-attraverso un file descriptor è opportuno impostare sempre sullo stesso il
-flag di \textit{close-on-exec}, in modo che questo venga automaticamente
-chiuso all'esecuzione. Questo evita di consumare inutilmente un file
-descriptor (un programma non ha bisogno di un riferimento a se stesso), ma
-soprattutto evita problemi in caso di un eventuale uso ricorsivo di queste
-funzioni che potrebbe portare, restando aperto ogni volta un ulteriore file
-descriptor, all'esaurimento degli stessi.
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+attraverso un file descriptor è naturale impostare sullo stesso il flag di
+\textit{close-on-exec} in modo che questo venga automaticamente chiuso
+all'esecuzione. Questo evita di lasciare aperto inutilmente un file descriptor
+(un programma in genere non ha bisogno di avere un file aperto su se stesso),
+ma soprattutto evita problemi in caso di un eventuale uso ricorsivo di queste
+funzioni, in tal caso infatti, restando aperto ad ogni iterazione un ulteriore
+file descriptor, si potrebbe arrivare all'esaurimento degli stessi.
+
+Tutto questo però non è vero quando si vuole eseguire uno script; in tal caso
+infatti (si ricordi quanto detto a questo riguardo in
+sez.~\ref{sec:file_stat}) il programma che viene effettivamente messo in
+esecuzione è l'interprete indicato nella riga iniziale dello script, che poi
+legge ed interpreta il codice da eseguire dallo script stesso. Ma se lancia lo
+script usando un file descriptor su cui è attivo il flag di
+\textit{close-on-exec}, questo sarà già chiuso quando l'interprete viene posto
+in esecuzione, rendendo impossibile la lettura del programma da
+interpretare.
+
+Per questo motivo, quando ci si trova in questa situazione, \func{execveat} (e
+quindi anche \func{fexecve}) eseguono un controllo preventivo e falliscono con
+un errore di \errval{ENOENT}. Pertanto se si vuole eseguire uno script
+passandone il file descriptor l'unica possibilità è non attivare il flag di
+\textit{close-on-exec}, esponendosi però al rischio di incorrere nei problemi
+accennati in precedenza.