+estendono le funzionalità dei \textit{bind mount}. La funzionalità nasce
+dalle esigenze di poter utilizzare a pieno le funzionalità di isolamento
+fornite dal kernel per i processi (i \textit{namespace}, che tratteremo in
+sez.~\ref{sec:process_namespaces}) in particolare per quanto riguarda la
+possibilità di far avere ad un processo una visione ristretta dei filesystem
+montati (il \textit{mount namespace}), ma l'applicazione è comunque rilevante
+anche con un classico \textit{chroot} (vedi sez.~\ref{sec:file_chroot}).
+
+\itindbeg{submount}
+
+Abbiamo visto come nella modalità ordinaria in cui si esegue un
+\textit{bind mount} sotto \param{target} compaia lo stesso ramo di albero dei
+file presente sotto \param{source}, ma limitato a quanto presente nel
+filesystem di \param{source}; i risultati di un eventuale
+``\textit{submount}'' effettuato all'interno di \param{source} non saranno
+visibili. Ed anche se quelli presenti al momento dell'uso di \const{MS\_BIND}
+possono essere riottenuti usando \const{MS\_REC}, ogni eventuale
+``\textit{submount}'' successivo (che avvenga sotto \param{source} o sotto
+\param{target}) resterà ``\textsl{privato}'' al ramo di albero su cui è
+avvenuto.
+
+\itindend{submount}
+\itindbeg{mount peer group}
+
+Ci sono casi però in cui può risultare utile che eventuali
+``\textit{submount}'' siano visibili sui rami di albero presenti al di sotto
+di tutte le directory coinvolte in un \textit{bind mount}, anche se effettuati
+in un secondo tempo. Per poter ottenere questa funzionalità i
+\textit{bind mount} sono stati estesi introducendo i \textit{mount peer
+ group}, che consentono di raggrupparli in modo da poter inviare a ciascuno
+di essi tutti gli eventi relativi a montaggi o smontaggi effettuati al loro
+interno ed avere sempre una propagazione degli stessi che li renda coerenti.
+
+Quando si effettua un montaggio ordinario, o si esegue un \textit{bind mount},
+di default non viene utilizzato nessun \textit{mount peer group} ed il
+\textit{mount point} viene classificato come ``\textsl{privato}'', nel senso
+che abbiamo appena visto. Si può però marcare un \textit{mount point} come
+``\textsl{condiviso}'', ed in questo modo esso verrà associato ad un
+\textit{mount peer group} insieme a tutti gli altri ulteriori \textit{mount
+ point} per i quali sia stato eseguito un \textit{bind mount}. Questo fa sì
+che tutte le volte che si effettua un montaggio o uno smontaggio all'interno
+di uno qualunque dei \textit{mount point} del gruppo, questo venga propagato
+anche su tutti gli altri e sotto tutti sia visibile sempre lo stesso ramo di
+albero dei file.
+
+A completare l'infrastruttura degli \textit{shared subtree} sono state
+previste due ulteriori funzionalità: la prima è quella di marcare un
+\textit{mount point} come ``\textit{slave}'', in tal caso le operazioni di
+montaggio e smontaggio effettuate al suo interno non verranno più propagate
+agli altri membri del \textit{mount peer group} di cui fa parte, ma continuerà
+a ricevere quelle eseguite negli altri membri.
+
+La seconda funzionalità è quella di marcare un \textit{mount point} come
+``\textit{unbindable}''; questo anzitutto impedirà che possa essere usato come
+sorgente di un \textit{bind mount} ed inoltre lo renderà privato, con la
+conseguenza che quando è presente all'interno di altri \textit{bind mount},
+all'interno di questi si vedrà solo il contenuto originale e non quello
+risultante da eventuali ulteriori montaggi effettuati al suo interno.
+
+\itindend{mount peer group}
+
+I \textit{mount flag} che controllano le operazioni relative agli
+\textit{shared subtree} sono descritti nella lista seguente. Si ricordi che
+sono mutuamente esclusivi, e compatibili solo con l'uso degli ulteriori flag
+\const{MS\_REC} (che applica ricorsivamente l'operazione a tutti gli eventuali
+\textit{mount point} sottostanti) e \const{MS\_SILENT}; in tutti gli altri
+casi \func{mount} fallirà con un errore di \errval{EINVAL}. L'unico altro
+argomento che deve essere specificato quando li si usano è \param{target};
+\param{source}, \param{data} e \param{filesystem} sono ignorati.