+Una volta completate le operazioni si può chiudere il \textit{directory
+ stream} con la funzione \funcd{closedir}, il cui prototipo è:
+\begin{functions}
+ \headdecl{sys/types.h} \headdecl{dirent.h}
+
+ \funcdecl{int closedir(DIR * dir)}
+
+ Chiude un \textit{directory stream}.
+
+ \bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 altrimenti, nel
+ qual caso \var{errno} assume il valore \errval{EBADF}.}
+\end{functions}
+
+A parte queste funzioni di base in BSD 4.3 è stata introdotta un'altra
+funzione che permette di eseguire una scansione completa (con tanto di ricerca
+ed ordinamento) del contenuto di una directory; la funzione è
+\funcd{scandir}\footnote{in Linux questa funzione è stata introdotta fin dalle
+ libc4.} ed il suo prototipo è:
+\begin{prototype}{dirent.h}{int scandir(const char *dir,
+ struct dirent ***namelist, int(*select)(const struct dirent *),
+ int(*compar)(const struct dirent **, const struct dirent **))}
+
+ Esegue una scansione di un \textit{directory stream}.
+
+ \bodydesc{La funzione restituisce in caso di successo il numero di voci
+ trovate, e -1 altrimenti.}
+\end{prototype}
+
+Al solito, per la presenza fra gli argomenti di due puntatori a funzione, il
+prototipo non è molto comprensibile; queste funzioni però sono quelle che
+controllano rispettivamente la selezione di una voce (\param{select}) e
+l'ordinamento di tutte le voci selezionate (\param{compar}).
+
+La funzione legge tutte le voci della directory indicata dall'argomento
+\param{dir}, passando ciascuna di esse come argomento alla funzione di
+\param{select}; se questa ritorna un valore diverso da zero la voce viene
+inserita in una struttura allocata dinamicamente con \func{malloc}, qualora si
+specifichi un valore \val{NULL} per \func{select} vengono selezionate tutte le
+voci. Tutte le voci selezionate vengono poi inserite un una lista (anch'essa
+allocata con \func{malloc}, che viene riordinata tramite \func{qsort} usando
+la funzione \param{compar} come criterio di ordinamento; alla fine l'indirizzo
+della lista ordinata è restituito nell'argomento \param{namelist}.
+
+Per l'ordinamento sono disponibili anche due funzioni predefinite,
+\funcd{alphasort} e \funcd{versionsort}, i cui prototipi sono:
+\begin{functions}
+ \headdecl{dirent.h}
+
+ \funcdecl{int alphasort(const void *a, const void *b)}
+
+ \funcdecl{int versionsort(const void *a, const void *b)}
+
+ Funzioni per l'ordinamento delle voci di \textit{directory stream}.
+
+ \bodydesc{Le funzioni restituiscono un valore minore, uguale o maggiore di
+ zero qualora il primo argomento sia rispettivamente minore, uguale o
+ maggiore del secondo.}
+\end{functions}
+
+La funzione \func{alphasort} deriva da BSD ed è presente in Linux fin dalle
+libc4\footnote{la versione delle libc4 e libc5 usa però come argomenti dei
+ puntatori a delle strutture \struct{dirent}; le glibc usano il prototipo
+ originario di BSD, mostrato anche nella definizione, che prevede puntatori a
+ \ctyp{void}.} e deve essere specificata come argomento \param{compare} per
+ottenere un ordinamento alfabetico (secondo il valore del campo \var{d\_name}
+delle varie voci). Le \acr{glibc} prevedono come estensione\footnote{le glibc,
+ a partire dalla versione 2.1, effettuano anche l'ordinamento alfabetico
+ tenendo conto delle varie localizzazioni, usando \func{strcoll} al posto di
+ \func{strcmp}.} anche \func{versionsort}, che ordina i nomi tenendo conto
+del numero di versione (cioè qualcosa per cui \file{file10} viene comunque
+dopo \func{file4}.)
+
+Un semplice esempio dell'uso di queste funzioni è riportato in
+\figref{fig:file_my_ls}, dove si è riportata la sezione principale di un
+programma che, usando la routine di scansione illustrata in
+\figref{fig:file_dirscan}, stampa i nomi dei file contenuti in una directory e
+la relativa dimensione (in sostanza una versione semplificata del comando
+\cmd{ls}).
+
+\begin{figure}[!htb]
+ \footnotesize \centering
+ \begin{minipage}[c]{15.6cm}
+ \includecodesample{listati/my_ls.c}
+ \end{minipage}
+ \caption{Esempio di codice per eseguire la lista dei file contenuti in una
+ directory.}
+ \label{fig:file_my_ls}
+\end{figure}
+
+Il programma è estremamente semplice; in \figref{fig:file_my_ls} si è omessa
+la parte di gestione delle opzioni (che prevede solo l'uso di una funzione per
+la stampa della sintassi, anch'essa omessa) ma il codice completo potrà essere
+trovato coi sorgenti allegati nel file \file{myls.c}.
+
+In sostanza tutto quello che fa il programma, dopo aver controllato
+(\texttt{\small 10--13}) di avere almeno un parametro (che indicherà la
+directory da esaminare) è chiamare (\texttt{\small 14}) la funzione
+\func{DirScan} per eseguire la scansione, usando la funzione \code{do\_ls}
+(\texttt{\small 20--26}) per fare tutto il lavoro.
+
+Quest'ultima si limita (\texttt{\small 23}) a chiamare \func{stat} sul file
+indicato dalla directory entry passata come argomento (il cui nome è appunto
+\var{direntry->d\_name}), memorizzando in una opportuna struttura \var{data} i
+dati ad esso relativi, per poi provvedere (\texttt{\small 24}) a stampare il
+nome del file e la dimensione riportata in \var{data}.
+
+Dato che la funzione verrà chiamata all'interno di \func{DirScan} per ogni
+voce presente questo è sufficiente a stampare la lista completa dei file e
+delle relative dimensioni. Si noti infine come si restituisca sempre 0 come
+valore di ritorno per indicare una esecuzione senza errori.
+
+\begin{figure}[!htb]
+ \footnotesize \centering
+ \begin{minipage}[c]{15.6cm}
+ \includecodesample{listati/DirScan.c}
+ \end{minipage}
+ \caption{Codice della routine di scansione di una directory contenuta nel
+ file \file{DirScan.c}.}
+ \label{fig:file_dirscan}
+\end{figure}
+
+Tutto il grosso del lavoro è svolto dalla funzione \func{DirScan}, riportata
+in \figref{fig:file_dirscan}. La funzione è volutamente generica e permette di
+eseguire una funzione, passata come secondo argomento, su tutte le voci di una
+directory. La funzione inizia con l'aprire (\texttt{\small 19--23}) uno
+stream sulla directory passata come primo argomento, stampando un messaggio in
+caso di errore.
+
+Il passo successivo (\texttt{\small 24--25}) è cambiare directory di lavoro
+(vedi \secref{sec:file_work_dir}), usando in sequenza le funzione \func{dirfd}
+e \func{fchdir} (in realtà si sarebbe potuto usare direttamente \func{chdir}
+su \var{dirname}), in modo che durante il successivo ciclo (\texttt{\small
+ 27--31}) sulle singole voci dello stream ci si trovi all'interno della
+directory.\footnote{questo è essenziale al funzionamento della funzione
+ \code{do\_ls} (e ad ogni funzione che debba usare il campo \var{d\_name}, in
+ quanto i nomi dei file memorizzati all'interno di una struttura
+ \struct{dirent} sono sempre relativi alla directory in questione, e senza
+ questo posizionamento non si sarebbe potuto usare \func{stat} per ottenere
+ le dimensioni.}
+
+Avendo usato lo stratagemma di fare eseguire tutte le manipolazioni necessarie
+alla funzione passata come secondo argomento, il ciclo di scansione della
+directory è molto semplice; si legge una voce alla volta (\texttt{\small 27})
+all'interno di una istruzione di \code{while} e fintanto che si riceve una
+voce valida (cioè un puntatore diverso da \val{NULL}) si esegue
+(\texttt{\small 27}) la funzione di elaborazione \var{compare} (che nel nostro
+caso sarà \code{do\_ls}), ritornando con un codice di errore (\texttt{\small
+ 28}) qualora questa presenti una anomalia (identificata da un codice di
+ritorno negativo).
+
+Una volta terminato il ciclo la funzione si conclude con la chiusura
+(\texttt{\small 32}) dello stream\footnote{nel nostro caso, uscendo subito
+ dopo la chiamata, questo non servirebbe, in generale però l'operazione è
+ necessaria, dato che la funzione può essere invocata molte volte all'interno
+ dello stesso processo, per cui non chiudere gli stream comporterebbe un
+ consumo progressivo di risorse, con conseguente rischio di esaurimento delle
+ stesse} e la restituzione (\texttt{\small 33}) del codice di operazioni
+concluse con successo.
+
+
+\subsection{La directory di lavoro}
+\label{sec:file_work_dir}
+
+A ciascun processo è associata una directory nel filesystem che è chiamata
+\textsl{directory corrente} o \textsl{directory di lavoro} (in inglese
+\textit{current working directory}) che è quella a cui si fa riferimento
+quando un pathname è espresso in forma relativa, dove il ``\textsl{relativa}''
+fa riferimento appunto a questa directory.
+
+Quando un utente effettua il login, questa directory viene impostata alla
+\textit{home directory} del suo account. Il comando \cmd{cd} della shell
+consente di cambiarla a piacere, spostandosi da una directory ad un'altra, il
+comando \cmd{pwd} la stampa sul terminale. Siccome la directory corrente
+resta la stessa quando viene creato un processo figlio (vedi
+\secref{sec:proc_fork}), la directory corrente della shell diventa anche la
+directory corrente di qualunque comando da essa lanciato.
+
+In genere il kernel tiene traccia per ciascun processo dell'inode\index{inode}
+della directory di lavoro, per ottenere il pathname occorre usare una apposita
+funzione di libreria, \funcd{getcwd}, il cui prototipo è:
+\begin{prototype}{unistd.h}{char *getcwd(char *buffer, size\_t size)}
+ Legge il pathname della directory di lavoro corrente.
+
+ \bodydesc{La funzione restituisce il puntatore \param{buffer} se riesce,
+ \val{NULL} se fallisce, in quest'ultimo caso la variabile
+ \var{errno} è impostata con i seguenti codici di errore:
+ \begin{errlist}
+ \item[\errcode{EINVAL}] L'argomento \param{size} è zero e \param{buffer} non
+ è nullo.
+ \item[\errcode{ERANGE}] L'argomento \param{size} è più piccolo della
+ lunghezza del pathname.
+ \item[\errcode{EACCES}] Manca il permesso di lettura o di ricerca su uno dei
+ componenti del pathname (cioè su una delle directory superiori alla
+ corrente).
+ \end{errlist}}
+\end{prototype}
+
+La funzione restituisce il pathname completo della directory di lavoro nella
+stringa puntata da \param{buffer}, che deve essere precedentemente allocata,
+per una dimensione massima di \param{size}. Il buffer deve essere
+sufficientemente lungo da poter contenere il pathname completo più lo zero di
+terminazione della stringa. Qualora esso ecceda le dimensioni specificate con
+\param{size} la funzione restituisce un errore.
+
+Si può anche specificare un puntatore nullo come
+\param{buffer},\footnote{questa è un'estensione allo standard POSIX.1,
+ supportata da Linux.} nel qual caso la stringa sarà allocata automaticamente
+per una dimensione pari a \param{size} qualora questa sia diversa da zero, o
+della lunghezza esatta del pathname altrimenti. In questo caso ci si deve
+ricordare di disallocare la stringa una volta cessato il suo utilizzo.
+
+Di questa funzione esiste una versione \code{char *getwd(char *buffer)}
+fatta per compatibilità all'indietro con BSD, che non consente di specificare
+la dimensione del buffer; esso deve essere allocato in precedenza ed avere una
+dimensione superiore a \const{PATH\_MAX} (di solito 256 byte, vedi
+\secref{sec:sys_limits}); il problema è che in Linux non esiste una dimensione
+superiore per un pathname, per cui non è detto che il buffer sia sufficiente a
+contenere il nome del file, e questa è la ragione principale per cui questa
+funzione è deprecata.
+
+Una seconda funzione simile è \code{char *get\_current\_dir\_name(void)} che è
+sostanzialmente equivalente ad una \code{getcwd(NULL, 0)}, con la sola
+differenza che essa ritorna il valore della variabile di ambiente \val{PWD},
+che essendo costruita dalla shell può contenere un pathname comprendente anche
+dei link simbolici. Usando \func{getcwd} infatti, essendo il pathname ricavato
+risalendo all'indietro l'albero della directory, si perderebbe traccia di ogni
+passaggio attraverso eventuali link simbolici.
+
+Per cambiare la directory di lavoro si può usare la funzione \funcd{chdir}
+(equivalente del comando di shell \cmd{cd}) il cui nome sta appunto per
+\textit{change directory}, il suo prototipo è:
+\begin{prototype}{unistd.h}{int chdir(const char *pathname)}
+ Cambia la directory di lavoro in \param{pathname}.
+
+ \bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 per un errore,
+ nel qual caso \var{errno} assumerà i valori:
+ \begin{errlist}
+ \item[\errcode{ENOTDIR}] Non si è specificata una directory.
+ \item[\errcode{EACCES}] Manca il permesso di ricerca su uno dei componenti
+ di \param{path}.
+ \end{errlist}
+ ed inoltre \errval{EFAULT}, \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOENT},
+ \errval{ENOMEM}, \errval{ELOOP} e \errval{EIO}.}
+\end{prototype}
+\noindent ed ovviamente \param{pathname} deve indicare una directory per la
+quale si hanno i permessi di accesso.
+
+Dato che anche le directory sono file, è possibile riferirsi ad esse anche
+tramite il file descriptor, e non solo tramite il pathname, per fare questo si
+usa \funcd{fchdir}, il cui prototipo è:
+\begin{prototype}{unistd.h}{int fchdir(int fd)}
+ Identica a \func{chdir}, ma usa il file descriptor \param{fd} invece del
+ pathname.
+
+ \bodydesc{La funzione restituisce zero in caso di successo e -1 per un
+ errore, in caso di errore \var{errno} assumerà i valori \errval{EBADF} o
+ \errval{EACCES}.}
+\end{prototype}
+\noindent anche in questo caso \param{fd} deve essere un file descriptor
+valido che fa riferimento ad una directory. Inoltre l'unico errore di accesso
+possibile (tutti gli altri sarebbero occorsi all'apertura di \param{fd}), è
+quello in cui il processo non ha il permesso di accesso alla directory
+specificata da \param{fd}.
+
+
+
+\subsection{I file temporanei}
+\label{sec:file_temp_file}
+
+In molte occasioni è utile poter creare dei file temporanei; benché la cosa
+sembri semplice, in realtà il problema è più sottile di quanto non appaia a
+prima vista. Infatti anche se sembrerebbe banale generare un nome a caso e
+creare il file dopo aver controllato che questo non esista, nel momento fra il
+controllo e la creazione si ha giusto lo spazio per una possibile \textit{race
+ condition}\index{race condition} (si ricordi quanto visto in
+\secref{sec:proc_race_cond}).
+
+Le \acr{glibc} provvedono varie funzioni per generare nomi di file temporanei,
+di cui si abbia certezza di unicità (al momento della generazione); la prima
+di queste funzioni è \funcd{tmpnam} il cui prototipo è:
+\begin{prototype}{stdio.h}{char *tmpnam(char *string)}
+ Restituisce il puntatore ad una stringa contente un nome di file valido e
+ non esistente al momento dell'invocazione.
+
+ \bodydesc{La funzione ritorna il puntatore alla stringa con il nome o
+ \val{NULL} in caso di fallimento. Non sono definiti errori.}
+\end{prototype}
+\noindent se si è passato un puntatore \param{string} non nullo questo deve
+essere di dimensione \const{L\_tmpnam} (costante definita in \file{stdio.h},
+come \const{P\_tmpdir} e \const{TMP\_MAX}) ed il nome generato vi verrà
+copiato automaticamente; altrimenti il nome sarà generato in un buffer statico
+interno che verrà sovrascritto ad una chiamata successiva. Successive
+invocazioni della funzione continueranno a restituire nomi unici fino ad un
+massimo di \const{TMP\_MAX} volte. Al nome viene automaticamente aggiunto come
+prefisso la directory specificata da \const{P\_tmpdir}.
+
+Di questa funzione esiste una versione rientrante, \func{tmpnam\_r}, che non
+fa nulla quando si passa \val{NULL} come parametro. Una funzione simile,
+\funcd{tempnam}, permette di specificare un prefisso per il file
+esplicitamente, il suo prototipo è:
+\begin{prototype}{stdio.h}{char *tempnam(const char *dir, const char *pfx)}
+ Restituisce il puntatore ad una stringa contente un nome di file valido e
+ non esistente al momento dell'invocazione.
+
+ \bodydesc{La funzione ritorna il puntatore alla stringa con il nome o
+ \val{NULL} in caso di fallimento, \var{errno} viene impostata a
+ \errval{ENOMEM} qualora fallisca l'allocazione della stringa.}
+\end{prototype}