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%% Free Software Foundation; with the Invariant Sections being "Un preambolo",
entry}. Le \textit{dentry} sono gli oggetti che il kernel usa per eseguire
la \textit{pathname resolution}, ciascuna di esse corrisponde ad un
\textit{pathname} e contiene il riferimento ad un \textit{inode}, che come
-vedremo a breve è l'oggetto usato dal kernel per identificare un un
+vedremo a breve è l'oggetto usato dal kernel per identificare un
file.\footnote{in questo caso si parla di file come di un qualunque oggetto
generico che sta sul filesystem e non dell'oggetto file del VFS cui
accennavamo prima.} La \textit{dentry} ottenuta dalla chiamata alla funzione
\hline
\end{tabular}
\caption{Le principali operazioni sugli \textit{inode} definite tramite
- \kstruct{inode\_operation}.}
+ \kstructd{inode\_operation}.}
\label{tab:file_inode_operations}
\end{table}
sez.~\ref{sec:file_asyncronous_io}) sul file.\\
\hline
\end{tabular}
- \caption{Operazioni sui file definite tramite \kstruct{file\_operation}.}
+ \caption{Operazioni sui file definite tramite \kstructd{file\_operation}.}
\label{tab:file_file_operations}
\end{table}
alle funzioni presenti nelle due strutture \kstruct{inode\_operation} e
\kstruct{file\_operation}. Ovviamente non è detto che tutte le operazioni
possibili siano poi disponibili in tutti i casi, ad esempio \code{llseek} non
-sarà presente per un dispositivo come la porta seriale o per una fifo, mentre
-sui file del filesystem \texttt{vfat} non saranno disponibili i permessi, ma
-resta il fatto che grazie al VFS le \textit{system call} per le operazioni sui
-file possono restare sempre le stesse nonostante le enormi differenze che
-possono esserci negli oggetti a cui si applicano.
+sarà presente per un dispositivo come la porta seriale o per una
+\textit{fifo}, mentre sui file del filesystem \texttt{vfat} non saranno
+disponibili i permessi, ma resta il fatto che grazie al VFS le \textit{system
+ call} per le operazioni sui file possono restare sempre le stesse nonostante
+le enormi differenze che possono esserci negli oggetti a cui si applicano.
\itindend{Virtual~File~System~(VFS)}
\begin{figure}[!htb]
\centering
- \includegraphics[width=12cm]{img/disk_struct}
+ \includegraphics[width=11cm]{img/disk_struct}
\caption{Organizzazione dello spazio su un disco in partizioni e
filesystem.}
\label{fig:file_disk_filesys}
\begin{figure}[!htb]
\centering
- \includegraphics[width=12cm]{img/filesys_struct}
+ \includegraphics[width=11cm]{img/filesys_struct}
\caption{Strutturazione dei dati all'interno di un filesystem.}
\label{fig:file_filesys_detail}
\end{figure}
Il tipo di filesystem che si vuole montare è specificato
dall'argomento \param{filesystemtype}, che deve essere una delle stringhe
-riportate nel file \procfile{/proc/filesystems} che, come accennato in
+riportate nel file \procfilem{/proc/filesystems} che, come accennato in
sez.~\ref{sec:file_vfs_work}, contiene l'elenco dei filesystem supportati dal
kernel. Nel caso si sia indicato un filesystem virtuale, che non è associato a
nessun file di dispositivo, il contenuto di \param{source} viene ignorato.
della serie 2.2.x i 16 più significativi avevano un valore riservato che
doveva essere specificato obbligatoriamente,\footnote{il valore era il
\textit{magic number} \code{0xC0ED}, si può usare la costante
- \const{MS\_MGC\_MSK} per ottenere la parte di \param{mountflags} riservata
+ \constd{MS\_MGC\_MSK} per ottenere la parte di \param{mountflags} riservata
al \textit{magic number}, mentre per specificarlo si può dare un OR
- aritmetico con la costante \const{MS\_MGC\_VAL}.} e si potevano usare solo i
+ aritmetico con la costante \constd{MS\_MGC\_VAL}.} e si potevano usare solo i
16 meno significativi. Oggi invece, con un numero di opzioni superiore, sono
utilizzati tutti e 32 i bit, ma qualora nei 16 più significativi sia presente
detto valore, che non esprime una combinazione valida, esso viene ignorato. Il
\begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
\itindbeg{bind~mount}
-\item[\const{MS\_BIND}] Effettua un cosiddetto \textit{bind mount}, in cui è
+\item[\constd{MS\_BIND}] Effettua un cosiddetto \textit{bind mount}, in cui è
possibile montare una directory di un filesystem in un'altra directory,
l'opzione è disponibile a partire dai kernel della serie 2.4. In questo caso
verranno presi in considerazione solo gli argomenti \param{source}, che
\itindend{bind~mount}
-\item[\const{MS\_DIRSYNC}] Richiede che ogni modifica al contenuto di una
+\item[\constd{MS\_DIRSYNC}] Richiede che ogni modifica al contenuto di una
directory venga immediatamente registrata su disco in maniera sincrona
(introdotta a partire dai kernel della serie 2.6). L'opzione si applica a
tutte le directory del filesystem, ma su alcuni filesystem è possibile
operazioni sulle directory non saranno più bufferizzate e si bloccheranno
fino all'arrivo dei dati sul disco prima che un programma possa proseguire.
-\item[\const{MS\_MANDLOCK}] Consente l'uso del \textit{mandatory locking}
+\item[\constd{MS\_MANDLOCK}] Consente l'uso del \textit{mandatory locking}
(vedi sez.~\ref{sec:file_mand_locking}) sui file del filesystem. Per poterlo
utilizzare effettivamente però esso dovrà essere comunque attivato
esplicitamente per i singoli file impostando i permessi come illustrato in
sez.~\ref{sec:file_mand_locking}.
-\item[\const{MS\_MOVE}] Effettua uno del spostamento del \textit{mount point}
+\item[\constd{MS\_MOVE}] Effettua uno del spostamento del \textit{mount point}
di un filesystem. La directory del \textit{mount point} originale deve
essere indicata nell'argomento \param{source}, e la sua nuova posizione
nell'argomento \param{target}. Tutti gli altri argomenti della funzione
sotto \param{source} sarà immediatamente visibile sotto \param{target}. Non
esiste cioè nessun momento in cui il filesystem non risulti montato in una o
nell'altra directory e pertanto è garantito che la risoluzione di
- \itindsub{pathname}{relativo} \textit{pathname} relativi all'interno del
- filesystem non possa fallire.
+ \textit{pathname} relativi all'interno del filesystem non possa fallire.
-\item[\const{MS\_NOATIME}] Viene disabilitato sul filesystem l'aggiornamento
+\item[\constd{MS\_NOATIME}] Viene disabilitato sul filesystem l'aggiornamento
degli \textit{access time} (vedi sez.~\ref{sec:file_file_times}) per
qualunque tipo di file. Dato che l'aggiornamento degli \textit{access time}
è una funzionalità la cui utilità è spesso irrilevante ma comporta un costo
sviluppo del kernel sono state introdotte altre opzioni che forniscono
soluzioni più appropriate e meno radicali.
-\item[\const{MS\_NODEV}] Viene disabilitato sul filesystem l'accesso ai file
+\item[\constd{MS\_NODEV}] Viene disabilitato sul filesystem l'accesso ai file
di dispositivo eventualmente presenti su di esso. L'opzione viene usata come
misura di precauzione per rendere inutile la presenza di eventuali file di
dispositivo su filesystem che non dovrebbero contenerne.\footnote{si ricordi
dispositivo con permessi ``opportunamente'' ampliati che gli consentirebbero
di accedere anche a risorse cui non dovrebbe.
-\item[\const{MS\_NODIRATIME}] Viene disabilitato sul filesystem
+\item[\constd{MS\_NODIRATIME}] Viene disabilitato sul filesystem
l'aggiornamento degli \textit{access time} (vedi
sez.~\ref{sec:file_file_times}), ma soltanto per le directory. Costituisce
una alternativa per \const{MS\_NOATIME}, che elimina l'informazione per le
directory, che in pratica che non viene mai utilizzata, mantenendola per i
file in cui invece ha un impiego, sia pur limitato.
-\item[\const{MS\_NOEXEC}] Viene disabilitata sul filesystem l'esecuzione di un
+\item[\constd{MS\_NOEXEC}] Viene disabilitata sul filesystem l'esecuzione di un
qualunque file eseguibile eventualmente presente su di esso. L'opzione viene
usata come misura di precauzione per rendere impossibile l'uso di programmi
posti su filesystem che non dovrebbero contenerne.
vuole che gli utenti eseguano solo i programmi forniti
dall'amministratore.}
-\item[\const{MS\_NOSUID}] Viene disabilitato sul filesystem l'effetto dei bit
+\item[\constd{MS\_NOSUID}] Viene disabilitato sul filesystem l'effetto dei bit
dei permessi \acr{suid} e \acr{sgid} (vedi sez.~\ref{sec:file_special_perm})
eventualmente presenti sui file in esso contenuti. L'opzione viene usata
come misura di precauzione per rendere inefficace l'effetto di questi bit
di un altro utente, che gli consentirebbe di eseguirlo per conto di
quest'ultimo.
-\item[\const{MS\_PRIVATE}] Marca un \textit{mount point} come privato. Si
+\item[\constd{MS\_PRIVATE}] Marca un \textit{mount point} come privato. Si
tratta di una delle nuove opzioni (insieme a \const{MS\_SHARED},
\const{MS\_SLAVE} e \const{MS\_UNBINDABLE}) facenti parte
dell'infrastruttura degli \textit{shared subtree} introdotta a partire dal
\const{MS\_BIND}. Si usa questo flag principalmente per revocare gli effetti
delle altre opzioni e riportare il comportamento a quello ordinario.
-\item[\const{MS\_RDONLY}] Esegue il montaggio del filesystem in sola lettura,
+\item[\constd{MS\_RDONLY}] Esegue il montaggio del filesystem in sola lettura,
non sarà possibile nessuna modifica ai suoi contenuti. Viene usato tutte le
volte che si deve accedere ai contenuti di un filesystem con la certezza che
questo non venga modificato (ad esempio per ispezionare un filesystem
corrotto). All'avvio di default il kernel monta la radice in questa
modalità.
-\item[\const{MS\_REC}] Applica ricorsivamente a tutti i \textit{mount point}
+\item[\constd{MS\_REC}] Applica ricorsivamente a tutti i \textit{mount point}
presenti al di sotto del \textit{mount point} indicato gli effetti della
opzione degli \textit{shared subtree} associata. Anche questo caso
l'argomento \param{target} deve fare riferimento ad un \textit{mount point}
% TODO trattare l'opzione \texttt{lazytime} introdotta con il kernel 4.0,
% vedi http://lwn.net/Articles/621046/
-\item[\const{MS\_RELATIME}] Indica di effettuare l'aggiornamento degli
+\item[\constd{MS\_RELATIME}] Indica di effettuare l'aggiornamento degli
\textit{access time} sul filesystem soltanto quando questo risulti
antecedente il valore corrente del \textit{modification time} o del
\textit{change time} (per i tempi dei file si veda
l'introduzione di questo comportamento l'uso delle alternative
\const{MS\_NOATIME} e \const{MS\_NODIRATIME} è sostanzialmente inutile.
-\item[\const{MS\_REMOUNT}] Consente di rimontare un filesystem già montato
+\item[\constd{MS\_REMOUNT}] Consente di rimontare un filesystem già montato
cambiandone le opzioni di montaggio in maniera atomica. In questo modo si
possono modificare le opzioni del filesystem anche se questo è in uso. Gli
argomenti \param{source} e \param{target} devono essere gli stessi usati per
\itindbeg{shared~subtree}
-\item[\const{MS\_SHARED}] Marca un \textit{mount point} come \textit{shared
+\item[\constd{MS\_SHARED}] Marca un \textit{mount point} come \textit{shared
mount}. Si tratta di una delle nuove opzioni (insieme a
\const{MS\_PRIVATE}, \const{MS\_SLAVE} e \const{MS\_UNBINDABLE}) facenti
parte dell'infrastruttura dei cosiddetti \textit{shared subtree} introdotta
stessa condivisione, e la sezione di albero di file vista al di sotto di
ciascuno di essi sarà sempre identica.
-\itindbend{shared~subtree}
+\itindend{shared~subtree}
-\item[\const{MS\_SILENT}] Richiede la soppressione di alcuni messaggi di
+\item[\constd{MS\_SILENT}] Richiede la soppressione di alcuni messaggi di
avvertimento nei log del kernel (vedi sez.~\ref{sec:sess_daemon}). L'opzione
è presente a partire dal kernel 2.6.17 e sostituisce, utilizzando un nome
non fuorviante, la precedente \const{MS\_VERBOSE}, introdotta nel kernel
2.6.12, che aveva lo stesso effetto.
-\item[\const{MS\_SLAVE}] Marca un \textit{mount point} come \textit{slave
+\item[\constd{MS\_SLAVE}] Marca un \textit{mount point} come \textit{slave
mount}. Si tratta di una delle nuove opzioni (insieme a
\const{MS\_PRIVATE}, \const{MS\_SHARED} e \const{MS\_UNBINDABLE}) facenti
parte dell'infrastruttura degli \textit{shared subtree} introdotta a partire
essi potranno eseguire al loro interno ulteriori montaggi che non saranno
propagati né negli altri né nel \textit{mount point} originale.
-\item[\const{MS\_STRICTATIME}] Ripristina il comportamento tradizionale per
+\item[\constd{MS\_STRICTATIME}] Ripristina il comportamento tradizionale per
cui l'\textit{access time} viene aggiornato ad ogni accesso al
file. L'opzione è disponibile solo a partire dal kernel 2.6.30 quando il
comportamento di default del kernel è diventato quello fornito da
\const{MS\_RELATIME}.
-\item[\const{MS\_SYNCHRONOUS}] Abilita la scrittura sincrona richiedendo che
+\item[\constd{MS\_SYNCHRONOUS}] Abilita la scrittura sincrona richiedendo che
ogni modifica al contenuto del filesystem venga immediatamente registrata su
disco. Lo stesso comportamento può essere ottenuto con il flag
\const{O\_SYNC} di \func{open} (vedi sez.~\ref{sec:file_open_close}).
compromesso in cui questo comportamento avviene solo per le directory, ed ha
quindi una incidenza nettamente minore, si può usare \const{MS\_DIRSYNC}.
-\item[\const{MS\_UNBINDABLE}] Marca un \textit{mount point} come
+\item[\constd{MS\_UNBINDABLE}] Marca un \textit{mount point} come
\textit{unbindable mount}. Si tratta di una delle nuove opzioni (insieme a
\const{MS\_PRIVATE}, \const{MS\_SHARED} e \const{MS\_SLAVE}) facenti parte
dell'infrastruttura degli \textit{shared subtree} introdotta a partire dal
Il valore di \param{flags} è una maschera binaria dei flag che controllano le
modalità di smontaggio, che deve essere specificato con un OR aritmetico delle
costanti illustrate in tab.~\ref{tab:umount2_flags}. Specificando
-\const{MNT\_FORCE} la funzione cercherà di liberare il filesystem anche se è
+\constd{MNT\_FORCE} la funzione cercherà di liberare il filesystem anche se è
occupato per via di una delle condizioni descritte in precedenza. A seconda
del tipo di filesystem alcune (o tutte) possono essere superate, evitando
l'errore di \errcode{EBUSY}. In tutti i casi prima dello smontaggio viene
\hline
\hline
\const{MNT\_FORCE} & Forza lo smontaggio del filesystem anche se questo è
- occupato (presente dai kernel della serie 2.2).\\
+ occupato (presente dai kernel della serie 2.2).\\
\const{MNT\_DETACH} & Esegue uno smontaggio ``\textsl{pigro}'', in cui si
- blocca l'accesso ma si aspetta che il filesystem si
- liberi (presente dal kernel 2.4.11 e dalla
- \acr{glibc} 2.11).\\
+ blocca l'accesso ma si aspetta che il filesystem si
+ liberi (presente dal kernel 2.4.11 e dalla
+ \acr{glibc} 2.11).\\
\const{MNT\_EXPIRE} & Se non occupato marca un \textit{mount point} come
- ``\textsl{in scadenza}'' in modo che ad una
- successiva chiamata senza utilizzo del filesystem
- questo venga smontato (presente dal
- kernel 2.6.8 e dalla \acr{glibc} 2.11).\\
+ ``\textsl{in scadenza}'' in modo che ad una
+ successiva chiamata senza utilizzo del filesystem
+ questo venga smontato (presente dal
+ kernel 2.6.8 e dalla \acr{glibc} 2.11).\\
\const{UMOUNT\_NOFOLLOW}& Non dereferenzia \param{target} se questo è un
- collegamento simbolico (vedi
- sez.~\ref{sec:link_symlink_rename}) evitando
- problemi di sicurezza (presente dal kernel 2.6.34).\\
+ collegamento simbolico (vedi
+ sez.~\ref{sec:link_symlink_rename}) evitando
+ problemi di sicurezza (presente dal kernel
+ 2.6.34).\\
\hline
\end{tabular}
\caption{Costanti che identificano i bit dell'argomento \param{flags}
\label{tab:umount2_flags}
\end{table}
-Con l'opzione \const{MNT\_DETACH} si richiede invece uno smontaggio
+Con l'opzione \constd{MNT\_DETACH} si richiede invece uno smontaggio
``\textsl{pigro}'' (o \textit{lazy umount}) in cui il filesystem diventa
inaccessibile per i nuovi processi subito dopo la chiamata della funzione, ma
resta accessibile per quelli che lo hanno ancora in uso e non viene smontato
fintanto che resta occupato.
-Con \const{MNT\_EXPIRE}, che non può essere specificato insieme agli altri
+Con \constd{MNT\_EXPIRE}, che non può essere specificato insieme agli altri
due, si marca il \textit{mount point} di un filesystem non occupato come
``\textsl{in scadenza}'', in tal caso \func{umount2} ritorna con un errore di
\errcode{EAGAIN}, mentre in caso di filesystem occupato si sarebbe ricevuto
automaticamente i filesystem che restano inutilizzati per un certo periodo di
tempo.
-Infine il flag \const{UMOUNT\_NOFOLLOW} non dereferenzia \param{target} se
+Infine il flag \constd{UMOUNT\_NOFOLLOW} non dereferenzia \param{target} se
questo è un collegamento simbolico (vedi
sez.~\ref{sec:link_symlink_rename}). Questa è una misura di sicurezza
introdotta per evitare, per quei filesystem per il quale è prevista una
\label{fig:sys_statfs}
\end{figure}
+\conffilebeg{/etc/mtab}
+
La \acr{glibc} provvede infine una serie di funzioni per la gestione dei due
-file \conffile{/etc/fstab}\footnote{più precisamente \funcm{setfsent},
+file \conffiled{/etc/fstab}\footnote{più precisamente \funcm{setfsent},
\funcm{getfsent}, \funcm{getfsfile}, \funcm{getfsspec}, \funcm{endfsent}.}
ed \conffile{/etc/mtab}\footnote{più precisamente \funcm{setmntent},
\funcm{getmntent},\funcm{getmntent\_r}, \funcm{addmntent},\funcm{endmntent},
\funcm{hasmntopt}.} che convenzionalmente sono usati in quasi tutti i
sistemi unix-like per mantenere rispettivamente le informazioni riguardo ai
filesystem da montare e a quelli correntemente montati. Le funzioni servono a
-leggere il contenuto di questi file in opportune strutture \struct{fstab} e
-\struct{mntent}, e, nel caso di \conffile{/etc/mtab}, per inserire e rimuovere
-le voci presenti nel file.
+leggere il contenuto di questi file in opportune strutture \structd{fstab} e
+\structd{mntent}, e, nel caso di \conffile{/etc/mtab}, per inserire e
+rimuovere le voci presenti nel file.
In generale si dovrebbero usare queste funzioni, in particolare quelle
relative a \conffile{/etc/mtab}, quando si debba scrivere un programma che
trattazione, di queste funzioni, rimandando al manuale della \acr{glibc}
\cite{GlibcMan} per la documentazione completa.
+\conffileend{/etc/mtab}
+
% TODO (bassa priorità) scrivere delle funzioni (getfsent e getmntent &C)
% TODO (bassa priorità) documentare ? swapon e swapoff (man 2 ...)
Per questo motivo il kernel e le librerie prevedono che nella risoluzione di
un \textit{pathname} possano essere seguiti fino ad un certo numero massimo di
collegamenti simbolici, il cui valore limite è specificato dalla costante
-\const{MAXSYMLINKS}. Qualora questo limite venga superato viene generato un
+\constd{MAXSYMLINKS}. Qualora questo limite venga superato viene generato un
errore ed \var{errno} viene impostata al valore \errcode{ELOOP}, che nella
quasi totalità dei casi indica appunto che si è creato un collegamento
simbolico che fa riferimento ad una directory del suo stesso
directory che lo contiene e decrementa il numero di riferimenti nel relativo
\textit{inode}.\footnote{come per \func{link} queste due operazioni sono
effettuate all'interno della \textit{system call} in maniera atomica.} Nel
-caso di socket, fifo o file di dispositivo rimuove il nome, ma come per i file
-normali i processi che hanno aperto uno di questi oggetti possono continuare
-ad utilizzarli. Nel caso di cancellazione di un collegamento simbolico, che
-consiste solo nel rimando ad un altro file, questo viene immediatamente
-eliminato.
+caso di socket, \textit{fifo} o file di dispositivo rimuove il nome, ma come
+per i file normali i processi che hanno aperto uno di questi oggetti possono
+continuare ad utilizzarli. Nel caso di cancellazione di un collegamento
+simbolico, che consiste solo nel rimando ad un altro file, questo viene
+immediatamente eliminato.
Per cancellare una voce in una directory è necessario avere il permesso di
scrittura su di essa, dato che si va a rimuovere una voce dal suo contenuto, e
\end{funcproto}
La funzione apre un \textit{directory stream} per la directory
-\param{dirname}, ritornando il puntatore ad un oggetto di tipo \type{DIR} (che
+\param{dirname}, ritornando il puntatore ad un oggetto di tipo \typed{DIR} (che
è il tipo opaco usato dalle librerie per gestire i \textit{directory stream})
da usare per tutte le operazioni successive, la funzione inoltre posiziona lo
\textit{stream} sulla prima voce contenuta nella directory.
segnalata dalla definizione di altrettante macro nella forma
\code{\_DIRENT\_HAVE\_D\_XXX} dove \code{XXX} è il nome del relativo
campo. Come si può evincere da fig.~\ref{fig:file_dirent_struct} nel caso di
-Linux sono pertanto definite le macro \macro{\_DIRENT\_HAVE\_D\_TYPE},
-\macro{\_DIRENT\_HAVE\_D\_OFF} e \macro{\_DIRENT\_HAVE\_D\_RECLEN}, mentre non
-è definita la macro \macro{\_DIRENT\_HAVE\_D\_NAMLEN}.
+Linux sono pertanto definite le macro \macrod{\_DIRENT\_HAVE\_D\_TYPE},
+\macrod{\_DIRENT\_HAVE\_D\_OFF} e \macrod{\_DIRENT\_HAVE\_D\_RECLEN}, mentre non
+è definita la macro \macrod{\_DIRENT\_HAVE\_D\_NAMLEN}.
Dato che possono essere presenti campi opzionali e che lo standard
POSIX.1-2001 non specifica una dimensione definita per il nome dei file (che
\vspace{3pt}
\begin{funcbox}{
\fhead{stddef.h}
-\fdecl{size\_t \macro{offsetof}(type, member)}
+\fdecl{size\_t \macrod{offsetof}(type, member)}
\fdesc{Restituisce la posizione del campo \param{member} nella
struttura \param{type}.}
}
della stringa.
Per quanto riguarda il significato dei campi opzionali, il campo \var{d\_type}
-indica il tipo di file (se fifo, directory, collegamento simbolico, ecc.), e
-consente di evitare una successiva chiamata a \func{lstat} (vedi
+indica il tipo di file (se \textit{fifo}, directory, collegamento simbolico,
+ecc.), e consente di evitare una successiva chiamata a \func{lstat} (vedi
sez.~\ref{sec:file_stat}) per determinarlo. I suoi possibili valori sono
riportati in tab.~\ref{tab:file_dtype_macro}. Si tenga presente che questo
valore è disponibile solo per i filesystem che ne supportano la restituzione
\textbf{Valore} & \textbf{Tipo di file} \\
\hline
\hline
- \const{DT\_UNKNOWN} & Tipo sconosciuto.\\
- \const{DT\_REG} & File normale.\\
- \const{DT\_DIR} & Directory.\\
- \const{DT\_LNK} & Collegamento simbolico.\\
- \const{DT\_FIFO} & Fifo.\\
- \const{DT\_SOCK} & Socket.\\
- \const{DT\_CHR} & Dispositivo a caratteri.\\
- \const{DT\_BLK} & Dispositivo a blocchi.\\
+ \constd{DT\_UNKNOWN} & Tipo sconosciuto.\\
+ \constd{DT\_REG} & File normale.\\
+ \constd{DT\_DIR} & Directory.\\
+ \constd{DT\_LNK} & Collegamento simbolico.\\
+ \constd{DT\_FIFO} & \textit{Fifo}.\\
+ \constd{DT\_SOCK} & Socket.\\
+ \constd{DT\_CHR} & Dispositivo a caratteri.\\
+ \constd{DT\_BLK} & Dispositivo a blocchi.\\
\hline
\end{tabular}
\caption{Costanti che indicano i vari tipi di file nel campo \var{d\_type}
\vspace{3pt}
\begin{funcbox}{
\fhead{dirent.h}
-\fdecl{int \macro{IFTODT}(mode\_t MODE)}
+\fdecl{int \macrod{IFTODT}(mode\_t MODE)}
\fdesc{Converte il tipo di file dal formato di \var{st\_mode} a quello di
\var{d\_type}.}
-\fdecl{mode\_t \macro{DTTOIF}(int DTYPE)}
+\fdecl{mode\_t \macrod{DTTOIF}(int DTYPE)}
\fdesc{Converte il tipo di file dal formato di \var{d\_type} a quello di
\var{st\_mode}.}
}
precisamente nel campo \texttt{pwd} della sotto-struttura
\kstruct{fs\_struct}.} che è chiamata \textsl{directory corrente} o
\textsl{directory di lavoro} (in inglese \textit{current working directory}).
-La directory di lavoro è quella da cui si parte quando un
-\itindsub{pathname}{relativo} \textit{pathname} è espresso in forma relativa,
-dove il ``\textsl{relativa}'' fa riferimento appunto a questa directory.
+La directory di lavoro è quella da cui si parte quando un \textit{pathname} è
+espresso in forma relativa, dove il ``\textsl{relativa}'' fa riferimento
+appunto a questa directory.
Quando un utente effettua il login, questa directory viene impostata alla
\textit{home directory} del suo account. Il comando \cmd{cd} della shell
Finora abbiamo parlato esclusivamente di file, directory e collegamenti
simbolici, ma in sez.~\ref{sec:file_file_types} abbiamo visto che il sistema
prevede anche degli altri tipi di file, che in genere vanno sotto il nome
-generico di \textsl{file speciali}, come i file di dispositivo, le fifo ed i
+generico di \textsl{file speciali}, come i file di dispositivo, le \textit{fifo} ed i
socket.
La manipolazione delle caratteristiche di questi file speciali, il cambiamento
\item[\errcode{EEXIST}] \param{pathname} esiste già o è un collegamento
simbolico.
\item[\errcode{EINVAL}] il valore di \param{mode} non indica un file, una
- fifo, un socket o un dispositivo.
+ \textit{fifo}, un socket o un dispositivo.
\item[\errcode{EPERM}] non si hanno privilegi sufficienti a creare
l'\texttt{inode}, o il filesystem su cui si è cercato di
creare \param{pathname} non supporta l'operazione.
\const{S\_IFREG} per un file regolare (che sarà creato vuoto),
\const{S\_IFBLK} per un dispositivo a blocchi, \const{S\_IFCHR} per un
dispositivo a caratteri, \const{S\_IFSOCK} per un socket e \const{S\_IFIFO}
-per una fifo;\footnote{con Linux la funzione non può essere usata per creare
- directory o collegamenti simbolici, si dovranno usare le funzioni
+per una \textit{fifo};\footnote{con Linux la funzione non può essere usata per
+ creare directory o collegamenti simbolici, si dovranno usare le funzioni
\func{mkdir} e \func{symlink} a questo dedicate.} un valore diverso
comporterà l'errore \errcode{EINVAL}. Inoltre \param{pathname} non deve
esistere, neanche come collegamento simbolico.
mentre è presente in SVr4 e 4.4BSD, ma esistono differenze nei comportamenti
e nei codici di errore, tanto che questa è stata introdotta in POSIX.1-2001
con una nota che la definisce portabile solo quando viene usata per creare
- delle fifo, ma comunque deprecata essendo utilizzabile a tale scopo la
- specifica \func{mkfifo}.} l'uso per la creazione di un file ordinario, di
-una fifo o di un socket è consentito anche agli utenti normali.
+ delle \textit{fifo}, ma comunque deprecata essendo utilizzabile a tale scopo
+ la specifica \func{mkfifo}.} l'uso per la creazione di un file ordinario, di
+una \textit{fifo} o di un socket è consentito anche agli utenti normali.
I nuovi \textit{inode} creati con \func{mknod} apparterranno al proprietario e
al gruppo del processo (usando \ids{UID} e \ids{GID} del gruppo effettivo) che
necessità di specificare il numero tramite delle opportune macro, così da non
avere problemi di compatibilità con eventuali ulteriori estensioni.
-Le macro sono definite nel file \headfile{sys/sysmacros.h},\footnote{se si usa
- la \acr{glibc} dalla versione 2.3.3 queste macro sono degli alias alle
- versioni specifiche di questa libreria, \macro{gnu\_dev\_major},
- \macro{gnu\_dev\_minor} e \macro{gnu\_dev\_makedev} che si possono usare
+Le macro sono definite nel file \headfiled{sys/sysmacros.h},\footnote{se si
+ usa la \acr{glibc} dalla versione 2.3.3 queste macro sono degli alias alle
+ versioni specifiche di questa libreria, \macrod{gnu\_dev\_major},
+ \macrod{gnu\_dev\_minor} e \macrod{gnu\_dev\_makedev} che si possono usare
direttamente, al costo di una minore portabilità.} che viene automaticamente
incluso quando si include \headfile{sys/types.h}. Si possono pertanto ottenere
i valori del \textit{major number} e \textit{minor number} di un dispositivo
\vspace{3pt}
\begin{funcbox}{
\fhead{sys/types.h}
-\fdecl{int \macro{major}(dev\_t dev)}
+\fdecl{int \macrod{major}(dev\_t dev)}
\fdesc{Restituisce il \textit{major number} del dispositivo \param{dev}.}
-\fdecl{int \macro{minor}(dev\_t dev)}
+\fdecl{int \macrod{minor}(dev\_t dev)}
\fdesc{Restituisce il \textit{minor number} del dispositivo \param{dev}.}
}
\end{funcbox}
\vspace{3pt}
\begin{funcbox}{
\fhead{sys/types.h}
-\fdecl{dev\_t \macro{makedev}(int major, int minor)}
+\fdecl{dev\_t \macrod{makedev}(int major, int minor)}
\fdesc{Dati \textit{major number} e \textit{minor number} restituisce
l'identificativo di un dispositivo.}
}
Dato che la funzione di sistema \func{mknod} presenta diverse varianti nei
vari sistemi unix-like, lo standard POSIX.1-2001 la dichiara portabile solo in
-caso di creazione delle fifo, ma anche in questo caso alcune combinazioni
-degli argomenti restano non specificate, per cui nello stesso standard è stata
-introdotta una funzione specifica per creare una fifo deprecando l'uso di
-\func{mknod} a tale riguardo. La funzione è \funcd{mkfifo} ed il suo
-prototipo è:
+caso di creazione delle \textit{fifo}, ma anche in questo caso alcune
+combinazioni degli argomenti restano non specificate, per cui nello stesso
+standard è stata introdotta una funzione specifica per creare una
+\textit{fifo} deprecando l'uso di \func{mknod} a tale riguardo. La funzione è
+\funcd{mkfifo} ed il suo prototipo è:
\begin{funcproto}{
\fhead{sys/types.h}
\fhead{sys/stat.h}
\fdecl{int mkfifo(const char *pathname, mode\_t mode)}
-\fdesc{Crea una fifo.}
+\fdesc{Crea una \textit{fifo}.}
}
{La funzione ritorna $0$ in caso di successo e $-1$ per un errore, nel qual
caso \var{errno} assumerà \errval{EACCES}, \errval{EEXIST},
\errval{EROFS} nel loro significato generico.}
\end{funcproto}
-La funzione crea la fifo \param{pathname} con i permessi \param{mode}. Come
-per \func{mknod} il file \param{pathname} non deve esistere (neanche come
-collegamento simbolico); al solito i permessi specificati da \param{mode}
-vengono modificati dal valore di \textit{umask} (vedi
-sez.~\ref{sec:file_perm_management}).
+La funzione crea la \textit{fifo} \param{pathname} con i
+permessi \param{mode}. Come per \func{mknod} il file \param{pathname} non deve
+esistere (neanche come collegamento simbolico); al solito i permessi
+specificati da \param{mode} vengono modificati dal valore di \textit{umask}
+(vedi sez.~\ref{sec:file_perm_management}).
\index{file!speciali|)}
La funzione restituisce il puntatore ad una stringa contente un nome di file
valido e non esistente al momento dell'invocazione. Se si è passato come
argomento \param{string} un puntatore non nullo ad un buffer di caratteri
-questo deve essere di dimensione \const{L\_tmpnam} ed il nome generato vi
+questo deve essere di dimensione \constd{L\_tmpnam} ed il nome generato vi
verrà copiato automaticamente, altrimenti il nome sarà generato in un buffer
statico interno che verrà sovrascritto ad una chiamata successiva. Successive
invocazioni della funzione continueranno a restituire nomi unici fino ad un
-massimo di \const{TMP\_MAX} volte, limite oltre il quale il comportamento è
+massimo di \constd{TMP\_MAX} volte, limite oltre il quale il comportamento è
indefinito. Al nome viene automaticamente aggiunto come prefisso la directory
-specificata dalla costante \const{P\_tmpdir}.\footnote{le costanti
+specificata dalla costante \constd{P\_tmpdir}.\footnote{le costanti
\const{L\_tmpnam}, \const{P\_tmpdir} e \const{TMP\_MAX} sono definite in
\headfile{stdio.h}.}
-Di questa funzione esiste una versione \ rientrante,
-\funcm{tmpnam\_r}, che non fa nulla quando si passa \val{NULL} come argomento.
-Una funzione simile, \funcd{tempnam}, permette di specificare un prefisso per
-il file esplicitamente, il suo prototipo è:
+Di questa funzione esiste una versione rientrante, \funcm{tmpnam\_r}, che non
+fa nulla quando si passa \val{NULL} come argomento. Una funzione simile,
+\funcd{tempnam}, permette di specificare un prefisso per il file
+esplicitamente, il suo prototipo è:
\begin{funcproto}{
\fhead{stdio.h}
\end{funcproto}
La funzione alloca con \code{malloc} la stringa in cui restituisce il nome,
-per cui è sempre \ rientrante, occorre però
-ricordarsi di disallocare con \code{free} il puntatore che restituisce.
-L'argomento \param{pfx} specifica un prefisso di massimo 5 caratteri per il
-nome provvisorio. La funzione assegna come directory per il file temporaneo,
-verificando che esista e sia accessibile, la prima valida fra le seguenti:
+per cui è sempre rientrante, occorre però ricordarsi di disallocare con
+\code{free} il puntatore che restituisce. L'argomento \param{pfx} specifica
+un prefisso di massimo 5 caratteri per il nome provvisorio. La funzione
+assegna come directory per il file temporaneo, verificando che esista e sia
+accessibile, la prima valida fra le seguenti:
\begin{itemize*}
\item la variabile di ambiente \envvar{TMPDIR} (non ha effetto se non è
definita o se il programma chiamante è \acr{suid} o \acr{sgid}, vedi
tramite il suo file descriptor \param{filedes}.
La struttura \struct{stat} usata da queste funzioni è definita nell'header
-\headfile{sys/stat.h} e in generale dipende dall'implementazione; la versione
+\headfiled{sys/stat.h} e in generale dipende dall'implementazione; la versione
usata da Linux è mostrata in fig.~\ref{fig:file_stat_struct}, così come
riportata dalla pagina di manuale di \func{stat}. In realtà la definizione
effettivamente usata nel kernel dipende dall'architettura e ha altri campi
Si noti come i vari membri della struttura siano specificati come tipi
primitivi del sistema, di quelli definiti in
tab.~\ref{tab:intro_primitive_types}, e dichiarati in \headfile{sys/types.h},
-con l'eccezione di \type{blksize\_t} e \type{blkcnt\_t} che sono nuovi tipi
+con l'eccezione di \typed{blksize\_t} e \typed{blkcnt\_t} che sono nuovi tipi
introdotti per rendersi indipendenti dalla piattaforma.
Benché la descrizione dei commenti di fig.~\ref{fig:file_stat_struct} sia
\end{itemize*}
+% TODO trattare anche statx, aggiunta con il kernel 4.11 (vedi
+% https://lwn.net/Articles/707602/ e
+% https://git.kernel.org/pub/scm/linux/kernel/git/torvalds/linux.git/commit/?id=a528d35e8bfcc521d7cb70aaf03e1bd296c8493f)
\subsection{I tipi di file}
\textbf{Macro} & \textbf{Tipo del file} \\
\hline
\hline
- \macro{S\_ISREG}\texttt{(m)} & File normale.\\
- \macro{S\_ISDIR}\texttt{(m)} & Directory.\\
- \macro{S\_ISCHR}\texttt{(m)} & Dispositivo a caratteri.\\
- \macro{S\_ISBLK}\texttt{(m)} & Dispositivo a blocchi.\\
- \macro{S\_ISFIFO}\texttt{(m)} & Fifo.\\
- \macro{S\_ISLNK}\texttt{(m)} & Collegamento simbolico.\\
- \macro{S\_ISSOCK}\texttt{(m)} & Socket.\\
+ \macrod{S\_ISREG}\texttt{(m)} & File normale.\\
+ \macrod{S\_ISDIR}\texttt{(m)} & Directory.\\
+ \macrod{S\_ISCHR}\texttt{(m)} & Dispositivo a caratteri.\\
+ \macrod{S\_ISBLK}\texttt{(m)} & Dispositivo a blocchi.\\
+ \macrod{S\_ISFIFO}\texttt{(m)} & \textit{Fifo}.\\
+ \macrod{S\_ISLNK}\texttt{(m)} & Collegamento simbolico.\\
+ \macrod{S\_ISSOCK}\texttt{(m)} & Socket.\\
\hline
\end{tabular}
\caption{Macro per i tipi di file (definite in \headfile{sys/stat.h}).}
\textbf{Flag} & \textbf{Valore} & \textbf{Significato} \\
\hline
\hline
- \const{S\_IFMT} & 0170000 & Maschera per i bit del tipo di file.\\
- \const{S\_IFSOCK} & 0140000 & Socket.\\
- \const{S\_IFLNK} & 0120000 & Collegamento simbolico.\\
- \const{S\_IFREG} & 0100000 & File regolare.\\
- \const{S\_IFBLK} & 0060000 & Dispositivo a blocchi.\\
- \const{S\_IFDIR} & 0040000 & Directory.\\
- \const{S\_IFCHR} & 0020000 & Dispositivo a caratteri.\\
- \const{S\_IFIFO} & 0010000 & Fifo.\\
+ \constd{S\_IFMT} & 0170000 & Maschera per i bit del tipo di file.\\
+ \constd{S\_IFSOCK} & 0140000 & Socket.\\
+ \constd{S\_IFLNK} & 0120000 & Collegamento simbolico.\\
+ \constd{S\_IFREG} & 0100000 & File regolare.\\
+ \constd{S\_IFBLK} & 0060000 & Dispositivo a blocchi.\\
+ \constd{S\_IFDIR} & 0040000 & Directory.\\
+ \constd{S\_IFCHR} & 0020000 & Dispositivo a caratteri.\\
+ \constd{S\_IFIFO} & 0010000 & \textit{Fifo}.\\
\hline
- \const{S\_ISUID} & 0004000 & Set user ID (\acr{suid}) bit, vedi
+ \constd{S\_ISUID} & 0004000 & Set user ID (\acr{suid}) bit, vedi
sez.~\ref{sec:file_special_perm}).\\
- \const{S\_ISGID} & 0002000 & Set group ID (\acr{sgid}) bit, vedi
+ \constd{S\_ISGID} & 0002000 & Set group ID (\acr{sgid}) bit, vedi
sez.~\ref{sec:file_special_perm}).\\
- \const{S\_ISVTX} & 0001000 & \acr{Sticky} bit, vedi
+ \constd{S\_ISVTX} & 0001000 & \acr{Sticky} bit, vedi
sez.~\ref{sec:file_special_perm}).\\
\hline
- \const{S\_IRWXU} & 00700 & Maschera per i permessi del proprietario.\\
- \const{S\_IRUSR} & 00400 & Il proprietario ha permesso di lettura.\\
- \const{S\_IWUSR} & 00200 & Il proprietario ha permesso di scrittura.\\
- \const{S\_IXUSR} & 00100 & Il proprietario ha permesso di esecuzione.\\
+ \constd{S\_IRWXU} & 00700 & Maschera per i permessi del proprietario.\\
+ \constd{S\_IRUSR} & 00400 & Il proprietario ha permesso di lettura.\\
+ \constd{S\_IWUSR} & 00200 & Il proprietario ha permesso di scrittura.\\
+ \constd{S\_IXUSR} & 00100 & Il proprietario ha permesso di esecuzione.\\
\hline
- \const{S\_IRWXG} & 00070 & Maschera per i permessi del gruppo.\\
- \const{S\_IRGRP} & 00040 & Il gruppo ha permesso di lettura.\\
- \const{S\_IWGRP} & 00020 & Il gruppo ha permesso di scrittura.\\
- \const{S\_IXGRP} & 00010 & Il gruppo ha permesso di esecuzione.\\
+ \constd{S\_IRWXG} & 00070 & Maschera per i permessi del gruppo.\\
+ \constd{S\_IRGRP} & 00040 & Il gruppo ha permesso di lettura.\\
+ \constd{S\_IWGRP} & 00020 & Il gruppo ha permesso di scrittura.\\
+ \constd{S\_IXGRP} & 00010 & Il gruppo ha permesso di esecuzione.\\
\hline
- \const{S\_IRWXO} & 00007 & Maschera per i permessi di tutti gli altri\\
- \const{S\_IROTH} & 00004 & Gli altri hanno permesso di lettura.\\
- \const{S\_IWOTH} & 00002 & Gli altri hanno permesso di esecuzione.\\
- \const{S\_IXOTH} & 00001 & Gli altri hanno permesso di esecuzione.\\
+ \constd{S\_IRWXO} & 00007 & Maschera per i permessi di tutti gli altri\\
+ \constd{S\_IROTH} & 00004 & Gli altri hanno permesso di lettura.\\
+ \constd{S\_IWOTH} & 00002 & Gli altri hanno permesso di esecuzione.\\
+ \constd{S\_IXOTH} & 00001 & Gli altri hanno permesso di esecuzione.\\
\hline
\end{tabular}
\caption{Costanti per l'identificazione dei vari bit che compongono il campo
una struttura \struct{stat} contiene la dimensione del file in byte. Questo
però è vero solo se si tratta di un file regolare, mentre nel caso di un
collegamento simbolico la dimensione è quella del \textit{pathname} che il
-collegamento stesso contiene, infine per le fifo ed i file di dispositivo
+collegamento stesso contiene, infine per le \textit{fifo} ed i file di dispositivo
questo campo è sempre nullo.
Il campo \var{st\_blocks} invece definisce la lunghezza del file in blocchi di
il valore \val{NULL} verrà impostato il tempo corrente sia per l'ultimo
accesso che per l'ultima modifica. Nei singoli elementi di \param{times} si
possono inoltre utilizzare due valori speciali per il campo \var{tv\_nsec}:
-con \const{UTIME\_NOW} si richiede l'uso del tempo corrente, mentre con
-\const{UTIME\_OMIT} si richiede di non impostare il tempo. Si può così
+con \constd{UTIME\_NOW} si richiede l'uso del tempo corrente, mentre con
+\constd{UTIME\_OMIT} si richiede di non impostare il tempo. Si può così
aggiornare in maniera specifica soltanto uno fra il tempo di ultimo accesso e
quello di ultima modifica. Quando si usa uno di questi valori speciali per
\var{tv\_nsec} il corrispondente valore di \var{tv\_sec} viene ignorato.
seconda supporta invece, rispetto ad \func{utimes}, una sintassi più complessa
che consente una indicazione sicura del file su cui operare specificando la
directory su cui si trova tramite il file descriptor \param{dirfd} ed il suo
-nome come \itindsub{pathname}{relativo} \textit{pathname relativo}
-in \param{pathname}.\footnote{su Linux solo \func{utimensat} è una
- \textit{system call} e \func{futimens} è una funzione di libreria, infatti
- se \param{pathname} è \var{NULL} \param{dirfd} viene considerato un file
- descriptor ordinario e il cambiamento del tempo applicato al file
- sottostante, qualunque esso sia, per cui \code{futimens(fd, times}) è del
- tutto equivalente a \code{utimensat(fd, NULL, times, 0)}.}
+nome come \textit{pathname relativo} in \param{pathname}.\footnote{su Linux
+ solo \func{utimensat} è una \textit{system call} e \func{futimens} è una
+ funzione di libreria, infatti se \param{pathname} è \var{NULL} \param{dirfd}
+ viene considerato un file descriptor ordinario e il cambiamento del tempo
+ applicato al file sottostante, qualunque esso sia, per cui
+ \code{futimens(fd, times}) è del tutto equivalente a \code{utimensat(fd,
+ NULL, times, 0)}.}
Torneremo su questa sintassi e sulla sua motivazione in
sez.~\ref{sec:file_openat}, quando tratteremo tutte le altre funzioni (le
\textbf{\param{mode}} & \textbf{Significato} \\
\hline
\hline
- \const{R\_OK} & Verifica il permesso di lettura. \\
- \const{W\_OK} & Verifica il permesso di scrittura. \\
- \const{X\_OK} & Verifica il permesso di esecuzione. \\
- \const{F\_OK} & Verifica l'esistenza del file. \\
+ \constd{R\_OK} & Verifica il permesso di lettura. \\
+ \constd{W\_OK} & Verifica il permesso di scrittura. \\
+ \constd{X\_OK} & Verifica il permesso di esecuzione. \\
+ \constd{F\_OK} & Verifica l'esistenza del file. \\
\hline
\end{tabular}
\caption{Valori possibili per l'argomento \param{mode} della funzione
Entrambe le funzioni utilizzano come secondo argomento \param{mode}, una
variabile dell'apposito tipo primitivo \type{mode\_t} (vedi
-tab.~\ref{tab:intro_primitive_types}) utilizzato per specificare i permessi sui
-file.
+tab.~\ref{tab:intro_primitive_types}) utilizzato per specificare i permessi
+sui file.
\begin{table}[!htb]
\centering
due casi hanno a che fare con il contenuto del file, e nella discussione
relativa all'uso degli \textit{extended user attributes} nessuno è mai stato
capace di indicare una qualche forma sensata di utilizzo degli stessi per
- collegamenti simbolici o file di dispositivo, e neanche per le fifo o i
+ collegamenti simbolici o file di dispositivo, e neanche per le \textit{fifo} o i
socket. Per questo motivo essi sono stati completamente disabilitati per
tutto ciò che non sia un file regolare o una directory.\footnote{si può
verificare la semantica adottata consultando il file \texttt{fs/xattr.c}
puntato da \param{value}, e la sua dimensione totale (in byte) sarà indicata
dall'argomento \param{size}. Infine l'argomento \param{flag} consente di
controllare le modalità di sovrascrittura dell'attributo esteso, esso può
-prendere due valori: con \const{XATTR\_REPLACE} si richiede che l'attributo
+prendere due valori: con \constd{XATTR\_REPLACE} si richiede che l'attributo
esista, nel qual caso verrà sovrascritto, altrimenti si avrà errore, mentre
-con \const{XATTR\_CREATE} si richiede che l'attributo non esista, nel qual
+con \constd{XATTR\_CREATE} si richiede che l'attributo non esista, nel qual
caso verrà creato, altrimenti si avrà errore ed il valore attuale non sarà
modificato. Utilizzando per \param{flag} un valore nullo l'attributo verrà
modificato se è già presente, o creato se non c'è.
\textbf{Tipo} & \textbf{Descrizione} \\
\hline
\hline
- \const{ACL\_USER\_OBJ} & Voce che contiene i diritti di accesso del
+ \constd{ACL\_USER\_OBJ}& Voce che contiene i diritti di accesso del
proprietario del file.\\
- \const{ACL\_USER} & Voce che contiene i diritti di accesso per
+ \constd{ACL\_USER} & Voce che contiene i diritti di accesso per
l'utente indicato dal rispettivo
qualificatore.\\
- \const{ACL\_GROUP\_OBJ}& Voce che contiene i diritti di accesso del
+ \constd{ACL\_GROUP\_OBJ}&Voce che contiene i diritti di accesso del
gruppo proprietario del file.\\
- \const{ACL\_GROUP} & Voce che contiene i diritti di accesso per
+ \constd{ACL\_GROUP} & Voce che contiene i diritti di accesso per
il gruppo indicato dal rispettivo
qualificatore.\\
- \const{ACL\_MASK} & Voce che contiene la maschera dei massimi
+ \constd{ACL\_MASK} & Voce che contiene la maschera dei massimi
permessi di accesso che possono essere garantiti
da voci del tipo \const{ACL\_USER},
\const{ACL\_GROUP} e \const{ACL\_GROUP\_OBJ}.\\
- \const{ACL\_OTHER} & Voce che contiene i diritti di accesso di chi
+ \constd{ACL\_OTHER} & Voce che contiene i diritti di accesso di chi
non corrisponde a nessuna altra voce dell'ACL.\\
\hline
\end{tabular}
La funzione alloca ed inizializza un'area di memoria che verrà usata per
mantenere i dati di una ACL contenente fino ad un massimo di \param{count}
-voci. La funzione ritorna un valore di tipo \type{acl\_t} da usare in tutte le
+voci. La funzione ritorna un valore di tipo \typed{acl\_t} da usare in tutte le
altre funzioni che operano sulla ACL. La funzione si limita alla allocazione
iniziale e non inserisce nessun valore nella ACL che resta vuota.
-Si tenga presente che pur essendo \type{acl\_t} un tipo opaco che identifica
+Si tenga presente che pur essendo \typed{acl\_t} un tipo opaco che identifica
``\textsl{l'oggetto}'' ACL, il valore restituito dalla funzione non è altro
che un puntatore all'area di memoria allocata per i dati richiesti. Pertanto
in caso di fallimento verrà restituito un puntatore nullo di tipo
funzione, che può richiedere anche la ACL relativa ad una directory, il
secondo argomento \param{type} consente di specificare se si vuole ottenere la
ACL di default o quella di accesso. Questo argomento deve essere di tipo
-\type{acl\_type\_t} e può assumere solo i due valori riportati in
+\typed{acl\_type\_t} e può assumere solo i due valori riportati in
tab.~\ref{tab:acl_type}.
\begin{table}[htb]
\textbf{Tipo} & \textbf{Descrizione} \\
\hline
\hline
- \const{ACL\_TYPE\_ACCESS} & Indica una ACL di accesso.\\
- \const{ACL\_TYPE\_DEFAULT}& Indica una ACL di default.\\
+ \constd{ACL\_TYPE\_ACCESS} & Indica una ACL di accesso.\\
+ \constd{ACL\_TYPE\_DEFAULT}& Indica una ACL di default.\\
\hline
\end{tabular}
\caption{Le costanti che identificano il tipo di ACL.}
\textbf{Tipo} & \textbf{Descrizione} \\
\hline
\hline
- \const{TEXT\_ABBREVIATE} & Stampa le voci in forma abbreviata.\\
- \const{TEXT\_NUMERIC\_IDS} & non effettua la risoluzione numerica di
+ \constd{TEXT\_ABBREVIATE} & Stampa le voci in forma abbreviata.\\
+ \constd{TEXT\_NUMERIC\_IDS} & non effettua la risoluzione numerica di
\ids{UID} e \ids{GID}.\\
- \const{TEXT\_SOME\_EFFECTIVE}& Per ciascuna voce che contiene permessi che
+ \constd{TEXT\_SOME\_EFFECTIVE}&Per ciascuna voce che contiene permessi che
vengono eliminati dalla \const{ACL\_MASK}
viene generato un commento con i permessi
effettivamente risultanti; il commento è
separato con un tabulatore.\\
- \const{TEXT\_ALL\_EFFECTIVE} & Viene generato un commento con i permessi
+ \constd{TEXT\_ALL\_EFFECTIVE}& Viene generato un commento con i permessi
effettivi per ciascuna voce che contiene
permessi citati nella \const{ACL\_MASK},
anche quando questi non vengono modificati
da essa; il commento è separato con un
tabulatore.\\
- \const{TEXT\_SMART\_INDENT} & Da usare in combinazione con le precedenti
+ \constd{TEXT\_SMART\_INDENT} & Da usare in combinazione con le precedenti
opzioni \const{TEXT\_SOME\_EFFECTIVE} e
\const{TEXT\_ALL\_EFFECTIVE}, aumenta
automaticamente il numero di spaziatori
}
\end{funcproto}
-La funzione è del tutto è analoga a \funcd{acl\_set\_file} ma opera
+La funzione è del tutto è analoga a \func{acl\_set\_file} ma opera
esclusivamente sui file identificati tramite un file descriptor. Non dovendo
avere a che fare con directory (e con la conseguente possibilità di avere una
ACL di default) la funzione non necessita che si specifichi il tipo di ACL,
Se si vuole operare direttamente sui contenuti di un oggetto di tipo
\type{acl\_t} infatti occorre fare riferimento alle singole voci tramite gli
-opportuni puntatori di tipo \type{acl\_entry\_t}, che possono essere ottenuti
+opportuni puntatori di tipo \typed{acl\_entry\_t}, che possono essere ottenuti
dalla funzione \funcm{acl\_get\_entry} (per una voce esistente) o dalla
funzione \funcm{acl\_create\_entry} per una voce da aggiungere. Nel caso della
prima funzione si potrà poi ripetere la lettura per ottenere i puntatori alle
\vspace{3pt}
\begin{funcbox}{
\fhead{sys/quota.h}
-\fdecl{int \macro{QCMD}(subcmd,type)}
+\fdecl{int \macrod{QCMD}(subcmd,type)}
\fdesc{Imposta il comando \param{subcmd} per il tipo di quote (utente o
gruppo) \param{type}.}
}
\textbf{Comando} & \textbf{Descrizione} \\
\hline
\hline
- \const{Q\_QUOTAON} & Attiva l'applicazione delle quote disco per il
+ \constd{Q\_QUOTAON} & Attiva l'applicazione delle quote disco per il
filesystem indicato da \param{dev}, si deve passare
in \param{addr} il \textit{pathname} al file che
mantiene le quote, che deve esistere, e \param{id}
valori di tab.~\ref{tab:quotactl_id_format};
l'operazione richiede i privilegi di
amministratore.\\
- \const{Q\_QUOTAOFF} & Disattiva l'applicazione delle quote disco per il
+ \constd{Q\_QUOTAOFF}& Disattiva l'applicazione delle quote disco per il
filesystem indicato da \param{dev}, \param{id}
e \param{addr} vengono ignorati; l'operazione
richiede i privilegi di amministratore.\\
- \const{Q\_GETQUOTA} & Legge i limiti ed i valori correnti delle quote nel
+ \constd{Q\_GETQUOTA}& Legge i limiti ed i valori correnti delle quote nel
filesystem indicato da \param{dev} per l'utente o
il gruppo specificato da \param{id}; si devono avere
i privilegi di amministratore per leggere i dati
parte, il risultato viene restituito in una struttura
\struct{dqblk} all'indirizzo indicato
da \param{addr}.\\
- \const{Q\_SETQUOTA} & Imposta i limiti per le quote nel filesystem
+ \constd{Q\_SETQUOTA}& Imposta i limiti per le quote nel filesystem
indicato da \param{dev} per l'utente o il gruppo
specificato da \param{id} secondo i valori ottenuti
dalla struttura \struct{dqblk} puntata
da \param{addr}; l'operazione richiede i privilegi
di amministratore.\\
- \const{Q\_GETINFO} & Legge le informazioni (in sostanza i \textit{grace
+ \constd{Q\_GETINFO} & Legge le informazioni (in sostanza i \textit{grace
time}) delle quote del filesystem indicato
da \param{dev} sulla struttura \struct{dqinfo}
puntata da \param{addr}, \param{id} viene ignorato.\\
- \const{Q\_SETINFO} & Imposta le informazioni delle quote del filesystem
+ \constd{Q\_SETINFO} & Imposta le informazioni delle quote del filesystem
indicato da \param{dev} come ottenuti dalla
struttura \struct{dqinfo} puntata
da \param{addr}, \param{id} viene ignorato;
l'operazione richiede i privilegi di amministratore.\\
- \const{Q\_GETFMT} & Richiede il valore identificativo (quello di
+ \constd{Q\_GETFMT} & Richiede il valore identificativo (quello di
tab.~\ref{tab:quotactl_id_format}) per il formato
delle quote attualmente in uso sul filesystem
indicato da \param{dev}, che sarà memorizzato
sul buffer di 4 byte puntato da \param{addr}.\\
- \const{Q\_SYNC} & Aggiorna la copia su disco dei dati delle quote del
+ \constd{Q\_SYNC} & Aggiorna la copia su disco dei dati delle quote del
filesystem indicato da \param{dev}; in questo
caso \param{dev} può anche essere \val{NULL} nel
qual caso verranno aggiornati i dati per tutti i
filesystem con quote attive, \param{id}
e \param{addr} vengono comunque ignorati.\\
- \const{Q\_GETSTATS} & Ottiene statistiche ed altre informazioni generali
+ \constd{Q\_GETSTATS}& Ottiene statistiche ed altre informazioni generali
relative al sistema delle quote per il filesystem
indicato da \param{dev}, richiede che si
passi come argomento \param{addr} l'indirizzo di una
\textbf{Costante} & \textbf{Descrizione} \\
\hline
\hline
- \const{QIF\_BLIMITS}& Limiti sui blocchi di
- spazio disco (\val{dqb\_bhardlimit} e
- \val{dqb\_bsoftlimit}).\\
- \const{QIF\_SPACE} & Uso corrente
- dello spazio disco (\val{dqb\_curspace}).\\
- \const{QIF\_ILIMITS}& Limiti sugli \textit{inode}
- (\val{dqb\_ihardlimit} e \val{dqb\_isoftlimit}).\\
- \const{QIF\_INODES} & Uso corrente
- degli \textit{inode} (\val{dqb\_curinodes}).\\
- \const{QIF\_BTIME} & Tempo di
- sforamento del \textit{soft limit} sul numero di
- blocchi (\val{dqb\_btime}).\\
- \const{QIF\_ITIME} & Tempo di sforamento del \textit{soft limit} sul
- numero di \textit{inode} (\val{dqb\_itime}).\\
- \const{QIF\_LIMITS} & L'insieme di \const{QIF\_BLIMITS} e
- \const{QIF\_ILIMITS}.\\
- \const{QIF\_USAGE} & L'insieme di \const{QIF\_SPACE} e
- \const{QIF\_INODES}.\\
- \const{QIF\_TIMES} & L'insieme di \const{QIF\_BTIME} e
- \const{QIF\_ITIME}.\\
- \const{QIF\_ALL} & Tutti i precedenti.\\
+ \constd{QIF\_BLIMITS}& Limiti sui blocchi di spazio disco
+ (\val{dqb\_bhardlimit} e \val{dqb\_bsoftlimit}).\\
+ \constd{QIF\_SPACE} & Uso corrente dello spazio disco
+ (\val{dqb\_curspace}).\\
+ \constd{QIF\_ILIMITS}& Limiti sugli \textit{inode}
+ (\val{dqb\_ihardlimit} e \val{dqb\_isoftlimit}).\\
+ \constd{QIF\_INODES} & Uso corrente degli \textit{inode}
+ (\val{dqb\_curinodes}).\\
+ \constd{QIF\_BTIME} & Tempo di sforamento del \textit{soft limit} sul
+ numero di blocchi (\val{dqb\_btime}).\\
+ \constd{QIF\_ITIME} & Tempo di sforamento del \textit{soft limit} sul
+ numero di \textit{inode} (\val{dqb\_itime}).\\
+ \constd{QIF\_LIMITS} & L'insieme di \const{QIF\_BLIMITS} e
+ \const{QIF\_ILIMITS}.\\
+ \constd{QIF\_USAGE} & L'insieme di \const{QIF\_SPACE} e
+ \const{QIF\_INODES}.\\
+ \constd{QIF\_TIMES} & L'insieme di \const{QIF\_BTIME} e
+ \const{QIF\_ITIME}.\\
+ \constd{QIF\_ALL} & Tutti i precedenti.\\
\hline
\end{tabular}
\caption{Costanti per il campo \val{dqb\_valid} di \struct{dqblk}.}
\textbf{Identificatore} & \textbf{Descrizione} \\
\hline
\hline
- \const{QFMT\_VFS\_OLD}& Il vecchio (ed obsoleto) formato delle quote.\\
- \const{QFMT\_VFS\_V0} & La versione 0 usata dal VFS di Linux, supporta
- \ids{UID} e \ids{GID} a 32 bit e limiti fino a
- $2^{42}$ byte e $2^{32}$ file.\\
- \const{QFMT\_VFS\_V1} & La versione 1 usata dal VFS di Linux, supporta
- \ids{UID} e \ids{GID} a 32 bit e limiti fino a
- $2^{64}$ byte e $2^{64}$ file.\\
+ \constd{QFMT\_VFS\_OLD}& Il vecchio (ed obsoleto) formato delle quote.\\
+ \constd{QFMT\_VFS\_V0} & La versione 0 usata dal VFS di Linux, supporta
+ \ids{UID} e \ids{GID} a 32 bit e limiti fino a
+ $2^{42}$ byte e $2^{32}$ file.\\
+ \constd{QFMT\_VFS\_V1} & La versione 1 usata dal VFS di Linux, supporta
+ \ids{UID} e \ids{GID} a 32 bit e limiti fino a
+ $2^{64}$ byte e $2^{64}$ file.\\
\hline
\end{tabular}
\caption{Valori di identificazione del formato delle quote.}
\label{tab:quotactl_id_format}
\end{table}
-
-
Altre due operazioni che necessitano di ulteriori spiegazioni sono
\const{Q\_GETINFO} e \const{Q\_SETINFO}, che consentono di ottenere i dati
relativi alle impostazioni delle altre proprietà delle quote, che al momento
\textbf{Costante} & \textbf{Descrizione} \\
\hline
\hline
- \const{IIF\_BGRACE}& Il \textit{grace period} per i blocchi
+ \constd{IIF\_BGRACE}& Il \textit{grace period} per i blocchi
(\val{dqi\_bgrace}).\\
- \const{IIF\_IGRACE}& Il \textit{grace period} per gli \textit{inode}
+ \constd{IIF\_IGRACE}& Il \textit{grace period} per gli \textit{inode}
(\val{dqi\_igrace}).\\
- \const{IIF\_FLAGS} & I flag delle quote (\val{dqi\_flags}) (inusato ?).\\
- \const{IIF\_ALL} & Tutti i precedenti.\\
+ \constd{IIF\_FLAGS} & I flag delle quote (\val{dqi\_flags}) (inusato ?).\\
+ \constd{IIF\_ALL} & Tutti i precedenti.\\
\hline
\end{tabular}
\caption{Costanti per il campo \val{dqi\_valid} di \struct{dqinfo}.}
\textit{inheritable} ed \textit{effective}. Questi insiemi vengono mantenuti
in forma di tre diverse maschere binarie,\footnote{il kernel li mantiene, come
i vari identificatori di sez.~\ref{sec:proc_setuid}, all'interno della
- \struct{task\_struct} di ciascun processo (vedi
+ \texttt{task\_struct} di ciascun processo (vedi
fig.~\ref{fig:proc_task_struct}), nei tre campi \texttt{cap\_effective},
\texttt{cap\_inheritable}, \texttt{cap\_permitted} del tipo
\texttt{kernel\_cap\_t}; questo era, fino al kernel 2.6.25 definito come
Per i kernel fino al 2.6.25, o se non si attiva il supporto per le
\textit{file capabilities}, il \textit{capabilities bounding set} è un
parametro generale di sistema, il cui valore viene riportato nel file
-\sysctlfile{kernel/cap-bound}. Il suo valore iniziale è definito in sede di
+\sysctlfiled{kernel/cap-bound}. Il suo valore iniziale è definito in sede di
compilazione del kernel, e da sempre ha previsto come default la presenza di
tutte le \textit{capabilities} eccetto \const{CAP\_SETPCAP}. In questa
situazione solo il primo processo eseguito nel sistema (quello con
\textbf{Flag} & \textbf{Descrizione} \\
\hline
\hline
- \const{SECURE\_KEEP\_CAPS}& Il processo non subisce la cancellazione delle
+ \constd{SECURE\_KEEP\_CAPS}&Il processo non subisce la cancellazione delle
sue \textit{capabilities} quando tutti i suoi
\ids{UID} passano ad un valore non
nullo (regola di compatibilità per il cambio
elenco), sostituisce il precedente uso
dell'operazione \const{PR\_SET\_KEEPCAPS} di
\func{prctl}.\\
- \const{SECURE\_NO\_SETUID\_FIXUP}&Il processo non subisce le modifiche
+ \constd{SECURE\_NO\_SETUID\_FIXUP}&Il processo non subisce le modifiche
delle sue \textit{capabilities} nel passaggio
da nullo a non nullo degli \ids{UID}
dei gruppi \textit{effective} e
\textit{file system} (regole di compatibilità
per il cambio di \ids{UID} nn.~1 e 2 del
precedente elenco).\\
- \const{SECURE\_NOROOT} & Il processo non assume nessuna capacità
+ \constd{SECURE\_NOROOT} & Il processo non assume nessuna capacità
aggiuntiva quando esegue un programma, anche
se ha \ids{UID} nullo o il programma ha
il \acr{suid} bit attivo ed appartiene
corrispondente flag di blocco, identificato da una costante omonima con
l'estensione \texttt{\_LOCKED}, la cui attivazione è irreversibile ed ha
l'effetto di rendere permanente l'impostazione corrente del corrispondente
-flag ordinario; in sostanza con \const{SECURE\_KEEP\_CAPS\_LOCKED} si rende
+flag ordinario; in sostanza con \constd{SECURE\_KEEP\_CAPS\_LOCKED} si rende
non più modificabile \const{SECURE\_KEEP\_CAPS}, ed analogamente avviene con
-\const{SECURE\_NO\_SETUID\_FIXUP\_LOCKED} per
-\const{SECURE\_NO\_SETUID\_FIXUP} e con \const{SECURE\_NOROOT\_LOCKED} per
+\constd{SECURE\_NO\_SETUID\_FIXUP\_LOCKED} per
+\const{SECURE\_NO\_SETUID\_FIXUP} e con \constd{SECURE\_NOROOT\_LOCKED} per
\const{SECURE\_NOROOT}.
Per l'impostazione di questi flag sono state predisposte due specifiche
%
% POSIX-draft defined capabilities.
%
- \const{CAP\_AUDIT\_CONTROL}& Abilitare e disabilitare il
+ \constd{CAP\_AUDIT\_CONTROL}& Abilitare e disabilitare il
controllo dell'auditing (dal kernel 2.6.11).\\
- \const{CAP\_AUDIT\_WRITE}&Scrivere dati nel giornale di
+ \constd{CAP\_AUDIT\_WRITE}&Scrivere dati nel giornale di
auditing del kernel (dal kernel 2.6.11).\\
% TODO verificare questa roba dell'auditing
- \const{CAP\_BLOCK\_SUSPEND}&Utilizzare funzionalità che possono bloccare
+ \constd{CAP\_BLOCK\_SUSPEND}&Utilizzare funzionalità che possono bloccare
la sospensione del sistema (dal kernel 3.5).\\
- \const{CAP\_CHOWN} & Cambiare proprietario e gruppo
+ \constd{CAP\_CHOWN} & Cambiare proprietario e gruppo
proprietario di un file (vedi
sez.~\ref{sec:file_ownership_management}).\\
- \const{CAP\_DAC\_OVERRIDE}& Evitare il controllo dei
- permessi di lettura, scrittura ed esecuzione dei
- file, (vedi sez.~\ref{sec:file_access_control}).\\
- \const{CAP\_DAC\_READ\_SEARCH}& Evitare il controllo dei
+ \constd{CAP\_DAC\_OVERRIDE}& Evitare il controllo dei
+ permessi di lettura, scrittura ed esecuzione dei
+ file, (vedi sez.~\ref{sec:file_access_control}).\\
+ \constd{CAP\_DAC\_READ\_SEARCH}& Evitare il controllo dei
permessi di lettura ed esecuzione per
le directory (vedi
sez.~\ref{sec:file_access_control}).\\
per tutte le operazioni privilegiate non coperte
dalle precedenti \const{CAP\_DAC\_OVERRIDE} e
\const{CAP\_DAC\_READ\_SEARCH}.\\
- \const{CAP\_FSETID} & Evitare la cancellazione automatica dei bit
+ \constd{CAP\_FSETID} & Evitare la cancellazione automatica dei bit
\acr{suid} e \acr{sgid} quando un file
per i quali sono impostati viene modificato da
un processo senza questa capacità e la capacità
quando questo è relativo ad un gruppo cui non si
appartiene (vedi
sez.~\ref{sec:file_perm_management}).\\
- \const{CAP\_KILL} & Mandare segnali a qualunque
+ \constd{CAP\_KILL} & Mandare segnali a qualunque
processo (vedi sez.~\ref{sec:sig_kill_raise}).\\
- \const{CAP\_SETFCAP} & Impostare le \textit{capabilities} di un file
+ \constd{CAP\_SETFCAP} & Impostare le \textit{capabilities} di un file
(dal kernel 2.6.24).\\
- \const{CAP\_SETGID} & Manipolare i group ID dei
+ \constd{CAP\_SETGID} & Manipolare i group ID dei
processi, sia il principale che i supplementari,
(vedi sez.~\ref{sec:proc_setgroups}) che quelli
trasmessi tramite i socket \textit{unix domain}
(vedi sez.~\ref{sec:unix_socket}).\\
- \const{CAP\_SETUID} & Manipolare gli user ID del
+ \constd{CAP\_SETUID} & Manipolare gli user ID del
processo (vedi sez.~\ref{sec:proc_setuid}) e di
trasmettere un user ID arbitrario nel passaggio
delle credenziali coi socket \textit{unix
% Linux specific capabilities
%
\hline
- \const{CAP\_IPC\_LOCK} & Effettuare il \textit{memory locking} con le
+ \constd{CAP\_IPC\_LOCK} & Effettuare il \textit{memory locking} con le
funzioni \func{mlock}, \func{mlockall},
\func{shmctl}, \func{mmap} (vedi
sez.~\ref{sec:proc_mem_lock} e
sez.~\ref{sec:file_memory_map}). \\
% TODO verificare l'interazione con SHM_HUGETLB
- \const{CAP\_IPC\_OWNER} & Evitare il controllo dei permessi
+ \constd{CAP\_IPC\_OWNER}& Evitare il controllo dei permessi
per le operazioni sugli oggetti di
intercomunicazione fra processi (vedi
sez.~\ref{sec:ipc_sysv}).\\
- \const{CAP\_LEASE} & Creare dei \textit{file lease} (vedi
+ \constd{CAP\_LEASE} & Creare dei \textit{file lease} (vedi
sez.~\ref{sec:file_asyncronous_lease})
pur non essendo proprietari del file (dal kernel
2.4).\\
- \const{CAP\_LINUX\_IMMUTABLE}& Impostare sui file gli attributi
- \textit{immutable} e \textit{append-only} (vedi
- sez.~\ref{sec:file_perm_overview}) se
- supportati.\\
- \const{CAP\_MKNOD} & Creare file di dispositivo con \func{mknod} (vedi
+ \constd{CAP\_LINUX\_IMMUTABLE}& Impostare sui file gli attributi
+ \textit{immutable} e \textit{append-only} (vedi
+ sez.~\ref{sec:file_perm_overview}) se
+ supportati.\\
+ \constd{CAP\_MAC\_ADMIN}& Amministrare il \textit{Mandatory
+ Access Control} di \textit{Smack} (dal kernel
+ 2.6.25).\\
+ \constd{CAP\_MAC\_OVERRIDE}& Evitare il \textit{Mandatory
+ Access Control} di \textit{Smack} (dal kernel
+ 2.6.25).\\
+ \constd{CAP\_MKNOD} & Creare file di dispositivo con \func{mknod} (vedi
sez.~\ref{sec:file_mknod}) (dal kernel 2.4).\\
\const{CAP\_NET\_ADMIN} & Eseguire alcune operazioni
privilegiate sulla rete.\\
- \const{CAP\_NET\_BIND\_SERVICE}& Porsi in ascolto su porte riservate (vedi
+ \constd{CAP\_NET\_BIND\_SERVICE}& Porsi in ascolto su porte riservate (vedi
sez.~\ref{sec:TCP_func_bind}).\\
- \const{CAP\_NET\_BROADCAST}& Consentire l'uso di socket in
+ \constd{CAP\_NET\_BROADCAST}& Consentire l'uso di socket in
\textit{broadcast} e \textit{multicast}.\\
- \const{CAP\_NET\_RAW} & Usare socket \texttt{RAW} e \texttt{PACKET}
+ \constd{CAP\_NET\_RAW} & Usare socket \texttt{RAW} e \texttt{PACKET}
(vedi sez.~\ref{sec:sock_type}).\\
\const{CAP\_SETPCAP} & Effettuare modifiche privilegiate alle
\textit{capabilities}.\\
\const{CAP\_SYS\_ADMIN} & Eseguire una serie di compiti amministrativi.\\
- \const{CAP\_SYS\_BOOT} & Eseguire un riavvio del sistema (vedi
+ \constd{CAP\_SYS\_BOOT} & Eseguire un riavvio del sistema (vedi
sez.~\ref{sec:sys_reboot}).\\
- \const{CAP\_SYS\_CHROOT}& Eseguire la funzione \func{chroot} (vedi
+ \constd{CAP\_SYS\_CHROOT}& Eseguire la funzione \func{chroot} (vedi
sez.~\ref{sec:file_chroot}).\\
- \const{CAP\_MAC\_ADMIN} & Amministrare il \textit{Mandatory
- Access Control} di \textit{Smack} (dal kernel
- 2.6.25).\\
- \const{CAP\_MAC\_OVERRIDE}& Evitare il \textit{Mandatory
- Access Control} di \textit{Smack} (dal kernel
- 2.6.25).\\
- \const{CAP\_SYS\_MODULE}& Caricare e rimuovere moduli del kernel.\\
+ \constd{CAP\_SYS\_MODULE}& Caricare e rimuovere moduli del kernel.\\
\const{CAP\_SYS\_NICE} & Modificare le varie priorità dei processi (vedi
sez.~\ref{sec:proc_priority}).\\
- \const{CAP\_SYS\_PACCT} & Usare le funzioni di \textit{accounting} dei
+ \constd{CAP\_SYS\_PACCT}& Usare le funzioni di \textit{accounting} dei
processi (vedi
sez.~\ref{sec:sys_bsd_accounting}).\\
- \const{CAP\_SYS\_PTRACE}& La capacità di tracciare qualunque processo con
+ \constd{CAP\_SYS\_PTRACE}& La capacità di tracciare qualunque processo con
\func{ptrace} (vedi
sez.~\ref{sec:process_ptrace}).\\
- \const{CAP\_SYS\_RAWIO} & Operare sulle porte di I/O con \func{ioperm} e
+ \constd{CAP\_SYS\_RAWIO}& Operare sulle porte di I/O con \func{ioperm} e
\func{iopl} (vedi
sez.~\ref{sec:process_io_port}).\\
\const{CAP\_SYS\_RESOURCE}& Superare le varie limitazioni sulle risorse.\\
- \const{CAP\_SYS\_TIME} & Modificare il tempo di sistema (vedi
+ \constd{CAP\_SYS\_TIME} & Modificare il tempo di sistema (vedi
sez.~\ref{sec:sys_time}).\\
- \const{CAP\_SYS\_TTY\_CONFIG}&Simulare un \textit{hangup} della console,
+ \constd{CAP\_SYS\_TTY\_CONFIG}&Simulare un \textit{hangup} della console,
con la funzione \func{vhangup}.\\
- \const{CAP\_SYSLOG} & Gestire il buffer dei messaggi
+ \constd{CAP\_SYSLOG} & Gestire il buffer dei messaggi
del kernel, (vedi sez.~\ref{sec:sess_daemon}),
introdotta dal kernel 2.6.38 come capacità
separata da \const{CAP\_SYS\_ADMIN}.\\
- \const{CAP\_WAKE\_ALARM}& Usare i timer di tipo
+ \constd{CAP\_WAKE\_ALARM}&Usare i timer di tipo
\const{CLOCK\_BOOTTIME\_ALARM} e
\const{CLOCK\_REALTIME\_ALARM}, vedi
sez.~\ref{sec:sig_timer_adv} (dal kernel 3.0).\\
\label{tab:proc_capabilities}
\end{table}
+\constbeg{CAP\_SETPCAP}
Prima di dettagliare il significato della capacità più generiche, conviene
però dedicare un discorso a parte a \const{CAP\_SETPCAP}, il cui significato è
conseguente impossibilità successiva di eseguire programmi con quella
capacità), o di impostare i \textit{securebits} delle \textit{capabilities}.
+\constend{CAP\_SETPCAP}
+\constbeg{CAP\_FOWNER}
+
La prima fra le capacità ``\textsl{ampie}'' che occorre dettagliare
maggiormente è \const{CAP\_FOWNER}, che rimuove le restrizioni poste ad un
processo che non ha la proprietà di un file in un vasto campo di
sez.~\ref{sec:file_open_close} e sez.~\ref{sec:file_fcntl_ioctl}) senza
restrizioni.
+\constend{CAP\_FOWNER}
+\constbeg{CAP\_NET\_ADMIN}
+
Una seconda capacità che copre diverse operazioni, in questo caso riguardanti
la rete, è \const{CAP\_NET\_ADMIN}, che consente di impostare le opzioni
privilegiate dei socket (vedi sez.~\ref{sec:sock_generic_options}), abilitare
configurazione delle interfacce di rete (vedi
sez.~\ref{sec:sock_ioctl_netdevice}) ed impostare la tabella di instradamento.
+\constend{CAP\_NET\_ADMIN}
+\constbeg{CAP\_SYS\_ADMIN}
+
Una terza \textit{capability} con vasto campo di applicazione è
\const{CAP\_SYS\_ADMIN}, che copre una serie di operazioni amministrative,
come impostare le quote disco (vedi sez.\ref{sec:disk_quota}), attivare e
(\const{IOPRIO\_CLASS\_RT} e prima del kernel 2.6.25 anche
\const{IOPRIO\_CLASS\_IDLE}) per lo scheduling dell'I/O (vedi
sez.~\ref{sec:io_priority}), superare il limite di sistema sul numero massimo
-di file aperti,\footnote{quello indicato da \sysctlfile{fs/file-max}.}
+di file aperti,\footnote{quello indicato da \sysctlfiled{fs/file-max}.}
effettuare operazioni privilegiate sulle chiavi mantenute dal kernel (vedi
sez.~\ref{sec:keyctl_management}), usare la funzione \func{lookup\_dcookie},
usare \const{CLONE\_NEWNS} con \func{unshare} e \func{clone}, (vedi
sez.~\ref{sec:process_clone}).
+\constend{CAP\_SYS\_ADMIN}
+\constbeg{CAP\_SYS\_NICE}
+
Originariamente \const{CAP\_SYS\_NICE} riguardava soltanto la capacità di
aumentare le priorità di esecuzione dei processi, come la diminuzione del
valore di \textit{nice} (vedi sez.~\ref{sec:proc_sched_stand}), l'uso delle
arbitrarie nell'accesso a disco (vedi sez.~\ref{sec:io_priority}) e nelle
politiche di allocazione delle pagine di memoria ai nodi di un sistema NUMA.
+\constend{CAP\_SYS\_NICE}
+\constbeg{CAP\_SYS\_RESOURCE}
+
Infine la \textit{capability} \const{CAP\_SYS\_RESOURCE} attiene alla
possibilità di superare i limiti imposti sulle risorse di sistema, come usare
lo spazio disco riservato all'amministratore sui filesystem che lo supportano,
numero di processi, ed i limiti sulle dimensioni dei messaggi delle code del
SysV IPC (vedi sez.~\ref{sec:ipc_sysv_mq}).
+\constend{CAP\_SYS\_RESOURCE}
+
Per la gestione delle \textit{capabilities} il kernel mette a disposizione due
funzioni che permettono rispettivamente di leggere ed impostare i valori dei
tre insiemi illustrati in precedenza. Queste due funzioni di sistema sono
indicato che per poterle utilizzare fosse necessario che la macro
\macro{\_POSIX\_SOURCE} risultasse non definita (ed era richiesto di inserire
una istruzione \texttt{\#undef \_POSIX\_SOURCE} prima di includere
-\headfile{sys/capability.h}) requisito che non risulta più
+\headfiled{sys/capability.h}) requisito che non risulta più
presente.\footnote{e non è chiaro neanche quanto sia mai stato davvero
necessario.}
\centering
\begin{minipage}[c]{0.8\textwidth}
\includestruct{listati/cap_user_header_t.h}
- \end{minipage}
+ \end{minipage}
\normalsize
\caption{Definizione delle strutture a cui fanno riferimento i puntatori
\structd{cap\_user\_header\_t} e \structd{cap\_user\_data\_t} usati per
Le funzioni dell'interfaccia alle \textit{capabilities} definite nelle bozze
dello standard POSIX.1e prevedono l'uso di un tipo di dato opaco,
-\type{cap\_t}, come puntatore ai dati mantenuti nel cosiddetto
+\typed{cap\_t}, come puntatore ai dati mantenuti nel cosiddetto
\textit{capability state},\footnote{si tratta in sostanza di un puntatore ad
una struttura interna utilizzata dalle librerie, i cui campi non devono mai
essere acceduti direttamente.} in sono memorizzati tutti i dati delle
\textbf{Valore} & \textbf{Significato} \\
\hline
\hline
- \const{CAP\_EFFECTIVE} & Capacità dell'insieme \textsl{effettivo}.\\
- \const{CAP\_PERMITTED} & Capacità dell'insieme \textsl{permesso}.\\
- \const{CAP\_INHERITABLE}& Capacità dell'insieme \textsl{ereditabile}.\\
+ \constd{CAP\_EFFECTIVE} & Capacità dell'insieme \textsl{effettivo}.\\
+ \constd{CAP\_PERMITTED} & Capacità dell'insieme \textsl{permesso}.\\
+ \constd{CAP\_INHERITABLE}& Capacità dell'insieme \textsl{ereditabile}.\\
\hline
\end{tabular}
- \caption{Valori possibili per il tipo di dato \type{cap\_flag\_t} che
+ \caption{Valori possibili per il tipo di dato \typed{cap\_flag\_t} che
identifica gli insiemi delle \textit{capabilities}.}
\label{tab:cap_set_identifier}
\end{table}
\vspace{3pt}
\begin{funcbox}{
\fhead{sys/capability.h}
-\fdecl{int \macro{CAP\_DIFFERS}(value, flag)}
+\fdecl{int \macrod{CAP\_DIFFERS}(value, flag)}
\fdesc{Controlla lo stato di eventuali differenze delle \textit{capabilities}
nell'insieme \texttt{flag}.}
}
indica su quale dei tre insiemi si intende operare, sempre con i valori di
tab.~\ref{tab:cap_set_identifier}. La capacità che si intende controllare o
impostare invece deve essere specificata attraverso una variabile di tipo
-\type{cap\_value\_t}, che può prendere come valore uno qualunque di quelli
+\typed{cap\_value\_t}, che può prendere come valore uno qualunque di quelli
riportati in tab.~\ref{tab:proc_capabilities}, in questo caso però non è
possibile combinare diversi valori in una maschera binaria, una variabile di
tipo \type{cap\_value\_t} può indicare una sola capacità.\footnote{in
\textbf{Valore} & \textbf{Significato} \\
\hline
\hline
- \const{CAP\_CLEAR}& La capacità non è impostata.\\
- \const{CAP\_SET} & La capacità è impostata.\\
+ \constd{CAP\_CLEAR}& La capacità non è impostata.\\
+ \constd{CAP\_SET} & La capacità è impostata.\\
\hline
\end{tabular}
- \caption{Valori possibili per il tipo di dato \type{cap\_flag\_value\_t} che
+ \caption{Valori possibili per il tipo di dato \typed{cap\_flag\_value\_t} che
indica lo stato di una capacità.}
\label{tab:cap_value_type}
\end{table}
\kstruct{fs\_struct}; vedi fig.~\ref{fig:proc_task_struct}.} che, pur
essendo di norma corrispondente alla radice dell'albero dei file dell'intero
sistema, ha per il processo il significato specifico di directory rispetto
-alla quale vengono risolti i \itindsub{pathname}{assoluto}\textit{pathname}
-assoluti.\footnote{cioè quando un processo chiede la risoluzione di un
- \textit{pathname}, il kernel usa sempre questa directory come punto di
- partenza.} Il fatto che questo valore sia specificato per ogni processo apre
-allora la possibilità di modificare le modalità di risoluzione dei
-\itindsub{pathname}{assoluto} \textit{pathname} assoluti da parte di un
-processo cambiando questa directory, così come si fa coi
-\itindsub{pathname}{relativo} \textit{pathname} relativi cambiando la
-directory di lavoro.
+alla quale vengono risolti i \textit{pathname} assoluti.\footnote{cioè quando
+ un processo chiede la risoluzione di un \textit{pathname}, il kernel usa
+ sempre questa directory come punto di partenza.} Il fatto che questo valore
+sia specificato per ogni processo apre allora la possibilità di modificare le
+modalità di risoluzione dei \textit{pathname} assoluti da parte di un processo
+cambiando questa directory, così come si fa coi \textit{pathname} relativi
+cambiando la directory di lavoro.
Normalmente la directory radice di un processo coincide con la radice generica
dell'albero dei file, che è la directory che viene montata direttamente dal
\end{funcproto}
La funzione imposta la directory radice del processo a quella specificata da
-\param{path} (che ovviamente deve esistere) ed ogni
-\itindsub{pathname}{assoluto} \textit{pathname} assoluto usato dalle funzioni
-chiamate nel processo sarà risolto a partire da essa, rendendo impossibile
-accedere alla parte di albero sovrastante. Si ha così quella che viene
-chiamata una \textit{chroot jail}, in quanto il processo non può più accedere
-a file al di fuori della sezione di albero in cui è stato
+\param{path} (che ovviamente deve esistere) ed ogni \textit{pathname} assoluto
+usato dalle funzioni chiamate nel processo sarà risolto a partire da essa,
+rendendo impossibile accedere alla parte di albero sovrastante. Si ha così
+quella che viene chiamata una \textit{chroot jail}, in quanto il processo non
+può più accedere a file al di fuori della sezione di albero in cui è stato
\textsl{imprigionato}.
Solo un processo con i privilegi di amministratore può usare questa
ad un ramo di albero solo se dopo averla eseguita si cedono i privilegi di
amministratore. Infatti se per un qualunque motivo il processo resta con la
sua directory di lavoro al di fuori dalla \textit{chroot jail}, potrà accedere
-a tutto il resto del filesystem usando \itindsub{pathname}{relativo} dei
-\textit{pathname} relativi, dato che in tal caso è possibile, grazie all'uso
-di ``\texttt{..}'', risalire all'indietro fino alla radice effettiva
-dell'albero dei file.
+a tutto il resto del filesystem usando dei \textit{pathname} relativi, dato
+che in tal caso è possibile, grazie all'uso di ``\texttt{..}'', risalire
+all'indietro fino alla radice effettiva dell'albero dei file.
Potrebbe sembrare che per risolvere il problema sia sufficiente ricordarsi di
eseguire preventivamente anche una \func{chdir} sulla directory su cui si