-In genere in un programma non si vuole essere forzati ad attendere la
-conclusione di un processo per proseguire, specie se tutto questo serve solo
-per leggerne lo stato di chiusura (ed evitare la presenza di
-\textit{zombie}\index{zombie}), per questo la modalità più usata per chiamare
-queste funzioni è quella di utilizzarle all'interno di un \textit{signal
- handler} (vedremo un esempio di come gestire \const{SIGCHLD} con i segnali
-in sez.~\ref{sec:sig_example}). In questo caso infatti, dato che il segnale è
-generato dalla terminazione di un figlio, avremo la certezza che la chiamata a
-\func{wait} non si bloccherà.
+Il comportamento delle funzioni è però cambiato nel passaggio dal kernel 2.4
+al kernel 2.6, quest'ultimo infatti si è adeguato alle prescrizioni dello
+standard POSIX.1-2001,\footnote{una revisione del 2001 dello standard POSIX.1
+ che ha aggiunto dei requisiti e delle nuove funzioni, come \func{waitid}.}
+e come da esso richiesto se \const{SIGCHLD} viene ignorato, o se si imposta il
+flag di \const{SA\_NOCLDSTOP} nella ricezione dello stesso (si veda
+sez.~\ref{sec:sig_sigaction}) i processi figli che terminano non diventano
+\textit{zombie} e sia \func{wait} che \func{waitpid} si bloccano fintanto che
+tutti i processi figli non sono terminati, dopo di che falliscono con un
+errore di \errcode{ENOCHLD}.\footnote{questo è anche il motivo per cui le
+ opzioni \const{WUNTRACED} e \const{WCONTINUED} sono utilizzabili soltanto
+ qualora non si sia impostato il flag di \const{SA\_NOCLDSTOP} per il segnale
+ \const{SIGCHLD}.}
+
+Con i kernel della serie 2.4 e tutti i kernel delle serie precedenti entrambe
+le funzioni di attesa ignorano questa prescrizione\footnote{lo standard POSIX.1
+ originale infatti lascia indefinito il comportamento di queste funzioni
+ quando \const{SIGCHLD} viene ignorato.} e si comportano sempre nello stesso
+modo, indipendentemente dal fatto \const{SIGCHLD} sia ignorato o meno:
+attendono la terminazione di un processo figlio e ritornano il relativo
+\acr{pid} e lo stato di terminazione nell'argomento \param{status}.
+
+In generale in un programma non si vuole essere forzati ad attendere la
+conclusione di un processo figlio per proseguire l'esecuzione, specie se tutto
+questo serve solo per leggerne lo stato di chiusura (ed evitare eventualmente
+la presenza di \index{zombie} \textit{zombie}). Per questo la modalità più
+comune di chiamare queste funzioni è quella di utilizzarle all'interno di un
+\textit{signal handler} (vedremo un esempio di come gestire \const{SIGCHLD}
+con i segnali in sez.~\ref{sec:sig_example}). In questo caso infatti, dato che
+il segnale è generato dalla terminazione di un figlio, avremo la certezza che
+la chiamata a \func{waitpid} non si bloccherà.
+
+Come accennato sia \func{wait} che \func{waitpid} restituiscono lo stato di
+terminazione del processo tramite il puntatore \param{status} (se non
+interessa memorizzare lo stato si può passare un puntatore nullo). Il valore
+restituito da entrambe le funzioni dipende dall'implementazione, ma
+tradizionalmente alcuni bit (in genere 8) sono riservati per memorizzare lo
+stato di uscita, e altri per indicare il segnale che ha causato la
+terminazione (in caso di conclusione anomala), uno per indicare se è stato
+generato un \itindex{core~dump} \textit{core dump}, ecc.\footnote{le
+ definizioni esatte si possono trovare in \file{<bits/waitstatus.h>} ma
+ questo file non deve mai essere usato direttamente, esso viene incluso
+ attraverso \file{<sys/wait.h>}.}
+
+Lo standard POSIX.1 definisce una serie di macro di preprocessore da usare per
+analizzare lo stato di uscita. Esse sono definite sempre in
+\file{<sys/wait.h>} ed elencate in tab.~\ref{tab:proc_status_macro} (si tenga
+presente che queste macro prendono come parametro la variabile di tipo
+\ctyp{int} puntata da \param{status}).