+Il C supporta due tipi di allocazione della memoria, l'allocazione statica è
+quella in cui vanno le variabili globali e le variabili statiche (e viene
+effettuata nel segmento dei dati), lo spazio per queste variabili viene
+allocati all'avvio del programma (come parte delle operazioni svolte da
+\func{exec}) e non viene liberato fino alla sua conclusione.
+
+L'allocazione automatica è quella che avviene per le cosiddette variabili
+automatiche, cioè gli argomenti delle funzioni o le variabili locali. Lo
+spazio per queste variabili viene allocato nello stack quando viene eseguito
+comando di invocazione della funzione e liberato quando si esce dalla
+medesima.
+
+Esiste però un terzo tipo di allocazione, che non è prevista dal linguaggio C,
+che è l'allocazione dinamica della memoria, necessaria quando il quantitativo
+di memoria che serve è determinabile solo in corso di esecuzione del
+programma.
+
+Il C non consente di usare variabili allocate dinamicamente, non è possibile
+cioè definire in fase di programmazione una variabile le cui dimensioni
+possano essere modificate durante l'esecuzione del programma; però le librerie
+del C forniscono una serie opportuna di funzioni per permettere l'allocazione
+dinamica di spazio in memoria (in genere nello heap, usando la system call
+\func{sbrk}), solo che a questo punto detto spazio sarà accessibile solo in
+maniera indiretta attraverso dei puntatori.
+
+
+\subsection{Le funzioni \func{malloc}, \func{calloc}, \func{realloc} e
+ \func{free}}
+\label{sec:proc_mem_malloc}
+
+Le funzioni previste dallo standard ANSI C per la gestione della memoria sono
+quattro, i prototipi sono i seguenti:
+\begin{functions}
+\headdecl{stdlib.h}
+\funcdecl{void *calloc(size\_t size)}
+ Alloca \var{size} byte nello heap. La memoria viene inizializzata a 0.
+
+ La funzione restituisce il puntatore alla zona di memoria allocata in caso
+ di successo e \macro{NULL} in caso di fallimento, nel qual caso
+ \var{errno} viene settata a \macro{ENOMEM}.
+\funcdecl{void *malloc(size\_t size)}
+ Alloca \var{size} byte nello heap. La memoria non viene inizializzata.
+
+ La funzione restituisce il puntatore alla zona di memoria allocata in caso
+ di successo e \macro{NULL} in caso di fallimento, nel qual caso
+ \var{errno} viene settata a \macro{ENOMEM}.
+\funcdecl{void *realloc(void *ptr, size\_t size)}
+ Cambia la dimensione del blocco allocato all'indirizzo \var{ptr}
+ portandola a \var{size}.
+
+ La funzione restituisce il puntatore alla zona di memoria allocata in caso
+ di successo e \macro{NULL} in caso di fallimento, nel qual caso
+ \var{errno} viene settata a \macro{ENOMEM}.
+\funcdecl{void free(void *ptr)}
+ Disalloca lo spazio di memoria puntato da \var{ptr}.
+
+ La funzione non ritorna nulla e non riporta errori.
+\end{functions}
+Il puntatore che le funzioni di allocazione ritornano è garantito essere
+sempre correttamente allineato per tutti i tipi di dati; ad esempio sulle
+macchine a 32 bit in genere è allineato a multipli di 4 byte e sulle macchine
+a 64 bit a multipli di 8 byte.
+
+In genere su usano le funzioni \func{malloc} e \func{calloc} per allocare
+dinamicamente la memoria necessaria al programma, siccome i puntatori
+ritornati sono di tipo generico non è necessario effettuare un cast per
+assegnarli a puntatori al tipo di variabile per la quale si effettua la
+allocazione.
+
+La memoria allocata dinamicamente deve essere esplicitamente rilasciata usando
+\func{free}\footnote{le glibc provvedono anche una funzione \func{cfree}
+ definita per compatibilità con SunOS, che è deprecata} una volta che non
+sia più necessaria. Questa funzione vuole come parametro un puntatore
+restituito da una precedente chiamata a una qualunque delle funzioni di
+allocazione e che non sia già stato liberato da un'altra chiamata a
+\func{free}, in caso contrario il comportamento della funzione è indefinito.
+
+La funzione \func{realloc} si usa invece per cambiare (in genere aumentare)
+la dimensione di un'area di memoria precedentemente allocata, la funzione
+vuole in ingresso il puntatore restituito dalla precedente chiamata ad una
+\func{malloc} (se è passato un valore \macro{NULL} allora la funzione si
+comporta come \func{malloc}\footnote{questo è vero per Linux e
+ l'implementazione secondo lo standard ANSI C, ma non è vero per alcune
+ vecchie implementazioni, inoltre alcune versioni delle librerie del C
+ consentivano di usare \func{realloc} anche per un puntatore liberato con
+ \func{free} purché non ci fossero state altre chiamate a funzioni di
+ allocazione, questa funzionalità è totalmente deprecata e non è consentita
+ sotto Linux}), ad esempio quando si deve far crescere la dimensione di un
+vettore; in questo caso se è disponibile dello spazio adiacente al precedente
+la funzione lo utilizza, altrimenti rialloca altrove un blocco della dimensione
+voluta copiandoci automaticamente il contenuto, lo spazio aggiunto non viene
+inizializzato.
+
+Si deve sempre avere ben presente il fatto che il blocco di memoria restituito
+da \func{realloc} può non essere una estensione di quello che gli si è passato
+come parametro; pertanto esso deve essere trattato allo stesso modo di una
+nuova allocazione; in particolare si dovrà \emph{sempre} eseguire la
+riassegnazione di \var{ptr} al valore di ritorno della funzione, e
+reinizializzare (o provvedere ad un adeguato aggiornamento qualora ancora
+servano) tutti gli altri puntatori al blocco di dati ridimensionato.
+
+Uno degli errori più comuni (specie se si ha a che fare con array di
+puntatori) è infatti quello di chiamare \func{free} più di una volta sullo
+stesso puntatore; per evitare questo problema una soluzione di ripiego è
+quella di assegnare sempre a \macro{NULL} ogni puntatore liberato con
+\func{free}, dato che, quando il parametro è un puntatore nullo,
+\func{free} non esegue nessuna operazione.
+
+Linux e le glibc hanno una implementazione delle routine di allocazione che è
+controllabile dall'utente attraverso alcune variabili di ambiente, in
+particolare diventa possibile tracciare questo tipo di errori usando la
+variabile \macro{MALLOC\_CHECK\_} che quando viene settata mette in uso una
+versione meno efficiente delle funzioni, che però è più tollerante nei
+confronti di piccoli errori come quello di chiamate doppie a \func{free}; in
+particolare:
+\begin{itemize*}
+\item se la variabile è posta a zero gli errori vengono ignorati.
+\item se è posta ad 1 viene stampato un avviso sullo \textit{standard error}
+ (vedi \secref{sec:file_std_stream}).
+\item se è posta a 2 viene chiamata \func{abort}, che in genere causa
+ l'immediata conclusione del programma.
+\end{itemize*}
+
+Il problema più comune e più difficile da tracciare che si incontra con
+l'allocazione della memoria è però quando la memoria non più utilizzata non
+viene opportunamente liberata (quello che in inglese viene chiamato
+\textit{memory-leak}, traducibile come \textsl{perdita di memoria}).
+
+Un caso tipico è quando l'allocazione viene fatta da una subroutine per un uso
+locale, ma la memoria non viene liberata una volta usata; chiamate ripetute
+alla stessa subroutine causeranno a lungo andare un esaurimento della memoria
+disponibile, con un conseguente crash dell'applicazione che può avvenire in
+qualunque momento, e senza nessuna relazione con la subroutine che contiene
+l'errore.
+
+Per questo motivo l'implementazione delle routine di allocazione delle glibc
+mette a disposizione una serie di funzionalità (su cui torneremo in
+\secref{sec:xxx_advanced}) che permettono di tracciare le allocazioni e
+le disallocazione, e definisce anche una serie di possibili agganci che
+permettono di sostituire alle funzioni di libreria una propria versione (che
+può essere più o meno specializzata per il debugging).
+
+
+\subsection{La funzione \func{alloca}}
+\label{sec:proc_mem_alloca}
+
+Una alternativa possibile all'uso di \func{malloc}, che non soffre del tipo
+di problemi di memory leak descritti in precedenza è la funzione
+\func{alloca} che invece che allocare la memoria nello heap usa lo il
+segmento di stack della funzione corrente. La sintassi è identica:
+\begin{prototype}{stdlib.h}{void *alloca(size\_t size)}
+ Alloca \var{size} byte nel segmento di stack della funzione chiamante.
+ La memoria non viene inizializzata.
+
+ La funzione restituisce il puntatore alla zona di memoria allocata in caso
+ di successo e \macro{NULL} in caso di fallimento, nel qual caso
+ \var{errno} viene settata a \macro{ENOMEM}.
+\end{prototype}
+\noindent ma in questo caso non è più necessario liberare la memoria in quanto
+questa viene rilasciata automaticamente al ritorno della funzione.
+
+Come è evidente questa funzione ha molti vantaggi, e permette di evitare i
+problemi di memory leak non essendo più necessaria la deallocazione esplicita;
+una delle ragioni principali per usarla è però che funziona anche quando si
+usa \func{longjump} per uscire con un salto non locale da una funzione (vedi
+\secref{sec:proc_longjmp}),
+
+Un altro vantaggio e che in Linux la funzione è molto veloce e non viene
+sprecato spazio, infatti non è necessario gestire un pool di memoria da
+riservare e si evitano anche i problemi di frammentazione di quest'ultimo che
+comportano inefficienze sia nell'allocazione della memoria che nell'esecuzione
+della funzione.
+
+Gli svantaggi sono che questa funzione non è disponibile su tutti gli unix,
+(quando non è possibile aumentare le dimensioni dello stack una volta chiamata
+una funzione) e quindi l'uso limita la portabilità dei programmi, inoltre se
+si cerca di allocare troppa memoria non si ottiene un messaggio di errore, ma
+un segnale di \textit{segment violation} analogo a quello che si avrebbe da
+una ricorsione infinita.
+
+Inoltre non è chiaramente possibile usare questa funzione per allocare memoria
+che deve poi essere usata anche al di fuori della funzione in cui questa viene
+chiamata, in quanto all'uscita dalla funzione lo spazio allocato diventerebbe
+libero, e potrebbe essere sovrascritto all'invocazione di nuove funzioni con
+conseguenze imprevedibili. Questo è lo stesso problema potenziale che si può
+avere con le variabili automatiche, su cui torneremo in
+\secref{sec:proc_auto_var}.
+
+
+\subsection{Le funzioni \func{brk} e \func{sbrk}}
+\label{sec:proc_mem_sbrk}
+
+L'uso di queste funzioni è necessario solo quando si voglia accedere alle
+analoghe system call a cui fanno da interfaccia (ad esempio per implementare
+una propria versione di \func{malloc}. Le funzioni sono:
+\begin{prototype}{unistd.h}{int *brk(void end\_data\_segment)}
+ Sposta la fine del segmento dei dati all'indirizzo specificato da
+ \var{end\_data\_segment}.
+
+ La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di fallimento,
+ nel qual caso \var{errno} viene settata a \macro{ENOMEM}.
+\end{prototype}
+\begin{prototype}{unistd.h}{int *sbrk(ptrdiff\_t increment)}
+ Incrementa lo spazio dati di un programma di \var{increment}. Un valore
+ zero restituisce l'attuale posizione della fine del segmento dati.
+
+ La funzione restituisce il puntatore all'inizio della nuova zona di memoria
+ allocata in caso di successo e \macro{NULL} in caso di fallimento, nel qual
+ caso \macro{errno} viene settata a \macro{ENOMEM}.
+\end{prototype}