file che si vuole creare ed i relativi permessi, secondo i valori riportati in
tab.~\ref{tab:file_mode_flags}, che vanno combinati con un OR binario. I
permessi sono comunque modificati nella maniera usuale dal valore di
-\var{umask} (si veda sez.~\ref{sec:file_perm_management}).
+\itindex{umask} \textit{umask} (si veda sez.~\ref{sec:file_perm_management}).
Per il tipo di file può essere specificato solo uno fra: \const{S\_IFREG} per
un file regolare (che sarà creato vuoto), \const{S\_IFBLK} per un dispositivo
La funzione crea la fifo \param{pathname} con i permessi \param{mode}. Come
per \func{mknod} il file \param{pathname} non deve esistere (neanche come link
simbolico); al solito i permessi specificati da \param{mode} vengono
-modificati dal valore di \var{umask}.
+modificati dal valore di \itindex{umask} \textit{umask}.
gruppi, ed inoltre il problema si pone anche per l'interfaccia nativa quando i
permessi non vengono indicati esplicitamente.
-In tutti questi casi l'unico riferimento possibile è quello della modalità di
-apertura del nuovo file (lettura/scrittura o sola lettura), che però può
-fornire un valore che è lo stesso per tutti e tre i permessi di
-sez.~\ref{sec:file_perm_overview} (cioè $666$ nel primo caso e $222$ nel
-secondo). Per questo motivo il sistema associa ad ogni processo\footnote{è
- infatti contenuta nel campo \var{umask} della struttura \struct{fs\_struct},
- vedi fig.~\ref{fig:proc_task_struct}.} una maschera di bit, la cosiddetta
-\textit{umask}, che viene utilizzata per impedire che alcuni permessi possano
-essere assegnati ai nuovi file in sede di creazione. I bit indicati nella
-maschera vengono infatti cancellati dai permessi quando un nuovo file viene
-creato.
+\itindbeg{umask}
+
+Per le funzioni dell'interfaccia standard ANSI C l'unico riferimento possibile
+è quello della modalità di apertura del nuovo file (lettura/scrittura o sola
+lettura), che però può fornire un valore che è lo stesso per tutti e tre i
+permessi di sez.~\ref{sec:file_perm_overview} (cioè $666$ nel primo caso e
+$222$ nel secondo). Per questo motivo il sistema associa ad ogni
+processo\footnote{è infatti contenuta nel campo \var{umask} della struttura
+ \struct{fs\_struct}, vedi fig.~\ref{fig:proc_task_struct}.} una maschera di
+bit, la cosiddetta \textit{umask}, che viene utilizzata per impedire che
+alcuni permessi possano essere assegnati ai nuovi file in sede di creazione. I
+bit indicati nella maschera vengono infatti cancellati dai permessi quando un
+nuovo file viene creato.\footnote{l'operazione viene fatta sempre: anche
+ qualora si indichi esplicitamente un valore dei permessi nelle funzioni di
+ creazione che lo consentono, i permessi contenuti nella \textit{umask}
+ verranno tolti.}
La funzione che permette di impostare il valore di questa maschera di
controllo è \funcd{umask}, ed il suo prototipo è:
voluti. Di norma questo valore viene impostato una volta per tutte al login a
$022$, e gli utenti non hanno motivi per modificarlo.
+\itindend{umask}
\subsection{La gestione della titolarità dei file}
\begin{table}[htb]
\centering
\footnotesize
- \begin{tabular}{|c|p{8cm}|}
+ \begin{tabular}{|c|p{10cm}|}
\hline
\textbf{Nome} & \textbf{Descrizione} \\
\hline
rispondere in maniera adeguata a situazioni che richiedono una gestione
complessa dei permessi di accesso.\footnote{già un requisito come quello di
dare accesso in scrittura ad alcune persone ed in sola lettura ad altre non
- si può soddisfare in maniera soddisfacente.}
+ si può soddisfare in maniera semplice.}
Per questo motivo erano state progressivamente introdotte nelle varie versioni
di Unix dei meccanismi di gestione dei permessi dei file più flessibili, nella
\acr{glibc} e devono essere installate a parte;\footnote{la versione corrente
della libreria è \texttt{libacl1}, e nel caso si usi Debian la si può
installare con il pacchetto omonimo e con il collegato \texttt{libacl1-dev}
- per il file di sviluppo.}
-pertanto se un programma le utilizza si dovrà indicare esplicitamente l'uso
-della libreria \texttt{libacl} invocando il compilatore con l'opzione
-\texttt{-lacl}.
+ per i file di sviluppo.} pertanto se un programma le utilizza si dovrà
+indicare esplicitamente l'uso della libreria \texttt{libacl} invocando il
+compilatore con l'opzione \texttt{-lacl}. Si tenga presente inoltre che per
+poterle utilizzare le ACL devono essere attivate esplicitamente montando il
+filesystem\footnote{che deve supportarle, ma questo è ormai vero per
+ praticamente tutti i filesystem più comuni, con l'eccezione di NFS per il
+ quale esiste però un supporto sperimentale.} su cui le si vogliono
+utilizzare con l'opzione \texttt{acl} attiva. Dato che si tratta di una
+estensione è infatti opportuno utilizzarle soltanto laddove siano necessarie.
+
+Una ACL è composta da un insieme di voci, e ciascuna voce è a sua volta
+costituita da un \textsl{tipo}, da un eventuale
+\textsl{qualificatore},\footnote{deve essere presente soltanto per le voci di
+ tipo \const{ACL\_USER} e \const{ACL\_GROUP}.} e da un insieme di permessi.
+Ad ogni oggetto sul filesystem si può associare una ACL che ne governa i
+permessi di accesso, detta \textit{access ACL}. Inoltre per le directory si
+può impostare una ACL aggiuntiva, detta \textit{default ACL}, che serve ad
+indicare quale dovrà essere la ACL assegnata di default nella creazione di un
+file all'interno della directory stessa. Come avviene per i permessi le ACL
+possono essere impostate solo del proprietario del file, o da un processo con
+la capability \index{capabilities} \const{CAP\_FOWNER}.
+\begin{table}[htb]
+ \centering
+ \footnotesize
+ \begin{tabular}{|l|p{8cm}|}
+ \hline
+ \textbf{Tipo} & \textbf{Descrizione} \\
+ \hline
+ \hline
+ \const{ACL\_USER\_OBJ} & voce che contiene i diritti di accesso del
+ proprietario del file.\\
+ \const{ACL\_USER} & voce che contiene i diritti di accesso per
+ l'utente indicato dal rispettivo
+ qualificatore.\\
+ \const{ACL\_GROUP\_OBJ}& voce che contiene i diritti di accesso del
+ gruppo proprietario del file.\\
+ \const{ACL\_GROUP} & voce che contiene i diritti di accesso per
+ il gruppo indicato dal rispettivo
+ qualificatore.\\
+ \const{ACL\_MASK} & voce che contiene la maschera dei massimi
+ permessi di accesso che possono essere garantiti
+ da voci del tipo \const{ACL\_USER},
+ \const{ACL\_GROUP} e \const{ACL\_GROUP\_OBJ}.\\
+ \const{ACL\_OTHER} & voce che contiene i diritti di accesso di chi
+ non corrisponde a nessuna altra voce dell'ACL.\\
+ \hline
+ \end{tabular}
+ \caption{Le costanti che identificano i tipi delle voci di una ACL.}
+ \label{tab:acl_tag_types}
+\end{table}
+L'elenco dei vari tipi di voci presenti in una ACL, con una breve descrizione
+del relativo significato, è riportato in tab.~\ref{tab:acl_tag_types}. Tre di
+questi tipi, \const{ACL\_USER\_OBJ}, \const{ACL\_GROUP\_OBJ} e
+\const{ACL\_OTHER}, corrispondono direttamente ai tre permessi ordinari dei
+file (proprietario, gruppo proprietario e tutti gli altri) e una ACL valida
+deve sempre contenere una ed una sola voce per ciascuno di questi tipi.
+
+Una ACL può poi contenere un numero arbitrario di voci di tipo
+\const{ACL\_USER} e \const{ACL\_GROUP}, ciascuna delle quali indicherà i
+permessi assegnati all'utente e al gruppo indicato dal relativo qualificatore;
+ovviamente un utente o gruppo potranno essere indicati una sola volta
+all'interno di una ACL. Inoltre se in una ACL esiste una voce di uno di questi
+due tipi è obbligatoria anche la presenza di una ed una sola voce di tipo
+\const{ACL\_MASK}, che negli altri casi è opzionale.
+
+Quest'ultimo tipo di voce contiene la maschera dei permessi che possono essere
+assegnati tramite voci di tipo \const{ACL\_USER}, \const{ACL\_GROUP} e
+\const{ACL\_GROUP\_OBJ}, se in una di queste voci si fosse specificato un
+permesso non presente in \const{ACL\_MASK} questo verrebbe ignorato. L'uso di
+\const{ACL\_MASK} è di particolare utilità quando associata ad una
+\textit{default ACL} di una directory in quanto i permessi così specificati
+vengono ereditati da tutti i file creati nella stessa, ottenendo una sorta di
+\itindex{umask} \textit{umask} associata ad un oggetto sul filesystem
+piuttosto che a un processo.
+
+Dato che le ACL vengono a costituire una estensione dei permess ordinari, uno
+dei problemi che si erano posti nella loro standardizzazione era appunto
+quello della corrispondenza fra questi e le ACL. Come accennato i permessi
+ordinari vengono mappati le tre voci di tipo \const{ACL\_USER\_OBJ},
+\const{ACL\_GROUP\_OBJ} e \const{ACL\_OTHER} che devono essere presenti in
+qualunque ACL; un cambiamento ad una di queste voci viene automaticamente
+riflesso sui permessi ordinari dei file\footnote{per permessi ordinari si
+ intende quelli mantenuti nell'\textit{inode}, che devono restare dato che un
+ filesystem può esseere montato senza abilitare le ACL.} e viceversa. In
+realtà la mappatura è diretta solo per le voci \const{ACL\_USER\_OBJ} e
+\const{ACL\_OTHER}, nel caso di \const{ACL\_GROUP\_OBJ} questo vale fintanto
+che non è presente una voce di tipo \const{ACL\_MASK}, nel qual caso valgono
+invece i permessi in essa specificati.\footnote{questo diverso comportamento a
+ seconda delle condizioni è stato introdotto dalla standardizzazione
+ \textit{POSIX 1003.1e Draft 17} per mantenere il comportamento invariato sui
+ sistemi dotati di ACL per tutte quelle applicazioni che sono conformi
+ soltanto all'ordinario standard \textit{POSIX 1003.1}.}
+
+Un secondo aspetto dell'incidenza delle ACL sul comportamento del sistema è
+quello relativo alla creazione di nuovi file,\footnote{o oggetti sul
+ filesystem, il comportamento discusso vale per le funzioni \func{open} e
+ \func{creat} (vedi sez.~\ref{sec:file_open}), \func{mkdir} (vedi
+ sez.~\ref{sec:file_dir_creat_rem}), \func{mknod} e \func{mkfifo} (vedi
+ sez.~\ref{sec:file_mknod}).} che come accennato può essere modificato dalla
+presenza di una default ACL sulla directory che contiene quel file. Se questa
+non c'è valgono le regole illustrate in sez.~\ref{sec:file_perm_management}
+per cui essi sono determinati dalla \itindex{umask} \textit{umask} del
+processo, e la sola differenza è che i permessi ordinari da esse risultanti
+vengono automaticamente rimappati su una ACL di accesso assegnata al nuovo
+file che contiene solo le tre voci di tipo \const{ACL\_USER\_OBJ},
+\const{ACL\_GROUP\_OBJ} e \const{ACL\_OTHER}.
+
+Se invece è presente una ACL di default sulla directory che contiene il nuovo
+file questa diventerà la sua ACL di accesso, a meno di non aver indicato nelle
+funzioni di creazione che lo consentono uno specifico insieme di
+permessi.\footnote{tutte le funzioni citate in precedenza supportano un
+ argomento \var{mode} che indichi un insieme di permssi iniziale.} In tal
+caso quelli non presenti in tale insieme saranno eliminati dalle voci
+corrispondenti nella ACL.
+
+Ovviamente la presenza della ACL modifica anche le regole del controllo di
+accesso ai file illustrate in sez.~\ref{sec:file_perm_overview}; per il
+controllo vengono sempre utilizzati gli identificatori del gruppo
+\textit{effective} del processo, ed i passi attraverso i quali viene stabilito
+se esso ha diritto di accesso sono i seguenti:
+\begin{enumerate}
+\item Se l'user-ID del processo è nullo l'accesso è sempre garantito senza
+ nessun ulteriore controllo.
+\item Se l'user-ID del processo corrisponde al proprietario del file allora:
+ \begin{itemize*}
+ \item se la voce \const{ACL\_USER\_OBJ} contiene il permesso richiesto,
+ l'accesso è consentito
+ \item altrimenti l'accesso è negato
+ \end{itemize*}
+\item Se l'user-ID del processo corrisponde ad un qualunque qualificatore
+ presente in una voce \const{ACL\_USER} allora:
+ \begin{itemize*}
+ \item se la voce \const{ACL\_USER} corrispondente e la voce
+ \const{ACL\_MASK} contengono entrambe il permesso richiesto, l'accesso è
+ consentito
+ \item altrimenti l'accesso è negato
+ \end{itemize*}
+\item Se il group-ID del processo o uno dei group-ID supplementari corrisponde
+ al gruppo proprietario del file o a un qualunque qualificatore di una voce
+ di tipo allora:
+ \begin{itemize*}
+ \item se il bit dei permessi d'accesso del gruppo è impostato, l'accesso è
+ consentito,
+ \item altrimenti l'accesso è negato
+ \end{itemize*}
+\item Se il bit dei permessi d'accesso per tutti gli altri è impostato,
+ l'accesso è consentito, altrimenti l'accesso è negato.
+\end{enumerate}