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\begin{figure}[!htb]
\centering \includegraphics[width=14cm]{img/task_struct}
- \caption{Schema semplificato dell'architettura delle strutture usate dal
- kernel nella gestione dei processi.}
+ \caption{Schema semplificato dell'architettura delle strutture (
+ \kstructd{task\_struct}, \kstructd{fs\_struct}, \kstructd{file\_struct})
+ usate dal kernel nella gestione dei processi.}
\label{fig:proc_task_struct}
\end{figure}
\constd{PID\_MAX} nei file \file{threads.h} e \file{fork.c} dei sorgenti del
kernel, con il 2.6.x e la nuova interfaccia per i \textit{thread} anche il
meccanismo di allocazione dei \ids{PID} è stato modificato ed il valore
- massimo è impostabile attraverso il file \sysctlfile{kernel/pid\_max} e di
+ massimo è impostabile attraverso il file \sysctlfiled{kernel/pid\_max} e di
default vale 32768.} che serve a riservare i \ids{PID} più bassi ai processi
eseguiti direttamente dal kernel. Per questo motivo, come visto in
sez.~\ref{sec:proc_hierarchy}, il processo di avvio (\cmd{init}) ha sempre il
\constd{WEXITED} & Ritorna quando un processo figlio è terminato.\\
\constd{WNOHANG} & Ritorna immediatamente anche se non c'è niente da
notificare.\\
- \constd{WSTOPPED} & Ritorna quando un processo figlio è stato fermato.\\
- \constd{WCONTINUED}& Ritorna quando un processo figlio che era stato
+ \constd{WSTOPPED} & Ritorna quando un processo figlio è stato fermato.\\
+ \const{WCONTINUED} & Ritorna quando un processo figlio che era stato
fermato ha ripreso l'esecuzione.\\
\constd{WNOWAIT} & Lascia il processo ancora in attesa di ricezione, così
che una successiva chiamata possa di nuovo riceverne
suoi vari campi in sez.~\ref{sec:sig_sigaction}, per quanto ci interessa qui
basta dire che al ritorno di \func{waitid} verranno avvalorati i seguenti
campi:
-\begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.0cm}}
+\begin{basedescript}{\desclabelwidth{1.8cm}}
\item[\var{si\_pid}] con il \ids{PID} del figlio.
\item[\var{si\_uid}] con l'\textsl{user-ID reale} (vedi
sez.~\ref{sec:proc_perms}) del figlio.
probabile che non il relativo supporto non sia disponibile. Se il programma è
in formato ELF per caricare le librerie dinamiche viene usato l'interprete
indicato nel segmento \constd{PT\_INTERP} previsto dal formato stesso, in
-genere questo è \sysfile{/lib/ld-linux.so.1} per programmi collegati con la
-\acr{libc5}, e \sysfile{/lib/ld-linux.so.2} per programmi collegati con la
+genere questo è \sysfiled{/lib/ld-linux.so.1} per programmi collegati con la
+\acr{libc5}, e \sysfiled{/lib/ld-linux.so.2} per programmi collegati con la
\acr{glibc}.
Infine nel caso il programma che si vuole eseguire sia uno script e non un
necessita di privilegi aggiuntivi, ed eventualmente tornare indietro.
Come esempio per chiarire l'uso di queste funzioni prendiamo quello con cui
-viene gestito l'accesso al file \sysfile{/var/run/utmp}. In questo file viene
+viene gestito l'accesso al file \sysfiled{/var/run/utmp}. In questo file viene
registrato chi sta usando il sistema al momento corrente; chiaramente non può
essere lasciato aperto in scrittura a qualunque utente, che potrebbe
falsificare la registrazione. Per questo motivo questo file (e l'analogo
-\sysfile{/var/log/wtmp} su cui vengono registrati login e logout) appartengono
+\sysfiled{/var/log/wtmp} su cui vengono registrati login e logout) appartengono
ad un gruppo dedicato (in genere \acr{utmp}) ed i programmi che devono
accedervi (ad esempio tutti i programmi di terminale in X, o il programma
\cmd{screen} che crea terminali multipli su una console) appartengono a questo
originari per quanto riguarda tutti gli altri controlli di accesso, così che
l'utente non possa inviare segnali al server NFS.
-Le due funzioni di sistema usate per cambiare questi identificatori sono
-\funcd{setfsuid} e \funcd{setfsgid}, ed ovviamente sono specifiche di Linux e
-non devono essere usate se si intendono scrivere programmi portabili; i loro
-prototipi sono:
+Le due funzioni di sistema usate appositamente per cambiare questi
+identificatori sono \funcd{setfsuid} e \funcd{setfsgid} ovviamente sono
+specifiche di Linux e non devono essere usate se si intendono scrivere
+programmi portabili; i loro prototipi sono:
\begin{funcproto}{
\fhead{sys/fsuid.h}
la priorità dinamica determinata dal valore di \textit{nice}, che deve essere
impostato con le funzioni viste in precedenza.
-Lo standard POSIX.1b prevede inoltre che l'intervallo dei valori delle
-priorità statiche possa essere ottenuto con le funzioni di sistema
+Lo standard POSIX.1b prevede che l'intervallo dei valori delle priorità
+statiche possa essere ottenuto con le funzioni di sistema
\funcd{sched\_get\_priority\_max} e \funcd{sched\_get\_priority\_min}, i cui
prototipi sono:
politica ordinaria essa ha senso soltanto per quelli \textit{real-time}, dato
che per i primi la priorità statica può essere soltanto nulla. La
disponibilità di entrambe le funzioni può essere verificata controllando la
-macro \macrod{\_POSIX\_PRIORITY\_SCHEDULING} che è definita
-nell'\textit{header file} \headfiled{sched.h}.
+macro \macro{\_POSIX\_PRIORITY\_SCHEDULING} che è definita nell'\textit{header
+ file} \headfiled{sched.h}.
Se invece si vuole sapere quale è politica di \textit{scheduling} di un
processo si può usare la funzione di sistema \funcd{sched\_getscheduler}, il
cambiato ed un processo che chiama la funzione viene inserito nella lista dei
processi inattivo, con un tempo molto maggiore.\footnote{è comunque possibile
ripristinare un comportamento analogo al precedente scrivendo il valore 1
- nel file \sysctlfile{kernel/sched\_compat\_yield}.}
+ nel file \sysctlfiled{kernel/sched\_compat\_yield}.}
L'uso delle funzione nella programmazione ordinaria può essere utile e
migliorare le prestazioni generali del sistema quando si è appena rilasciata
possibilità di approfittarne mettendoli in esecuzione, ma chiamarla senza
necessità, specie se questo avviene ripetutamente all'interno di un qualche
ciclo, può avere invece un forte impatto negativo per la generazione di
-\itindex{contest~switch} \textit{contest switch} inutili.
+\textit{context switch} inutili.
\subsection{Il controllo dello \textit{scheduler} per i sistemi
Dato che il numero di processori può variare a seconda delle architetture, per
semplificare l'uso dell'argomento \param{mask} la \acr{glibc} ha introdotto un
-apposito dato di tipo, \type{cpu\_set\_t},\footnote{questa è una estensione
+apposito dato di tipo, \typed{cpu\_set\_t},\footnote{questa è una estensione
specifica della \acr{glibc}, da attivare definendo la macro
\macro{\_GNU\_SOURCE}, non esiste infatti una standardizzazione per questo
tipo di interfaccia e POSIX al momento non prevede nulla al riguardo.} che
\fdecl{void \macrod{CPU\_ZERO}(cpu\_set\_t *set)}
\fdesc{Inizializza un insieme di processori vuoto \param{set}.}
\fdecl{void \macrod{CPU\_SET}(int cpu, cpu\_set\_t *set)}
-\fdesc{Inserisce il processore \param{cpu} nell'insieme di processori \param{set}.}
+\fdesc{Inserisce il processore \param{cpu} nell'insieme di
+ processori \param{set}.}
\fdecl{void \macrod{CPU\_CLR}(int cpu, cpu\_set\_t *set)}
-\fdesc{Rimuove il processore \param{cpu} nell'insieme di processori \param{set}.}
+\fdesc{Rimuove il processore \param{cpu} nell'insieme di
+ processori \param{set}.}
\fdecl{int \macrod{CPU\_ISSET}(int cpu, cpu\_set\_t *set)}
-\fdesc{Controlla se il processore \param{cpu} è nell'insieme di processori \param{set}.}
+\fdesc{Controlla se il processore \param{cpu} è nell'insieme di
+ processori \param{set}.}
}
\end{funcbox}}
Il comportamento di default prevede che per tutti i processi si applichi la
politica generale di sistema definita nel file
- \sysctlfile{vm/memory\_failure\_early\_kill}, ma specificando
+ \sysctlfiled{vm/memory\_failure\_early\_kill}, ma specificando
per \param{arg2} il valore \constd{PR\_MCE\_KILL\_SET} è possibile impostare
con il contenuto di \param{arg3} una politica specifica del processo
chiamante. Si può tornare alla politica di default del sistema utilizzando
% codice e dati, stack, brack pointer ecc. vedi
% http://git.kernel.org/linus/f606b77f1a9e362451aca8f81d8f36a3a112139e
+% TODO documentare ARCH_SET_CPUID e ARCH_GET_CPUID, introdotte con il kernel
+% 4.12, vedi https://lwn.net/Articles/721182/
+
\label{sec:prctl_operation}
\end{basedescript}
% \item[\constd{CLONE\_NEWPID}]
% \item[\constd{CLONE\_NEWUTS}]
+
+% TODO trattare CLONE_NEWCGROUP introdotto con il kernel 4.6, vedi
+% http://lwn.net/Articles/680566/
+
\item[\constd{CLONE\_PARENT}]
\item[\constd{CLONE\_PARENT\_SETTID}]
\item[\constd{CLONE\_PID}]
% http://lwn.net/Articles/531498/
+% TODO trattare le funzioni di protezione della memoria pkey_alloc, pkey_free,
+% pkey_mprotect, introdotte con il kernel 4.8, vedi
+% http://lwn.net/Articles/689395/ e Documentation/x86/protection-keys.txt
+
%TODO trattare kcmp aggiunta con il kernel 3.5, vedi
% https://lwn.net/Articles/478111/
%TODO trattare membarrier, introdotta con il kernel 4.3
% vedi http://lwn.net/Articles/369567/ http://lwn.net/Articles/369640/
% http://git.kernel.org/cgit/linux/kernel/git/torvalds/linux.git/commit/?id=5b25b13ab08f616efd566347d809b4ece54570d1
+% vedi anche l'ulteriore opzione "expedited" introdotta con il kernel 4.14
+% (https://lwn.net/Articles/728795/)
\section{Problematiche di programmazione multitasking}
\label{sec:proc_multi_prog}
condition} (vedi sez.~\ref{sec:proc_race_cond}) deve essere sempre
verificata nei minimi dettagli.
-In questo caso il sistema provvede un tipo di dato, il \type{sig\_atomic\_t},
+In questo caso il sistema provvede un tipo di dato, il \typed{sig\_atomic\_t},
il cui accesso è assicurato essere atomico. In pratica comunque si può
assumere che, in ogni piattaforma su cui è implementato Linux, il tipo
\ctyp{int}, gli altri interi di dimensione inferiore ed i puntatori sono
In genere le funzioni di libreria non sono rientranti, molte di esse ad
esempio utilizzano variabili statiche, la \acr{glibc} però mette a
-disposizione due macro di compilatore, \macrod{\_REENTRANT} e
-\macrod{\_THREAD\_SAFE}, la cui definizione attiva le versioni rientranti di
+disposizione due macro di compilatore, \macro{\_REENTRANT} e
+\macro{\_THREAD\_SAFE}, la cui definizione attiva le versioni rientranti di
varie funzioni di libreria, che sono identificate aggiungendo il suffisso
\code{\_r} al nome della versione normale.