+
+\section{Un esempio più completo: il servizio \textit{echo}}
+\label{sec:TCP_echo_application}
+
+L'esempio precedente, basato sul servizio \textit{daytime}, è un esempio molto
+elementare, in cui il flusso dei dati va solo nella direzione dal server al
+client. In questa sezione esamineremo un esempio di applicazione client/server
+un po' più complessa, che usi i socket TCP per una comunicazione in entrambe
+le direzioni, implementando il servizio standard \textit{echo}, così come
+definito dall'\href{http://www.ietf.org/rfc/rfc0862.txt}{RFC~862}.
+
+Si è scelto, seguendo l'esempio di \cite{UNP1}, di usare questo servizio, che
+si limita a restituire in uscita quanto immesso in ingresso, perché nonostante
+la sua estrema semplicità costituisce il prototipo ideale di una generica
+applicazione di rete in cui un server risponde alle richieste di un client;
+nel caso di una applicazione più complessa si potrà avere in più una
+elaborazione dell'input del client da parte del server nel fornire le risposte
+in uscita.
+
+Ci limiteremo per ora ad una implementazione elementare, che usi solo le
+funzioni di base, ma prenderemo in esame, oltre al comportamento in condizioni
+normali, anche tutti i possibili scenari particolari (errori, sconnessione
+della rete, crash del client o del server durante la connessione) che possono
+avere luogo durante l'impiego di un'applicazione di rete, partendo da una
+versione primitiva che dovrà essere rimaneggiata di volta in volta per poter
+tenere conto di tutte le evenienze che si possono manifestare nella vita reale
+di un'applicazione di rete, fino ad arrivare ad un'implementazione completa.
+
+
+\subsection{Il client: prima versione}
+\label{sec:TCP_echo_client}
+
+Il codice della prima versione client per il servizio \textit{echo} è
+riportato in \figref{fig:TCP_echo_client_1}. Esso ricalca la struttura del
+precedente client per il servizio \textit{daytime} (vedi
+\secref{sec:TCP_daytime_client}), e la prima parte (\texttt{\small 10--27}) è
+sostanzialmente identica, a parte l'uso di una porta diversa.
+
+\begin{figure}[!htb]
+ \footnotesize \centering
+ \begin{minipage}[c]{15.6 cm}
+ \includecodesample{listati/TCP_echo_client.c}
+ \end{minipage}
+ \normalsize
+ \caption{Codice della prima versione del client \textit{echo}.}
+ \label{fig:TCP_echo_client_1}
+\end{figure}
+
+Al solito si è tralasciata la sezione relativa alla gestione delle opzioni a
+riga di comando; una volta dichiarate le variabili, si prosegue
+(\texttt{\small 10--13}) con della creazione del socket, la preparazione
+(\texttt{\small 14--17}) la struttura per l'indirizzo, con la relativa
+conversione (\texttt{\small 18--22}) di quanto specificato a riga di comando.
+
+A questo punto (\texttt{\small 23--27}) si può eseguire la connessione al
+server secondo la stessa modalità usata in \secref{sec:TCP_daytime_client}.
+Completata la connessione, al ritorno di \func{connect}, si usa la funzione
+\code{ClientEcho}, il cui codice è riportato in
+\figref{fig:TCPsimpl_client_echo_sub}. Questa si preoccupa di gestire tutta la
+comunicazione, leggendo una riga alla volta dallo standard input \file{stdin},
+scrivendola sul socket e ristampando su \file{stdout} quanto ricevuto in
+risposta dal server. Al ritorno dalla funzione (\texttt{\small 30--31}) anche
+il programma termina.
+
+\begin{figure}[!htb]
+ \footnotesize \centering
+ \begin{minipage}[c]{15.6cm}
+ \includecodesample{listati/ClientEcho.c}
+ \end{minipage}
+ \normalsize
+ \caption{Codice della prima versione della funzione \texttt{ClientEcho} per
+ la gestione del servizio \textit{echo}.}
+ \label{fig:TCPsimpl_client_echo_sub}
+\end{figure}
+
+La funzione \code{ClientEcho} utilizza due buffer (\texttt{\small 3}) per
+gestire i dati inviati e letti sul socket. La comunicazione viene gestita
+all'interno di un ciclo (\texttt{\small 5--10}), i dati da inviare sulla
+connessione vengono presi dallo \file{stdin} usando la funzione \func{fgets},
+trattata in \secref{sec:file_line_io}, che legge una linea di testo (terminata
+da un \texttt{CR} e fino al massimo di \const{MAXLINE} caratteri) e la salva
+sul buffer di invio, la funzione \func{FullWrite}, già vista in
+\figref{fig:sock_FullWrite_code}, scrive (\texttt{\small 6}) i dati sul socket
+(gestendo l'invio multiplo qualora una singola \func{write} non basti, come
+spiegato in \secref{sec:sock_io_behav}).
+
+I dati vengono riletti indietro (\texttt{\small 7}) con una \func{FullRead}
+sul buffer di ricezione e viene inserita (\texttt{\small 8}) la terminazione
+della stringa e per poter usare (\texttt{\small 9}) la funzione \func{fputs}
+per scriverli su \file{stdout}.
+
+Un end-of-file inviato su \file{stdin} (ad esempio con la pressione di
+\texttt{C-d}) causa il ritorno di \func{fgets} con un puntatore nullo e la
+conseguente uscita dal ciclo, al che la subroutine ritorna ed il client esce.
+
+
+\subsection{Il server: prima versione}
+\label{sec:TCPsimp_server_main}
+
+Il servizio \textit{echo} è uno dei servizi standard solitamente provvisti
+direttamente dal superserver \cmd{inetd}, ed è definito
+dall'\href{http://www.ietf.org/rfc/rfc0862.txt}{RFC~862}. Come dice il nome il
+servizio deve rimandare indietro sulla connessione i dati che gli vengono
+inviati; l'RFC descrive le specifiche sia per TCP che UDP, e per il primo
+stabilisce che una volta stabilita la connessione ogni dato in ingresso deve
+essere rimandato in uscita, fintanto che il chiamante non ha chiude la
+connessione; il servizio opera sulla porta 7.
+
+Nel nostro caso l'esempio sarà costituito da un client che legge una linea di
+caratteri dallo standard input e la scrive sul server, il server leggerà la
+linea dalla connessione e la riscriverà all'indietro; sarà compito del client
+leggere la risposta del server e stamparla sullo standard output.
+
+La prima versione del server, \file{ElemEchoTCPServer.c}, si compone di un
+corpo principale, costituito dalla funzione \code{main}. Questa si incarica
+di creare il socket, metterlo in ascolto di connessioni in arrivo e creare un
+processo figlio a cui delegare la gestione di ciascuna connessione. Questa
+parte, riportata in \figref{fig:TCPsimpl_serv_code}, è analoga a quella vista
+nel precedente esempio esaminato in \secref{sec:TCP_daytime_cunc_server}.
+
+\begin{figure}[!htb]
+ \footnotesize \centering
+ \begin{minipage}[c]{15.6cm}
+ \includecodesample{listati/ElemEchoTCPServer.c}
+ \end{minipage}
+ \normalsize
+ \caption{Codice della funzione \code{main} della prima versione del server
+ per il servizio \textit{echo}.}
+ \label{fig:TCPsimpl_serv_code}
+\end{figure}
+
+La struttura di questa prima versione del server è sostanzialmente identica a
+quella dell'esempio citato, ed ad esso si applicano le considerazioni fatte in
+\secref{sec:TCP_daytime_cunc_server}. Le uniche differenze rispetto
+all'esempio in \figref{fig:TCP_daytime_cunc_server_code} sono che in questo
+caso per il socket in ascolto viene usata la porta 7 e che tutta la gestione
+della comunicazione è delegata alla funzione \code{ServEcho}.
+% Per ogni connessione viene creato un
+% processo figlio, il quale si incarica di lanciare la funzione
+% \texttt{SockEcho}.
+
+Il codice della funzione \code{ServEcho} è invece mostrata in
+\figref{fig:TCPsimpl_server_elem_sub}, la comunicazione viene gestita
+all'interno del ciclo (linee \texttt{\small 6--8}). I dati inviati dal client
+vengono letti dal socket con una semplice \func{read} (che ritorna solo in
+presenza di dati in arrivo), la riscrittura viene invece gestita dalla
+funzione \func{FullWrite} (descritta in \figref{fig:sock_FullWrite_code}) che
+si incarica di tenere conto automaticamente della possibilità che non tutti i
+dati di cui è richiesta la scrittura vengano trasmessi con una singola
+\func{write}.
+
+\begin{figure}[!htb]
+ \footnotesize \centering
+ \begin{minipage}[c]{15.6cm}
+ \includecodesample{listati/ServEcho.c}
+ \end{minipage}
+ \normalsize
+ \caption{Codice della prima versione della funzione \code{ServEcho} per la
+ gestione del servizio \textit{echo}.}
+ \label{fig:TCPsimpl_server_elem_sub}
+\end{figure}
+
+Quando il client chiude la connessione il ricevimento del FIN fa ritornare la
+\func{read} con un numero di byte letti pari a zero, il che causa l'uscita
+dal ciclo e il ritorno della funzione, che a sua volta causa la terminazione
+del processo figlio.
+
+
+
+
+\subsection{L'avvio e il funzionamento normale}
+\label{sec:TCPsimpl_startup}
+
+Benché il codice dell'esempio precedente sia molto ridotto, esso ci permetterà
+di considerare in dettaglio tutte le problematiche che si possono incontrare
+nello scrivere un'applicazione di rete. Infatti attraverso l'esame delle sue
+modalità di funzionamento normali, all'avvio e alla terminazione, e di quello
+che avviene nelle varie situazioni limite, da una parte potremo approfondire
+la comprensione del protocollo TCP/IP e dall'altra ricavare le indicazioni
+necessarie per essere in grado di scrivere applicazioni robuste, in grado di
+gestire anche i casi limite.
+
+Il primo passo è compilare e lanciare il server (da root, per poter usare la
+porta 7 che è riservata), alla partenza esso eseguirà l'apertura passiva con
+la sequenza delle chiamate a \func{socket}, \func{bind}, \func{listen} e poi
+si bloccherà nella \func{accept}. A questo punto si potrà controllarne lo
+stato con \cmd{netstat}:
+\begin{verbatim}
+[piccardi@roke piccardi]$ netstat -at
+Active Internet connections (servers and established)
+Proto Recv-Q Send-Q Local Address Foreign Address State
+...
+tcp 0 0 *:echo *:* LISTEN
+...
+\end{verbatim} %$
+che ci mostra come il socket sia in ascolto sulla porta richiesta, accettando
+connessioni da qualunque indirizzo e da qualunque porta e su qualunque
+interfaccia locale.
+
+A questo punto si può lanciare il client, esso chiamerà \func{socket} e
+\func{connect}; una volta completato il three way handshake la connessione è
+stabilita; la \func{connect} ritornerà nel client\footnote{si noti che è
+ sempre la \func{connect} del client a ritornare per prima, in quanto
+ questo avviene alla ricezione del secondo segmento (l'ACK del server) del
+ three way handshake, la \func{accept} del server ritorna solo dopo
+ un altro mezzo RTT quando il terzo segmento (l'ACK del client) viene
+ ricevuto.} e la \func{accept} nel server, ed usando di nuovo
+\cmd{netstat} otterremmo che:
+\begin{verbatim}
+Active Internet connections (servers and established)
+Proto Recv-Q Send-Q Local Address Foreign Address State
+tcp 0 0 *:echo *:* LISTEN
+tcp 0 0 roke:echo gont:32981 ESTABLISHED
+\end{verbatim}
+mentre per quanto riguarda l'esecuzione dei programmi avremo che:
+\begin{itemize}
+\item il client chiama la funzione \code{ClientEcho} che si blocca sulla
+ \func{fgets} dato che non si è ancora scritto nulla sul terminale.
+\item il server eseguirà una \func{fork} facendo chiamare al processo figlio
+ la funzione \code{ServEcho}, quest'ultima si bloccherà sulla \func{read}
+ dal socket sul quale ancora non sono presenti dati.
+\item il processo padre del server chiamerà di nuovo \func{accept}
+ bloccandosi fino all'arrivo di un'altra connessione.
+\end{itemize}
+e se usiamo il comando \cmd{ps} per esaminare lo stato dei processi otterremo
+un risultato del tipo:
+\begin{verbatim}
+[piccardi@roke piccardi]$ ps ax
+ PID TTY STAT TIME COMMAND
+ ... ... ... ... ...
+ 2356 pts/0 S 0:00 ./echod
+ 2358 pts/1 S 0:00 ./echo 127.0.0.1
+ 2359 pts/0 S 0:00 ./echod
+\end{verbatim} %$
+(dove si sono cancellate le righe inutili) da cui si evidenzia la presenza di
+tre processi, tutti in stato di \textit{sleep} (vedi
+\tabref{tab:proc_proc_states}).
+
+Se a questo punto si inizia a scrivere qualcosa sul client non sarà trasmesso
+niente fin tanto che non si prema il tasto di a capo (si ricordi quanto detto
+in \secref{sec:file_line_io} a proposito dell'I/O su terminale), solo allora
+\func{fgets} ritornerà ed il client scriverà quanto immesso sul socket, per
+poi passare a rileggere quanto gli viene inviato all'indietro dal server, che
+a sua volta sarà inviato sullo standard output, che nel caso ne provoca
+l'immediatamente stampa a video.
+
+
+\subsection{La conclusione normale}
+\label{sec:TCPsimpl_conclusion}
+
+Tutto quello che scriveremo sul client sarà rimandato indietro dal server e
+ristampato a video fintanto che non concluderemo l'immissione dei dati; una
+sessione tipica sarà allora del tipo:
+\begin{verbatim}
+[piccardi@roke sources]$ ./echo 127.0.0.1
+Questa e` una prova
+Questa e` una prova
+Ho finito
+Ho finito
+\end{verbatim} %$
+che termineremo inviando un EOF dal terminale (usando la combinazione di tasti
+ctrl-D, che non compare a schermo); se eseguiamo un \cmd{netstat} a questo
+punto avremo:
+\begin{verbatim}
+[piccardi@roke piccardi]$ netstat -at
+tcp 0 0 *:echo *:* LISTEN
+tcp 0 0 localhost:33032 localhost:echo TIME_WAIT
+\end{verbatim} %$
+con il client che entra in \texttt{TIME\_WAIT}.
+
+Esaminiamo allora in dettaglio la sequenza di eventi che porta alla
+terminazione normale della connessione, che ci servirà poi da riferimento
+quando affronteremo il comportamento in caso di conclusioni anomale:
+
+\begin{enumerate}
+\item inviando un carattere di EOF da terminale la \func{fgets} ritorna
+ restituendo un puntatore nullo che causa l'uscita dal ciclo di
+ \code{while}, così la \code{ClientEcho} ritorna.
+\item al ritorno di \code{ClientEcho} ritorna anche la funzione \code{main}, e
+ come parte del processo terminazione tutti i file descriptor vengono chiusi
+ (si ricordi quanto detto in \secref{sec:proc_term_conclusion}); questo causa
+ la chiusura del socket di comunicazione; il client allora invierà un FIN al
+ server a cui questo risponderà con un ACK. A questo punto il client verrà a
+ trovarsi nello stato \texttt{FIN\_WAIT\_2} ed il server nello stato
+ \texttt{CLOSE\_WAIT} (si riveda quanto spiegato in
+ \secref{sec:TCP_conn_term}).
+\item quando il server riceve il FIN la \func{read} del processo figlio che
+ gestisce la connessione ritorna restituendo 0 causando così l'uscita dal
+ ciclo e il ritorno di \code{ServEcho}, a questo punto il processo figlio
+ termina chiamando \func{exit}.
+\item all'uscita del figlio tutti i file descriptor vengono chiusi, la
+ chiusura del socket connesso fa sì che venga effettuata la sequenza finale
+ di chiusura della connessione, viene emesso un FIN dal server che riceverà
+ un ACK dal client, a questo punto la connessione è conclusa e il client
+ resta nello stato \texttt{TIME\_WAIT}.
+
+\end{enumerate}
+
+
+\subsection{La gestione dei processi figli}
+\label{sec:TCPsimpl_child_hand}
+
+Tutto questo riguarda la connessione, c'è però da tenere conto dell'effetto
+del procedimento di chiusura del processo figlio nel server (si veda quanto
+esaminato in \secref{sec:proc_termination}). In questo caso avremo l'invio del
+segnale \const{SIGCHLD} al padre, ma dato che non si è installato un
+gestore e che l'azione predefinita per questo segnale è quella di essere
+ignorato, non avendo predisposto la ricezione dello stato di terminazione,
+otterremo che il processo figlio entrerà nello stato di zombie\index{zombie}
+(si riveda quanto illustrato in \secref{sec:sig_sigchld}), come risulterà
+ripetendo il comando \cmd{ps}:
+\begin{verbatim}
+ 2356 pts/0 S 0:00 ./echod
+ 2359 pts/0 Z 0:00 [echod <defunct>]
+\end{verbatim}
+
+Poiché non è possibile lasciare processi zombie\index{zombie} che pur inattivi
+occupano spazio nella tabella dei processi e a lungo andare saturerebbero le
+risorse del kernel, occorrerà ricevere opportunamente lo stato di terminazione
+del processo (si veda \secref{sec:proc_wait}), cosa che faremo utilizzando
+\const{SIGCHLD} secondo quanto illustrato in \secref{sec:sig_sigchld}.
+
+La prima modifica al nostro server è pertanto quella di inserire la gestione
+della terminazione dei processi figli attraverso l'uso di un gestore.
+Per questo useremo la funzione \code{Signal}, illustrata in
+\figref{fig:sig_Signal_code}, per installare il semplice gestore che
+riceve i segnali dei processi figli terminati già visto in
+\figref{fig:sig_sigchld_handl}; aggiungendo il seguente codice:
+\includecodesnip{listati/sigchildhand.c}
+\noindent
+all'esempio illustrato in \figref{fig:TCPsimpl_serv_code}, e linkando il tutto
+alla funzione \code{sigchld\_hand}, si risolverà completamente il problema
+degli zombie\index{zombie}.
+
+
+