situazione precedente.
\item[\macro{SIGXCPU}] Sta per \textit{CPU time limit exceeded}. Questo
segnale è generato quando un processo eccede il limite impostato per il
- tempo di CPU disponibile, vedi \secref{sec:sys_xxx}.
+ tempo di CPU disponibile, vedi \secref{sec:sys_resource_limit}.
\item[\macro{SIGXFSZ}] Sta per \textit{File size limit exceeded}. Questo
segnale è generato quando un processo tenta di estendere un file oltre le
dimensioni specificate dal limite impostato per le dimensioni massime di un
- file, vedi \secref{sec:sys_xxx}.
+ file, vedi \secref{sec:sys_resource_limit}.
\end{basedescript}
necessario copiarlo.
La seconda funzione deriva da BSD ed è analoga alla funzione \func{perror}
-descritta in \secref{sec:sys_strerror}; il suo prototipo è:
+descritta sempre in \secref{sec:sys_strerror}; il suo prototipo è:
\begin{prototype}{signal.h}{void psignal(int sig, const char *s)}
Stampa sullo standard error un messaggio costituito dalla stringa \param{s},
seguita da due punti ed una descrizione del segnale indicato da \param{sig}.
struct timeval it_interval; /* next value */
struct timeval it_value; /* current value */
};
-
-struct timeval
-{
- long tv_sec; /* seconds */
- long tv_usec; /* microseconds */
-};
\end{lstlisting}
\end{minipage}
\normalsize
indipendente da \func{alarm}\footnote{nel caso di Linux questo è fatto
utilizzando direttamente il timer del kernel.} e sia utilizzabile senza
interferenze con l'uso di \macro{SIGALRM}. La funzione prende come parametri
-delle strutture di tipo \var{timespec}, la cui definizione è riportata in
-\figref{fig:sig_timespec_def}, che permettono di specificare un tempo con una
-precisione (teorica) fino al nanosecondo.
+delle strutture di tipo \var{timespec}, la cui definizione è riportata in
+\figref{fig:sys_timeval_struct}, che permettono di specificare un tempo con
+una precisione (teorica) fino al nanosecondo.
La funzione risolve anche il problema di proseguire l'attesa dopo
l'interruzione dovuta ad un segnale; infatti in tal caso in \param{rem} viene
questo motivo il valore restituito in \param{rem} è sempre arrotondato al
multiplo successivo di 1/\macro{HZ}.
-\begin{figure}[!htb]
- \footnotesize \centering
- \begin{minipage}[c]{15cm}
- \begin{lstlisting}[labelstep=0]{}%,frame=,indent=1cm]{}
-struct timespec {
- time_t tv_sec; /* seconds */
- long tv_nsec; /* nanoseconds */
-};
- \end{lstlisting}
- \end{minipage}
- \normalsize
- \caption{La struttura \var{timespec} di \func{nanosleep}.}
- \label{fig:sig_timespec_def}
-\end{figure}
-
In realtà è possibile ottenere anche pause più precise del centesimo di
secondo usando politiche di scheduling real time come \macro{SCHED\_FIFO} o
\macro{SCHED\_RR}; in tal caso infatti il meccanismo di scheduling ordinario
allarme avesse interrotto un altro manipolatore questo non sarebbe stato
eseguito correttamente; la cosa poteva essere prevenuta installando gli altri
manipolatori usando \var{sa\_mask} per bloccare \macro{SIGALRM} durante la
-loro esecuzione.
-Il valore di \var{sa\_flag} permette di specificare vari aspetti del
-comportamento di \func{sigaction}, e della reazione del processo ai vari
-segnali; i valori possibili ed il relativo significato sono riportati in
-\tabref{tab:sig_sa_flag}.
+loro esecuzione. Il valore di \var{sa\_flag} permette di specificare vari
+aspetti del comportamento di \func{sigaction}, e della reazione del processo
+ai vari segnali; i valori possibili ed il relativo significato sono riportati
+in \tabref{tab:sig_sa_flag}.
\begin{table}[htb]
\footnotesize
l'uso di \func{signal} a favore di \func{sigaction}.
Per questo motivo si è provveduto, per mantenere un'interfaccia semplificata
-che abbia le stesse caratteristiche di \func{signal} a definire una funzione
-equivalente (che si trova come \code{inline} nel file \file{wrapper.h} dei
-sorgenti allegati) \code{Signal}, riportata in \figref{fig:sig_Signal_code}.
+che abbia le stesse caratteristiche di \func{signal}, a definire una funzione
+equivalente attraverso \func{sigaction}; la funzione è \code{Signal}, e si
+trova definita come \code{inline} nel file \file{wrapper.h} (nei sorgenti
+allegati), riportata in \figref{fig:sig_Signal_code}. La riutilizzeremo spesso
+in seguito.
\begin{figure}[!htb]
\footnotesize \centering
Resta quindi il problema di cosa succede alla maschera dei segnali quando si
esce da un manipolatore usando questa funzione. Il comportamento dipende
dall'implementazione; in particolare BSD ripristina la maschera dei segnali
-precedente l'invocazione, come per un normale ritorno, mentre SYSV no. Lo
+precedente l'invocazione, come per un normale ritorno, mentre System V no. Lo
standard POSIX.1 non specifica questo comportamento per \func{setjmp} e
\func{longjmp}, ed il comportamento delle \acr{glibc} dipende da quale delle
caratteristiche si sono abilitate con le macro viste in
-\secref{sec:intro_gcc_glibc_std}.
+\secref{sec:intro_gcc_glibc_std}.
Lo standard POSIX però prevede anche la presenza di altre due funzioni
\func{sigsetjmp} e \func{siglongjmp}, che permettono di decidere quale dei due
parte l'uso di \type{sigjmp\_buf} per \param{env}, è assolutamente identica a
\func{longjmp}.
+\begin{prototype}{signal.h}
+{int sigaltstack(const stack\_t *ss, stack\_t *oss)}
+
+Installa un nuovo stack per i segnali.
+
+ \bodydesc{La funzione restituisce zero in caso di successo e -1 per un
+ errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori:
+
+ \begin{errlist}
+ \item[\macro{ENOMEM}] La dimensione specificata per il nuovo stack è minore
+ di \macro{MINSIGSTKSZ}.
+ \item[\macro{EPERM}] Uno degli indirizzi non è valido.
+ \item[\macro{EFAULT}] Si è cercato di cambiare lo stack alternativo mentre
+ questo è attivo (cioè il processo è in esecuzione su di esso).
+ \item[\macro{EINVAL}] \param{ss} non è nullo e \var{ss\_flags} contiene un
+ valore diverso da zero che non è \macro{SS\_DISABLE}.
+ \end{errlist}}
+\end{prototype}