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% http://davisdoesdownunder.blogspot.com/2011/02/linux-syscall-vsyscall-and-vdso-oh-my.html
% http://www.win.tue.nl/~aeb/linux/lk/lk-4.html
%
+% Altro materiale al riguardo http://lwn.net/Articles/615809/
+% http://man7.org/linux/man-pages/man7/vdso.7.html
Inoltre alcune \textit{system call} sono state modificate nel corso degli anni
con lo sviluppo del kernel per aggiungere ad esempio funzionalità in forma di
\subsection{I concetti generali}
\label{sec:proc_mem_gen}
+\index{memoria~virtuale|(}
+
Ci sono vari modi in cui i sistemi operativi organizzano la memoria, ed i
dettagli di basso livello dipendono spesso in maniera diretta
dall'architettura dell'hardware, ma quello più tipico, usato dai sistemi
-unix-like come Linux è la cosiddetta \index{memoria~virtuale} \textsl{memoria
- virtuale} che consiste nell'assegnare ad ogni processo uno spazio virtuale
-di indirizzamento lineare, in cui gli indirizzi vanno da zero ad un qualche
-valore massimo.\footnote{nel caso di Linux fino al kernel 2.2 detto massimo
- era, per macchine a 32bit, di 2Gb. Con il kernel 2.4 ed il supporto per la
- \textit{high-memory} il limite è stato esteso anche per macchine a 32 bit.}
-
+unix-like come Linux è la cosiddetta \textsl{memoria virtuale} che consiste
+nell'assegnare ad ogni processo uno spazio virtuale di indirizzamento lineare,
+in cui gli indirizzi vanno da zero ad un qualche valore massimo.\footnote{nel
+ caso di Linux fino al kernel 2.2 detto massimo era, per macchine a 32bit, di
+ 2Gb. Con il kernel 2.4 ed il supporto per la \textit{high-memory} il limite
+ è stato esteso anche per macchine a 32 bit.}
Come accennato nel cap.~\ref{cha:intro_unix} questo spazio di indirizzi è
virtuale e non corrisponde all'effettiva posizione dei dati nella RAM del
Per la gestione da parte del kernel la memoria viene divisa in pagine di
dimensione fissa. Inizialmente queste pagine erano di 4kb sulle macchine a 32
bit e di 8kb sulle alpha. Con le versioni più recenti del kernel è possibile
-anche utilizzare pagine di dimensioni maggiori (di 4Mb, dette \textit{huge
- page}), per sistemi con grandi quantitativi di memoria in cui l'uso di
-pagine troppo piccole comporta una perdita di prestazioni. In alcuni sistemi
-la costante \const{PAGE\_SIZE}, definita in \headfile{limits.h}, indica la
-dimensione di una pagina in byte, con Linux questo non avviene e per ottenere
-questa dimensione si deve ricorrere alla funzione \func{getpagesize} (vedi
-sez.~\ref{sec:sys_memory_res}).
+anche utilizzare pagine di dimensioni maggiori (di 4Mb, dette
+\itindex{huge~page} \textit{huge page}), per sistemi con grandi quantitativi
+di memoria in cui l'uso di pagine troppo piccole comporta una perdita di
+prestazioni. In alcuni sistemi la costante \const{PAGE\_SIZE}, definita in
+\headfile{limits.h}, indica la dimensione di una pagina in byte, con Linux
+questo non avviene e per ottenere questa dimensione si deve ricorrere alla
+funzione \func{getpagesize} (vedi sez.~\ref{sec:sys_memory_res}).
Ciascuna pagina di memoria nello spazio di indirizzi virtuale è associata ad
un supporto che può essere una pagina di memoria reale o ad un dispositivo di
farà da supporto a tutte le pagine di memoria virtuale di tutti i processi che
hanno detta funzione nel loro codice.
-La corrispondenza fra le pagine della \index{memoria~virtuale} memoria
-virtuale di un processo e quelle della memoria fisica della macchina viene
-gestita in maniera trasparente dal kernel.\footnote{in genere con l'ausilio
- dell'hardware di gestione della memoria (la \textit{Memory Management Unit}
- del processore), con i kernel della serie 2.6 è comunque diventato possibile
- utilizzare Linux anche su architetture che non dispongono di una MMU.}
-Poiché in genere la memoria fisica è solo una piccola frazione della memoria
-virtuale, è necessario un meccanismo che permetta di trasferire le pagine che
-servono dal supporto su cui si trovano in memoria, eliminando quelle che non
-servono. Questo meccanismo è detto \index{paginazione} \textsl{paginazione}
-(o \textit{paging}), ed è uno dei compiti principali del kernel.
+La corrispondenza fra le pagine della memoria virtuale di un processo e quelle
+della memoria fisica della macchina viene gestita in maniera trasparente dal
+kernel.\footnote{in genere con l'ausilio dell'hardware di gestione della
+ memoria (la \textit{Memory Management Unit} del processore), con i kernel
+ della serie 2.6 è comunque diventato possibile utilizzare Linux anche su
+ architetture che non dispongono di una MMU.} Poiché in genere la memoria
+fisica è solo una piccola frazione della memoria virtuale, è necessario un
+meccanismo che permetta di trasferire le pagine che servono dal supporto su
+cui si trovano in memoria, eliminando quelle che non servono. Questo
+meccanismo è detto \index{paginazione} \textsl{paginazione} (o
+\textit{paging}), ed è uno dei compiti principali del kernel.
Quando un processo cerca di accedere ad una pagina che non è nella memoria
reale, avviene quello che viene chiamato un \itindex{page~fault} \textit{page
permettono di bloccare il meccanismo della \index{paginazione} paginazione e
mantenere fisse delle pagine in memoria (vedi sez.~\ref{sec:proc_mem_lock}).
+\index{memoria~virtuale|)}
\subsection{La struttura della memoria di un processo}
\label{sec:proc_mem_layout}
\itindex{page~fault} \textit{page fault} mandando un segnale \signal{SIGSEGV}
al processo, che normalmente ne causa la terminazione immediata.
-È pertanto importante capire come viene strutturata \index{memoria~virtuale}
-la memoria virtuale di un processo. Essa viene divisa in \textsl{segmenti},
-cioè un insieme contiguo di indirizzi virtuali ai quali il processo può
-accedere. Solitamente un programma C viene suddiviso nei seguenti segmenti:
+È pertanto importante capire come viene strutturata la memoria virtuale di un
+processo. Essa viene divisa in \textsl{segmenti}, cioè un insieme contiguo di
+indirizzi virtuali ai quali il processo può accedere. Solitamente un
+programma C viene suddiviso nei seguenti segmenti:
\begin{enumerate*}
\item Il \index{segmento!testo} segmento di testo o \textit{text segment}.
Contiene il codice del programma, delle funzioni di librerie da esso
Si può notare che si è anzitutto (\texttt{\small 1}) disabilitata la stampa di
messaggi di errore per opzioni non riconosciute, per poi passare al ciclo per
-la verifica delle opzioni (\texttt{\small 2--27}); per ciascuna delle opzioni
+la verifica delle opzioni (\texttt{\small 2-27}); per ciascuna delle opzioni
possibili si è poi provveduto ad un'azione opportuna, ad esempio per le tre
opzioni che prevedono un parametro si è effettuata la decodifica del medesimo,
il cui indirizzo è contenuto nella variabile \var{optarg}), avvalorando la
-relativa variabile (\texttt{\small 12--14}, \texttt{\small 15--17} e
-\texttt{\small 18--20}). Completato il ciclo troveremo in \var{optind}
+relativa variabile (\texttt{\small 12-14}, \texttt{\small 15-17} e
+\texttt{\small 18-20}). Completato il ciclo troveremo in \var{optind}
l'indice in \code{argv[]} del primo degli argomenti rimanenti nella linea di
comando.
% LocalWords: capability MEMLOCK limits getpagesize RLIMIT munlock sys const
% LocalWords: addr len EINVAL EPERM mlockall munlockall flags l'OR CURRENT IFS
% LocalWords: argc argv parsing questofile txt getopt optstring switch optarg
-% LocalWords: optind opterr optopt ForkTest POSIXLY CORRECT long options NdA
+% LocalWords: optind opterr optopt POSIXLY CORRECT long options NdA
% LocalWords: option parameter list environ PATH HOME XPG tab LOGNAME LANG PWD
% LocalWords: TERM PAGER TMPDIR getenv name SVr setenv unsetenv putenv opz gcc
% LocalWords: clearenv libc value overwrite string reference result argument