\bodydesc{La funzione in caso di successo restituisce il numero di file
descriptor (anche nullo) che sono attivi, e -1 in caso di errore, nel qual
- caso \var{errno} viene settata ai valori:
+ caso \var{errno} assumerà uno dei valori:
\begin{errlist}
\item[\macro{EBADF}] Si è specificato un file descriptor sbagliato in uno
degli insiemi.
Infine l'argomento \param{timeout}, specifica un tempo massimo di
attesa\footnote{il tempo è valutato come \textit{elapsed time}.} prima che la
-funzione ritorni; se settato a \macro{NULL} la funzione attende
+funzione ritorni; se impostato a \macro{NULL} la funzione attende
indefinitamente. Si può specificare anche un tempo nullo (cioè una \var{struct
- timeval} con i campi settati a zero), qualora si voglia semplicemente
+ timeval} con i campi impostati a zero), qualora si voglia semplicemente
controllare lo stato corrente dei file descriptor.
La funzione restituisce il totale dei file descriptor pronti nei tre insiemi,
\macro{FD\_ISSET}. In caso di errore la funzione restituisce -1 e gli insiemi
non vengono toccati.
-In Linux \func{select} modifica anche il valore di \param{timeout}, settandolo
-al tempo restante; questo è utile quando la funzione viene interrotta da un
-segnale, in tal caso infatti si ha un errore di \macro{EINTR}, ed occorre
-rilanciare la funzione; in questo modo non è necessario ricalcolare tutte le
-volte il tempo rimanente.\footnote{questo può causare problemi di portabilità
- sia quando si trasporta codice scritto su Linux che legge questo valore, sia
- quando si usano programmi scritti per altri sistemi che non dispongono di
- questa caratteristica e ricalcolano \param{timeout} tutte le volte. In
- genere la caratteristica è disponibile nei sistemi che derivano da System V
- e non disponibile per quelli che derivano da BSD.}
+In Linux \func{select} modifica anche il valore di \param{timeout},
+impostandolo al tempo restante; questo è utile quando la funzione viene
+interrotta da un segnale, in tal caso infatti si ha un errore di
+\macro{EINTR}, ed occorre rilanciare la funzione; in questo modo non è
+necessario ricalcolare tutte le volte il tempo rimanente.\footnote{questo può
+ causare problemi di portabilità sia quando si trasporta codice scritto su
+ Linux che legge questo valore, sia quando si usano programmi scritti per
+ altri sistemi che non dispongono di questa caratteristica e ricalcolano
+ \param{timeout} tutte le volte. In genere la caratteristica è disponibile
+ nei sistemi che derivano da System V e non disponibile per quelli che
+ derivano da BSD.}
Come accennato l'interfaccia di \func{select} è una estensione di BSD; anche
System V ha introdotto una sua interfaccia per gestire l'\textit{I/O
multiplexing}, basata sulla funzione \func{poll},\footnote{la funzione è
prevista dallo standard XPG4, ed è stata introdotta in Linux come system
- call a partire dal kernel 2.1.23 e dalle \acr{libc} 5.4.28.} il cui prototipo è:
+ call a partire dal kernel 2.1.23 e dalle \acr{libc} 5.4.28.} il cui
+prototipo è:
\begin{prototype}{sys/poll.h}
{int poll(struct pollfd *ufds, unsigned int nfds, int timeout)}
\bodydesc{La funzione restituisce il numero di file descriptor con attività in
caso di successo, o 0 se c'è stato un timeout; in caso di errore viene
- restituito -1 ed \var{errno} viene settata ai valori:
+ restituito -1 ed \var{errno} assumerà uno dei valori:
\begin{errlist}
\item[\macro{EBADF}] Si è specificato un file descriptor sbagliato in uno
degli insiemi.
\end{table}
La funzione ritorna, restituendo il numero di file per i quali si è verificata
-una delle condizioni di attesa richieste o un errore. Lo stato dei file
+una delle condizioni di attesa richieste od un errore. Lo stato dei file
all'uscita della funzione viene restituito nel campo \var{revents} della
-relativa struttura \type{pollfd}, che viene settato alla maschera binaria dei
-valori riportati in \tabref{tab:file_pollfd_flags}, ed oltre alle tre
+relativa struttura \type{pollfd}, che viene impostato alla maschera binaria
+dei valori riportati in \tabref{tab:file_pollfd_flags}, ed oltre alle tre
condizioni specificate tramite \var{events} può riportare anche l'occorrere di
una condizione di errore.
\bodydesc{La funzione in caso di successo restituisce il numero di file
descriptor (anche nullo) che sono attivi, e -1 in caso di errore, nel qual
- caso \var{errno} viene settata ai valori:
+ caso \var{errno} assumerà uno dei valori:
\begin{errlist}
\item[\macro{EBADF}] Si è specificato un file descriptor sbagliato in uno
degli insiemi.
race condition\footnote{in Linux però, non esistendo una system call apposita,
la funzione è implementata nelle \acr{glibc} usando \func{select}, e la
possibilità di una race condition resta.} quando si deve eseguire un test su
-una variabile settata da un manipolatore sulla base dell'occorrenza di un
+una variabile assegnata da un manipolatore sulla base dell'occorrenza di un
segnale per decidere se lanciare \func{select}. Fra il test e l'esecuzione è
presente una finestra in cui potrebbe arrivare il segnale che non sarebbe
rilevato; la race condition diventa superabile disabilitando il segnale prima
-\subsection{L'\textsl{I/O asincrono}}
+\subsection{L'I/O asincrono}
\label{sec:file_asyncronous_io}
Una modalità alternativa all'uso dell'\textit{I/O multiplexing} è quella di
del flag \macro{O\_ASYNC},\footnote{l'uso del flag di \macro{O\_ASYNC} e dei
comandi \macro{F\_SETOWN} e \macro{F\_GETOWN} per \func{fcntl} è specifico
di Linux e BSD.} aprire un file in modalità asincrona, così come è possibile
-attivare in un secondo tempo questa modalità settando questo flag attraverso
+attivare in un secondo tempo questa modalità impostando questo flag attraverso
l'uso di \func{fcntl} con il comando \macro{F\_SETFL} (vedi
-\secref{sec:file_fcntl}).
+\secref{sec:file_fcntl}).
In realtà in questo caso non si tratta di I/O asincrono vero e proprio, quanto
di un meccanismo asincrono di notifica delle variazione dello stato del file
\secref{sec:sig_sigaction}).
Per far questo però occorre utilizzare le funzionalità dei segnali real-time
-(vedi \secref{sec:sig_real_time}) settando esplicitamente con il comando
+(vedi \secref{sec:sig_real_time}) impostando esplicitamente con il comando
\macro{F\_SETSIG} di \func{fcntl} un segnale real-time da inviare in caso di
-I/O asincrono (il segnale di default è \macro{SIGIO}). In questo caso il
+I/O asincrono (il segnale predefinito è \macro{SIGIO}). In questo caso il
manipolatore tutte le volte che riceverà \macro{SI\_SIGIO} come valore del
campo \var{si\_code}\footnote{il valore resta \macro{SI\_SIGIO} qualunque sia
il segnale che si è associato all'I/O asincrono, ed indica appunto che il
di thread. Al momento\footnote{fino ai kernel della serie 2.4.x, nella serie
2.5.x è però iniziato un lavoro completo di riscrittura di tutto il sistema
di I/O, che prevede anche l'introduzione di un nuovo layer per l'I/O
- asincrono.} esiste una sola versione stabile di questa interfaccia, quella
-delle \acr{glibc}, che è realizzata completamente in user space. Esistono
-comunque vari progetti sperimentali (come il KAIO della SGI, o i patch di
-Benjamin La Haise) che prevedono un supporto diretto da parte del kernel.
+ asincrono (effettuato a partire dal 2.5.32).} esiste una sola versione
+stabile di questa interfaccia, quella delle \acr{glibc}, che è realizzata
+completamente in user space. Esistono comunque vari progetti sperimentali
+(come il KAIO della SGI, o i patch di Benjamin La Haise) che prevedono un
+supporto diretto da parte del kernel.
Lo standard prevede che tutte le operazioni di I/O asincrono siano controllate
attraverso l'uso di una apposita struttura \type{aiocb} (il cui nome sta per
essere specificato l'indirizzo del buffer usato per l'I/O, ed in
\var{aio\_nbytes} la lunghezza del blocco di dati da trasferire.
-Il campo \var{aio\_reqprio} permette di settare la priorità delle operazioni
+Il campo \var{aio\_reqprio} permette di impostare la priorità delle operazioni
di I/O.\footnote{in generale perché ciò sia possibile occorre che la
piattaforma supporti questa caratteristica, questo viene indicato definendo
le macro \macro{\_POSIX\_PRIORITIZED\_IO}, e
- \macro{\_POSIX\_PRIORITY\_SCHEDULING}.} La priorità viene settata a partire
-da quella del processo chiamante (vedi \secref{sec:proc_priority}), cui viene
-sottratto il valore di questo campo.
+ \macro{\_POSIX\_PRIORITY\_SCHEDULING}.} La priorità viene impostata a
+partire da quella del processo chiamante (vedi \secref{sec:proc_priority}),
+cui viene sottratto il valore di questo campo.
Il campo \var{aio\_lio\_opcode} è usato soltanto dalla funzione
\func{lio\_listio}, che, come vedremo più avanti, permette di eseguire con una
\param{aiocbp}.
\bodydesc{Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo, e -1 in caso di
- errore, nel qual caso \var{errno} viene settata ai valori:
+ errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori:
\begin{errlist}
\item[\macro{EBADF}] Si è specificato un file descriptor sbagliato.
\item[\macro{ENOSYS}] La funzione non è implementata.
\param{aiocbp}.
\bodydesc{La funzione restituisce 0 se le operazioni si sono concluse con
- successo, altrimenti restituisce il codice di errore.}
-% }, che viene salvato
-% anche in \var{errno}, i valori possibili sono:
-% \begin{errlist}
-% \item[\macro{ENOSYS}] La funzione non è implementata.
-% \item[\macro{EINPROGRESS}] L'operazione è ancora in corso.
-% \item[\macro{EINVAL}] Si è specificato un valore non valido per i campi
-% \var{aio\_offset} o \var{aio\_reqprio} di \param{aiocbp}.
-% \item[\macro{EBADF}] Si è specificato un file descriptor sbagliato.
-% \end{errlist}
-% più tutti quelli possibili per le sottostanti operazioni, .}
+ successo, altrimenti restituisce il codice di errore relativo al loro
+ fallimento.}
\end{prototype}
Se l'operazione non si è ancora completata viene restituito l'errore di
\macro{EINPROGRESS}. La funzione ritorna zero quando l'operazione si è
conclusa con successo, altrimenti restituisce il codice dell'errore
-verificatosi, ed esegue il corrispondente settaggio di \var{errno}. Il codice
-può essere sia \macro{EINVAL} ed \macro{EBADF}, dovuti ad un valore errato per
-\param{aiocbp}, che uno degli errori possibili durante l'esecuzione
+verificatosi, ed esegue la corrispondente impostazione di \var{errno}. Il
+codice può essere sia \macro{EINVAL} ed \macro{EBADF}, dovuti ad un valore
+errato per \param{aiocbp}, che uno degli errori possibili durante l'esecuzione
dell'operazione di I/O richiesta, nel qual caso saranno restituiti, a seconda
del caso, i codici di errore delle system call \func{read}, \func{write} e
\func{fsync}.
\bodydesc{La funzione restituisce il risultato dell'operazione con un codice
di positivo, e -1 in caso di errore, che avviene qualora si sia specificato
- un valore non valido di \param{fildes}, setta \var{errno} al valore
+ un valore non valido di \param{fildes}, imposta \var{errno} al valore
\macro{EBADF}.}
\end{prototype}
operazioni specificate da \param{list}.
\bodydesc{La funzione restituisce 0 se una (o più) operazioni sono state
- completate, e -1 in caso di errore nel qual caso \var{errno} viene
- settata ai valori:
+ completate, e -1 in caso di errore nel qual caso \var{errno} assumerà uno
+ dei valori:
\begin{errlist}
\item[\macro{EAGAIN}] Nessuna operazione è stata completata entro
\param{timeout}.
secondo la modalità \param{mode}.
\bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo, e -1 in caso di
- errore, nel qual caso \var{errno} viene settata ai valori:
+ errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori:
\begin{errlist}
\item[\macro{EAGAIN}] Nessuna operazione è stata completata entro
\param{timeout}.
blocca fino al completamento di tutte le operazioni richieste; se invece si
specifica \macro{LIO\_NOWAIT} la funzione ritorna immediatamente dopo aver
messo in coda tutte le richieste. In questo caso il chiamante può richiedere
-la notifica del completamento di tutte le richieste, settando l'argomento
+la notifica del completamento di tutte le richieste, impostando l'argomento
\param{sig} in maniera analoga a come si fa per il campo \var{aio\_sigevent}
di \type{aiocb}.
Per questo motivo BSD 4.2\footnote{Le due funzioni sono riprese da BSD4.4 ed
integrate anche dallo standard Unix 98; fino alle libc5 Linux usava
\type{size\_t} come tipo dell'argomento \param{count}, una scelta logica,
- che è stata dismessa per restare aderenti allo standard.} ha introdotto due
-nuove system call, \func{readv} e \func{writev}, che permettono di effettuare
-con una sola chiamata una lettura o una scrittura su una serie di buffer
-(quello che viene chiamato \textsl{I/O vettorizzato}. I relativi prototipi
-sono:
+ che però è stata dismessa per restare aderenti allo standard.} ha introdotto
+due nuove system call, \func{readv} e \func{writev}, che permettono di
+effettuare con una sola chiamata una lettura o una scrittura su una serie di
+buffer (quello che viene chiamato \textsl{I/O vettorizzato}. I relativi
+prototipi sono:
\begin{functions}
\headdecl{sys/uio.h}
specificati da \param{vector}.
\bodydesc{Le funzioni restituiscono il numero di byte letti o scritti in
- caso di successo, e -1 in caso di errore, nel qual caso \var{errno} viene
- settata ai valori:
+ caso di successo, e -1 in caso di errore, nel qual caso \var{errno}
+ assumerà uno dei valori:
\begin{errlist}
\item[\macro{EBADF}] si è specificato un file descriptor sbagliato.
\item[\macro{EINVAL}] si è specificato un valore non valido per uno degli
\label{fig:file_iovec}
\end{figure}
-I buffer da utilizzare sono specificati attraverso l'argomento \var{vector} che
-è un vettore di tale strutture, la cui lunghezza è specificata da \param{count}.
-Essi verranno letti (o scritti) nell'ordine in cui li si sono specificati.
-
+I buffer da utilizzare sono indicati attraverso l'argomento \param{vector} che
+è un vettore di strutture \var{iovec}, la cui lunghezza è specificata da
+\param{count}. Ciascuna struttura dovrà essere inizializzata per
+opportunamente per indicare i vari buffer da/verso i quali verrà eseguito il
+trasferimento dei dati. Essi verranno letti (o scritti) nell'ordine in cui li
+si sono specificati nel vettore \var{vector}.
\subsection{File mappati in memoria}
Una modalità alternativa di I/O, che usa una interfaccia completamente diversa
rispetto a quella classica vista in \capref{cha:file_unix_interface}, è il
-cosiddetto \textit{memory-mapped I/O}, che attraverso il meccanismo della
+cosiddetto \textit{memory-mapped I/O}, che, attraverso il meccanismo della
\textsl{paginazione}\index{paginazione} usato dalla memoria virtuale (vedi
-\secref{sec:proc_mem_gen}) permette di \textsl{mappare} il contenuto di un
-file in una sezione dello spazio di indirizzi del processo.
+\secref{sec:proc_mem_gen}), permette di \textsl{mappare} il contenuto di un
+file in una sezione dello spazio di indirizzi del processo. Il meccanismo è
+illustrato in \figref{fig:file_mmap_layout}, una sezione del file viene
+riportata direttamente nello spazio degli indirizzi del programma. Tutte le
+operazioni su questa zona verranno riportate indietro sul file dal meccanismo
+della memoria virtuale che trasferirà il contenuto di quel segmento sul file
+invece che nella swap, per cui si può parlare tanto di file mappato in
+memoria, quanto di memoria mappata su file.
+
+\begin{figure}[htb]
+ \centering
+ \includegraphics[width=9.5cm]{img/mmap_layout}
+ \caption{Disposizione della memoria di un processo quando si esegue la
+ mappatura in memoria di un file.}
+ \label{fig:file_mmap_layout}
+\end{figure}
Tutto questo comporta una notevole semplificazione delle operazioni di I/O, in
quanto non sarà più necessario utilizzare dei buffer intermedi su cui
appoggiare i dati da traferire, ma questi potranno essere acceduti
-direttamente dalla sezione di memoria; inoltre questa interfaccia
-è più efficiente delle usuali funzioni di I/O, in quanto permette di caricare
-in memoria solo le parti del file che sono effettivamente usate ad un dato
+direttamente nella sezione di memoria mappata; inoltre questa interfaccia è
+più efficiente delle usuali funzioni di I/O, in quanto permette di caricare in
+memoria solo le parti del file che sono effettivamente usate ad un dato
istante.
Infatti, dato che l'accesso è fatto direttamente attraverso la memoria
virtuale, la sezione di memoria mappata su cui si opera sarà a sua volta letta
o scritta sul file una pagina alla volta e solo per le parti effettivamente
-usate, il tutto in maniera completamente trasparente al processo; l'acceso
+usate, il tutto in maniera completamente trasparente al processo; l'accesso
alle pagine non ancora caricate avverrà allo stesso modo con cui vengono
caricate in memoria le pagine che sono state salvate sullo swap.
il cui solo limite è quello dello spazio di indirizzi disponibile, e non della
memoria su cui possono esserne lette delle porzioni.
-L'interfaccia prevede varie funzioni per la gestione del \textit{memory
- mapping}, la prima di queste è \func{mmap}, che esegue la mappatura in
-memoria un file; il suo prototipo è:
+L'interfaccia prevede varie funzioni per la gestione del \textit{memory mapped
+ I/O}, la prima di queste è \func{mmap}, che serve ad eseguire la mappatura
+in memoria di un file; il suo prototipo è:
\begin{functions}
\headdecl{unistd.h}
\headdecl{sys/mman.h}
- \funcdecl{void * mmap(void *start, size\_t length, int prot, int flags, int
+ \funcdecl{void * mmap(void * start, size\_t length, int prot, int flags, int
fd, off\_t offset)}
Esegue la mappatura in memoria del file \param{fd}.
\bodydesc{La funzione restituisce il puntatore alla zona di memoria mappata
in caso di successo, e \macro{MAP\_FAILED} (-1) in caso di errore, nel
- qual caso \var{errno} viene settata ai valori:
+ qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori:
\begin{errlist}
\item[\macro{EBADF}] Il file descriptor non è valido, e non si è usato
\macro{MAP\_ANONYMOUS}.
\item[\macro{EACCES}] Il file descriptor non si riferisce ad un file
- normale, o si è richiesto \macro{MAP\_PRIVATE} ma \param{fd} non è
- aperto in lettura, o si è richiesto \macro{MAP\_SHARED} e settato
+ regolare, o si è richiesto \macro{MAP\_PRIVATE} ma \param{fd} non è
+ aperto in lettura, o si è richiesto \macro{MAP\_SHARED} e impostato
\macro{PROT\_WRITE} ed \param{fd} non è aperto in lettura/scrittura, o
- si è settato \macro{PROT\_WRITE} ed \param{fd} è in
+ si è impostato \macro{PROT\_WRITE} ed \param{fd} è in
\textit{append-only}.
\item[\macro{EINVAL}] I valori di \param{start}, \param{length} o
\param{offset} non sono validi (o troppo grandi o non allineati sulla
dimensione delle pagine).
- \item[\macro{ETXTBSY}] Si è settato \macro{MAP\_DENYWRITE} ma \param{fd} è
- aperto in scrittura.
+ \item[\macro{ETXTBSY}] Si è impostato \macro{MAP\_DENYWRITE} ma \param{fd}
+ è aperto in scrittura.
\item[\macro{EAGAIN}] Il file è bloccato, o si è bloccata troppa memoria.
\item[\macro{ENOMEM}] Non c'è memoria o si è superato il limite sul numero
di mappature possibili.
- \item[\macro{ENODEV}] Il filesystem di \param{fd} no supporta il memory
+ \item[\macro{ENODEV}] Il filesystem di \param{fd} non supporta il memory
mapping.
\end{errlist}
}
La funzione richiede di mappare in memoria la sezione del file \param{fd} a
partire da \param{offset} per \param{lenght} byte, preferibilmente
all'indirizzo \param{start}. Il valore di \param{offset} deve essere un
-multiplo della dimensione di una pagina di memoria. Il valore dell'argomento
-\param{prot} indica la protezione\footnote{in Linux la memoria reale è divisa
- in pagine: ogni processo vede la sua memoria attraverso uno o più segmenti
- lineari di memoria virtuale. Per ciascuno di questi segmenti il kernel
- mantiene nella \textit{page table} la mappatura sulle pagine di memoria
- reale, ed le modalità di accesso (lettura, esecuzione, scrittura); una loro
- violazione causa quella che si chiama una \textit{segment violation}, e la
- relativa emissione del segnale \macro{SIGSEGV}.} da applicare al segmento di
-memoria e deve essere specificato come maschera binaria ottenuta dall'OR di
-uno o più dei valori riportati in \tabref{tab:file_mmap_flag}; il valore
-specificato deve essere compatibile con la modalità con cui si è aperto il
-file.
+multiplo della dimensione di una pagina di memoria.
+
\begin{table}[htb]
\centering
\label{tab:file_mmap_prot}
\end{table}
-L'argomento \param{flags} specifica qual'è il tipo di oggetto mappato, le
-opzioni relative alle modalità con cui è effettuata la mappatura e alle
+
+Il valore dell'argomento \param{prot} indica la protezione\footnote{in Linux
+ la memoria reale è divisa in pagine: ogni processo vede la sua memoria
+ attraverso uno o più segmenti lineari di memoria virtuale. Per ciascuno di
+ questi segmenti il kernel mantiene nella \textit{page table} la mappatura
+ sulle pagine di memoria reale, ed le modalità di accesso (lettura,
+ esecuzione, scrittura); una loro violazione causa quella che si chiama una
+ \textit{segment violation}, e la relativa emissione del segnale
+ \macro{SIGSEGV}.} da applicare al segmento di memoria e deve essere
+specificato come maschera binaria ottenuta dall'OR di uno o più dei valori
+riportati in \tabref{tab:file_mmap_flag}; il valore specificato deve essere
+compatibile con la modalità di accesso con cui si è aperto il file.
+
+L'argomento \param{flags} specifica infine qual'è il tipo di oggetto mappato,
+le opzioni relative alle modalità con cui è effettuata la mappatura e alle
modalità con cui le modifiche alla memoria mappata vengono condivise o
mantenute private al processo che le ha effettuate. Deve essere specificato
come maschera binaria ottenuta dall'OR di uno o più dei valori riportati in
\hline
\macro{MAP\_FIXED} & Non permette di restituire un indirizzo diverso
da \param{start}, se questo non può essere usato
- \func{mmap} fallisce. Se si setta questo flag il
+ \func{mmap} fallisce. Se si imposta questo flag il
valore di \param{start} deve essere allineato
alle dimensioni di una pagina. \\
\macro{MAP\_SHARED} & I cambiamenti sulla memoria mappata vengono
\macro{MAP\_EXECUTABLE}& Ignorato. \\
\macro{MAP\_NORESERVE} & Si usa con \macro{MAP\_PRIVATE}. Non riserva
delle pagine di swap ad uso del meccanismo di
- \textit{copy on write} per mantenere le modifiche
- fatte alla regione mappata, in
+ \textit{copy on write} per mantenere le
+ modifiche fatte alla regione mappata, in
questo caso dopo una scrittura, se non c'è più
memoria disponibile, si ha l'emissione di
un \macro{SIGSEGV}. \\
- \macro{MAP\_LOCKED} & Se settato impedisce lo swapping delle pagine
+ \macro{MAP\_LOCKED} & Se impostato impedisce lo swapping delle pagine
mappate. \\
\macro{MAP\_GROWSDOWN} & Usato per gli stack. Indica
che la mappatura deve essere effettuata con gli
argomenti \param{fd} e \param{offset} sono
ignorati.\footnotemark\\
\macro{MAP\_ANON} & Sinonimo di \macro{MAP\_ANONYMOUS}, deprecato.\\
- \macro{MAP\_FILE} & Valore di compatibiità, deprecato.\\
+ \macro{MAP\_FILE} & Valore di compatibilità, deprecato.\\
\hline
\end{tabular}
\caption{Valori possibili dell'argomento \param{flag} di \func{mmap}.}
\footnotetext{L'uso di questo flag con \macro{MAP\_SHARED} è
stato implementato in Linux a partire dai kernel della serie 2.4.x.}
-Un file viene sempre mappato su multipli delle dimensioni di una pagina,
-qualora esso sia più corto la parte restante è riempita con zeri; eventuali
-scritture in quella zona di memoria non vengono riportate sul file. Se le
-dimensioni del file cambiano (esso viene esteso o troncato), non è specificato
-quale effetto viene a aversi sulle pagine di memoria che corrispondono alle
-regioni aggiunte o tolte.
-
-Si tenga presente che non tutti i file possono venire mappati in memoria, la
-mappatura infatti introduce una corrispondenza biunivoca fra una sezione di un
-file ed una sezione di memoria, pertanto si può parlare tanto di file mappato
-in memoria, quanto di memoria mappata su file. Questo comporta che ad esempio
-non è possibile mappare in memoria pipe, socket e fifo, per le quali non ha
-senso parlare di \textsl{sezione}. Lo stesso vale anche per alcuni file di
-dispositivo, che non dispongono della relativa operazione \var{mmap} (si
-ricordi quanto esposto in \secref{sec:file_vfs_work}), ma esistono anche casi
-(un esempio è l'interfaccia ponte PCI-VME del chip Universe) di dispositivi
-che sono utilizzabili praticamente solo con questa interfaccia.
-
-Passando attraverso una \func{fork} i file mappati in memoria vengono
-ereditati in maniera trasparente dal processo figlio, mantenendo gli stessi
-attributi avuti nel padre; così se si è usato \macro{MAP\_SHARED} padre e
-figlio accederanno allo stesso file in maniera condivisa, mentre se si è usato
-\macro{MAP\_PRIVATE} ciascuno di essi manterrà una sua versione privata
-indipendente. Non c'è invece nessun passaggio attraverso una \func{exec}, dato
-che quest'ultima sostituisce tutto lo spazio degli indirizzi di un processo
-con quello di un nuovo programma.
+Gli effetti dell'accesso ad una zona di memoria mappata su file possono essere
+piuttosto complessi, essi si possono comprendere solo tenendo presente che
+tutto quanto è comunque basato sul basato sul meccanismo della memoria
+virtuale. Questo comporta allora una serie di conseguenze. La più ovvia è che
+se si cerca di scrivere su una zona mappata in sola lettura si avrà
+l'emissione di un segnale di violazione di accesso (\macro{SIGSEGV}), dato che
+i permessi sul segmento di memoria relativo non consentono questo tipo di
+accesso.
+
+È invece assai diversa la questione relativa agli accessi al di fuori della
+regione di cui si è richiesta la mappatura. A prima vista infatti si potrebbe
+ritenere che anch'essi debbano generare un segnale di violazione di accesso;
+questo però non tiene conto del fatto che, essendo basata sul meccanismo della
+paginazione, la mappatura in memoria non può che essere eseguita su un
+segmento di dimensioni rigorosamente multiple di quelle di una pagina, ed in
+generale queste potranno non corrispondere alle dimensioni effettive del file
+o della sezione che si vuole mappare. Il caso più comune è quello illustrato
+in \figref{fig:file_mmap_boundary}, in cui la sezione di file non rientra nei
+confini di una pagina: in tal caso verrà il file sarà mappato su un segmento
+di memoria che si estende fino al bordo della pagina successiva.
+
+\begin{figure}[htb]
+ \centering
+ \includegraphics[width=10cm]{img/mmap_boundary}
+ \caption{Schema della mappatura in memoria di una sezione di file di
+ dimensioni non corrispondenti al bordo di una pagina.}
+ \label{fig:file_mmap_boundary}
+\end{figure}
+
+
+In questo caso è possibile accedere a quella zona di memoria che eccede le
+dimensioni specificate da \param{lenght}, senza ottenere un \macro{SIGSEGV}
+poiché essa è presente nello spazio di indirizzi del processo, anche se non è
+mappata sul file. Il comportamento del sistema è quello di restituire un
+valore nullo per quanto viene letto, e di non riportare su file quanto viene
+scritto.
+
+Un caso più complesso è quello che si viene a creare quando le dimensioni del
+file mappato sono più corte delle dimensioni della mappatura, oppure quando il
+file è stato troncato, dopo che è stato mappato, ad una dimensione inferiore a
+quella della mappatura in memoria.
+
+\begin{figure}[htb]
+ \centering
+ \includegraphics[width=13cm]{img/mmap_exceed}
+ \caption{Schema della mappatura in memoria di file di dimensioni inferiori
+ alla lunghezza richiesta.}
+ \label{fig:file_mmap_exceed}
+\end{figure}
+
+In questa situazione, per la sezione di pagina parzialmente coperta dal
+contenuto del file, vale esattamente quanto visto in precedenza; invece per la
+parte che eccede, fino alle dimensioni date da \param{length}, l'accesso non
+sarà più possibile, ma il segnale emesso non sarà \macro{SIGSEGV}, ma
+\macro{SIGBUS}, come illustrato in \figref{fig:file_mmap_exceed}.
+
+Non tutti i file possono venire mappati in memoria, dato che, come illustrato
+in \figref{fig:file_mmap_layout}, la mappatura introduce una corrispondenza
+biunivoca fra una sezione di un file ed una sezione di memoria. Questo
+comporta che ad esempio non è possibile mappare in memoria file descriptor
+relativi a pipe, socket e fifo, per i quali non ha senso parlare di
+\textsl{sezione}. Lo stesso vale anche per alcuni file di dispositivo, che non
+dispongono della relativa operazione \var{mmap} (si ricordi quanto esposto in
+\secref{sec:file_vfs_work}). Si tenga presente però che esistono anche casi di
+dispositivi (un esempio è l'interfaccia al ponte PCI-VME del chip Universe)
+che sono utilizzabili solo con questa interfaccia.
+
+Dato che passando attraverso una \func{fork} lo spazio di indirizzi viene
+copiato integralmente, i file mappati in memoria verranno ereditati in maniera
+trasparente dal processo figlio, mantenendo gli stessi attributi avuti nel
+padre; così se si è usato \macro{MAP\_SHARED} padre e figlio accederanno allo
+stesso file in maniera condivisa, mentre se si è usato \macro{MAP\_PRIVATE}
+ciascuno di essi manterrà una sua versione privata indipendente. Non c'è
+invece nessun passaggio attraverso una \func{exec}, dato che quest'ultima
+sostituisce tutto lo spazio degli indirizzi di un processo con quello di un
+nuovo programma.
Quando si effettua la mappatura di un file vengono pure modificati i tempi ad
-esso associati (si ricordi quanto esposto in \secref{sec:file_file_times}). Il
+esso associati (di cui si è trattato in \secref{sec:file_file_times}). Il
valore di \var{st\_atime} può venir cambiato in qualunque istante a partire
dal momento in cui la mappatura è stata effettuata: il primo riferimento ad
una pagina mappata su un file aggiorna questo tempo. I valori di
Dato per i file mappati in memoria le operazioni di I/O sono gestite
direttamente dalla memoria virtuale, occorre essere consapevoli delle
interazioni che possono esserci con operazioni effettuate con l'interfaccia
-standard dei file di \capref{sec:file_unix_interface}. Il problema è che una
+standard dei file di \capref{cha:file_unix_interface}. Il problema è che una
volta che si è mappato un file, le operazioni di lettura e scrittura saranno
eseguite sulla memoria, e riportate su disco in maniera autonoma dal sistema
della memoria virtuale.
Pertanto se si modifica un file con l'interfaccia standard queste modifiche
potranno essere visibili o meno a seconda del momento in cui la memoria
-virtuale leggerà dal disco in memoria quella sezione del file, perciò è del
-tutto indefinito il risultato della modifica nei confronti del contenuto della
-memoria mappata.
+virtuale trasporterà dal disco in memoria quella sezione del file, perciò è
+del tutto imprevedibile il risultato della modifica di un file nei confronti
+del contenuto della memoria mappata su cui è mappato.
-Se è, per quanto appena visto, sconsigliabile eseguire scritture su file
-attraverso l'interfaccia standard quando lo si è mappato in memoria, è invece
+Per quanto appena visto, è sempre sconsigliabile eseguire scritture su file
+attraverso l'interfaccia standard, quando lo si è mappato in memoria, è invece
possibile usare l'interfaccia standard per leggere un file mappato in memoria,
purché si abbia una certa cura; infatti l'interfaccia dell'I/O mappato in
memoria mette a disposizione la funzione \func{msync} per sincronizzare il
Sincronizza i contenuti di una sezione di un file mappato in memoria.
\bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo, e -1 in caso di
- errore nel qual caso \var{errno} viene settata ai valori:
+ errore nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori:
\begin{errlist}
\item[\macro{EINVAL}] O \param{start} non è multiplo di \macro{PAGESIZE},
o si è specificato un valore non valido per \param{flags}.
di \func{msync} le funzioni dell'interfaccia standard troveranno un contenuto
del file aggiornato.
-L'argomento \param{flag} è specificato come maschera binaria composta da un OR
-dei valori riportati in \tabref{tab:file_mmap_rsync}, di questi però
-\macro{MS\_ASYNC} e \macro{MS\_SYNC} sono incompatibili; con il primo valore
-infatti la funzione si limita ad inoltrare la richiesta di sincronizzazione al
-meccanismo della memoria virtuale, ritornando subito, mentre con il secondo
-attende che la sincronizzazione sia stata effettivamente eseguita. Il terzo
-flag fa invalidare le pagine di cui si richiede la sincronizzazione per tutte
-le mappature dello stesso file, così che esse possano essere immediatamente
-aggiornate ai nuovi valori.
-
\begin{table}[htb]
\centering
\footnotesize
\label{tab:file_mmap_rsync}
\end{table}
+L'argomento \param{flag} è specificato come maschera binaria composta da un OR
+dei valori riportati in \tabref{tab:file_mmap_rsync}, di questi però
+\macro{MS\_ASYNC} e \macro{MS\_SYNC} sono incompatibili; con il primo valore
+infatti la funzione si limita ad inoltrare la richiesta di sincronizzazione al
+meccanismo della memoria virtuale, ritornando subito, mentre con il secondo
+attende che la sincronizzazione sia stata effettivamente eseguita. Il terzo
+flag fa invalidare le pagine di cui si richiede la sincronizzazione per tutte
+le mappature dello stesso file, così che esse possano essere immediatamente
+aggiornate ai nuovi valori.
+
Una volta che si sono completate le operazioni di I/O si può eliminare la
mappatura della memoria usando la funzione \func{munmap}, il suo prototipo è:
\begin{functions}
Rilascia la mappatura sulla sezione di memoria specificata.
\bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo, e -1 in caso di
- errore nel qual caso \var{errno} viene settata ai valori:
+ errore nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori:
\begin{errlist}
\item[\macro{EINVAL}] L'intervallo specificato non ricade in una zona
precedentemente mappata.
Indicare un intervallo che non contiene pagine mappate non è un errore.
Alla conclusione del processo, ogni pagina mappata verrà automaticamente
-rilasciata, mentre la chiusura del file descriptor non ha alcun effetto sulla
-mappatura della memoria.
+rilasciata, mentre la chiusura del file descriptor usato per effettuare la
+mappatura in memoria non ha alcun effetto sulla stessa.
\section{Il file locking}
\subsection{Il \textit{mandatory locking}}
\label{sec:file_mand_locking}
-Il \textit{mandatory locking} è una opzione introdotta inizialmente in SVr4,
-
-
+Il \textit{mandatory locking} è una opzione introdotta inizialmente in SVr4,
+per introdurre un file locking che come dice il nome, fosse effettivo
+indipendentemente dai controlli eseguiti da un processo. Con il
+\textit{mandatory locking} infatti è possibile far eseguire il blocco del file
+direttamente al sistema, così che anche qualora non si predisponessero le
+opportune verifiche nei processi, questo verrebbe comunque rispettato.
+
+Per poter utilizzare il \textit{mandatory locking} è stato introdotto un
+utilizzo particolare del bit \acr{suid}. Se si ricorda quanto esposto in
+\secref{sec:file_suid_sgid}), esso viene di norma utilizzato per cambiare
+l'userid effettivo con cui viene eseguito un programma, ed è pertanto sempre
+associato alla presenza del permesso di esecuzione. Impostando questo bit su
+un file senza permesso di esecuzione in un sistema che supporta il
+\textit{mandatory locking}, fa sì che quest'ultimo venga attivato per il file
+in questione. In questo modo una combinazione dei permessi originariamente non
+contemplata, in quanto senza significato, diventa l'indicazione della presenza
+o meno del \textit{mandatory locking}.