+
+\subsection{La notifica di eventi tramite file descriptor}
+\label{sec:sig_signalfd_eventfd}
+
+Abbiamo visto in sez.~\ref{sec:file_select} come il meccanismo classico delle
+notifiche di eventi tramite i segnali, presente da sempre nei sistemi
+unix-like, porti a notevoli problemi nell'interazione con le funzioni per
+l'\textit{I/O multiplexing}, tanto che per evitare possibili
+\itindex{race~condition} \textit{race condition} sono state introdotte
+estensioni dello standard POSIX e funzioni apposite come \func{pselect},
+\func{ppoll} e \funcd{epoll\_pwait}.
+
+Benché i segnali siano il meccanismo più usato per effettuare notifiche ai
+processi, la loro interfaccia di programmazione, che comporta l'esecuzione di
+una funzione di gestione in maniera asincrona e totalmente scorrelata
+dall'ordinario flusso di esecuzione del processo, si è però dimostrata quasi
+subito assai problematica. Oltre ai limiti relativi ai limiti al cosa si può
+fare all'interno della funzione del gestore di segnali (quelli illustrati in
+sez.~\ref{sec:sig_signal_handler}), c'è il problema più generale consistente
+nel fatto che questa modalità di funzionamento cozza con altre interfacce di
+programmazione previste dal sistema in cui si opera in maniera
+\textsl{sincrona}, come quelle dell'I/O multiplexing appena illustrate.
+
+In questo tipo di interfacce infatti ci si aspetta che il processo gestisca
+gli eventi a cui vuole rispondere in maniera sincrona generando le opportune
+risposte, mentre con l'arrivo di un segnale si possono avere interruzioni
+asincrone in qualunque momento. Questo comporta la necessità di dover
+gestire, quando si deve tener conto di entrambi i tipi di eventi, le
+interruzioni delle funzioni di attesa sincrone, ed evitare possibili
+\itindex{race~condition} \textit{race conditions}. In sostanza se non ci
+fossero i segnali non ci sarebbe da preoccuparsi, fintanto che si effettuano
+operazioni all'interno di un processo, della non atomicità delle
+\index{system~call~lente} \textit{system call} lente che vengono interrotte e
+devono essere riavviate.
+
+Abbiamo visto però in sez.~\ref{sec:sig_real_time} che insieme ai segnali
+\textit{real-time} sono state introdotte anche delle interfacce di gestione
+sincrona dei segnali, con la funzione \func{sigwait} e le sue affini. Queste
+funzioni consentono di gestire i segnali bloccando un processo fino alla
+avvenuta ricezione e disabilitando l'esecuzione asincrona rispetto al resto
+del programma del gestore del segnale. Questo consente di risolvere i problemi
+di atomicità nella gestione degli eventi associati ai segnali, avendo tutto il
+controllo nel flusso principale del programma, ottenendo così una gestione
+simile a quella dell'\textit{I/O multiplexing}, ma non risolve i problemi
+delle interazioni con quest'ultimo, perché o si aspetta la ricezione di un
+segnale o si aspetta che un file descriptor sia accessibile e nessuna delle
+rispettive funzioni consente di fare contemporaneamente entrambe le cose.
+
+Per risolvere questo problema nello sviluppo del kernel si è pensato di
+introdurre un meccanismo alternativo per la notifica dei segnali (esteso anche
+ad altri eventi generici) che, ispirandosi di nuovo alla filosofia di Unix per
+cui tutto è un file, consentisse di eseguire la notifica con l'uso di
+opportuni file descriptor. Ovviamente si tratta di una funzionalità specifica
+di Linux, non presente in altri sistemi unix-like, e non prevista da nessuno
+standard, per cui va evitata se si ha a cuore la portabilità.
+
+In sostanza, come per \func{sigwait}, si può disabilitare l'esecuzione di un
+gestore in occasione dell'arrivo di un segnale, e rilevarne l'avvenuta
+ricezione leggendone la notifica tramite l'uso di uno speciale file
+descriptor. Trattandosi di un file descriptor questo potrà essere tenuto sotto
+osservazione con le ordinarie funzioni dell'\textit{I/O multiplexing} (vale a
+dire con le solite \func{select}, \func{poll} e \funcd{epoll\_wait}) allo
+stesso modo di quelli associati a file o socket, per cui alla fine si potrà
+attendere in contemporanea sia l'arrivo del segnale che la disponibilità di
+accesso ai dati relativi a questi ultimi.
+
+La funzione di sistema che permette di abilitare la ricezione dei segnali
+tramite file descriptor è \funcd{signalfd},\footnote{in realtà quella
+ riportata è l'interfaccia alla funzione fornita dalle \acr{glibc}, esistono
+ infatti due versioni diverse della \textit{system call}; una prima versione,
+ \func{signalfd}, introdotta nel kernel 2.6.22 e disponibile con le
+ \acr{glibc} 2.8 che non supporta l'argomento \texttt{flags}, ed una seconda
+ versione, \funcm{signalfd4}, introdotta con il kernel 2.6.27 e che è quella
+ che viene sempre usata a partire dalle \acr{glibc} 2.9, che prende un
+ argomento aggiuntivo \code{size\_t sizemask} che indica la dimensione della
+ \index{maschera~dei~segnali} maschera dei segnali, il cui valore viene
+ impostato automaticamente dalle \acr{glibc}.} il cui prototipo è:
+
+\begin{funcproto}{
+\fhead{sys/signalfd.h}
+\fdecl{int signalfd(int fd, const sigset\_t *mask, int flags)}
+
+\fdesc{Crea o modifica un file descriptor per la ricezione dei segnali.}
+}
+
+{La funzione ritorna un numero di file descriptor in caso di successo e $-1$
+ per un errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori:
+ \begin{errlist}
+ \item[\errcode{EBADF}] il valore \param{fd} non indica un file descriptor.
+ \item[\errcode{EINVAL}] il file descriptor \param{fd} non è stato ottenuto
+ con \func{signalfd} o il valore di \param{flags} non è valido.
+ \item[\errcode{ENODEV}] il kernel non può montare internamente il
+ dispositivo per la gestione anonima degli \itindex{inode} \textit{inode}
+ associati al file descriptor.
+ \item[\errcode{ENOMEM}] non c'è memoria sufficiente per creare un nuovo file
+ descriptor di \func{signalfd}.
+ \end{errlist}
+ ed inoltre \errval{EMFILE} e \errval{ENFILE} nel loro significato generico.
+
+}
+\end{funcproto}
+
+La funzione consente di creare o modificare le caratteristiche di un file
+descriptor speciale su cui ricevere le notifiche della ricezione di
+segnali. Per creare ex-novo uno di questi file descriptor è necessario passare
+$-1$ come valore per l'argomento \param{fd}, ogni altro valore positivo verrà
+invece interpretato come il numero del file descriptor (che deve esser stato
+precedentemente creato sempre con \func{signalfd}) di cui si vogliono
+modificare le caratteristiche. Nel primo caso la funzione ritornerà il valore
+del nuovo file descriptor e nel secondo caso il valore indicato
+con \param{fd}, in caso di errore invece verrà restituito $-1$.
+
+L'elenco dei segnali che si vogliono gestire con \func{signalfd} deve essere
+specificato tramite l'argomento \param{mask}. Questo deve essere passato come
+puntatore ad una \index{maschera~dei~segnali} maschera di segnali creata con
+l'uso delle apposite macro già illustrate in sez.~\ref{sec:sig_sigset}. La
+maschera deve indicare su quali segnali si intende operare con
+\func{signalfd}; l'elenco può essere modificato con una successiva chiamata a
+\func{signalfd}. Dato che \signal{SIGKILL} e \signal{SIGSTOP} non possono
+essere intercettati (e non prevedono neanche la possibilità di un gestore) un
+loro inserimento nella maschera verrà ignorato senza generare errori.
+
+L'argomento \param{flags} consente di impostare direttamente in fase di
+creazione due flag per il file descriptor analoghi a quelli che si possono
+impostare con una creazione ordinaria con \func{open}, evitando una
+impostazione successiva con \func{fcntl}.\footnote{si ricordi che questo è un
+ argomento aggiuntivo, introdotto con la versione fornita a partire dal
+ kernel 2.6.27, per kernel precedenti il valore deve essere nullo.}
+L'argomento deve essere specificato come maschera binaria dei valori riportati
+in tab.~\ref{tab:signalfd_flags}.