- \const{MAP\_FIXED} & Non permette di restituire un indirizzo diverso
- da \param{start}, se questo non può essere usato
- \func{mmap} fallisce. Se si imposta questo flag il
- valore di \param{start} deve essere allineato
- alle dimensioni di una pagina.\\
- \const{MAP\_SHARED} & I cambiamenti sulla memoria mappata vengono
- riportati sul file e saranno immediatamente
- visibili agli altri processi che mappano lo stesso
- file.\footnotemark Il file su disco però non sarà
- aggiornato fino alla chiamata di \func{msync} o
- \func{munmap}), e solo allora le modifiche saranno
- visibili per l'I/O convenzionale. Incompatibile
- con \const{MAP\_PRIVATE}.\\
- \const{MAP\_PRIVATE} & I cambiamenti sulla memoria mappata non vengono
- riportati sul file. Ne viene fatta una copia
- privata cui solo il processo chiamante ha
- accesso. Le modifiche sono mantenute attraverso
- il meccanismo del \textit{copy on
- write} \itindex{copy~on~write} e
- salvate su swap in caso di necessità. Non è
- specificato se i cambiamenti sul file originale
- vengano riportati sulla regione
- mappata. Incompatibile con \const{MAP\_SHARED}.\\
- \const{MAP\_DENYWRITE} & In Linux viene ignorato per evitare
- \textit{DoS} \itindex{Denial~of~Service~(DoS)}
- (veniva usato per segnalare che tentativi di
- scrittura sul file dovevano fallire con
- \errcode{ETXTBSY}).\\
- \const{MAP\_EXECUTABLE}& Ignorato.\\
- \const{MAP\_NORESERVE} & Si usa con \const{MAP\_PRIVATE}. Non riserva
- delle pagine di swap ad uso del meccanismo del
- \textit{copy on write} \itindex{copy~on~write}
- per mantenere le
- modifiche fatte alla regione mappata, in
- questo caso dopo una scrittura, se non c'è più
- memoria disponibile, si ha l'emissione di
- un \const{SIGSEGV}.\\
- \const{MAP\_LOCKED} & Se impostato impedisce lo swapping delle pagine
- mappate.\\
- \const{MAP\_GROWSDOWN} & Usato per gli \itindex{stack} stack. Indica
- che la mappatura deve essere effettuata con gli
- indirizzi crescenti verso il basso.\\
- \const{MAP\_ANONYMOUS} & La mappatura non è associata a nessun file. Gli
- argomenti \param{fd} e \param{offset} sono
- ignorati.\footnotemark\\
- \const{MAP\_ANON} & Sinonimo di \const{MAP\_ANONYMOUS}, deprecato.\\
- \const{MAP\_FILE} & Valore di compatibilità, ignorato.\\
- \const{MAP\_32BIT} & Esegue la mappatura sui primi 2GiB dello spazio
- degli indirizzi, viene supportato solo sulle
- piattaforme \texttt{x86-64} per compatibilità con
- le applicazioni a 32 bit. Viene ignorato se si è
- richiesto \const{MAP\_FIXED}.\\
- \const{MAP\_POPULATE} & Esegue il \itindex{prefaulting}
- \textit{prefaulting} delle pagine di memoria
- necessarie alla mappatura.\\
- \const{MAP\_NONBLOCK} & Esegue un \textit{prefaulting} più limitato che
- non causa I/O.\footnotemark\\
-% \const{MAP\_DONTEXPAND}& Non consente una successiva espansione dell'area
-% mappata con \func{mremap}, proposto ma pare non
-% implementato.\\
+ \constd{DN\_ACCESS} & Un file è stato acceduto, con l'esecuzione di una fra
+ \func{read}, \func{pread}, \func{readv}.\\
+ \constd{DN\_MODIFY} & Un file è stato modificato, con l'esecuzione di una
+ fra \func{write}, \func{pwrite}, \func{writev},
+ \func{truncate}, \func{ftruncate}.\\
+ \constd{DN\_CREATE} & È stato creato un file nella directory, con
+ l'esecuzione di una fra \func{open}, \func{creat},
+ \func{mknod}, \func{mkdir}, \func{link},
+ \func{symlink}, \func{rename} (da un'altra
+ directory).\\
+ \constd{DN\_DELETE} & È stato cancellato un file dalla directory con
+ l'esecuzione di una fra \func{unlink}, \func{rename}
+ (su un'altra directory), \func{rmdir}.\\
+ \constd{DN\_RENAME} & È stato rinominato un file all'interno della
+ directory (con \func{rename}).\\
+ \constd{DN\_ATTRIB} & È stato modificato un attributo di un file con
+ l'esecuzione di una fra \func{chown}, \func{chmod},
+ \func{utime}.\\
+ \constd{DN\_MULTISHOT}& Richiede una notifica permanente di tutti gli
+ eventi.\\
+ \hline
+ \end{tabular}
+ \caption{Le costanti che identificano le varie classi di eventi per i quali
+ si richiede la notifica con il comando \const{F\_NOTIFY} di \func{fcntl}.}
+ \label{tab:file_notify}
+\end{table}
+
+Ci si può registrare per le notifiche dei cambiamenti al contenuto di una
+certa directory eseguendo la funzione \func{fcntl} su un file descriptor
+associato alla stessa con il comando \const{F\_NOTIFY}. In questo caso
+l'argomento \param{arg} di \func{fcntl} serve ad indicare per quali classi
+eventi si vuole ricevere la notifica, e prende come valore una maschera
+binaria composta dall'OR aritmetico di una o più delle costanti riportate in
+tab.~\ref{tab:file_notify}.
+
+A meno di non impostare in maniera esplicita una notifica permanente usando il
+valore \const{DN\_MULTISHOT}, la notifica è singola: viene cioè inviata una
+sola volta quando si verifica uno qualunque fra gli eventi per i quali la si è
+richiesta. Questo significa che un programma deve registrarsi un'altra volta
+se desidera essere notificato di ulteriori cambiamenti. Se si eseguono diverse
+chiamate con \const{F\_NOTIFY} e con valori diversi per \param{arg} questi
+ultimi si \textsl{accumulano}; cioè eventuali nuovi classi di eventi
+specificate in chiamate successive vengono aggiunte a quelle già impostate
+nelle precedenti. Se si vuole rimuovere la notifica si deve invece
+specificare un valore nullo.
+
+\itindbeg{inotify}
+
+Il maggiore problema di \textit{dnotify} è quello della scalabilità: si deve
+usare un file descriptor per ciascuna directory che si vuole tenere sotto
+controllo, il che porta facilmente ad avere un eccesso di file aperti. Inoltre
+quando la directory che si controlla è all'interno di un dispositivo
+rimovibile, mantenere il relativo file descriptor aperto comporta
+l'impossibilità di smontare il dispositivo e di rimuoverlo, il che in genere
+complica notevolmente la gestione dell'uso di questi dispositivi.
+
+Un altro problema è che l'interfaccia di \textit{dnotify} consente solo di
+tenere sotto controllo il contenuto di una directory; la modifica di un file
+viene segnalata, ma poi è necessario verificare di quale file si tratta
+(operazione che può essere molto onerosa quando una directory contiene un gran
+numero di file). Infine l'uso dei segnali come interfaccia di notifica
+comporta tutti i problemi di gestione visti in sez.~\ref{sec:sig_management} e
+sez.~\ref{sec:sig_adv_control}. Per tutta questa serie di motivi in generale
+quella di \textit{dnotify} viene considerata una interfaccia di usabilità
+problematica ed il suo uso oggi è fortemente sconsigliato.
+
+\itindend{dnotify}
+
+Per risolvere i problemi appena illustrati è stata introdotta una nuova
+interfaccia per l'osservazione delle modifiche a file o directory, chiamata
+\textit{inotify}.\footnote{l'interfaccia è disponibile a partire dal kernel
+ 2.6.13, le relative funzioni sono state introdotte nelle glibc 2.4.} Anche
+questa è una interfaccia specifica di Linux (pertanto non deve essere usata se
+si devono scrivere programmi portabili), ed è basata sull'uso di una coda di
+notifica degli eventi associata ad un singolo file descriptor, il che permette
+di risolvere il principale problema di \textit{dnotify}. La coda viene creata
+attraverso la funzione di sistema \funcd{inotify\_init}, il cui prototipo è:
+
+\begin{funcproto}{
+\fhead{sys/inotify.h}
+\fdecl{int inotify\_init(void)}
+\fdesc{Inizializza una istanza di \textit{inotify}.}
+}
+
+{La funzione ritornaun file descriptor in caso di successo, o $-1$ in caso di
+ errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori:
+ \begin{errlist}
+ \item[\errcode{EMFILE}] si è raggiunto il numero massimo di istanze di
+ \textit{inotify} consentite all'utente.
+ \item[\errcode{ENFILE}] si è raggiunto il massimo di file descriptor aperti
+ nel sistema.
+ \item[\errcode{ENOMEM}] non c'è sufficiente memoria nel kernel per creare
+ l'istanza.
+ \end{errlist}
+}
+\end{funcproto}
+
+La funzione non prende alcun argomento; inizializza una istanza di
+\textit{inotify} e restituisce un file descriptor attraverso il quale verranno
+effettuate le operazioni di notifica; si tratta di un file descriptor speciale
+che non è associato a nessun file su disco, e che viene utilizzato solo per
+notificare gli eventi che sono stati posti in osservazione. Per evitare abusi
+delle risorse di sistema è previsto che un utente possa utilizzare un numero
+limitato di istanze di \textit{inotify}; il valore di default del limite è di
+128, ma questo valore può essere cambiato con \func{sysctl} o usando il file
+\sysctlfiled{fs/inotify/max\_user\_instances}.
+
+Dato che questo file descriptor non è associato a nessun file o directory
+reale, l'inconveniente di non poter smontare un filesystem i cui file sono
+tenuti sotto osservazione viene completamente eliminato; anzi, una delle
+capacità dell'interfaccia di \textit{inotify} è proprio quella di notificare
+il fatto che il filesystem su cui si trova il file o la directory osservata è
+stato smontato.
+
+Inoltre trattandosi di un file descriptor a tutti gli effetti, esso potrà
+essere utilizzato come argomento per le funzioni \func{select} e \func{poll} e
+con l'interfaccia di \textit{epoll}, ed a partire dal kernel 2.6.25 è stato
+introdotto anche il supporto per il \texttt{signal-driven I/O}. Siccome gli
+eventi vengono notificati come dati disponibili in lettura, dette funzioni
+ritorneranno tutte le volte che si avrà un evento di notifica.
+
+Così, invece di dover utilizzare i segnali, considerati una pessima scelta dal
+punto di vista dell'interfaccia utente, si potrà gestire l'osservazione degli
+eventi con una qualunque delle modalità di \textit{I/O multiplexing}
+illustrate in sez.~\ref{sec:file_multiplexing}. Qualora si voglia cessare
+l'osservazione, sarà sufficiente chiudere il file descriptor e tutte le
+risorse allocate saranno automaticamente rilasciate. Infine l'interfaccia di
+\textit{inotify} consente di mettere sotto osservazione, oltre che una
+directory, anche singoli file.
+
+Una volta creata la coda di notifica si devono definire gli eventi da tenere
+sotto osservazione; questo viene fatto attraverso una \textsl{lista di
+ osservazione} (o \textit{watch list}) che è associata alla coda. Per gestire
+la lista di osservazione l'interfaccia fornisce due funzioni di sistema, la
+prima di queste è \funcd{inotify\_add\_watch}, il cui prototipo è:
+
+\begin{funcproto}{
+\fhead{sys/inotify.h}
+\fdecl{int inotify\_add\_watch(int fd, const char *pathname, uint32\_t mask)}
+\fdesc{Aggiunge un evento di osservazione a una lista di osservazione.}
+}
+
+{La funzione ritorna un valore positivo in caso di successo, o $-1$ per un
+ errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori:
+ \begin{errlist}
+ \item[\errcode{EACCES}] non si ha accesso in lettura al file indicato.
+ \item[\errcode{EINVAL}] \param{mask} non contiene eventi legali o \param{fd}
+ non è un file descriptor di \textit{inotify}.
+ \item[\errcode{ENOSPC}] si è raggiunto il numero massimo di voci di
+ osservazione o il kernel non ha potuto allocare una risorsa necessaria.
+ \end{errlist}
+ ed inoltre \errval{EFAULT}, \errval{ENOMEM} e \errval{EBADF} nel loro
+ significato generico.}
+\end{funcproto}
+
+La funzione consente di creare un ``\textsl{osservatore}'' (il cosiddetto
+``\textit{watch}'') nella lista di osservazione di una coda di notifica, che
+deve essere indicata specificando il file descriptor ad essa associato
+nell'argomento \param{fd}, che ovviamente dovrà essere un file descriptor
+creato con \func{inotify\_init}. Il file o la directory da porre sotto
+osservazione vengono invece indicati per nome, da passare
+nell'argomento \param{pathname}. Infine il terzo argomento, \param{mask},
+indica che tipo di eventi devono essere tenuti sotto osservazione e le
+modalità della stessa. L'operazione può essere ripetuta per tutti i file e le
+directory che si vogliono tenere sotto osservazione,\footnote{anche in questo
+ caso c'è un limite massimo che di default è pari a 8192, ed anche questo
+ valore può essere cambiato con \func{sysctl} o usando il file
+ \sysctlfiled{fs/inotify/max\_user\_watches}.} e si utilizzerà sempre un solo
+file descriptor.
+
+Il tipo di evento che si vuole osservare deve essere specificato
+nell'argomento \param{mask} come maschera binaria, combinando i valori delle
+costanti riportate in tab.~\ref{tab:inotify_event_watch} che identificano i
+singoli bit della maschera ed il relativo significato. In essa si sono marcati
+con un ``$\bullet$'' gli eventi che, quando specificati per una directory,
+vengono osservati anche su tutti i file che essa contiene. Nella seconda
+parte della tabella si sono poi indicate alcune combinazioni predefinite dei
+flag della prima parte.
+
+\begin{table}[htb]
+ \centering
+ \footnotesize
+ \begin{tabular}[c]{|l|c|p{8cm}|}
+ \hline
+ \textbf{Valore} & & \textbf{Significato} \\