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\chapter{La gestione dei processi}
\label{cha:process_handling}
Il kernel mantiene una tabella dei processi attivi, la cosiddetta
\textit{process table}; per ciascun processo viene mantenuta una voce nella
-tabella dei processi costituita da una struttura \type{task\_struct}, che
+tabella dei processi costituita da una struttura \struct{task\_struct}, che
contiene tutte le informazioni rilevanti per quel processo. Tutte le strutture
usate a questo scopo sono dichiarate nell'header file \file{linux/sched.h}, ed
uno schema semplificato, che riporta la struttura delle principali informazioni
-contenute nella \type{task\_struct} (che in seguito incontreremo a più
+contenute nella \struct{task\_struct} (che in seguito incontreremo a più
riprese), è mostrato in \figref{fig:proc_task_struct}.
\begin{figure}[htb]
parte.} (ma può essere anche attivato esplicitamente). Il timer di sistema
provvede comunque a che esso sia invocato periodicamente, generando un
interrupt periodico secondo la frequenza specificata dalla costante
-\macro{HZ}, definita in \file{asm/param.h}, ed il cui valore è espresso in
+\const{HZ}, definita in \file{asm/param.h}, ed il cui valore è espresso in
Hertz.\footnote{Il valore usuale di questa costante è 100, per tutte le
architetture eccetto l'alpha, per la quale è 1000. Occorre fare attenzione a
non confondere questo valore con quello dei clock tick (vedi
numero positivo memorizzato in un intero a 16 bit, arriva ad un massimo di
32768. Oltre questo valore l'assegnazione riparte dal numero più basso
disponibile a partire da un minimo di 300,\footnote{questi valori, fino al
- kernel 2.4.x, sono definiti dalla macro \macro{PID\_MAX} in \file{threads.h}
+ kernel 2.4.x, sono definiti dalla macro \const{PID\_MAX} in \file{threads.h}
e direttamente in \file{fork.c}, con il kernel 2.5.x e la nuova interfaccia
per i thread creata da Ingo Molnar anche il meccanismo di allocazione dei
\acr{pid} è stato modificato.} che serve a riservare i \acr{pid} più bassi
Tutti i processi inoltre memorizzano anche il \acr{pid} del genitore da cui
sono stati creati, questo viene chiamato in genere \acr{ppid} (da
\textit{parent process id}). Questi due identificativi possono essere
-ottenuti da programma usando le funzioni:
+ottenuti usando le due funzioni \funcd{getpid} e \funcd{getppid}, i cui
+prototipi sono:
\begin{functions}
- \headdecl{sys/types.h} \headdecl{unistd.h} \funcdecl{pid\_t getpid(void)}
- Restituisce il \acr{pid} del processo corrente. \funcdecl{pid\_t
- getppid(void)} Restituisce il \acr{pid} del padre del processo corrente.
+ \headdecl{sys/types.h}
+ \headdecl{unistd.h}
+ \funcdecl{pid\_t getpid(void)}
+
+ Restituisce il \acr{pid} del processo corrente.
+
+ \funcdecl{pid\_t getppid(void)}
+
+ Restituisce il \acr{pid} del padre del processo corrente.
\bodydesc{Entrambe le funzioni non riportano condizioni di errore.}
\end{functions}
\subsection{La funzione \func{fork}}
\label{sec:proc_fork}
-La funzione \func{fork} è la funzione fondamentale della gestione dei
+La funzione \funcd{fork} è la funzione fondamentale della gestione dei
processi: come si è detto l'unico modo di creare un nuovo processo è
attraverso l'uso di questa funzione, essa quindi riveste un ruolo centrale
tutte le volte che si devono scrivere programmi che usano il multitasking. Il
zero al figlio; ritorna -1 al padre (senza creare il figlio) in caso di
errore; \var{errno} può assumere i valori:
\begin{errlist}
- \item[\macro{EAGAIN}] non ci sono risorse sufficienti per creare un'altro
+ \item[\errcode{EAGAIN}] non ci sono risorse sufficienti per creare un'altro
processo (per allocare la tabella delle pagine e le strutture del task) o
si è esaurito il numero di processi disponibili.
- \item[\macro{ENOMEM}] non è stato possibile allocare la memoria per le
+ \item[\errcode{ENOMEM}] non è stato possibile allocare la memoria per le
strutture necessarie al kernel per creare il nuovo processo.
\end{errlist}}
\end{functions}
proprietà; la lista dettagliata delle proprietà che padre e figlio hanno in
comune dopo l'esecuzione di una \func{fork} è la seguente:
\begin{itemize*}
-\item i file aperti e gli eventuali flag di \textit{close-on-exec} impostati
- (vedi \secref{sec:proc_exec} e \secref{sec:file_fcntl}).
+\item i file aperti e gli eventuali flag di
+ \textit{close-on-exec}\index{close-on-exec} impostati (vedi
+ \secref{sec:proc_exec} e \secref{sec:file_fcntl}).
\item gli identificatori per il controllo di accesso: l'\textsl{userid reale},
il \textsl{groupid reale}, l'\textsl{userid effettivo}, il \textsl{groupid
effettivo} ed i \textit{groupid supplementari} (vedi
\item il \acr{pid} (\textit{process id}).
\item il \acr{ppid} (\textit{parent process id}), quello del figlio viene
impostato al \acr{pid} del padre.
-\item i valori dei tempi di esecuzione della struttura \var{tms} (vedi
+\item i valori dei tempi di esecuzione della struttura \struct{tms} (vedi
\secref{sec:sys_cpu_times}) che nel figlio sono posti a zero.
-\item i \textit{file lock} (vedi \secref{sec:file_locking}), che non
+\item i \textit{lock} sui file (vedi \secref{sec:file_locking}), che non
vengono ereditati dal figlio.
\item gli allarmi ed i segnali pendenti (vedi \secref{sec:sig_gen_beha}), che
per il figlio vengono cancellati.
Dato che Linux supporta il \textit{copy on write}\index{copy on write} la
perdita di prestazioni è assolutamente trascurabile, e l'uso di questa
-funzione (che resta un caso speciale della funzione \func{clone}), è
+funzione (che resta un caso speciale della system call \func{\_\_clone}), è
deprecato; per questo eviteremo di trattarla ulteriormente.
chiamare la funzione \func{abort} per invocare una chiusura anomala, o essere
terminato da un segnale. In realtà anche la prima modalità si riconduce alla
seconda, dato che \func{abort} si limita a generare il segnale
-\macro{SIGABRT}.
+\const{SIGABRT}.
Qualunque sia la modalità di conclusione di un processo, il kernel esegue
comunque una serie di operazioni: chiude tutti i file aperti, rilascia la
\item viene memorizzato lo stato di terminazione del processo.
\item ad ogni processo figlio viene assegnato un nuovo padre (in genere
\cmd{init}).
-\item viene inviato il segnale \macro{SIGCHLD} al processo padre (vedi
+\item viene inviato il segnale \const{SIGCHLD} al processo padre (vedi
\secref{sec:sig_sigchld}).
\item se il processo è un leader di sessione ed il suo terminale di controllo
- è quello della sessione viene mandato un segnale di \macro{SIGHUP} a tutti i
+ è quello della sessione viene mandato un segnale di \const{SIGHUP} a tutti i
processi del gruppo di foreground e il terminale di controllo viene
disconnesso (vedi \secref{sec:sess_ctrl_term}).
\item se la conclusione di un processo rende orfano un \textit{process
group} ciascun membro del gruppo viene bloccato, e poi gli vengono
- inviati in successione i segnali \macro{SIGHUP} e \macro{SIGCONT}
+ inviati in successione i segnali \const{SIGHUP} e \const{SIGCONT}
(vedi ancora \secref{sec:sess_ctrl_term}).
\end{itemize*}
dal processo (vedi \secref{sec:sys_unix_time}) e lo stato di terminazione,
mentre la memoria in uso ed i file aperti vengono rilasciati immediatamente. I
processi che sono terminati, ma il cui stato di terminazione non è stato
-ancora ricevuto dal padre sono chiamati \textit{zombie}, essi restano presenti
-nella tabella dei processi ed in genere possono essere identificati
-dall'output di \cmd{ps} per la presenza di una \texttt{Z} nella colonna che ne
-indica lo stato (vedi \tabref{tab:proc_proc_states}). Quando il padre
-effettuerà la lettura dello stato di uscita anche questa informazione, non più
-necessaria, verrà scartata e la terminazione potrà dirsi completamente
+ancora ricevuto dal padre sono chiamati \textit{zombie}\index{zombie}, essi
+restano presenti nella tabella dei processi ed in genere possono essere
+identificati dall'output di \cmd{ps} per la presenza di una \texttt{Z} nella
+colonna che ne indica lo stato (vedi \tabref{tab:proc_proc_states}). Quando il
+padre effettuerà la lettura dello stato di uscita anche questa informazione,
+non più necessaria, verrà scartata e la terminazione potrà dirsi completamente
conclusa.
Possiamo utilizzare il nostro programma di prova per analizzare anche questa
571 pts/0 Z 0:00 [forktest <defunct>]
572 pts/0 R 0:00 ps T
\end{verbatim} %$
-\normalsize
-e come si vede, dato che non si è fatto nulla per riceverne lo stato di
-terminazione, i tre processi figli sono ancora presenti pur essendosi
-conclusi, con lo stato di zombie e l'indicazione che sono stati terminati.
-
-La possibilità di avere degli zombie deve essere tenuta sempre presente quando
-si scrive un programma che deve essere mantenuto in esecuzione a lungo e
-creare molti figli. In questo caso si deve sempre avere cura di far leggere
-l'eventuale stato di uscita di tutti i figli (in genere questo si fa
+\normalsize e come si vede, dato che non si è fatto nulla per riceverne lo
+stato di terminazione, i tre processi figli sono ancora presenti pur essendosi
+conclusi, con lo stato di zombie\index{zombie} e l'indicazione che sono stati
+terminati.
+
+La possibilità di avere degli zombie\index{zombie} deve essere tenuta sempre
+presente quando si scrive un programma che deve essere mantenuto in esecuzione
+a lungo e creare molti figli. In questo caso si deve sempre avere cura di far
+leggere l'eventuale stato di uscita di tutti i figli (in genere questo si fa
attraverso un apposito \textit{signal handler}, che chiama la funzione
\func{wait}, vedi \secref{sec:sig_sigchld} e \secref{sec:proc_wait}). Questa
-operazione è necessaria perché anche se gli \textit{zombie} non consumano
-risorse di memoria o processore, occupano comunque una voce nella tabella dei
-processi, che a lungo andare potrebbe esaurirsi.
+operazione è necessaria perché anche se gli \textit{zombie}\index{zombie} non
+consumano risorse di memoria o processore, occupano comunque una voce nella
+tabella dei processi, che a lungo andare potrebbe esaurirsi.
Si noti che quando un processo adottato da \cmd{init} termina, esso non
-diviene uno \textit{zombie}; questo perché una delle funzioni di \cmd{init} è
-appunto quella di chiamare la funzione \func{wait} per i processi cui fa da
-padre, completandone la terminazione. Questo è quanto avviene anche quando,
-come nel caso del precedente esempio con \cmd{forktest}, il padre termina con
-dei figli in stato di zombie: alla sua terminazione infatti tutti i suoi figli
-(compresi gli zombie) verranno adottati da \cmd{init}, il quale provvederà a
-completarne la terminazione.
+diviene uno \textit{zombie}\index{zombie}; questo perché una delle funzioni di
+\cmd{init} è appunto quella di chiamare la funzione \func{wait} per i processi
+cui fa da padre, completandone la terminazione. Questo è quanto avviene anche
+quando, come nel caso del precedente esempio con \cmd{forktest}, il padre
+termina con dei figli in stato di zombie\index{zombie}: alla sua terminazione
+infatti tutti i suoi figli (compresi gli zombie\index{zombie}) verranno
+adottati da \cmd{init}, il quale provvederà a completarne la terminazione.
-Si tenga presente infine che siccome gli zombie sono processi già usciti, non
-c'è modo di eliminarli con il comando \cmd{kill}; l'unica possibilità di
-cancellarli dalla tabella dei processi è quella di terminare il processo che
-li ha generati, in modo che \cmd{init} possa adottarli e provvedere a
-concluderne la terminazione.
+Si tenga presente infine che siccome gli zombie\index{zombie} sono processi
+già usciti, non c'è modo di eliminarli con il comando \cmd{kill}; l'unica
+possibilità di cancellarli dalla tabella dei processi è quella di terminare il
+processo che li ha generati, in modo che \cmd{init} possa adottarli e
+provvedere a concluderne la terminazione.
\subsection{Le funzioni \func{wait} e \func{waitpid}}
principale attende le richieste che vengono poi soddisfatte da una serie di
processi figli. Si è già sottolineato al paragrafo precedente come in questo
caso diventi necessario gestire esplicitamente la conclusione dei figli onde
-evitare di riempire di \textit{zombie} la tabella dei processi; le funzioni
-deputate a questo compito sono sostanzialmente due, \func{wait} e
+evitare di riempire di \textit{zombie}\index{zombie} la tabella dei processi;
+le funzioni deputate a questo compito sono sostanzialmente due, \funcd{wait} e
\func{waitpid}. La prima, il cui prototipo è:
\begin{functions}
\headdecl{sys/types.h}
\bodydesc{La funzione restituisce il \acr{pid} del figlio in caso di successo
e -1 in caso di errore; \var{errno} può assumere i valori:
\begin{errlist}
- \item[\macro{EINTR}] la funzione è stata interrotta da un segnale.
+ \item[\errcode{EINTR}] la funzione è stata interrotta da un segnale.
\end{errlist}}
\end{functions}
\noindent
è presente fin dalle prime versioni di Unix; la funzione ritorna non appena un
processo figlio termina. Se un figlio è già terminato la funzione ritorna
-immediatamente.
-
-Al ritorno, lo stato di terminazione del processo viene salvato nella
-variabile puntata da \var{status} e tutte le informazioni relative al
-processo (vedi \secref{sec:proc_termination}) vengono rilasciate. Nel
-caso un processo abbia più figli il valore di ritorno permette di
-identificare qual'è quello che è uscito.
-
-Questa funzione ha il difetto di essere poco flessibile, in quanto
-ritorna all'uscita di un figlio qualunque. Nelle occasioni in cui è
-necessario attendere la conclusione di un processo specifico occorre
+immediatamente, se più di un figlio è terminato occorre chiamare la funzione
+più volte se si vuole recuperare lo stato di terminazione di tutti quanti.
+
+Al ritorno della funzione lo stato di terminazione del figlio viene salvato
+nella variabile puntata da \param{status} e tutte le risorse del kernel
+relative al processo (vedi \secref{sec:proc_termination}) vengono rilasciate.
+Nel caso un processo abbia più figli il valore di ritorno (il \acr{pid} del
+figlio) permette di identificare qual'è quello che è uscito.
+
+Questa funzione ha il difetto di essere poco flessibile, in quanto ritorna
+all'uscita di un qualunque processo figlio. Nelle occasioni in cui è
+necessario attendere la conclusione di un processo specifico occorrerebbe
predisporre un meccanismo che tenga conto dei processi già terminati, e
-provveda a ripetere la chiamata alla funzione nel caso il processo
-cercato sia ancora attivo.
+provvedere a ripetere la chiamata alla funzione nel caso il processo cercato
+sia ancora attivo.
-Per questo motivo lo standard POSIX.1 ha introdotto la funzione \func{waitpid}
-che effettua lo stesso servizio, ma dispone di una serie di funzionalità più
-ampie, legate anche al controllo di sessione (si veda
-\ref{sec:sess_job_control}). Dato che è possibile ottenere lo stesso
+Per questo motivo lo standard POSIX.1 ha introdotto la funzione
+\funcd{waitpid} che effettua lo stesso servizio, ma dispone di una serie di
+funzionalità più ampie, legate anche al controllo di sessione (si veda
+\secref{sec:sess_job_control}). Dato che è possibile ottenere lo stesso
comportamento di \func{wait} si consiglia di utilizzare sempre questa
funzione, il cui prototipo è:
\begin{functions}
Attende la conclusione di un processo figlio.
\bodydesc{La funzione restituisce il \acr{pid} del processo che è uscito, 0 se
- è stata specificata l'opzione \macro{WNOHANG} e il processo non è uscito e
+ è stata specificata l'opzione \const{WNOHANG} e il processo non è uscito e
-1 per un errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori:
\begin{errlist}
- \item[\macro{EINTR}] se non è stata specificata l'opzione \macro{WNOHANG} e
+ \item[\errcode{EINTR}] se non è stata specificata l'opzione \const{WNOHANG} e
la funzione è stata interrotta da un segnale.
- \item[\macro{ECHILD}] il processo specificato da \param{pid} non esiste o
+ \item[\errcode{ECHILD}] il processo specificato da \param{pid} non esiste o
non è figlio del processo chiamante.
\end{errlist}}
\end{functions}
Le differenze principali fra le due funzioni sono che \func{wait} si blocca
sempre fino a che un processo figlio non termina, mentre \func{waitpid} ha la
-possibilità si specificare un'opzione \macro{WNOHANG} che ne previene il
-blocco; inoltre \func{waitpid} può specificare quale processo attendere sulla
-base del valore fornito dall'argomento \param{pid}, secondo lo
-specchietto riportato in \tabref{tab:proc_waidpid_pid}:
+possibilità si specificare un'opzione \const{WNOHANG} che ne previene il
+blocco; inoltre \func{waitpid} può specificare in maniera flessibile quale
+processo attendere, sulla base del valore fornito dall'argomento \param{pid},
+secondo lo specchietto riportato in \tabref{tab:proc_waidpid_pid}.
+
\begin{table}[!htb]
\centering
\footnotesize
\begin{tabular}[c]{|c|c|p{8cm}|}
\hline
- \textbf{Valore} & \textbf{Macro} &\textbf{Significato}\\
+ \textbf{Valore} & \textbf{Opzione} &\textbf{Significato}\\
\hline
\hline
$<-1$& -- & attende per un figlio il cui \textit{process group} (vedi
\secref{sec:sess_proc_group}) è uguale al
- valore assoluto di \var{pid}. \\
- $-1$ & \macro{WAIT\_ANY} & attende per un figlio qualsiasi, usata in
+ valore assoluto di \param{pid}. \\
+ $-1$ & \const{WAIT\_ANY} & attende per un figlio qualsiasi, usata in
questa maniera è equivalente a \func{wait}.\\
- $0$ & \macro{WAIT\_MYPGRP} & attende per un figlio il cui \textit{process
+ $0$ & \const{WAIT\_MYPGRP} & attende per un figlio il cui \textit{process
group} è uguale a quello del processo chiamante. \\
$>0$ & -- &attende per un figlio il cui \acr{pid} è uguale al
- valore di \var{pid}.\\
+ valore di \param{pid}.\\
\hline
\end{tabular}
- \caption{Significato dei valori del parametro \var{pid} della funzione
+ \caption{Significato dei valori dell'argomento \param{pid} della funzione
\func{waitpid}.}
\label{tab:proc_waidpid_pid}
\end{table}
Il comportamento di \func{waitpid} può inoltre essere modificato passando
delle opportune opzioni tramite l'argomento \param{option}. I valori possibili
-sono il già citato \macro{WNOHANG}, che previene il blocco della funzione
-quando il processo figlio non è terminato, e \macro{WUNTRACED}. Quest'ultimo
-viene generalmente usato per il controllo di sessione, (trattato in
-\secref{sec:sess_job_control}) in quanto permette di identificare i processi
-bloccati. La funzione infatti in tal caso ritorna, restituendone il \acr{pid},
-se c'è un processo figlio che è entrato in stato di sleep (vedi
-\tabref{tab:proc_proc_states}) di cui non si è ancora letto lo stato (con
-questa stessa opzione). Il valore dell'opzione deve essere specificato come
-maschera binaria ottenuta con l'OR delle suddette costanti con zero. In Linux
+sono il già citato \const{WNOHANG}, che previene il blocco della funzione
+quando il processo figlio non è terminato, e \const{WUNTRACED} che permette di
+tracciare i processi bloccati. Il valore dell'opzione deve essere specificato
+come maschera binaria ottenuta con l'OR delle suddette costanti con zero.
+
+In genere si utilizza \const{WUNTRACED} all'interno del controllo di sessione,
+(l'argomento è trattato in \secref{sec:sess_job_control}). In tal caso infatti
+la funzione ritorna, restituendone il \acr{pid}, quando c'è un processo figlio
+che è entrato in stato di sleep (vedi \tabref{tab:proc_proc_states}) e del
+quale non si è ancora letto lo stato (con questa stessa opzione). In Linux
sono previste altre opzioni non standard relative al comportamento con i
-thread, che saranno trattate in \secref{sec:thread_xxx}.
+thread, che riprenderemo in \secref{sec:thread_xxx}.
La terminazione di un processo figlio è chiaramente un evento asincrono
rispetto all'esecuzione di un programma e può avvenire in un qualunque
momento. Per questo motivo, come accennato nella sezione precedente, una delle
azioni prese dal kernel alla conclusione di un processo è quella di mandare un
-segnale di \macro{SIGCHLD} al padre. L'azione predefinita (si veda
+segnale di \const{SIGCHLD} al padre. L'azione predefinita (si veda
\secref{sec:sig_base}) per questo segnale è di essere ignorato, ma la sua
generazione costituisce il meccanismo di comunicazione asincrona con cui il
kernel avverte il processo padre che uno dei suoi figli è terminato.
In genere in un programma non si vuole essere forzati ad attendere la
conclusione di un processo per proseguire, specie se tutto questo serve solo
-per leggerne lo stato di chiusura (ed evitare la presenza di \textit{zombie}),
-per questo la modalità più usata per chiamare queste funzioni è quella di
-utilizzarle all'interno di un \textit{signal handler} (vedremo un esempio di
-come gestire \macro{SIGCHLD} con i segnali in \secref{sec:sig_example}). In
-questo caso infatti, dato che il segnale è generato dalla terminazione di un
-figlio, avremo la certezza che la chiamata a \func{wait} non si bloccherà.
+per leggerne lo stato di chiusura (ed evitare la presenza di
+\textit{zombie}\index{zombie}), per questo la modalità più usata per chiamare
+queste funzioni è quella di utilizzarle all'interno di un \textit{signal
+ handler} (vedremo un esempio di come gestire \const{SIGCHLD} con i segnali
+in \secref{sec:sig_example}). In questo caso infatti, dato che il segnale è
+generato dalla terminazione di un figlio, avremo la certezza che la chiamata a
+\func{wait} non si bloccherà.
\begin{table}[!htb]
\centering
\macro{WEXITSTATUS(s)} & Restituisce gli otto bit meno significativi dello
stato di uscita del processo (passato attraverso \func{\_exit}, \func{exit}
o come valore di ritorno di \func{main}). Può essere valutata solo se
- \macro{WIFEXITED} ha restituito un valore non nullo.\\
+ \val{WIFEXITED} ha restituito un valore non nullo.\\
\macro{WIFSIGNALED(s)} & Vera se il processo figlio è terminato
in maniera anomala a causa di un segnale che non è stato catturato (vedi
\secref{sec:sig_notification}).\\
\macro{WTERMSIG(s)} & restituisce il numero del segnale che ha causato
la terminazione anomala del processo. Può essere valutata solo se
- \macro{WIFSIGNALED} ha restituito un valore non nullo.\\
+ \val{WIFSIGNALED} ha restituito un valore non nullo.\\
\macro{WCOREDUMP(s)} & Vera se il processo terminato ha generato un
file si \textit{core dump}. Può essere valutata solo se
- \macro{WIFSIGNALED} ha restituito un valore non nullo.\footnote{questa
+ \val{WIFSIGNALED} ha restituito un valore non nullo.\footnote{questa
macro non è definita dallo standard POSIX.1, ma è presente come estensione
sia in Linux che in altri Unix.}\\
\macro{WIFSTOPPED(s)} & Vera se il processo che ha causato il ritorno di
\func{waitpid} è bloccato. L'uso è possibile solo avendo specificato
- l'opzione \macro{WUNTRACED}. \\
+ l'opzione \const{WUNTRACED}. \\
\macro{WSTOPSIG(s)} & restituisce il numero del segnale che ha bloccato
- il processo, Può essere valutata solo se \macro{WIFSTOPPED} ha
+ il processo, Può essere valutata solo se \val{WIFSTOPPED} ha
restituito un valore non nullo. \\
\hline
\end{tabular}
analizzare lo stato di uscita. Esse sono definite sempre in
\file{<sys/wait.h>} ed elencate in \tabref{tab:proc_status_macro} (si tenga
presente che queste macro prendono come parametro la variabile di tipo
-\ctyp{int} puntata da \var{status}).
+\ctyp{int} puntata da \param{status}).
Si tenga conto che nel caso di conclusione anomala il valore restituito da
-\macro{WTERMSIG} può essere confrontato con le costanti definite in
+\val{WTERMSIG} può essere confrontato con le costanti definite in
\file{signal.h} ed elencate in \tabref{tab:sig_signal_list}, e stampato usando
le apposite funzioni trattate in \secref{sec:sig_strsignal}.
ormai deprecata in favore di \func{wait4}.
\end{functions}
\noindent
-la struttura \type{rusage} è definita in \file{sys/resource.h}, e viene
+la struttura \struct{rusage} è definita in \file{sys/resource.h}, e viene
utilizzata anche dalla funzione \func{getrusage} (vedi
\secref{sec:sys_resource_use}) per ottenere le risorse di sistema usate da un
processo; la sua definizione è riportata in \figref{fig:sys_rusage_struct}.
\bodydesc{La funzione ritorna solo in caso di errore, restituendo -1; nel
qual caso \var{errno} può assumere i valori:
\begin{errlist}
- \item[\macro{EACCES}] il file non è eseguibile, oppure il filesystem è
+ \item[\errcode{EACCES}] il file non è eseguibile, oppure il filesystem è
montato in \cmd{noexec}, oppure non è un file regolare o un interprete.
- \item[\macro{EPERM}] il file ha i bit \acr{suid} o \acr{sgid}, l'utente non
+ \item[\errcode{EPERM}] il file ha i bit \acr{suid} o \acr{sgid}, l'utente non
è root, e o il processo viene tracciato, o il filesystem è montato con
l'opzione \cmd{nosuid}.
- \item[\macro{ENOEXEC}] il file è in un formato non eseguibile o non
+ \item[\errcode{ENOEXEC}] il file è in un formato non eseguibile o non
riconosciuto come tale, o compilato per un'altra architettura.
- \item[\macro{ENOENT}] il file o una delle librerie dinamiche o l'interprete
+ \item[\errcode{ENOENT}] il file o una delle librerie dinamiche o l'interprete
necessari per eseguirlo non esistono.
- \item[\macro{ETXTBSY}] L'eseguibile è aperto in scrittura da uno o più
+ \item[\errcode{ETXTBSY}] L'eseguibile è aperto in scrittura da uno o più
processi.
- \item[\macro{EINVAL}] L'eseguibile ELF ha più di un segmento
- \macro{PF\_INTERP}, cioè chiede di essere eseguito da più di un
+ \item[\errcode{EINVAL}] L'eseguibile ELF ha più di un segmento
+ \const{PF\_INTERP}, cioè chiede di essere eseguito da più di un
interprete.
- \item[\macro{ELIBBAD}] Un interprete ELF non è in un formato
+ \item[\errcode{ELIBBAD}] Un interprete ELF non è in un formato
riconoscibile.
\end{errlist}
- ed inoltre anche \macro{EFAULT}, \macro{ENOMEM}, \macro{EIO},
- \macro{ENAMETOOLONG}, \macro{E2BIG}, \macro{ELOOP}, \macro{ENOTDIR},
- \macro{ENFILE}, \macro{EMFILE}.}
+ ed inoltre anche \errval{EFAULT}, \errval{ENOMEM}, \errval{EIO},
+ \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{E2BIG}, \errval{ELOOP}, \errval{ENOTDIR},
+ \errval{ENFILE}, \errval{EMFILE}.}
\end{prototype}
La funzione \func{exec} esegue il file o lo script indicato da
-\var{filename}, passandogli la lista di argomenti indicata da \var{argv}
-e come ambiente la lista di stringhe indicata da \var{envp}; entrambe le
+\param{filename}, passandogli la lista di argomenti indicata da \param{argv}
+e come ambiente la lista di stringhe indicata da \param{envp}; entrambe le
liste devono essere terminate da un puntatore nullo. I vettori degli
argomenti e dell'ambiente possono essere acceduti dal nuovo programma
quando la sua funzione \func{main} è dichiarata nella forma
riferimento allo specchietto riportato in \tabref{tab:proc_exec_scheme}. La
prima differenza riguarda le modalità di passaggio dei parametri che poi
andranno a costituire gli argomenti a linea di comando (cioè i valori di
-\var{argv} e \var{argc} visti dalla funzione \func{main} del programma
+\param{argv} e \param{argc} visti dalla funzione \func{main} del programma
chiamato).
Queste modalità sono due e sono riassunte dagli mnemonici \code{v} e \code{l}
\multicolumn{1}{|c|}{\textbf{Caratteristiche}} &
\multicolumn{6}{|c|}{\textbf{Funzioni}} \\
\hline
- &\func{execl\ }&\func{execlp}&\func{execle}
- &\func{execv\ }& \func{execvp}& \func{execve} \\
+ &\func{execl}\texttt{ }&\func{execlp}&\func{execle}
+ &\func{execv}\texttt{ }& \func{execvp}& \func{execve} \\
\hline
\hline
argomenti a lista &$\bullet$&$\bullet$&$\bullet$&&& \\
La seconda differenza fra le funzioni riguarda le modalità con cui si
specifica il programma che si vuole eseguire. Con lo mnemonico \code{p} si
indicano le due funzioni che replicano il comportamento della shell nello
-specificare il comando da eseguire; quando il parametro \var{file} non
+specificare il comando da eseguire; quando il parametro \param{file} non
contiene una \file{/} esso viene considerato come un nome di programma, e
viene eseguita automaticamente una ricerca fra i file presenti nella lista di
directory specificate dalla variabile di ambiente \var{PATH}. Il file che
viene posto in esecuzione è il primo che viene trovato. Se si ha un errore
relativo a permessi di accesso insufficienti (cioè l'esecuzione della
-sottostante \func{execve} ritorna un \macro{EACCESS}), la ricerca viene
+sottostante \func{execve} ritorna un \errcode{EACCES}), la ricerca viene
proseguita nelle eventuali ulteriori directory indicate in \var{PATH}; solo se
non viene trovato nessun altro file viene finalmente restituito
-\macro{EACCESS}.
+\errcode{EACCES}.
Le altre quattro funzioni si limitano invece a cercare di eseguire il file
-indicato dal parametro \var{path}, che viene interpretato come il
+indicato dall'argomento \param{path}, che viene interpretato come il
\textit{pathname} del programma.
\begin{figure}[htb]
La terza differenza è come viene passata la lista delle variabili di ambiente.
Con lo mnemonico \code{e} vengono indicate quelle funzioni che necessitano di
un vettore di parametri \var{envp[]} analogo a quello usato per gli argomenti
-a riga di comando (terminato quindi da un \macro{NULL}), le altre usano il
+a riga di comando (terminato quindi da un \val{NULL}), le altre usano il
valore della variabile \var{environ} (vedi \secref{sec:proc_environ}) del
processo di partenza per costruire l'ambiente.
Inoltre i segnali che sono stati impostati per essere ignorati nel processo
chiamante mantengono la stessa impostazione pure nel nuovo programma, tutti
gli altri segnali vengono impostati alla loro azione predefinita. Un caso
-speciale è il segnale \macro{SIGCHLD} che, quando impostato a
-\macro{SIG\_IGN}, può anche non essere reimpostato a \macro{SIG\_DFL} (si veda
+speciale è il segnale \const{SIGCHLD} che, quando impostato a
+\const{SIG\_IGN}, può anche non essere reimpostato a \const{SIG\_DFL} (si veda
\secref{sec:sig_gen_beha}).
La gestione dei file aperti dipende dal valore che ha il flag di
-\textit{close-on-exec} (trattato in \secref{sec:file_fcntl}) per ciascun file
-descriptor. I file per cui è impostato vengono chiusi, tutti gli altri file
-restano aperti. Questo significa che il comportamento predefinito è che i file
-restano aperti attraverso una \func{exec}, a meno di una chiamata esplicita a
-\func{fcntl} che imposti il suddetto flag.
+\textit{close-on-exec}\index{close-on-exec} (vedi anche
+\secref{sec:file_fcntl}) per ciascun file descriptor. I file per cui è
+impostato vengono chiusi, tutti gli altri file restano aperti. Questo
+significa che il comportamento predefinito è che i file restano aperti
+attraverso una \func{exec}, a meno di una chiamata esplicita a \func{fcntl}
+che imposti il suddetto flag.
Per le directory, lo standard POSIX.1 richiede che esse vengano chiuse
attraverso una \func{exec}, in genere questo è fatto dalla funzione
\func{opendir} (vedi \secref{sec:file_dir_read}) che effettua da sola
-l'impostazione del flag di \textit{close-on-exec} sulle directory che apre, in
-maniera trasparente all'utente.
+l'impostazione del flag di \textit{close-on-exec}\index{close-on-exec} sulle
+directory che apre, in maniera trasparente all'utente.
Abbiamo detto che l'\textsl{userid reale} ed il \textsl{groupid reale} restano
gli stessi all'esecuzione di \func{exec}; lo stesso vale per l'\textsl{userid
condivise, viene lanciato il \textit{linker} dinamico \cmd{ld.so} prima del
programma per caricare le librerie necessarie ed effettuare il link
dell'eseguibile. Se il programma è in formato ELF per caricare le librerie
-dinamiche viene usato l'interprete indicato nel segmento \macro{PT\_INTERP},
+dinamiche viene usato l'interprete indicato nel segmento \const{PT\_INTERP},
in genere questo è \file{/lib/ld-linux.so.1} per programmi linkati con le
\acr{libc5}, e \file{/lib/ld-linux.so.2} per programmi linkati con le
\acr{glibc}. Infine nel caso il file sia uno script esso deve iniziare con
corrente.
\bodydesc{Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso
- di fallimento: l'unico errore possibile è \macro{EPERM}.}
+ di fallimento: l'unico errore possibile è \errval{EPERM}.}
\end{functions}
Il funzionamento di queste due funzioni è analogo, per cui considereremo solo
L'effetto della chiamata è diverso a seconda dei privilegi del processo; se
l'\textsl{userid effettivo} è zero (cioè è quello dell'amministratore di
sistema) allora tutti gli identificatori (\textit{real}, \textit{effective} e
-\textit{saved}) vengono impostati al valore specificato da \var{uid},
+\textit{saved}) vengono impostati al valore specificato da \param{uid},
altrimenti viene impostato solo l'\textsl{userid effettivo}, e soltanto se il
valore specificato corrisponde o all'\textsl{userid reale} o
all'\textsl{userid salvato}. Negli altri casi viene segnalato un errore (con
-\macro{EPERM}).
+\errcode{EPERM}).
Come accennato l'uso principale di queste funzioni è quello di poter
consentire ad un programma con i bit \acr{suid} o \acr{sgid} impostati (vedi
\funcdecl{int setreuid(uid\_t ruid, uid\_t euid)} Imposta l'\textsl{userid
reale} e l'\textsl{userid effettivo} del processo corrente ai valori
-specificati da \var{ruid} e \var{euid}.
+specificati da \param{ruid} e \param{euid}.
\funcdecl{int setregid(gid\_t rgid, gid\_t egid)} Imposta il \textsl{groupid
reale} ed il \textsl{groupid effettivo} del processo corrente ai valori
-specificati da \var{rgid} e \var{egid}.
+specificati da \param{rgid} e \param{egid}.
\bodydesc{Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso
- di fallimento: l'unico errore possibile è \macro{EPERM}.}
+ di fallimento: l'unico errore possibile è \errval{EPERM}.}
\end{functions}
La due funzioni sono analoghe ed il loro comportamento è identico; quanto
\headdecl{sys/types.h}
\funcdecl{int seteuid(uid\_t uid)} Imposta l'userid effettivo del processo
-corrente a \var{uid}.
+corrente a \param{uid}.
\funcdecl{int setegid(gid\_t gid)} Imposta il groupid effettivo del processo
-corrente a \var{gid}.
+corrente a \param{gid}.
\bodydesc{Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso
- di fallimento: l'unico errore possibile è \macro{EPERM}.}
+ di fallimento: l'unico errore è \errval{EPERM}.}
\end{functions}
Come per le precedenti le due funzioni sono identiche, per cui tratteremo solo
\headdecl{sys/types.h}
\funcdecl{int setresuid(uid\_t ruid, uid\_t euid, uid\_t suid)} Imposta
-l'userid reale, l'userid effettivo e l'userid salvato del processo corrente
-ai valori specificati rispettivamente da \var{ruid}, \var{euid} e \var{suid}.
+l'userid reale, l'userid effettivo e l'userid salvato del processo corrente ai
+valori specificati rispettivamente da \param{ruid}, \param{euid} e
+\param{suid}.
\funcdecl{int setresgid(gid\_t rgid, gid\_t egid, gid\_t sgid)} Imposta il
groupid reale, il groupid effettivo ed il groupid salvato del processo
-corrente ai valori specificati rispettivamente da \var{rgid}, \var{egid} e
-\var{sgid}.
+corrente ai valori specificati rispettivamente da \param{rgid}, \param{egid} e
+\param{sgid}.
\bodydesc{Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso
- di fallimento: l'unico errore possibile è \macro{EPERM}.}
+ di fallimento: l'unico errore è \errval{EPERM}.}
\end{functions}
Le due funzioni sono identiche, quanto detto per la prima riguardo gli userid
corrente.
\bodydesc{Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso di
- fallimento: l'unico errore possibile è \macro{EFAULT} se gli indirizzi delle
+ fallimento: l'unico errore possibile è \errval{EFAULT} se gli indirizzi delle
variabili di ritorno non sono validi.}
\end{functions}
\headdecl{sys/fsuid.h}
\funcdecl{int setfsuid(uid\_t fsuid)} Imposta l'userid di filesystem del
-processo corrente a \var{fsuid}.
+processo corrente a \param{fsuid}.
\funcdecl{int setfsgid(gid\_t fsgid)} Imposta il groupid di filesystem del
-processo corrente a \var{fsgid}.
+processo corrente a \param{fsgid}.
\bodydesc{Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso
- di fallimento: l'unico errore possibile è \macro{EPERM}.}
+ di fallimento: l'unico errore possibile è \errval{EPERM}.}
\end{functions}
\noindent queste funzioni hanno successo solo se il processo chiamante ha i
privilegi di amministratore o, per gli altri utenti, se il valore specificato
\label{sec:proc_setgroups}
Le ultime funzioni che esamineremo sono quelle che permettono di operare sui
-gruppi supplementari. Ogni processo può avere fino a \macro{NGROUPS\_MAX}
+gruppi supplementari. Ogni processo può avere fino a \const{NGROUPS\_MAX}
gruppi supplementari in aggiunta al gruppo primario, questi vengono ereditati
dal processo padre e possono essere cambiati con queste funzioni.
successo e -1 in caso di fallimento, nel qual caso \var{errno} assumerà
i valori:
\begin{errlist}
- \item[\macro{EFAULT}] \param{list} non ha un indirizzo valido.
- \item[\macro{EINVAL}] il valore di \param{size} è diverso da zero ma
+ \item[\errcode{EFAULT}] \param{list} non ha un indirizzo valido.
+ \item[\errcode{EINVAL}] il valore di \param{size} è diverso da zero ma
minore del numero di gruppi supplementari del processo.
\end{errlist}}
\end{functions}
\bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di
fallimento, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori:
\begin{errlist}
- \item[\macro{EFAULT}] \param{list} non ha un indirizzo valido.
- \item[\macro{EPERM}] il processo non ha i privilegi di amministratore.
- \item[\macro{EINVAL}] il valore di \param{size} è maggiore del valore
- massimo (\macro{NGROUPS}, che per Linux è 32).
+ \item[\errcode{EFAULT}] \param{list} non ha un indirizzo valido.
+ \item[\errcode{EPERM}] il processo non ha i privilegi di amministratore.
+ \item[\errcode{EINVAL}] il valore di \param{size} è maggiore del valore
+ massimo (\const{NGROUPS}, che per Linux è 32).
\end{errlist}}
\end{functions}
\bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di
fallimento, nel qual caso \var{errno} assumerà gli stessi valori di
- \func{setgroups} più \macro{ENOMEM} quando non c'è memoria sufficiente per
- allocare lo spazio per informazioni dei gruppi.}
+ \func{setgroups} più \errval{ENOMEM} quando non c'è memoria sufficiente
+ per allocare lo spazio per informazioni dei gruppi.}
\end{functions}
La funzione esegue la scansione del database dei gruppi (usualmente
\textbf{Stato} & \texttt{STAT} & \textbf{Descrizione} \\
\hline
\hline
- \textbf{Runnable} & \texttt{R} & Il processo è in esecuzione o è pronto ad
- essere eseguito (cioè è in attesa che gli venga assegnata la CPU). \\
- \textbf{Sleep} & \texttt{S} & Il processo processo è in attesa di un
- risposta dal sistema, ma può essere interrotto da un segnale. \\
- \textbf{Uninterrutible Sleep} & \texttt{D} & Il processo è in
- attesa di un risposta dal sistema (in genere per I/O), e non può essere
- interrotto in nessuna circostanza. \\
+ \textbf{Runnable}& \texttt{R} & Il processo è in esecuzione o è pronto ad
+ essere eseguito (cioè è in attesa che gli
+ venga assegnata la CPU). \\
+ \textbf{Sleep} & \texttt{S} & Il processo processo è in attesa di un
+ risposta dal sistema, ma può essere
+ interrotto da un segnale. \\
+ \textbf{Uninterrutible Sleep}& \texttt{D} & Il processo è in
+ attesa di un risposta dal sistema (in
+ genere per I/O), e non può essere
+ interrotto in nessuna circostanza. \\
\textbf{Stopped} & \texttt{T} & Il processo è stato fermato con un
- \macro{SIGSTOP}, o è tracciato.\\
- \textbf{Zombie} & \texttt{Z} & Il processo è terminato ma il suo stato di
- terminazione non è ancora stato letto dal padre. \\
+ \const{SIGSTOP}, o è tracciato.\\
+ \textbf{Zombie}\index{zombie} & \texttt{Z} & Il processo è terminato ma il
+ suo stato di terminazione non è ancora
+ stato letto dal padre. \\
\hline
\end{tabular}
\caption{Elenco dei possibili stati di un processo in Linux, nella colonna
una fetta) per il quale esso deve essere eseguito. Il valore della
\textit{time-slice} è controllato dalla cosiddetta \textit{nice} (o
\textit{niceness}) del processo. Essa è contenuta nel campo \var{nice} di
-\var{task\_struct}; tutti i processi vengono creati con lo stesso valore, ed
-essa specifica il valore della durata iniziale della \textit{time-slice} che
-viene assegnato ad un altro campo della struttura (\var{counter}) quando il
-processo viene eseguito per la prima volta e diminuito progressivamente ad
+\struct{task\_struct}; tutti i processi vengono creati con lo stesso valore,
+ed essa specifica il valore della durata iniziale della \textit{time-slice}
+che viene assegnato ad un altro campo della struttura (\var{counter}) quando
+il processo viene eseguito per la prima volta e diminuito progressivamente ad
ogni interruzione del timer.
Quando lo scheduler\index{scheduler} viene eseguito scandisce la coda dei
\bodydesc{La funzione ritorna zero in caso di successo e -1 in caso di
errore, nel qual caso \var{errno} può assumere i valori:
\begin{errlist}
- \item[\macro{EPERM}] un processo senza i privilegi di amministratore ha
+ \item[\errcode{EPERM}] un processo senza i privilegi di amministratore ha
specificato un valore di \param{inc} negativo.
\end{errlist}}
\end{prototype}
L'argomento \param{inc} indica l'incremento del valore di \var{nice}:
-quest'ultimo può assumere valori compresi fra \macro{PRIO\_MIN} e
-\macro{PRIO\_MAX} (che nel caso di Linux sono $-19$ e $20$), ma per
+quest'ultimo può assumere valori compresi fra \const{PRIO\_MIN} e
+\const{PRIO\_MAX} (che nel caso di Linux sono $-19$ e $20$), ma per
\param{inc} si può specificare un valore qualunque, positivo o negativo, ed il
sistema provvederà a troncare il risultato nell'intervallo consentito. Valori
positivi comportano maggiore \textit{cortesia} e cioè una diminuzione della
\bodydesc{La funzione ritorna la priorità in caso di successo e -1 in caso di
errore, nel qual caso \var{errno} può assumere i valori:
\begin{errlist}
- \item[\macro{ESRCH}] non c'è nessun processo che corrisponda ai valori di
+ \item[\errcode{ESRCH}] non c'è nessun processo che corrisponda ai valori di
\param{which} e \param{who}.
- \item[\macro{EINVAL}] il valore di \param{which} non è valido.
+ \item[\errcode{EINVAL}] il valore di \param{which} non è valido.
\end{errlist}}
\end{prototype}
\noindent (in vecchie versioni può essere necessario includere anche
\param{which} & \param{who} & \textbf{Significato} \\
\hline
\hline
- \macro{PRIO\_PROCESS} & \type{pid\_t} & processo \\
- \macro{PRIO\_PRGR} & \type{pid\_t} & process group \\
- \macro{PRIO\_USER} & \type{uid\_t} & utente \\
+ \const{PRIO\_PROCESS} & \type{pid\_t} & processo \\
+ \const{PRIO\_PRGR} & \type{pid\_t} & process group \\
+ \const{PRIO\_USER} & \type{uid\_t} & utente \\
\hline
\end{tabular}
\caption{Legenda del valore dell'argomento \param{which} e del tipo
\bodydesc{La funzione ritorna la priorità in caso di successo e -1 in caso di
errore, nel qual caso \var{errno} può assumere i valori:
\begin{errlist}
- \item[\macro{ESRCH}] non c'è nessun processo che corrisponda ai valori di
+ \item[\errcode{ESRCH}] non c'è nessun processo che corrisponda ai valori di
\param{which} e \param{who}.
- \item[\macro{EINVAL}] il valore di \param{which} non è valido.
- \item[\macro{EPERM}] un processo senza i privilegi di amministratore ha
+ \item[\errcode{EINVAL}] il valore di \param{which} non è valido.
+ \item[\errcode{EPERM}] un processo senza i privilegi di amministratore ha
specificato un valore di \param{inc} negativo.
- \item[\macro{EACCESS}] un processo senza i privilegi di amministratore ha
+ \item[\errcode{EACCES}] un processo senza i privilegi di amministratore ha
cercato di modificare la priorità di un processo di un altro utente.
\end{errlist}}
\end{prototype}
\begin{prototype}{sched.h}
{int sched\_setscheduler(pid\_t pid, int policy, const struct sched\_param *p)}
Imposta priorità e politica di scheduling per il processo \param{pid}.
-
- \bodydesc{La funzione ritorna la priorità in caso di successo e -1 in caso di
- errore, nel qual caso \var{errno} può assumere i valori:
+
+ \bodydesc{La funzione ritorna la priorità in caso di successo e -1 in caso
+ di errore, nel qual caso \var{errno} può assumere i valori:
\begin{errlist}
- \item[\macro{ESRCH}] il processo \param{pid} non esiste.
- \item[\macro{EINVAL}] il valore di \param{policy} non esiste o il relativo
- valore di \param{p} non è valido.
- \item[\macro{EPERM}] il processo non ha i privilegi per attivare la
- politica richiesta (vale solo per \macro{SCHED\_FIFO} e
- \macro{SCHED\_RR}).
+ \item[\errcode{ESRCH}] il processo \param{pid} non esiste.
+ \item[\errcode{EINVAL}] il valore di \param{policy} non esiste o il
+ relativo valore di \param{p} non è valido.
+ \item[\errcode{EPERM}] il processo non ha i privilegi per attivare la
+ politica richiesta (vale solo per \const{SCHED\_FIFO} e
+ \const{SCHED\_RR}).
\end{errlist}}
\end{prototype}
\textbf{Policy} & \textbf{Significato} \\
\hline
\hline
- \macro{SCHED\_FIFO} & Scheduling real-time con politica \textit{FIFO} \\
- \macro{SCHED\_RR} & Scheduling real-time con politica \textit{Round
+ \const{SCHED\_FIFO} & Scheduling real-time con politica \textit{FIFO} \\
+ \const{SCHED\_RR} & Scheduling real-time con politica \textit{Round
Robin} \\
- \macro{SCHED\_OTHER}& Scheduling ordinario\\
+ \const{SCHED\_OTHER}& Scheduling ordinario\\
\hline
\end{tabular}
\caption{Valori dell'argomento \param{policy} per la funzione
\label{tab:proc_sched_policy}
\end{table}
-Il valore della priorità è passato attraverso la struttura \var{sched\_param}
-(riportata in \figref{fig:sig_sched_param}), il cui solo campo attualmente
-definito è \var{sched\_priority}, che nel caso delle priorità assolute deve
-essere specificato nell'intervallo fra un valore massimo ed uno minimo, che
-nel caso sono rispettivamente 1 e 99 (il valore zero è legale, ma indica i
-processi normali).
+Il valore della priorità è passato attraverso la struttura
+\struct{sched\_param} (riportata in \figref{fig:sig_sched_param}), il cui solo
+campo attualmente definito è \var{sched\_priority}, che nel caso delle
+priorità assolute deve essere specificato nell'intervallo fra un valore
+massimo ed uno minimo, che nel caso sono rispettivamente 1 e 99 (il valore
+zero è legale, ma indica i processi normali).
\begin{figure}[!htb]
\footnotesize \centering
\end{lstlisting}
\end{minipage}
\normalsize
- \caption{La struttura \var{sched\_param}.}
+ \caption{La struttura \structd{sched\_param}.}
\label{fig:sig_sched_param}
\end{figure}
\bodydesc{La funzioni ritornano il valore della priorità in caso di successo
e -1 in caso di errore, nel qual caso \var{errno} può assumere i valori:
\begin{errlist}
- \item[\macro{EINVAL}] il valore di \param{policy} è invalido.
+ \item[\errcode{EINVAL}] il valore di \param{policy} è invalido.
\end{errlist}}
\end{functions}
-I processi con politica di scheduling \macro{SCHED\_OTHER} devono specificare
-un valore nullo (altrimenti si avrà un errore \macro{EINVAL}), questo valore
+I processi con politica di scheduling \const{SCHED\_OTHER} devono specificare
+un valore nullo (altrimenti si avrà un errore \errcode{EINVAL}), questo valore
infatti non ha niente a che vedere con la priorità dinamica determinata dal
valore di \var{nice}, che deve essere impostato con le funzioni viste in
precedenza.
Il kernel mantiene i processi con la stessa priorità assoluta in una lista, ed
esegue sempre il primo della lista, mentre un nuovo processo che torna in
stato \textit{runnable} viene sempre inserito in coda alla lista. Se la
-politica scelta è \macro{SCHED\_FIFO} quando il processo viene eseguito viene
+politica scelta è \const{SCHED\_FIFO} quando il processo viene eseguito viene
automaticamente rimesso in coda alla lista, e la sua esecuzione continua
fintanto che non viene bloccato da una richiesta di I/O, o non rilascia
volontariamente la CPU (in tal caso, tornando nello stato \textit{runnable}
\bodydesc{La funzione ritorna la politica di scheduling in caso di successo
e -1 in caso di errore, nel qual caso \var{errno} può assumere i valori:
\begin{errlist}
- \item[\macro{ESRCH}] il processo \param{pid} non esiste.
- \item[\macro{EINVAL}] il valore di \param{pid} è negativo.
+ \item[\errcode{ESRCH}] il processo \param{pid} non esiste.
+ \item[\errcode{EINVAL}] il valore di \param{pid} è negativo.
\end{errlist}}
\end{prototype}
\bodydesc{La funzione ritorna la priorità in caso di successo
e -1 in caso di errore, nel qual caso \var{errno} può assumere i valori:
\begin{errlist}
- \item[\macro{ESRCH}] il processo \param{pid} non esiste.
- \item[\macro{EINVAL}] il valore di \param{pid} è negativo.
+ \item[\errcode{ESRCH}] il processo \param{pid} non esiste.
+ \item[\errcode{EINVAL}] il valore di \param{pid} è negativo.
\end{errlist}}
\end{functions}
\func{sched\_setscheduler} specificando 0 come valore di \param{pid} si opera
sul processo corrente. La disponibilità di entrambe le funzioni può essere
verificata controllando la macro \macro{\_POSIX\_PRIORITY\_SCHEDULING} che è
-definita nell'header \macro{sched.h}.
+definita nell'header \file{sched.h}.
L'ultima funzione che permette di leggere le informazioni relative ai processi
real-time è \func{sched\_rr\_get\_interval}, che permette di ottenere la
\bodydesc{La funzione ritorna 0in caso di successo e -1 in caso di errore,
nel qual caso \var{errno} può assumere i valori:
\begin{errlist}
- \item[\macro{ESRCH}] il processo \param{pid} non esiste.
- \item[\macro{ENOSYS}] la system call non è stata implementata.
+ \item[\errcode{ESRCH}] il processo \param{pid} non esiste.
+ \item[\errcode{ENOSYS}] la system call non è stata implementata.
\end{errlist}}
\end{prototype}
La funzione restituisce il valore dell'intervallo di tempo usato per la
-politica \textit{round robin} in una struttura \var{timespec}, (la cui
+politica \textit{round robin} in una struttura \struct{timespec}, (la cui
definizione si può trovare in \figref{fig:sys_timeval_struct}).
atomici. Non è affatto detto che lo stesso valga per interi di dimensioni
maggiori (in cui l'accesso può comportare più istruzioni in assembler) o per
le strutture. In tutti questi casi è anche opportuno marcare come
-\ctyp{volatile} le variabili che possono essere interessate ad accesso
+\direct{volatile} le variabili che possono essere interessate ad accesso
condiviso, onde evitare problemi con le ottimizzazioni del codice.
\subsection{Le \textit{race condition}\index{race condition} e i
- \textit{deadlock}}
+ \textit{deadlock}\index{deadlock}}
\label{sec:proc_race_cond}
Si definiscono \textit{race condition} tutte quelle situazioni in cui processi
problematiche di questo tipo in \capref{cha:IPC}).
Un caso particolare di \textit{race condition} sono poi i cosiddetti
-\textit{deadlock}, particolarmente gravi in quanto comportano spesso il blocco
-completo di un servizio, e non il fallimento di una singola operazione. Per
-definizione un \textit{deadlock} è una situazione in cui due o più processi
-non sono più in grado di proseguire perché ciascuno aspetta il risultato di
-una operazione che dovrebbe essere eseguita dall'altro.
-
-
-L'esempio tipico di una situazione che può condurre ad un \textit{deadlock} è
-quello in cui un flag di ``occupazione'' viene rilasciato da un evento
-asincrono (come un segnale o un altro processo) fra il momento in cui lo si è
-controllato (trovandolo occupato) e la successiva operazione di attesa per lo
-sblocco. In questo caso, dato che l'evento di sblocco del flag è avvenuto
-senza che ce ne accorgessimo proprio fra il controllo e la messa in attesa,
-quest'ultima diventerà perpetua (da cui il nome di \textit{deadlock}).
+\textit{deadlock}\index{deadlock}, particolarmente gravi in quanto comportano
+spesso il blocco completo di un servizio, e non il fallimento di una singola
+operazione. Per definizione un \textit{deadlock}\index{deadlock} è una
+situazione in cui due o più processi non sono più in grado di proseguire
+perché ciascuno aspetta il risultato di una operazione che dovrebbe essere
+eseguita dall'altro.
+
+
+L'esempio tipico di una situazione che può condurre ad un
+\textit{deadlock}\index{deadlock} è quello in cui un flag di ``occupazione''
+viene rilasciato da un evento asincrono (come un segnale o un altro processo)
+fra il momento in cui lo si è controllato (trovandolo occupato) e la
+successiva operazione di attesa per lo sblocco. In questo caso, dato che
+l'evento di sblocco del flag è avvenuto senza che ce ne accorgessimo proprio
+fra il controllo e la messa in attesa, quest'ultima diventerà perpetua (da cui
+il nome di \textit{deadlock}\index{deadlock}).
In tutti questi casi è di fondamentale importanza il concetto di atomicità
visto in \secref{sec:proc_atom_oper}; questi problemi infatti possono essere