\textit{sibling}, questa è una delle relazioni usate nel \textsl{controllo di
sessione}, in cui si raggruppano i processi creati su uno stesso terminale,
o relativi allo stesso login. Torneremo su questo argomento in dettaglio in
-\secref{cap:session}, dove esamineremo gli altri identificativi associati ad
+\secref{cha:session}, dove esamineremo gli altri identificativi associati ad
un processo e le varie relazioni fra processi utilizzate per definire una
sessione.
controllo di accesso, che servono per determinare se il processo può o meno
eseguire le operazioni richieste, a seconda dei privilegi e dell'identità di
chi lo ha posto in esecuzione; su questi torneremo in dettagli più avanti in
-\secref{sec:proc_perm}.
+\secref{sec:proc_perms}.
\subsection{La funzione \func{fork}}
\secref{sec:file_work_dir}).
\item la maschera di creazione dei file (\var{umask}, vedi
\secref{sec:file_umask}) ed i \textit{lock} sui file (vedi
- \secref{sec:file_xxx}).
+ \secref{sec:file_locking}).
\item i segnali sospesi (\textit{pending}) e la maschera dei segnali (si veda
\secref{sec:sig_xxx}).
-\item i limiti sulle risorse (vedi \secref{sec:limits_xxx})..
+\item i limiti sulle risorse (vedi \secref{sec:sys_limits})..
\item i valori delle variabili \var{tms\_utime}, \var{tms\_stime},
- \var{tms\_cutime}, \var{tms\_ustime} (vedi \secref{sec:xxx_xxx})..
+ \var{tms\_cutime}, \var{tms\_ustime} (vedi \secref{sec:xxx_xxx}).
\end{itemize*}
Oltre a questo i segnali che sono stati settati per essere ignorati nel
-processo chiamante mantengono lo stesso settaggio pure nuovo programma, tutti
-gli altri segnali vengono settati alla loro azione di default. Un caso
-speciale è il segnale \macro{SIGCHLD} che, quando settato a \macro{SIG\_IGN}
+processo chiamante mantengono lo stesso settaggio pure nel nuovo programma,
+tutti gli altri segnali vengono settati alla loro azione di default. Un caso
+speciale è il segnale \macro{SIGCHLD} che, quando settato a \macro{SIG\_IGN},
può anche non essere resettato a \macro{SIG\_DFL} (si veda
\secref{sec:sig_xxx}).
La gestione dei file aperti dipende dal valore del flag di
\textit{close-on-exec} per ciascun file descriptor (si veda
-\secref{sec:file_xxx}); i file per cui è settato vengono chiusi, tutti gli
+\secref{sec:file_fcntl}); i file per cui è settato vengono chiusi, tutti gli
altri file restano aperti. Questo significa che il comportamento di default è
che i file restano aperti attraverso una \func{exec}, a meno di una chiamata
esplicita a \func{fcntl} che setti il suddetto flag.
Nel caso dell'interazione fra processi la situazione è molto più semplice, ed
occorre preoccuparsi della atomicità delle operazioni solo quando si ha a che
fare con meccanismi di intercomunicazione (che esamineremo in dettaglio in
-\capref{cha:ipc}) o nella operazioni con i file (vedremo alcuni esempi in
+\capref{cha:IPC}) o nella operazioni con i file (vedremo alcuni esempi in
\secref{sec:file_atomic}). In questi casi in genere l'uso delle appropriate
funzioni di libreria per compiere le operazioni necessarie è garanzia
sufficiente di atomicità in quanto le system call con cui esse sono realizzate
processi.
Nel caso dei segnali invece la situazione è molto più delicata, in quanto lo
-stesso processo può essere interrotto in qualunque momento, e le operazioni di
-un eventuale \textit{signal handler} saranno compiute nello stesso spazio di
-indirizzi. Per questo anche solo il solo accesso o l'assegnazione di una
-variabile possono non essere più operazioni atomiche (torneremo su questi
-aspetti in \secref{sec:sign_xxx}).
+stesso processo, e pure alcune system call, possono essere interrotti in
+qualunque momento, e le operazioni di un eventuale \textit{signal handler}
+sono compiute nello stesso spazio di indirizzi del processo. Per questo anche
+solo il solo accesso o l'assegnazione di una variabile possono non essere più
+operazioni atomiche (torneremo su questi aspetti in \secref{sec:sign_xxx}).
In questo caso il sistema provvede un tipo di dato, il \type{sig\_atomic\_t},
il cui accesso è assicurato essere atomico. In pratica comunque si può
Un caso particolare di \textit{race condition} sono poi i cosiddetti
\textit{deadlock}; l'esempio tipico è quello di un flag di ``occupazione'' che
viene rilasciato da un evento asincrono fra il controllo (in cui viene trovato
-occupato) e la successiva messa in attesa, attesa che a questo punto diventerà
+occupato) e la successiva messa in attesa, che a questo punto diventerà
perpetua (da cui il nome di \textit{deadlock}) in quanto l'evento di sblocco
-di questa è stato perso.
+del flag è stato perso fra il controllo e la messa in attesa.
\subsection{Le funzioni rientranti}