\end{table}
Il primo punto da tenere presente è la differenza fra il cosiddetto tempo di
-modifica (il \textit{modification time} \var{st\_mtime}) e il tempo di
-cambiamento di stato (il \textit{change time} \var{st\_ctime}). Il primo
+modifica (il \textit{modification time}, \var{st\_mtime}) e il tempo di
+cambiamento di stato (il \textit{change time}, \var{st\_ctime}). Il primo
infatti fa riferimento ad una modifica del contenuto di un file, mentre il
secondo ad una modifica \itindex{inode} dell'\textit{inode}; siccome esistono
molte operazioni (come la funzione \func{link} e molte altre che vedremo in
nell'\textit{inode} senza toccare il contenuto del file, diventa necessario
l'utilizzo di un altro tempo.
-Il sistema non tiene conto dell'ultimo accesso \itindex{inode}
-all'\textit{inode}, pertanto funzioni come \func{access} o \func{stat} non
-hanno alcuna influenza sui tre tempi. Il tempo di ultimo accesso (ai dati)
-viene di solito usato per cancellare i file che non servono più dopo un certo
-lasso di tempo (ad esempio il programma \cmd{leafnode} cancella i vecchi
-articoli sulla base di questo tempo).
+Il tempo di ultima modifica viene usato ad esempio da programmi come
+\cmd{make} per decidere quali file necessitano di essere ricompilati o
+(talvolta insieme anche al tempo di cambiamento di stato) per decidere quali
+file devono essere archiviati per il backup. Il tempo di ultimo accesso viene
+di solito usato per identificare i file che non vengono più utilizzati per un
+certo lasso di tempo. Ad esempio un programma come \texttt{leafnode} lo usa
+per cancellare gli articoli letti più vecchi, mentre \texttt{mutt} lo usa per
+marcare i messaggi di posta che risultano letti. Il sistema non tiene conto
+dell'ultimo accesso \itindex{inode} all'\textit{inode}, pertanto funzioni come
+\func{access} o \func{stat} non hanno alcuna influenza sui tre tempi. Il
+comando \cmd{ls} (quando usato con le opzioni \cmd{-l} o \cmd{-t}) mostra i
+tempi dei file secondo lo schema riportato nell'ultima colonna di
+tab.~\ref{tab:file_file_times}.
+
+L'aggiornamento del tempo di ultimo accesso è stato a lungo considerato un
+difetto progettuale di Unix, questo infatti comporta la necessità di
+effettuare un accesso in scrittura sul disco anche in tutti i casi in cui
+questa informazione non interessa e sarebbe possibile avere un semplice
+accesso in lettura sui dati bufferizzati. Questo comporta un ovvio costo sia
+in termini di prestazioni, che di consumo di risorse come la batteria per i
+portatili, o cicli di riscrittura per i dischi su memorie riscrivibili.
+
+Per questo motivo, onde evitare di mantenere una informazione che nella
+maggior parte dei casi non interessa, è sempre stato possibile disabilitare
+l'aggiornamento del tempo di ultimo accesso con l'opzione di montaggio
+\texttt{noatime}. Dato però che questo può creare problemi a qualche
+programma, in Linux è stata introdotta la opzione \texttt{relatime} che esegue
+l'aggiornamnto soltanto se il tempo di ultimo accesso è precedente al tempo di
+ultima modifica o cambiamneto, così da rendere evidente che vi è stato un
+accesso dopo la scrittura, ed evitando al contempo ulteriori operazioni su
+disco negli accessi successivi. In questo modo l'informazione relativa al
+fatto che un file sia stato letto resta disponibile, e ad esempio i programmi
+citati in precedenza continuano a funzionare. Questa opzione, a partire dal
+kernel 2.6.30, è diventata il comportamento di default e non deve più essere
+specificata esplicitamente.\footnote{si può comunque riottere il vecchio
+ comportamento usando la opzione di montaggio \texttt{strictatime}.}
+
+L'effetto delle varie funzioni di manipolazione dei file sui relativi tempi è
+illustrato in tab.~\ref{tab:file_times_effects}, facendo riferimento al
+comportamento classico per quanto riguarda \var{st\_atime}. Si sono riportati
+gli effetti sia per il file a cui si fa riferimento, sia per la directory che
+lo contiene; questi ultimi possono essere capiti se si tiene conto di quanto
+già detto, e cioè che anche le directory sono file (che contengono una lista
+di nomi) che il sistema tratta in maniera del tutto analoga a tutti gli altri.
\begin{table}[htb]
\centering
\label{tab:file_times_effects}
\end{table}
-
-Il tempo di ultima modifica invece viene usato da \cmd{make} per decidere
-quali file necessitano di essere ricompilati o (talvolta insieme anche al
-tempo di cambiamento di stato) per decidere quali file devono essere
-archiviati per il backup. Il comando \cmd{ls} (quando usato con le opzioni
-\cmd{-l} o \cmd{-t}) mostra i tempi dei file secondo lo schema riportato
-nell'ultima colonna di tab.~\ref{tab:file_file_times}.
-
-L'effetto delle varie funzioni di manipolazione dei file sui tempi è
-illustrato in tab.~\ref{tab:file_times_effects}. Si sono riportati gli effetti
-sia per il file a cui si fa riferimento, sia per la directory che lo contiene;
-questi ultimi possono essere capiti se si tiene conto di quanto già detto, e
-cioè che anche le directory sono file (che contengono una lista di nomi) che
-il sistema tratta in maniera del tutto analoga a tutti gli altri.
-
Per questo motivo tutte le volte che compiremo un'operazione su un file che
comporta una modifica del nome contenuto nella directory, andremo anche a
scrivere sulla directory che lo contiene cambiandone il tempo di modifica. Un
esplicitamente i tempi (ad esempio con l'opzione \cmd{-p} di \cmd{cp}) esso
avrà sempre il tempo corrente come data di ultima modifica.
-I tempi di ultimo accesso e modifica possono essere cambiati usando la
-funzione \funcd{utime}, il cui prototipo è:
+I tempi di ultimo accesso e modifica possono essere modificati esplicitamente
+usando la funzione \funcd{utime}, il cui prototipo è:
\begin{prototype}{utime.h}
{int utime(const char *filename, struct utimbuf *times)}
volte che si modifica \itindex{inode} l'\textit{inode} (quindi anche alla
chiamata di \func{utime}). Questo serve anche come misura di sicurezza per
evitare che si possa modificare un file nascondendo completamente le proprie
-tracce. In realtà la cosa resta possibile, se si è in grado di accedere al
+tracce. In realtà la cosa resta possibile, se si è in grado di accedere al
file di dispositivo, scrivendo direttamente sul disco senza passare attraverso
il filesystem, ma ovviamente in questo modo la cosa è molto più complicata da
realizzare.
-Infine a partire dal kernel 2.6 la risoluzione dei tempi dei file, che nei
-campi di tab.~\ref{tab:file_file_times} è espressa in secondi, è stata
-portata ai nanosecondi per la gran parte dei filesystem. La ulteriore
-informazione può essere acceduta attraverso altri campi; se si sono definite
-le macro \macro{\_BSD\_SOURCE} o \macro{\_SVID\_SOURCE} questi sono
-\var{st\_atim.tv\_nsec}, \var{st\_mtim.tv\_nsec} e \var{st\_ctim.tv\_nsec} se
-queste non sono definite, \var{st\_atimensec}, \var{st\_mtimensec} e
-\var{st\_mtimensec}. Qualora il supporto per questa maggior precisione sia
-assente questi campi aggiuntivi saranno nulli.
+A partire dal kernel 2.6 la risoluzione dei tempi dei file, che nei campi di
+tab.~\ref{tab:file_file_times} è espressa in secondi, è stata portata ai
+nanosecondi per la gran parte dei filesystem. La ulteriore informazione può
+essere acceduta attraverso altri campi appositamente aggiunti alla struttura
+\struct{stat}. Se si sono definite le macro \macro{\_BSD\_SOURCE} o
+\macro{\_SVID\_SOURCE} questi sono \var{st\_atim.tv\_nsec},
+\var{st\_mtim.tv\_nsec} e \var{st\_ctim.tv\_nsec} se queste non sono definite,
+\var{st\_atimensec}, \var{st\_mtimensec} e \var{st\_mtimensec}. Qualora il
+supporto per questa maggior precisione sia assente questi campi aggiuntivi
+saranno nulli.
+
+Per la gestione di questi nuovi valori è stata definita una seconda funzione
+di modifica, \funcd{utimes}, che consente di specificare tempi con maggior
+precisione; il suo prototipo è:
+\begin{prototype}{utime.h}
+{int utimes(const char *filename, struct timeval times[2])}
+
+Cambia i tempi di ultimo accesso e modifica \itindex{inode}
+dell'\textit{inode} specificato da \param{filename} secondo i valori
+specificati da \param{times}. Se questo è \val{NULL} allora viene usato il
+tempo corrente.
+
+\bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di
+ errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori:
+ \begin{errlist}
+ \item[\errcode{EACCES}] non si ha il permesso di scrittura sul file.
+ \item[\errcode{ENOENT}] \param{filename} non esiste.
+ \end{errlist}}
+\end{prototype}
+
+La funzione usa
%TODO documentare utimes