descrizione delle principali caratteristiche del funzionamento di una
connessione TCP.
-Infine riscriveremo il precedente esempio elementare di server
-\texttt{daytime} in una forma appena più evoluta (come server concorrente) e
-con alcune caratteristiche aggiuntive che mettano in luce quanto andremo ad
-illustrare.
\section{Il funzionamento di una connessione TCP}
\label{sec:TCPel_connession}
Prima di entrare nei dettagli delle funzioni usate nelle applicazioni che
-utilizzano i socket TCP, è fondamentale spiegare alcune basi del funzionamento
+utilizzano i sokcet TCP, è fondamentale spiegare alcune basi del funzionamento
del TCP; la conoscenza del funzionamento del protocollo è infatti essenziale
per capire il modello di programmazione ed il funzionamento delle API.
\begin{figure}[htb]
\centering
-
+ \includegraphics[width=10cm]{img/three_way_handshake.eps}
\caption{Il \textit{three way handshake} del TCP}
\label{fig:TCPel_TWH}
\end{figure}
con un ACK.
\end{enumerate}
-
Dato che in questo caso sono richiesti un FIN ed un ACK per ciascuna direzione
normalmente i segmenti scambiati sono quattro; normalmente giacché in alcune
situazioni il FIN del passo 1) è inviato insieme a dei dati. Comunque non è
sequenza di scambio dei segmenti che stabilisce la connessione.
\begin{figure}[htb]
- \centering
-
- \caption{Il \textit{three way handshake} del TCP}
- \label{fig:TCPel_TWH}
+ \centering
+ \includegraphics[width=10cm]{img/tcp_close.eps}
+ \caption{La chiusura di una connessione TCP}
+ \label{fig:TCPel_close}
\end{figure}
Come per il SYN anche il FIN occupa un byte nel numero di sequenza, per cui
viene terminato da un segnale tutte le connessioni aperte verranno chiuse.
Infine è da sottolineare che, benché nella figura (e nell'esempio che vedremo
-più avanti in \secref{sec:TCPsimp_echo_example}) sia il client ad eseguire la
-chiusura attiva, nella realtà questa può essere eseguita da uno qualunque dei
-due capi della comunicazione (come in fatto in precedenza da
+più avanti in \secref{sec:TCPsimp_echo}) sia il client ad eseguire la chiusura
+attiva, nella realtà questa può essere eseguita da uno qualunque dei due capi
+della comunicazione (come in fatto in precedenza da
\figref{fig:net_serv_code}), e benché quello del client sia il caso più comune
ci sono alcuni servizi, il principale dei quali è l'HTTP, per i quali è il
server ad effettuare la chiusura attiva.
\begin{figure}[htb]
\centering
-
+ \includegraphics[width=9cm]{img/tcp_connection.eps}
\caption{Schema dello scambio di pacchetti per un esempio di connessione}
\label{fig:TPCel_conn_example}
\end{figure}
\begin{figure}[!htb]
\centering
-
+ \includegraphics[width=10cm]{img/tcpip_overview.eps}
\caption{Allocazione dei numeri di porta}
\label{fig:TCPel_port_alloc}
\end{figure}
comunque una risposta univoca per la scelta del valore, per questo non
conviene specificarlo con una costante (il cui cambiamento richiederebbe la
ricompilazione del server) ma usare piuttosto una variabile di ambiente (vedi
-\secref{sec:xxx_env_var}).
+\secref{sec:proc_environ}).
Lo Stevens tratta accuratamente questo argomento, con esempi presi da casi
reali su web server, ed in particolare evidenzia come non sia più vero che il
comunicazione.
-
-\subsection{Un esempio di server \textit{daytime}}
+\subsection{Un esempio di server \textit{daytime} concorrente}
\label{sec:TCPel_cunc_daytime}
Per illustrare il meccanismo usato in generale per creare un server
\end{lstlisting}
\caption{Esempio di codice di un server concorrente elementare per il
servizio daytime.}
- \label{fig:net_cli_code}
+ \label{fig:TCPel_serv_code}
\end{figure}
Come si può vedere (alle linee \texttt{\small 21--25}) la funzione
La funzione \texttt{getpeername} si usa tutte le volte che si vuole avere
l'indirizzo remoto di un socket.
-Benché nell'esempio precedente si siano usati i valori di ritorno di
-\texttt{accept} per ottenere l'indirizzo del client remoto, in generale questo
-non è possibile. In particolare questo avviene quando il server invece di far
-gestire la connessione direttamente al figlio, come nell'esempio precedente,
-lancia un opportuno programma per ciascuna connessione usando \texttt{exec}
-(come ad esempio fa il \textsl{super-server} \texttt{inetd} che gestisce tutta
-una serie di servizi lanciando per ogni connessione l'opportuno server).
+Ci si può chiedere a cosa serva questa funzione dato che dal lato client
+l'indirizzo remoto è sempre noto quando si esegue la \texttt{connect} mentre
+dal lato server si possono usare, come si è fatto nell'esempio precedente, i
+valori di ritorno di \texttt{accept}.
+
+In generale però questa ultima possibilità è sempre possibile. In particolare
+questo avviene quando il server invece di far gestire la connessione
+direttamente a un processo figlio, come nell'esempio precedente, lancia un
+opportuno programma per ciascuna connessione usando \texttt{exec} (questa ad
+esempio è la modailità con cui opera il \textsl{super-server} \texttt{inetd}
+che gestisce tutta una serie di servizi lanciando per ogni connessione
+l'opportuno server).
In questo caso benché il processo figlio abbia una immagine della memoria che
è copia di quella del processo padre (e contiene quindi anche la struttura
-ritornata da \texttt{accept}) all'esecuzione di \texttt{exec} viene caricata
+ritornata da \texttt{accept}), all'esecuzione di \texttt{exec} viene caricata
in memoria l'immagine del programma eseguito che a questo punto perde ogni
-riferimento; ma il socket descriptor resta aperto. Allora se una opportuna
+riferimento. Il socket descriptor però resta aperto. Allora se una opportuna
convenzione è seguita per rendere noto al programma eseguito qual'è il socket
connesso (\texttt{inetd} ad esempio fa sempre in modo che i file descriptor 0,
-1 e 2 corrispondano al socket connesso) quest'ultimo potrà usare
+1 e 2 corrispondano al socket connesso) quest'ultimo potrà usare la funzione
\texttt{getpeername} per determinare l'indirizzo remoto del client.
-Infine è da chiarire che come per \texttt{accept} il terzo parametro che è
-specificato dallo standard POSIX 1003.1g come di tipo \texttt{socklen\_t *} in
-realtà deve sempre corrispondere ad un \texttt{int *} come prima dello
-standard perché tutte le implementazioni dei socket BSD fanno questa
-assunzione.
+Infine è da chiarire (si legga la man page) che come per \texttt{accept} il
+terzo parametro che è specificato dallo standard POSIX 1003.1g come di tipo
+\texttt{socklen\_t *} in realtà deve sempre corrispondere ad un \texttt{int *}
+come prima dello standard perché tutte le implementazioni dei socket BSD fanno
+questa assunzione.