+Dato che in genere non si tengono mai sotto controllo fino a
+\const{FD\_SETSIZE} file contemporaneamente la funzione richiede di
+specificare qual è il valore più alto fra i file descriptor indicati nei tre
+insiemi precedenti. Questo viene fatto per efficienza, per evitare di passare
+e far controllare al kernel una quantità di memoria superiore a quella
+necessaria. Questo limite viene indicato tramite l'argomento \param{ndfs}, che
+deve corrispondere al valore massimo aumentato di uno.\footnote{si ricordi che
+ i file descriptor sono numerati progressivamente a partire da zero, ed il
+ valore indica il numero più alto fra quelli da tenere sotto controllo;
+ dimenticarsi di aumentare di uno il valore di \param{ndfs} è un errore
+ comune.}
+
+Infine l'argomento \param{timeout}, espresso con una struttura di tipo
+\struct{timeval} (vedi fig.~\ref{fig:sys_timeval_struct}) specifica un tempo
+massimo di attesa prima che la funzione ritorni; se impostato a \val{NULL} la
+funzione attende indefinitamente. Si può specificare anche un tempo nullo
+(cioè una struttura \struct{timeval} con i campi impostati a zero), qualora si
+voglia semplicemente controllare lo stato corrente dei file descriptor.
+
+La funzione restituisce il numero di file descriptor pronti,\footnote{questo è
+ il comportamento previsto dallo standard, ma la standardizzazione della
+ funzione è recente, ed esistono ancora alcune versioni di Unix che non si
+ comportano in questo modo.} e ciascun insieme viene sovrascritto per
+indicare quali sono i file descriptor pronti per le operazioni ad esso
+relative, in modo da poterli controllare con \macro{FD\_ISSET}. Se invece si
+ha un timeout viene restituito un valore nullo e gli insiemi non vengono
+modificati. In caso di errore la funzione restituisce -1, ed i valori dei tre
+insiemi sono indefiniti e non si può fare nessun affidamento sul loro
+contenuto.
+
+\itindend{file~descriptor~set}
+
+Una volta ritornata la funzione si potrà controllare quali sono i file
+descriptor pronti ed operare su di essi, si tenga presente però che si tratta
+solo di un suggerimento, esistono infatti condizioni\footnote{ad esempio
+ quando su un socket arrivano dei dati che poi vengono scartati perché
+ corrotti.} in cui \func{select} può riportare in maniera spuria che un file
+descriptor è pronto in lettura, quando una successiva lettura si bloccherebbe.
+Per questo quando si usa \textit{I/O multiplexing} è sempre raccomandato l'uso
+delle funzioni di lettura e scrittura in modalità non bloccante.
+
+In Linux \func{select} modifica anche il valore di \param{timeout},
+impostandolo al tempo restante, quando la funzione viene interrotta da un
+segnale. In tal caso infatti si ha un errore di \errcode{EINTR}, ed occorre
+rilanciare la funzione; in questo modo non è necessario ricalcolare tutte le
+volte il tempo rimanente. Questo può causare problemi di portabilità sia
+quando si usa codice scritto su Linux che legge questo valore, sia quando si
+usano programmi scritti per altri sistemi che non dispongono di questa
+caratteristica e ricalcolano \param{timeout} tutte le volte.\footnote{in
+ genere questa caratteristica è disponibile nei sistemi che derivano da
+ System V e non è disponibile per quelli che derivano da BSD; lo standard
+ POSIX.1-2001 non permette questo comportamento.}
+
+Uno dei problemi che si presentano con l'uso di \func{select} è che il suo
+comportamento dipende dal valore del file descriptor che si vuole tenere sotto
+controllo. Infatti il kernel riceve con \param{ndfs} un limite massimo per
+tale valore, e per capire quali sono i file descriptor da tenere sotto
+controllo dovrà effettuare una scansione su tutto l'intervallo, che può anche
+essere molto ampio anche se i file descriptor sono solo poche unità; tutto ciò
+ha ovviamente delle conseguenze ampiamente negative per le prestazioni.
+
+Inoltre c'è anche il problema che il numero massimo dei file che si possono
+tenere sotto controllo, la funzione è nata quando il kernel consentiva un
+numero massimo di 1024 file descriptor per processo, adesso che il numero può
+essere arbitrario si viene a creare una dipendenza del tutto artificiale dalle
+dimensioni della struttura \type{fd\_set}, che può necessitare di essere
+estesa, con ulteriori perdite di prestazioni.
+
+Lo standard POSIX è rimasto a lungo senza primitive per l'\textit{I/O
+ multiplexing}, introdotto solo con le ultime revisioni dello standard (POSIX
+1003.1g-2000 e POSIX 1003.1-2001). La scelta è stata quella di seguire
+l'interfaccia creata da BSD, ma prevede che tutte le funzioni ad esso relative
+vengano dichiarate nell'header \headfile{sys/select.h}, che sostituisce i
+precedenti, ed inoltre aggiunge a \func{select} una nuova funzione
+\funcd{pselect},\footnote{il supporto per lo standard POSIX 1003.1-2001, ed
+ l'header \headfile{sys/select.h}, compaiono in Linux a partire dalle
+ \acr{glibc} 2.1. Le \acr{libc4} e \acr{libc5} non contengono questo header,
+ le \acr{glibc} 2.0 contengono una definizione sbagliata di \func{psignal},
+ senza l'argomento \param{sigmask}, la definizione corretta è presente dalle
+ \acr{glibc} 2.1-2.2.1 se si è definito \macro{\_GNU\_SOURCE} e nelle
+ \acr{glibc} 2.2.2-2.2.4 se si è definito \macro{\_XOPEN\_SOURCE} con valore
+ maggiore di 600.} il cui prototipo è:
+\begin{prototype}{sys/select.h}
+ {int pselect(int n, fd\_set *readfds, fd\_set *writefds, fd\_set *exceptfds,
+ struct timespec *timeout, sigset\_t *sigmask)}
+
+ Attende che uno dei file descriptor degli insiemi specificati diventi
+ attivo.
+
+ \bodydesc{La funzione in caso di successo restituisce il numero di file
+ descriptor (anche nullo) che sono attivi, e -1 in caso di errore, nel qual
+ caso \var{errno} assumerà uno dei valori:
+ \begin{errlist}
+ \item[\errcode{EBADF}] si è specificato un file descriptor sbagliato in uno
+ degli insiemi.
+ \item[\errcode{EINTR}] la funzione è stata interrotta da un segnale.
+ \item[\errcode{EINVAL}] si è specificato per \param{ndfs} un valore negativo
+ o un valore non valido per \param{timeout}.
+ \end{errlist}
+ ed inoltre \errval{ENOMEM}.}
+\end{prototype}
+
+La funzione è sostanzialmente identica a \func{select}, solo che usa una
+struttura \struct{timespec} (vedi fig.~\ref{fig:sys_timespec_struct}) per
+indicare con maggiore precisione il timeout e non ne aggiorna il valore in
+caso di interruzione.\footnote{in realtà la \textit{system call} di Linux
+ aggiorna il valore al tempo rimanente, ma la funzione fornita dalle
+ \acr{glibc} modifica questo comportamento passando alla \textit{system call}
+ una variabile locale, in modo da mantenere l'aderenza allo standard POSIX
+ che richiede che il valore di \param{timeout} non sia modificato.} Inoltre
+prende un argomento aggiuntivo \param{sigmask} che è il puntatore ad una
+\index{maschera~dei~segnali} maschera di segnali (si veda
+sez.~\ref{sec:sig_sigmask}). La maschera corrente viene sostituita da questa
+immediatamente prima di eseguire l'attesa, e ripristinata al ritorno della
+funzione.
+
+L'uso di \param{sigmask} è stato introdotto allo scopo di prevenire possibili
+\textit{race condition} \itindex{race~condition} quando ci si deve porre in
+attesa sia di un segnale che di dati. La tecnica classica è quella di
+utilizzare il gestore per impostare una \index{variabili!globali} variabile
+globale e controllare questa nel corpo principale del programma; abbiamo visto
+in sez.~\ref{sec:sig_example} come questo lasci spazio a possibili
+\itindex{race~condition} \textit{race condition}, per cui diventa essenziale
+utilizzare \func{sigprocmask} per disabilitare la ricezione del segnale prima
+di eseguire il controllo e riabilitarlo dopo l'esecuzione delle relative
+operazioni, onde evitare l'arrivo di un segnale immediatamente dopo il
+controllo, che andrebbe perso.
+
+Nel nostro caso il problema si pone quando oltre al segnale si devono tenere
+sotto controllo anche dei file descriptor con \func{select}, in questo caso si
+può fare conto sul fatto che all'arrivo di un segnale essa verrebbe interrotta
+e si potrebbero eseguire di conseguenza le operazioni relative al segnale e
+alla gestione dati con un ciclo del tipo:
+\includecodesnip{listati/select_race.c}
+qui però emerge una \itindex{race~condition} \textit{race condition}, perché
+se il segnale arriva prima della chiamata a \func{select}, questa non verrà
+interrotta, e la ricezione del segnale non sarà rilevata.
+
+Per questo è stata introdotta \func{pselect} che attraverso l'argomento
+\param{sigmask} permette di riabilitare la ricezione il segnale
+contestualmente all'esecuzione della funzione,\footnote{in Linux però, fino al
+ kernel 2.6.16, non era presente la relativa \textit{system call}, e la
+ funzione era implementata nelle \acr{glibc} attraverso \func{select} (vedi
+ \texttt{man select\_tut}) per cui la possibilità di \itindex{race~condition}
+ \textit{race condition} permaneva; in tale situazione si può ricorrere ad
+ una soluzione alternativa, chiamata \itindex{self-pipe trick}
+ \textit{self-pipe trick}, che consiste nell'aprire una pipe (vedi
+ sez.~\ref{sec:ipc_pipes}) ed usare \func{select} sul capo in lettura della
+ stessa; si può indicare l'arrivo di un segnale scrivendo sul capo in
+ scrittura all'interno del gestore dello stesso; in questo modo anche se il
+ segnale va perso prima della chiamata di \func{select} questa lo riconoscerà
+ comunque dalla presenza di dati sulla pipe.} ribloccandolo non appena essa
+ritorna, così che il precedente codice potrebbe essere riscritto nel seguente
+modo:
+\includecodesnip{listati/pselect_norace.c}
+in questo caso utilizzando \var{oldmask} durante l'esecuzione di
+\func{pselect} la ricezione del segnale sarà abilitata, ed in caso di
+interruzione si potranno eseguire le relative operazioni.
+
+
+\subsection{Le funzioni \func{poll} e \func{ppoll}}
+\label{sec:file_poll}
+
+Nello sviluppo di System V, invece di utilizzare l'interfaccia di
+\func{select}, che è una estensione tipica di BSD, è stata introdotta un'altra
+interfaccia, basata sulla funzione \funcd{poll},\footnote{la funzione è
+ prevista dallo standard XPG4, ed è stata introdotta in Linux come system
+ call a partire dal kernel 2.1.23 ed inserita nelle \acr{libc} 5.4.28.} il
+cui prototipo è:
+\begin{prototype}{sys/poll.h}
+ {int poll(struct pollfd *ufds, unsigned int nfds, int timeout)}
+
+ La funzione attende un cambiamento di stato su un insieme di file
+ descriptor.
+
+ \bodydesc{La funzione restituisce il numero di file descriptor con attività
+ in caso di successo, o 0 se c'è stato un timeout e -1 in caso di errore,
+ ed in quest'ultimo caso \var{errno} assumerà uno dei valori:
+ \begin{errlist}
+ \item[\errcode{EBADF}] si è specificato un file descriptor sbagliato in uno
+ degli insiemi.
+ \item[\errcode{EINTR}] la funzione è stata interrotta da un segnale.
+ \item[\errcode{EINVAL}] il valore di \param{nfds} eccede il limite
+ \const{RLIMIT\_NOFILE}.
+ \end{errlist}
+ ed inoltre \errval{EFAULT} e \errval{ENOMEM}.}
+\end{prototype}
+
+La funzione permette di tenere sotto controllo contemporaneamente \param{ndfs}
+file descriptor, specificati attraverso il puntatore \param{ufds} ad un
+vettore di strutture \struct{pollfd}. Come con \func{select} si può
+interrompere l'attesa dopo un certo tempo, questo deve essere specificato con
+l'argomento \param{timeout} in numero di millisecondi: un valore negativo
+indica un'attesa indefinita, mentre un valore nullo comporta il ritorno
+immediato (e può essere utilizzato per impiegare \func{poll} in modalità
+\textsl{non-bloccante}).
+
+Per ciascun file da controllare deve essere inizializzata una struttura
+\struct{pollfd} nel vettore indicato dall'argomento \param{ufds}. La
+struttura, la cui definizione è riportata in fig.~\ref{fig:file_pollfd},
+prevede tre campi: in \var{fd} deve essere indicato il numero del file
+descriptor da controllare, in \var{events} deve essere specificata una
+maschera binaria di flag che indichino il tipo di evento che si vuole
+controllare, mentre in \var{revents} il kernel restituirà il relativo
+risultato. Usando un valore negativo per \param{fd} la corrispondente
+struttura sarà ignorata da \func{poll}. Dato che i dati in ingresso sono del
+tutto indipendenti da quelli in uscita (che vengono restituiti in
+\var{revents}) non è necessario reinizializzare tutte le volte il valore delle
+strutture \struct{pollfd} a meno di non voler cambiare qualche condizione.
+
+\begin{figure}[!htb]
+ \footnotesize \centering
+ \begin{minipage}[c]{\textwidth}
+ \includestruct{listati/pollfd.h}
+ \end{minipage}
+ \normalsize
+ \caption{La struttura \structd{pollfd}, utilizzata per specificare le
+ modalità di controllo di un file descriptor alla funzione \func{poll}.}
+ \label{fig:file_pollfd}
+\end{figure}