un indirizzo broadcast senza che il socket fosse stato abilitato per il
broadcast.
\end{errlist}
- altri errori possibili sono: \const{EFAULT}, \const{EBADF},
- \const{ENOTSOCK}, \const{EISCONN} e \const{EADDRINUSE}.}
+ altri errori possibili sono: \errval{EFAULT}, \errval{EBADF},
+ \errval{ENOTSOCK}, \errval{EISCONN} e \errval{EADDRINUSE}.}
\end{prototype}
La struttura dell'indirizzo deve essere inizializzata con l'indirizzo IP e il
memoria di sistema.
\end{errlist}
Inoltre possono essere restituiti gli errori di rete relativi al nuovo
- socket come: \const{EMFILE}, \const{EINVAL}, \const{ENOSR}, \const{ENOBUFS},
- \const{EFAULT}, \const{EPERM}, \const{ECONNABORTED},
- \const{ESOCKTNOSUPPORT}, \const{EPROTONOSUPPORT}, \const{ETIMEDOUT},
- \const{ERESTARTSYS}.}
+ socket come: \errval{EMFILE}, \errval{EINVAL}, \errval{ENOSR},
+ \errval{ENOBUFS}, \errval{EFAULT}, \errval{EPERM}, \errval{ECONNABORTED},
+ \errval{ESOCKTNOSUPPORT}, \errval{EPROTONOSUPPORT}, \errval{ETIMEDOUT},
+ \errval{ERESTARTSYS}.}
\end{prototype}
La funzione può essere usata solo con socket che supportino la connessione
\item[\errcode{EINTR}] La funzione è stata interrotta da un segnale.
\item[\errcode{EINVAL}] Si è specificato per \param{n} un valore negativo.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{ENOMEM}.
+ ed inoltre \errval{ENOMEM}.
}
\end{functions}
degli insiemi.
\item[\errcode{EINTR}] La funzione è stata interrotta da un segnale.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EFAULT} e \const{ENOMEM}.}
+ ed inoltre \errval{EFAULT} e \errval{ENOMEM}.}
\end{prototype}
La funzione tiene sotto controllo un numero \param{ndfs} di file descriptor
\item[\errcode{EINTR}] La funzione è stata interrotta da un segnale.
\item[\errcode{EINVAL}] Si è specificato per \param{n} un valore negativo.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{ENOMEM}.}
+ ed inoltre \errval{ENOMEM}.}
\end{prototype}
La funzione è sostanzialmente identica a \func{select}, solo che usa una
\bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di
errore, che può essere, con le stesse modalità di \func{aio\_read},
- \const{EAGAIN}, \const{EBADF} o \const{EINVAL}.}
+ \errval{EAGAIN}, \errval{EBADF} o \errval{EINVAL}.}
\end{prototype}
La funzione richiede la sincronizzazione delle operazioni di I/O, ritornando
\bodydesc{La funzione restituisce il risultato dell'operazione con un codice
di positivo, e -1 in caso di errore, che avviene qualora si sia specificato
un valore non valido di \param{fildes}, imposta \var{errno} al valore
- \const{EBADF}.}
+ \errval{EBADF}.}
\end{prototype}
La funzione permette di cancellare una operazione specifica sul file
non ci sono dati in lettura.
\item[\errcode{EOPNOTSUPP}] La coda delle richieste è momentaneamente piena.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EISDIR}, \const{ENOMEM}, \const{EFAULT} (se non sono stato
- allocati correttamente i buffer specificati nei campi \func{iov\_base}), più
- tutti gli ulteriori errori che potrebbero avere le usuali funzioni di
- lettura e scrittura eseguite su \param{fd}.}
+ ed inoltre \errval{EISDIR}, \errval{ENOMEM}, \errval{EFAULT} (se non sono
+ stato allocati correttamente i buffer specificati nei campi
+ \func{iov\_base}), più tutti gli ulteriori errori che potrebbero avere le
+ usuali funzioni di lettura e scrittura eseguite su \param{fd}.}
\end{functions}
Entrambe le funzioni usano una struttura \type{iovec}, definita in
\item[\errcode{EINVAL}] I valori di \param{start}, \param{length} o
\param{offset} non sono validi (o troppo grandi o non allineati sulla
dimensione delle pagine).
- \item[\errcode{ETXTBSY}] Si è impostato \const{MAP\_DENYWRITE} ma \param{fd}
- è aperto in scrittura.
+ \item[\errcode{ETXTBSY}] Si è impostato \const{MAP\_DENYWRITE} ma
+ \param{fd} è aperto in scrittura.
\item[\errcode{EAGAIN}] Il file è bloccato, o si è bloccata troppa memoria.
- \item[\errcode{ENOMEM}] Non c'è memoria o si è superato il limite sul numero
- di mappature possibili.
+ \item[\errcode{ENOMEM}] Non c'è memoria o si è superato il limite sul
+ numero di mappature possibili.
\item[\errcode{ENODEV}] Il filesystem di \param{fd} non supporta il memory
mapping.
\end{errlist}
\item[\errcode{EINTR}] La funzione è stata interrotta da un segnale prima
di poter acquisire un lock.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EBADF}, \const{EFAULT}.
+ ed inoltre \errval{EBADF}, \errval{EFAULT}.
}
\end{prototype}
\item[\errcode{ENOLCK}] Il sistema non ha le risorse per il locking: ci
sono troppi segmenti di lock aperti, si è esaurita la tabella dei lock.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EBADF}, \const{EINVAL}.
+ ed inoltre \errval{EBADF}, \errval{EINVAL}.
}
\end{prototype}
numero massimo è specificato dalla variabile \const{LINK\_MAX}, vedi
\secref{sec:sys_limits}).
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EACCES}, \const{ENAMETOOLONG}, \const{ENOTDIR},
- \const{EFAULT}, \const{ENOMEM}, \const{EROFS}, \const{ELOOP},
- \const{ENOSPC}, \const{EIO}.}
+ ed inoltre \errval{EACCES}, \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOTDIR},
+ \errval{EFAULT}, \errval{ENOMEM}, \errval{EROFS}, \errval{ELOOP},
+ \errval{ENOSPC}, \errval{EIO}.}
\end{prototype}
La creazione di un nuovo collegamento diretto non copia il contenuto del file,
lettura.
\item[\errcode{EISDIR}] \var{pathname} fa riferimento a una directory.
\end{errlist}
- ed inoltre: \const{EACCES}, \const{EFAULT}, \const{ENOENT}, \const{ENOTDIR},
- \const{ENOMEM}, \const{EROFS}, \const{ELOOP}, \const{EIO}.}
+ ed inoltre: \errval{EACCES}, \errval{EFAULT}, \errval{ENOENT},
+ \errval{ENOTDIR}, \errval{ENOMEM}, \errval{EROFS}, \errval{ELOOP},
+ \errval{EIO}.}
\end{prototype}
Per cancellare una voce in una directory è necessario avere il permesso di
o \var{oldpath} è una directory e \var{newpath} esiste e non è una
directory.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EACCESS}, \const{EPERM}, \const{EMLINK}, \const{ENOENT},
- \const{ENOMEM}, \const{EROFS}, \const{ELOOP} e \const{ENOSPC}.}
+ ed inoltre \errval{EACCESS}, \errval{EPERM}, \errval{EMLINK},
+ \errval{ENOENT}, \errval{ENOMEM}, \errval{EROFS}, \errval{ELOOP} e
+ \errval{ENOSPC}.}
\end{prototype}
Il comportamento della funzione è diverso a seconda che si voglia rinominare
\item[\errcode{EROFS}] \param{newpath} è su un filesystem montato in sola
lettura.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EFAULT}, \const{EACCES}, \const{ENAMETOOLONG},
- \const{ENOTDIR}, \const{ENOMEM}, \const{ELOOP}, \const{ENOSPC} e
- \const{EIO}.}
+ ed inoltre \errval{EFAULT}, \errval{EACCES}, \errval{ENAMETOOLONG},
+ \errval{ENOTDIR}, \errval{ENOMEM}, \errval{ELOOP}, \errval{ENOSPC} e
+ \errval{EIO}.}
\end{prototype}
Si tenga presente che la funzione non effettua nessun controllo sull'esistenza
\item[\errcode{EINVAL}] \param{path} non è un link simbolico o \param{size}
non è positiva.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{ENOTDIR}, \const{ENAMETOOLONG}, \const{ENOENT},
- \const{EACCES}, \const{ELOOP}, \const{EIO}, \const{EFAULT} e
- \const{ENOMEM}.}
+ ed inoltre \errval{ENOTDIR}, \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOENT},
+ \errval{EACCES}, \errval{ELOOP}, \errval{EIO}, \errval{EFAULT} e
+ \errval{ENOMEM}.}
\end{prototype}
La funzione apre il link simbolico, ne legge il contenuto, lo scrive nel
\item[\errcode{ENOSPC}] Non c'è abbastanza spazio sul file system per creare
la nuova directory o si è esaurita la quota disco dell'utente.
\end{errlist}
- ed inoltre anche \const{EPERM}, \const{EFAULT}, \const{ENAMETOOLONG},
- \const{ENOENT}, \const{ENOTDIR}, \const{ENOMEM}, \const{ELOOP},
- \const{EROFS}.}
+ ed inoltre anche \errval{EPERM}, \errval{EFAULT}, \errval{ENAMETOOLONG},
+ \errval{ENOENT}, \errval{ENOTDIR}, \errval{ENOMEM}, \errval{ELOOP},
+ \errval{EROFS}.}
\end{prototype}
La funzione crea una nuova directory vuota (che contiene solo le due voci
radice di qualche processo.
\item[\errcode{ENOTEMPTY}] La directory non è vuota.
\end{errlist}
- ed inoltre anche \const{EFAULT}, \const{ENAMETOOLONG}, \const{ENOENT},
- \const{ENOTDIR}, \const{ENOMEM}, \const{ELOOP}, \const{EROFS}.}
+ ed inoltre anche \errval{EFAULT}, \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOENT},
+ \errval{ENOTDIR}, \errval{ENOMEM}, \errval{ELOOP}, \errval{EROFS}.}
\end{prototype}
La modalità con cui avviene la cancellazione è analoga a quella di
o un dipositivo.
\item[\errcode{EEXIST}] \param{pathname} esiste già o è un link simbolico.
\end{errlist}
- ed inoltre anche \const{EFAULT}, \const{EACCESS}, \const{ENAMETOOLONG},
- \const{ENOENT}, \const{ENOTDIR}, \const{ENOMEM}, \const{ELOOP},
- \const{ENOSPC}, \const{EROFS}.}
+ ed inoltre anche \errval{EFAULT}, \errval{EACCESS}, \errval{ENAMETOOLONG},
+ \errval{ENOENT}, \errval{ENOTDIR}, \errval{ENOMEM}, \errval{ELOOP},
+ \errval{ENOSPC}, \errval{EROFS}.}
\end{functions}
La funzione permette di creare un file speciale, ma si può usare anche per
\funcdecl{int mkfifo(const char *pathname, mode\_t mode)} Crea una fifo.
\bodydesc{La funzione restituisce zero in caso di successo e -1 per un
- errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori \const{EACCESS},
- \const{EEXIST}, \const{ENAMETOOLONG}, \const{ENOENT}, \const{ENOSPC},
- \const{ENOTDIR} e \const{EROFS}.}
+ errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori \errval{EACCESS},
+ \errval{EEXIST}, \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOENT}, \errval{ENOSPC},
+ \errval{ENOTDIR} e \errval{EROFS}.}
\end{functions}
\noindent come per \func{mknod} il file \param{pathname} non deve esistere
(neanche come link simbolico); al solito i permessi specificati da
\item[\errcode{EACCESS}] Manca il permesso di ricerca su uno dei componenti
di \param{path}.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EFAULT}, \const{ENAMETOOLONG}, \const{ENOENT},
- \const{ENOMEM}, \const{ELOOP} e \const{EIO}.}
+ ed inoltre \errval{EFAULT}, \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOENT},
+ \errval{ENOMEM}, \errval{ELOOP} e \errval{EIO}.}
\end{prototype}
\noindent ed ovviamente \param{pathname} deve indicare una directory per la
quale si hanno i permessi di accesso.
pathname.
\bodydesc{La funzione restituisce zero in caso di successo e -1 per un
- errore, in caso di errore \var{errno} assumerà i valori \const{EBADF} o
- \const{EACCES}.}
+ errore, in caso di errore \var{errno} assumerà i valori \errval{EBADF} o
+ \errval{EACCES}.}
\end{prototype}
\noindent anche in questo caso \param{fd} deve essere un file descriptor
valido che fa riferimento ad una directory. Inoltre l'unico errore di accesso
-possibile (tutti gli altri sarebbero occorsi all'apertura di \func{fd}), è
+possibile (tutti gli altri sarebbero occorsi all'apertura di \param{fd}), è
quello in cui il processo non ha il permesso di accesso alla directory
specificata da \param{fd}.
\bodydesc{La funzione ritorna il puntatore alla stringa con il nome o
\val{NULL} in caso di fallimento, \var{errno} viene impostata a
- \const{ENOMEM} qualora fallisca l'allocazione della stringa.}
+ \errval{ENOMEM} qualora fallisca l'allocazione della stringa.}
\end{prototype}
La funzione alloca con \code{malloc} la stringa in cui restituisce il nome,
\item[\errcode{EINTR}] La funzione è stata interrotta da un segnale.
\item[\errcode{EEXIST}] Non è stato possibile generare un nome univoco.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EFAULT}, \const{EMFILE}, \const{ENFILE}, \const{ENOSPC},
- \const{EROFS} e \const{EACCESS}.}
+ ed inoltre \errval{EFAULT}, \errval{EMFILE}, \errval{ENFILE},
+ \errval{ENOSPC}, \errval{EROFS} e \errval{EACCESS}.}
\end{prototype}
\noindent essa restituisce direttamente uno stream già aperto (in modalità
\code{r+b}, si veda \secref{sec:file_fopen}) e pronto per l'uso, che viene
descriptor \var{filedes}.
\bodydesc{Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 per un
- errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori: \const{EBADF},
- \const{ENOENT}, \const{ENOTDIR}, \const{ELOOP}, \const{EFAULT},
- \const{EACCESS}, \const{ENOMEM}, \const{ENAMETOOLONG}.}
+ errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori: \errval{EBADF},
+ \errval{ENOENT}, \errval{ENOTDIR}, \errval{ELOOP}, \errval{EFAULT},
+ \errval{EACCESS}, \errval{ENOMEM}, \errval{ENAMETOOLONG}.}
\end{functions}
\noindent il loro comportamento è identico, solo che operano rispettivamente
su un file, su un link simbolico e su un file descriptor.
permesso di esecuzione una delle directory del pathname.
\item[\errcode{ETXTBSY}] Il file è un programma in esecuzione.
\end{errlist}
- ed anche \const{ENOTDIR}, \const{ENAMETOOLONG}, \const{ENOENT},
- \const{EROFS}, \const{EIO}, \const{EFAULT}, \const{ELOOP}.}
+ ed anche \errval{ENOTDIR}, \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOENT},
+ \errval{EROFS}, \errval{EIO}, \errval{EFAULT}, \errval{ELOOP}.}
\end{functions}
Se il file è più lungo della lunghezza specificata i dati in eccesso saranno
\item[\errcode{EROFS}] si è richiesto l'accesso in scrittura per un file su
un filesystem montato in sola lettura.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EFAULT}, \const{ENAMETOOLONG}, \const{ENOENT},
- \const{ENOTDIR}, \const{ELOOP}, \const{EIO}.}
+ ed inoltre \errval{EFAULT}, \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOENT},
+ \errval{ENOTDIR}, \errval{ELOOP}, \errval{EIO}.}
\end{prototype}
I valori possibili per l'argomento \param{mode} sono esprimibili come
proprietario del file o non è zero.
\item[\errcode{EROFS}] Il file è su un filesystem in sola lettura.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EIO}; \func{chmod} restituisce anche \const{EFAULT},
- \const{ENAMETOOLONG}, \const{ENOENT}, \const{ENOMEM}, \const{ENOTDIR},
- \const{EACCES}, \const{ELOOP}; \func{fchmod} anche \const{EBADF}.}
+ ed inoltre \errval{EIO}; \func{chmod} restituisce anche \errval{EFAULT},
+ \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOENT}, \errval{ENOMEM}, \errval{ENOTDIR},
+ \errval{EACCES}, \errval{ELOOP}; \func{fchmod} anche \errval{EBADF}.}
\end{functions}
Entrambe le funzioni utilizzano come secondo argomento \param{mode}, una
\item[\errcode{EPERM}] L'userid effettivo non corrisponde a quello del
proprietario del file o non è zero, o utente e gruppo non sono validi
\end{errlist}
- Oltre a questi entrambe restituiscono gli errori \const{EROFS} e
- \const{EIO}; \func{chown} restituisce anche \const{EFAULT},
- \const{ENAMETOOLONG}, \const{ENOENT}, \const{ENOMEM}, \const{ENOTDIR},
- \const{EACCES}, \const{ELOOP}; \func{fchown} anche \const{EBADF}.}
+ Oltre a questi entrambe restituiscono gli errori \errval{EROFS} e
+ \errval{EIO}; \func{chown} restituisce anche \errval{EFAULT},
+ \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOENT}, \errval{ENOMEM}, \errval{ENOTDIR},
+ \errval{EACCES}, \errval{ELOOP}; \func{fchown} anche \errval{EBADF}.}
\end{functions}
In Linux soltanto l'amministratore può cambiare il proprietario di un file,
\begin{errlist}
\item[\errcode{EPERM}] L'userid effettivo del processo non è zero.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EFAULT}, \const{ENAMETOOLONG}, \const{ENOENT},
- \const{ENOMEM}, \const{ENOTDIR}, \const{EACCES}, \const{ELOOP};
- \const{EROFS} e \const{EIO}.}
+ ed inoltre \errval{EFAULT}, \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOENT},
+ \errval{ENOMEM}, \errval{ENOTDIR}, \errval{EACCES}, \errval{ELOOP};
+ \errval{EROFS} e \errval{EIO}.}
\end{prototype}
\noindent in questo modo la directory radice del processo diventerà
\param{path} (che ovviamente deve esistere) ed ogni pathname assoluto sarà
Chiude lo stream \param{stream}.
\bodydesc{Restituisce 0 in caso di successo e \val{EOF} in caso di errore,
- nel qual caso imposta \var{errno} a \const{EBADF} se il file descriptor
+ nel qual caso imposta \var{errno} a \errval{EBADF} se il file descriptor
indicato da \param{stream} non è valido, o uno dei valori specificati
dalla sottostante funzione che è fallita (\func{close}, \func{write} o
\func{fflush}).}
\bodydesc{Restituisce il numero del file descriptor in caso di successo, e
-1 qualora \param{stream} non sia valido, nel qual caso imposta
- \var{errno} a \const{EBADF}.}
+ \var{errno} a \errval{EBADF}.}
\end{prototype}
\noindent ed in questo modo diventa possibile usare direttamente \func{fcntl}.
Forza la scrittura di tutti i dati bufferizzati dello stream \param{stream}.
\bodydesc{Restituisce zero in caso di successo, ed \val{EOF} in caso di
- errore, impostando \var{errno} a \const{EBADF} se \param{stream} non è
+ errore, impostando \var{errno} a \errval{EBADF} se \param{stream} non è
aperto o non è aperto in scrittura, o ad uno degli errori di
\func{write}.}
\end{prototype}
\const{O\_CREAT} e \const{O\_EXCL}.
\item[\errcode{EISDIR}] \var{pathname} indica una directory e si è tentato
l'accesso in scrittura.
- \item[\errcode{ENOTDIR}] si è specificato \const{O\_DIRECTORY} e \var{pathname}
- non è una directory.
- \item[\errcode{ENXIO}] si sono impostati \const{O\_NOBLOCK} o \const{O\_WRONLY}
- ed il file è una fifo che non viene letta da nessun processo o
- \var{pathname} è un file di dispositivo ma il dispositivo è assente.
+ \item[\errcode{ENOTDIR}] si è specificato \const{O\_DIRECTORY} e
+ \var{pathname} non è una directory.
+ \item[\errcode{ENXIO}] si sono impostati \const{O\_NOBLOCK} o
+ \const{O\_WRONLY} ed il file è una fifo che non viene letta da nessun
+ processo o \var{pathname} è un file di dispositivo ma il dispositivo è
+ assente.
\item[\errcode{ENODEV}] \var{pathname} si riferisce a un file di dispositivo
che non esiste.
\item[\errcode{ETXTBSY}] si è cercato di accedere in scrittura all'immagine
pathname o si è indicato \const{O\_NOFOLLOW} e \var{pathname} è un link
simbolico.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EACCES}, \const{ENAMETOOLONG}, \const{ENOENT},
- \const{EROFS}, \const{EFAULT}, \const{ENOSPC}, \const{ENOMEM},
- \const{EMFILE} e \const{ENFILE}.}
+ ed inoltre \errval{EACCES}, \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOENT},
+ \errval{EROFS}, \errval{EFAULT}, \errval{ENOSPC}, \errval{ENOMEM},
+ \errval{EMFILE} e \errval{ENFILE}.}
\end{functions}
La funzione apre il file, usando il primo file descriptor libero, e crea
\item[\errcode{EBADF}] \var{fd} non è un descrittore valido.
\item[\errcode{EINTR}] la funzione è stata interrotta da un segnale.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EIO}.}
+ ed inoltre \errval{EIO}.}
\end{prototype}
La chiusura di un file rilascia ogni blocco (il \textit{file locking} è
\item[\errcode{ESPIPE}] \param{fd} è una pipe, un socket o una fifo.
\item[\errcode{EINVAL}] \param{whence} non è un valore valido.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EBADF}.}
+ ed inoltre \errval{EBADF}.}
\end{functions}
La nuova posizione è impostata usando il valore specificato da \param{offset},
\item[\errcode{EAGAIN}] la funzione non aveva nessun dato da restituire e si
era aperto il file in modalità \const{O\_NONBLOCK}.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EBADF}, \const{EIO}, \const{EISDIR}, \const{EBADF},
- \const{EINVAL} e \const{EFAULT} ed eventuali altri errori dipendenti dalla
+ ed inoltre \errval{EBADF}, \errval{EIO}, \errval{EISDIR}, \errval{EBADF},
+ \errval{EINVAL} e \errval{EFAULT} ed eventuali altri errori dipendenti dalla
natura dell'oggetto connesso a \var{fd}.}
\end{prototype}
\item[\errcode{EAGAIN}] la funzione non aveva nessun dato da restituire e si
era aperto il file in modalità \const{O\_NONBLOCK}.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EBADF}, \const{EIO}, \const{EISDIR}, \const{EBADF},
- \const{ENOSPC}, \const{EINVAL} e \const{EFAULT} ed eventuali altri errori
+ ed inoltre \errval{EBADF}, \errval{EIO}, \errval{EISDIR}, \errval{EBADF},
+ \errval{ENOSPC}, \errval{EINVAL} e \errval{EFAULT} ed eventuali altri errori
dipendenti dalla natura dell'oggetto connesso a \var{fd}.}
\end{prototype}
\begin{figure}[htb]
\centering
- \includegraphics[width=13cm]{img/filemultacc}
+ \includegraphics[width=15cm]{img/filemultacc}
\caption{Schema dell'accesso allo stesso file da parte di due processi
diversi}
\label{fig:file_mult_acc}
\begin{figure}[htb]
\centering
- \includegraphics[width=13cm]{img/fileshar}
+ \includegraphics[width=15cm]{img/fileshar}
\caption{Schema dell'accesso ai file da parte di un processo figlio}
\label{fig:file_acc_child}
\end{figure}
\item[\errcode{EINVAL}] \param{fd} è un file speciale che non supporta la
sincronizzazione.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EBADF}, \const{EROFS} e \const{EIO}.}
+ ed inoltre \errval{EBADF}, \errval{EROFS} e \errval{EIO}.}
\end{functions}
Entrambe le funzioni forzano la sincronizzazione col disco di tutti i dati del
\textsl{duplicato}, da cui il nome della funzione.
\begin{figure}[htb]
- \centering \includegraphics[width=13cm]{img/filedup}
+ \centering \includegraphics[width=15cm]{img/filedup}
\caption{Schema dell'accesso ai file duplicati}
\label{fig:file_dup}
\end{figure}
\end{prototype}
\noindent e qualora il file descriptor \param{newfd} sia già aperto (come
avviene ad esempio nel caso della duplicazione di uno dei file standard) esso
-sarà prima chiuso e poi duplicato.
+sarà prima chiuso e poi duplicato (così che il file duplicato sarà connesso
+allo stesso valore per il file descriptor).
La duplicazione dei file descriptor può essere effettuata anche usando la
funzione di controllo dei file \func{fnctl} (che esamineremo in
-\secref{sec:file_fcntl}) con il parametro \const{F\_DUPFD}.
+\secref{sec:file_fcntl}) con il parametro \const{F\_DUPFD}. L'operazione ha
+la sintassi \code{fnctl(oldfd, F\_DUPFD, newfd)} e se si usa 0 come valore per
+\param{newfd} diventa equivalente a \func{dup}.
-L'operazione ha la sintassi \code{fnctl(oldfd, F\_DUPFD, newfd)} e se si usa 0
-come valore per \param{newfd} diventa equivalente a \func{dup}. La sola
-differenza, a parte i codici di errore, è che \func{dup2} chiude il nuovo file
-se è già aperto mentre \func{fcntl} apre il primo disponibile con un valore
-superiore, per cui per poterla usare come \func{dup2} occorrerebbe prima
-effettuare una \func{close}, perdendo l'atomicità dell'operazione.
+La sola differenza fra le due funzioni\footnote{a parte la sistassi ed i
+ diversi codici di errore.} è che \func{dup2} chiude il file descriptor
+\param{newfd} se questo è già aperto, garantendo che la duplicazione sia
+effettuata esattamente su di esso, invece \func{fcntl} restituisce il primo
+file descriptor libero di valore uguale o maggiore di \param{newfd} (e se
+\param{newfd} è aperto la duplicazione avverrà su un altro file descriptor).
\subsection{La funzione \func{fcntl}}
Oltre alle operazioni base esaminate in \secref{sec:file_base_func} esistono
tutta una serie di operazioni ausiliarie che è possibile eseguire su un file
-descriptor. Per queste operazioni di manipolazione delle varie proprietà di un
-file descriptor viene usata la funzione \func{fcntl} il cui prototipo è:
+descriptor, che non riguardano la normale lettura e scrittura di dati, ma la
+gestione sia delle loro proprietà, che di tutta una serie di ulteriori
+funzionalità che il kernel può mettere a disposizione.\footnote{ad esempio si
+ gesticono con questa funzione l'I/O asincrono (vedi
+ \secref{sec:file_asyncronous_io}) e il file locking (vedi
+ \secref{sec:file_locking}).}
+
+Per queste operazioni di manipolazione e di controllo su proprietà e
+caratteristiche un file descriptor, viene usata la funzione \func{fcntl}, il
+cui prototipo è:
\begin{functions}
\headdecl{unistd.h}
\headdecl{fcntl.h}
l'attesa viene interrotta da un segnale la funzione restituisce -1 e imposta
\var{errno} a \errcode{EINTR} (questa funzionalità è trattata in dettaglio in
\secref{sec:file_posix_lock}).
-\item[\const{F\_GETOWN}] restituisce il \acr{pid} del processo o il process
- group che è preposto alla ricezione dei segnali \const{SIGIO} e
- \const{SIGURG} per gli eventi associati al file descriptor \var{fd}. Il
- process group è restituito come valore negativo.
-\item[\const{F\_SETOWN}] imposta il processo o process group che riceverà i
+\item[\const{F\_GETOWN}] restituisce il \acr{pid} del processo o
+ l'identificatore del process group\footnote{i \texttt{process group} sono
+ (vedi \secref{sec:sess_proc_group}) sono raggruppamenti di processi usati
+ nel controllo di sessione; a ciascuno di essi è associato un
+ identificatore (un numero positivo analogo al \acr{pid}).} che è preposto
+ alla ricezione dei segnali \const{SIGIO} e \const{SIGURG} per gli eventi
+ associati al file descriptor \var{fd}. Nel caso di un process group viene
+ restituito un valore negativo il cui valore assoluto corrisponde
+ all'identificatore del process group.
+\item[\const{F\_SETOWN}] imposta, con il valore dell'argomento \param{arg},
+ l'identificatore del processo o del \textit{process group} che riceverà i
segnali \const{SIGIO} e \const{SIGURG} per gli eventi associati al file
- descriptor \var{fd}. I process group sono impostati usando valori negativi.
-\item[\const{F\_GETSIG}] restituisce il valore del segnale mandato quando ci
- sono dati disponibili in input su un file descriptor aperto o impostato in
- I/O asincrono. Il valore 0 indica il valore predefinito (che è
- \const{SIGIO}), un valore diverso da zero indica il segnale richiesto, (che
- può essere lo stesso \const{SIGIO}).
+ descriptor \var{fd}. Come per \const{F\_GETOWN}, per impostare un process
+ group si deve usare per \param{arg} un valore negativo, il cui valore
+ assoluto corrisponde all'identificatore del process group.
+\item[\const{F\_GETSIG}] restituisce il valore del segnale inviato quando ci
+ sono dati disponibili in ingresso su un file descriptor aperto ed impostato
+ per l'I/O asincrono (si veda \secref{sec:file_asyncronous_io}). Il valore 0
+ indica il valore predefinito (che è \const{SIGIO}), un valore diverso da
+ zero indica il segnale richiesto, (che può essere anche lo stesso
+ \const{SIGIO}).
\item[\const{F\_SETSIG}] imposta il segnale da inviare quando diventa
possibile effettuare I/O sul file descriptor in caso di I/O asincrono. Il
valore zero indica di usare il segnale predefinito, \const{SIGIO}. Un altro
La maggior parte delle funzionalità di \func{fcntl} sono troppo avanzate per
poter essere affrontate in dettaglio a questo punto; saranno riprese più
avanti quando affronteremo le problematiche ad esse relative (in particolare
-riprenderemo le tematiche relative all'I/O asincrono in
-\secref{sec:file_asyncronous_io} e quelle relative al \textit{file locking} in
-\secref{sec:file_locking}).
+le tematiche relative all'I/O asincrono sono trattate in maniera esaustiva in
+\secref{sec:file_asyncronous_io} mentre quelle relative al \textit{file
+ locking} saranno esaminate in \secref{sec:file_locking}).
-Per determinare le modalità di accesso inoltre è necessario estrarre i bit di
-accesso (ottenuti con il comando \const{F\_GETFL}); infatti la definizione
-corrente non assegna bit separati a \const{O\_RDONLY}, \const{O\_WRONLY} e
-\const{O\_RDWR},\footnote{posti rispettivamente ai valori 0, 1 e 2.} per cui il
-valore si ottiene eseguendo un AND binario del valore di ritorno di
-\func{fcntl} con la maschera \const{O\_ACCMODE} anch'essa definita in
-\file{fcntl.h}.
+Si tenga presente infine che quando si usa la funzione per determinare le
+modalità di accesso con cui è stato aperto il file (attraverso l'uso del
+comando \const{F\_GETFL}) è necessario estrarre i bit corripondenti nel
+\textit{file status flag} che si è ottenuto. Infatti la definizione corrente
+di quest'ultimo non assegna bit separati alle tre diverse modalità
+\const{O\_RDONLY}, \const{O\_WRONLY} e \const{O\_RDWR}.\footnote{in Linux
+ queste costanti sono poste rispettivamente ai valori 0, 1 e 2.} Per questo
+motivo il valore della modalità di accesso corrente si ottiene eseguendo un
+AND binario del valore di ritorno di \func{fcntl} con la maschera
+\const{O\_ACCMODE} (anch'essa definita in \file{fcntl.h}), che estrae i bit di
+accesso dal \textit{file status flag}.
\label{sec:file_ioctl}
Benché il concetto di \textit{everything is a file} si sia dimostratato molto
-valido anche per l'interazione con i più vari dispositivi, con cui si può
-interagire con le stesse funzioni usate per i normali file di dati,
-esisteranno sempre caratteristiche peculiari, specifiche dell'hardware e della
-funzionalità che ciascuno di essi provvede, che non possono venire comprese in
-questa interfaccia astratta (un caso tipico è l'impostazione della velocità di
-una porta seriale, o le dimensioni di un framebuffer).
-
-Per questo motivo l'architettura del sistema ha previsto l'esistenza di una
-funzione speciale, \func{ioctl}, con cui poter compiere operazioni specifiche
-per ogni singolo dispositivo. Il prototipo di questa funzione è:
+valido anche per l'interazione con i dispositivi più vari, fornendo una
+interfaccia che permette di interagire con essi tramite le stesse funzioni
+usate per i normali file di dati, esisteranno sempre caratteristiche
+peculiari, specifiche dell'hardware e della funzionalità che ciascun
+dispositivo può provvedere, che non possono venire comprese in questa
+interfaccia astratta (un caso tipico è l'impostazione della velocità di una
+porta seriale, o le dimensioni di un framebuffer).
+
+Per questo motivo nell'architettura del sistema è stata prevista l'esistenza
+di una funzione apposita, \func{ioctl}, con cui poter compiere le operazioni
+specifiche di ogni dispositivo particolare, usando come riferimento il solito
+file descriptor. Il prototipo di questa funzione è:
\begin{prototype}{sys/ioctl.h}{int ioctl(int fd, int request, ...)}
Manipola il dispositivo sottostante, usando il parametro \param{request} per
- specificare l'operazione richiesta e il terzo parametro (usualmente di tipo
+ specificare l'operazione richiesta ed il terzo parametro (usualmente di tipo
\param{char * argp} o \param{int argp}) per il trasferimento
dell'informazione necessaria.
\item[\errcode{EINVAL}] gli argomenti \param{request} o \param{argp} non sono
validi.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EBADF} e \const{EFAULT}.}
+ ed inoltre \errval{EBADF} e \errval{EFAULT}.}
\end{prototype}
La funzione serve in sostanza per fare tutte quelle operazioni che non si
opportunamente differenziati a seconda del dispositivo\footnote{il kernel usa
un apposito \textit{magic number} per distinguere ciascun dispositivo nella
definizione delle macro da usare per \param{request}, in modo da essere
- sicuri che essi siano sempre diversi, ed il loro uso causi al più un errore.
- Si veda il capitolo quinto di \cite{LinDevDri} per una trattazione
- dettagliata dell'argomento.} in alcuni casi, relativi a valori assegnati
-prima che questa differenziazione diventasse pratica corrente si potrebbe
-avere
-
-Per questo motivo non è possibile fare altro che darne una descrizione
-generica; torneremo ad esaminare in seguito quelle relative ad alcuni casi
-specifici (ad esempio la gestione dei terminali è effettuata attraverso
-\func{ioctl} in quasi tutte le implementazioni di Unix), qui riportiamo solo i
-valori che sono definiti per ogni file:
+ sicuri che essi siano sempre diversi, ed il loro uso per dispositivi diversi
+ causi al più un errore. Si veda il capitolo quinto di \cite{LinDevDri} per
+ una trattazione dettagliata dell'argomento.} così che la richiesta di
+operazioni relative ad altri dispositivi usualmente provoca il ritorno della
+funzione con una condizione di errore, in alcuni casi, relativi a valori
+assegnati prima che questa differenziazione diventasse pratica corrente, si
+potrebbero usare valori validi anche per il dispositivo corrente, con effetti
+imprevedibili o indesiderati.
+
+Data la assoluta specificità della funzione, il cui comportamento varia da
+dispositivo a dispositivo, non è possibile fare altro che dare una descrizione
+sommaria delle sue caratteristiche; torneremo ad esaminare in seguito quelle
+relative ad alcuni casi specifici (ad esempio la gestione dei terminali è
+effettuata attraverso \func{ioctl} in quasi tutte le implementazioni di Unix),
+qui riportiamo solo i valori di alcuni comandi che sono definiti per ogni
+file:
\begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.0cm}}
\item[\const{FIOCLEX}] Imposta il bit di \textit{close on exec}.
\item[\const{FIONCLEX}] Cancella il bit di \textit{close on exec}.
Crea una coppia di file descriptor associati ad una \textit{pipe}.
\bodydesc{La funzione restituisce zero in caso di successo e -1 per un
- errore, nel qual caso \var{errno} potrà assumere i valori \const{EMFILE},
- \const{ENFILE} e \const{EFAULT}.}
+ errore, nel qual caso \var{errno} potrà assumere i valori \errval{EMFILE},
+ \errval{ENFILE} e \errval{EFAULT}.}
\end{prototype}
La funzione restituisce la coppia di file descriptor nel vettore
\item[\errcode{EOPNOTSUPP}] Il protocollo specificato non supporta la
creazione di coppie di socket.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EMFILE}, \const{EFAULT}.
+ ed inoltre \errval{EMFILE}, \errval{EFAULT}.
}
\end{functions}
\item[\errcode{ENOSPC}] Si è cercato di creare una coda di messaggi quando è
stato superato il limite massimo di code (\const{MSGMNI}).
\end{errlist}
- ed inoltre \const{ENOMEM}.
+ ed inoltre \errval{ENOMEM}.
}
\end{functions}
\var{msg\_qbytes} oltre il limite \const{MSGMNB} senza essere
amministratore.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EFAULT} ed \const{EINVAL}.
+ ed inoltre \errval{EFAULT} ed \errval{EINVAL}.
}
\end{functions}
valore non positivo per \param{mtype}, o un valore di \param{msgsz}
maggiore di \const{MSGMAX}.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EFAULT} ed \const{ENOMEM}.
+ ed inoltre \errval{EFAULT} ed \errval{ENOMEM}.
}
\end{functions}
\item[\errcode{EINVAL}] Si è specificato un \param{msgid} invalido o un
valore di \param{msgsz} negativo.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EFAULT}.
+ ed inoltre \errval{EFAULT}.
}
\end{functions}
\item[\errcode{ENOMEM}] Il sistema non ha abbastanza memoria per poter
contenere le strutture per un nuovo insieme di semafori.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EACCES}, \const{ENOENT}, \const{EEXIST}, \const{EIDRM},
- con lo stesso significato che hanno per \func{msgget}.}
+ ed inoltre \errval{EACCES}, \errval{ENOENT}, \errval{EEXIST},
+ \errval{EIDRM}, con lo stesso significato che hanno per \func{msgget}.}
\end{functions}
La funzione è del tutto analoga a \func{msgget}, solo che in questo caso
valore a cui si vuole impostare il semaforo è minore di zero o maggiore
di \const{SEMVMX}.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EFAULT} ed \const{EINVAL}.
+ ed inoltre \errval{EFAULT} ed \errval{EINVAL}.
}
\end{functions}
\item[\errcode{ERANGE}] Per alcune operazioni il valore risultante del
semaforo viene a superare il limite massimo \const{SEMVMX}.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EFAULT} ed \const{EINVAL}.
+ ed inoltre \errval{EFAULT} ed \errval{EINVAL}.
}
\end{functions}
\item[\errcode{ENOMEM}] Il sistema non ha abbastanza memoria per poter
contenere le strutture per un nuovo segmento di memoria condivisa.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EACCES}, \const{ENOENT}, \const{EEXIST}, \const{EIDRM},
- con lo stesso significato che hanno per \func{msgget}.}
+ ed inoltre \errval{EACCES}, \errval{ENOENT}, \errval{EEXIST},
+ \errval{EIDRM}, con lo stesso significato che hanno per \func{msgget}.}
\end{functions}
La funzione, come \func{semget}, è del tutto analoga a \func{msgget}, ed
\item[\errcode{EOVERFLOW}] L'argomento \param{shmid} fa riferimento ad un
segmento che è stato cancellato.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EFAULT}.}
+ ed inoltre \errval{EFAULT}.}
\end{functions}
Il comportamento della funzione dipende dal valore del comando passato
\param{shmid}, o un indirizzo non allineato sul confine di una pagina
per \param{shmaddr}.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{ENOMEM}.}
+ ed inoltre \errval{ENOMEM}.}
\end{functions}
La funzione inserisce un segmento di memoria condivisa all'interno dello
\bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo, e -1 in caso di
errore, la funzione fallisce solo quando non c'è un segmento agganciato
all'indirizzo \func{shmaddr}, con \var{errno} che assume il valore
- \const{EINVAL}.}
+ \errval{EINVAL}.}
\end{functions}
La funzione sgancia dallo spazio degli indirizzi del processo un segmento di
\index{#1@{{\tt {#1}} (funzione)}}\texttt{#1}%
}
\newcommand{\macro}[1]{%
-\index{#1@{{\tt {#1}} (macro)}}\texttt{#1}
-} % macro constant
+\index{#1@{{\tt {#1}} (macro)}}\texttt{#1}%
+}
\newcommand{\errcode}[1]{%
\index{#1@{{\tt {#1}} (errore)}}\texttt{#1}%
-} % macro constant
+}
+\newcommand{\errval}[1]{\texttt{#1}} % value
\newcommand{\var}[1]{\texttt{#1}} % variable
\newcommand{\val}[1]{\texttt{#1}} % value
-\newcommand{\const}[1]{
-\index{#1@{{\tt {#1}} (costante)}}\texttt{#1}
+\newcommand{\const}[1]{%
+\index{#1@{{\tt {#1}} (costante)}}\texttt{#1}%
} % constant name
\newcommand{\file}[1]{\texttt{#1}} % file name
\newcommand{\link}[1]{\texttt{#1}} % html link
La funzione restituisce il puntatore alla zona di memoria allocata in caso
di successo e \val{NULL} in caso di fallimento, nel qual caso
- \var{errno} assumerà il valore \const{ENOMEM}.
+ \var{errno} assumerà il valore \errval{ENOMEM}.
\funcdecl{void *malloc(size\_t size)}
Alloca \var{size} byte nello heap. La memoria non viene inizializzata.
La funzione restituisce il puntatore alla zona di memoria allocata in caso
di successo e \val{NULL} in caso di fallimento, nel qual caso
- \var{errno} assumerà il valore \const{ENOMEM}.
+ \var{errno} assumerà il valore \errval{ENOMEM}.
\funcdecl{void *realloc(void *ptr, size\_t size)}
Cambia la dimensione del blocco allocato all'indirizzo \var{ptr}
portandola a \var{size}.
La funzione restituisce il puntatore alla zona di memoria allocata in caso
di successo e \val{NULL} in caso di fallimento, nel qual caso
- \var{errno} assumerà il valore \const{ENOMEM}.
+ \var{errno} assumerà il valore \errval{ENOMEM}.
\funcdecl{void free(void *ptr)}
Disalloca lo spazio di memoria puntato da \var{ptr}.
La funzione restituisce il puntatore alla zona di memoria allocata in caso
di successo e \val{NULL} in caso di fallimento, nel qual caso
- \var{errno} assumerà il valore \const{ENOMEM}.
+ \var{errno} assumerà il valore \errval{ENOMEM}.
\end{prototype}
\noindent ma in questo caso non è più necessario liberare la memoria (e quindi
non esiste un analogo della \func{free}) in quanto essa viene rilasciata
\var{end\_data\_segment}.
La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di
- fallimento, nel qual caso \var{errno} assumerà il valore \const{ENOMEM}.
+ fallimento, nel qual caso \var{errno} assumerà il valore \errval{ENOMEM}.
\funcdecl{void *sbrk(ptrdiff\_t increment)} Incrementa lo spazio dati di un
programma di \var{increment}. Un valore zero restituisce l'attuale posizione
La funzione restituisce il puntatore all'inizio della nuova zona di memoria
allocata in caso di successo e \val{NULL} in caso di fallimento, nel qual
- caso \var{errno} assumerà il valore \const{ENOMEM}.
+ caso \var{errno} assumerà il valore \errval{ENOMEM}.
\end{functions}
\noindent in genere si usa \func{sbrk} con un valore zero per ottenere
l'attuale posizione della fine del segmento dati.
Il \textit{memory lock} persiste fintanto che il processo che detiene la
memoria bloccata non la sblocca. Chiaramente la terminazione del processo
comporta anche la fine dell'uso della sua memoria virtuale, e quindi anche di
-tutti i suoi \textit{memory lock}.
-
-I \textit{memory lock} non sono ereditati dai processi figli.\footnote{ma
- siccome Linux usa il \textit{copy on write}\index{copy on write} (vedi
- \secref{sec:proc_fork}) gli indirizzi virtuali del figlio sono mantenuti
- sullo stesso segmento di RAM del padre, quindi fintanto che un figlio non
- scrive su un segmento, può usufruire del memory lock del padre.} Siccome la
-presenza di un \textit{memory lock} riduce la memoria disponibile al sistema,
-con un impatto su tutti gli altri processi, solo l'amministratore ha la
-capacità di bloccare una pagina. Ogni processo può però sbloccare le pagine
+tutti i suoi \textit{memory lock}. Infine \textit{memory lock} non sono
+ereditati dai processi figli.\footnote{ma siccome Linux usa il \textit{copy on
+ write}\index{copy on write} (vedi \secref{sec:proc_fork}) gli indirizzi
+ virtuali del figlio sono mantenuti sullo stesso segmento di RAM del padre,
+ quindi fintanto che un figlio non scrive su un segmento, può usufruire del
+ memory lock del padre.}
+
+Siccome la richiesta di un \textit{memory lock} da parte di un processo riduce
+la memoria fisica disponibile nel sistema, questo ha un evidente impatto su
+tutti gli altri processi, per cui solo un processo con i privilegi di
+amministratore (vedremo in \secref{sec:proc_perms} cosa significa) ha la
+capacità di bloccare una pagina. Ogni processo può però sbloccare le pagine
relative alla propria memoria.
Il sistema pone dei limiti all'ammontare di memoria di un processo che può
-essere bloccata e al totale di memoria fisica che può dedicare a questo, lo
+essere bloccata e al totale di memoria fisica che si può dedicare a questo, lo
standard POSIX.1 richiede che sia definita in \file{unistd.h} la macro
\macro{\_POSIX\_MEMLOCK\_RANGE} per indicare la capacità di eseguire il
\textit{memory locking} e la costante \const{PAGESIZE} in \file{limits.h} per
il numero massimo consentito di pagine bloccate.
\item[\errcode{EINVAL}] \var{len} non è un valore positivo.
\end{errlist}
- e, per \func{mlock}, anche \const{EPERM} quando il processo non ha i
+ e, per \func{mlock}, anche \errval{EPERM} quando il processo non ha i
privilegi richiesti per l'operazione.}
\end{functions}
\end{figure}
Per convenzione le stringhe che definiscono l'ambiente sono tutte del tipo
-\textsl{\texttt{nome=valore}}. Inoltre alcune variabili, come quelle elencate
+\textsl{\texttt{nome=valore}}. Inoltre alcune variabili, come quelle elencate
in \figref{fig:proc_envirno_list}, sono definite dal sistema per essere usate
da diversi programmi e funzioni: per queste c'è l'ulteriore convenzione di
-usare nomi espressi in caratteri maiuscoli.
+usare nomi espressi in caratteri maiuscoli.\footnote{la convenzione vuole che
+ si usino dei nomi maiuscoli per le variabili di ambiente di uso generico, i
+ nomi minuscoli sono in genere riservati alle variabili interne degli script
+ di shell.}
Il kernel non usa mai queste variabili, il loro uso e la loro interpretazione è
riservata alle applicazioni e ad alcune funzioni di libreria; in genere esse
costituiscono un modo comodo per definire un comportamento specifico senza
dover ricorrere all'uso di opzioni a linea di comando o di file di
-configurazione.
+configurazione. É di norma cura della shell, quando esegue un comando, passare
+queste variabili al programma messo in esecuzione attraverso un uso opportuno
+delle relative chiamate (si veda \secref{sec:proc_exec}).
La shell ad esempio ne usa molte per il suo funzionamento (come \var{PATH} per
la ricerca dei comandi, o \cmd{IFS} per la scansione degli argomenti), e
Directory base dell'utente\\
\val{LANG} & $\bullet$ & $\bullet$ & $\bullet$ & Localizzazione\\
\val{PATH} & $\bullet$ & $\bullet$ & $\bullet$ & Elenco delle directory
- dei programmi\\
+ dei programmi\\
\val{PWD} & $\bullet$ & $\bullet$ & $\bullet$ & Directory corrente\\
\val{SHELL} & $\bullet$ & $\bullet$ & $\bullet$ & Shell in uso\\
\val{TERM} & $\bullet$ & $\bullet$ & $\bullet$ & Tipo di terminale\\
\val{PAGER} & $\bullet$ & $\bullet$ & $\bullet$ & Programma per vedere i
- testi\\
+ testi\\
\val{EDITOR} & $\bullet$ & $\bullet$ & $\bullet$ & Editor preferito\\
\val{BROWSER} & $\bullet$ & $\bullet$ & $\bullet$ & Browser preferito\\
+ \val{TMPDIR} & $\bullet$ & $\bullet$ & $\bullet$ & Directory dei file
+ temporanei\\
\hline
\end{tabular}
- \caption{Variabili di ambiente più comuni definite da vari standard.}
+ \caption{Esempi di variabili di ambiente più comuni definite da vari
+ standard.}
\label{tab:proc_env_var}
\end{table}
-Lo standard ANSI C prevede l'esistenza di un ambiente, pur non entrando nelle
-specifiche di come sono strutturati i contenuti, e definisce la funzione
-\func{getenv} che permette di ottenere i valori delle variabili di ambiente,
-il cui prototipo è:
+Lo standard ANSI C prevede l'esistenza di un ambiente, e pur non entrando
+nelle specifiche di come sono strutturati i contenuti, definisce la funzione
+\func{getenv} che permette di ottenere i valori delle variabili di ambiente;
+il suo prototipo è:
\begin{prototype}{stdlib.h}{char *getenv(const char *name)}
Esamina l'ambiente del processo cercando una stringa che corrisponda a
quella specificata da \param{name}.
\label{tab:proc_env_func}
\end{table}
-In Linux solo le prime quattro funzioni di \tabref{tab:proc_env_func} sono
-definite, \func{getenv} l'abbiamo già esaminata; delle tre restanti le prime
-due, \func{putenv} e \func{setenv}, servono per assegnare nuove variabili di
-ambiente, i loro prototipi sono i seguenti:
+In Linux sono definite solo le prime quattro delle funzioni elencate in
+\tabref{tab:proc_env_func}. La prima, \func{getenv}, l'abbiamo appena
+esaminata; delle tre restanti le prime due, \func{putenv} e \func{setenv},
+servono per assegnare nuove variabili di ambiente, i loro prototipi sono i
+seguenti:
\begin{functions}
\headdecl{stdlib.h}
all'ambiente.
\bodydesc{Entrambe le funzioni ritornano 0 in caso di successo e -1 per un
- errore, che è sempre \const{ENOMEM}.}
+ errore, che è sempre \errval{ENOMEM}.}
\end{functions}
\noindent la terza, \func{unsetenv}, serve a cancellare una variabile di
ambiente; il suo prototipo è:
dal processo (vedi \secref{sec:sys_unix_time}) e lo stato di terminazione,
mentre la memoria in uso ed i file aperti vengono rilasciati immediatamente. I
processi che sono terminati, ma il cui stato di terminazione non è stato
-ancora ricevuto dal padre sono chiamati \textit{zombie}, essi restano presenti
-nella tabella dei processi ed in genere possono essere identificati
-dall'output di \cmd{ps} per la presenza di una \texttt{Z} nella colonna che ne
-indica lo stato (vedi \tabref{tab:proc_proc_states}). Quando il padre
-effettuerà la lettura dello stato di uscita anche questa informazione, non più
-necessaria, verrà scartata e la terminazione potrà dirsi completamente
+ancora ricevuto dal padre sono chiamati \textit{zombie}\index{zombie}, essi
+restano presenti nella tabella dei processi ed in genere possono essere
+identificati dall'output di \cmd{ps} per la presenza di una \texttt{Z} nella
+colonna che ne indica lo stato (vedi \tabref{tab:proc_proc_states}). Quando il
+padre effettuerà la lettura dello stato di uscita anche questa informazione,
+non più necessaria, verrà scartata e la terminazione potrà dirsi completamente
conclusa.
Possiamo utilizzare il nostro programma di prova per analizzare anche questa
\noindent
è presente fin dalle prime versioni di Unix; la funzione ritorna non appena un
processo figlio termina. Se un figlio è già terminato la funzione ritorna
-immediatamente.
-
-Al ritorno, lo stato di terminazione del processo viene salvato nella
-variabile puntata da \var{status} e tutte le informazioni relative al
-processo (vedi \secref{sec:proc_termination}) vengono rilasciate. Nel
-caso un processo abbia più figli il valore di ritorno permette di
-identificare qual'è quello che è uscito.
-
-Questa funzione ha il difetto di essere poco flessibile, in quanto
-ritorna all'uscita di un figlio qualunque. Nelle occasioni in cui è
-necessario attendere la conclusione di un processo specifico occorre
+immediatamente, se più di un figlio è terminato occorre chiamare la funzione
+più volte se si vuole recuperare lo stato di terminazione di tutti quanti.
+
+Al ritorno della funzione lo stato di terminazione del figlio viene salvato
+nella variabile puntata da \var{status} e tutte le risorse del kernel relative
+al processo (vedi \secref{sec:proc_termination}) vengono rilasciate. Nel caso
+un processo abbia più figli il valore di ritorno (il \acr{pid} del figlio)
+permette di identificare qual'è quello che è uscito.
+
+Questa funzione ha il difetto di essere poco flessibile, in quanto ritorna
+all'uscita di un qualunque processo figlio. Nelle occasioni in cui è
+necessario attendere la conclusione di un processo specifico occorrerebbe
predisporre un meccanismo che tenga conto dei processi già terminati, e
-provveda a ripetere la chiamata alla funzione nel caso il processo
-cercato sia ancora attivo.
+provvedere a ripetere la chiamata alla funzione nel caso il processo cercato
+sia ancora attivo.
Per questo motivo lo standard POSIX.1 ha introdotto la funzione \func{waitpid}
che effettua lo stesso servizio, ma dispone di una serie di funzionalità più
ampie, legate anche al controllo di sessione (si veda
-\ref{sec:sess_job_control}). Dato che è possibile ottenere lo stesso
+\secref{sec:sess_job_control}). Dato che è possibile ottenere lo stesso
comportamento di \func{wait} si consiglia di utilizzare sempre questa
funzione, il cui prototipo è:
\begin{functions}
Le differenze principali fra le due funzioni sono che \func{wait} si blocca
sempre fino a che un processo figlio non termina, mentre \func{waitpid} ha la
possibilità si specificare un'opzione \const{WNOHANG} che ne previene il
-blocco; inoltre \func{waitpid} può specificare quale processo attendere sulla
-base del valore fornito dall'argomento \param{pid}, secondo lo
-specchietto riportato in \tabref{tab:proc_waidpid_pid}:
+blocco; inoltre \func{waitpid} può specificare in maniera flessibile quale
+processo attendere, sulla base del valore fornito dall'argomento \param{pid},
+secondo lo specchietto riportato in \tabref{tab:proc_waidpid_pid}.
+
\begin{table}[!htb]
\centering
\footnotesize
\begin{tabular}[c]{|c|c|p{8cm}|}
\hline
- \textbf{Valore} & \textbf{Macro} &\textbf{Significato}\\
+ \textbf{Valore} & \textbf{Opzione} &\textbf{Significato}\\
\hline
\hline
$<-1$& -- & attende per un figlio il cui \textit{process group} (vedi
Il comportamento di \func{waitpid} può inoltre essere modificato passando
delle opportune opzioni tramite l'argomento \param{option}. I valori possibili
sono il già citato \const{WNOHANG}, che previene il blocco della funzione
-quando il processo figlio non è terminato, e \const{WUNTRACED}. Quest'ultimo
-viene generalmente usato per il controllo di sessione, (trattato in
-\secref{sec:sess_job_control}) in quanto permette di identificare i processi
-bloccati. La funzione infatti in tal caso ritorna, restituendone il \acr{pid},
-se c'è un processo figlio che è entrato in stato di sleep (vedi
-\tabref{tab:proc_proc_states}) di cui non si è ancora letto lo stato (con
-questa stessa opzione). Il valore dell'opzione deve essere specificato come
-maschera binaria ottenuta con l'OR delle suddette costanti con zero. In Linux
+quando il processo figlio non è terminato, e \const{WUNTRACED} che permette di
+tracciare i processi bloccati. Il valore dell'opzione deve essere specificato
+come maschera binaria ottenuta con l'OR delle suddette costanti con zero.
+
+In genere si utilizza \const{WUNTRACED} all'interno del controllo di sessione,
+(l'argomento è trattato in \secref{sec:sess_job_control}). In tal caso infatti
+la funzione ritorna, restituendone il \acr{pid}, quando c'è un processo figlio
+che è entrato in stato di sleep (vedi \tabref{tab:proc_proc_states}) e del
+quale non si è ancora letto lo stato (con questa stessa opzione). In Linux
sono previste altre opzioni non standard relative al comportamento con i
-thread, che saranno trattate in \secref{sec:thread_xxx}.
+thread, che riprenderemo in \secref{sec:thread_xxx}.
La terminazione di un processo figlio è chiaramente un evento asincrono
rispetto all'esecuzione di un programma e può avvenire in un qualunque
\macro{WEXITSTATUS(s)} & Restituisce gli otto bit meno significativi dello
stato di uscita del processo (passato attraverso \func{\_exit}, \func{exit}
o come valore di ritorno di \func{main}). Può essere valutata solo se
- \macro{WIFEXITED} ha restituito un valore non nullo.\\
+ \val{WIFEXITED} ha restituito un valore non nullo.\\
\macro{WIFSIGNALED(s)} & Vera se il processo figlio è terminato
in maniera anomala a causa di un segnale che non è stato catturato (vedi
\secref{sec:sig_notification}).\\
\macro{WTERMSIG(s)} & restituisce il numero del segnale che ha causato
la terminazione anomala del processo. Può essere valutata solo se
- \macro{WIFSIGNALED} ha restituito un valore non nullo.\\
+ \val{WIFSIGNALED} ha restituito un valore non nullo.\\
\macro{WCOREDUMP(s)} & Vera se il processo terminato ha generato un
file si \textit{core dump}. Può essere valutata solo se
- \macro{WIFSIGNALED} ha restituito un valore non nullo.\footnote{questa
+ \val{WIFSIGNALED} ha restituito un valore non nullo.\footnote{questa
macro non è definita dallo standard POSIX.1, ma è presente come estensione
sia in Linux che in altri Unix.}\\
\macro{WIFSTOPPED(s)} & Vera se il processo che ha causato il ritorno di
\func{waitpid} è bloccato. L'uso è possibile solo avendo specificato
- l'opzione \macro{WUNTRACED}. \\
+ l'opzione \const{WUNTRACED}. \\
\macro{WSTOPSIG(s)} & restituisce il numero del segnale che ha bloccato
- il processo, Può essere valutata solo se \macro{WIFSTOPPED} ha
+ il processo, Può essere valutata solo se \val{WIFSTOPPED} ha
restituito un valore non nullo. \\
\hline
\end{tabular}
\item[\errcode{ELIBBAD}] Un interprete ELF non è in un formato
riconoscibile.
\end{errlist}
- ed inoltre anche \const{EFAULT}, \const{ENOMEM}, \const{EIO},
- \const{ENAMETOOLONG}, \const{E2BIG}, \const{ELOOP}, \const{ENOTDIR},
- \const{ENFILE}, \const{EMFILE}.}
+ ed inoltre anche \errval{EFAULT}, \errval{ENOMEM}, \errval{EIO},
+ \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{E2BIG}, \errval{ELOOP}, \errval{ENOTDIR},
+ \errval{ENFILE}, \errval{EMFILE}.}
\end{prototype}
La funzione \func{exec} esegue il file o lo script indicato da
\multicolumn{1}{|c|}{\textbf{Caratteristiche}} &
\multicolumn{6}{|c|}{\textbf{Funzioni}} \\
\hline
- &\func{execl\ }&\func{execlp}&\func{execle}
- &\func{execv\ }& \func{execvp}& \func{execve} \\
+ &\func{execl}\texttt{ }&\func{execlp}&\func{execle}
+ &\func{execv}\texttt{ }& \func{execvp}& \func{execve} \\
\hline
\hline
argomenti a lista &$\bullet$&$\bullet$&$\bullet$&&& \\
corrente.
\bodydesc{Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso
- di fallimento: l'unico errore possibile è \const{EPERM}.}
+ di fallimento: l'unico errore possibile è \errval{EPERM}.}
\end{functions}
Il funzionamento di queste due funzioni è analogo, per cui considereremo solo
specificati da \var{rgid} e \var{egid}.
\bodydesc{Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso
- di fallimento: l'unico errore possibile è \const{EPERM}.}
+ di fallimento: l'unico errore possibile è \errval{EPERM}.}
\end{functions}
La due funzioni sono analoghe ed il loro comportamento è identico; quanto
corrente a \var{gid}.
\bodydesc{Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso
- di fallimento: l'unico errore possibile è \const{EPERM}.}
+ di fallimento: l'unico errore è \errval{EPERM}.}
\end{functions}
Come per le precedenti le due funzioni sono identiche, per cui tratteremo solo
\var{sgid}.
\bodydesc{Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso
- di fallimento: l'unico errore possibile è \const{EPERM}.}
+ di fallimento: l'unico errore è \errval{EPERM}.}
\end{functions}
Le due funzioni sono identiche, quanto detto per la prima riguardo gli userid
corrente.
\bodydesc{Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso di
- fallimento: l'unico errore possibile è \const{EFAULT} se gli indirizzi delle
+ fallimento: l'unico errore possibile è \errval{EFAULT} se gli indirizzi delle
variabili di ritorno non sono validi.}
\end{functions}
processo corrente a \var{fsgid}.
\bodydesc{Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso
- di fallimento: l'unico errore possibile è \const{EPERM}.}
+ di fallimento: l'unico errore possibile è \errval{EPERM}.}
\end{functions}
\noindent queste funzioni hanno successo solo se il processo chiamante ha i
privilegi di amministratore o, per gli altri utenti, se il valore specificato
\bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di
fallimento, nel qual caso \var{errno} assumerà gli stessi valori di
- \func{setgroups} più \const{ENOMEM} quando non c'è memoria sufficiente per
- allocare lo spazio per informazioni dei gruppi.}
+ \func{setgroups} più \errval{ENOMEM} quando non c'è memoria sufficiente
+ per allocare lo spazio per informazioni dei gruppi.}
\end{functions}
La funzione esegue la scansione del database dei gruppi (usualmente
\bodydesc{Le funzioni restituiscono il \acr{pgid} del processo,
\func{getpgrp} ha sempre successo, mentre \func{getpgid} restituisce -1
- ponendo \var{errno} a \const{ESRCH} se il processo selezionato non esiste.}
+ ponendo \var{errno} a \errval{ESRCH} se il processo selezionato non
+ esiste.}
\end{functions}
La funzione \func{getpgid} permette di specificare il \acr{pid} del processo
\acr{pgid}.
\bodydesc{La funzione ritorna il valore del nuovo \acr{sid}, e -1 in caso di
- errore, il solo errore possibile è \const{EPERM}, che si ha quando il
+ errore, il solo errore possibile è \errval{EPERM}, che si ha quando il
\acr{pgid} e \acr{pid} del processo coincidono.}
\end{prototype}
\item[\errcode{EPERM}] Il \textit{process group} specificato non è nella
stessa sessione del processo chiamante.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EBADF} ed \const{EINVAL}.
+ ed inoltre \errval{EBADF} ed \errval{EINVAL}.
}
\end{functions}
\noindent la funzione può essere eseguita con successo solo da
\item[\errcode{ENOTTY}] Non c'è un terminale di controllo o \param{fd} non
corrisponde al terminale di controllo del processo chiamante.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EBADF} ed \const{ENOSYS}.
+ ed inoltre \errval{EBADF} ed \errval{ENOSYS}.
}
\end{functions}
dell'argomento \param{format} è identico a quello descritto nella pagina di
manuale di quest'ultima (per i valori principali si può vedere la trattazione
sommaria che se ne è fatto in \secref{sec:file_formatted_io}); l'unica
-differenza è che la sequenza \cmd{\%m} viene rimpiazzata dalla stringa
+differenza è che la sequenza \val{\%m} viene rimpiazzata dalla stringa
restituita da \code{strerror(errno)}. Gli argomenti seguenti i primi due
-devono essere forniti secondo quanto richiesto da \func{format}.
+devono essere forniti secondo quanto richiesto da \param{format}.
L'argomento \param{priority} permette di impostare sia la \textit{facility}
che la \textit{priority} del messaggio. In realtà viene prevalentemente usato
Una ulteriore funzione, \func{setlogmask}, permette di filtrare
preliminarmente i messaggi in base alla loro priorità; il suo prototipo è:
-\begin{prototype}{syslog.h}
-{int setlogmask(int mask)}
+\begin{prototype}{syslog.h}{int setlogmask(int mask)}
Imposta la maschera dei log al valore specificato.
\bodydesc{La funzione restituisce il precedente valore.}
\end{prototype}
-Le routine di gestione mantengono per ogni processo una maschera che
-determina quale delle chiamate effettuate a \func{syslog} verrà
-effettivamente registrata. La registrazione viene disabilitata per tutte
-quelle priorità che non rientrano nella maschera; questa viene settata
-usando la macro \code{LOG\_MASK(p)} dove \code{p} è una delle costanti di
+Le routine di gestione mantengono per ogni processo una maschera che determina
+quale delle chiamate effettuate a \func{syslog} verrà effettivamente
+registrata. La registrazione viene disabilitata per tutte quelle priorità che
+non rientrano nella maschera; questa viene settata usando la macro
+\macro{LOG\_MASK(p)} dove \code{p} è una delle costanti di
\secref{tab:sess_syslog_priority}. É inoltre disponibile anche la macro
-\code{LOG\_UPTO(p)} che permette di specificare automaticamente tutte le
+\macro{LOG\_UPTO(p)} che permette di specificare automaticamente tutte le
priorità fino ad un certo valore.
\item[\errcode{ERANGE}] la lunghezza del buffer, \param{len}, non è
sufficiente per contenere la stringa restituita.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EBADF} ed \const{ENOSYS}.
+ ed inoltre \errval{EBADF} ed \errval{ENOSYS}.
}
\end{prototype}
(\texttt{0x3F}), invece che NUL (\texttt{0x00}).\\
\const{NLDLY} & Maschera per i bit che indicano il ritardo per il
carattere di a capo (NL), i valori possibili sono
- \const{NL0} o \const{NL1}.\\
+ \val{NL0} o \val{NL1}.\\
\const{CRDLY} & Maschera per i bit che indicano il ritardo per il
carattere ritorno carrello (CR), i valori possibili sono
- \const{CR0}, \const{CR1}, \const{CR2} o \const{CR3}.\\
+ \val{CR0}, \val{CR1}, \val{CR2} o \val{CR3}.\\
\const{TABDLY}& Maschera per i bit che indicano il ritardo per il
carattere di tabulazione, i valori possibili sono
- \const{TAB0}, \const{TAB1}, \const{TAB2} o \const{TAB3}.\\
+ \val{TAB0}, \val{TAB1}, \val{TAB2} o \val{TAB3}.\\
\const{BSDLY} & Maschera per i bit che indicano il ritardo per il
carattere di ritorno indietro (\textit{backspace}), i
- valori possibili sono \const{BS0} o \const{BS1}.\\
+ valori possibili sono \val{BS0} o \val{BS1}.\\
\const{VTDLY} & Maschera per i bit che indicano il ritardo per il
carattere di tabulazione verticale, i valori possibili sono
- \const{VT0} o \const{VT1}.\\
+ \val{VT0} o \val{VT1}.\\
\const{FFDLY} & Maschera per i bit che indicano il ritardo per il
carattere di pagina nuova (\textit{form feed}), i valori
- possibili sono \const{FF0} o \const{FF1}.\\
+ possibili sono \val{FF0} o \val{FF1}.\\
\hline
\end{tabular}
\caption{Costanti identificative dei vari bit del flag di controllo
\begin{errlist}
\item[\errcode{EINTR}] La funzione è stata interrotta.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EBADF}, \const{ENOTTY} ed \const{EINVAL}.
+ ed inoltre \errval{EBADF}, \errval{ENOTTY} ed \errval{EINVAL}.
}
\end{functions}
del terminale quest'ultimo non potrà funzionare: quando il terminale non è
seriale il valore non influisce sulla velocità di trasmissione dei dati.
-In generale impostare un valore nullo (\const{B0}) sulla linea di output fa si
+In generale impostare un valore nullo (\val{B0}) sulla linea di output fa si
che il modem non asserisca più le linee di controllo, interrompendo di fatto
la connessione, qualora invece si utilizzi questo valore per la linea di input
l'effetto sarà quello di rendere la sua velocità identica a quella della linea
break inviando un flusso di bit nulli.
\bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di
- errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori \const{EBADF} o
- \const{ENOTTY}.}
+ errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori \errval{EBADF} o
+ \errval{ENOTTY}.}
\end{functions}
La funzione invia un flusso di bit nulli (che genera una condizione di break)
\funcdecl{int tcdrain(int fd)} Attende lo svuotamento della coda di output.
\bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di
- errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori \const{EBADF} o
- \const{ENOTTY}.}
+ errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori \errval{EBADF} o
+ \errval{ENOTTY}.}
\end{functions}
La funzione blocca il processo fino a che tutto l'output presente sulla coda
nelle code di ingresso o di uscita.
\bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di
- errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori \const{EBADF} o
- \const{ENOTTY}.}
+ errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori \errval{EBADF} o
+ \errval{ENOTTY}.}
\end{functions}
La funzione agisce sul terminale associato a \param{fd}, l'argomento
Sospende e rivvia il flusso dei dati sul terminale.
\bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di
- errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori \const{EBADF} o
- \const{ENOTTY}.}
+ errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori \errval{EBADF} o
+ \errval{ENOTTY}.}
\end{functions}
La funzione permette di controllare (interrompendo e facendo riprendere) il
Una volta che un segnale viene notificato (che questo avvenga subito o dopo
una attesa più o meno lunga) viene eseguita l'azione specificata per il
-segnale. Per alcuni segnali (\macro{SIGKILL} e \macro{SIGSTOP}) questa azione
+segnale. Per alcuni segnali (\const{SIGKILL} e \const{SIGSTOP}) questa azione
è fissa e non può essere cambiata, ma per tutti gli altri si può selezionare
una delle tre possibilità seguenti:
implementazioni, che si devono usare nei programmi. Tutti i nomi e le funzioni
che concernono i segnali sono definiti nell'header di sistema \file{signal.h}.
-Il numero totale di segnali presenti è dato dalla macro \macro{NSIG}, e dato
+Il numero totale di segnali presenti è dato dalla macro \const{NSIG}, e dato
che i numeri dei segnali sono allocati progressivamente, essa corrisponde
anche al successivo del valore numerico assegnato all'ultimo segnale definito.
In \tabref{tab:sig_signal_list} si è riportato l'elenco completo dei segnali
\textbf{Segnale} &\textbf{Standard}&\textbf{Azione}&\textbf{Descrizione} \\
\hline
\hline
- \macro{SIGHUP} &PL & A & Hangup o terminazione del processo di
+ \const{SIGHUP} &PL & A & Hangup o terminazione del processo di
controllo \\
- \macro{SIGINT} &PL & A & Interrupt da tastiera (\cmd{C-c}) \\
- \macro{SIGQUIT} &PL & C & Quit da tastiera (\cmd{C-y}) \\
- \macro{SIGILL} &PL & C & Istruzione illecita \\
- \macro{SIGABRT} &PL & C & Segnale di abort da \func{abort} \\
- \macro{SIGFPE} &PL & C & Errore aritmetico \\
- \macro{SIGKILL} &PL &AEF& Segnale di terminazione forzata \\
- \macro{SIGSEGV} &PL & C & Errore di accesso in memoria \\
- \macro{SIGPIPE} &PL & A & Pipe spezzata \\
- \macro{SIGALRM} &PL & A & Segnale del timer da \func{alarm} \\
- \macro{SIGTERM} &PL & A & Segnale di terminazione \verb|C-\| \\
- \macro{SIGUSR1} &PL & A & Segnale utente numero 1 \\
- \macro{SIGUSR2} &PL & A & Segnale utente numero 2 \\
- \macro{SIGCHLD} &PL & B & Figlio terminato o fermato \\
- \macro{SIGCONT} &PL & & Continua se fermato \\
- \macro{SIGSTOP} &PL &DEF& Ferma il processo \\
- \macro{SIGTSTP} &PL & D & Pressione del tasto di stop sul terminale \\
- \macro{SIGTTIN} &PL & D & Input sul terminale per un processo
+ \const{SIGINT} &PL & A & Interrupt da tastiera (\cmd{C-c}) \\
+ \const{SIGQUIT} &PL & C & Quit da tastiera (\cmd{C-y}) \\
+ \const{SIGILL} &PL & C & Istruzione illecita \\
+ \const{SIGABRT} &PL & C & Segnale di abort da \func{abort} \\
+ \const{SIGFPE} &PL & C & Errore aritmetico \\
+ \const{SIGKILL} &PL &AEF& Segnale di terminazione forzata \\
+ \const{SIGSEGV} &PL & C & Errore di accesso in memoria \\
+ \const{SIGPIPE} &PL & A & Pipe spezzata \\
+ \const{SIGALRM} &PL & A & Segnale del timer da \func{alarm} \\
+ \const{SIGTERM} &PL & A & Segnale di terminazione \verb|C-\| \\
+ \const{SIGUSR1} &PL & A & Segnale utente numero 1 \\
+ \const{SIGUSR2} &PL & A & Segnale utente numero 2 \\
+ \const{SIGCHLD} &PL & B & Figlio terminato o fermato \\
+ \const{SIGCONT} &PL & & Continua se fermato \\
+ \const{SIGSTOP} &PL &DEF& Ferma il processo \\
+ \const{SIGTSTP} &PL & D & Pressione del tasto di stop sul terminale \\
+ \const{SIGTTIN} &PL & D & Input sul terminale per un processo
in background \\
- \macro{SIGTTOU} &PL & D & Output sul terminale per un processo
+ \const{SIGTTOU} &PL & D & Output sul terminale per un processo
in background \\
- \macro{SIGBUS} &SL & C & Errore sul bus (bad memory access) \\
- \macro{SIGPOLL} &SL & A & \textit{Pollable event} (Sys V).
- Sinonimo di \macro{SIGIO} \\
- \macro{SIGPROF} &SL & A & Timer del profiling scaduto \\
- \macro{SIGSYS} &SL & C & Argomento sbagliato per una subroutine (SVID) \\
- \macro{SIGTRAP} &SL & C & Trappole per un Trace/breakpoint \\
- \macro{SIGURG} &SLB& B & Ricezione di una urgent condition su un socket\\
- \macro{SIGVTALRM}&SLB& A & Virtual alarm clock \\
- \macro{SIGXCPU} &SLB& C & Ecceduto il limite sul CPU time \\
- \macro{SIGXFSZ} &SLB& C & Ecceduto il limite sulla dimensione dei file \\
- \macro{SIGIOT} &L & C & IOT trap. Sinonimo di \macro{SIGABRT} \\
- \macro{SIGEMT} &L & & \\
- \macro{SIGSTKFLT}&L & A & Errore sullo stack del coprocessore \\
- \macro{SIGIO} &LB & A & L'I/O è possibile (4.2 BSD) \\
- \macro{SIGCLD} &L & & Sinonimo di \macro{SIGCHLD} \\
- \macro{SIGPWR} &L & A & Fallimento dell'alimentazione \\
- \macro{SIGINFO} &L & & Sinonimo di \macro{SIGPWR} \\
- \macro{SIGLOST} &L & A & Perso un lock sul file (per NFS) \\
- \macro{SIGWINCH} &LB & B & Finestra ridimensionata (4.3 BSD, Sun) \\
- \macro{SIGUNUSED}&L & A & Segnale inutilizzato (diventerà
- \macro{SIGSYS}) \\
+ \const{SIGBUS} &SL & C & Errore sul bus (bad memory access) \\
+ \const{SIGPOLL} &SL & A & \textit{Pollable event} (Sys V).
+ Sinonimo di \const{SIGIO} \\
+ \const{SIGPROF} &SL & A & Timer del profiling scaduto \\
+ \const{SIGSYS} &SL & C & Argomento sbagliato per una subroutine (SVID) \\
+ \const{SIGTRAP} &SL & C & Trappole per un Trace/breakpoint \\
+ \const{SIGURG} &SLB& B & Ricezione di una urgent condition su un socket\\
+ \const{SIGVTALRM}&SLB& A & Virtual alarm clock \\
+ \const{SIGXCPU} &SLB& C & Ecceduto il limite sul CPU time \\
+ \const{SIGXFSZ} &SLB& C & Ecceduto il limite sulla dimensione dei file \\
+ \const{SIGIOT} &L & C & IOT trap. Sinonimo di \const{SIGABRT} \\
+ \const{SIGEMT} &L & & \\
+ \const{SIGSTKFLT}&L & A & Errore sullo stack del coprocessore \\
+ \const{SIGIO} &LB & A & L'I/O è possibile (4.2 BSD) \\
+ \const{SIGCLD} &L & & Sinonimo di \const{SIGCHLD} \\
+ \const{SIGPWR} &L & A & Fallimento dell'alimentazione \\
+ \const{SIGINFO} &L & & Sinonimo di \const{SIGPWR} \\
+ \const{SIGLOST} &L & A & Perso un lock sul file (per NFS) \\
+ \const{SIGWINCH} &LB & B & Finestra ridimensionata (4.3 BSD, Sun) \\
+ \const{SIGUNUSED}&L & A & Segnale inutilizzato (diventerà
+ \const{SIGSYS}) \\
\hline
\end{tabular}
\caption{Lista dei segnali in Linux.}
Questi segnali sono:
\begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.0cm}}
-\item[\macro{SIGFPE}] Riporta un errore aritmetico fatale. Benché il nome
+\item[\const{SIGFPE}] Riporta un errore aritmetico fatale. Benché il nome
derivi da \textit{floating point exception} si applica a tutti gli errori
aritmetici compresa la divisione per zero e l'overflow.
% standard IEEE per le operazioni in virgola mobile definisce varie eccezioni
% aritmetiche e richiede che esse siano notificate.
-\item[\macro{SIGILL}] Il nome deriva da \textit{illegal instruction},
+\item[\const{SIGILL}] Il nome deriva da \textit{illegal instruction},
significa che il programma sta cercando di eseguire una istruzione
privilegiata o inesistente, in generale del codice illecito. Poiché il
compilatore del C genera del codice valido si ottiene questo segnale se il
generato in caso di overflow dello stack o di problemi nell'esecuzione di un
gestore. Se il gestore ritorna il comportamento del processo è
indefinito.
-\item[\macro{SIGSEGV}] Il nome deriva da \textit{segment violation}, e
+\item[\const{SIGSEGV}] Il nome deriva da \textit{segment violation}, e
significa che il programma sta cercando di leggere o scrivere in una zona di
memoria protetta al di fuori di quella che gli è stata riservata dal
sistema. In genere è il meccanismo della protezione della memoria che si
È tipico ottenere questo segnale dereferenziando un puntatore nullo o non
inizializzato leggendo al di la della fine di un vettore.
-\item[\macro{SIGBUS}] Il nome deriva da \textit{bus error}. Come
- \macro{SIGSEGV} questo è un segnale che viene generato di solito quando si
+\item[\const{SIGBUS}] Il nome deriva da \textit{bus error}. Come
+ \const{SIGSEGV} questo è un segnale che viene generato di solito quando si
dereferenzia un puntatore non inizializzato, la differenza è che
- \macro{SIGSEGV} indica un accesso non permesso su un indirizzo esistente
- (tipo fuori dallo heap o dallo stack), mentre \macro{SIGBUS} indica
+ \const{SIGSEGV} indica un accesso non permesso su un indirizzo esistente
+ (tipo fuori dallo heap o dallo stack), mentre \const{SIGBUS} indica
l'accesso ad un indirizzo non valido, come nel caso di un puntatore non
allineato.
-\item[\macro{SIGABRT}] Il nome deriva da \textit{abort}. Il segnale indica che
+\item[\const{SIGABRT}] Il nome deriva da \textit{abort}. Il segnale indica che
il programma stesso ha rilevato un errore che viene riportato chiamando la
funzione \func{abort} che genera questo segnale.
-\item[\macro{SIGTRAP}] È il segnale generato da un'istruzione di breakpoint o
+\item[\const{SIGTRAP}] È il segnale generato da un'istruzione di breakpoint o
dall'attivazione del tracciamento per il processo. È usato dai programmi per
il debugging e se un programma normale non dovrebbe ricevere questo segnale.
-\item[\macro{SIGSYS}] Sta ad indicare che si è eseguita una istruzione che
+\item[\const{SIGSYS}] Sta ad indicare che si è eseguita una istruzione che
richiede l'esecuzione di una system call, ma si è fornito un codice
sbagliato per quest'ultima.
\end{basedescript}
L'azione predefinita di questi segnali è di terminare il processo, questi
segnali sono:
\begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.0cm}}
-\item[\macro{SIGTERM}] Il nome sta per \textit{terminate}. È un segnale
+\item[\const{SIGTERM}] Il nome sta per \textit{terminate}. È un segnale
generico usato per causare la conclusione di un programma. Al contrario di
- \macro{SIGKILL} può essere intercettato, ignorato, bloccato. In genere lo si
+ \const{SIGKILL} può essere intercettato, ignorato, bloccato. In genere lo si
usa per chiedere in maniera ``educata'' ad un processo di concludersi.
-\item[\macro{SIGINT}] Il nome sta per \textit{interrupt}. È il segnale di
+\item[\const{SIGINT}] Il nome sta per \textit{interrupt}. È il segnale di
interruzione per il programma. È quello che viene generato di default dal
comando \cmd{kill} o dall'invio sul terminale del carattere di controllo
INTR (interrupt, generato dalla sequenza \cmd{C-c}).
-\item[\macro{SIGQUIT}] È analogo a \macro{SIGINT} con la differenze che è
+\item[\const{SIGQUIT}] È analogo a \const{SIGINT} con la differenze che è
controllato da un'altro carattere di controllo, QUIT, corrispondente alla
sequenza \verb|C-\|. A differenza del precedente l'azione predefinita, oltre
alla terminazione del processo, comporta anche la creazione di un core dump.
normalmente previste (tipo la cancellazione di file temporanei), dato che in
certi casi esse possono eliminare informazioni utili nell'esame dei core
dump.
-\item[\macro{SIGKILL}] Il nome è utilizzato per terminare in maniera immediata
+\item[\const{SIGKILL}] Il nome è utilizzato per terminare in maniera immediata
qualunque programma. Questo segnale non può essere né intercettato, né
ignorato, né bloccato, per cui causa comunque la terminazione del processo.
In genere esso viene generato solo per richiesta esplicita dell'utente dal
comando (o tramite la funzione) \cmd{kill}. Dato che non lo si può
intercettare è sempre meglio usarlo come ultima risorsa quando metodi meno
- brutali, come \macro{SIGTERM} o \cmd{C-c} non funzionano.
+ brutali, come \const{SIGTERM} o \cmd{C-c} non funzionano.
- Se un processo non risponde a nessun altro segnale \macro{SIGKILL} ne causa
+ Se un processo non risponde a nessun altro segnale \const{SIGKILL} ne causa
sempre la terminazione (in effetti il fallimento della terminazione di un
- processo da parte di \macro{SIGKILL} costituirebbe un malfunzionamento del
+ processo da parte di \const{SIGKILL} costituirebbe un malfunzionamento del
kernel). Talvolta è il sistema stesso che può generare questo segnale quando
per condizioni particolari il processo non può più essere eseguito neanche
per eseguire un gestore.
-\item[\macro{SIGHUP}] Il nome sta per \textit{hang-up}. Segnala che il
+\item[\const{SIGHUP}] Il nome sta per \textit{hang-up}. Segnala che il
terminale dell'utente si è disconnesso (ad esempio perché si è interrotta la
rete). Viene usato anche per riportare la terminazione del processo di
controllo di un terminale a tutti i processi della sessione, in modo che
segnali la scelta predefinita è irrilevante, in quanto il loro uso presuppone
sempre la necessità di un gestore. Questi segnali sono:
\begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.0cm}}
-\item[\macro{SIGALRM}] Il nome sta per \textit{alarm}. Segnale la scadenza di
+\item[\const{SIGALRM}] Il nome sta per \textit{alarm}. Segnale la scadenza di
un timer misurato sul tempo reale o sull'orologio di sistema. È normalmente
usato dalla funzione \func{alarm}.
-\item[\macro{SIGVTALRM}] Il nome sta per \textit{virtual alarm}. È analogo al
+\item[\const{SIGVTALRM}] Il nome sta per \textit{virtual alarm}. È analogo al
precedente ma segnala la scadenza di un timer sul tempo di CPU usato dal
processo.
-\item[\macro{SIGPROF}] Il nome sta per \textit{profiling}. Indica la scadenza
+\item[\const{SIGPROF}] Il nome sta per \textit{profiling}. Indica la scadenza
di un timer che misura sia il tempo di CPU speso direttamente dal processo
che quello che il sistema ha speso per conto di quest'ultimo. In genere
viene usato dagli strumenti che servono a fare la profilazione dell'utilizzo
L'azione predefinita è di essere ignorati. Questi segnali sono:
\begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.0cm}}
-\item[\macro{SIGIO}] Questo segnale viene inviato quando un file descriptor è
+\item[\const{SIGIO}] Questo segnale viene inviato quando un file descriptor è
pronto per eseguire dell'input/output. In molti sistemi solo i socket e i
terminali possono generare questo segnale, in Linux questo può essere usato
anche per i file, posto che la \func{fcntl} abbia avuto successo.
-\item[\macro{SIGURG}] Questo segnale è inviato quando arrivano dei dati
+\item[\const{SIGURG}] Questo segnale è inviato quando arrivano dei dati
urgenti o \textit{out of band} su di un socket; per maggiori dettagli al
proposito si veda \secref{sec:xxx_urgent_data}.
-\item[\macro{SIGPOLL}] Questo segnale è equivalente a \macro{SIGIO}, è
+\item[\const{SIGPOLL}] Questo segnale è equivalente a \const{SIGIO}, è
definito solo per compatibilità con i sistemi System V.
\end{basedescript}
loro uso è specifico e viene trattato in maniera specifica nelle sezioni in
cui si trattano gli argomenti relativi. Questi segnali sono:
\begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.0cm}}
-\item[\macro{SIGCHLD}] Questo è il segnale mandato al processo padre quando un
+\item[\const{SIGCHLD}] Questo è il segnale mandato al processo padre quando un
figlio termina o viene fermato. L'azione predefinita è di ignorare il
segnale, la sua gestione è trattata in \secref{sec:proc_wait}.
-\item[\macro{SIGCLD}] Per Linux questo è solo un segnale identico al
+\item[\const{SIGCLD}] Per Linux questo è solo un segnale identico al
precedente, il nome è obsoleto e andrebbe evitato.
-\item[\macro{SIGCONT}] Il nome sta per \textit{continue}. Il segnale viene
+\item[\const{SIGCONT}] Il nome sta per \textit{continue}. Il segnale viene
usato per fare ripartire un programma precedentemente fermato da
- \macro{SIGSTOP}. Questo segnale ha un comportamento speciale, e fa sempre
+ \const{SIGSTOP}. Questo segnale ha un comportamento speciale, e fa sempre
ripartire il processo prima della sua consegna. Il comportamento predefinito
è di fare solo questo; il segnale non può essere bloccato. Si può anche
installare un gestore, ma il segnale provoca comunque il riavvio del
gestori per far si che un programma produca una qualche azione speciale
se viene fermato e riavviato, come per esempio riscrivere un prompt, o
inviare un avviso.
-\item[\macro{SIGSTOP}] Il segnale ferma un processo (lo porta cioè in uno
+\item[\const{SIGSTOP}] Il segnale ferma un processo (lo porta cioè in uno
stato di sleep, vedi \secref{sec:proc_sched}); il segnale non può essere né
intercettato, né ignorato, né bloccato.
-\item[\macro{SIGTSTP}] Il nome sta per \textit{interactive stop}. Il segnale
+\item[\const{SIGTSTP}] Il nome sta per \textit{interactive stop}. Il segnale
ferma il processo interattivamente, ed è generato dal carattere SUSP
(prodotto dalla combinazione \cmd{C-z}), ed al contrario di
- \macro{SIGSTOP} può essere intercettato e ignorato. In genere un programma
+ \const{SIGSTOP} può essere intercettato e ignorato. In genere un programma
installa un gestore per questo segnale quando vuole lasciare il sistema
o il terminale in uno stato definito prima di fermarsi; se per esempio un
programma ha disabilitato l'eco sul terminale può installare un gestore
per riabilitarlo prima di fermarsi.
-\item[\macro{SIGTTIN}] Un processo non può leggere dal terminale se esegue una
+\item[\const{SIGTTIN}] Un processo non può leggere dal terminale se esegue una
sessione di lavoro in \textit{background}. Quando un processo in background
tenta di leggere da un terminale viene inviato questo segnale a tutti i
processi della sessione di lavoro. L'azione predefinita è di fermare il
processo. L'argomento è trattato in \secref{sec:sess_job_control_overview}.
-\item[\macro{SIGTTOU}] Segnale analogo al precedente \macro{SIGTTIN}, ma
+\item[\const{SIGTTOU}] Segnale analogo al precedente \const{SIGTTIN}, ma
generato quando si tenta di scrivere o modificare uno dei modi del
terminale. L'azione predefinita è di fermare il processo, l'argomento è
trattato in \secref{sec:sess_job_control_overview}.
L'azione predefinita di questi segnali è di terminare il processo, questi
segnali sono:
\begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.0cm}}
-\item[\macro{SIGPIPE}] Sta per \textit{Broken pipe}. Se si usano delle pipe o
+\item[\const{SIGPIPE}] Sta per \textit{Broken pipe}. Se si usano delle pipe o
delle FIFO è necessario che, prima che un processo inizi a scrivere su di
essa, un'altro abbia aperto la pipe in lettura (si veda
\secref{sec:ipc_pipes}). Se il processo in lettura non è partito o è
terminato inavvertitamente alla scrittura sulla pipe il kernel genera questo
segnale. Se il segnale è bloccato, intercettato o ignorato la chiamata che
- lo ha causato fallisce restituendo l'errore \macro{EPIPE}
-\item[\macro{SIGLOST}] Sta per \textit{Resource lost}. Viene generato quando
+ lo ha causato fallisce restituendo l'errore \errcode{EPIPE}
+\item[\const{SIGLOST}] Sta per \textit{Resource lost}. Viene generato quando
c'è un advisory lock su un file NFS, ed il server riparte dimenticando la
situazione precedente.
-\item[\macro{SIGXCPU}] Sta per \textit{CPU time limit exceeded}. Questo
+\item[\const{SIGXCPU}] Sta per \textit{CPU time limit exceeded}. Questo
segnale è generato quando un processo eccede il limite impostato per il
tempo di CPU disponibile, vedi \secref{sec:sys_resource_limit}.
-\item[\macro{SIGXFSZ}] Sta per \textit{File size limit exceeded}. Questo
+\item[\const{SIGXFSZ}] Sta per \textit{File size limit exceeded}. Questo
segnale è generato quando un processo tenta di estendere un file oltre le
dimensioni specificate dal limite impostato per le dimensioni massime di un
file, vedi \secref{sec:sys_resource_limit}.
Raccogliamo qui infine usa serie di segnali che hanno scopi differenti non
classificabili in maniera omogenea. Questi segnali sono:
\begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.0cm}}
-\item[\macro{SIGUSR1}] Vedi \macro{SIGUSR2}.
-\item[\macro{SIGUSR2}] Insieme a \macro{SIGUSR1} è un segnale a disposizione
+\item[\const{SIGUSR1}] Vedi \const{SIGUSR2}.
+\item[\const{SIGUSR2}] Insieme a \const{SIGUSR1} è un segnale a disposizione
dell'utente che li può usare per quello che vuole. Possono essere utili per
implementare una comunicazione elementare fra processi diversi, o per
eseguire a richiesta una operazione utilizzando un gestore. L'azione
predefinita è di terminare il processo.
-\item[\macro{SIGWINCH}] Il nome sta per \textit{window (size) change} e viene
+\item[\const{SIGWINCH}] Il nome sta per \textit{window (size) change} e viene
generato in molti sistemi (GNU/Linux compreso) quando le dimensioni (in
righe e colonne) di un terminale vengono cambiate. Viene usato da alcuni
programmi testuali per riformattare l'uscita su schermo quando si cambia
dimensione a quest'ultimo. L'azione predefinita è di essere ignorato.
-\item[\macro{SIGINFO}] Il segnale indica una richiesta di informazioni. È
+\item[\const{SIGINFO}] Il segnale indica una richiesta di informazioni. È
usato con il controllo di sessione, causa la stampa di informazioni da parte
del processo leader del gruppo associato al terminale di controllo, gli
altri processi lo ignorano.
Quando si mette in esecuzione un nuovo programma con \func{exec} (si ricordi
quanto detto in \secref{sec:proc_exec}) tutti i segnali per i quali è stato
-installato un gestore vengono reimpostati a \macro{SIG\_DFL}. Non ha più
+installato un gestore vengono reimpostati a \const{SIG\_DFL}. Non ha più
senso infatti fare riferimento a funzioni definite nel programma originario,
che non sono presenti nello spazio di indirizzi del nuovo programma.
Si noti che questo vale solo per le azioni per le quali è stato installato un
gestore; viene mantenuto invece ogni eventuale impostazione dell'azione a
-\macro{SIG\_IGN}. Questo permette ad esempio alla shell di impostare ad
-\macro{SIG\_IGN} le risposte per \macro{SIGINT} e \macro{SIGQUIT} per i
+\const{SIG\_IGN}. Questo permette ad esempio alla shell di impostare ad
+\const{SIG\_IGN} le risposte per \const{SIGINT} e \const{SIGQUIT} per i
programmi eseguiti in background, che altrimenti sarebbero interrotti da una
successiva pressione di \texttt{C-c} o \texttt{C-y}.
In questo caso si pone il problema di cosa fare una volta che il gestore
sia ritornato. La scelta originaria dei primi Unix era quella di far ritornare
-anche la system call restituendo l'errore di \macro{EINTR}. Questa è a
+anche la system call restituendo l'errore di \errcode{EINTR}. Questa è a
tutt'oggi una scelta corrente, ma comporta che i programmi che usano dei
gestori controllino lo stato di uscita delle funzioni per ripeterne la
chiamata qualora l'errore fosse questo.
errore comune, tanto che le \acr{glibc} provvedono una macro
\code{TEMP\_FAILURE\_RETRY(expr)} che esegue l'operazione automaticamente,
ripetendo l'esecuzione dell'espressione \var{expr} fintanto che il risultato
-non è diverso dall'uscita con un errore \macro{EINTR}.
+non è diverso dall'uscita con un errore \errcode{EINTR}.
La soluzione è comunque poco elegante e BSD ha scelto un approccio molto
diverso, che è quello di fare ripartire automaticamente la system call invece
segnale \param{signum}.
\bodydesc{La funzione ritorna il precedente gestore in caso di successo
- o \macro{SIG\_ERR} in caso di errore.}
+ o \const{SIG\_ERR} in caso di errore.}
\end{prototype}
In questa definizione si è usato un tipo di dato, \type{sighandler\_t}, che è
direttamente con una delle costanti definite in \secref{sec:sig_standard}. Il
gestore \param{handler} invece, oltre all'indirizzo della funzione da chiamare
all'occorrenza del segnale, può assumere anche i due valori costanti
-\macro{SIG\_IGN} con cui si dice ignorare il segnale e \macro{SIG\_DFL} per
+\const{SIG\_IGN} con cui si dice ignorare il segnale e \const{SIG\_DFL} per
reinstallare l'azione predefinita.\footnote{si ricordi però che i due segnali
- \macro{SIGKILL} e \macro{SIGSTOP} non possono essere ignorati né
+ \const{SIGKILL} e \const{SIGSTOP} non possono essere ignorati né
intercettati.}
La funzione restituisce l'indirizzo dell'azione precedente, che può essere
salvato per poterlo ripristinare (con un'altra chiamata a \func{signal}) in un
-secondo tempo. Si ricordi che se si imposta come azione \macro{SIG\_IGN} (o si
-imposta un \macro{SIG\_DFL} per un segnale la cui azione predefinita è di
+secondo tempo. Si ricordi che se si imposta come azione \const{SIG\_IGN} (o si
+imposta un \const{SIG\_DFL} per un segnale la cui azione predefinita è di
essere ignorato), tutti i segnali pendenti saranno scartati, e non verranno
mai notificati.
usare \func{sigaction}.
È da tenere presente che, seguendo lo standard POSIX, il comportamento di un
-processo che ignora i segnali \macro{SIGFPE}, \macro{SIGILL}, o
-\macro{SIGSEGV} (qualora non originino da una \func{kill} o una \func{raise})
+processo che ignora i segnali \const{SIGFPE}, \const{SIGILL}, o
+\const{SIGSEGV} (qualora non originino da una \func{kill} o una \func{raise})
è indefinito. Un gestore che ritorna da questi segnali può dare luogo ad
un ciclo infinito.
Invia il segnale \param{sig} al processo corrente.
\bodydesc{La funzione restituisce zero in caso di successo e -1 per un
- errore, il solo errore restituito è \macro{EINVAL} qualora si sia
+ errore, il solo errore restituito è \errval{EINVAL} qualora si sia
specificato un numero di segnale invalido.}
\end{prototype}
\bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di
errore nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori:
\begin{errlist}
- \item[\macro{EINVAL}] Il segnale specificato non esiste.
- \item[\macro{ESRCH}] Il processo selezionato non esiste.
- \item[\macro{EPERM}] Non si hanno privilegi sufficienti ad inviare il
+ \item[\errcode{EINVAL}] Il segnale specificato non esiste.
+ \item[\errcode{ESRCH}] Il processo selezionato non esiste.
+ \item[\errcode{EPERM}] Non si hanno privilegi sufficienti ad inviare il
segnale.
\end{errlist}}
\end{functions}
Lo standard POSIX prevede che il valore 0 per \param{sig} sia usato per
specificare il segnale nullo. Se le funzioni vengono chiamate con questo
valore non viene inviato nessun segnale, ma viene eseguito il controllo degli
-errori, in tal caso si otterrà un errore \macro{EPERM} se non si hanno i
-permessi necessari ed un errore \macro{ESRCH} se il processo specificato non
+errori, in tal caso si otterrà un errore \errcode{EPERM} se non si hanno i
+permessi necessari ed un errore \errcode{ESRCH} se il processo specificato non
esiste. Si tenga conto però che il sistema ricicla i \acr{pid} (come accennato
in \secref{sec:proc_pid}) per cui l'esistenza di un processo non significa che
esso sia realmente quello a cui si intendeva mandare il segnale.
tutti gli altri casi l'userid reale o l'userid effettivo del processo
chiamante devono corrispondere all'userid reale o all'userid salvato della
destinazione. Fa eccezione il caso in cui il segnale inviato sia
-\macro{SIGCONT}, nel quale occorre che entrambi i processi appartengano alla
+\const{SIGCONT}, nel quale occorre che entrambi i processi appartengano alla
stessa sessione. Inoltre, dato il ruolo fondamentale che riveste nel sistema
(si ricordi quanto visto in \secref{sec:sig_termination}), non è possibile
inviare al processo 1 (cioè a \cmd{init}) segnali per i quali esso non abbia
\label{sec:sig_alarm_abort}
Un caso particolare di segnali generati a richiesta è quello che riguarda i
-vari segnali di temporizzazione e \macro{SIGABRT}, per ciascuno di questi
+vari segnali di temporizzazione e \const{SIGABRT}, per ciascuno di questi
segnali sono previste funzioni specifiche che ne effettuino l'invio. La più
comune delle funzioni usate per la temporizzazione è \func{alarm} il cui
prototipo è:
\begin{prototype}{unistd.h}{unsigned int alarm(unsigned int seconds)}
- Predispone l'invio di \macro{SIGALRM} dopo \param{seconds} secondi.
+ Predispone l'invio di \const{SIGALRM} dopo \param{seconds} secondi.
\bodydesc{La funzione restituisce il numero di secondi rimanenti ad un
precedente allarme, o zero se non c'erano allarmi pendenti.}
La funzione fornisce un meccanismo che consente ad un processo di predisporre
un'interruzione nel futuro, (ad esempio per effettuare una qualche operazione
dopo un certo periodo di tempo), programmando l'emissione di un segnale (nel
-caso in questione \macro{SIGALRM}) dopo il numero di secondi specificato da
+caso in questione \const{SIGALRM}) dopo il numero di secondi specificato da
\param{seconds}.
Se si specifica per \param{seconds} un valore nullo non verrà inviato nessun
\begin{itemize}
\item un \textit{real-time timer} che calcola il tempo reale trascorso (che
corrisponde al \textit{clock time}). La scadenza di questo timer provoca
- l'emissione di \macro{SIGALRM}.
+ l'emissione di \const{SIGALRM}.
\item un \textit{virtual timer} che calcola il tempo di processore usato dal
processo in user space (che corrisponde all'\textit{user time}). La scadenza
- di questo timer provoca l'emissione di \macro{SIGVTALRM}.
+ di questo timer provoca l'emissione di \const{SIGVTALRM}.
\item un \textit{profiling timer} che calcola la somma dei tempi di processore
utilizzati direttamente dal processo in user space, e dal kernel nelle
system call ad esso relative (che corrisponde a quello che in
\secref{sec:sys_unix_time} abbiamo chiamato \textit{CPU time}). La scadenza
- di questo timer provoca l'emissione di \macro{SIGPROF}.
+ di questo timer provoca l'emissione di \const{SIGPROF}.
\end{itemize}
Il timer usato da \func{alarm} è il \textit{clock time}, e corrisponde cioè al
\param{value} sul timer specificato da \func{which}.
\bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di
- errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori \macro{EINVAL} o
- \macro{EFAULT}.}
+ errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori \errval{EINVAL} o
+ \errval{EFAULT}.}
\end{prototype}
Il valore di \param{which} permette di specificare quale dei tre timer
\textbf{Valore} & \textbf{Timer} \\
\hline
\hline
- \macro{ITIMER\_REAL} & \textit{real-time timer}\\
- \macro{ITIMER\_VIRTUAL} & \textit{virtual timer}\\
- \macro{ITIMER\_PROF} & \textit{profiling timer}\\
+ \const{ITIMER\_REAL} & \textit{real-time timer}\\
+ \const{ITIMER\_VIRTUAL} & \textit{virtual timer}\\
+ \const{ITIMER\_PROF} & \textit{profiling timer}\\
\hline
\end{tabular}
\caption{Valori dell'argomento \param{which} per la funzione
Una seconda causa di potenziali ritardi è che il segnale viene generato alla
scadenza del timer, ma poi deve essere consegnato al processo; se quest'ultimo
-è attivo (questo è sempre vero per \macro{ITIMER\_VIRT}) la consegna è
+è attivo (questo è sempre vero per \const{ITIMER\_VIRT}) la consegna è
immediata, altrimenti può esserci un ulteriore ritardo che può variare a
seconda del carico del sistema.
L'ultima funzione che permette l'invio diretto di un segnale è \func{abort};
che, come accennato in \ref{sec:proc_termination}, permette di abortire
-l'esecuzione di un programma tramite l'invio di \macro{SIGABRT}. Il suo
+l'esecuzione di un programma tramite l'invio di \const{SIGABRT}. Il suo
prototipo è:
\begin{prototype}{stdlib.h}{void abort(void)}
Abortisce il processo corrente.
\bodydesc{La funzione non ritorna, il processo è terminato inviando il
- segnale di \macro{SIGABRT}.}
+ segnale di \const{SIGABRT}.}
\end{prototype}
La differenza fra questa funzione e l'uso di \func{raise} è che anche se il
\bodydesc{La funzione ritorna solo dopo che un segnale è stato ricevuto ed
il relativo gestore è ritornato, nel qual caso restituisce -1 e
- \var{errno} assumerà il valore \macro{EINTR}.}
+ \var{errno} assumerà il valore \errval{EINTR}.}
\end{prototype}
La funzione segnala sempre una condizione di errore (il successo sarebbe
aspettare.
In alcune implementazioni inoltre l'uso di \func{sleep} può avere conflitti
-con quello di \macro{SIGALRM}, dato che la funzione può essere realizzata con
+con quello di \const{SIGALRM}, dato che la funzione può essere realizzata con
l'uso di \func{pause} e \func{alarm} (in maniera analoga all'esempio che
vedremo in \secref{sec:sig_example}). In tal caso mescolare chiamata di
-\func{alarm} e \func{sleep} o modificare l'azione di \macro{SIGALRM}, può
+\func{alarm} e \func{sleep} o modificare l'azione di \const{SIGALRM}, può
causare risultati indefiniti. Nel caso delle \acr{glibc} è stata usata una
implementazione completamente indipendente e questi problemi non ci sono.
\bodydesc{La funzione restituisce zero se l'attesa viene completata, o -1 in
caso di errore, nel qual caso \var{errno} assumerà il valore
- \macro{EINTR}.}
+ \errval{EINTR}.}
\end{prototype}
Anche questa funzione, a seconda delle implementazioni, può presentare
-problemi nell'interazione con \func{alarm} e \macro{SIGALRM}. È pertanto
+problemi nell'interazione con \func{alarm} e \const{SIGALRM}. È pertanto
deprecata in favore della funzione \func{nanosleep}, definita dallo standard
POSIX1.b, il cui prototipo è:
\begin{prototype}{unistd.h}{int nanosleep(const struct timespec *req, struct
\bodydesc{La funzione restituisce zero se l'attesa viene completata, o -1 in
caso di errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori:
\begin{errlist}
- \item[\macro{EINVAL}] si è specificato un numero di secondi negativo o un
+ \item[\errcode{EINVAL}] si è specificato un numero di secondi negativo o un
numero di nanosecondi maggiore di 999.999.999.
- \item[\macro{EINTR}] la funzione è stata interrotta da un segnale.
+ \item[\errcode{EINTR}] la funzione è stata interrotta da un segnale.
\end{errlist}}
\end{prototype}
Lo standard richiede che la funzione sia implementata in maniera del tutto
indipendente da \func{alarm}\footnote{nel caso di Linux questo è fatto
utilizzando direttamente il timer del kernel.} e sia utilizzabile senza
-interferenze con l'uso di \macro{SIGALRM}. La funzione prende come parametri
+interferenze con l'uso di \const{SIGALRM}. La funzione prende come parametri
delle strutture di tipo \var{timespec}, la cui definizione è riportata in
\figref{fig:sys_timeval_struct}, che permettono di specificare un tempo con
una precisione (teorica) fino al nanosecondo.
temporale del timer di sistema. Perciò la funzione attenderà comunque il tempo
specificato, ma prima che il processo possa tornare ad essere eseguito
occorrerà almeno attendere il successivo giro di scheduler\index{scheduler} e
-cioè un tempo che a seconda dei casi può arrivare fino a 1/\macro{HZ}, (sempre
+cioè un tempo che a seconda dei casi può arrivare fino a 1/\const{HZ}, (sempre
che il sistema sia scarico ed il processa venga immediatamente rimesso in
esecuzione); per questo motivo il valore restituito in \param{rem} è sempre
-arrotondato al multiplo successivo di 1/\macro{HZ}.
+arrotondato al multiplo successivo di 1/\const{HZ}.
In realtà è possibile ottenere anche pause più precise del centesimo di
-secondo usando politiche di scheduling real time come \macro{SCHED\_FIFO} o
-\macro{SCHED\_RR}; in tal caso infatti il meccanismo di scheduling ordinario
+secondo usando politiche di scheduling real time come \const{SCHED\_FIFO} o
+\const{SCHED\_RR}; in tal caso infatti il meccanismo di scheduling ordinario
viene evitato, e si raggiungono pause fino ai 2~ms con precisioni del $\mu$s.
\label{sec:sig_sigchld}
Un semplice esempio per illustrare il funzionamento di un gestore di segnale è
-quello della gestione di \macro{SIGCHLD}. Abbiamo visto in
+quello della gestione di \const{SIGCHLD}. Abbiamo visto in
\secref{sec:proc_termination} che una delle azioni eseguite dal kernel alla
conclusione di un processo è quella di inviare questo segnale al
padre.\footnote{in realtà in SVr4 eredita la semantica di System V, in cui il
- segnale si chiama \macro{SIGCLD} e viene trattato in maniera speciale; in
- System V infatti se si imposta esplicitamente l'azione a \macro{SIG\_IGN} il
+ segnale si chiama \const{SIGCLD} e viene trattato in maniera speciale; in
+ System V infatti se si imposta esplicitamente l'azione a \const{SIG\_IGN} il
segnale non viene generato ed il sistema non genera zombie (lo stato di
terminazione viene scartato senza dover chiamare una \func{wait}). L'azione
predefinita è sempre quella di ignorare il segnale, ma non attiva questo
comportamento. Linux, come BSD e POSIX, non supporta questa semantica ed usa
- il nome di \macro{SIGCLD} come sinonimo di \macro{SIGCHLD}.} In generale
+ il nome di \const{SIGCLD} come sinonimo di \const{SIGCHLD}.} In generale
dunque, quando non interessa elaborare lo stato di uscita di un processo, si
può completare la gestione della terminazione installando un gestore per
-\macro{SIGCHLD} il cui unico compito sia quello chiamare \func{waitpid} per
+\const{SIGCHLD} il cui unico compito sia quello chiamare \func{waitpid} per
completare la procedura di terminazione in modo da evitare la formazione di
zombie.
In \figref{fig:sig_sigchld_handl} è mostrato il codice contenente una
-implementazione generica di una routine di gestione per \macro{SIGCHLD}, (che
+implementazione generica di una routine di gestione per \const{SIGCHLD}, (che
si trova nei sorgenti allegati nel file \file{SigHand.c}); se ripetiamo i test
di \secref{sec:proc_termination}, invocando \cmd{forktest} con l'opzione
\cmd{-s} (che si limita ad effettuare l'installazione di questa funzione come
-gestore di \macro{SIGCHLD}) potremo verificare che non si ha più la creazione
+gestore di \const{SIGCHLD}) potremo verificare che non si ha più la creazione
di zombie.
% è pertanto
\begin{figure}[!htb]
- \footnotesize \centering
- \begin{minipage}[c]{15cm}
- \begin{lstlisting}{}
+ \footnotesize
+ \begin{lstlisting}{}
#include <errno.h> /* error symbol definitions */
#include <signal.h> /* signal handling declarations */
#include <sys/types.h>
/* return */
return;
}
- \end{lstlisting}
- \end{minipage}
+ \end{lstlisting}
\normalsize
\caption{Codice di una funzione generica di gestione per il segnale
\texttt{SIGCHLD}.}
normalmente i segnali segnali successivi vengono ``fusi'' col primo ed al
processo ne viene recapitato soltanto uno.
-Questo può essere un caso comune proprio con \macro{SIGCHLD}, qualora capiti
+Questo può essere un caso comune proprio con \const{SIGCHLD}, qualora capiti
che molti processi figli terminino in rapida successione. Esso inoltre si
presenta tutte le volte che un segnale viene bloccato: per quanti siano i
segnali emessi durante il periodo di blocco, una volta che quest'ultimo sarà
ritorni un valore nullo, segno che non resta nessun processo di cui si debba
ancora ricevere lo stato di terminazione (si veda \secref{sec:proc_wait} per
la sintassi della funzione). Si noti anche come la funzione venga invocata con
-il parametro \macro{WNOHANG} che permette di evitare il suo blocco quando
+il parametro \const{WNOHANG} che permette di evitare il suo blocco quando
tutti gli stati di terminazione sono stati ricevuti.
versione di \func{sleep} potrebbe essere quella illustrata in
\figref{fig:sig_sleep_wrong}.
-Dato che è nostra intenzione utilizzare \macro{SIGALRM} il primo passo della
+Dato che è nostra intenzione utilizzare \const{SIGALRM} il primo passo della
nostra implementazione di sarà quello di installare il relativo gestore
salvando il precedente (\texttt{\small 14-17}). Si effettuerà poi una
chiamata ad \func{alarm} per specificare il tempo d'attesa per l'invio del
l'interruzione di \func{pause} venisse causata da un altro segnale.
\begin{figure}[!htb]
- \footnotesize \centering
- \begin{minipage}[c]{15cm}
+ \footnotesize
\begin{lstlisting}{}
void alarm_hand(int sig) {
/* check if the signal is the right one */
/* return remaining time */
return alarm(0);
}
- \end{lstlisting}
- \end{minipage}
+ \end{lstlisting}
\normalsize
\caption{Una implementazione pericolosa di \func{sleep}.}
\label{fig:sig_sleep_wrong}
processo viene interrotto fra la chiamata di \func{alarm} e \func{pause} può
capitare (ad esempio se il sistema è molto carico) che il tempo di attesa
scada prima dell'esecuzione quest'ultima, cosicché essa sarebbe eseguita dopo
-l'arrivo di \macro{SIGALRM}. In questo caso ci si troverebbe di fronte ad un
+l'arrivo di \const{SIGALRM}. In questo caso ci si troverebbe di fronte ad un
deadlock, in quanto \func{pause} non verrebbe mai più interrotta (se non in
caso di un altro segnale).
codice del tipo di quello riportato in \figref{fig:sig_sleep_incomplete}.
\begin{figure}[!htb]
- \footnotesize \centering
- \begin{minipage}[c]{15cm}
+ \footnotesize
\begin{lstlisting}{}
static jmp_buff alarm_return;
unsigned int sleep(unsigned int seconds)
longjump(alarm_return, 1);
}
}
- \end{lstlisting}
- \end{minipage}
+ \end{lstlisting}
\normalsize
\caption{Una implementazione ancora malfunzionante di \func{sleep}.}
\label{fig:sig_sleep_incomplete}
\figref{fig:sig_event_wrong}).
\begin{figure}[!htb]
- \footnotesize \centering
- \begin{minipage}[c]{15cm}
+ \footnotesize
\begin{lstlisting}{}
sig_atomic_t flag;
int main()
flag = 1;
return;
}
- \end{lstlisting}
- \end{minipage}
+ \end{lstlisting}
\normalsize
\caption{Un esempio non funzionante del codice per il controllo di un
evento generato da un segnale.}
\bodydesc{Le prime quattro funzioni ritornano 0 in caso di successo, mentre
\func{sigismember} ritorna 1 se \param{signum} è in \param{set} e 0
altrimenti. In caso di errore tutte ritornano -1, con \var{errno}
- impostata a \macro{EINVAL} (il solo errore possibile è che \param{signum}
+ impostata a \errval{EINVAL} (il solo errore possibile è che \param{signum}
non sia un segnale valido).}
\end{functions}
\bodydesc{La funzione restituisce zero in caso di successo e -1 per un
errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori:
\begin{errlist}
- \item[\macro{EINVAL}] Si è specificato un numero di segnale invalido o si è
- cercato di installare il gestore per \macro{SIGKILL} o
- \macro{SIGSTOP}.
- \item[\macro{EFAULT}] Si sono specificati indirizzi non validi.
+ \item[\errcode{EINVAL}] Si è specificato un numero di segnale invalido o si è
+ cercato di installare il gestore per \const{SIGKILL} o
+ \const{SIGSTOP}.
+ \item[\errcode{EFAULT}] Si sono specificati indirizzi non validi.
\end{errlist}}
\end{prototype}
\secref{fig:sig_sleep_incomplete}. In quel caso infatti se il segnale di
allarme avesse interrotto un altro gestore questo non sarebbe stato
eseguito correttamente; la cosa poteva essere prevenuta installando gli altri
-gestori usando \var{sa\_mask} per bloccare \macro{SIGALRM} durante la
+gestori usando \var{sa\_mask} per bloccare \const{SIGALRM} durante la
loro esecuzione. Il valore di \var{sa\_flag} permette di specificare vari
aspetti del comportamento di \func{sigaction}, e della reazione del processo
ai vari segnali; i valori possibili ed il relativo significato sono riportati
\textbf{Valore} & \textbf{Significato} \\
\hline
\hline
- \macro{SA\_NOCLDSTOP}& Se il segnale è \macro{SIGCHLD} allora non deve
+ \const{SA\_NOCLDSTOP}& Se il segnale è \const{SIGCHLD} allora non deve
essere notificato quando il processo figlio viene
- fermato da uno dei segnali \macro{SIGSTOP},
- \macro{SIGTSTP}, \macro{SIGTTIN} o
- \macro{SIGTTOU}.\\
- \macro{SA\_ONESHOT} & Ristabilisce l'azione per il segnale al valore
+ fermato da uno dei segnali \const{SIGSTOP},
+ \const{SIGTSTP}, \const{SIGTTIN} o
+ \const{SIGTTOU}.\\
+ \const{SA\_ONESHOT} & Ristabilisce l'azione per il segnale al valore
predefinito una volta che il gestore è stato
lanciato, riproduce cioè il comportamento della
semantica inaffidabile.\\
- \macro{SA\_RESETHAND}& Sinonimo di \macro{SA\_ONESHOT}. \\
- \macro{SA\_RESTART} & Riavvia automaticamente le \textit{slow system
+ \const{SA\_RESETHAND}& Sinonimo di \const{SA\_ONESHOT}. \\
+ \const{SA\_RESTART} & Riavvia automaticamente le \textit{slow system
call} quando vengono interrotte dal suddetto
segnale; riproduce cioè il comportamento standard
di BSD.\\
- \macro{SA\_NOMASK} & Evita che il segnale corrente sia bloccato durante
+ \const{SA\_NOMASK} & Evita che il segnale corrente sia bloccato durante
l'esecuzione del gestore.\\
- \macro{SA\_NODEFER} & Sinonimo di \macro{SA\_NOMASK}.\\
- \macro{SA\_SIGINFO} & Deve essere specificato quando si vuole usare un
+ \const{SA\_NODEFER} & Sinonimo di \const{SA\_NOMASK}.\\
+ \const{SA\_SIGINFO} & Deve essere specificato quando si vuole usare un
gestore in forma estesa usando
\var{sa\_sigaction} al posto di \var{sa\_handler}.\\
- \macro{SA\_ONSTACK} & Stabilisce l'uso di uno stack alternativo per
+ \const{SA\_ONSTACK} & Stabilisce l'uso di uno stack alternativo per
l'esecuzione del gestore (vedi
\secref{sec:sig_specific_features}).\\
\hline
ottenere alcune informazioni addizionali usando \var{sa\_handler} con un
secondo parametro addizionale di tipo \var{struct sigcontext}, che adesso è
deprecato.} di utilizzare due forme diverse di gestore, da
-specificare, a seconda dell'uso o meno del flag \macro{SA\_SIGINFO},
+specificare, a seconda dell'uso o meno del flag \const{SA\_SIGINFO},
rispettivamente attraverso i campi \var{sa\_sigaction} o \var{sa\_handler},
(che devono essere usati in maniera alternativa, in certe implementazioni
questi vengono addirittura definiti come \ctyp{union}): la prima è quella
real-time e per tutti quelli inviati tramite \func{kill}, informazioni circa
l'origine del segnale (se generato dal kernel, da un timer, da \func{kill},
ecc.). Alcuni segnali però usano \var{si\_code} per fornire una informazione
-specifica: ad esempio i vari segnali di errore (\macro{SIGFPE},
-\macro{SIGILL}, \macro{SIGBUS} e \macro{SIGSEGV}) lo usano per fornire
+specifica: ad esempio i vari segnali di errore (\const{SIGFPE},
+\const{SIGILL}, \const{SIGBUS} e \const{SIGSEGV}) lo usano per fornire
maggiori dettagli riguardo l'errore (come il tipo di errore aritmetico, di
istruzione illecita o di violazione di memoria) mentre alcuni segnali di
-controllo (\macro{SIGCHLD}, \macro{SIGTRAP} e \macro{SIGPOLL}) forniscono
+controllo (\const{SIGCHLD}, \const{SIGTRAP} e \const{SIGPOLL}) forniscono
altre informazioni speecifiche. In tutti i casi il valore del campo è
riportato attraverso delle costanti (le cui definizioni si trovano
\file{bits/siginfo.h}) il cui elenco dettagliato è disponibile nella pagina di
manuale di di \func{sigaction}.
Il resto della struttura è definito come \ctyp{union} ed i valori
-eventualmente presenti dipendono dal segnale, così \macro{SIGCHLD} ed i
+eventualmente presenti dipendono dal segnale, così \const{SIGCHLD} ed i
segnali real-time (vedi \secref{sec:sig_real_time}) inviati tramite
\func{kill} avvalorano \var{si\_pid} e \var{si\_uid} coi valori corrispondenti
-al processo che ha emesso il segnale, \macro{SIGILL}, \macro{SIGFPE},
-\macro{SIGSEGV} e \macro{SIGBUS} avvalorano \var{si\_addr} con l'indirizzo cui
-è avvenuto l'errore, \macro{SIGIO} (vedi \secref{sec:file_asyncronous_io})
+al processo che ha emesso il segnale, \const{SIGILL}, \const{SIGFPE},
+\const{SIGSEGV} e \const{SIGBUS} avvalorano \var{si\_addr} con l'indirizzo cui
+è avvenuto l'errore, \const{SIGIO} (vedi \secref{sec:file_asyncronous_io})
avvalora \var{si\_fd} con il numero del file descriptor e \var{si\_band} per i
dati urgenti su un socket.
sempre il caso di evitare l'uso di \func{signal} a favore di \func{sigaction}.
\begin{figure}[!htb]
- \footnotesize \centering
- \begin{minipage}[c]{15cm}
- \begin{lstlisting}{}
+ \footnotesize
+ \begin{lstlisting}{}
typedef void SigFunc(int);
inline SigFunc * Signal(int signo, SigFunc *func)
{
return (old_handl.sa_handler);
}
\end{lstlisting}
- \end{minipage}
\normalsize
\caption{Una funzione equivalente a \func{signal} definita attraverso
\func{sigaction}.}
Come spiegato in \secref{sec:sig_semantics} tutti i moderni sistemi unix-like
permettono si bloccare temporaneamente (o di eliminare completamente,
-impostando \macro{SIG\_IGN} come azione) la consegna dei segnali ad un
+impostando \const{SIG\_IGN} come azione) la consegna dei segnali ad un
processo. Questo è fatto specificando la cosiddetta \textsl{maschera dei
segnali} (o \textit{signal mask}) del processo\footnote{nel caso di Linux
essa è mantenuta dal campo \var{blocked} della \var{task\_struct} del
\bodydesc{La funzione restituisce zero in caso di successo e -1 per un
errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori:
\begin{errlist}
- \item[\macro{EINVAL}] Si è specificato un numero di segnale invalido.
- \item[\macro{EFAULT}] Si sono specificati indirizzi non validi.
+ \item[\errcode{EINVAL}] Si è specificato un numero di segnale invalido.
+ \item[\errcode{EFAULT}] Si sono specificati indirizzi non validi.
\end{errlist}}
\end{prototype}
\textbf{Valore} & \textbf{Significato} \\
\hline
\hline
- \macro{SIG\_BLOCK} & L'insieme dei segnali bloccati è l'unione fra
+ \const{SIG\_BLOCK} & L'insieme dei segnali bloccati è l'unione fra
quello specificato e quello corrente.\\
- \macro{SIG\_UNBLOCK} & I segnali specificati in \param{set} sono rimossi
+ \const{SIG\_UNBLOCK} & I segnali specificati in \param{set} sono rimossi
dalla maschera dei segnali, specificare la
cancellazione di un segnale non bloccato è legale.\\
- \macro{SIG\_SETMASK} & La maschera dei segnali è impostata al valore
+ \const{SIG\_SETMASK} & La maschera dei segnali è impostata al valore
specificato da \param{set}.\\
\hline
\end{tabular}
\bodydesc{La funzione restituisce zero in caso di successo e -1 per un
errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori:
\begin{errlist}
- \item[\macro{EINVAL}] Si è specificato un numero di segnale invalido.
- \item[\macro{EFAULT}] Si sono specificati indirizzi non validi.
+ \item[\errcode{EINVAL}] Si è specificato un numero di segnale invalido.
+ \item[\errcode{EFAULT}] Si sono specificati indirizzi non validi.
\end{errlist}}
\end{prototype}
Come esempio dell'uso di queste funzioni proviamo a riscrivere un'altra volta
l'esempio di implementazione di \code{sleep}. Abbiamo accennato in
\secref{sec:sig_sigaction} come con \func{sigaction} sia possibile bloccare
-\macro{SIGALRM} nell'installazione dei gestori degli altri segnali, per
+\const{SIGALRM} nell'installazione dei gestori degli altri segnali, per
poter usare l'implementazione vista in \secref{fig:sig_sleep_incomplete} senza
interferenze. Questo però comporta una precauzione ulteriore al semplice uso
della funzione, vediamo allora come usando la nuova interfaccia è possibile
presenta neanche questa necessità.
\begin{figure}[!htb]
- \footnotesize \centering
- \begin{minipage}[c]{15cm}
+ \footnotesize
\begin{lstlisting}{}
void alarm_hand(int);
unsigned int sleep(unsigned int seconds)
return; /* just return to interrupt sigsuspend */
}
\end{lstlisting}
- \end{minipage}
\normalsize
\caption{Una implementazione completa di \func{sleep}.}
\label{fig:sig_sleep_ok}
programma messo in attesa.
La prima parte della funzione (\texttt{\small 11-15}) provvede ad installare
-l'opportuno gestore per \macro{SIGALRM}, salvando quello originario, che
+l'opportuno gestore per \const{SIGALRM}, salvando quello originario, che
sarà ripristinato alla conclusione della stessa (\texttt{\small 28}); il passo
-successivo è quello di bloccare \macro{SIGALRM} (\texttt{\small 17-19}) per
+successivo è quello di bloccare \const{SIGALRM} (\texttt{\small 17-19}) per
evitare che esso possa essere ricevuto dal processo fra l'esecuzione di
\func{alarm} (\texttt{\small 21}) e la sospensione dello stesso. Nel fare
questo si salva la maschera corrente dei segnali, che sarà ripristinata alla
fine (\texttt{\small 27}), e al contempo si prepara la maschera dei segnali
-\var{sleep\_mask} per riattivare \macro{SIGALRM} all'esecuzione di
+\var{sleep\_mask} per riattivare \const{SIGALRM} all'esecuzione di
\func{sigsuspend}.
In questo modo non sono più possibili race condition\index{race condition}
-dato che \macro{SIGALRM} viene disabilitato con \func{sigprocmask} fino alla
+dato che \const{SIGALRM} viene disabilitato con \func{sigprocmask} fino alla
chiamata di \func{sigsuspend}. Questo metodo è assolutamente generale e può
essere applicato a qualunque altra situazione in cui si deve attendere per un
segnale, i passi sono sempre i seguenti:
\item Usare la funzione \func{sigaltstack} per rendere noto al sistema
l'esistenza e la locazione dello stack alternativo.
\item Quando si installa un gestore occorre usare \func{sigaction}
- specificando il flag \macro{SA\_ONSTACK} (vedi \tabref{tab:sig_sa_flag}) per
+ specificando il flag \const{SA\_ONSTACK} (vedi \tabref{tab:sig_sa_flag}) per
dire al sistema di usare lo stack alternativo durante l'esecuzione del
gestore.
\end{enumerate*}
In genere il primo passo viene effettuato allocando un'opportuna area di
memoria con \code{malloc}; in \file{signal.h} sono definite due costanti,
-\macro{SIGSTKSZ} e \macro{MINSIGSTKSZ}, che possono essere utilizzate per
+\const{SIGSTKSZ} e \const{MINSIGSTKSZ}, che possono essere utilizzate per
allocare una quantità di spazio opportuna, in modo da evitare overflow. La
prima delle due è la dimensione canonica per uno stack di segnali e di norma è
sufficiente per tutti gli usi normali. La seconda è lo spazio che occorre al
errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori:
\begin{errlist}
- \item[\macro{ENOMEM}] La dimensione specificata per il nuovo stack è minore
- di \macro{MINSIGSTKSZ}.
- \item[\macro{EPERM}] Uno degli indirizzi non è valido.
- \item[\macro{EFAULT}] Si è cercato di cambiare lo stack alternativo mentre
+ \item[\errcode{ENOMEM}] La dimensione specificata per il nuovo stack è minore
+ di \const{MINSIGSTKSZ}.
+ \item[\errcode{EPERM}] Uno degli indirizzi non è valido.
+ \item[\errcode{EFAULT}] Si è cercato di cambiare lo stack alternativo mentre
questo è attivo (cioè il processo è in esecuzione su di esso).
- \item[\macro{EINVAL}] \param{ss} non è nullo e \var{ss\_flags} contiene un
- valore diverso da zero che non è \macro{SS\_DISABLE}.
+ \item[\errcode{EINVAL}] \param{ss} non è nullo e \var{ss\_flags} contiene un
+ valore diverso da zero che non è \const{SS\_DISABLE}.
\end{errlist}}
\end{prototype}
inizializzare \var{ss\_sp} e \var{ss\_size} rispettivamente al puntatore e
alla dimensione della memoria allocata, mentre \var{ss\_flags} deve essere
nullo. Se invece si vuole disabilitare uno stack occorre indicare
-\macro{SS\_DISABLE} come valore di \var{ss\_flags} e gli altri valori saranno
+\const{SS\_DISABLE} come valore di \var{ss\_flags} e gli altri valori saranno
ignorati.
Se \param{oss} non è nullo verrà restituito dalla funzione indirizzo e
dimensione dello stack corrente nei relativi campi, mentre \var{ss\_flags}
-potrà assumere il valore \macro{SS\_ONSTACK} se il processo è in esecuzione
+potrà assumere il valore \const{SS\_ONSTACK} se il processo è in esecuzione
sullo stack alternativo (nel qual caso non è possibile cambiarlo) e
-\macro{SS\_DISABLE} se questo non è abilitato.
+\const{SS\_DISABLE} se questo non è abilitato.
In genere si installa uno stack alternativo per i segnali quando si teme di
avere problemi di esaurimento dello stack standard o di superamento di un
limite imposto con chiamata de tipo \code{setrlimit(RLIMIT\_STACK, \&rlim)}.
-In tal caso infatti si avrebbe un segnale di \macro{SIGSEGV}, che potrebbe
+In tal caso infatti si avrebbe un segnale di \const{SIGSEGV}, che potrebbe
essere gestito soltanto avendo abilitato uno stack alternativo.
Si tenga presente che le funzioni chiamate durante l'esecuzione sullo stack
Queste nuove caratteristiche (eccetto l'ultima, che, come visto in
\secref{sec:sig_sigaction}, è parzialmente disponibile anche con i segnali
ordinari) si applicano solo ai nuovi segnali real-time; questi ultimi sono
-accessibili in un range di valori specificati dalle due macro \macro{SIGRTMIN}
-e \macro{SIGRTMAX},\footnote{in Linux di solito il primo valore è 32, ed il
+accessibili in un range di valori specificati dalle due macro \const{SIGRTMIN}
+e \const{SIGRTMAX},\footnote{in Linux di solito il primo valore è 32, ed il
secondo \code{\_NSIG-1}, che di norma è 63, per un totale di 32 segnali
disponibili, contro gli almeno 8 richiesti da POSIX.1b.} che specificano il
numero minimo e massimo associato ad un segnale real-time.
int sival_int;
void *sival_ptr;
}
- \end{lstlisting}
+ \end{lstlisting}
\end{minipage}
\normalsize
\caption{La struttura \type{sigval}, usata dai segnali real time per
\bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di
errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori:
\begin{errlist}
- \item[\macro{EAGAIN}] La coda è esarita, ci sono già \macro{SIGQUEUE\_MAX}
+ \item[\errcode{EAGAIN}] La coda è esarita, ci sono già \const{SIGQUEUE\_MAX}
segnali in attesa si consegna.
- \item[\macro{EPERM}] Non si hanno privilegi appropriati per inviare il
+ \item[\errcode{EPERM}] Non si hanno privilegi appropriati per inviare il
segnale al processo specificato.
- \item[\macro{ESRCH}] Il processo \param{pid} non esiste.
- \item[\macro{EINVAL}] Si è specificato un valore non valido per
+ \item[\errcode{ESRCH}] Il processo \param{pid} non esiste.
+ \item[\errcode{EINVAL}] Si è specificato un valore non valido per
\param{signo}.
\end{errlist}
- ed inoltre \macro{ENOMEM}.}
+ ed inoltre \errval{ENOMEM}.}
\end{prototype}
Il comportamento della funzione è analogo a quello di \func{kill}, ed i
di errore senza inviare nessun segnale.
Se il segnale è bloccato la funzione ritorna immediatamente, se si è
-installato un gestore con \macro{SA\_SIGINFO} e ci sono risorse
+installato un gestore con \const{SA\_SIGINFO} e ci sono risorse
disponibili, vale a dire che c'è posto nella coda\footnote{la profondità della
- coda è indicata dalla costante \macro{SIGQUEUE\_MAX}, una della tante
+ coda è indicata dalla costante \const{SIGQUEUE\_MAX}, una della tante
costanti di sistema definite dallo standard POSIX, che non abbiamo riportato
esplicitamente in \secref{sec:sys_limits}. Il suo valore minimo secondo lo
- standard, \macro{\_POSIX\_SIGQUEUE\_MAX}, è pari a 32.}, esso viene inserito
+ standard, \const{\_POSIX\_SIGQUEUE\_MAX}, è pari a 32.}, esso viene inserito
e diventa pendente; una volta consegnato riporterà nel campo \var{si\_code} di
-\var{siginfo} il valore \macro{SI\_QUEUE} e il campo \var{si\_value} riceverà
+\var{siginfo} il valore \const{SI\_QUEUE} e il campo \var{si\_value} riceverà
quanto inviato con \param{value}. Se invece si è installato un gestore
nella forma classica il segnale sarà generato, ma tutte le caratteristiche
tipiche dei segnali real-time (priorità e coda) saranno perse.
\bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di
errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori:
\begin{errlist}
- \item[\macro{EINTR}] La funzione è stata interrotta.
- \item[\macro{EINVAL}] Si è specificato un valore non valido per
+ \item[\errcode{EINTR}] La funzione è stata interrotta.
+ \item[\errcode{EINVAL}] Si è specificato un valore non valido per
\param{set}.
\end{errlist}
- ed inoltre \macro{EFAULT}.}
+ ed inoltre \errval{EFAULT}.}
\end{prototype}
La funzione estrae dall'insieme dei segnali pendenti uno qualunque dei segnali
errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori già visti per
\func{sigwait}, ai quali si aggiunge, per \func{sigtimedwait}:
\begin{errlist}
- \item[\macro{EAGAIN}] Si è superato il timeout senza che un segnale atteso
+ \item[\errcode{EAGAIN}] Si è superato il timeout senza che un segnale atteso
fosse emmesso.
\end{errlist}
}
(linee \texttt{\small 5--10}), i dati da inviare sulla connessione vengono
presi dallo \file{stdin} usando la funzione \func{fgets} che legge una
linea di testo (terminata da un \texttt{CR} e fino al massimo di
-\macro{MAXLINE} caratteri) e la salva sul buffer di invio, la funzione
+\const{MAXLINE} caratteri) e la salva sul buffer di invio, la funzione
\func{SockWrite} (\texttt{\small 3}) scrive detti dati sul socket (gestendo
l'invio multiplo qualora una singola \func{write} non basti, come spiegato
in \secref{sec:sock_io_behav}).
Tutto questo riguarda la connessione, c'è però da tenere conto dell'effetto
del procedimento di chiusura del processo figlio nel server (si veda quanto
esaminato in \secref{sec:proc_termination}). In questo caso avremo l'invio del
-segnale \macro{SIGCHLD} al padre, ma dato che non si è installato un
+segnale \const{SIGCHLD} al padre, ma dato che non si è installato un
manipolatore e che l'azione predefinita per questo segnale è quella di essere
ignorato, non avendo predisposto la ricezione dello stato di terminazione,
otterremo che il processo figlio entrerà nello stato di zombie (si riveda
spazio nella tabella dei processi e a lungo andare saturerebbero le risorse
del kernel, occorrerà ricevere opportunamente lo stato di terminazione del
processo (si veda \secref{sec:proc_wait}), cosa che faremo utilizzando
-\macro{SIGCHLD} secondo quanto illustrato in \secref{sec:sig_sigchld}.
+\const{SIGCHLD} secondo quanto illustrato in \secref{sec:sig_sigchld}.
La prima modifica al nostro server è pertanto quella di inserire la gestione
della terminazione dei processi figli attraverso l'uso di un manipolatore.
\label{sec:sock_socket}
La creazione di un socket avviene attraverso l'uso della funzione
-\func{socket} questa restituisce un \textit{socket descriptor} (un valore
-intero non negativo) che come gli analoghi file descriptor di file e alle
-pipe serve come riferimento al socket; in sostanza è l'indice nella tabella
-dei file che contiene i puntatori alle opportune strutture usate dal kernel ed
-allocate per ogni processo, (la stessa usata per i files e le pipes [NdA
-verificare!]).
-
-La funzione prende tre parametri, il dominio del socket (che definisce la
-famiglia di protocolli, vedi \secref{sec:sock_domain}), il tipo di socket (che
-definisce lo stile di comunicazione vedi \secref{sec:sock_type}) e il
-protocollo; in genere quest'ultimo è indicato implicitamente dal tipo di
-socket, per cui viene messo a zero (con l'eccezione dei \textit{raw socket}).
-
+\func{socket}; questa restituisce un \textit{file descriptor}\footnote{del
+ tutto analogo a quelli che si ottengono per i file di dati e le pipe,
+ descritti in \secref{sec:file_fd}.} che serve come riferimento al socket; il
+suo protototipo è:
\begin{prototype}{sys/socket.h}{int socket(int domain, int type, int protocol)}
Apre un socket.
- \bodydesc{La funzione restituisce un intero positivo se riesce, e -1 se
- fallisce, in quest'ultimo caso la variabile \var{errno} è impostata con i
- seguenti codici di errore:
-
+ \bodydesc{La funzione restituisce un intero positivo in caso di successo, e
+ -1 in caso di fallimento, nel qual caso la variabile \var{errno} assumerà
+ i valori:
\begin{errlist}
- \item[\macro{EPROTONOSUPPORT}] Il tipo di socket o il protocollo scelto non
+ \item[\errcode{EPROTONOSUPPORT}] Il tipo di socket o il protocollo scelto non
sono supportati nel dominio.
- \item[\macro{ENFILE}] Il kernel non ha memoria sufficiente a creare una
+ \item[\errcode{ENFILE}] Il kernel non ha memoria sufficiente a creare una
nuova struttura per il socket.
- \item[\macro{EMFILE}] Si è ecceduta la tabella dei file.
- \item[\macro{EACCES}] Non si hanno privilegi per creare un socket nel
+ \item[\errcode{EMFILE}] Si è ecceduta la tabella dei file.
+ \item[\errcode{EACCES}] Non si hanno privilegi per creare un socket nel
dominio o con il protocollo specificato.
- \item[\macro{EINVAL}] Protocollo sconosciuto o dominio non disponibile.
- \item[\macro{ENOBUFS}] Non c'è sufficiente memoria per creare il socket (può
- essere anche \macro{ENOMEM}).
+ \item[\errcode{EINVAL}] Protocollo sconosciuto o dominio non disponibile.
+ \item[\errcode{ENOBUFS}] Non c'è sufficiente memoria per creare il socket
+ (può essere anche \errval{ENOMEM}).
\end{errlist}}
\end{prototype}
-Si noti che la creazione del socket non comporta nulla riguardo
-all'indicazione degli indirizzi remoti o locali attraverso i quali si vuole
-effettuare la comunicazione.
+La funzione ha tre argomenti, \param{domain} specifica il dominio del socket
+(definisce cioè la famiglia di protocolli, come vedremo in
+\secref{sec:sock_domain}), \param{type} specifica il tipo di socket (definisce
+cioè lo stile di comunicazione, come vedremo in \secref{sec:sock_type}) e
+\param{protocol} il protocollo; in genere quest'ultimo è indicato
+implicitamente dal tipo di socket, per cui viene messo a zero (con l'eccezione
+dei \textit{raw socket}).
+
+Si noti che la creazione del socket si limita ad allocare le opportune
+strutture nel kernel (sostanzialmente una voce nella \textit{file table}) e
+non comporta nulla riguardo all'indicazione degli indirizzi remoti o locali
+attraverso i quali si vuole effettuare la comunicazione.
\subsection{Il dominio, o \textit{protocol family}}
\label{sec:sock_domain}
\textbf{Nome} & \textbf{Utilizzo} &\textbf{Man page} \\
\hline
\hline
- \macro{PF\_UNIX},
- \macro{PF\_LOCAL} & Local communication & unix(7) \\
- \macro{PF\_INET} & IPv4 Internet protocols & ip(7) \\
- \macro{PF\_INET6} & IPv6 Internet protocols & ipv6(7) \\
- \macro{PF\_IPX} & IPX - Novell protocols & \\
- \macro{PF\_NETLINK}& Kernel user interface device & netlink(7) \\
- \macro{PF\_X25} & ITU-T X.25 / ISO-8208 protocol & x25(7) \\
- \macro{PF\_AX25} & Amateur radio AX.25 protocol & \\
- \macro{PF\_ATMPVC} & Access to raw ATM PVCs & \\
- \macro{PF\_APPLETALK}& Appletalk & ddp(7) \\
- \macro{PF\_PACKET} & Low level packet interface & packet(7) \\
+ \const{PF\_UNIX},
+ \const{PF\_LOCAL} & Local communication & unix(7) \\
+ \const{PF\_INET} & IPv4 Internet protocols & ip(7) \\
+ \const{PF\_INET6} & IPv6 Internet protocols & ipv6(7) \\
+ \const{PF\_IPX} & IPX - Novell protocols & \\
+ \const{PF\_NETLINK}& Kernel user interface device & netlink(7) \\
+ \const{PF\_X25} & ITU-T X.25 / ISO-8208 protocol & x25(7) \\
+ \const{PF\_AX25} & Amateur radio AX.25 protocol & \\
+ \const{PF\_ATMPVC} & Access to raw ATM PVCs & \\
+ \const{PF\_APPLETALK}& Appletalk & ddp(7) \\
+ \const{PF\_PACKET} & Low level packet interface & packet(7) \\
\hline
\end{tabular}
\caption{Famiglie di protocolli definiti in Linux}
\end{table}
Non tutte le famiglie di protocolli sono accessibili dall'utente generico, ad
-esempio in generale tutti i socket di tipo \macro{SOCK\_RAW} possono essere
+esempio in generale tutti i socket di tipo \const{SOCK\_RAW} possono essere
creati solo da processi che hanno i privilegi di root (cioè con userid
-effettivo uguale a zero) o con la capability \macro{CAP\_NET\_RAW}.
+effettivo uguale a zero) o con la capability \texttt{CAP\_NET\_RAW}.
\subsection{Il tipo, o stile}
\file{socket.h}:
\begin{list}{}{}
-\item \macro{SOCK\_STREAM} Provvede un canale di trasmissione dati
+\item \const{SOCK\_STREAM} Provvede un canale di trasmissione dati
bidirezionale, sequenziale e affidabile. Opera su una connessione con un
altro socket. I dati vengono ricevuti e trasmessi come un flusso continuo di
byte (da cui il nome \textit{stream}).
-\item \macro{SOCK\_DGRAM} Viene usato per mandare pacchetti di lunghezza
+\item \const{SOCK\_DGRAM} Viene usato per mandare pacchetti di lunghezza
massima fissata (\textit{datagram}) indirizzati singolarmente, senza
connessione e in maniera non affidabile. È l'opposto del precedente.
-\item \macro{SOCK\_SEQPACKET} Provvede un canale di trasmissione di dati
+\item \const{SOCK\_SEQPACKET} Provvede un canale di trasmissione di dati
bidirezionale, sequenziale e affidabile. Opera su una connessione con un
altro socket. I dati possono solo essere trasmessi e letti per pacchetti (di
dimensione massima fissata).
-\item \macro{SOCK\_RAW} Provvede l'accesso a basso livello ai protocolli di
+\item \const{SOCK\_RAW} Provvede l'accesso a basso livello ai protocolli di
rete e alle varie interfacce. I normali programmi di comunicazione non
devono usarlo.
-\item \macro{SOCK\_RDM} Provvede un canale di trasmissione di pacchetti
+\item \const{SOCK\_RDM} Provvede un canale di trasmissione di pacchetti
affidabile ma in cui non è garantito l'ordine di arrivo dei pacchetti.
-\item \macro{SOCK\_PACKET} Obsoleto, non deve essere usato.
+\item \const{SOCK\_PACKET} Obsoleto, non deve essere usato.
\end{list}
Si tenga presente che non tutte le combinazioni fra una famiglia di protocolli
\footnotesize
\centering
\begin{tabular}{l|c|c|c|c|c|}
- \multicolumn{1}{c}{} &\multicolumn{1}{c}{\macro{SOCK\_STREAM}}&
- \multicolumn{1}{c}{\macro{SOCK\_DGRAM}} &
- \multicolumn{1}{c}{\macro{SOCK\_RAW}} &
- \multicolumn{1}{c}{\macro{SOCK\_PACKET}}&
- \multicolumn{1}{c}{\macro{SOCK\_SEQPACKET}} \\
+ \multicolumn{1}{c}{} &\multicolumn{1}{c}{\const{SOCK\_STREAM}}&
+ \multicolumn{1}{c}{\const{SOCK\_DGRAM}} &
+ \multicolumn{1}{c}{\const{SOCK\_RAW}} &
+ \multicolumn{1}{c}{\const{SOCK\_PACKET}}&
+ \multicolumn{1}{c}{\const{SOCK\_SEQPACKET}} \\
\cline{2-6}
- \macro{PF\_UNIX} & si & si & & & \\
+ \const{PF\_UNIX} & si & si & & & \\
\cline{2-6}
- \macro{PF\_INET} & TCP & UDP & IPv4 & & \\
+ \const{PF\_INET} & TCP & UDP & IPv4 & & \\
\cline{2-6}
- \macro{PF\_INET6} & TCP & UDP & IPv6 & & \\
+ \const{PF\_INET6} & TCP & UDP & IPv6 & & \\
\cline{2-6}
- \macro{PF\_IPX} & & & & & \\
+ \const{PF\_IPX} & & & & & \\
\cline{2-6}
- \macro{PF\_NETLINK} & & si & si & & \\
+ \const{PF\_NETLINK} & & si & si & & \\
\cline{2-6}
- \macro{PF\_X25} & & & & & si \\
+ \const{PF\_X25} & & & & & si \\
\cline{2-6}
- \macro{PF\_AX25} & & & & & \\
+ \const{PF\_AX25} & & & & & \\
\cline{2-6}
- \macro{PF\_ATMPVC} & & & & & \\
+ \const{PF\_ATMPVC} & & & & & \\
\cline{2-6}
- \macro{PF\_APPLETALK} & & si & si & & \\
+ \const{PF\_APPLETALK} & & si & si & & \\
\cline{2-6}
- \macro{PF\_PACKET} & & si & si & & \\
+ \const{PF\_PACKET} & & si & si & & \\
\cline{2-6}
\end{tabular}
\caption{Combinazioni valide di dominio e tipo di protocollo per la
\figref{fig:sock_sa_gen_struct}.
\begin{figure}[!htb]
- \footnotesize
- \begin{lstlisting}[labelstep=0,frame=,indent=1cm]{}
+ \footnotesize \centering
+ \begin{minipage}[c]{15cm}
+ \begin{lstlisting}[labelstep=0]{}%,frame=,indent=1cm]{}
struct sockaddr {
sa_family_t sa_family; /* address family: AF_xxx */
char sa_data[14]; /* address (protocol-specific) */
};
- \end{lstlisting}
+ \end{lstlisting}
+ \end{minipage}
\caption{La struttura generica degli indirizzi dei socket \type{sockaddr}}
\label{fig:sock_sa_gen_struct}
\end{figure}
\begin{table}[!htb]
\centering
+ \footnotesize
\begin{tabular}{|l|l|l|}
\hline
\multicolumn{1}{|c|}{\textbf{Tipo}}&
\subsection{La struttura degli indirizzi IPv4}
\label{sec:sock_sa_ipv4}
-I socket di tipo \macro{PF\_INET} vengono usati per la comunicazione
+I socket di tipo \const{PF\_INET} vengono usati per la comunicazione
attraverso internet; la struttura per gli indirizzi per un socket internet
(IPv4) è definita come \type{sockaddr\_in} nell'header file
\file{netinet/in.h} e secondo le pagine di manuale ha la forma mostrata in
\figref{fig:sock_sa_ipv4_struct}, conforme allo standard POSIX.1g.
\begin{figure}[!htb]
- \footnotesize
- \begin{lstlisting}[labelstep=0,frame=,indent=1cm]{}
+ \footnotesize\centering
+ \begin{minipage}[c]{15cm}
+ \begin{lstlisting}[labelstep=0]{}%,frame=,indent=1cm]{}
struct sockaddr_in {
sa_family_t sin_family; /* address family: AF_INET */
u_int16_t sin_port; /* port in network byte order */
struct in_addr {
u_int32_t s_addr; /* address in network byte order */
};
- \end{lstlisting}
+ \end{lstlisting}
+ \end{minipage}
\caption{La struttura degli indirizzi dei socket internet (IPv4)
\type{sockaddr\_in}.}
\label{fig:sock_sa_ipv4_struct}
specifica il numero di porta (vedi \secref{sec:TCPel_port_num}; i numeri di
porta sotto il 1024 sono chiamati \textsl{riservati} in quanto utilizzati da
servizi standard. Soltanto processi con i privilegi di root (con userid
-effettivo uguale a zero) o con la capability \macro{CAP\_NET\_BIND\_SERVICE}
+effettivo uguale a zero) o con la capability \texttt{CAP\_NET\_BIND\_SERVICE}
possono usare la funzione \func{bind} su queste porte.
Il membro \var{sin\_addr} contiene l'indirizzo internet dell'altro capo
\subsection{La struttura degli indirizzi IPv6}
\label{sec:sock_sa_ipv6}
-Essendo IPv6 un'estensione di IPv4 i socket di tipo \macro{PF\_INET6} sono
+Essendo IPv6 un'estensione di IPv4 i socket di tipo \const{PF\_INET6} sono
sostanzialmente identici ai precedenti; la parte in cui si trovano
praticamente tutte le differenze è quella della struttura degli indirizzi. La
struttura degli indirizzi è definita ancora in \file{netinet/in.h}.
\begin{figure}[!htb]
- \footnotesize
- \begin{lstlisting}[labelstep=0,frame=,indent=1cm]{}
+ \footnotesize \centering
+ \begin{minipage}[c]{15cm}
+ \begin{lstlisting}[labelstep=0]{}%,frame=,indent=1cm]{}
struct sockaddr_in6 {
u_int16_t sin6_family; /* AF_INET6 */
u_int16_t sin6_port; /* port number */
struct in6_addr {
unsigned char s6_addr[16]; /* IPv6 address */
};
- \end{lstlisting}
+ \end{lstlisting}
+ \end{minipage}
\caption{La struttura degli indirizzi dei socket IPv6
\type{sockaddr\_in6}.}
\label{fig:sock_sa_ipv6_struct}
\end{figure}
Il campo \var{sin6\_family} deve essere sempre impostato ad
-\macro{AF\_INET6}, il campo \var{sin6\_port} è analogo a quello di IPv4 e
+\const{AF\_INET6}, il campo \var{sin6\_port} è analogo a quello di IPv4 e
segue le stesse regole; il campo \var{sin6\_flowinfo} è a sua volta diviso
in tre parti di cui i 24 bit inferiori indicano l'etichetta di flusso, i
successivi 4 bit la priorità e gli ultimi 4 sono riservati; questi valori
\subsection{La struttura degli indirizzi locali}
\label{sec:sock_sa_local}
-I socket di tipo \macro{PF\_UNIX} o \macro{PF\_LOCAL} vengono usati per una
+I socket di tipo \const{PF\_UNIX} o \const{PF\_LOCAL} vengono usati per una
comunicazione fra processi che stanno sulla stessa macchina (per vengono
chiamati \textit{local domain} o anche \textit{Unix domain}); essi rispetto ai
precedenti possono essere anche creati in maniera anonima attraverso la
seguente struttura di indirizzi definita nel file di header \file{sys/un.h}.
\begin{figure}[!htb]
- \footnotesize
- \begin{lstlisting}[labelstep=0,frame=,indent=1cm]{}
+ \footnotesize \centering
+ \begin{minipage}[c]{15cm}
+ \begin{lstlisting}[labelstep=0]{}%,frame=,indent=1cm]{}
#define UNIX_PATH_MAX 108
struct sockaddr_un {
sa_family_t sun_family; /* AF_UNIX */
char sun_path[UNIX_PATH_MAX]; /* pathname */
};
- \end{lstlisting}
+ \end{lstlisting}
+ \end{minipage}
\caption{La struttura degli indirizzi dei socket locali
\var{sockaddr\_un}.}
\label{fig:sock_sa_local_struct}
\end{figure}
-In questo caso il campo \var{sun\_family} deve essere \macro{AF\_UNIX},
+In questo caso il campo \var{sun\_family} deve essere \const{AF\_UNIX},
mentre il campo \var{sun\_path} deve specificare un indirizzo; questo ha
due forme un file (di tipo socket) nel filesystem o una stringa univoca
(tenuta in uno spazio di nomi astratto). Nel primo caso l'indirizzo viene
tener conto automaticamente della possibile differenza fra l'ordinamento usato
sul computer e quello che viene usato nelle trasmissione sulla rete; queste
funzioni sono:
-\begin{prototype}{netinet/in.h}
-{unsigned long int htonl(unsigned long int hostlong)}
+\begin{functions}
+ \headdecl{netinet/in.h}
+ \funcdecl{unsigned long int htonl(unsigned long int hostlong)}
Converte l'intero a 32 bit \var{hostlong} dal formato della macchina a
quello della rete.
-\end{prototype}
-\begin{prototype}{netinet/in.h}
-{unsigned short int htons(unsigned short int hostshort)}
+
+ \funcdecl{unsigned short int htons(unsigned short int hostshort)}
Converte l'intero a 16 bit \var{hostshort} dal formato della macchina a
quello della rete.
-\end{prototype}
-\begin{prototype}{netinet/in.h}
-{unsigned long int ntonl(unsigned long int netlong)}
+
+ \funcdecl{unsigned long int ntonl(unsigned long int netlong)}
Converte l'intero a 32 bit \var{netlong} dal formato della rete a quello
della macchina.
-\end{prototype}
-\begin{prototype}{netinet/in.h}
-{unsigned sort int ntons(unsigned short int netshort)}
+
+ \funcdecl{unsigned sort int ntons(unsigned short int netshort)}
Converte l'intero a 16 bit \var{netshort} dal formato della rete a quello
della macchina.
-\end{prototype}
+
+ \bodydesc{Tutte le funzioni restituiscono il valore convertito, e non hanno
+ errori.}
+\end{functions}
+
I nomi sono assegnati usando la lettera \texttt{n} come mnemonico per indicare
l'ordinamento usato sulla rete (da \textit{network order}) e la lettera
\texttt{h} come mnemonico per l'ordinamento usato sulla macchina locale (da
memorizzare all'indirizzo puntato da \var{dest}, restituendo 0 in caso di
successo e 1 in caso di fallimento (è espressa in questa forma in modo da
poterla usare direttamente con il puntatore usato per passare la struttura
- degli indirizzi). Se usata con \var{dest} inizializzato a \macro{NULL}
+ degli indirizzi). Se usata con \var{dest} inizializzato a \val{NULL}
effettua la validazione dell'indirizzo.
\end{prototype}
\begin{prototype}{arpa/inet.h}{in\_addr\_t inet\_addr(const char *strptr)}
Restituisce l'indirizzo a 32 bit in network order a partire dalla stringa
passata come parametro, in caso di errore restituisce il valore
- \macro{INADDR\_NONE} che tipicamente sono trentadue bit a uno; questo
+ \const{INADDR\_NONE} che tipicamente sono trentadue bit a uno; questo
comporta che la stringa \texttt{255.255.255.255}, che pure è un indirizzo
valido, non può essere usata con questa funzione; per questo motivo essa è
generalmente deprecata in favore della precedente.
% \end{figure}
Entrambe le funzioni accettano l'argomento \param{af} che indica il tipo di
-indirizzo e può essere \macro{AF\_INET} o \macro{AF\_INET6}. Se la famiglia
-indicata non è valida entrambe le funzioni impostano la variabile \var{errno}
-al valore \macro{EAFNOSUPPORT}. I prototipi delle suddette funzioni sono i
-seguenti:
+indirizzo e può essere soltanto \const{AF\_INET} o \const{AF\_INET6}. I
+prototipi delle suddette funzioni sono i seguenti:
\begin{prototype}{sys/socket.h}
- {int inet\_pton(int af, const char *src, void *addr\_ptr)} Converte la
- stringa puntata da \var{src} nell'indirizzo IP da memorizzare
- all'indirizzo puntato da \var{addr\_ptr}, la funzione restituisce un
- valore positivo in caso di successo, e zero se la stringa non rappresenta un
- indirizzo valido, e negativo se \var{af} specifica una famiglia di indirizzi
- non valida.
+{int inet\_pton(int af, const char *src, void *addr\_ptr)}
+
+ Converte l'indirizzo espresso tramite una stringa nel valore numerico.
+
+ \bodydesc{La funzione restituisce un valore negativo se \var{af} specifica
+ una famiglia di indirizzi non valida, settando \var{errno} a
+ \errcode{EAFNOSUPPORT}, un valore nullo se \param{src} non rappresenta un
+ indirizzo valido, ed un valore positivo in caso di successo.}
\end{prototype}
+
+La funzione converte la stringa indicata tramite \param{src} nel valore
+numerico dell'indirizzo IP del tipo specificato da \param{af} che viene
+memorizzato all'indirizzo puntato da \var{addr\_ptr}, la funzione restituisce
+un valore positivo in caso di successo, e zero se la stringa non rappresenta
+un indirizzo valido, e negativo se \var{af} specifica una famiglia di
+indirizzi non valida.
+
+
\begin{prototype}{sys/socket.h}
{char *inet\_ntop(int af, const void *addr\_ptr, char *dest, size\_t len)}
Converte la struttura dell'indirizzo puntata da \var{addr\_ptr} in una
stringa che viene copiata nel buffer puntato dall'indirizzo \var{dest};
questo deve essere preallocato dall'utente e la lunghezza deve essere almeno
- \macro{INET\_ADDRSTRLEN} in caso di indirizzi IPv4 e
- \macro{INET6\_ADDRSTRLEN} per indirizzi IPv6; la lunghezza del buffer deve
+ \const{INET\_ADDRSTRLEN} in caso di indirizzi IPv4 e
+ \const{INET6\_ADDRSTRLEN} per indirizzi IPv6; la lunghezza del buffer deve
comunque venire specificata attraverso il parametro \var{len}.
\bodydesc{La funzione restituisce un puntatore non nullo a \var{dest} in
caso di successo e un puntatore nullo in caso di fallimento, in
quest'ultimo caso viene impostata la variabile \var{errno} con il valore
- \macro{ENOSPC} in caso le dimensioni dell'indirizzo eccedano la lunghezza
- specificata da \var{len} o \macro{ENOAFSUPPORT} in caso \var{af} non sia
+ \errval{ENOSPC} in caso le dimensioni dell'indirizzo eccedano la lunghezza
+ specificata da \var{len} o \errval{ENOAFSUPPORT} in caso \var{af} non sia
una famiglia di indirizzi valida.}
\end{prototype}
Come si può notare le funzioni ripetono la lettura/scrittura in un ciclo fino
all'esaurimento del numero di byte richiesti, in caso di errore viene
-controllato se questo è \macro{EINTR} (cioè un'interruzione della system call
+controllato se questo è \errcode{EINTR} (cioè un'interruzione della system call
dovuta ad un segnale), nel qual caso l'accesso viene ripetuto, altrimenti
l'errore viene ritornato interrompendo il ciclo.
\capref{sec:proc_opt_handling}).
Il primo passo (\texttt{\small 14--18}) è creare un \textit{socket} IPv4
-(\macro{AF\_INET}), di tipo TCP \macro{SOCK\_STREAM}. La funzione
-\macro{socket} ritorna il descrittore che viene usato per identificare il
+(\const{AF\_INET}), di tipo TCP \const{SOCK\_STREAM}. La funzione
+\const{socket} ritorna il descrittore che viene usato per identificare il
socket in tutte le chiamate successive. Nel caso la chiamata fallisca si
stampa un errore con la relativa routine e si esce.
La creazione del socket (\texttt{\small 22--26}) è analoga al caso precedente,
come pure l'inizializzazione della struttura \type{sockaddr\_in}, anche in
questo caso si usa la porta standard del servizio daytime, ma come indirizzo
-IP si il valore predefinito \macro{INET\_ANY} che corrisponde ad un indirizzo
+IP si il valore predefinito \const{INET\_ANY} che corrisponde ad un indirizzo
generico (\texttt{\small 27--31}).
Si effettua poi (\texttt{\small 32--36}) la chiamata alla funzione
\footnotesize
\begin{tabular}[c]{|l|r|l|}
\hline
- \textbf{Macro}&\textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\
+ \textbf{Costante}&\textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\
\hline
\hline
\const{MB\_LEN\_MAX}& 16 & massima dimensione di un
\footnotesize
\begin{tabular}[c]{|l|r|l|}
\hline
- \textbf{Macro}&\textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\
+ \textbf{Costante}&\textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\
\hline
\hline
\const{LLONG\_MAX}& 9223372036854775807& massimo di \ctyp{long long}\\
\footnotesize
\begin{tabular}[c]{|l|r|p{8cm}|}
\hline
- \textbf{Macro}&\textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\
+ \textbf{Costante}&\textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\
\hline
\hline
\const{ARG\_MAX} &131072& dimensione massima degli argomenti
\footnotesize
\begin{tabular}[c]{|l|r|p{8cm}|}
\hline
- \textbf{Macro}&\textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\
+ \textbf{Costante}&\textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\
\hline
\hline
\const{\_POSIX\_ARG\_MAX} & 4096& dimensione massima degli argomenti
\textbf{Macro}&\textbf{Significato}\\
\hline
\hline
- \const{\_POSIX\_JOB\_CONTROL}& il sistema supporta il
+ \macro{\_POSIX\_JOB\_CONTROL}& il sistema supporta il
\textit{job control} (vedi
\secref{sec:sess_job_control}).\\
- \const{\_POSIX\_SAVED\_IDS} & il sistema supporta gli identificatori del
+ \macro{\_POSIX\_SAVED\_IDS} & il sistema supporta gli identificatori del
gruppo \textit{saved} (vedi
\secref{sec:proc_access_id})
per il controllo di accesso dei processi\\
\texttt{\_SC\_CLK\_TCK}& \const{CLK\_TCK} &
Il numero di \textit{clock tick} al secondo, cioè l'unità di misura del
\textit{process time} (vedi \secref{sec:sys_unix_time}).\\
- \texttt{\_SC\_JOB\_CONTROL}&\const{\_POSIX\_JOB\_CONTROL}&
+ \texttt{\_SC\_JOB\_CONTROL}&\macro{\_POSIX\_JOB\_CONTROL}&
Indica se è supportato il \textit{job control} (vedi
\secref{sec:sess_job_control}) in stile POSIX.\\
- \texttt{\_SC\_SAVED\_IDS}&\const{\_POSIX\_SAVED\_IDS}&
+ \texttt{\_SC\_SAVED\_IDS}&\macro{\_POSIX\_SAVED\_IDS}&
Indica se il sistema supporta i \textit{saved id} (vedi
\secref{sec:proc_access_id}).\\
\texttt{\_SC\_VERSION}& \const{\_POSIX\_VERSION} &
\footnotesize
\begin{tabular}[c]{|l|r|l|}
\hline
- \textbf{Macro}&\textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\
+ \textbf{Costante}&\textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\
\hline
\hline
\const{LINK\_MAX} &8 & numero massimo di link a un file\\
del terminale (vedi \secref{sec:term_design}).\\
\hline
\end{tabular}
- \caption{Macro per i limiti sulle caratteristiche dei file.}
+ \caption{Costanti per i limiti sulle caratteristiche dei file.}
\label{tab:sys_file_macro}
\end{table}
% \const{\_POSIX\_DELAYTIMER\_MAX}& 32 & \\
\hline
\end{tabular}
- \caption{Macro dei valori minimi delle caratteristiche dei file per la
+ \caption{Costanti dei valori minimi delle caratteristiche dei file per la
conformità allo standard POSIX.1.}
\label{tab:sys_posix1_file}
\end{table}
Restituisce informazioni sul sistema nella struttura \param{info}.
\bodydesc{La funzione ritorna 0 in caso di successo e -1 in caso di
- fallimento, nel qual caso \var{errno} assumerà il valore \const{EFAULT}.}
+ fallimento, nel qual caso \var{errno} assumerà il valore \errval{EFAULT}.}
\end{prototype}
La funzione, che viene usata dal comando \cmd{uname}, restituisce le
\end{itemize*}
l'ultima informazione è stata aggiunta di recente e non è prevista dallo
standard POSIX, essa è accessibile, come mostrato in \figref{fig:sys_utsname},
-solo definendo \const{\_GNU\_SOURCE}.
+solo definendo \macro{\_GNU\_SOURCE}.
\begin{figure}[!htb]
\footnotesize \centering
quando non si è specificato sufficiente spazio per ricevere il valore di un
parametro.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{EFAULT}.
+ ed inoltre \errval{EFAULT}.
}
\end{functions}
sbagliato.
\item[\errcode{EMFILE}] la tabella dei device \textit{dummy} è piena.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{ENOTDIR}, \const{EFAULT}, \const{ENOMEM},
- \const{ENAMETOOLONG}, \const{ENOENT} o \const{ELOOP}.}
+ ed inoltre \errval{ENOTDIR}, \errval{EFAULT}, \errval{ENOMEM},
+ \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOENT} o \errval{ELOOP}.}
\end{prototype}
La funzione monta sulla directory \param{target}, detta \textit{mount point},
\item[\errcode{EBUSY}] \param{target} è la directory di lavoro di qualche
processo, o contiene dei file aperti, o un altro mount point.
\end{errlist}
- ed inoltre \const{ENOTDIR}, \const{EFAULT}, \const{ENOMEM},
- \const{ENAMETOOLONG}, \const{ENOENT} o \const{ELOOP}.}
+ ed inoltre \errval{ENOTDIR}, \errval{EFAULT}, \errval{ENOMEM},
+ \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOENT} o \errval{ELOOP}.}
\end{prototype}
\noindent la funzione prende il nome della directory su cui il filesystem è
montato e non il file o il dispositivo che è stato montato,\footnote{questo è
\item[\errcode{ENOSYS}] il filesystem su cui si trova il file specificato non
supporta la funzione.
\end{errlist}
- e \const{EFAULT} ed \const{EIO} per entrambe, \const{EBADF} per
- \func{fstatfs}, \const{ENOTDIR}, \const{ENAMETOOLONG}, \const{ENOENT},
- \const{EACCES}, \const{ELOOP} per \func{statfs}.}
+ e \errval{EFAULT} ed \errval{EIO} per entrambe, \errval{EBADF} per
+ \func{fstatfs}, \errval{ENOTDIR}, \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOENT},
+ \errval{EACCES}, \errval{ELOOP} per \func{statfs}.}
\end{functions}
Queste funzioni permettono di ottenere una serie di informazioni generali
\centering
\begin{tabular}[c]{|l|p{8cm}|}
\hline
- \textbf{Funzione} & \textbf{Significato}\\
+ \textbf{Valore} & \textbf{Significato}\\
\hline
\hline
\const{EMPTY} & Non contiene informazioni valide. \\
\bodydesc{La funzione ritorna 0 in caso di successo e -1 in caso di errore,
- nel qual caso \var{errno} può essere \const{EINVAL} o \const{EFAULT}.}
+ nel qual caso \var{errno} può essere \errval{EINVAL} o \errval{EFAULT}.}
\end{functions}
L'argomento \param{who} permette di specificare il processo di cui si vuole
\item[\errcode{EPERM}] Un processo senza i privilegi di amministratore ha
cercato di innalzare i propri limiti.
\end{errlist}
- ed \const{EFAULT}.}
+ ed \errval{EFAULT}.}
\end{functions}
Entrambe le funzioni permettono di specificare su quale risorsa si vuole
Legge il valore corrente del \textit{calendar time}.
\bodydesc{La funzione ritorna il valore del \textit{calendar time} in caso
- di successo e -1 in caso di errore, che può essere solo \const{EFAULT}.}
+ di successo e -1 in caso di errore, che può essere solo \errval{EFAULT}.}
\end{prototype}
\noindent dove \param{t}, se non nullo, deve essere l'indirizzo di una
variabile su cui duplicare il valore di ritorno.
Imposta a \param{t} il valore corrente del \textit{calendar time}.
\bodydesc{La funzione ritorna 0 in caso di successo e -1 in caso di errore,
- che può essere \const{EFAULT} o \const{EPERM}.}
+ che può essere \errval{EFAULT} o \errval{EPERM}.}
\end{prototype}
\noindent dato che modificare l'ora ha un impatto su tutto il sistema
il cambiamento dell'orologio è una operazione privilegiata e questa funzione
\bodydesc{Entrambe le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in
caso di errore, nel qual caso \var{errno} può assumere i valori
- \const{EINVAL} \const{EFAULT} e per \func{settimeofday} anche
- \const{EPERM}.}
+ \errval{EINVAL} \errval{EFAULT} e per \func{settimeofday} anche
+ \errval{EPERM}.}
\end{functions}
Queste funzioni utilizzano una struttura di tipo \var{timeval}, la cui
\bodydesc{La funzione restituisce lo stato dell'orologio (un valore $>0$) in
caso di successo e -1 in caso di errore, nel qual caso \var{errno}
- assumerà i valori \const{EFAULT}, \const{EINVAL} ed \const{EPERM}.}
+ assumerà i valori \errval{EFAULT}, \errval{EINVAL} ed \errval{EPERM}.}
\end{prototype}
La funzione richiede una struttura di tipo \var{timex}, la cui definizione,
dati naturali (ora e data), dato che essa consente anche di trattare la
gestione del fuso orario e dell'ora legale.\footnote{in realtà i due campi
\var{tm\_gmtoff} e \var{tm\_zone} sono estensioni previste da BSD e dalle
- \acr{glibc}, che, quando è definita \const{\_BSD\_SOURCE}, hanno la forma in
+ \acr{glibc}, che, quando è definita \macro{\_BSD\_SOURCE}, hanno la forma in
\figref{fig:sys_tm_struct}.}
Le funzioni per la gestione del \textit{broken-down time} sono varie e vanno
\bodydesc{La funzione ritorna il puntatore alla stringa col messaggio di
errore in caso di successo e \val{null} in caso di errore, nel qual caso
- \var{errno} assumerà il valore \const{EINVAL} se si è specificato un
+ \var{errno} assumerà il valore \errval{EINVAL} se si è specificato un
numero di errore non valido.}
\end{prototype}
nel caso si specifichi un codice sbagliato verrà restituito un messaggio di
errore sconosciuto, e la funzione restituirà come errore \errcode{EINVAL}. La
funzione tiene conto del valore della variabile di ambiente
-\const{LC\_MESSAGES} per usare eventuali traduzioni dei messaggi d'errore
+\val{LC\_MESSAGES} per usare eventuali traduzioni dei messaggi d'errore
nella localizzazione presente.
La funzione utilizza una stringa statica che non deve essere modificata dal
(compreso il terminatore) \param{size}.
\bodydesc{La funzione restituisce il puntatore alla stringa; in caso di
- errore \var{errno} oltre a \const{EINVAL} può assumere anche il valore
- \const{ERANGE} per indicare che non c'è sufficiente memoria per contenere
+ errore \var{errno} oltre a \errval{EINVAL} può assumere anche il valore
+ \errval{ERANGE} per indicare che non c'è sufficiente memoria per contenere
la stringa di descrizione.}
\end{prototype}
\noindent