tabella dei processi costituita da una struttura \type{task\_struct}, che
contiene tutte le informazioni rilevanti per quel processo. Tutte le strutture
usate a questo scopo sono dichiarate nell'header file \file{linux/sched.h}, ed
-uno schema semplificato che riporta la struttura delle principali informazioni
+uno schema semplificato, che riporta la struttura delle principali informazioni
contenute nella \type{task\_struct} (che in seguito incontreremo a più
riprese), è mostrato in \nfig.
system call ed ad ogni interrupt, (ma può essere anche attivato
esplicitamente). Il timer di sistema provvede comunque a che esso sia invocato
periodicamente, generando un interrupt periodico secondo la frequenza
-specificata dalla costante \macro{HZ}, definita in \file{asm/param.h} Il
-valore usuale è 100 (è espresso in Hertz), si ha cioè un interrupt dal timer
-ogni centesimo di secondo.
+specificata dalla costante \macro{HZ}, definita in \file{asm/param.h}. Il
+valore usuale è 100\footnote{è così per tutte le architetture eccetto l'alpha,
+ per la quale è 1000} ed è espresso in Hertz. Si ha cioè un interrupt dal
+timer ogni centesimo di secondo.
Ogni volta che viene eseguito, lo \textit{scheduler} effettua il calcolo delle
priorità dei vari processi attivi (torneremo su questo in
primo\footnote{a partire dal kernel 2.5.2-pre10 è stato introdotto il nuovo
scheduler di Ingo Molnar che esegue sempre per primo il figlio; per
mantenere la portabilità è opportuno non fare comunque affidamento su questo
- comportamento} dopo la chiamata a \func{fork}; dall'esempio si può notare
+ comportamento.} dopo la chiamata a \func{fork}; dall'esempio si può notare
infatti come nei primi due cicli sia stato eseguito per primo il padre (con la
stampa del \acr{pid} del nuovo processo) per poi passare all'esecuzione del
figlio (completata con i due avvisi di esecuzione ed uscita), e tornare
\item ad ogni processo figlio viene assegnato un nuovo padre (in genere
\cmd{init}).
\item viene inviato il segnale \macro{SIGCHLD} al processo padre (vedi
- \secref{sec:sig_xxx}).
+ \secref{sec:sig_sigchld}).
\item se il processo è un leader di sessione viene mandato un segnale di
\macro{SIGHUP} a tutti i processi in background e il terminale di
controllo viene disconnesso (vedi \secref{sec:sess_xxx}).
creare molti figli. In questo caso si deve sempre avere cura di far leggere
l'eventuale stato di uscita di tutti i figli (in genere questo si fa
attraverso un apposito \textit{signal handler}, che chiama la funzione
-\func{wait}, vedi \secref{sec:sig_xxx} e \secref{sec:proc_wait}). Questa
+\func{wait}, vedi \secref{sec:sig_sigchld} e \secref{sec:proc_wait}). Questa
operazione è necessaria perché anche se gli \textit{zombie} non consumano
risorse di memoria o processore, occupano comunque una voce nella tabella dei
processi, che a lungo andare potrebbe esaurirsi.
\macro{WIFSIGNALED} ha restituito un valore non nullo.\\
\macro{WCOREDUMP(s)} & Vera se il processo terminato ha generato un
file si \textit{core dump}. Può essere valutata solo se
- \macro{WIFSIGNALED} ha restituito un valore non nullo\footnote{questa
+ \macro{WIFSIGNALED} ha restituito un valore non nullo.\footnote{questa
macro non è definita dallo standard POSIX.1, ma è presente come estensione
- sia in Linux che in altri unix}.\\
+ sia in Linux che in altri Unix.}\\
\macro{WIFSTOPPED(s)} & Vera se il processo che ha causato il ritorno di
\func{waitpid} è bloccato. L'uso è possibile solo avendo specificato
l'opzione \macro{WUNTRACED}. \\
\item il \textit{session id} ed il \textit{process group id} (vedi
\secref{sec:sess_xxx}).
\item il terminale di controllo (vedi \secref{sec:sess_xxx}).
-\item il tempo restante ad un allarme (vedi \secref{sec:sig_xxx}).
+\item il tempo restante ad un allarme (vedi \secref{sec:sig_alarm_abort}).
\item la directory radice e la directory di lavoro corrente (vedi
\secref{sec:file_work_dir}).
\item la maschera di creazione dei file (\var{umask}, vedi
Come accennato in \secref{sec:intro_multiuser} il modello base\footnote{in
realtà già esistono estensioni di questo modello base, che lo rendono più
flessibile e controllabile, come le \textit{capabilities}, le ACL per i file
- o il \textit{Mandatory Access Control} di SELinux} di sicurezza di un
+ o il \textit{Mandatory Access Control} di SELinux.} di sicurezza di un
sistema unix-like è fondato sui concetti di utente e gruppo, e sulla
separazione fra l'amministratore (\textsl{root}, detto spesso anche
\textit{superuser}) che non è sottoposto a restrizioni, ed il resto degli
assoluta}, (chiamata anche \textsl{priorità statica}, in contrapposizione
alla normale priorità dinamica), per tenere conto dei sistemi
real-time,\footnote{per sistema real-time si intende un sistema in grado di
- eseguire operazioni in tempo reale; in genere si tende a distinguere fra
- l'\textit{hard real-time} in cui è necessario che i tempi di esecuzione di
- un programma siano determinabili con certezza assoluta, come nel caso di
- meccanismi di controllo di macchine, dove uno sforamento dei tempi avrebbe
- conseguenze disastrose, e \textit{soft-real-time} in cui un occasionale
- sforamento è ritenuto accettabile.} in cui è vitale che i processi che
-devono essere eseguiti in un determinato momento non debbano aspettare la
-conclusione di altri che non hanno questa necessità.
+ eseguire operazioni in un tempo ben determinato; in genere si tende a
+ distinguere fra l'\textit{hard real-time} in cui è necessario che i tempi di
+ esecuzione di un programma siano determinabili con certezza assoluta (come
+ nel caso di meccanismi di controllo di macchine, dove uno sforamento dei
+ tempi avrebbe conseguenze disastrose), e \textit{soft-real-time} in cui un
+ occasionale sforamento è ritenuto accettabile.} in cui è vitale che i
+processi che devono essere eseguiti in un determinato momento non debbano
+aspettare la conclusione di altri che non hanno questa necessità.
Il concetto di priorità assoluta dice che quando due processi si contendono
l'esecuzione, vince sempre quello con la priorità assoluta più alta, anche
quando l'altro è in esecuzione (grazie al \textit{prehemptive scheduling}).
Ovviamente questo avviene solo per i processi che sono pronti per essere
-eseguiti (cioè nello stato \textit{runnable}\footnote{lo stato di un processo
+eseguiti (cioè nello stato \textit{runnable},\footnote{lo stato di un processo
è riportato nel campo \texttt{STAT} dell'output del comando \cmd{ps},
abbiamo già visto che lo stato di \textit{zombie} è indicato con \texttt{Z},
gli stati \textit{runnable}, \textit{sleep} e di I/O (\textit{uninteruttible
- sleep}) sono invece indicati con \texttt{R}, \texttt{S} e \texttt{D}.}),
+ sleep}) sono invece indicati con \texttt{R}, \texttt{S} e \texttt{D}.})
la priorità assoluta viene invece ignorata per quelli che sono bloccati su una
richiesta di I/O o in stato di \textit{sleep}. La priorità assoluta viene in
genere indicata con un numero intero, ed un valore più alto comporta una
-priorità maggiore, su questa politica di scheduling torneremo in
-\secref{sec:proc_real_time}.
+priorità maggiore. Su questa politica di scheduling torneremo in
+\secref{sec:proc_real_time}.
In generale quello che succede in tutti gli Unix moderni è che ai processi
normali viene sempre data una priorità assoluta pari a zero, e la decisione di
priorità inferiore che saranno eseguiti solo quando quest'ultimo non avrà
bisogno della CPU.
-
\subsection{Il meccanismo di \textit{scheduling} standard}
\label{sec:proc_sched_stand}
-A meno che non si abbiano specifiche esigenze, l'unico meccanismo di
-scheduling con il quale si avrà a che fare è quello tradizionale che prevede
-solo priorità dinamiche, ed è di questo che di norma ci si dovrà preoccupare
+A meno che non si abbiano esigenze specifiche, l'unico meccanismo di
+scheduling con il quale si avrà a che fare è quello tradizionale, che prevede
+solo priorità dinamiche. È di questo che, di norma, ci si dovrà preoccupare
nella programmazione.
Come accennato in Linux tutti i processi ordinari hanno la stessa priorità
assoluta. Quello che determina quale, fra tutti i processi in attesa di
esecuzione, sarà eseguito per primo, è la priorità dinamica, che è chiamata
-così proprio perché viene varia nel corso dell'esecuzione di un processo.
+così proprio perché varia nel corso dell'esecuzione di un processo. Oltre a
+questo la priorità dinamica determina quanto a lungo un processo continuerà ad
+essere eseguito, e quando un processo potrà subentrare ad un altro
+nell'esecuzione.