Si potrebbe obiettare che sarebbe molto più semplice salvare il risultato
intermedio su un file temporaneo. Questo però non tiene conto del fatto che un
\textit{CGI} può essere eseguito più volte in contemporanea, e si avrebbe una
-evidente \itindex{race~condition} \textit{race condition} in caso di accesso
-simultaneo a detto file da istanze diverse. Il problema potrebbe essere
-superato utilizzando un sempre diverso per il file temporaneo, che verrebbe
-creato all'avvio di ogni istanza, utilizzato dai sottoprocessi, e cancellato
-alla fine della sua esecuzione; ma a questo punto le cose non sarebbero più
-tanto semplici. L'uso di una \textit{pipe} invece permette di risolvere il
-problema in maniera semplice ed elegante, oltre ad essere molto più
-efficiente, dato che non si deve scrivere su disco.
+evidente \textit{race condition} in caso di accesso simultaneo a detto file da
+istanze diverse. Il problema potrebbe essere superato utilizzando un sempre
+diverso per il file temporaneo, che verrebbe creato all'avvio di ogni istanza,
+utilizzato dai sottoprocessi, e cancellato alla fine della sua esecuzione; ma
+a questo punto le cose non sarebbero più tanto semplici. L'uso di una
+\textit{pipe} invece permette di risolvere il problema in maniera semplice ed
+elegante, oltre ad essere molto più efficiente, dato che non si deve scrivere
+su disco.
Il programma ci servirà anche come esempio dell'uso delle funzioni di
duplicazione dei file descriptor che abbiamo trattato in
Verifichiamo allora il comportamento dei nostri programmi, in questo, come in
altri esempi precedenti, si fa uso delle varie funzioni di servizio, che sono
-state raccolte nella libreria \file{libgapil.so}, per poter usare quest'ultima
+state raccolte nella libreria \file{libgapil.so}, e per poterla usare
occorrerà definire la variabile di ambiente \envvar{LD\_LIBRARY\_PATH} in modo
che il linker dinamico possa accedervi.
possono essere specificati sono rispettivamente \const{AF\_UNIX},
\const{SOCK\_STREAM} e \val{0}.
-A partire dal kernel 2.6.27 la funzione supporta anche l'uso dei flag
-\const{SOCK\_NONBLOCK} e \const{SOCK\_CLOEXEC} (trattati in
-sez.~\ref{sec:sock_type}) nell'indicazione del tipo di socket, con effetto
-identico agli analoghi \const{O\_CLOEXEC} e \const{O\_NONBLOCK} di una
-\func{open} (vedi tab.~\ref{tab:open_operation_flag}).
+A partire dal kernel 2.6.27 la funzione supporta nell'indicazione del tipo di
+socket anche i due flag \const{SOCK\_NONBLOCK} e \const{SOCK\_CLOEXEC}
+(trattati in sez.~\ref{sec:sock_type}), con effetto identico agli analoghi
+\const{O\_CLOEXEC} e \const{O\_NONBLOCK} di una \func{open} (vedi
+tab.~\ref{tab:open_operation_flag}).
L'utilità di chiamare questa funzione per evitare due chiamate a \func{pipe}
può sembrare limitata; in realtà l'utilizzo di questa funzione (e dei socket
\param{pathname} (che vengono ottenuti attraverso \func{stat}, da cui derivano
i possibili errori), e gli 8 bit meno significativi del numero del dispositivo
su cui è il file. Diventa perciò relativamente facile ottenere delle
-collisioni, specie se i file sono su dispositivi con lo stesso
-\itindex{minor~number} \textit{minor number}, come \file{/dev/hda1} e
-\file{/dev/sda1}.
+collisioni, specie se i file sono su dispositivi con lo stesso \textit{minor
+ number}, come \file{/dev/hda1} e \file{/dev/sda1}.
In genere quello che si fa è utilizzare un file comune usato dai programmi che
devono comunicare (ad esempio un header comune, o uno dei programmi che devono
\sysctlrelfile{kernel}{msgmnb} e \sysctlrelfile{kernel}{msgmni} di
\file{/proc/sys/kernel/}.
-Una coda di messaggi è costituita da una \itindex{linked~list} \textit{linked
- list}.\footnote{una \itindex{linked~list} \textit{linked list} è una tipica
- struttura di dati, organizzati in una lista in cui ciascun elemento contiene
- un puntatore al successivo. In questo modo la struttura è veloce
- nell'estrazione ed immissione dei dati dalle estremità dalla lista (basta
- aggiungere un elemento in testa o in coda ed aggiornare un puntatore), e
- relativamente veloce da attraversare in ordine sequenziale (seguendo i
- puntatori), è invece relativamente lenta nell'accesso casuale e nella
- ricerca.} I nuovi messaggi vengono inseriti in coda alla lista e vengono
-letti dalla cima, in fig.~\ref{fig:ipc_mq_schema} si è riportato uno schema
-semplificato con cui queste strutture vengono mantenute dal kernel. Lo schema
-illustrato in realtà è una semplificazione di quello usato fino ai kernel
-della serie 2.2. A partire della serie 2.4 la gestione delle code di messaggi
-è effettuata in maniera diversa (e non esiste una struttura \struct{msqid\_ds}
-nel kernel), ma abbiamo mantenuto lo schema precedente dato che illustra in
-maniera più che adeguata i principi di funzionamento delle code di messaggi.
+\itindbeg{linked~list}
+
+Una coda di messaggi è costituita da una \textit{linked list}.\footnote{una
+ \itindex{linked~list} \textit{linked list} è una tipica struttura di dati,
+ organizzati in una lista in cui ciascun elemento contiene un puntatore al
+ successivo. In questo modo la struttura è veloce nell'estrazione ed
+ immissione dei dati dalle estremità dalla lista (basta aggiungere un
+ elemento in testa o in coda ed aggiornare un puntatore), e relativamente
+ veloce da attraversare in ordine sequenziale (seguendo i puntatori), è
+ invece relativamente lenta nell'accesso casuale e nella ricerca.} I nuovi
+messaggi vengono inseriti in coda alla lista e vengono letti dalla cima, in
+fig.~\ref{fig:ipc_mq_schema} si è riportato uno schema semplificato con cui
+queste strutture vengono mantenute dal kernel. Lo schema illustrato in realtà
+è una semplificazione di quello usato fino ai kernel della serie 2.2. A
+partire della serie 2.4 la gestione delle code di messaggi è effettuata in
+maniera diversa (e non esiste una struttura \struct{msqid\_ds} nel kernel), ma
+abbiamo mantenuto lo schema precedente dato che illustra in maniera più che
+adeguata i principi di funzionamento delle code di messaggi.
+
+\itindend{linked~list}
\begin{figure}[!htb]
\centering \includegraphics[width=13cm]{img/mqstruct}
Il secondo flag aggiuntivo, introdotto a partire dal kernel 2.6.15, è
\const{SHM\_NORESERVE}, ed ha lo stesso scopo del flag \const{MAP\_NORESERVE}
di \func{mmap} (vedi sez.~\ref{sec:file_memory_map}): non vengono riservate
-delle pagine di swap ad uso del meccanismo del \textit{copy on write}
-\itindex{copy~on~write} per mantenere le modifiche fatte sul segmento. Questo
-significa che caso di scrittura sul segmento quando non c'è più memoria
-disponibile, si avrà l'emissione di un \signal{SIGSEGV}.
+delle pagine di swap ad uso del meccanismo del \textit{copy on write} per
+mantenere le modifiche fatte sul segmento. Questo significa che caso di
+scrittura sul segmento quando non c'è più memoria disponibile, si avrà
+l'emissione di un \signal{SIGSEGV}.
Infine l'argomento \param{size} specifica la dimensione del segmento di
memoria condivisa; il valore deve essere specificato in byte, ma verrà
\subsection{I \textsl{file di lock}}
\label{sec:ipc_file_lock}
-\index{file!di lock|(}
+\index{file!di~lock|(}
Come illustrato in sez.~\ref{sec:ipc_sysv_sem} i semafori del \textit{SysV-IPC}
presentano una interfaccia inutilmente complessa e con alcuni difetti
prevede\footnote{questo è quanto dettato dallo standard POSIX.1, ciò non
toglie che in alcune implementazioni questa tecnica possa non funzionare; in
particolare per Linux, nel caso di NFS, si è comunque soggetti alla
- possibilità di una \itindex{race~condition} \textit{race condition}.} che
-essa ritorni un errore quando usata con i flag di \const{O\_CREAT} e
-\const{O\_EXCL}. In tal modo la creazione di un \textsl{file di lock} può
-essere eseguita atomicamente, il processo che crea il file con successo si può
-considerare come titolare del lock (e della risorsa ad esso associata) mentre
-il rilascio si può eseguire con una chiamata ad \func{unlink}.
+ possibilità di una \textit{race condition}.} che essa ritorni un errore
+quando usata con i flag di \const{O\_CREAT} e \const{O\_EXCL}. In tal modo la
+creazione di un \textsl{file di lock} può essere eseguita atomicamente, il
+processo che crea il file con successo si può considerare come titolare del
+lock (e della risorsa ad esso associata) mentre il rilascio si può eseguire
+con una chiamata ad \func{unlink}.
Un esempio dell'uso di questa funzione è mostrato dalle funzioni
\func{LockFile} ed \func{UnlockFile} riportate in fig.~\ref{fig:ipc_file_lock}
più programmi: qualora si trovi un file di lock il programma che cerca di
accedere alla seriale si limita a segnalare che la risorsa non è disponibile.
-\index{file!di lock|)}
+\index{file!di~lock|)}
\subsection{La sincronizzazione con il \textit{file locking}}
\label{sec:ipc_lock_file}
-Dato che i \index{file!di lock} file di lock presentano gli inconvenienti
-illustrati in precedenza, la tecnica alternativa di sincronizzazione più
-comune è quella di fare ricorso al \itindex{file~locking} \textit{file
- locking} (trattato in sez.~\ref{sec:file_locking}) usando \func{fcntl} su un
-file creato per l'occasione per ottenere un write lock. In questo modo potremo
-usare il lock come un \textit{mutex}: per bloccare la risorsa basterà
-acquisire il lock, per sbloccarla basterà rilasciare il lock. Una richiesta
-fatta con un write lock metterà automaticamente il processo in stato di
-attesa, senza necessità di ricorrere al \itindex{polling} \textit{polling} per
-determinare la disponibilità della risorsa, e al rilascio della stessa da
-parte del processo che la occupava si otterrà il nuovo lock atomicamente.
+Dato che i file di lock presentano gli inconvenienti illustrati in precedenza,
+la tecnica alternativa di sincronizzazione più comune è quella di fare ricorso
+al \itindex{file~locking} \textit{file locking} (trattato in
+sez.~\ref{sec:file_locking}) usando \func{fcntl} su un file creato per
+l'occasione per ottenere un write lock. In questo modo potremo usare il lock
+come un \textit{mutex}: per bloccare la risorsa basterà acquisire il lock, per
+sbloccarla basterà rilasciare il lock. Una richiesta fatta con un write lock
+metterà automaticamente il processo in stato di attesa, senza necessità di
+ricorrere al \itindex{polling} \textit{polling} per determinare la
+disponibilità della risorsa, e al rilascio della stessa da parte del processo
+che la occupava si otterrà il nuovo lock atomicamente.
Questo approccio presenta il notevole vantaggio che alla terminazione di un
processo tutti i lock acquisiti vengono rilasciati automaticamente (alla
registrazione chiamando nuovamente \func{mq\_notify} all'interno del gestore
del segnale di notifica. A differenza della situazione simile che si aveva con
i segnali non affidabili (l'argomento è stato affrontato in
-\ref{sec:sig_semantics}) questa caratteristica non configura una
-\itindex{race~condition} \textit{race condition} perché l'invio di un segnale
-avviene solo se la coda è vuota; pertanto se si vuole evitare di correre il
-rischio di perdere eventuali ulteriori segnali inviati nel lasso di tempo che
-occorre per ripetere la richiesta di notifica basta avere cura di eseguire
-questa operazione prima di estrarre i messaggi presenti dalla coda.
+\ref{sec:sig_semantics}) questa caratteristica non configura una \textit{race
+ condition} perché l'invio di un segnale avviene solo se la coda è vuota;
+pertanto se si vuole evitare di correre il rischio di perdere eventuali
+ulteriori segnali inviati nel lasso di tempo che occorre per ripetere la
+richiesta di notifica basta avere cura di eseguire questa operazione prima di
+estrarre i messaggi presenti dalla coda.
L'invio del segnale di notifica avvalora alcuni campi di informazione
restituiti al gestore attraverso la struttura \struct{siginfo\_t} (definita in
A questo punto (\texttt{\small 22}) si potrà inizializzare il messaggio posto
nel segmento di memoria condivisa usando la stringa passata come argomento al
programma. Essendo il semaforo stato creato già bloccato non ci si dovrà
-preoccupare di eventuali \itindex{race~condition} \textit{race condition}
-qualora il programma di modifica del messaggio venisse lanciato proprio in
-questo momento. Una volta inizializzato il messaggio occorrerà però
-rilasciare il semaforo (\texttt{\small 24-27}) per consentirne l'uso; in
-tutte queste operazioni si provvederà ad uscire dal programma con un opportuno
-messaggio in caso di errore.
+preoccupare di eventuali \textit{race condition} qualora il programma di
+modifica del messaggio venisse lanciato proprio in questo momento. Una volta
+inizializzato il messaggio occorrerà però rilasciare il semaforo
+(\texttt{\small 24-27}) per consentirne l'uso; in tutte queste operazioni si
+provvederà ad uscire dal programma con un opportuno messaggio in caso di
+errore.
Una volta completate le inizializzazioni il ciclo principale del programma
(\texttt{\small 29-47}) viene ripetuto indefinitamente (\texttt{\small 29})
Una volta completate con successo le precedenti inizializzazioni, il passo
seguente (\texttt{\small 21-24}) è quello di acquisire il semaforo, dopo di
che sarà possibile eseguire la sostituzione del messaggio (\texttt{\small 25})
-senza incorrere in possibili \itindex{race~condition} \textit{race condition}
-con la stampa dello stesso da parte di \file{message\_getter}.
+senza incorrere in possibili \textit{race condition} con la stampa dello
+stesso da parte di \file{message\_getter}.
Una volta effettuata la modifica viene stampato (\texttt{\small 26}) il tempo
di attesa impostato con l'opzione ``\texttt{-t}'' dopo di che (\texttt{\small
\end{Console}
%$
-E si noterà come nel momento in cui si è lanciato \file{message\_setter} le
-stampe di \file{message\_getter} si bloccheranno, come corretto, dopo aver
-registrato un valore nullo per il semaforo. Il programma infatti resterà
-bloccato nella \func{sem\_wait} (quella di riga (\texttt{\small 37}) in
+E si noterà come nel momento in cui si lancia \file{message\_setter} le stampe
+di \file{message\_getter} si bloccheranno, come corretto, dopo aver registrato
+un valore nullo per il semaforo. Il programma infatti resterà bloccato nella
+\func{sem\_wait} (quella di riga (\texttt{\small 37}) in
fig.~\ref{fig:ipc_posix_sem_shm_message_server}) fino alla scadenza
dell'attesa di \file{message\_setter} (con l'esecuzione della \func{sem\_post}
della riga (\texttt{\small 29}) di