-sono accessibili da programma tramite i campi \var{st\_uid} e \var{st\_gid}
-della struttura \var{stat} (si veda \secref{sec:file_stat}). Ad ogni file
-viene inoltre associato un insieme di permessi che sono divisi in tre livelli,
-e cioè attribuiti rispettivamente all'utente proprietario del file, a un
-qualunque utente faccia parte del gruppo cui appartiene il file, e a tutti gli
-altri utenti.
-
-I permessi, così come vengono presi dai comandi e dalle routine di sistema,
-sono espressi da un numero a 12 bit; di questi i nove meno significativi sono
-usati a gruppi di tre per indicare i permessi base di lettura, scrittura ed
-esecuzione (indicati nei comandi di sistema con le lettere \cmd{w}, \cmd{r} e
-\cmd{x}) ed applicabili rispettivamente al proprietario, al gruppo, a tutti
-gli altri. I restanti tre bit (\acr{suid}, \acr{sgid}, e \textsl{sticky})
-sono usati per indicare alcune caratteristiche più complesse del meccanismo
-del controllo di accesso su cui torneremo in seguito (in
+sono accessibili da programma tramite la funzione \func{stat}, e sono
+mantenuti nei campi \var{st\_uid} e \var{st\_gid} della struttura \var{stat}
+(si veda \secref{sec:file_stat}).\footnote{Questo è vero solo per filesystem
+ di tipo Unix, ad esempio non è vero per il filesystem vfat di Windows, che
+ non fornisce nessun supporto per l'accesso multiutente, e per il quale i
+ permessi vengono assegnati in maniera fissa con un opzione in fase di
+ montaggio.}
+
+Il controllo di accesso ai file segue un modello abbastanza semplice che
+prevede tre permessi fondamentali strutturati su tre livelli di accesso.
+Esistono varie estensioni a questo modello,\footnote{come le \textit{Access
+ Control List} che possono essere aggiunte al filesystem standard con
+ opportune patch, e sono presenti in filesystem non ancora inclusi nel kernel
+ ufficiale come \textsl{xfs}, o meccanismi di controllo ancora più
+ sofisticati come il \textit{mandatory access control} di SE-Linux.} ma nella
+maggior parte dei casi il meccanismo standard è più che sufficiente a
+soffisfare tutte le necessità più comuni. I tre permessi di base associati ad
+ogni file sono:
+\begin{itemize*}
+\item il permesso di lettura (indicato con la lettera \texttt{r}, dall'inglese
+ \textit{read}).
+\item il permesso di scrittura (indicato con la lettera \texttt{w},
+ dall'inglese \textit{write}).
+\item il permesso di esecuzione (indicato con la lettera \texttt{x},
+ dall'inglese \textit{execute}).
+\end{itemize*}
+mentre i tre livelli su cui sono divisi i privilegi sono:
+\begin{itemize*}
+\item i privilegi per l'utente proprietario del file.
+\item i privilegi per un qualunque utente faccia parte del gruppo cui
+ appartiene il file.
+\item i privilegi per tutti gli altri utenti.
+\end{itemize*}
+
+L'insieme dei permessi viene espresso con un numero a 12 bit; di questi i nove
+meno significativi sono usati a gruppi di tre per indicare i permessi base di
+lettura, scrittura ed esecuzione e sono applicati rispettivamente
+rispettivamente al proprietario, al gruppo, a tutti gli altri.
+
+I restanti tre bit (noti come \acr{suid}, \acr{sgid}, e \textsl{sticky}) sono
+usati per indicare alcune caratteristiche più complesse del meccanismo del
+controllo di accesso su cui torneremo in seguito (in