+\label{sec:IP_ipv6_autoconf}
+
+Una delle caratteristiche salienti di IPv6 è quella dell'autoconfigurazione,
+il protocollo infatti fornisce la possibilità ad un nodo di scoprire
+automaticamente il suo indirizzo acquisendo i parametri necessari per potersi
+connettere a internet.
+
+L'autoconfigurazione sfrutta gli indirizzi link-local; qualora sul nodo sia
+presente una scheda di rete che supporta lo standard IEEE802 (ethernet) questo
+garantisce la presenza di un indirizzo fisico a 48 bit unico; pertanto il nodo
+può assumere automaticamente senza pericoli di collisione l'indirizzo
+link-local \texttt{FE80::xxxx:xxxx:xxxx} dove \texttt{xxxx:xxxx:xxxx} è
+l'indirizzo hardware della scheda di rete.
+
+Nel caso in cui non sia presente una scheda che supporta lo standard IEEE802
+allora il nodo assumerà ugualmente un indirizzo link-local della forma
+precedente, ma il valore di \texttt{xxxx:xxxx:xxxx} sarà generato
+casualmente; in questo caso la probabilità di collisione è di 1 su 300
+milioni. In ogni caso per prevenire questo rischio il nodo invierà un
+messaggio ICMP \textit{Solicitation} all'indirizzo scelto attendendo un certo
+lasso di tempo; in caso di risposta l'indirizzo è duplicato e il
+procedimento dovrà essere ripetuto con un nuovo indirizzo (o interrotto
+richiedendo assistenza).
+
+Una volta ottenuto un indirizzo locale valido diventa possibile per il nodo
+comunicare con la rete locale; sono pertanto previste due modalità di
+autoconfigurazione, descritte nelle seguenti sezioni. In ogni caso
+l'indirizzo link-local resta valido.
+
+\subsection{Autoconfigurazione stateless}
+\label{sec:stateless}
+
+Questa è la forma più semplice di autoconfigurazione, possibile quando
+l'indirizzo globale può essere ricavato dall'indirizzo link-local cambiando
+semplicemente il prefisso a quello assegnato dal provider per ottenere un
+indirizzo globale.
+
+La procedura di configurazione è la seguente: all'avvio tutti i nodi IPv6
+iniziano si devono aggregare al gruppo multicast \textit{all-nodes}
+programmando la propria interfaccia per ricevere i messaggi dall'indirizzo
+multicast \texttt{FF02::1} (vedi \secref{sec:IP_ipv6_multicast}); a questo
+punto devono inviare un messaggio ICMP \textit{Router solicitation} a tutti i
+router locali usando l'indirizzo multicast \texttt{FF02::2} usando come
+sorgente il proprio indirizzo link-local.
+
+Il router risponderà con un messaggio ICMP \textit{Router Advertisement} che
+fornisce il prefisso e la validità nel tempo del medesimo, questo tipo di
+messaggio può essere trasmesso anche a intervalli regolari. Il messaggio
+contiene anche l'informazione che autorizza un nodo a autocostruire
+l'indirizzo, nel qual caso, se il prefisso unito all'indirizzo link-local non
+supera i 128 bit, la stazione ottiene automaticamente il suo indirizzo
+globale.
+
+\subsection{Autoconfigurazione stateful}
+\label{sec:stateful}
+
+Benché estremamente semplice l'autoconfigurazione stateless presenta alcuni
+problemi; il primo è che l'uso degli indirizzi delle schede di rete è
+molto inefficiente; nel caso in cui ci siano esigenze di creare una gerarchia
+strutturata su parecchi livelli possono non restare 48~bit per l'indirizzo
+della singola stazione; il secondo problema è di sicurezza, dato che basta
+introdurre in una rete una stazione autoconfigurante per ottenere un accesso
+legale.
+
+Per questi motivi è previsto anche un protocollo stateful basato su un
+server che offra una versione IPv6 del DHCP; un apposito gruppo di multicast
+\texttt{FF02::1:0} è stato riservato per questi server; in questo caso il
+nodo interrogherà il server su questo indirizzo di multicast con l'indirizzo
+link-local e riceverà un indirizzo unicast globale.
+
+
+
+%%% Local Variables:
+%%% mode: latex
+%%% TeX-master: "gapil"
+%%% End: