\begin{figure}[htb]
\centering
- \includegraphics[width=12cm]{img/task_struct}
+ \includegraphics[width=14cm]{img/task_struct}
\caption{Schema semplificato dell'architettura delle strutture usate dal
kernel nella gestione dei processi.}
\label{fig:proc_task_struct}
La funzione \funcd{fork} è la funzione fondamentale della gestione dei
processi: come si è detto tradizionalmente l'unico modo di creare un nuovo
processo era attraverso l'uso di questa funzione,\footnote{in realtà oggi la
- system call usata più comunemente da Linux per creare nuovi processi è
- \func{clone} (vedi \ref{sec:process_clone}) , anche perché a partire dalle
- \acr{glibc} 2.3.3 non viene più usata la system call originale, ma la stessa
+ \textit{system call} usata da Linux per creare nuovi processi è \func{clone}
+ (vedi \ref{sec:process_clone}), anche perché a partire dalle \acr{glibc}
+ 2.3.3 non viene più usata la \textit{system call} originale, ma la stessa
\func{fork} viene implementata tramite \func{clone}, cosa che consente una
migliore interazione coi \textit{thread}.} essa quindi riveste un ruolo
centrale tutte le volte che si devono scrivere programmi che usano il
\item i \textit{lock} sui file (vedi sez.~\ref{sec:file_locking}) e sulla
memoria (vedi sez.~\ref{sec:proc_mem_lock}), che non vengono ereditati dal
figlio;
-\item gli allarmi (vedi sez.~\ref{sec:sig_alarm_abort}) ed i segnali pendenti
- (vedi sez.~\ref{sec:sig_gen_beha}), che per il figlio vengono cancellati.
+\item gli allarmi, i timer (vedi sez.~\ref{sec:sig_alarm_abort}) ed i segnali
+ pendenti (vedi sez.~\ref{sec:sig_gen_beha}), che per il figlio vengono
+ cancellati.
\item le operazioni di I/O asincrono in corso (vedi
sez.~\ref{sec:file_asyncronous_io}) che non vengono ereditate dal figlio;
\item gli aggiustamenti fatti dal padre ai semafori con \func{semop} (vedi
sez.~\ref{sec:sig_notification}), che non vengono ereditate dal figlio;
\item le mappature di memoria marcate come \const{MADV\_DONTFORK} (vedi
sez.~\ref{sec:file_memory_map}) che non vengono ereditate dal figlio;
-\item l'impostazione con \func{prctl} (vedi sez.~\ref{sec:prctl_xxx}) che
+\item l'impostazione con \func{prctl} (vedi sez.~\ref{sec:process_prctl}) che
notifica al figlio la terminazione del padre viene cancellata;
\item il segnale di terminazione del figlio è sempre \const{SIGCHLD} anche
qualora nel padre fosse stato modificato (vedi sez.~\ref{sec:process_clone}).
Dato che Linux supporta il \itindex{copy~on~write} \textit{copy on write} la
perdita di prestazioni è assolutamente trascurabile, e l'uso di questa
-funzione, che resta un caso speciale della system call \func{clone} (che
-tratteremo in dettaglio in sez.~\ref{sec:process_clone}) è deprecato; per
+funzione, che resta un caso speciale della \textit{system call} \func{clone}
+(che tratteremo in dettaglio in sez.~\ref{sec:process_clone}) è deprecato; per
questo eviteremo di trattarla ulteriormente.
adottarli e provvedere a concluderne la terminazione.
-\subsection{La funzione \func{waitpid} e le funzioni di ricezione degli stati
- di uscita}
+\subsection{Le funzioni di attesa e ricezione degli stati di uscita}
\label{sec:proc_wait}
Uno degli usi più comuni delle capacità multitasking di un sistema unix-like
processi figli. Si è già sottolineato al paragrafo precedente come in questo
caso diventi necessario gestire esplicitamente la conclusione dei figli onde
evitare di riempire di \index{zombie} \textit{zombie} la tabella dei processi;
-le funzioni deputate a questo compito sono principalmente due, \funcd{wait} e
-\func{waitpid}. La prima, il cui prototipo è:
+le funzioni deputate a questo compito sono principalmente due, la prima è
+\funcd{wait} ed il suo prototipo è:
\begin{functions}
\headdecl{sys/types.h}
\headdecl{sys/wait.h}
\end{errlist}}
\end{functions}
\noindent
-è presente fin dalle prime versioni di Unix; la funzione ritorna non appena un
-processo figlio termina. Se un figlio è già terminato la funzione ritorna
-immediatamente, se più di un figlio è terminato occorre chiamare la funzione
-più volte se si vuole recuperare lo stato di terminazione di tutti quanti.
+
+Questa funzione è presente fin dalle prime versioni di Unix; essa ritorna non
+appena un qualunque processo figlio termina. Se un figlio è già terminato
+prima della chiamata la funzione ritorna immediatamente, se più di un figlio è
+già terminato occorre continuare chiamare la funzione più volte se si vuole
+recuperare lo stato di terminazione di tutti quanti.
Al ritorno della funzione lo stato di terminazione del figlio viene salvato
nella variabile puntata da \param{status} e tutte le risorse del kernel
-relative al processo (vedi sez.~\ref{sec:proc_termination}) vengono rilasciate.
-Nel caso un processo abbia più figli il valore di ritorno (il \acr{pid} del
-figlio) permette di identificare qual è quello che è uscito.
+relative al processo (vedi sez.~\ref{sec:proc_termination}) vengono
+rilasciate. Nel caso un processo abbia più figli il valore di ritorno della
+funzione sarà impostato al \acr{pid} del processo di cui si è ricevuto lo
+stato di terminazione, cosa che permette di identificare qual è il figlio che
+è terminato.
Questa funzione ha il difetto di essere poco flessibile, in quanto ritorna
all'uscita di un qualunque processo figlio. Nelle occasioni in cui è
provvedere a ripetere la chiamata alla funzione nel caso il processo cercato
sia ancora attivo.
-Per questo motivo lo standard POSIX.1 ha introdotto la funzione
-\funcd{waitpid} che effettua lo stesso servizio, ma dispone di una serie di
-funzionalità più ampie, legate anche al controllo di sessione (si veda
+Per questo motivo lo standard POSIX.1 ha introdotto una seconda funzione che
+effettua lo stesso servizio, ma dispone di una serie di funzionalità più
+ampie, legate anche al controllo di sessione (si veda
sez.~\ref{sec:sess_job_control}). Dato che è possibile ottenere lo stesso
comportamento di \func{wait}\footnote{in effetti il codice
\code{wait(\&status)} è del tutto equivalente a \code{waitpid(WAIT\_ANY,
- \&status, 0)}.} si consiglia di utilizzare sempre questa funzione, il cui
-prototipo è:
+ \&status, 0)}.} si consiglia di utilizzare sempre questa nuova funzione,
+\funcd{waitpid}, il cui prototipo è:
\begin{functions}
\headdecl{sys/types.h}
\headdecl{sys/wait.h}
parte in tab.~\ref{tab:proc_waitpid_options} che possono essere combinati fra
loro con un OR aritmetico. Nella seconda parte della stessa tabella si sono
riportati anche alcuni valori non standard specifici di Linux, che consentono
-un controllo più dettagliato per i processi creati con la system call generica
-\func{clone} (vedi sez.~\ref{sec:process_clone}) usati principalmente per la
-gestione della terminazione dei \itindex{thread} \textit{thread} (vedi
+un controllo più dettagliato per i processi creati con la \textit{system call}
+generica \func{clone} (vedi sez.~\ref{sec:process_clone}) usati principalmente
+per la gestione della terminazione dei \itindex{thread} \textit{thread} (vedi
sez.~\ref{sec:thread_xxx}).
\begin{table}[!htb]
realtà viene notificato soltanto il caso in cui il processo è stato fermato
da un segnale di stop (vedi sez.~\ref{sec:sess_ctrl_term}), e non quello in
cui lo stato \textit{stopped} è dovuto all'uso di \func{ptrace} (vedi
- sez.~\ref{sec:xxx_ptrace}).} (vedi tab.~\ref{tab:proc_proc_states}), mentre
-con \const{WCONTINUED} la funzione ritorna quando un processo in stato
+ sez.~\ref{sec:process_ptrace}).} (vedi tab.~\ref{tab:proc_proc_states}),
+mentre con \const{WCONTINUED} la funzione ritorna quando un processo in stato
\textit{stopped} riprende l'esecuzione per la ricezione del segnale
\const{SIGCONT} (l'uso di questi segnali per il controllo di sessione è
-dettagliato in sez.~\ref{sec:sess_ctrl_term}).
+dettagliato in sez.~\ref{sec:sess_ctrl_term}).
La terminazione di un processo figlio (così come gli altri eventi osservabili
con \func{waitpid}) è chiaramente un evento asincrono rispetto all'esecuzione
sez.~\ref{sec:thread_xxx}) sono cancellati e tutti gli oggetti ad essi
relativi (vedi sez.~\ref{sec:thread_xxx}) rimossi;
\item viene impostato il flag \const{PR\_SET\_DUMPABLE} di \func{prctl} (vedi
- sez.~\ref{sec:prctl_xxx}) a meno che il programma da eseguire non sia
+ sez.~\ref{sec:process_prctl}) a meno che il programma da eseguire non sia
\itindex{suid~bit} \acr{suid} o \itindex{sgid~bit} \acr{sgid} (vedi
sez.~\ref{sec:proc_access_id});
\item il flag \const{PR\_SET\_KEEPCAPS} di \func{prctl} (vedi
- sez.~\ref{sec:prctl_xxx}) viene cancellato;
+ sez.~\ref{sec:process_prctl}) viene cancellato;
\item il nome del processo viene impostato al nome del file contenente il
programma messo in esecuzione;
\item il segnale di terminazione viene reimpostato a \const{SIGCHLD};
altri processi occorrono privilegi amministrativi, ed in particolare la
capacità \const{CAP\_SYS\_NICE} (vedi sez.~\ref{sec:proc_capabilities}).}
cioè quelli il cui user-ID reale corrisponde all'user-ID reale o effettivo del
-chiamante. Data la possibilità di ottenere un blocco totale dello stesso, solo
+chiamante. Data la possibilità di ottenere un blocco totale del sistema, solo
l'amministratore\footnote{o un processo con la capacità
\const{CAP\_SYS\_ADMIN} (vedi sez.~\ref{sec:proc_capabilities}).} può
impostare un processo ad una priorità di I/O nella classe
-\const{IOPRIO\_CLASS\_RT} o \const{IOPRIO\_CLASS\_IDLE}.
+\const{IOPRIO\_CLASS\_RT}, lo stesso privilegio era richiesto anche per la
+classe \const{IOPRIO\_CLASS\_IDLE} fino al kernel 2.6.24, ma dato che in
+questo caso non ci sono effetti sugli altri processi questo limite è stato
+rimosso a partire dal kernel 2.6.25.
%TODO verificare http://lwn.net/Articles/355987/
% vedi man numa e le pagine di manuale relative
% vedere anche dove metterle...
+
+\section{Funzioni di gestione avanzata}
+\label{sec:proc_advanced_control}
+
+Nelle precedenti sezioni si sono trattate la gran parte delle funzioni che
+attengono alla gestione ordinaria dei processi e delle loro proprietà più
+comuni. Tratteremo qui alcune \textit{system call} dedicate alla gestione di
+funzionalità dei processi molto specifiche ed avanzate, il cui uso è in genere
+piuttosto ridotto. Trattandosi di problematiche abbastanza complesse, che
+spesso presuppongono la conoscenza di altri argomenti trattati nel seguito
+della guida, si può saltare questa sezione in una prima lettura, tornando su
+di essa in un secondo tempo.
+
+\subsection{La system call \func{clone}}
+\label{sec:process_clone}
+
+La funzione tradizionale con cui creare un nuovo processo in un sistema
+Unix-like è, come illustrato in sez.~\ref{sec:proc_fork}, \func{fork}, ma con
+l'introduzione del supporto del kernel per i \textit{thread} (vedi
+cap.~\ref{cha:threads}), si è avuta la necessità di una interfaccia che
+consentisse un maggiore controllo sulla modalità con cui vengono creati nuovi
+processi, che poi è stata utilizzata anche per fornire ulteriore supporto per
+le varie tecnologie di virtualizzazione dei processi (i cosidetti
+\textit{container}).
+
+Per far questo l'interfaccia per la creazione di un nuovo processo è stata
+implementata una nuova \textit{system call}, \texttt{sys\_clone}, che consente
+di reimplementare anche la tradizionale \func{fork}. La \textit{system call}
+richiede due argomenti, \param{flags}, che consente di controllare le modalità
+di creazione del nuovo processo e \param{child\_stack}, che deve essere
+indicato se si intende creare un \textit{thread} in cui la memoria viene
+condivisa fra il processo chiamante ed il nuovo processo creato. L'esecuzione
+del programma creato da \param{child\_stack} riprende, come per \func{fork},
+da dopo l'esecuzione della stessa.
+
+La necessità di avere uno \itindex{stack} \textit{stack} alternativo c'è solo
+quando si intende creare un \textit{thread}, in tal caso infatti il nuovo
+processo vede esattamente la stessa memoria del processo chiamante, e nella
+sua esecuzione andrebbe a scrivere sullo \textit{stack} usato anche da questi,
+il che comporterebbe immediatamente la presenza di \itindex{race~condition}
+\textit{race conditions} all'esecuzione di una funzione da parte di entrambi
+(si ricordi quanto visto in sez.~\ref{sec:proc_mem_layout} riguardo all'uso
+dello \textit{stack}).
+
+Per evitare questo è allora necessario che il chiamante allochi
+preventivamente un'area di memoria (in genere lo si fa con una \func{malloc})
+che la funzione imposterà come \textit{stack} del nuovo processo, avendo
+ovviamente cura di non utilizzarla direttamente. Si tenga presente inoltre che
+in molte architetture lo \textit{stack} cresce verso il basso, pertanto in tal
+caso non si dovrà specificare per \param{child\_stack} il puntatore restituito
+da \func{malloc}, ma un puntatore alla fine del buffer con essa allocato.
+
+Dato che tutto ciò serve solo per i \textit{thread} che condividono la
+memoria, la \textit{system call}, a differenza della funzione di libreria che
+vedremo a breve, consente anche di passare il valore \val{NULL}
+per \param{child\_stack}, nel qual caso si applicherà la semantica del
+\itindex{copy-on-write} \textit{copy on write} illustrata in
+sez.~\ref{sec:proc_fork}, le pagine dello \textit{stack} verranno
+automaticamente copiate come le altre e il nuovo processo avrà un suo
+\textit{stack}.
+
+
+
+\subsection{La funzione \func{prctl}}
+\label{sec:process_prctl}
+
+Benché la gestione ordinaria possa essere effettuata attraverso le funzioni
+che abbiamo già esaminato nelle sezioni precedenti, esistono una serie di
+proprietà e caratteristiche particolari dei processi non coperte da esse, per
+la cui gestione è stata predisposta una apposita \textit{system call} che
+fornisce una interfaccia generica per tutte le operazioni specialistiche. La
+funzione è \funcd{prctl} ed il suo prototipo è:\footnote{la funzione non è
+ standardizzata ed è specifica di Linux, anche se ne esiste una analoga in
+ IRIX, è stata introdotta con il kernel 2.1.57.}
+\begin{functions}
+ \headdecl{sys/prctl.h}
+
+ \funcdecl{int prctl(int option, unsigned long arg2, unsigned long arg3,
+ unsigned long arg4, unsigned long arg5)}
+
+ Esegue una operazione speciale sul processo corrente.
+
+ \bodydesc{La funzione ritorna 0 o un valore positivo dipendente
+ dall'operazione in caso di successo e $-1$ in caso di errore, nel qual
+ caso \var{errno} assumerà valori diversi a seconda del tipo di operazione
+ richiesta (in genere \errval{EINVAL} o \errval{EPERM}). }
+\end{functions}
+
+La funzione ritorna un valore nullo o positivo in caso di successo e $-1$ in
+caso di errore; il significato degli argomenti della funzione successivi al
+primo, il valore di ritorno in caso di successo, il tipo di errore restituito
+in \var{errno} dipendono dall'operazione eseguita, indicata tramite il primo
+argomento, \param{option}. Questo è un valore intero che identifica
+l'operazione, e deve essere specificato con l'uso di una delle costanti
+predefinite del seguente elenco, che illustra quelle disponibili al momento:
+
+\begin{basedescript}{\desclabelstyle{\pushlabel}}
+\item[\const{PR\_CAPBSET\_READ}] Controlla la disponibilità di una delle
+ \textit{capabilities} (vedi sez.~\ref{sec:proc_capabilities}). La funzione
+ ritorna 1 se la capacità specificata nell'argomento \param{arg2} (con una
+ delle costanti di tab.~\ref{tab:proc_capabilities}) è presente nel
+ \textit{capabilities bounding set} del processo e zero altrimenti,
+ se \param{arg2} non è un valore valido si avrà un errore di \errval{EINVAL}.
+ Introdotta a partire dal kernel 2.6.25.
+\item[\const{PR\_CAPBSET\_DROP}] Rimuove permanentemente una delle
+ \textit{capabilities} (vedi sez.~\ref{sec:proc_capabilities}) dal processo e
+ da tutti i suoi discendenti. La funzione cancella la capacità specificata
+ nell'argomento \param{arg2} con una delle costanti di
+ tab.~\ref{tab:proc_capabilities} dal \textit{capabilities bounding set} del
+ processo. L'operazione richiede i privilegi di amministratore (la capacità
+ \const{CAP\_SETPCAP}), altrimenti la chiamata fallirà con un errore di
+ \errval{EPERM}; se il valore di \param{arg2} non è valido o se il supporto
+ per le \textit{file capabilities} non è stato compilato nel kernel la
+ chiamata fallirà con un errore di \errval{EINVAL}. Introdotta a partire dal
+ kernel 2.6.25.
+\item[\const{PR\_SET\_DUMPABLE}] Imposta il flag che determina se la
+ terminazione di un processo a causa di un segnale per il quale è prevista la
+ generazione di un file di \itindex{core~dump} \textit{core dump} (vedi
+ sez.~\ref{sec:sig_standard}) lo genera effettivamente. In genere questo flag
+ viene attivato automaticamente, ma per evitare problemi di sicurezza (la
+ generazione di un file da parte di processi privilegiati può essere usata
+ per sovrascriverne altri) viene cancellato quando si mette in esecuzione un
+ programma con i bit \acr{suid} e \acr{sgid} attivi (vedi
+ sez.~\ref{sec:file_special_perm}) o con l'uso delle funzioni per la modifica
+ degli \textit{user-ID} dei processi (vedi
+ sez.~\ref{sec:proc_setuid}). L'operazione è stata introdotta a partire dal
+ kernel 2.3.20, fino al kernel 2.6.12 e per i kernel successivi al 2.6.17 era
+ possibile usare solo un valore 0 di \param{arg2} per disattivare il flag ed
+ un valore 1 per attivarlo, nei kernel dal 2.6.13 al 2.6.17 è stato
+ supportato anche il valore 2, che causava la generazione di un
+ \itindex{core~dump} \textit{core dump} leggibile solo
+ dall'amministratore.\footnote{la funzionalità è stata rimossa per motivi di
+ sicurezza, in quanto consentiva ad un utente normale di creare un file di
+ \textit{core dump} appartenente all'amministratore in directory dove
+ l'utente avrebbe avuto permessi di accesso.}
+\item[\const{PR\_GET\_DUMPABLE}] Ottiene come valore di ritorno della funzione
+ lo stato corrente del flag che controlla la effettiva generazione dei
+ \itindex{core~dump} \textit{core dump}. Introdotta a partire dal kernel
+ 2.3.20.
+\item[\const{PR\_SET\_ENDIAN}] Imposta la \textit{endianess} del processo
+ chiamante secondo il valore fornito in \param{arg2}. I valori possibili sono
+ sono: \const{PR\_ENDIAN\_BIG} (\textit{big endian}),
+ \const{PR\_ENDIAN\_LITTLE} (\textit{little endian}), e
+ \const{PR\_ENDIAN\_PPC\_LITTLE} (lo pseudo \textit{little endian} del
+ PowerPC). Introdotta a partire dal kernel 2.6.18, solo per architettura
+ PowerPC.
+\item[\const{PR\_GET\_ENDIAN}] Ottiene il valore della \textit{endianess} del
+ processo chiamante, salvato sulla variabile puntata da \param{arg2} che deve
+ essere passata come di tipo \type{(int *)}. Introdotta a partire dal kernel
+ 2.6.18, solo su PowerPC.
+\item[\const{PR\_SET\_FPEMU}] Imposta i bit di controllo per l'emulazione
+ della virgola mobile su architettura ia64, secondo il valore
+ di \param{arg2}, si deve passare \const{PR\_FPEMU\_NOPRINT} per emulare in
+ maniera trasparente l'accesso alle operazioni in virgola mobile, o
+ \const{PR\_FPEMU\_SIGFPE} per non emularle ed inviare il segnale
+ \const{SIGFPE} (vedi sez.~\ref{sec:sig_prog_error}). Introdotta a partire
+ dal kernel 2.4.18, solo su ia64.
+\item[\const{PR\_GET\_FPEMU}] Ottiene il valore dei flag di controllo
+ dell'emulazione della virgola mobile, salvato all'indirizzo puntato
+ da \param{arg2}, che deve essere di tipo \code{(int *)}. Introdotta a
+ partire dal kernel 2.4.18, solo su ia64.
+\item[\const{PR\_SET\_FPEXC}] Imposta la modalità delle eccezioni in virgola
+ mobile (\textit{floating-point exception mode}) al valore di \param{arg2}.
+ I valori possibili sono: \const{PR\_FP\_EXC\_SW\_ENABLE} per usare FPEXC per
+ le eccezioni, \const{PR\_FP\_EXC\_DIV} per la divisione per zero in virgola
+ mobile, \const{PR\_FP\_EXC\_OVF} per gli overflow, \const{PR\_FP\_EXC\_UND}
+ per gli underflow, \const{PR\_FP\_EXC\_RES} per risultati non esatti,
+ \const{PR\_FP\_EXC\_INV} per operazioni invalide,
+ \const{PR\_FP\_EXC\_DISABLED} per disabilitare le eccezioni,
+ \const{PR\_FP\_EXC\_NONRECOV} per utilizzare la modalità di eccezione
+ asincrona non recuperabile, \const{PR\_FP\_EXC\_ASYNC} per utilizzare la
+ modalità di eccezione asincrona recuperabile, \const{PR\_FP\_EXC\_PRECISE}
+ per la modalità precisa di eccezione.\footnote{trattasi di gestione
+ specialistica della gestione delle eccezioni dei calcoli in virgola mobile
+ che, i cui dettagli al momento vanno al di là dello scopo di questo
+ testo.} Introdotta a partire dal kernel 2.4.21, solo su PowerPC.
+\item[\const{PR\_GET\_FPEXC}] Ottiene il valore della modalità delle eccezioni
+ delle operazioni in virgola mobile, salvata all'indirizzo
+ puntato \param{arg2}, che deve essere di tipo \code{(int *)}. Introdotta a
+ partire dal kernel 2.4.21, solo su PowerPC.
+\item[\const{PR\_SET\_KEEPCAPS}] Consente di controllare quali
+ \textit{capabilities} vengono cancellate quando si esegue un cambiamento di
+ \textit{user-ID} del processo (per i dettagli si veda
+ sez.~\ref{sec:proc_capabilities}, in particolare quanto illustrato a
+ pag.~\pageref{sec:capability-uid-transition}). Un valore nullo (il default)
+ per \param{arg2} comporta che vengano cancellate, il valore 1 che vengano
+ mantenute, questo valore viene sempre cancellato attraverso una \func{exec}.
+ L'uso di questo flag è stato sostituito, a partire dal kernel 2.6.26, dal
+ flag \const{SECURE\_KEEP\_CAPS} dei \itindex{securebits} \textit{securebits}
+ (vedi l'uso di \const{PR\_SET\_SECUREBITS} più avanti). Introdotta a partire
+ dal kernel 2.2.18.
+\item[\const{PR\_GET\_KEEPCAPS}] Ottiene come valore di ritorno della funzione
+ il valore del flag di controllo impostato con
+ \const{PR\_SET\_KEEPCAPS}. Introdotta a partire dal kernel 2.2.18.
+\item[\const{PR\_SET\_NAME}] Imposta il nome del processo chiamante alla
+ stringa puntata da \param{arg2}, che deve essere di tipo \code{(char *)}. Il
+ nome può essere lungo al massimo 16 caratteri, e la stringa deve essere
+ terminata da NUL se più corta. Introdotta a partire dal kernel 2.6.9.
+\item[\const{PR\_GET\_NAME}] Ottiene il nome del processo chiamante nella
+ stringa puntata da \param{arg2}, che deve essere di tipo \code{(char *)}; si
+ devono allocare per questo almeno 16 byte, e il nome sarà terminato da NUL
+ se più corto. Introdotta a partire dal kernel 2.6.9.
+\item[\const{PR\_SET\_PDEATHSIG}] Consente di richiedere l'emissione di un
+ segnale, che sarà ricevuto dal processo chiamante, in occorrenza della
+ terminazione del proprio processo padre; in sostanza consente di invertire
+ il ruolo di \const{SIGCHLD}. Il valore di \param{arg2} deve indicare il
+ numero del segnale, o 0 per disabilitare l'emissione. Il valore viene
+ automaticamente cancellato per un processo figlio creato con \func{fork}.
+ Introdotta a partire dal kernel 2.1.57.
+\item[\const{PR\_GET\_PDEATHSIG}] Ottiene il valore dell'eventuale segnale
+ emesso alla terminazione del padre, salvato all'indirizzo
+ puntato \param{arg2}, che deve essere di tipo \code{(int *)}. Introdotta a
+ partire dal kernel 2.3.15.
+\item[\const{PR\_SET\_SECCOMP}] Imposta il cosiddetto
+ \itindex{secure~computing~mode} \textit{secure computing mode} per il
+ processo corrente. Prevede come unica possibilità che \param{arg2} sia
+ impostato ad 1. Una volta abilitato il \textit{secure computing mode} il
+ processo potrà utilizzare soltanto un insieme estremamente limitato di
+ \textit{system call}: \func{read}, \func{write}, \func{\_exit} e
+ \func{sigreturn}, ogni altra \textit{system call} porterà all'emissione di
+ un \func{SIGKILL} (vedi sez.~\ref{sec:sig_termination}). Il \textit{secure
+ computing mode} è stato ideato per fornire un supporto per l'esecuzione di
+ codice esterno non fidato e non verificabile a scopo di calcolo;\footnote{lo
+ scopo è quello di poter vendere la capacità di calcolo della proprio
+ macchina ad un qualche servizio di calcolo distribuito senza
+ comprometterne la sicurezza eseguendo codice non sotto il proprio
+ controllo.} in genere i dati vengono letti o scritti grazie ad un socket o
+ una pipe, e per evitare problemi di sicurezza non sono possibili altre
+ operazioni se non quelle citate. Introdotta a partire dal kernel 2.6.23,
+ disponibile solo se si è abilitato il supporto nel kernel con
+ \texttt{CONFIG\_SECCOMP}.
+\item[\const{PR\_GET\_SECCOMP}] Ottiene come valore di ritorno della funzione
+ lo stato corrente del \textit{secure computing mode}, al momento attuale la
+ funzione è totalmente inutile in quanto l'unico valore ottenibile è 0, dato
+ che la chiamata di questa funzione in \textit{secure computing mode}
+ comporterebbe l'emissione di \texttt{SIGKILL}, è stata comunque definita per
+ eventuali estensioni future. Introdotta a partire dal kernel 2.6.23.
+\item[\const{PR\_SET\_SECUREBITS}] Imposta i \itindex{securebits}
+ \textit{securebits} per il processo chiamante al valore indicato
+ da \param{arg2}; per i dettagli sul significato dei \textit{securebits} si
+ veda sez.~\ref{sec:proc_capabilities}, ed in particolare i valori di
+ tab.~\ref{tab:securebits_values} e la relativa trattazione. L'operazione
+ richiede i privilegi di amministratore (la capacità \const{CAP\_SETPCAP}),
+ altrimenti la chiamata fallirà con un errore di \errval{EPERM}. Introdotta a
+ partire dal kernel 2.6.26.
+\item[\const{PR\_GET\_SECUREBITS}] Ottiene come valore di ritorno della
+ funzione l'impostazione corrente per i \itindex{securebits}
+ \textit{securebits}. Introdotta a partire dal kernel 2.6.26.
+\item[\const{PR\_SET\_TIMING}] Imposta il metodo di temporizzazione del
+ processo da indicare con il valore di \param{arg2}, con
+ \const{PR\_TIMING\_STATISTICAL} si usa il metodo statistico tradizionale,
+ con \const{PR\_TIMING\_TIMESTAMP} il più accurato basato su dei
+ \textit{timestamp}, quest'ultimo però non è ancora implementato ed il suo
+ uso comporta la restituzione di un errore di \errval{EINVAL}. Introdotta a
+ partire dal kernel 2.6.0-test4.
+\item[\const{PR\_GET\_TIMING}] Ottiene come valore di ritorno della funzione
+ il metodo di temporizzazione del processo attualmente in uso. Introdotta a
+ partire dal kernel 2.6.0-test4.
+\item[\const{PR\_SET\_TSC}] Imposta il flag che indica se il processo
+ chiamante può leggere il registro di processore contenente il contatore dei
+ \textit{timestamp} (TSC, o \textit{Time Stamp Counter}) da indicare con il
+ valore di \param{arg2}. Si deve specificare \const{PR\_TSC\_ENABLE} per
+ abilitare la lettura o \const{PR\_TSC\_SIGSEGV} per disabilitarla con la
+ generazione di un segnale di \const{SIGSEGV} (vedi
+ sez.~\ref{sec:sig_prog_error}). La lettura viene automaticamente
+ disabilitata se si attiva il \textit{secure computing mode}. Introdotta a
+ partire dal kernel 2.6.26, solo su x86.
+\item[\const{PR\_GET\_TSC}] Ottiene il valore del flag che controlla la
+ lettura del contattore dei \textit{timestamp}, salvato all'indirizzo
+ puntato \param{arg2}, che deve essere di tipo \code{(int *)}. Introdotta a
+ partire dal kernel 2.6.26, solo su x86.
+% articoli sul TSC e relativi problemi: http://lwn.net/Articles/209101/,
+% http://blog.cr0.org/2009/05/time-stamp-counter-disabling-oddities.html,
+% http://en.wikipedia.org/wiki/Time_Stamp_Counter
+\item[\const{PR\_SET\_UNALIGN}] Imposta la modalità di controllo per l'accesso
+ a indirizzi di memoria non allineati, che in varie architetture risultano
+ illegali, da indicare con il valore di \param{arg2}. Si deve specificare il
+ valore \const{PR\_UNALIGN\_NOPRINT} per ignorare gli accessi non allineati,
+ ed il valore \const{PR\_UNALIGN\_SIGBUS} per generare un segnale di
+ \const{SIGBUS} (vedi sez.~\ref{sec:sig_prog_error}) in caso di accesso non
+ allineato. Introdotta con diverse versioni su diverse architetture.
+\item[\const{PR\_GET\_UNALIGN}] Ottiene il valore della modalità di controllo
+ per l'accesso a indirizzi di memoria non allineati, salvato all'indirizzo
+ puntato \param{arg2}, che deve essere di tipo \code{(int *)}. Introdotta con
+ diverse versioni su diverse architetture.
+\item[\const{PR\_MCE\_KILL}] Imposta la politica di gestione degli errori
+ dovuti a corruzione della memoria per problemi hardware. Questo tipo di
+ errori vengono riportati dall'hardware di controllo della RAM e vengono
+ gestiti dal kernel,\footnote{la funzionalità è disponibile solo sulle
+ piattaforme più avanzate che hanno il supporto hardware per questo tipo di
+ controlli.} ma devono essere opportunamente riportati ai processi che
+ usano quella parte di RAM che presenta errori; nel caso specifico questo
+ avviene attraverso l'emissione di un segnale di \const{SIGBUS} (vedi
+ sez.~\ref{sec:sig_prog_error}).\footnote{in particolare viene anche
+ impostato il valore di \var{si\_code} in \struct{siginfo\_t} a
+ \const{BUS\_MCEERR\_AO}; per il significato di tutto questo si faccia
+ riferimento alla trattazione di sez.~\ref{sec:sig_sigaction}.}
+
+ Il comportamento di default prevede che per tutti i processi si applichi la
+ politica generale di sistema definita nel file
+ \procfile{/proc/sys/vm/memory\_failure\_early\_kill}, ma specificando
+ per \param{arg2} il valore \const{PR\_MCE\_KILL\_SET} è possibile impostare
+ con il contenuto di \param{arg3} una politica specifica del processo
+ chiamante. Si può tornare alla politica di default del sistema utilizzando
+ invece per \param{arg2} il valore \const{PR\_MCE\_KILL\_CLEAR}. In tutti i
+ casi, per compatibilità con eventuali estensioni future, tutti i valori
+ degli argomenti non utilizzati devono essere esplicitamente posti a zero,
+ pena il fallimento della chiamata con un errore di \errval{EINVAL}.
+
+ In caso di impostazione di una politica specifica del processo con
+ \const{PR\_MCE\_KILL\_SET} i valori di \param{arg3} possono essere soltanto
+ due, che corrispondono anche al valore che si trova nell'impostazione
+ generale di sistema di \texttt{memory\_failure\_early\_kill}, con
+ \const{PR\_MCE\_KILL\_EARLY} si richiede l'emissione immediata di
+ \const{SIGBUS} non appena viene rilevato un errore, mentre con
+ \const{PR\_MCE\_KILL\_LATE} il segnale verrà inviato solo quando il processo
+ tenterà un accesso alla memoria corrotta. Questi due valori corrispondono
+ rispettivamente ai valori 1 e 0 di
+ \texttt{memory\_failure\_early\_kill}.\footnote{in sostanza nel primo caso
+ viene immediatamente inviato il segnale a tutti i processi che hanno la
+ memoria corrotta mappata all'interno del loro spazio degli indirizzi, nel
+ secondo caso prima la pagina di memoria viene tolta dallo spazio degli
+ indirizzi di ciascun processo, mentre il segnale viene inviato solo quei
+ processi che tentano di accedervi.} Si può usare per \param{arg3} anche un
+ terzo valore, \const{PR\_MCE\_KILL\_DEFAULT}, che corrisponde a impostare
+ per il processo la politica di default.\footnote{si presume la politica di
+ default corrente, in modo da non essere influenzati da un eventuale
+ successivo cambiamento della stessa.} Introdotta a partire dal kernel
+ 2.6.32.
+\item[\const{PR\_MCE\_KILL\_GET}] Ottiene come valore di ritorno della
+ funzione la politica di gestione degli errori dovuti a corruzione della
+ memoria. Tutti gli argomenti non utilizzati (al momento tutti) devono essere
+ nulli pena la ricezione di un errore di \errval{EINVAL}. Introdotta a
+ partire dal kernel 2.6.32.
+\label{sec:prctl_operation}
+\end{basedescript}
+
+
+
+
+\subsection{La funzione \func{ptrace}}
+\label{sec:process_ptrace}
+
+Da fare
+
+\subsection{L'accesso alle porte di I/O}
+\label{sec:process_io_port}
+
+%
+% TODO l'I/O sulle porte di I/O
+% consultare le manpage di ioperm, iopl e outb
+
+Da fare
+
+% TODO: funzioni varie sparse citate da qualche parte e da trattare forse in
+% una sezione a parte: sigreturn,
+
+
\section{Problematiche di programmazione multitasking}
\label{sec:proc_multi_prog}
opportunamente protette da meccanismi di sincronizzazione (torneremo su queste
problematiche di questo tipo in cap.~\ref{cha:IPC}).
-\itindbeg{deadlock}
-Un caso particolare di \textit{race condition} sono poi i cosiddetti
-\textit{deadlock}, particolarmente gravi in quanto comportano spesso il blocco
-completo di un servizio, e non il fallimento di una singola operazione. Per
-definizione un \textit{deadlock} è una situazione in cui due o più processi
-non sono più in grado di proseguire perché ciascuno aspetta il risultato di
-una operazione che dovrebbe essere eseguita dall'altro.
-
+\itindbeg{deadlock} Un caso particolare di \textit{race condition} sono poi i
+cosiddetti \textit{deadlock} (traducibile in \textsl{condizioni di stallo}),
+particolarmente gravi in quanto comportano spesso il blocco completo di un
+servizio, e non il fallimento di una singola operazione. Per definizione un
+\textit{deadlock} è una situazione in cui due o più processi non sono più in
+grado di proseguire perché ciascuno aspetta il risultato di una operazione che
+dovrebbe essere eseguita dall'altro.
L'esempio tipico di una situazione che può condurre ad un
\textit{deadlock} è quello in cui un flag di
% LocalWords: CONTINUED sources forking Spawned successfully executing exiting
% LocalWords: next cat for COMMAND pts bash defunct TRAPPED DUMPED Killable PR
% LocalWords: SIGKILL static RLIMIT preemption PREEMPT VOLUNTARY IDLE RTPRIO
-% LocalWords: Completely Fair compat Uniform CFQ Queuing elevator dev cfq RT
-% LocalWords: Documentation block syscall ioprio IPRIO CLASS class best effort
-% LocalWords: refresh semop dnotify MADV DONTFORK prctl WCLONE SIGCHL WALL
-% LocalWords: WNOTHREAD DUMPABLE KEEPCAPS
+% LocalWords: completely fair compat uniform CFQ queuing elevator dev cfq RT
+% LocalWords: documentation block syscall ioprio IPRIO CLASS class best effort
+% LocalWords: refresh semop dnotify MADV DONTFORK prctl WCLONE SIGCHL WALL big
+% LocalWords: WNOTHREAD DUMPABLE KEEPCAPS IRIX CAPBSET endianess endian
+% LocalWords: little PPC PowerPC FPEMU NOPRINT SIGFPE FPEXC point FP SW
+% LocalWords: exception EXC ENABLE OVF overflow UND underflow RES INV DISABLED
+% LocalWords: NONRECOV ASYNC KEEP securebits NAME NUL PDEATHSIG SECCOMP
+% LocalWords: secure computing sigreturn TIMING STATISTICAL TSC MCE
+% LocalWords: timestamp Stamp SIGSEGV UNALIGN SIGBUS MCEERR AO failure early
%%% Local Variables:
%%% mode: latex