descrizione delle principali caratteristiche del funzionamento di una
connessione TCP.
-Infine riscriveremo il precedente esempio elementare di server
-\texttt{daytime} in una forma appena più evoluta (come server concorrente) e
-con alcune caratteristiche aggiuntive che mettano in luce quanto andremo ad
-illustrare.
\section{Il funzionamento di una connessione TCP}
\label{sec:TCPel_connession}
comunicazione.
-
-\subsection{Un esempio di server \textit{daytime}}
+\subsection{Un esempio di server \textit{daytime} concorrente}
\label{sec:TCPel_cunc_daytime}
Per illustrare il meccanismo usato in generale per creare un server
\end{lstlisting}
\caption{Esempio di codice di un server concorrente elementare per il
servizio daytime.}
- \label{fig:net_cli_code}
+ \label{fig:TCPelem_serv_code}
\end{figure}
Come si può vedere (alle linee \texttt{\small 21--25}) la funzione
La funzione \texttt{getpeername} si usa tutte le volte che si vuole avere
l'indirizzo remoto di un socket.
-Benché nell'esempio precedente si siano usati i valori di ritorno di
-\texttt{accept} per ottenere l'indirizzo del client remoto, in generale questo
-non è possibile. In particolare questo avviene quando il server invece di far
-gestire la connessione direttamente al figlio, come nell'esempio precedente,
-lancia un opportuno programma per ciascuna connessione usando \texttt{exec}
-(come ad esempio fa il \textsl{super-server} \texttt{inetd} che gestisce tutta
-una serie di servizi lanciando per ogni connessione l'opportuno server).
+Ci si può chiedere a cosa serva questa funzione dato che dal lato client
+l'indirizzo remoto è sempre noto quando si esegue la \texttt{connect} mentre
+dal lato server si possono usare, come si è fatto nell'esempio precedente, i
+valori di ritorno di \texttt{accept}.
+
+In generale però questa ultima possibilità è sempre possibile. In particolare
+questo avviene quando il server invece di far gestire la connessione
+direttamente a un processo figlio, come nell'esempio precedente, lancia un
+opportuno programma per ciascuna connessione usando \texttt{exec} (questa ad
+esempio è la modailità con cui opera il \textsl{super-server} \texttt{inetd}
+che gestisce tutta una serie di servizi lanciando per ogni connessione
+l'opportuno server).
In questo caso benché il processo figlio abbia una immagine della memoria che
è copia di quella del processo padre (e contiene quindi anche la struttura
-ritornata da \texttt{accept}) all'esecuzione di \texttt{exec} viene caricata
+ritornata da \texttt{accept}), all'esecuzione di \texttt{exec} viene caricata
in memoria l'immagine del programma eseguito che a questo punto perde ogni
-riferimento; ma il socket descriptor resta aperto. Allora se una opportuna
+riferimento. Il socket descriptor però resta aperto. Allora se una opportuna
convenzione è seguita per rendere noto al programma eseguito qual'è il socket
connesso (\texttt{inetd} ad esempio fa sempre in modo che i file descriptor 0,
-1 e 2 corrispondano al socket connesso) quest'ultimo potrà usare
+1 e 2 corrispondano al socket connesso) quest'ultimo potrà usare la funzione
\texttt{getpeername} per determinare l'indirizzo remoto del client.
-Infine è da chiarire che come per \texttt{accept} il terzo parametro che è
-specificato dallo standard POSIX 1003.1g come di tipo \texttt{socklen\_t *} in
-realtà deve sempre corrispondere ad un \texttt{int *} come prima dello
-standard perché tutte le implementazioni dei socket BSD fanno questa
-assunzione.
+Infine è da chiarire (si legga la man page) che come per \texttt{accept} il
+terzo parametro che è specificato dallo standard POSIX 1003.1g come di tipo
+\texttt{socklen\_t *} in realtà deve sempre corrispondere ad un \texttt{int *}
+come prima dello standard perché tutte le implementazioni dei socket BSD fanno
+questa assunzione.