discorso dei \textit{thread} comunque in Linux necessita di una trattazione a
parte per la peculiarità dell'implementazione).
+
\subsection{La funzione \func{main}}
\label{sec:proc_main}
\begin{figure}[htb]
\centering
-
+ \includegraphics[width=12cm]{img/proc_beginend}
\caption{Schema dell'avvio e della conclusione di un programma.}
\label{fig:proc_prog_start_stop}
\end{figure}
+
Si ricordi infine che un programma può anche essere interrotto dall'esterno
attraverso l'uso di un segnale (modalità di conclusione non mostrata in
\curfig); torneremo su questo aspetto in \secref{cha:signals}.
\begin{figure}[htb]
\centering
- \includegraphics[width=5cm]{img/memory_layout.eps}
+ \includegraphics[width=5cm]{img/memory_layout}
\caption{Disposizione tipica dei segmenti di memoria di un processo}
\label{fig:proc_mem_layout}
\end{figure}
\begin{itemize*}
\item se la variabile è posta a zero gli errori vengono ignorati.
\item se è posta ad 1 viene stampato un avviso sullo \textit{standard error}
- (vedi \secref{sec:file_stdfiles}).
+ (vedi \secref{sec:file_std_stream}).
\item se è posta a 2 viene chiamata \func{abort}, che in genere causa
l'immediata conclusione del programma.
\end{itemize*}
di successo e \macro{NULL} in caso di fallimento, nel qual caso
\var{errno} viene settata a \macro{ENOMEM}.
\end{prototype}
-ma in questo caso non è più necessario liberare la memoria in quanto questa
-viene rilasciata automaticamente al ritorno della funzione.
+\noindent ma in questo caso non è più necessario liberare la memoria in quanto
+questa viene rilasciata automaticamente al ritorno della funzione.
Come è evidente questa funzione ha molti vantaggi, e permette di evitare i
problemi di memory leak non essendo più necessaria la deallocazione esplicita;
comportamento; esso può essere specificato come l'OR aritmetico delle due
costanti:
\begin{description*}
-\item[\macro{MCL\_CURRENT}] blocca tutte le pagine correntemente mappate nello
+\item \macro{MCL\_CURRENT} blocca tutte le pagine correntemente mappate nello
spazio di indirizzi del processo.
-\item[\macro{MCL\_FUTURE}] blocca tutte le pagine che saranno mappate nello
+\item \macro{MCL\_FUTURE} blocca tutte le pagine che saranno mappate nello
spazio di indirizzi del processo.
\end{description*}
variabili che normalmente sono definite dal sistema, è riportato in \nfig.
\begin{figure}[htb]
\centering
- \includegraphics[width=11cm]{img/environ_var.eps}
+ \includegraphics[width=11cm]{img/environ_var}
\caption{Esempio di lista delle variabili di ambiente.}
\label{fig:proc_envirno_list}
\end{figure}
Per convenzione le stringhe che definiscono l'ambiente sono tutte del tipo
\textsl{\texttt{nome=valore}}. Inoltre alcune variabili, come quelle elencate
in \curfig, sono definite dal sistema per essere usate da diversi programmi e
-funzioni: per queste c'è l'ulteriore convezione di usare nomi espressi in
+funzioni: per queste c'è l'ulteriore convenzione di usare nomi espressi in
caratteri maiuscoli.
Il kernel non usa mai queste variabili, il loro uso e la loro interpretazione è
Gli standard POSIX e XPG3 definiscono alcune di queste variabili (le più
comuni), come riportato in \ntab. GNU/Linux le supporta tutte e ne definisce
-anche altre: per una lista parziale si può controllare \cmd{man environ}.
+anche altre: per una lista più completa si può controllare \cmd{man environ}.
+\begin{table}[htb]
+ \centering
+ \begin{tabular}[c]{|l|c|c|c|p{6cm}|}
+ \hline
+ \textbf{Variabile} & POSIX & XPG & Linux & \textbf{Descrizione} \\
+ \hline
+ \hline
+ \macro{USER} & $\bullet$ & $\bullet$ & $\bullet$ & \\
+ \macro{LOGNAME} & $\bullet$ & $\bullet$ & $\bullet$ & \\
+ \macro{HOME} & $\bullet$ & $\bullet$ & $\bullet$ & \\
+ \macro{LANG} & $\bullet$ & $\bullet$ & $\bullet$ & \\
+ \macro{PATH} & $\bullet$ & $\bullet$ & $\bullet$ & \\
+ \macro{PWD} & $\bullet$ & $\bullet$ & $\bullet$ & \\
+ \macro{SHELL} & $\bullet$ & $\bullet$ & $\bullet$ & \\
+ \macro{TERM} & $\bullet$ & $\bullet$ & $\bullet$ & \\
+ \macro{PAGER} & $\bullet$ & $\bullet$ & $\bullet$ & \\
+ \macro{EDITOR} & $\bullet$ & $\bullet$ & $\bullet$ & \\
+ \macro{BROWSER} & $\bullet$ & $\bullet$ & $\bullet$ & \\
+ \end{tabular}
+ \caption{Variabile di ambiente più comuni definite da vari standard}
+ \label{tab:proc_env_var}
+\end{table}
+
+Lo standard ANSI C, pur lasciando alle varie implementazioni i contenuti,
+definisce la funzione \func{getenv} che permetta di ottenere i valori delle
+varibili di ambiente, il suo prototipo è:
+
+\begin{prototype}{stdlib.h}{char *getenv(const char *name)}
+ Esamina l'ambiente del processo cercando una stringa che corrisponda a
+ quella specificata da \param{name}.
+
+ La funzione \macro{NULL} se non trova nulla, o il puntatore alla stringa che
+ corrisponde (di solito nella forma \texttt{NOME=valore}).
+\end{prototype}
Il C però non consente di effettuare un salto ad una label definita in
un'altra funzione, per cui se l'errore avviene in funzioni profondamente
-annidate occorre usare la funzione \func{longjump}.
+annidate occorre usare la funzioni \func{setjmp} e \func{longjmp}, il cui
+prototipo è:
+\begin{functions}
+ \headdecl{setjmp.h}
+ \funcdecl{void setjmp(jmp\_buf env)}
+
+ La funzione salva il contesto dello stack in \param{env} per un successivo
+ uso da parte di \func{longjmp}. Il contesto viene invalidato se la routine
+ che ha chiamato \func{setjmp} ritorna.
+
+ La funzione ritorna zero quando è chiamata direttamente e un valore diverso
+ da zero quando ritorna da una chiamata di \func{longjmp} che usa il contesto
+ salvato in predenza.
+ \funcdecl{void longjmp(jmp\_buf env, int val)}
+
+ Ripristina il contesto dello stack salvato dall'ultima chiamata di
+ \func{setjmp} con l'argomento \param{env}. Il programma prosegue dal ritorno
+ di \func{setjmp} con un valore \param{val}. Il valore di \param{val} deve
+ essere diverso da zero, se viene specficato 0 sarà usato 1 al suo posto.
+
+ La funzione non ritorna.
+\end{functions}