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\subsection{La creazione della connessione: il \textit{three way handshake}}
\label{sec:TCP_conn_cre}
-\index{\textit{three~way~handshake}|(}
+\itindbeg{three~way~handshake}
Il processo che porta a creare una connessione TCP è chiamato \textit{three
way handshake}; la successione tipica degli eventi (e dei
\textsl{segmenti}\footnote{Si ricordi che il segmento è l'unità elementare di
stabilisce la connessione.
% Una analogia citata da R. Stevens per la connessione TCP è quella con il
-% sistema del telefono. La funzione \texttt{socket} può essere considerata
-% l'equivalente di avere un telefono. La funzione \texttt{bind} è analoga al
+% sistema del telefono. La funzione \func{socket} può essere considerata
+% l'equivalente di avere un telefono. La funzione \func{bind} è analoga al
% dire alle altre persone qual è il proprio numero di telefono perché possano
-% chiamare. La funzione \texttt{listen} è accendere il campanello del telefono
-% per sentire le chiamate in arrivo. La funzione \texttt{connect} richiede di
-% conoscere il numero di chi si vuole chiamare. La funzione \texttt{accept} è
+% chiamare. La funzione \func{listen} è accendere il campanello del telefono
+% per sentire le chiamate in arrivo. La funzione \func{connect} richiede di
+% conoscere il numero di chi si vuole chiamare. La funzione \func{accept} è
% quando si risponde al telefono.
\begin{figure}[htb]
SYN consuma un byte, nel \textit{three way handshake} il numero di acknowledge
è sempre pari al numero di sequenza iniziale incrementato di uno; lo stesso
varrà anche (vedi fig.~\ref{fig:TCP_close}) per l'acknowledgement di un FIN.
-\index{\textit{three~way~handshake}|)}
+
+\itindend{three~way~handshake}
\subsection{Le opzioni TCP.}
connessione corrente. È possibile leggere e scrivere questo valore
attraverso l'opzione del socket \const{TCP\_MAXSEG}.
-\item \textit{window scale option}, %come spiegato in sez.~\ref{sec:tcp_protocol}
+\item \textit{window scale
+ option}, %come spiegato in sez.~\ref{sec:tcp_protocol}
il protocollo TCP implementa il controllo di flusso attraverso una
\textsl{finestra annunciata} (\textit{advertized window}) con la quale
ciascun capo della comunicazione dichiara quanto spazio disponibile ha in
stato \texttt{LISTEN} in cui vengono accettate le connessioni.
Dallo stato \texttt{ESTABLISHED} si può uscire in due modi; se un'applicazione
-chiama la funzione \texttt{close} prima di aver ricevuto un
+chiama la funzione \func{close} prima di aver ricevuto un
\textit{end-of-file} (chiusura attiva) la transizione è verso lo stato
\texttt{FIN\_WAIT\_1}; se invece l'applicazione riceve un FIN nello stato
\texttt{ESTABLISHED} (chiusura passiva) la transizione è verso lo stato
instradamento dei pacchetti possono impiegare diverso tempo (anche dell'ordine
dei minuti) prima di trovare e stabilire un percorso alternativo per i
pacchetti. Nel frattempo possono accadere casi in cui un router manda i
-pacchetti verso un'altro e quest'ultimo li rispedisce indietro, o li manda ad
+pacchetti verso un altro e quest'ultimo li rispedisce indietro, o li manda ad
un terzo router che li rispedisce al primo, si creano cioè dei circoli (i
cosiddetti \textit{routing loop}) in cui restano intrappolati i pacchetti.
l'elenco delle porte assegnate dalla IANA (la \textit{Internet Assigned Number
Authority}) ma l'elenco viene costantemente aggiornato e pubblicato su
internet (una versione aggiornata si può trovare all'indirizzo
-\texttt{ftp://ftp.isi.edu/in-notes/iana/assignements/port-numbers}); inoltre
+\href{ftp://ftp.isi.edu/in-notes/iana/assignements/port-number}
+{\texttt{ftp://ftp.isi.edu/in-notes/iana/assignements/port-numbers}}); inoltre
in un sistema unix-like un analogo elenco viene mantenuto nel file
\file{/etc/services}, con la corrispondenza fra i vari numeri di porta ed il
nome simbolico del servizio. I numeri sono divisi in tre intervalli:
-\begin{enumerate}
-\item \textsl{le porte conosciute}. I numeri da 0 a 1023. Queste sono
- controllate e assegnate dalla IANA. Se è possibile la stessa porta è
- assegnata allo stesso servizio sia su UDP che su TCP (ad esempio la porta 22
- è assegnata a SSH su entrambi i protocolli, anche se viene usata solo dal
- TCP).
+\begin{enumerate*}
+\item \textsl{le porte note}. I numeri da 0 a 1023. Queste sono controllate e
+ assegnate dalla IANA. Se è possibile la stessa porta è assegnata allo stesso
+ servizio sia su UDP che su TCP (ad esempio la porta 22 è assegnata a SSH su
+ entrambi i protocolli, anche se viene usata solo dal TCP).
\item \textsl{le porte registrate}. I numeri da 1024 a 49151. Queste porte non
sono controllate dalla IANA, che però registra ed elenca chi usa queste
\item \textsl{le porte private} o \textsl{dinamiche}. I numeri da 49152 a
65535. La IANA non dice nulla riguardo a queste porte che pertanto
sono i candidati naturali ad essere usate come porte effimere.
-\end{enumerate}
+\end{enumerate*}
In realtà rispetto a quanto indicato
nell'\href{http://www.ietf.org/rfc/rfc1700.txt}{RFC~1700} i vari sistemi hanno
fatto scelte diverse per le porte effimere, in particolare in
-fig.~\ref{fig:TCP_port_alloc} sono riportate quelle di BSD e Linux. Nel caso
-di Linux poi la scelta fra i due intervalli possibili viene fatta
-dinamicamente a seconda della memoria a disposizione del kernel per gestire le
-relative tabelle.
+fig.~\ref{fig:TCP_port_alloc} sono riportate quelle di BSD e Linux.
\begin{figure}[!htb]
\centering
- \includegraphics[width=15cm]{img/port_alloc}
+ \includegraphics[width=13cm]{img/port_alloc}
\caption{Allocazione dei numeri di porta.}
\label{fig:TCP_port_alloc}
\end{figure}
I sistemi Unix hanno inoltre il concetto di \textsl{porte riservate} (che
corrispondono alle porte con numero minore di 1024 e coincidono quindi con le
-porte conosciute). La loro caratteristica è che possono essere assegnate a un
-socket solo da un processo con i privilegi di amministratore, per far si che
-solo l'amministratore possa allocare queste porte per far partire i relativi
-servizi.
+\textsl{porte note}). La loro caratteristica è che possono essere assegnate a
+un socket solo da un processo con i privilegi di amministratore, per far sì
+che solo l'amministratore possa allocare queste porte per far partire i
+relativi servizi.
+
+Le \textsl{glibc} definiscono (in \texttt{netinet/in.h})
+\const{IPPORT\_RESERVED} e \const{IPPORT\_USERRESERVED}, in cui la prima (che
+vale 1024) indica il limite superiore delle porte riservate, e la seconda (che
+vale 5000) il limite inferiore delle porte a disposizione degli utenti. La
+convenzione vorrebbe che le porte \textsl{effimere} siano allocate fra questi
+due valori. Nel caso di Linux questo è vero solo in uno dei due casi di
+fig.~\ref{fig:TCP_port_alloc}, e la scelta fra i due possibili intervalli
+viene fatta dinamicamente dal kernel a seconda della memoria disponibile per
+la gestione delle relative tabelle.
Si tenga conto poi che ci sono alcuni client, in particolare \cmd{rsh} e
\cmd{rlogin}, che richiedono una connessione su una porta riservata anche dal
tcp 0 0 195.110.112.152:22 192.84.146.100:21101 ESTABLISHED
\end{verbatim}
cioè il client effettuerà la connessione usando un'altra porta effimera: con
-questa sarà aperta la connessione, ed il server creerà un'altro processo
+questa sarà aperta la connessione, ed il server creerà un altro processo
figlio per gestirla.
Tutto ciò mostra come il TCP, per poter gestire le connessioni con un server
concorrente, non può suddividere i pacchetti solo sulla base della porta di
destinazione, ma deve usare tutta l'informazione contenuta nella socket pair,
compresa la porta dell'indirizzo remoto. E se andassimo a vedere quali sono i
-processi\footnote{ad esempio con il comando \cmd{fuser}, o con \cmd{lsof}.} a
-cui fanno riferimento i vari socket vedremmo che i pacchetti che arrivano
-dalla porta remota 21100 vanno al primo figlio e quelli che arrivano alla
-porta 21101 al secondo.
+processi\footnote{ad esempio con il comando \cmd{fuser}, o con \cmd{lsof}, o
+ usando l'opzione \texttt{-p}.} a cui fanno riferimento i vari socket
+vedremmo che i pacchetti che arrivano dalla porta remota 21100 vanno al primo
+figlio e quelli che arrivano alla porta 21101 al secondo.
\section{Le funzioni di base per la gestione dei socket}
La funzione \funcd{bind} assegna un indirizzo locale ad un
socket.\footnote{nel nostro caso la utilizzeremo per socket TCP, ma la
funzione è generica e deve essere usata per qualunque tipo di socket
- \texttt{SOCK\_STREAM} prima che questo possa accettare connessioni.} È usata
+ \const{SOCK\_STREAM} prima che questo possa accettare connessioni.} È usata
cioè per specificare la prima parte dalla socket pair. Viene usata sul lato
server per specificare la porta (e gli eventuali indirizzi locali) su cui poi
ci si porrà in ascolto. Il prototipo della funzione è il seguente:
\const{INADDR\_ANY}, anche se, essendo questo nullo, il riordinamento è
inutile. Si tenga presente comunque che tutte le costanti \val{INADDR\_}
(riportate in tab.~\ref{tab:TCP_ipv4_addr}) sono definite secondo
-l'\textit{endianess}\index{\textit{endianess}} della macchina, ed anche se
+l'\textit{endianess}\itindex{endianess} della macchina, ed anche se
esse possono essere invarianti rispetto all'ordinamento dei bit, è comunque
buona norma usare sempre la funzione \func{htonl}.
\hline
\hline
\const{INADDR\_ANY} & Indirizzo generico (\texttt{0.0.0.0})\\
- \const{INADDR\_BROADCAST}& Indirizzo di \textit{broadcast}.\\
+ \const{INADDR\_BROADCAST}& Indirizzo di \itindex{broadcast}
+ \textit{broadcast}.\\
\const{INADDR\_LOOPBACK} & Indirizzo di \textit{loopback}
(\texttt{127.0.0.1}).\\
\const{INADDR\_NONE} & Indirizzo errato.\\
costante come operando a destra in una assegnazione.
Per questo motivo nell'header \file{netinet/in.h} è definita una variabile
-\const{in6addr\_any} (dichiarata come \direct{extern}, ed inizializzata dal
+\macro{in6addr\_any} (dichiarata come \direct{extern}, ed inizializzata dal
sistema al valore \const{IN6ADRR\_ANY\_INIT}) che permette di effettuare una
assegnazione del tipo: \includecodesnip{listati/serv_addr_sin6_addr.c} in
-maniera analoga si può utilizzare la variabile \const{in6addr\_loopback} per
+maniera analoga si può utilizzare la variabile \macro{in6addr\_loopback} per
indicare l'indirizzo di \textit{loopback}, che a sua volta viene inizializzata
staticamente a \const{IN6ADRR\_LOOPBACK\_INIT}.
La funzione \funcd{connect} è usata da un client TCP per stabilire la
connessione con un server TCP,\footnote{di nuovo la funzione è generica e
supporta vari tipi di socket, la differenza è che per socket senza
- connessione come quelli di tipo \texttt{SOCK\_DGRAM} la sua chiamata si
+ connessione come quelli di tipo \const{SOCK\_DGRAM} la sua chiamata si
limiterà ad impostare l'indirizzo dal quale e verso il quale saranno inviati
- e ricevuti i pacchetti, mentre per socket di tipo \texttt{SOCK\_STREAM} o
- \texttt{SOCK\_SEQPACKET}, essa attiverà la procedura di avvio (nel caso del
- TCP il \index{\textit{three~way~handshake}}\textit{three way handshake})
- della connessione.} il prototipo della funzione è il seguente:
+ e ricevuti i pacchetti, mentre per socket di tipo \const{SOCK\_STREAM} o
+ \const{SOCK\_SEQPACKET}, essa attiverà la procedura di avvio (nel caso del
+ TCP il \itindex{three~way~handshake}\textit{three way handshake}) della
+ connessione.} il prototipo della funzione è il seguente:
\begin{prototype}{sys/socket.h}
{int connect(int sockfd, const struct sockaddr *servaddr, socklen\_t
addrlen)}
\item[\errcode{EAFNOSUPPORT}] l'indirizzo non ha una famiglia di indirizzi
corretta nel relativo campo.
\item[\errcode{EACCES}, \errcode{EPERM}] si è tentato di eseguire una
- connessione ad un indirizzo broadcast senza che il socket fosse stato
- abilitato per il broadcast.
+ connessione ad un indirizzo \itindex{broadcast} \textit{broadcast} senza
+ che il socket fosse stato abilitato per il \itindex{broadcast}
+ \textit{broadcast}.
\end{errlist}
altri errori possibili sono: \errval{EFAULT}, \errval{EBADF},
\errval{ENOTSOCK}, \errval{EISCONN} e \errval{EADDRINUSE}.}
in sez.~\ref{sec:sock_addr_func}.
Nel caso di socket TCP la funzione \func{connect} avvia il
-\index{\textit{three~way~handshake}}\textit{three way handshake}, e ritorna
+\itindex{three~way~handshake}\textit{three way handshake}, e ritorna
solo quando la connessione è stabilita o si è verificato un errore. Le
possibili cause di errore sono molteplici (ed i relativi codici riportati
sopra), quelle che però dipendono dalla situazione della rete e non da errori
\begin{enumerate}
\item Il client non riceve risposta al SYN: l'errore restituito è
\errcode{ETIMEDOUT}. Stevens riporta che BSD invia un primo SYN alla chiamata
- di \func{connect}, un'altro dopo 6 secondi, un terzo dopo 24 secondi, se
+ di \func{connect}, un altro dopo 6 secondi, un terzo dopo 24 secondi, se
dopo 75 secondi non ha ricevuto risposta viene ritornato l'errore. Linux
invece ripete l'emissione del SYN ad intervalli di 30 secondi per un numero
di volte che può essere stabilito dall'utente sia con una opportuna
voluto in \file{/proc/sys/net/ipv4/tcp\_syn\_retries}. Il valore predefinito
per la ripetizione dell'invio è di 5 volte, che comporta un timeout dopo
circa 180 secondi.
-%
-% Le informazioni su tutte le opzioni impostabili via /proc stanno in
-% Linux/Documentation/networking/ip-sysctl.txt
-%
+
\item Il client riceve come risposta al SYN un RST significa che non c'è
nessun programma in ascolto per la connessione sulla porta specificata (il
che vuol dire probabilmente che o si è sbagliato il numero della porta o che
La funzione \funcd{listen} serve ad usare un socket in modalità passiva, cioè,
come dice il nome, per metterlo in ascolto di eventuali
connessioni;\footnote{questa funzione può essere usata con socket che
- supportino le connessioni, cioè di tipo \texttt{SOCK\_STREAM} o
- \texttt{SOCK\_SEQPACKET}.} in sostanza l'effetto della funzione è di portare
+ supportino le connessioni, cioè di tipo \const{SOCK\_STREAM} o
+ \const{SOCK\_SEQPACKET}.} in sostanza l'effetto della funzione è di portare
il socket dallo stato \texttt{CLOSED} a quello \texttt{LISTEN}. In genere si
chiama la funzione in un server dopo le chiamate a \func{socket} e \func{bind}
e prima della chiamata ad \func{accept}. Il prototipo della funzione, come
\begin{enumerate}
\item La coda delle connessioni incomplete (\textit{incomplete connection
queue} che contiene un riferimento per ciascun socket per il quale è
- arrivato un SYN ma il \index{\textit{three~way~handshake}}\textit{three way
+ arrivato un SYN ma il \itindex{three~way~handshake}\textit{three way
handshake} non si è ancora concluso. Questi socket sono tutti nello stato
\texttt{SYN\_RECV}.
\item La coda delle connessioni complete (\textit{complete connection queue}
- che contiene un ingresso per ciascun socket per il quale il \textit{three
- way handshake} è stato completato ma ancora \func{accept} non è ritornata.
- Questi socket sono tutti nello stato \texttt{ESTABLISHED}.
+ che contiene un ingresso per ciascun socket per il quale il
+ \itindex{three~way~handshake} \textit{three way handshake} è stato
+ completato ma ancora \func{accept} non è ritornata. Questi socket sono
+ tutti nello stato \texttt{ESTABLISHED}.
\end{enumerate}
Lo schema di funzionamento è descritto in fig.~\ref{fig:TCP_listen_backlog}:
delle connessioni incomplete, e poi risponde con il SYN$+$ACK. La voce resterà
nella coda delle connessioni incomplete fino al ricevimento dell'ACK dal
client o fino ad un timeout. Nel caso di completamento del
-\index{\textit{three~way~handshake}}\textit{three way handshake} la voce viene
+\itindex{three~way~handshake} \textit{three way handshake} la voce viene
spostata nella coda delle connessioni complete. Quando il processo chiama la
funzione \func{accept} (vedi sez.~\ref{sec:TCP_func_accept}) la prima voce
nella coda delle connessioni complete è passata al programma, o, se la coda è
server è occupato fra chiamate successive alla \func{accept} (per cui la coda
più occupata sarebbe quella delle connessioni completate), ma piuttosto quello
di gestire la presenza di un gran numero di SYN in attesa di concludere il
-\textit{three way handshake}\index{\textit{three~way~handshake}}.
+\itindex{three~way~handshake} \textit{three way handshake}.
Infine va messo in evidenza che, nel caso di socket TCP, quando un SYN arriva
con tutte le code piene, il pacchetto deve essere ignorato. Questo perché la
\label{sec:TCP_func_accept}
La funzione \funcd{accept} è chiamata da un server per gestire la connessione
-una volta che sia stato completato il \textit{three way
- handshake},\footnote{la funzione è comunque generica ed è utilizzabile su
- socket di tipo \texttt{SOCK\_STREAM}, \texttt{SOCK\_SEQPACKET} e
- \texttt{SOCK\_RDM}.} la funzione restituisce un nuovo socket descriptor su
+una volta che sia stato completato il \itindex{three~way~handshake}
+\textit{three way handshake},\footnote{la funzione è comunque generica ed è
+ utilizzabile su socket di tipo \const{SOCK\_STREAM}, \const{SOCK\_SEQPACKET}
+ e \const{SOCK\_RDM}.} la funzione restituisce un nuovo socket descriptor su
cui si potrà operare per effettuare la comunicazione. Se non ci sono
connessioni completate il processo viene messo in attesa. Il prototipo della
funzione è il seguente:
programma stesso.
Se abilitiamo il servizio \textit{daytime}\footnote{in genere questo viene
- fornito direttamente dal \textsl{superdemone} \texttt{inetd}, pertanto basta
+ fornito direttamente dal \textsl{superdemone} \cmd{inetd}, pertanto basta
assicurarsi che esso sia abilitato nel relativo file di configurazione.}
possiamo verificare il funzionamento del nostro client, avremo allora:
\begin{verbatim}
31}) un messaggio, e si termina (\texttt{\small 32}) immediatamente il
programma.
-Il passo successivo (\texttt{\small 35--39}) è quello di mettere ``in
-ascolto'' il socket; questo viene fatto (\texttt{\small 36}) con la funzione
-\func{listen} che dice al kernel di accettare connessioni per il socket che
-abbiamo creato; la funzione indica inoltre, con il secondo argomento, il
-numero massimo di connessioni che il kernel accetterà di mettere in coda per
-il suddetto socket. Di nuovo in caso di errore si stampa (\texttt{\small 37})
-un messaggio, e si esce (\texttt{\small 38}) immediatamente.
+Il passo successivo (\texttt{\small 35--39}) è quello di mettere ``\textsl{in
+ ascolto}'' il socket; questo viene fatto (\texttt{\small 36}) con la
+funzione \func{listen} che dice al kernel di accettare connessioni per il
+socket che abbiamo creato; la funzione indica inoltre, con il secondo
+argomento, il numero massimo di connessioni che il kernel accetterà di mettere
+in coda per il suddetto socket. Di nuovo in caso di errore si stampa
+(\texttt{\small 37}) un messaggio, e si esce (\texttt{\small 38})
+immediatamente.
La chiamata a \func{listen} completa la preparazione del socket per l'ascolto
(che viene chiamato anche \textit{listening descriptor}) a questo punto si può
provvede anche (\texttt{\small 40--43}) a stampare sullo standard output
l'indirizzo e la porta da cui il client ha effettuato la connessione, usando i
valori contenuti nelle strutture restituite da \func{accept}, eseguendo le
-opportune conversioni con \func{inet\_ntop} e \func{atohs}.
+opportune conversioni con \func{inet\_ntop} e \func{ntohs}.
Ancora una volta l'esempio è estremamente semplificato, si noti come di nuovo
non si sia gestita né la terminazione del processo né il suo uso come demone,
automaticamente l'invio multiplo qualora una singola \func{write} non sia
sufficiente. I dati vengono riletti indietro (\texttt{\small 7}) con una
\func{read}\footnote{si è fatta l'assunzione implicita che i dati siano
- contenuti tutti in un solo segmento, così che la chiamata a \texttt{read} li
+ contenuti tutti in un solo segmento, così che la chiamata a \func{read} li
restituisca sempre tutti; avendo scelto una dimensione ridotta per il buffer
questo sarà sempre vero, vedremo più avanti come superare il problema di
rileggere indietro tutti e soli i dati disponibili, senza bloccarsi.} sul
27--30}) l'operazione usando \func{setuid} per cambiare anche
l'utente.\footnote{si tenga presente che l'ordine in cui si eseguono queste
due operazioni è importante, infatti solo avendo i privilegi di
- amministratore si può cambiare il gruppo di un processo ad un'altro di cui
+ amministratore si può cambiare il gruppo di un processo ad un altro di cui
non si fa parte, per cui chiamare prima \func{setuid} farebbe fallire una
successiva chiamata a \func{setgid}. Inoltre si ricordi (si riveda quanto
esposto in sez.~\ref{sec:proc_perms}) che usando queste due funzioni il
interfaccia locale.
A questo punto si può lanciare il client, esso chiamerà \func{socket} e
-\func{connect}; una volta completato il \textit{three way handshake} la
-connessione è stabilita; la \func{connect} ritornerà nel client\footnote{si
- noti che è sempre la \func{connect} del client a ritornare per prima, in
- quanto questo avviene alla ricezione del secondo segmento (l'ACK del server)
- del \textit{three way handshake}, la \func{accept} del server ritorna solo
- dopo un altro mezzo RTT quando il terzo segmento (l'ACK del client) viene
+\func{connect}; una volta completato il \itindex{three~way~handshake}
+\textit{three way handshake} la connessione è stabilita; la \func{connect}
+ritornerà nel client\footnote{si noti che è sempre la \func{connect} del
+ client a ritornare per prima, in quanto questo avviene alla ricezione del
+ secondo segmento (l'ACK del server) del \itindex{three~way~handshake}
+ \textit{three way handshake}, la \func{accept} del server ritorna solo dopo
+ un altro mezzo RTT quando il terzo segmento (l'ACK del client) viene
ricevuto.} e la \func{accept} nel server, ed usando di nuovo \cmd{netstat}
otterremmo che:
\begin{verbatim}
\includecodesample{listati/SignalRestart.c}
\end{minipage}
\normalsize
- \caption{La funzione \funcd{SignalRestart}, che installa un gestore di
+ \caption{La funzione \func{SignalRestart}, che installa un gestore di
segnali in semantica BSD per il riavvio automatico delle system call
interrotte.}
\label{fig:sig_SignalRestart_code}
dell'entrata nel ciclo principale è stata quella di aver introdotto, subito
dopo la chiamata (\texttt{\small 17--20}) alla funzione \func{listen}, una
eventuale pausa con una condizione (\texttt{\small 21}) sulla variabile
-\var{waiting}, che viene inizializzata, con l'opzione \code{-w Nsec}, al
+\var{waiting}, che viene inizializzata, con l'opzione \texttt{-w Nsec}, al
numero di secondi da aspettare (il valore preimpostato è nullo).
Si è potuto lasciare inalterata tutta la sezione di creazione del socket
-perché nel server l'unica chiamata ad una system call critica, che può essere
+perché nel server l'unica chiamata ad una system call lenta, che può essere
interrotta dall'arrivo di \const{SIGCHLD}, è quella ad \func{accept}, che è
l'unica funzione che può mettere il processo padre in stato di sleep nel
periodo in cui un figlio può terminare; si noti infatti come le altre
con dei server molto occupati. In tal caso, con una struttura del server
simile a quella del nostro esempio, in cui la gestione delle singole
connessioni è demandata a processi figli, può accadere che il \textit{three
- way handshake}\index{\textit{three~way~handshake}} venga completato e la
-relativa connessione abortita subito dopo, prima che il padre, per via del
-carico della macchina, abbia fatto in tempo ad eseguire la chiamata ad
-\func{accept}. Di nuovo si ha una situazione analoga a quella illustrata in
+ way handshake} \itindex{three~way~handshake} venga completato e la relativa
+connessione abortita subito dopo, prima che il padre, per via del carico della
+macchina, abbia fatto in tempo ad eseguire la chiamata ad \func{accept}. Di
+nuovo si ha una situazione analoga a quella illustrata in
fig.~\ref{fig:TCP_early_abort}, in cui la connessione viene stabilita, ma
subito dopo si ha una condizione di errore che la chiude prima che essa sia
stata accettata dal programma.
\func{accept} ritornerà senza errori, e si avrà semplicemente un end-of-file
al primo accesso al socket. Nel caso di Linux inoltre, anche qualora si
modifichi il client per fargli gestire l'invio di un segmento di RST alla
-chiusura dal socket (come suggerito da Stevens in \cite{UNP1}), non si ha
-nessun errore al ritorno di \funcd{accept}, quanto un errore di
-\errcode{ECONNRESET} al primo tentativo di accesso al socket.
+chiusura dal socket (usando l'opzione \const{SO\_LINGER}, vedi
+sez.~\ref{sec:sock_options_main}), non si ha nessun errore al ritorno di
+\func{accept}, quanto un errore di \errcode{ECONNRESET} al primo tentativo di
+accesso al socket.
\end{verbatim}
Le prime tre righe vengono prodotte al momento in cui lanciamo il nostro
-client, e corrispondono ai tre pacchetti del
-\index{\textit{three~way~handshake}}\textit{three way handshake}. L'output
-del comando riporta anche i numeri di sequenza iniziali, mentre la lettera
-\texttt{S} indica che per quel pacchetto si aveva il SYN flag attivo. Si noti
-come a partire dal secondo pacchetto sia sempre attivo il campo \texttt{ack},
-seguito dal numero di sequenza per il quale si da il ricevuto; quest'ultimo, a
-partire dal terzo pacchetto, viene espresso in forma relativa per maggiore
-compattezza. Il campo \texttt{win} in ogni riga indica la \textit{advertising
- window} di cui parlavamo in sez.~\ref{sec:TCP_TCP_opt}. Allora si può
-verificare dall'output del comando come venga appunto realizzata la sequenza
-di pacchetti descritta in sez.~\ref{sec:TCP_conn_cre}: prima viene inviato dal
-client un primo pacchetto con il SYN che inizia la connessione, a cui il
-server risponde dando il ricevuto con un secondo pacchetto, che a sua volta
-porta un SYN, cui il client risponde con un il terzo pacchetto di ricevuto.
+client, e corrispondono ai tre pacchetti del \itindex{three~way~handshake}
+\textit{three way handshake}. L'output del comando riporta anche i numeri di
+sequenza iniziali, mentre la lettera \texttt{S} indica che per quel pacchetto
+si aveva il SYN flag attivo. Si noti come a partire dal secondo pacchetto sia
+sempre attivo il campo \texttt{ack}, seguito dal numero di sequenza per il
+quale si da il ricevuto; quest'ultimo, a partire dal terzo pacchetto, viene
+espresso in forma relativa per maggiore compattezza. Il campo \texttt{win} in
+ogni riga indica la \textit{advertising window} di cui parlavamo in
+sez.~\ref{sec:TCP_TCP_opt}. Allora si può verificare dall'output del comando
+come venga appunto realizzata la sequenza di pacchetti descritta in
+sez.~\ref{sec:TCP_conn_cre}: prima viene inviato dal client un primo pacchetto
+con il SYN che inizia la connessione, a cui il server risponde dando il
+ricevuto con un secondo pacchetto, che a sua volta porta un SYN, cui il client
+risponde con un il terzo pacchetto di ricevuto.
Ritorniamo allora alla nostra sessione con il servizio echo: dopo le tre righe
-del \textit{three way handshake}\index{\textit{three~way~handshake}} non
-avremo nulla fin tanto che non scriveremo una prima riga sul client; al
-momento in cui facciamo questo si genera una sequenza di altri quattro
-pacchetti. Il primo, dal client al server, contraddistinto da una lettera
-\texttt{P} che significa che il flag PSH è impostato, contiene la nostra riga
-(che è appunto di 11 caratteri), e ad esso il server risponde immediatamente
-con un pacchetto vuoto di ricevuto. Poi tocca al server riscrivere indietro
-quanto gli è stato inviato, per cui sarà lui a mandare indietro un terzo
-pacchetto con lo stesso contenuto appena ricevuto, e a sua volta riceverà dal
-client un ACK nel quarto pacchetto. Questo causerà la ricezione dell'eco nel
-client che lo stamperà a video.
+del \textit{three way handshake} \itindex{three~way~handshake} non avremo nulla
+fin tanto che non scriveremo una prima riga sul client; al momento in cui
+facciamo questo si genera una sequenza di altri quattro pacchetti. Il primo,
+dal client al server, contraddistinto da una lettera \texttt{P} che significa
+che il flag PSH è impostato, contiene la nostra riga (che è appunto di 11
+caratteri), e ad esso il server risponde immediatamente con un pacchetto vuoto
+di ricevuto. Poi tocca al server riscrivere indietro quanto gli è stato
+inviato, per cui sarà lui a mandare indietro un terzo pacchetto con lo stesso
+contenuto appena ricevuto, e a sua volta riceverà dal client un ACK nel quarto
+pacchetto. Questo causerà la ricezione dell'eco nel client che lo stamperà a
+video.
A questo punto noi procediamo ad interrompere l'esecuzione del server con un
\texttt{C-c} (cioè con l'invio di \const{SIGTERM}): nel momento in cui
In questo caso l'andamento dei primi sette pacchetti è esattamente lo stesso
di prima. Solo che stavolta, non appena inviata la seconda riga, il programma
-si bloccherà nella successiva chiamata a \func{read}, non ottendo nessuna
+si bloccherà nella successiva chiamata a \func{read}, non ottenendo nessuna
risposta. Quello che succede è che nel frattempo il kernel provvede, come
richiesto dal protocollo TCP, a tentare la ritrasmissione della nostra riga un
certo numero di volte, con tempi di attesa crescente fra un tentativo ed il
che si incarica di trovare le corrispondenze fra indirizzo IP e indirizzo
hardware sulla scheda di rete. È evidente allora che nel nostro caso, essendo
client e server sulla stessa rete, è scaduta la voce nella \textit{ARP
- cache}\footnote{la \textit{ARP chache} è una tabella mantenuta internamente
+ cache}\footnote{la \textit{ARP cache} è una tabella mantenuta internamente
dal kernel che contiene tutte le corrispondenze fra indirizzi IP e indirizzi
fisici, ottenute appunto attraverso il protocollo ARP; le voci della tabella
hanno un tempo di vita limitato, passato il quale scadono e devono essere
connessioni o di dati in arrivo, e processarli immediatamente. Per
implementare lo schema mostrato in fig.~\ref{fig:TCP_echo_multiplex}, il
programma usa una tabella dei socket connessi mantenuta nel vettore
-\var{fd\_open} dimensionato al valore di \macro{FD\_SETSIZE}, ed una variabile
+\var{fd\_open} dimensionato al valore di \const{FD\_SETSIZE}, ed una variabile
\var{max\_fd} per registrare il valore più alto dei file descriptor aperti.
Prima di entrare nel ciclo principale (\texttt{\small 6--56}) la nostra
di end-of-file (\texttt{\small 38--47}) si provvederà a chiudere
(\texttt{\small 39}) anche il nostro capo del socket e a marcarlo
(\texttt{\small 40}) nella struttura ad esso associata come inutilizzato.
-Infine dovrà essere ricalcolato (\texttt{\small 41--45}) un eventiale nuovo
+Infine dovrà essere ricalcolato (\texttt{\small 41--45}) un eventuale nuovo
valore di \var{max\_fd}. L'ultimo passo è (\texttt{\small 46}) chiudere il
ciclo in quanto in questo caso non c'è più niente da riscrivere all'indietro
sul socket.
%%% mode: latex
%%% TeX-master: "gapil"
%%% End:
+
+% LocalWords: socket TCP client dell'I multiplexing stream three way handshake
+% LocalWords: header stack kernel SYN ACK URG syncronize sez bind listen fig
+% LocalWords: accept connect active acknowledge l'acknowledge nell'header MSS
+% LocalWords: sequence number l'acknowledgement dell'header options l'header
+% LocalWords: option MMS segment size MAXSEG window advertized Mbit sec nell'
+% LocalWords: timestamp RFC long fat close of l'end l'ACK half shutdown CLOSED
+% LocalWords: netstat SENT ESTABLISHED WAIT IPv Ethernet piggybacking UDP MSL
+% LocalWords: l'overhead Stevens Lifetime router hop limit TTL to live RST SSH
+% LocalWords: routing dell'MSL l'IP multitasking well known port ephemeral BSD
+% LocalWords: ports dall' IANA Assigned Authority like glibc netinet IPPORT AF
+% LocalWords: RESERVED USERRESERVED rsh rlogin pair socketpair Local Address
+% LocalWords: Foreing DNS caching INADDR ANY multihoming loopback ssh fuser ip
+% LocalWords: lsof SOCK sys int sockfd const struct sockaddr serv addr socklen
+% LocalWords: addrlen errno EBADF descriptor EINVAL ENOTSOCK EACCES EADDRINUSE
+% LocalWords: EADDRNOTAVAIL EFAULT ENOTDIR ENOENT ENOMEM ELOOP ENOSR EROFS RPC
+% LocalWords: portmapper htonl tab endianess BROADCAST broadcast any extern fd
+% LocalWords: ADRR INIT DGRAM SEQPACKET servaddr ECONNREFUSED ETIMEDOUT EAGAIN
+% LocalWords: ENETUNREACH EINPROGRESS EALREADY EAFNOSUPPORT EPERM EISCONN proc
+% LocalWords: sysctl filesystem syn retries reset ICMP backlog EOPNOTSUPP RECV
+% LocalWords: connection queue dell'ACK flood spoofing syncookies SOMAXCONN CR
+% LocalWords: RDM EWOULDBLOCK firewall ENOBUFS EINTR EMFILE ECONNABORTED NULL
+% LocalWords: ESOCKTNOSUPPORT EPROTONOSUPPORT ERESTARTSYS connected listening
+% LocalWords: DECnet read write NONBLOCK fcntl getsockname getpeername name ps
+% LocalWords: namelen namlen ENOTCONN exec inetd POSIX daytime FullRead count
+% LocalWords: BUF FullWrite system call INET perror htons inet pton ctime FTP
+% LocalWords: fputs carriage return line feed superdemone daytimed sleep fork
+% LocalWords: daemon cunc logging list conn sock exit snprintf ntop ntohs echo
+% LocalWords: crash superserver L'RFC first ClientEcho stdin stdout fgets main
+% LocalWords: MAXLINE initd echod ServEcho setgid short nogroup nobody setuid
+% LocalWords: demonize PrintErr syslog wrapper log error root RTT EOF ctrl ack
+% LocalWords: while SIGCHLD Signal RESTART sigaction SignalRestart SigHand win
+% LocalWords: flags select recvfrom debug second compat waiting Nsec ENETDOWN
+% LocalWords: EPROTO ENOPROTOOPT EHOSTDOWN ENONET EHOSTUNREACH LINGER tcpdump
+% LocalWords: ECONNRESET advertising PSH SIGTERM strace SIGPIPE gets tcp ARP
+% LocalWords: cache anarres destination unreachable l'I low watermark RCVLOWAT
+% LocalWords: SNDLOWAT third fset maxfd fileno ISSET closed how SHUT RD WR eof
+% LocalWords: RDWR fifo Trip ping fourth CLR sull'I SETSIZE nread break Denial
+% LocalWords: Service poll POLLIN POLLRDNORM POLLPRI POLLRDBAND POLLOUT events
+% LocalWords: POLLHUP POLLERR revents pollfd