\subsection{Lo standard System V}
\label{sec:intro_sysv}
-Come noto Unix nasce nei laboratori della AT/T, che per molti anni ne detiene
-il marchio depositato; le varie versioni
-
-
-System V è la denominazione dello Unix sviluppato ufficialmente dalla AT/T; la
-sua interfaccia è descritta in un documento dal titolo \textit{System V
- Interface Description}, a cui si fa spesso riferimento con la sigla
-SVID. Anche questo costituisce un sovrainsieme delle interfacce definite dallo
-standard POSIX.
-
-
-
-\subsection{Il comportamento standard del \cmd{gcc}}
-\label{sec:intro_gcc}
-
-
-
-\subsection{Gli standard nelle \acr{glibc}}
-\label{sec:intro_glibc_std}
-
-
+Come noto Unix nasce nei laboratori della AT/T, che ne registrò il nome come
+marchio depositato, sviluppandone una serie di versioni diverse; nel 1983 la
+versione supportata ufficialmente venne rilasciata al pubblico con il nome di
+Unix System V. Negli anni successivi l'AT/T proseguì lo sviluppo rilasciando
+varie release con aggiunte e integrazioni; nel 1989 un accordo fra vari
+venditori (AT/T, Sun, HP, e altro) portò ad una release che provvedeva una
+unificazione dell interfacce comprendente Xenix e BSD, la System V release 4.
+
+La interfaccia di questa ultima release è descritta in un documento dal titolo
+\textit{System V Interface Description}, o SVID; spesso però si riferimento a
+questo standard con il nome della sua implementazione, usando la sigla SVr4.
+
+Anche questo costituisce un sovrainsieme delle interfacce definite dallo
+standard POSIX. Nel 1992 venne rilasciata una seconda versione del sistema:
+la SVr4.2. L'anno successivo la divisione della AT/T (già a suo tempo
+rinominata in Unix System Laboratories) venne acquistata dalla Novell, che poi
+trasferì il marchio Unix al consorzio X/Open; l'ultima versione di System V fu
+la SVr4.2MP rilasciata nel Dicembre 93.
+
+Le \acr{glibc} implementano le principali funzionalità richieste da SVID che
+non sono già incluse negli standard POSIX ed ANSI C, per compatibilità con lo
+Unix System V e con altri Unix (come SunOS) che le includono. Tuttavia le
+funzionalità più oscure e meno utilizzate (che non sono presenti neanche in
+System V) sono state tralasciate.
+
+Le funzionalità implementate sono principalmente il meccanismo di
+intercomunicazione fra i processi e la memoria condivisa (il cosiddetto System
+V IPC, che vedremo in \secref{sec:ipc_sysv}) le funzioni della famiglia
+\func{hsearch} e \func{drand48}, \func{fmtmsg} e svariate funzioni
+matematiche.
+
+
+\subsection{Il comportamento standard del \cmd{gcc} e delle \acr{glibc}}
+\label{sec:intro_gcc_glibc_std}
+
+In Linux gli standard appena descritti sono ottenibili sia attraverso l'uso di
+opzioni del compilatore (il \cmd{gcc}) che definendo opportune costanti prima
+della inclusione dei file degli header.
+
+Se si vuole che i programmi seguano una stretta attinenza allo standard ANSI C
+si può usare l'opzione \cmd{-ansi} del compilatore, e non sarà riconosciuta
+nessuna funzione non riconosciuta dalle specifiche standard ISO per il C.
+
+Per attivare le varie opzioni è possibile definire le macro di preprocessore,
+che controllano le funzionalità che le \acr{glibc} possono mettere a
+disposizione questo può essere fatto attraverso l'opzione \cmd{-D} del
+compilatore, ma è buona norma inserire gli opportuni \texttt{\#define} nei
+propri header file.
+
+Le macro disponibili per i vari standard sono le seguenti:
+\begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.0cm}}
+\item[\macro{\_POSIX\_SOURCE}] definendo questa macro si rendono disponibili
+ tutte le funzionalità dello standard POSIX.1 (la versione IEEE Standard
+ 1003.1) insieme a tutte le funzionalità dello standard ISO C. Se viene anche
+ definita con un intero positivo la macro \macro{\_POSIX\_C\_SOURCE} lo stato
+ di questa non viene preso in considerazione.
+\item[\macro{\_POSIX\_C\_SOURCE}] definendo questa macro ad un valore intero
+ positivo si controlla quale livello delle funzionalità specificate da POSIX
+ viene messa a disposizone; più alto è il valore maggiori sono le
+ funzionalità. Se è uagule a '1' vengono attivate le funzionalità specificate
+ nella edizione del 1990 (IEEE Standard 1003.1-1990), valori maggiori o
+ uguali a '2' attivano le funzionalità POSIX.2 specificate nell'edizione del
+ 1992 (IEEE Standard 1003.2-1992). Un valore maggiore o uguale a `199309L'
+ attiva le funzionalità POSIX.1b specificate nell'edizione del 1993 (IEEE
+ Standard 1003.1b-1993). Un valore maggiore o uguale a `199506L' attiva le
+ funzionalità POSIX.1 specificate nell'edizione del 1996 (ISO/IEC 9945-1:
+ 1996). Valori superiori abiliteranno ulteriori estensioni.
+\item[\macro{\_BSD\_SOURCE}] definendo questa macro si attivano le
+ funzionalità derivate da BSD4.3, insieme a quelle previste dagli standard
+ ISO C, POSIX.1 e POSIX.2. Alcune delle funzionalità previste da BSD sono
+ però in conflitto con le corrispondenti definite nello standard POSIX.1, in
+ questo caso le definizioni previste da BSD4.3 hanno la precedenza rispetto a
+ POSIX. A causa della natura dei conflitti con POSIX per ottenere una piena
+ compatibilità con BSD4.3 è necessario anche usare una libreria di
+ compatibilità, dato che alcune funzioni sono definite in modo diverso. In
+ questo caso occorre pertanto anche usare l'opzione \cmd{-lbsd-compat} con il
+ compilatore per indicargli di utilizzare le versioni nella libreria di
+ compatibilità prima di quelle normali.
+\item[\macro{\_SVID\_SOURCE}] definendo questa macro si attivano le
+ funzionalità derivate da SVID. Esse comprendono anche quelle definite negli
+ standard ISO C, POSIX.1, POSIX.2, and X/Open.
+\item[\macro{\_XOPEN\_SOURCE}]
+\item[\macro{\_XOPEN\_SOURCE\_EXTENDED}]
+\item[\macro{\_ISOC99\_SOURCE}]
+\item[\macro{\_GNU\_SOURCE}]
+\item[\macro{\_LARGEFILE\_SOURCE}]
+\end{basedescript}
\subsection{Gli standard di Linux}
-\label{sec:intro_data_types}
-
-
+\label{sec:intro_linux_std}
+Da fare (o cassare, a seconda del tempo e della voglia).
\ No newline at end of file
\begin{table}[htb]
\footnotesize
\centering
- \begin{tabular}[c]{lll}
+ \begin{tabular}[c]{|l|l|l|}
\hline
- \textsl{Nome} & \textsl{Utilizzo} &\textsl{Man page} \\
+ \textbf{Nome} & \textbf{Utilizzo} &\textbf{Man page} \\
\hline
\hline
- PF\_UNIX,PF\_LOCAL & Local communication & unix(7) \\
- PF\_INET & IPv4 Internet protocols & ip(7) \\
- PF\_INET6 & IPv6 Internet protocols & \\
- PF\_IPX & IPX - Novell protocols & \\
- PF\_NETLINK & Kernel user interface device & netlink(7) \\
- PF\_X25 & ITU-T X.25 / ISO-8208 protocol & x25(7) \\
- PF\_AX25 & Amateur radio AX.25 protocol & \\
- PF\_ATMPVC & Access to raw ATM PVCs & \\
- PF\_APPLETALK & Appletalk & ddp(7) \\
- PF\_PACKET & Low level packet interface & packet(7) \\
+ \macro{PF\_UNIX},
+ \macro{PF\_LOCAL} & Local communication & unix(7) \\
+ \macro{PF\_INET} & IPv4 Internet protocols & ip(7) \\
+ \macro{PF\_INET6} & IPv6 Internet protocols & \\
+ \macro{PF\_IPX} & IPX - Novell protocols & \\
+ \macro{PF\_NETLINK}& Kernel user interface device & netlink(7) \\
+ \macro{PF\_X25} & ITU-T X.25 / ISO-8208 protocol & x25(7) \\
+ \macro{PF\_AX25} & Amateur radio AX.25 protocol & \\
+ \macro{PF\_ATMPVC} & Access to raw ATM PVCs & \\
+ \macro{PF\_APPLETALK}& Appletalk & ddp(7) \\
+ \macro{PF\_PACKET} & Low level packet interface & packet(7) \\
\hline
\end{tabular}
\caption{Famiglie di protocolli definiti in Linux}
\multicolumn{1}{|c|}{Header} \\
\hline
\hline
- \texttt{int8\_t} & intero a 8 bit con segno & \texttt{sys/types.h}\\
- \texttt{uint8\_t} & intero a 8 bit senza segno & \texttt{sys/types.h}\\
- \texttt{int16\_t} & intero a 16 bit con segno & \texttt{sys/types.h}\\
- \texttt{uint16\_t} & intero a 16 bit senza segno& \texttt{sys/types.h}\\
- \texttt{int32\_t} & intero a 32 bit con segno & \texttt{sys/types.h}\\
- \texttt{uint32\_t} & intero a 32 bit senza segno& \texttt{sys/types.h}\\
+ \type{int8\_t} & intero a 8 bit con segno & \file{sys/types.h}\\
+ \type{uint8\_t} & intero a 8 bit senza segno & \file{sys/types.h}\\
+ \type{int16\_t} & intero a 16 bit con segno & \file{sys/types.h}\\
+ \type{uint16\_t} & intero a 16 bit senza segno& \file{sys/types.h}\\
+ \type{int32\_t} & intero a 32 bit con segno & \file{sys/types.h}\\
+ \type{uint32\_t} & intero a 32 bit senza segno& \file{sys/types.h}\\
\hline
- \texttt{sa\_family\_t} & famiglia degli indirizzi& \texttt{sys/socket.h}\\
- \texttt{socklen\_t} & lunghezza (\texttt{uint32\_t}) dell'indirizzo di
- un socket& \texttt{sys/socket.h}\\
+ \type{sa\_family\_t} & famiglia degli indirizzi& \file{sys/socket.h}\\
+ \type{socklen\_t} & lunghezza (\type{uint32\_t}) dell'indirizzo di
+ un socket& \type{sys/socket.h}\\
\hline
- \texttt{in\_addr\_t} & indirizzo IPv4 (\texttt{uint32\_t}) &
- \texttt{netinet/in.h}\\
- \texttt{in\_port\_t} & porta TCP o UDP (\texttt{uint16\_t})&
- \texttt{netinet/in.h}\\
+ \type{in\_addr\_t} & indirizzo IPv4 (\file{uint32\_t}) &
+ \type{netinet/in.h}\\
+ \type{in\_port\_t} & porta TCP o UDP (\file{uint16\_t})&
+ \type{netinet/in.h}\\
\hline
\end{tabular}
\caption{Tipi di dati usati nelle strutture degli indirizzi, secondo quanto
% \end{figure}
-Entrambe le funzioni accettano l'argomento \texttt{af} che indica il tipo di
-indirizzo e può essere \texttt{AF\_INET} o \texttt{AF\_INET6}. Se la famiglia
-indicata non è valida entrambe le funzioni settano la variabile \texttt{errno}
-al valore \texttt{EAFNOSUPPORT}. I prototipi delle suddette funzioni sono i
+Entrambe le funzioni accettano l'argomento \param{af} che indica il tipo di
+indirizzo e può essere \macro{AF\_INET} o \macro{AF\_INET6}. Se la famiglia
+indicata non è valida entrambe le funzioni settano la variabile \var{errno}
+al valore \macro{EAFNOSUPPORT}. I prototipi delle suddette funzioni sono i
seguenti:
\begin{prototype}{sys/socket.h}
{int inet\_pton(int af, const char *src, void *addr\_ptr)} Converte la