capacità, un accesso privilegiato.\footnote{dal kernel 3.6 sono state
introdotte delle contromisure, illustrate in
sez.~\ref{sec:procadv_security_misc}, che rendono impraticabili questo tipo
- di attacchi ma questa non è una buona scusa per ignorare il problema.}
+ di attacchi, ma questa non è una buona scusa per ignorare il problema.}
\itindend{symlink~attack}
\end{errlist}}
\end{funcproto}
-
Come per \func{mktemp} anche in questo caso \param{template} non può essere
una stringa costante. La funzione apre un file in lettura/scrittura con la
funzione \func{open}, usando l'opzione \const{O\_EXCL} (si veda
\func{mkstemp}.}
\end{funcproto}
\noindent la cui sola differenza è la presenza dell'ulteriore argomento
-\var{flags} che consente di specificare i flag da passare ad \func{open}
-nell'apertura del file.
+\var{flags} che consente di specificare alcuni ulteriori flag (come
+\const{O\_APPEND}, \const{O\_CLOEXEC}, \const{O\_SYNC}, il cui significato
+vedremo in sez.~\ref{sec:file_open_close}) da passare ad \func{open}
+nell'apertura del file.\footnote{si tenga presente che \func{mkostemp}
+ utilizza già \const{O\_CREAT}, \const{O\_EXCL} e \const{O\_RDWR}, che non è
+ il caso di reindicare, dato che ciò potrebbe portare ad errori in altri
+ sistemi operativi.}
+
+Di queste due funzioni sono state poi introdotte, a partire dalla \acr{glibc}
+2.11 due varianti, \funcd{mkstemps} e \funcd{mkostemps}, che consentono di
+indicare anche un suffisso, i loro prototipi sono:
+
+\begin{funcproto}{
+\fhead{stlib.h}
+\fdecl{int mkstemps(char *template, int suffixlen)}
+\fdesc{Apre un file temporaneo.}
+\fdecl{int mkostemps(char *template, int suffixlen, int flags)}
+\fdesc{Apre un file temporaneo.}
+}
+
+{Le funzioni hanno gli stessi valori di ritorno e gli stessi errori di
+ \func{mkstemp} con lo stesso significato, tranne \errval{EINVAL} che viene
+ restituito se \param{template} non è di lunghezza pari ad almeno
+ $6+$\param{suffixlen} ed i 6 caratteri prima del suffisso non sono
+ \code{XXXXXX}.}
+\end{funcproto}
+Le due funzioni, un'estensione non standard fornita dalla \acr{glibc}, sono
+identiche a \funcd{mkstemp} e \funcd{mkostemp}, ma consentono di avere un nome
+del file nella forma \texttt{prefissoXXXXXXsuffisso} dove la lunghezza del
+suffisso deve essere indicata con \param{suffixlen}.
-In OpenBSD è stata introdotta un'altra funzione simile alle precedenti,
-\funcd{mkdtemp}, che crea invece una directory temporanea;\footnote{la
- funzione è stata introdotta nella \acr{glibc} a partire dalla versione
- 2.1.91 ed inserita nello standard POSIX.1-2008.} il suo prototipo è:
+Infine con OpenBSD è stata introdotta un'altra funzione simile alle
+precedenti, \funcd{mkdtemp}, che crea invece una directory
+temporanea;\footnote{la funzione è stata introdotta nella \acr{glibc} a
+ partire dalla versione 2.1.91 ed inserita nello standard POSIX.1-2008.} il
+suo prototipo è:
\begin{funcproto}{
\fhead{stlib.h}
La funzione crea una directory temporanea il cui nome è ottenuto sostituendo
le \code{XXXXXX} finali di \param{template} con permessi \code{0700} (si veda
sez.~\ref{sec:file_perm_overview} per i dettagli). Dato che la creazione della
-directory è sempre esclusiva i precedenti problemi di \textit{race condition}
+directory è sempre atomica i precedenti problemi di \textit{race condition}
non si pongono.
-
\section{La manipolazione delle caratteristiche dei file}
\label{sec:file_infos}
campi di \struct{stat} su cui non torneremo in maggior dettaglio nel resto di
questa sezione:
\begin{itemize*}
-
\item Il campo \var{st\_nlink} contiene il numero di \textit{hard link} che
fanno riferimento al file (il cosiddetto \textit{link count}) di cui abbiamo
già parlato in numerose occasioni.
-
\item Il campo \var{st\_ino} contiene il numero di \textit{inode} del file,
quello viene usato all'interno del filesystem per identificarlo e che può
essere usato da un programma per determinare se due \textit{pathname} fanno
riferimento allo stesso file.
-
\item Il campo \var{st\_dev} contiene il numero del dispositivo su cui risiede
il file (o meglio il suo filesystem). Si tratta dello stesso numero che si
usa con \func{mknod} e che può essere decomposto in \textit{major number} e
\textit{minor number} con le macro \macro{major} e \macro{minor} viste in
sez.~\ref{sec:file_mknod}.
-
\item Il campo \var{st\_rdev} contiene il numero di dispositivo associato al
file stesso ed ovviamente ha un valore significativo soltanto quando il file
è un dispositivo a caratteri o a blocchi.
-
\item Il campo \var{st\_blksize} contiene la dimensione dei blocchi di dati
usati nell'I/O su disco, che è anche la dimensione usata per la
bufferizzazione dei dati dalle librerie del C per l'interfaccia degli
\textit{stream}. Leggere o scrivere blocchi di dati in dimensioni inferiori
a questo valore è inefficiente in quanto le operazioni su disco usano
comunque trasferimenti di questa dimensione.
-
\end{itemize*}
-% TODO trattare anche statx, aggiunta con il kernel 4.11 (vedi
-% https://lwn.net/Articles/707602/ e
-% https://git.kernel.org/pub/scm/linux/kernel/git/torvalds/linux.git/commit/?id=a528d35e8bfcc521d7cb70aaf03e1bd296c8493f)
+Nell'evoluzione del kernel la \textit{system call} che fornisce \func{stat} è
+stata modificata più volte per tener conto dei cambiamenti fatti alla
+struttura \struct{stat},\footnote{questo ha significato l'utilizzo a basso
+ livello di diverse \textit{system call} e diverse versioni della struttura.}
+in particolare a riguardo ai tempi dei file, di cui è stata aumentata la
+precisione (torneremo su questo in sez.~\ref{sec:file_file_times}) ma anche
+per gli aggiornamenti fatti ai campi \var{st\_ino}, \var{st\_uid} e
+\var{st\_gid}. Sulle piattaforme a 32 bit questi cambiamenti, che han visto un
+aumento delle dimensioni dei campi della struttura per adattarli alle nuove
+esigenze, sono mascherati dalla \acr{glibc} che attraverso \func{stat} invoca
+la versione più recente della \textit{system call} e reimpacchetta i dati se
+questo è necessario per eseguire dei vecchi programmi. Nelle piattaforme a 64
+bit invece è presente un'unica versione della \textit{system call} e la
+struttura \struct{stat} ha campi di dimensione sufficiente.
+
+Infine a partire dal kernel 2.6.16 è stata introdutta una ulteriore funzione
+della famiglia, \func{fstatat} che consente di trattare con sicurezza i
+\textit{pathname} relativi, la tratteremo in sez.~\ref{sec:file_openat},
+insieme alla nuova \textit{system call} \func{statx}, introdotta dal kernel
+4.11 per estendere l'interfaccia di \func{stat} e le informazioni che essa può
+restituire.
\subsection{I tipi di file}
funzioni della famiglia \func{stat} all'interno del campo \var{st\_mode} di
una struttura \struct{stat}.
-Il campo \var{st\_mode} è una maschera binaria in cui l'informazione viene
-suddivisa nei vari bit che compongono, ed oltre a quelle sul tipo di file,
-contiene anche le informazioni relative ai permessi su cui torneremo in
-sez.~\ref{sec:file_perm_overview}. Dato che i valori numerici usati per
-definire il tipo di file possono variare a seconda delle implementazioni, lo
-standard POSIX definisce un insieme di macro che consentono di verificare il
-tipo di file in maniera standardizzata.
-
\begin{table}[htb]
\centering
\footnotesize
\label{tab:file_type_macro}
\end{table}
+Il campo \var{st\_mode} è una maschera binaria in cui l'informazione viene
+suddivisa nei vari bit che compongono, ed oltre a quelle sul tipo di file,
+contiene anche le informazioni relative ai permessi su cui torneremo in
+sez.~\ref{sec:file_perm_overview}. Dato che i valori numerici usati per
+definire il tipo di file possono variare a seconda delle implementazioni, lo
+standard POSIX definisce un insieme di macro che consentono di verificare il
+tipo di file in maniera standardizzata.
+
Queste macro vengono usate anche da Linux che supporta pure le estensioni allo
standard per i collegamenti simbolici e i socket definite da BSD.\footnote{le
ultime due macro di tab.~\ref{tab:file_type_macro}, che non sono presenti