L'uso di \param{sigmask} è stato introdotto allo scopo di prevenire possibili
race condition\footnote{in Linux però, non esistendo una system call apposita,
la funzione è implementata nelle \acr{glibc} usando \func{select}, e la
- possibilità di una race condition resta.} quando si deve eseguire un test su
-una variabile assegnata da un gestore sulla base dell'occorrenza di un
-segnale per decidere se lanciare \func{select}. Fra il test e l'esecuzione è
-presente una finestra in cui potrebbe arrivare il segnale che non sarebbe
-rilevato; la race condition diventa superabile disabilitando il segnale prima
-del test e riabilitandolo poi grazie all'uso di \param{sigmask}.
+ possibilità di una race condition\index{race condition} resta.} quando si
+deve eseguire un test su una variabile assegnata da un gestore sulla base
+dell'occorrenza di un segnale per decidere se lanciare \func{select}. Fra il
+test e l'esecuzione è presente una finestra in cui potrebbe arrivare il
+segnale che non sarebbe rilevato; la race condition\index{race condition}
+diventa superabile disabilitando il segnale prima del test e riabilitandolo
+poi grazie all'uso di \param{sigmask}.
potranno essere visibili o meno a seconda del momento in cui la memoria
virtuale trasporterà dal disco in memoria quella sezione del file, perciò è
del tutto imprevedibile il risultato della modifica di un file nei confronti
-del contenuto della memoria mappata su cui è mappato.
-
-Per quanto appena visto, è sempre sconsigliabile eseguire scritture su file
-attraverso l'interfaccia standard, quando lo si è mappato in memoria, è invece
-possibile usare l'interfaccia standard per leggere un file mappato in memoria,
-purché si abbia una certa cura; infatti l'interfaccia dell'I/O mappato in
-memoria mette a disposizione la funzione \funcd{msync} per sincronizzare il
-contenuto della memoria mappata con il file su disco; il suo prototipo è:
+del contenuto della memoria su cui è mappato.
+
+Per questo, è sempre sconsigliabile eseguire scritture su file attraverso
+l'interfaccia standard, quando lo si è mappato in memoria, è invece possibile
+usare l'interfaccia standard per leggere un file mappato in memoria, purché si
+abbia una certa cura; infatti l'interfaccia dell'I/O mappato in memoria mette
+a disposizione la funzione \funcd{msync} per sincronizzare il contenuto della
+memoria mappata con il file su disco; il suo prototipo è:
\begin{functions}
\headdecl{unistd.h}
\headdecl{sys/mman.h}
file.
In tutti questi casi il \textit{file locking} è la tecnica che permette di
-evitare le race condition, attraverso una serie di funzioni che permettono di
-bloccare l'accesso al file da parte di altri processi, così da evitare le
-sovrapposizioni, e garantire la atomicità delle operazioni di scrittura.
+evitare le race condition\index{race condition}, attraverso una serie di
+funzioni che permettono di bloccare l'accesso al file da parte di altri
+processi, così da evitare le sovrapposizioni, e garantire la atomicità delle
+operazioni di scrittura.
Per poter utilizzare il \textit{mandatory locking} è stato introdotto un
utilizzo particolare del bit \acr{sgid}. Se si ricorda quanto esposto in
\secref{sec:file_suid_sgid}), esso viene di norma utilizzato per cambiare il
-groupid effettivo con cui viene eseguito un programma, ed è pertanto sempre
+group-ID effettivo con cui viene eseguito un programma, ed è pertanto sempre
associato alla presenza del permesso di esecuzione per il gruppo. Impostando
questo bit su un file senza permesso di esecuzione in un sistema che supporta
il \textit{mandatory locking}, fa sì che quest'ultimo venga attivato per il