label{sec:sig_reentrant}
+
+
+
+
+
+\subsection{La funzione \func{sigpending}}
+\label{sec:sig_sigpending}