\textit{sibling}, questa è una delle relazioni usate nel \textsl{controllo di
sessione}, in cui si raggruppano i processi creati su uno stesso terminale,
o relativi allo stesso login. Torneremo su questo argomento in dettaglio in
-\secref{cap:session}, dove esamineremo i vari identificativi associati ad un
-processo e le varie relazioni fra processi utilizzate per definire una
+\secref{cap:session}, dove esamineremo gli altri identificativi associati ad
+un processo e le varie relazioni fra processi utilizzate per definire una
sessione.
+Oltre al \acr{pid} e al \acr{ppid}, e a quelli usati per il controllo di
+sessione, ad ogni processo sono associati altri identificatori, usati per il
+controllo di accesso, che servono per determinare se il processo può o meno
+eseguire le operazioni richieste, a seconda dei privilegi e dell'identità di
+chi lo ha posto in esecuzione; su questi torneremo in dettaglii più avanti in
+\secref{sec:proc_perm}.
+
\subsection{La funzione \func{fork}}
\label{sec:proc_fork}
\item gli identificatori per il controllo di accesso: il \textit{real user
id}, il \textit{real group id}, l'\textit{effective user id},
l'\textit{effective group id} e i \textit{supplementary group id} (vedi
- \secref{tab:proc_uid_gid}).
+ \secref{sec:proc_user_group}).
\item gli identificatori per il controllo di sessione: il \textit{process
- group id} e il \textit{session id} e il terminale di controllo.
-\item i flag \acr{suid} e \acr{sgid} (vedi \secref{sec:file_suid_sgid}).
+ group id} e il \textit{session id} e il terminale di controllo (vedi
+ \secref{sec:sess_xxx} e \secref{sec:sess_xxx}).
+\item i flag di \acr{suid} e \acr{sgid} (vedi \secref{sec:file_suid_sgid}).
\item la directory di lavoro e la directory radice (vedi
\secref{sec:file_work_dir}).
\item la maschera dei permessi di creazione (vedi \secref{sec:file_umask}).
sono mantenuti sono: \var{ru\_utime}, \var{ru\_stime}, \var{ru\_minflt},
\var{ru\_majflt}, e \var{ru\_nswap}.
+
\subsection{Le funzioni \texttt{exec}}
\label{sec:proc_exec}
\label{fig:proc_exec_relat}
\end{figure}
-
La terza differenza è come viene passata la lista delle variabili di ambiente.
Con lo mnemonico \func{e} vengono indicate quelle funzioni che necessitano di
un vettore di parametri \var{envp[]} analogo a quello usato per gli argomenti
Dato che tutte le operazioni del sistema vengono compiute dai processi, è
evidente che per poter implementare un controllo sulle operazioni occorre
-anche poter identificare chi ha lanciato un certo processo, che pertanto è
-associato anch'esso ad un utente e a un gruppo. Un semplice controllo di una
-corrispondenza fra identificativi però non garantisce sufficiente flessibilità
-per tutti quei casi in cui è necessario poter disporre di privilegi diversi, o
-dover impersonare un altro utente per un limitato insieme di operazioni.
+anche poter identificare chi ha lanciato un certo processo, e pertanto anche a
+ciascuno di essi è associato un utente e a un gruppo. Un semplice controllo di
+una corrispondenza fra identificativi però non garantisce sufficiente
+flessibilità per tutti quei casi in cui è necessario poter disporre di
+privilegi diversi, o dover impersonare un altro utente per un limitato insieme
+di operazioni.
-Per questo motivo in generale
+Per questo motivo in generale tutti i processi hanno almeno due gruppi di
+identificatori, chiamati rispettivamente \textsl{reale} e \textsl{effettivo}.
+Al primo gruppo appartengono il \textit{real user ID} e il \textit{real group
+ ID}, che vengono settati al login ai valori corrispondenti all'utente con
+cui si accede al sistema (e relativo gruppo di default), questi normalmente
+non vengono mai cambiati.
-questo può essere fatto
-in vari modi (ad
+Al secondo gruppo appartengono l'\textit{effective user ID} e
+l'\textit{effective group ID} che sono gli identificatori usati nella
+verifiche dei permessi, (ad esempio, come vedremo in
+\secref{sec:file_perm_overview} vengono usati nel controllo di accesso ai
+file).
-Ad ogni processo è associato un certo numero di identificatori, il cui elenco
-è riportato \ntab, in genere questi derivano direttamente dall'utente che ha
-lanciato il processo; in \secref{sec:file_perm_overview} abbiamo visto come
-ogni file appartenga ad un utente e ad un gruppo e che il controllo di accesso
-viene eseguito sulla base di uno di questi identificatori, l'\textit{effective uid}
+Questi normalmente sono identici ai corrispondenti del gruppo reale tranne nel
+caso in cui (come abbiamo accennato in \secref{sec:proc_exec}) il programma
+che si è posto in esecuzione abbia i bit \acr{suid} o \acr{sgid} settati (su
+questo torneremo in maggior dettagli in \secref{sec:file_suid_sgid}) nel qual
+caso essi saranno settati all'utente e al gruppo proprietari del file.
-, e vengono
-usati sia per il controllo di accesso ai file che per la gestione dei
-privilegi associati ai processi stessi.
-In \secref{sec:file_perm_overview} abbiamo visto come ogni file appartenga ad
-un utente e ad un gruppo, e che il controllo di accesso viene eseguito sulla
-base del
+Oltre a questi Linux, seguendo
+Linux inoltre, per poter rilasciare eventuali privilegi addizionali avuti con
+l'esecuzione di un programma
+
\begin{table}[htb]
\footnotesize
sincronizzazione, non è assolutamente prevedibile, queste situazioni sono
fonti di errori molto subdoli, che possono verificarsi solo in condizioni
particolari e quindi difficilmente riproducibili.
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