Un secondo aspetto molto importante nella creazione dei processi figli è
quello dell'interazione dei vari processi con i file. Ne parleremo qui anche
se buona parte dei concetti relativi ai file verranno trattati più avanti
-(principalmente nel cap.~\ref{cha:file_unix_interface}). Per illustrare meglio
+(principalmente in sez.~\ref{sec:file_unix_interface}). Per illustrare meglio
quello che avviene si può redirigere su un file l'output del programma di
test, quello che otterremo è:
\begin{Command}
che come si vede è completamente diverso da quanto ottenevamo sul terminale.
Il comportamento delle varie funzioni di interfaccia con i file è analizzato
-in gran dettaglio in cap.~\ref{cha:file_unix_interface} per l'interfaccia
-nativa Unix ed in cap.~\ref{cha:files_std_interface} per la standardizzazione
+in gran dettaglio in sez.~\ref{sec:file_unix_interface} per l'interfaccia
+nativa Unix ed in sez.~\ref{sec:files_std_interface} per la standardizzazione
adottata nelle librerie del linguaggio C e valida per qualunque sistema
operativo. Qui basta accennare che si sono usate le funzioni standard della
libreria del C che prevedono l'output bufferizzato. Il punto è che questa
Quello che succede è che quando lo \textit{standard output}\footnote{si chiama
così il file su cui un programma scrive i suoi dati in uscita, tratteremo
- l'argomento in dettaglio in sez.~\ref{sec:file_std_descr}.} del padre viene
+ l'argomento in dettaglio in sez.~\ref{sec:file_fd}.} del padre viene
rediretto come si è fatto nell'esempio, lo stesso avviene anche per tutti i
figli. La funzione \func{fork} infatti ha la caratteristica di duplicare nei
processi figli tutti i \textit{file descriptor} (vedi sez.~\ref{sec:file_fd})