Abbiamo già trattato in sez.~\ref{sec:file_mknod} le funzioni \func{mknod} e
\func{mkfifo} che permettono di creare una \textit{fifo}. Per utilizzarne una
-un processo non avrà che da aprire il relativo \index{file!speciali} file
-speciale o in lettura o scrittura; nel primo caso il processo sarà collegato
-al capo di uscita della \textit{fifo}, e dovrà leggere, nel secondo al capo di
-ingresso, e dovrà scrivere.
+un processo non avrà che da aprire il relativo file speciale o in lettura o
+scrittura; nel primo caso il processo sarà collegato al capo di uscita della
+\textit{fifo}, e dovrà leggere, nel secondo al capo di ingresso, e dovrà
+scrivere.
Il kernel alloca un singolo buffer per ciascuna \textit{fifo} che sia stata
aperta, e questa potrà essere acceduta contemporaneamente da più processi, sia
cosiddetti \textsl{socket locali} (o \textit{Unix domain socket}). Tratteremo
in generale i socket in cap.~\ref{cha:socket_intro}, nell'ambito
dell'interfaccia che essi forniscono per la programmazione di rete, e vedremo
-anche (in~sez.~\ref{sec:sock_sa_local}) come si possono utilizzare i
-\index{file!speciali} file speciali di tipo socket, analoghi a quelli
-associati alle \textit{fifo} (si rammenti sez.~\ref{sec:file_file_types}) cui
-si accede però attraverso quella medesima interfaccia; vale però la pena
-esaminare qui una modalità di uso dei socket locali che li rende
-sostanzialmente identici ad una \textit{pipe} bidirezionale.
+anche (in~sez.~\ref{sec:sock_sa_local}) come si possono utilizzare i file
+speciali di tipo socket, analoghi a quelli associati alle \textit{fifo} (si
+rammenti sez.~\ref{sec:file_file_types}) cui si accede però attraverso quella
+medesima interfaccia; vale però la pena esaminare qui una modalità di uso dei
+socket locali che li rende sostanzialmente identici ad una \textit{pipe}
+bidirezionale.
La funzione di sistema \funcd{socketpair}, introdotta da BSD ma supportata in
genere da qualunque sistema che fornisca l'interfaccia dei socket ed inclusa
in POSIX.1-2001, consente infatti di creare una coppia di file descriptor
connessi fra loro (tramite un socket, appunto) senza dover ricorrere ad un
-\index{file!speciali} file speciale sul filesystem. I descrittori sono del
-tutto analoghi a quelli che si avrebbero con una chiamata a \func{pipe}, con
-la sola differenza è che in questo caso il flusso dei dati può essere
-effettuato in entrambe le direzioni. Il prototipo della funzione è:
+file speciale sul filesystem. I descrittori sono del tutto analoghi a quelli
+che si avrebbero con una chiamata a \func{pipe}, con la sola differenza è che
+in questo caso il flusso dei dati può essere effettuato in entrambe le
+direzioni. Il prototipo della funzione è:
\begin{funcproto}{
\fhead{sys/types.h}
I semafori non sono propriamente meccanismi di intercomunicazione come
\textit{pipe}, \textit{fifo} e code di messaggi, poiché non consentono di
scambiare dati fra processi, ma servono piuttosto come meccanismi di
-sincronizzazione o di protezione per le \index{sezione~critica}
-\textsl{sezioni critiche} del codice (si ricordi quanto detto in
-sez.~\ref{sec:proc_race_cond}). Un semaforo infatti non è altro che un
-contatore mantenuto nel kernel che determina se consentire o meno la
-prosecuzione dell'esecuzione di un programma. In questo modo si può
-controllare l'accesso ad una risorsa condivisa da più processi, associandovi
-un semaforo che assicuri che non possa essere usata da più di un processo alla
-volta.
+sincronizzazione o di protezione per le \textsl{sezioni critiche} del codice
+(si ricordi quanto detto in sez.~\ref{sec:proc_race_cond}). Un semaforo
+infatti non è altro che un contatore mantenuto nel kernel che determina se
+consentire o meno la prosecuzione dell'esecuzione di un programma. In questo
+modo si può controllare l'accesso ad una risorsa condivisa da più processi,
+associandovi un semaforo che assicuri che non possa essere usata da più di un
+processo alla volta.
Il concetto di semaforo è uno dei concetti base nella programmazione ed è
assolutamente generico, così come del tutto generali sono modalità con cui lo
memoria virtuale.
Il primo dei due flag è \const{SHM\_HUGETLB} che consente di richiedere la
-creazione del segmento usando una \itindex{huge~page} \textit{huge page}, le
-pagine di memoria di grandi dimensioni introdotte con il kernel 2.6 per
-ottimizzare le prestazioni nei sistemi più recenti che hanno grandi quantità
-di memoria. L'operazione è privilegiata e richiede che il processo abbia la
-\textit{capability} \const{CAP\_IPC\_LOCK}. Questa funzionalità è specifica di
-Linux e non è portabile.
+creazione del segmento usando una \textit{huge page}, le pagine di memoria di
+grandi dimensioni introdotte con il kernel 2.6 per ottimizzare le prestazioni
+nei sistemi più recenti che hanno grandi quantità di memoria. L'operazione è
+privilegiata e richiede che il processo abbia la \textit{capability}
+\const{CAP\_IPC\_LOCK}. Questa funzionalità è specifica di Linux e non è
+portabile.
Il secondo flag aggiuntivo, introdotto a partire dal kernel 2.6.15, è
\const{SHM\_NORESERVE}, ed ha lo stesso scopo del flag \const{MAP\_NORESERVE}
si ha a cuore la portabilità. Questi comandi aggiuntivi sono:
\begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.2cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
-\item[\const{SHM\_LOCK}] Abilita il \itindex{memory~locking} \textit{memory
- locking} sul segmento di memoria condivisa, impedendo che la memoria usata
- per il segmento venga salvata su disco dal meccanismo della memoria
- virtuale. Come illustrato in sez.~\ref{sec:proc_mem_lock} fino al kernel
- 2.6.9 solo l'amministratore poteva utilizzare questa capacità,\footnote{che
- richiedeva la \textit{capability} \const{CAP\_IPC\_LOCK}.} a partire dal
- dal kernel 2.6.10 anche gli utenti normali possono farlo fino al limite
- massimo determinato da \const{RLIMIT\_MEMLOCK} (vedi
+\item[\const{SHM\_LOCK}] Abilita il \textit{memory locking} sul segmento di
+ memoria condivisa, impedendo che la memoria usata per il segmento venga
+ salvata su disco dal meccanismo della memoria virtuale. Come illustrato in
+ sez.~\ref{sec:proc_mem_lock} fino al kernel 2.6.9 solo l'amministratore
+ poteva utilizzare questa capacità,\footnote{che richiedeva la
+ \textit{capability} \const{CAP\_IPC\_LOCK}.} a partire dal dal kernel
+ 2.6.10 anche gli utenti normali possono farlo fino al limite massimo
+ determinato da \const{RLIMIT\_MEMLOCK} (vedi
sez.~\ref{sec:sys_resource_limit}).
-\item[\const{SHM\_UNLOCK}] Disabilita il \itindex{memory~locking}
- \textit{memory locking} sul segmento di memoria condivisa. Fino al kernel
- 2.6.9 solo l'amministratore poteva utilizzare questo comando in
- corrispondenza di un segmento da lui bloccato.
+\item[\const{SHM\_UNLOCK}] Disabilita il \textit{memory locking} sul segmento
+ di memoria condivisa. Fino al kernel 2.6.9 solo l'amministratore poteva
+ utilizzare questo comando in corrispondenza di un segmento da lui bloccato.
\end{basedescript}
A questi due, come per \func{msgctl} e \func{semctl}, si aggiungono tre
}
{La funzione ritorna l'indirizzo del segmento in caso di successo e $-1$ (in
- un cast a \type{void *}) per un errore, nel qual caso \var{errno} assumerà
+ un cast a \ctyp{void *}) per un errore, nel qual caso \var{errno} assumerà
uno dei valori:
\begin{errlist}
\item[\errcode{EACCES}] il processo non ha i privilegi per accedere al
L'uso di \const{SHM\_RDONLY} permette di agganciare il segmento in sola
lettura (si ricordi che anche le pagine di memoria hanno dei permessi), in tal
-caso un tentativo di scrivere sul segmento comporterà una
-\itindex{segment~violation} violazione di accesso con l'emissione di un
-segnale di \signal{SIGSEGV}. Il comportamento usuale di \func{shmat} è quello
-di agganciare il segmento con l'accesso in lettura e scrittura (ed il processo
-deve aver questi permessi in \var{shm\_perm}), non è prevista la possibilità
-di agganciare un segmento in sola scrittura.
+caso un tentativo di scrivere sul segmento comporterà una violazione di
+accesso con l'emissione di un segnale di \signal{SIGSEGV}. Il comportamento
+usuale di \func{shmat} è quello di agganciare il segmento con l'accesso in
+lettura e scrittura (ed il processo deve aver questi permessi in
+\var{shm\_perm}), non è prevista la possibilità di agganciare un segmento in
+sola scrittura.
Infine \const{SHM\_REMAP} è una estensione specifica di Linux (quindi non
portabile) che indica che la mappatura del segmento deve rimpiazzare ogni
In fig.~\ref{fig:ipc_dirmonitor_main} si è riportata la sezione principale del
corpo del programma server, insieme alle definizioni delle altre funzioni
-usate nel programma e delle \index{variabili!globali} variabili globali,
-omettendo tutto quello che riguarda la gestione delle opzioni e la stampa
-delle istruzioni di uso a video; al solito il codice completo si trova con i
-sorgenti allegati nel file \file{DirMonitor.c}.
+usate nel programma e delle variabili globali, omettendo tutto quello che
+riguarda la gestione delle opzioni e la stampa delle istruzioni di uso a
+video; al solito il codice completo si trova con i sorgenti allegati nel file
+\file{DirMonitor.c}.
\begin{figure}[!htbp]
\footnotesize \centering
\label{fig:ipc_dirmonitor_main}
\end{figure}
-Il programma usa delle \index{variabili!globali} variabili globali
-(\texttt{\small 2-14}) per mantenere i valori relativi agli oggetti usati per
-la comunicazione inter-processo; si è definita inoltre una apposita struttura
-\struct{DirProp} che contiene i dati relativi alle proprietà che si vogliono
-mantenere nella memoria condivisa, per l'accesso da parte dei client.
+Il programma usa delle variabili globali (\texttt{\small 2-14}) per mantenere
+i valori relativi agli oggetti usati per la comunicazione inter-processo; si è
+definita inoltre una apposita struttura \struct{DirProp} che contiene i dati
+relativi alle proprietà che si vogliono mantenere nella memoria condivisa, per
+l'accesso da parte dei client.
Il programma, dopo la sezione, omessa, relativa alla gestione delle opzioni da
riga di comando (che si limitano alla eventuale stampa di un messaggio di
Poi, per verificare che l'argomento specifichi effettivamente una directory,
si esegue (\texttt{\small 24-26}) su di esso una \func{chdir}, uscendo
immediatamente in caso di errore. Questa funzione serve anche per impostare
-la \index{directory~di~lavoro} directory di lavoro del programma nella
-directory da tenere sotto controllo, in vista del successivo uso della
-funzione \func{daemon}. Si noti come si è potuta fare questa scelta,
-nonostante le indicazioni illustrate in sez.~\ref{sec:sess_daemon}, per il
-particolare scopo del programma, che necessita comunque di restare all'interno
-di una directory.
+la directory di lavoro del programma nella directory da tenere sotto
+controllo, in vista del successivo uso della funzione \func{daemon}. Si noti
+come si è potuta fare questa scelta, nonostante le indicazioni illustrate in
+sez.~\ref{sec:sess_daemon}, per il particolare scopo del programma, che
+necessita comunque di restare all'interno di una directory.
Infine (\texttt{\small 27-29}) si installano i gestori per i vari segnali di
terminazione che, avendo a che fare con un programma che deve essere eseguito
Il primo passo (\texttt{\small 41}) è eseguire \func{daemon} per proseguire
con l'esecuzione in background come si conviene ad un programma demone; si
noti che si è mantenuta, usando un valore non nullo del primo argomento, la
-\index{directory~di~lavoro} directory di lavoro corrente. Una volta che il
-programma è andato in background l'esecuzione prosegue all'interno di un ciclo
-infinito (\texttt{\small 42-48}).
+directory di lavoro corrente. Una volta che il programma è andato in
+background l'esecuzione prosegue all'interno di un ciclo infinito
+(\texttt{\small 42-48}).
Si inizia (\texttt{\small 43}) bloccando il mutex con \func{MutexLock} per
poter accedere alla memoria condivisa (la funzione si bloccherà
Il codice di quest'ultima è riportato in fig.~\ref{fig:ipc_dirmonitor_sub}.
-Come si vede la funzione (\texttt{\small 2-16}) è molto semplice e si limita
-a chiamare (\texttt{\small 5}) la funzione \func{stat} sul file indicato da
+Come si vede la funzione (\texttt{\small 2-16}) è molto semplice e si limita a
+chiamare (\texttt{\small 5}) la funzione \func{stat} sul file indicato da
ciascuna voce, per ottenerne i dati, che poi utilizza per incrementare i vari
-contatori nella memoria condivisa, cui accede grazie alla
-\index{variabili!globali} variabile globale \var{shmptr}.
+contatori nella memoria condivisa, cui accede grazie alla variabile globale
+\var{shmptr}.
Dato che la funzione è chiamata da \myfunc{dir\_scan}, si è all'interno del
ciclo principale del programma, con un mutex acquisito, perciò non è
stesso processo (con un valore nullo) o condiviso fra processi diversi (con un
valore non nullo).
-Qualora il semaforo debba essere condiviso dai \itindex{thread}
-\textit{thread} di uno stesso processo (nel qual caso si parla di
-\textit{thread-shared semaphore}), occorrerà che \param{sem} sia l'indirizzo
-di una variabile visibile da tutti i \itindex{thread} \textit{thread}, si
-dovrà usare cioè una \index{variabili!globali} variabile globale o una
-variabile allocata dinamicamente nello \itindex{heap} \textit{heap}.
+Qualora il semaforo debba essere condiviso dai \textit{thread} di uno stesso
+processo (nel qual caso si parla di \textit{thread-shared semaphore}),
+occorrerà che \param{sem} sia l'indirizzo di una variabile visibile da tutti i
+\textit{thread}, si dovrà usare cioè una variabile globale o una variabile
+allocata dinamicamente nello \textit{heap}.
Qualora il semaforo debba essere condiviso fra più processi (nel qual caso si
parla di \textit{process-shared semaphore}) la sola scelta possibile per
La parte iniziale del programma contiene le definizioni (\texttt{\small 1-8})
del gestore del segnale usato per liberare le risorse utilizzate, delle
-\index{variabili!globali} variabili globali contenenti i nomi di default del
-segmento di memoria condivisa e del semaforo (il default scelto è
-\texttt{messages}), e delle altre variabili utilizzate dal programma.
+variabili globali contenenti i nomi di default del segmento di memoria
+condivisa e del semaforo (il default scelto è \texttt{messages}), e delle
+altre variabili utilizzate dal programma.
Come prima istruzione (\texttt{\small 10}) si è provveduto ad installare un
gestore di segnale che consentirà di effettuare le operazioni di pulizia
% LocalWords: SysV capability short RESOURCE INFO UNDEFINED EFBIG semtimedop
% LocalWords: scan HUGETLB huge page NORESERVE copy RLIMIT MEMLOCK REMAP UTC
% LocalWords: readmon Hierarchy defaults queues MSGQUEUE effective fstat
+% LocalWords: fchown fchmod Epoch January
%%% Local Variables:
%%% mode: latex
%%% TeX-master: "gapil"
%%% End:
-% LocalWords: fchown fchmod Epoch January