+\subsection{Le funzioni avanzate per la risoluzione dei nomi}
+\label{sec:sock_advanced_name_services}
+
+Quelle illustrate nella sezione precedente sono le funzioni classiche per la
+risoluzione di nomi ed indirizzi IP, ma abbiamo già visto come esse soffrano
+di vari inconvenienti come il fatto che usano informazioni statiche, e non
+prevedono la possibilità di avere diverse classi di indirizzi. Anche se sono
+state create delle estensioni o metodi diversi che permettono di risolvere
+alcuni di questi inconvenienti,\footnote{rimane ad esempio il problema
+ generico che si deve sapere in anticipo quale tipo di indirizzi IP (IPv4 o
+ IPv6) corrispondono ad un certo nome a dominio.} comunque esse non
+forniscono una interfaccia sufficientemente generica.
+
+Inoltre in genere quando si ha a che fare con i socket non esiste soltanto il
+problema della risoluzione del nome che identifica la macchina, ma anche
+quello del servizio a cui ci si vuole rivolgere. Per questo motivo con lo
+standard POSIX 1003.1-2001 sono state indicate come deprecate le varie
+funzioni \func{gethostbyaddr}, \func{gethostbyname}, \var{getipnodebyname} e
+\var{getipnodebyaddr} ed è stata introdotta una interfaccia completamente
+nuova.
+
+La prima funzione di questa interfaccia è \funcd{getaddrinfo},\footnote{la
+ funzione è definita, insieme a \func{getnameinfo} che vedremo più avanti,
+ nell'\href{http://www.ietf.org/rfc/rfc2553.txt} {RFC~2553}.} che combina le
+funzionalità delle precedenti \func{getipnodebyname}, \func{getipnodebyaddr},
+\func{getservbyname} e \func{getservbyport}, consentendo di ottenere
+contemporaneamente sia la risoluzione di un indirizzo simbolico che del nome
+di un servizio; il suo prototipo è:
+\begin{functions}
+ \headdecl{netdb.h}
+ \headdecl{sys/socket.h}
+ \headdecl{netdb.h}
+
+ \funcdecl{int getaddrinfo(const char *node, const char *service, const
+ struct addrinfo *hints, struct addrinfo **res)}
+
+ Esegue una risoluzione di un nome a dominio e di un nome di servizio.
+
+ \bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo o un codice di
+ errore diverso da zero in caso di fallimento.}
+\end{functions}
+
+La funzione prende come primo argomento il nome della macchina che si vuole
+risolvere, specificato tramite la stringa \param{node}. Questo argomento,
+oltre ad un comune nome a dominio, può indicare anche un indirizzo numerico in
+forma \textit{dotted-decimal} per IPv4 o in formato esadecimale per IPv6. Si
+può anche specificare il nome di una rete invece che di una singola macchina.
+Il secondo argomento, \param{service}, specifica invece il nome del servizio
+che si intende risolvere. Per uno dei due argomenti si può anche usare il
+valore \const{NULL}, nel qual caso la risoluzione verrà effettuata soltanto
+sulla base del valore dell'altro.
+
+Il terzo argomento, \param{hints}, deve essere invece un puntatore ad una
+struttura \struct{addrinfo} usata per dare dei \textsl{suggerimenti} al
+procedimento di risoluzione riguardo al protocollo o del tipo di socket che si
+intenderà utilizzare; \func{getaddrinfo} infatti permette di effettuare
+ricerche generiche sugli indirizzi, usando sia IPv4 che IPv6, e richiedere
+risoluzioni sui nomi dei servizi indipendentemente dal protocollo (ad esempio
+TCP o UDP) che questi possono utilizzare.
+
+\begin{figure}[!htb]
+ \footnotesize \centering
+ \begin{minipage}[c]{15cm}
+ \includestruct{listati/addrinfo.h}
+ \end{minipage}
+ \caption{La struttura \structd{addrinfo} usata nella nuova interfaccia POSIX
+ per la risoluzione di nomi a dominio e servizi.}
+ \label{fig:sock_addrinfo_struct}
+\end{figure}
+
+La struttura \struct{addrinfo}, la cui definizione\footnote{la definizione è
+ ripresa direttamente dal file \texttt{netdb.h} in questa struttura viene
+ dichiarata, la pagina di manuale riporta \type{size\_t} come tipo di dato
+ per il campo \var{ai\_addrlen}, qui viene usata quanto previsto dallo
+ standard POSIX, in cui viene utilizzato \type{socklen\_t}; i due tipi di
+ dati sono comunque equivalenti.} è riportata in
+fig.~\ref{fig:sock_addrinfo_struct}, viene usata sia in ingresso, per passare
+dei valori di controllo alla funzione, che in uscita, per ricevere i
+risultati. Il primo campo, \var{ai\_flags}, è una maschera binaria di bit che
+permettono di controllare le varie modalità di risoluzione degli indirizzi,
+che viene usato soltanto in ingresso. I tre campi successivi \var{ai\_family},
+\var{ai\_socktype}, e \var{ai\_protocol} contengono rispettivamente la
+famiglia di indirizzi, il tipo di socket e il protocollo, in ingresso vengono
+usati per impostare una selezione (impostandone il valore nella struttura
+puntata da \param{hints}), mentre in uscita indicano il tipo di risultato
+contenuto nella struttura.
+
+Tutti i campi seguenti vengono usati soltanto in uscita; il campo
+\var{ai\_addrlen} indica la dimensione della struttura degli indirizzi
+ottenuta come risultato, il cui contenuto sarà memorizzato nella struttura
+\struct{sockaddr} posta all'indirizzo puntato dal campo \var{ai\_addr}. Il
+campo \var{ai\_canonname} è un puntatore alla stringa contenente il nome
+canonico della macchina, ed infine, quando la funzione restituisce più di un
+risultato, \var{ai\_next} è un puntatore alla successiva struttura
+\struct{addrinfo} della lista.
+
+Ovviamente non è necessario dare dei suggerimenti in ingresso, ed usando
+\const{NULL} come valore per l'argomento \param{hints} si possono compiere
+ricerche generiche. Se però si specifica un valore non nullo questo deve
+puntare ad una struttura \struct{addrinfo} precedentemente allocata nella
+quale siano stati opportunamente impostati i valori dei campi
+\var{ai\_family}, \var{ai\_socktype}, \var{ai\_protocol} ed \var{ai\_flags}.
+
+I due campi \var{ai\_family} e \var{ai\_socktype} prendono gli stessi valori
+degli analoghi argomenti della funzione \func{socket}; in particolare per
+\var{ai\_family} si possono usare i valori di tab.~\ref{tab:net_pf_names} ma
+sono presi in considerazione solo \const{PF\_INET} e \const{PF\_INET6}, mentre
+se non si vuole specificare nessuna famiglia di indirizzi si può usare il
+valore \const{PF\_UNSPEC}. Allo stesso modo per \var{ai\_socktype} si possono
+usare i valori illustrati in sez.~\ref{sec:sock_type} per indicare per quale
+tipo di socket si vuole risolvere il servizio indicato, anche se i soli
+significativi sono \const{SOCK\_STREAM} e \const{SOCK\_DGRAM}; in questo caso,
+se non si vuole effettuare nessuna risoluzione specifica, si potrà usare un
+valore nullo.
+
+Il campo \var{ai\_protocol} permette invece di effettuare la selezione dei
+risultati per il nome del servizio usando il numero identificativo del
+rispettivo protocollo di trasporto (i cui valori possibili sono riportati in
+\file{/etc/protocols}); di nuovo i due soli valori utilizzabili sono quelli
+relativi a UDP e TCP, o il valore nullo che indica di ignorare questo campo
+nella selezione.
+
+Infine l'ultimo campo è \var{ai\_flags}; che deve essere impostato come una
+maschera binaria; i bit di questa variabile infatti vengono usati per dare
+delle indicazioni sul tipo di risoluzione voluta, ed hanno valori analoghi a
+quelli visti in sez.~\ref{sec:sock_name_services} per \func{getipnodebyname};
+il valore di \var{ai\_flags} può essere impostata con un OR aritmetico delle
+costanti di tab.~\ref{tab:ai_flags_values}, ciascuna delle quali identifica un
+bit della maschera.
+
+\begin{table}[!htb]
+ \centering
+ \footnotesize
+ \begin{tabular}[c]{|l|p{10cm}|}
+ \hline
+ \textbf{Costante} & \textbf{Significato} \\
+ \hline
+ \hline
+ \const{AI\_PASSIVE} & viene utilizzato per ottenere un indirizzo in
+ formato adatto per una successiva chiamata a
+ \func{bind}. Se specificato quando si è usato
+ \const{NULL} come valore per \param{node} gli
+ indirizzi restituiti saranno inizializzati al
+ valore generico (\const{INADDR\_ANY} per IPv4 e
+ \const{IN6ADDR\_ANY\_INIT} per IPv6), altrimenti
+ verrà usato l'indirizzo dell'interfaccia di
+ \textit{loopback}. Se invece non è impostato gli
+ indirizzi verranno restituiti in formato adatto ad
+ una chiamata a \func{connect} o \func{sendto}.\\
+ \const{AI\_CANONNAME} & richiede la restituzione del nome canonico della
+ macchina, che verrà salvato in una stringa il cui
+ indirizzo sarà restituito nel campo
+ \var{ai\_canonname} della prima struttura
+ \struct{addrinfo} dei risultati. Se il nome
+ canonico non è disponibile al suo posto
+ viene restituita una copia di \param{node}. \\
+ \const{AI\_NUMERICHOST}& se impostato il nome della macchina specificato
+ con \param{node} deve essere espresso in forma
+ numerica, altrimenti sarà restituito un errore
+ \const{EAI\_NONAME} (vedi
+ tab.~\ref{tab:addrinfo_error_code}), in questo
+ modo si evita ogni chiamata alle funzioni di
+ risoluzione.\\
+ \const{AI\_V4MAPPED} & stesso significato dell'analoga di
+ tab.~\ref{tab:sock_getipnodebyname_flags}.\\
+ \const{AI\_ALL} & stesso significato dell'analoga di
+ tab.~\ref{tab:sock_getipnodebyname_flags}.\\
+ \const{AI\_ADDRCONFIG} & stesso significato dell'analoga di
+ tab.~\ref{tab:sock_getipnodebyname_flags}.\\
+ \hline
+ \end{tabular}
+ \caption{Costanti associate ai bit del campo \var{ai\_flags} della struttura
+ \struct{addrinfo}.}
+ \label{tab:ai_flags_values}
+\end{table}
+
+Come ultimo argomento di \func{getaddrinfo} deve essere passato un puntatore
+ad una variabile (di tipo puntatore ad una struttura \struct{addrinfo}) che
+verrà utilizzata dalla funzione per riportare (come \textit{value result
+ argument}) i propri risultati. La funzione infatti è rientrante, ed alloca
+autonomamente tutta la memoria necessaria in cui verranno riportati i
+risultati della risoluzione. La funzione scriverà in \param{res} il puntatore
+iniziale ad una \textit{linked list} di strutture di tipo \struct{addrinfo}
+contenenti tutte le informazioni ottenute.
+
+La funzione restituisce un valore nullo in caso di successo, o un codice in
+caso di errore. I valori usati come codice di errore sono riportati in
+tab.~\ref{tab:addrinfo_error_code}; dato che la funzione utilizza altre
+funzioni e chiamate al sistema per ottenere il suo risultato in generale il
+valore di \var{errno} non è significativo, eccetto il caso in cui si sia
+ricevuto un errore di \const{EAI\_SYSTEM}, nel qual caso l'errore
+corrispondente è riportato tramite \var{errno}.
+
+\begin{table}[!htb]
+ \centering
+ \footnotesize
+ \begin{tabular}[c]{|l|p{10cm}|}
+ \hline
+ \textbf{Costante} & \textbf{Significato} \\
+ \hline
+ \hline
+ \const{EAI\_FAMILY} & la famiglia di indirizzi richiesta non è
+ supportata. \\
+ \const{EAI\_SOCKTYPE}& il tipo di socket richiesto non è supportato. \\
+ \const{EAI\_BADFLAGS}& il campo \var{ai\_flags} contiene dei valori non
+ validi. \\
+ \const{EAI\_NONAME} & il nome a dominio o il servizio non sono noti,
+ viene usato questo errore anche quando si specifica
+ il valore \const{NULL} per entrambi gli argomenti
+ \param{node} e \param{service}. \\
+ \const{EAI\_SERVICE} & il servizio richiesto non è disponibile per il tipo
+ di socket richiesto, anche se può esistere per
+ altri tipi di socket. \\
+ \const{EAI\_ADDRFAMILY}& la rete richiesta non ha nessun indirizzo di rete
+ per la famiglia di indirizzi specificata. \\
+ \const{EAI\_NODATA} & la macchina specificata esiste, ma non ha nessun
+ indirizzo di rete definito. \\
+ \const{EAI\_MEMORY} & è stato impossibile allocare la memoria necessaria
+ alle operazioni. \\
+ \const{EAI\_FAIL} & il DNS ha restituito un errore di risoluzione
+ permanente. \\
+ \const{EAI\_AGAIN} & il DNS ha restituito un errore di risoluzione
+ temporaneo, si può ritentare in seguito. \\
+ \const{EAI\_SYSTEM} & c'è stato un errore di sistema, si può controllare
+ \var{errno} per i dettagli. \\
+% \hline
+% estensioni GNU, trovarne la documentazione
+% \const{EAI\_INPROGRESS}& richiesta in corso. \\
+% \const{EAI\_CANCELED}& la richiesta è stata cancellata.\\
+% \const{EAI\_NOTCANCELED}& la richiesta non è stata cancellata. \\
+% \const{EAI\_ALLDONE} & tutte le richieste sono complete. \\
+% \const{EAI\_INTR} & richiesta interrotta. \\
+ \hline
+ \end{tabular}
+ \caption{Costanti associate ai valori dei codici di errore della funzione
+ \func{getaddrinfo}.}
+ \label{tab:addrinfo_error_code}
+\end{table}
+
+Come per i codici di errore di \func{gethostbyname} anche in questo caso è
+fornita una apposita funzione, analoga di \func{strerror}, che consente di
+utilizzarli direttamente per stampare a video un messaggio esplicativo; la
+funzione è \func{gai\_strerror} ed il suo prototipo è:
+\begin{functions}
+ \headdecl{netdb.h}
+
+ \funcdecl{const char *gai\_strerror(int errcode)}
+
+ Fornisce il messaggio corrispondente ad un errore di \func{getaddrinfo}.
+
+ \bodydesc{La funzione restituisce il puntatore alla stringa contenente il
+ messaggio di errore.}
+\end{functions}
+
+La funzione restituisce un puntatore alla stringa contenente il messaggio
+corrispondente dal codice di errore \param{errcode} ottenuto come valore di
+ritorno di \func{getaddrinfo}. La stringa è allocata staticamente, ma essendo
+costante, ed accessibile in sola lettura, questo non comporta nessun problema
+di rientranza della funzione.
+
+Dato che ad un certo nome a dominio possono corrispondere più indirizzi IP
+(sia IPv4 che IPv6), e che un certo servizio può essere fornito su protocolli
+e tipi di socket diversi, in generale, a meno di non aver eseguito una
+selezione specifica attraverso l'uso di \param{hints}, si otterrà una diversa
+struttura \struct{addrinfo} per ciascuna possibilità. Ad esempio se si
+richiede la risoluzione del servizio \textit{echo} per l'indirizzo
+\texttt{www.truelite.it}, e si imposta \const{AI\_CANONNAME} per avere anche
+la risoluzione del nome canonico, si avrà come risposta della funzione la
+lista illustrata in fig.~\ref{fig:sock_addrinfo_list}.
+
+\begin{figure}[!htb]
+ \centering
+ \includegraphics[width=10cm]{img/addrinfo_list}
+ \caption{La \textit{linked list} delle strutture \struct{addrinfo}
+ restituite da \func{getaddrinfo}.}
+ \label{fig:sock_addrinfo_list}
+\end{figure}
+
+Come primo esempio di uso di \func{getaddrinfo} vediamo un programma
+elementare di interrogazione del \index{\textit{resolver}}\textit{resolver}
+basato questa funzione, il cui corpo principale è riportato in
+fig.~\ref{fig:mygetaddr_example}. Il codice completo del programma, compresa
+la gestione delle opzioni in cui è gestita l'eventuale inizializzazione
+dell'argomento \var{hints} per restringere le ricerche su protocolli, tipi di
+socket o famiglie di indirizzi, è disponibile nel file \texttt{mygetaddr.c}
+dei sorgenti allegati alla guida.
+
+\begin{figure}[!htb]
+ \footnotesize \centering
+ \begin{minipage}[c]{15cm}
+ \includecodesample{listati/mygetaddr.c}
+ \end{minipage}
+ \normalsize
+ \caption{Esempio di codice per la risoluzione di un indirizzo.}
+ \label{fig:mygetaddr_example}
+\end{figure}
+
+Il corpo principale inizia controllando (\texttt{\small 1--5}) il numero di
+argomenti passati, che devono essere sempre due, e corrispondere
+rispettivamente all'indirizzo ed al nome del servizio da risolvere. A questo
+segue la chiamata (\texttt{\small 7}) alla funzione \func{getaddrinfo}, ed il
+successivo controllo (\texttt{\small 8--11}) del suo corretto funzionamento,
+senza il quale si esce immediatamente stampando il relativo codice di errore.
+
+Se la funzione ha restituito un valore nullo il programma prosegue
+inizializzando (\texttt{\small 12}) il puntatore \var{ptr} che sarà usato nel
+successivo ciclo (\texttt{\small 14--35}) di scansione della lista delle
+strutture \struct{addrinfo} restituite dalla funzione. Prima di eseguire
+questa scansione (\texttt{\small 12}) viene stampato il valore del nome
+canonico che è presente solo nella prima struttura.
+
+La scansione viene ripetuta (\texttt{\small 14}) fintanto che si ha un
+puntatore valido. La selezione principale è fatta sul campo \var{ai\_family},
+che stabilisce a quale famiglia di indirizzi fa riferimento la struttura in
+esame. Le possibilità sono due, un indirizzo IPv4 o IPv6, se nessuna delle due
+si verifica si provvede (\texttt{\small 27--30}) a stampare un messaggio di
+errore ed uscire.\footnote{questa eventualità non dovrebbe mai verificarsi,
+ almeno fintanto che la funzione \func{getaddrinfo} lavora correttamente.}
+
+Per ciascuno delle due possibili famiglie di indirizzi si estraggono le
+informazioni che poi verranno stampate alla fine del ciclo (\texttt{\small
+ 31--34}). Il primo caso esaminato (\texttt{\small 15--21}) è quello degli
+indirizzi IPv4, nel qual caso prima se ne stampa l'indentificazione
+(\texttt{\small 16}) poi si provvede a ricavare la struttura degli indirizzi
+(\texttt{\small 17}) indirizzata dal campo \var{ai\_addr}, eseguendo un
+opportuno casting del puntatore per poter estrarre da questa la porta
+(\texttt{\small 18}) e poi l'indirizzo (\texttt{\small 19}) che verrà
+convertito con una chiamata ad \func{inet\_ntop}.
+
+La stessa operazione (\texttt{\small 21--27}) viene ripetuta per gli indirizzi
+IPv6, usando la rispettiva struttura degli indirizzi. Si noti anche come in
+entrambi i casi per la chiamata a \func{inet\_ntop} si sia dovuto passare il
+puntatore al campo contenente l'indirizzo IP nella struttura puntata dal campo
+\var{ai\_addr}.\footnote{il meccanismo è complesso a causa del fatto che al
+ contrario di IPv4, in cui l'indirizzo IP può essere espresso con un semplice
+ numero intero, in IPv6 questo deve essere necessariamente fornito come
+ struttura, e pertanto anche se nella struttura puntata da \var{ai\_addr}
+ sono presenti direttamente i valori finali, per l'uso con \func{inet\_ntop}
+ occorre comunque passare un puntatore agli stessi (ed il costrutto
+ \code{\&addr6->sin6\_addr} è corretto in quanto l'operatore \texttt{->} ha
+ on questo caso precedenza su \texttt{\&}).}
+
+Una volta estratte dalla struttura \struct{addrinfo} tutte le informazioni
+relative alla risoluzione richiesta e stampati i relativi valori, l'ultimo
+passo (\texttt{\small 34}) è di estrarre da \var{ai\_next} l'indirizzo della
+eventuale successiva struttura presente nella lista e ripetere il ciclo, fin
+tanto che, completata la scansione, questo avrà un valore nullo e si potrà
+terminare (\texttt{\small 36}) il programma.
+
+Si tenga presente che \func{getaddrinfo} non garantisce nessun particolare
+ordinamento della lista delle strutture \struct{addrinfo} restituite, anche se
+usualmente i vari indirizzi IP (se ne è presente più di uno) sono forniti
+nello stesso ordine in cui vengono inviati dal server DNS. In particolare
+nulla garantisce che vengano forniti prima i dati relativi ai servizi di un
+determinato protocollo o tipo di socket, se ne sono presenti di diversi. Se
+allora utilizziamo il nostro programma potremo verificare il risultato:
+\begin{Verbatim}
+[piccardi@gont sources]$ ./mygetaddr -c gapil.truelite.it echo
+Canonical name sources2.truelite.it
+IPv4 address:
+ Indirizzo 62.48.34.25
+ Protocollo 6
+ Porta 7
+IPv4 address:
+ Indirizzo 62.48.34.25
+ Protocollo 17
+ Porta 7
+\end{Verbatim}
+%$
+
+Una volta estratti i risultati dalla \textit{linked list} puntata da
+\param{res} se questa non viene più utilizzata si dovrà avere cura di
+disallocare opportunamente tutta la memoria, per questo viene fornita
+l'apposita funzione \funcd{freeaddrinfo}, il cui prototipo è:
+\begin{functions}
+ \headdecl{netdb.h}
+
+ \funcdecl{void freeaddrinfo(struct addrinfo *res)}
+
+ Libera la memoria allocata da una precedente chiamata a \func{getaddrinfo}.
+
+ \bodydesc{La funzione non restituisce nessun codice di errore.}
+\end{functions}
+
+La funzione prende come unico argomento il puntatore \param{res}, ottenuto da
+una precedente chiamata a \func{getaddrinfo}, e scandisce la lista delle
+strutture per liberare tutta la memoria allocata. Dato che la funzione non ha
+valori di ritorno deve essere posta molta cura nel passare un valore valido
+per \param{res}.
+
+Si tenga presente infine che se si copiano i risultati da una delle strutture
+\struct{addrinfo} restituite nella lista indicizzata da \param{res}, occorre
+avere cura di eseguire una \index{\textit{deep~copy}}\textit{deep copy} in cui
+si copiano anche tutti i dati presenti agli indirizzi contenuti nella
+struttura \struct{addrinfo}, perché una volta disallocati i dati con
+\func{freeaddrinfo} questi non sarebbero più disponibili.
+
+Anche la nuova intefaccia definita da POSIX prevede una nuova funzione per
+eseguire la risoluzione inversa e determinare nomi di servizi e di dominio
+dati i rispettivi valori numerici. La funzione che sostituisce le varie
+\func{gethostbyname}, \func{geipnodebyname} e \func{getservname} è
+\funcd{getnameinfo}, ed il suo prototipo è:
+\begin{functions}
+ \headdecl{sys/socket.h}
+ \headdecl{netdb.h}
+
+ \funcdecl{int getnameinfo(const struct sockaddr *sa, socklen\_t salen, char
+ *host, size\_t hostlen, char *serv, size\_t servlen, int flags)}
+
+ Risolve il contenuto di una struttura degli indirizzi in maniera
+ indipendente dal protocollo.
+
+ \bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e un codice di
+ errore diverso da zero altrimenti.}
+\end{functions}
+
+La principale caratteristica di \func{getnameinfo} è che la funzione è in
+grado di eseguire una risoluzione inversa in maniera indipendente dal
+protocollo; il suo primo argomento \param{sa} infatti è il puntatore ad una
+struttura degli indirizzi generica, che può contenere sia indirizzi IPv4 che
+IPv6, la cui dimensione deve comunque essere specificata con l'argomento
+\param{salen}.
+
+I risultati della funzione saranno restituiti nelle due stringhe puntate da
+\param{host} e \param{serv}, che dovranno essere state precedentemente
+allocate per una lunghezza massima che deve essere specificata con gli altri
+due argomenti \param{hostlen} e \param{servlen}. Si può, quando non si è
+interessati ad uno dei due, passare il valore \const{NULL} come argomento,
+così che la corrispondente informazione non verrà richiesta. Infine l'ultimo
+argomento \param{flags} è una maschera binaria i cui bit consentono di
+impostare le modalità con cui viene eseguita la ricerca, e deve essere
+specificato attraverso l'OR aritmetico dei valori illustrati in
+tab.~\ref{tab:getnameinfo_flags}.
+
+\begin{table}[!htb]
+ \centering
+ \footnotesize
+ \begin{tabular}[c]{|l|p{10cm}|}
+ \hline
+ \textbf{Costante} & \textbf{Significato} \\
+ \hline
+ \hline
+ \const{NI\_NOFQDN} & richiede che venga restituita solo il nome della
+ macchina all'interno del dominio al posto del
+ nome completo (FQDN).\\
+ \const{NI\_NUMERICHOST}& richiede che venga restituita la forma numerica
+ dell'indirizzo (questo succede sempre se il nome
+ non può essere ottenuto).\\
+ \const{NI\_NAMEREQD} & richiede la restituzione di un errore se il nome
+ non può essere risolto.\\
+ \const{NI\_NUMERICSERV}& richiede che il servizio venga restituito in
+ forma numerica (attraverso il numero di porta).\\
+ \const{NI\_DGRAM} & richiede che venga restituito il nome del
+ servizio su UDP invece che quello su TCP per quei
+ pichi servizi (porte 512-214) che soni diversi
+ nei due protocolli.\\
+ \hline
+ \end{tabular}
+ \caption{Costanti associate ai bit dell'argomento \param{flags} della
+ funzione \func{getnameinfo}.}
+ \label{tab:getnameinfo_flags}
+\end{table}
+
+La funzione ritorna zero in caso di successo, e scrive i propri risultati agli
+indirizzi indicati dagli argomenti \param{host} e \param{serv} come stringhe
+terminate dal carattere NUL, a meno che queste non debbano essere troncate
+qualora la loro dimensione ecceda quelle specificate dagli argomenti
+\param{hostlen} e \param{servlen}. Sono comunque definite le due costanti
+\const{NI\_MAXHOST} e \const{NI\_MAXSERV}\footnote{in Linux le due costanti
+ sono definite in \file{netdb.h} ed hanno rispettivamente il valore 1024 e
+ 12.} che possono essere utilizzate come limiti massimi. In caso di errore
+viene restituito invece un codice che assume gli stessi valori illustrati in
+tab.~\ref{tab:addrinfo_error_code}.
+
+A questo punto possiamo fornire degli esempi di utilizzo della nuova
+interfaccia, adottandola per le precedenti implementazioni del client e del
+server per il servizio \textit{echo}; dato che l'uso delle funzioni appena
+illustrate (in particolare di \func{getaddrinfo}) è piuttosto complesso,
+essendo necessaria anche una impostazione diretta dei campi dell'argomento
+\param{hints}, provvederemo una interfaccia semplificata per i due casi visti
+finora, quello in cui si specifica nel client un indirizzo remoto per la
+connessione al server, e quello in cui si specifica nel server un indirizzo
+locale su cui porsi in ascolto.
+
+La prima funzione della nostra intefaccia semplificata è \func{sockconn} che
+permette di ottenere un socket, connesso all'indirizzo ed al servizio
+specificati. Il corpo della funzione è riportato in
+fig.~\ref{fig:sockconn_code}, il codice completo è nel file \file{SockUtil.c}
+dei sorgenti allegati alla guida, che contiene varie funzioni di utilità per
+l'uso dei socket.
+
+\begin{figure}[!htb]
+ \footnotesize \centering
+ \begin{minipage}[c]{15cm}
+ \includecodesample{listati/sockconn.c}
+ \end{minipage}
+ \normalsize
+ \caption{Il codice della funzione \func{sockconn}.}
+ \label{fig:sockconn_code}
+\end{figure}
+
+La funzione prende quattro argomenti, i primi due sono le stringhe che
+indicano il nome della macchina a cui collegarsi ed il relativo servizio su
+cui sarà effettuata la risoluzione; seguono il protocollo da usare (da
+specificare con il valore numerico di \file{/etc/protocols}) ed il tipo di
+socket (al solito specificato con i valori illustrati in
+sez.~\ref{sec:sock_type}). La funzione ritorna il valore del file descriptor
+associato al socket (un numero positivo) in caso di successo, o -1 in caso di
+errore; per risolvere il problema di non poter passare indietro i valori di
+ritorno di \func{getaddrinfo} contenenti i relativi codici di
+errore\footnote{non si può avere nessuna certezza che detti valori siano
+ negativi, è questo è invece nessario per evitare ogni possibile ambiguità
+ nei confronti del valore di ritorno in caso di successo.} si sono stampati i
+messaggi d'errore direttamente nella funzione.
+
+Una volta definite le variabili necessarie (\texttt{\small 3--5}) la funzione
+prima (\texttt{\small 6}) azzera il contenuto della struttura \var{hint} e poi
+provvede (\texttt{\small 7--9}) ad inizializzarne i valori necessari per la
+chiamata (\texttt{\small 10}) a \func{getaddrinfo}. Di quest'ultima si
+controlla (\texttt{\small 12-16}) il codice di ritorno, in modo da stampare un
+avviso di errore, azzerare \var{errno} ed uscire in caso di errore. Dato che
+ad una macchina possono corrispondere più indirizzi IP, e di tipo diverso (sia
+IPv4 che IPv6), mantre il servizio può essere in ascolto soltanto su uno solo
+di questi, si provvede a tentare la connessione per ciascun indirizzo
+restituito all'interno di un ciclo (\texttt{\small 18-40}) di scansione della
+lista restituita da \func{getaddrinfo}, ma prima (\texttt{\small 17}) si salva
+il valore del puntatore per poterlo riutilizzare alla fine per disallocare la
+lista.
+
+Il ciclo viene ripetuto (\texttt{\small 18}) fintanto che si hanno indirizzi
+validi, ed inizia (\texttt{\small 19}) con l'apertura del socket; se questa
+fallisce si controlla (\texttt{\small 20}) se sono disponibili altri
+indirizzi, nel qual caso si passa al successivo (\texttt{\small 21}) e si
+riprende (\texttt{\small 22}) il ciclo da capo; se non ve ne sono si stampa
+l'errore ritornando immediatamente (\texttt{\small 24-27}). Quando la
+creazione del socket ha avuto successo si procede (\texttt{\small 29})
+direttamente con la connessione, di nuovo in caso di fallimento viene ripetuto
+(\texttt{\small 30--38}) il controllo se vi sono o no altri indirizzi da
+provare nella stessa modalità fatta in precedenza, aggiungendovi però in
+entrambi i casi (\texttt{\small 32} e (\texttt{\small 36}) la chiusura del
+socket precedentemente aperto, che non è più utilizzabile.
+
+Se la connessione ha avuto successo invece si termina (\texttt{\small 39})
+direttamente il ciclo, e prima di ritornare (\texttt{\small 31}) il valore del
+file descriptor del socket si provvede (\texttt{\small 30}) a liberare le
+strutture \struct{addrinfo} allocate da \func{getaddrinfo} utilizzando il
+valore del relativo puntatore precedentemente (\texttt{\small 17}) salvato.
+Si noti come per la funzione sia del tutto irrilevante se la struttura
+ritornata contiene indirizzi IPv6 o IPv4, in quanto si fa uso direttamente dei
+dati relativi alle strutture degli indirizzi di \struct{addrinfo} che sono
+\textsl{opachi} rispetto all'uso della funzione \func{connect}.
+
+\begin{figure}[!htb]
+ \footnotesize \centering
+ \begin{minipage}[c]{15cm}
+ \includecodesample{listati/TCP_echo_fifth.c}
+ \end{minipage}
+ \normalsize
+ \caption{Il nuovo codice per la connessione del client \textit{echo}.}
+ \label{fig:TCP_echo_fifth}
+\end{figure}
+
+Per usare questa funzione possiamo allora modificare ulteriormente il nostro
+programma client per il servizio \textit{echo}; in questo caso rispetto al
+codice usato finora per collegarsi (vedi fig.~\ref{fig:TCP_echo_client_1})
+avremo una semplificazione per cui il corpo principale del nostro client
+diventerà quello illustrato in fig.~\ref{fig:TCP_echo_fifth}, in cui le
+chiamate a \func{socket}, \func{inet\_pton} e \func{connect} sono sostituite
+da una singola chiamata a \func{sockconn}. Inoltre il nuovo client (il cui
+codice completo è nel file \file{TCP\_echo\_fifth.c} dei sorgenti allegati)
+consente di utilizzare come argomento del programma un nome a dominio al posto
+dell'indirizzo numerico, e può utilizzare sia indirizzi IPv4 che IPv6.
+
+\begin{figure}[!htb]
+ \footnotesize \centering
+ \begin{minipage}[c]{15cm}
+ \includecodesample{listati/sockbind.c}
+ \end{minipage}
+ \normalsize
+ \caption{Il codice della funzione \func{sockbind}.}
+ \label{fig:sockbind_code}
+\end{figure}
+
+La seconda funzione di ausilio è \func{sockbind}, il cui corpo principale è
+riportato in fig.~\ref{fig:sockbind_code} (al solito il sorgente completo è
+nel file \file{sockbind.c} dei sorgenti allegati alla guida). Come si può
+notare la funzione è del tutto analoga alla precedente \func{sockconn}, e
+prende gli stessi argomenti, però invece di eseguire una connessione con
+\func{connect} si limita a chiamare \func{bind} per collegare il socket ad una
+porta.
+
+Dato che la funzione è pensata per essere utilizzata da un server ci si può
+chiedere a quale scopo mantenere l'argomento \param{host} quando l'indirizzo
+di questo è usualmente noto. Si ricordi però quanto detto in
+sez.~\ref{sec:TCP_func_bind}, relativamente al significato della scelta di un
+indirizzo specifico come argomento di \func{bind}, che consente di porre il
+server in ascolto su uno solo dei possibili diversi indirizzi presenti su di
+una macchina. Se non si vuole che la funzione esegua \func{bind} su un
+indirizzo specifico, ma utilizzi l'indirizzo generico, occorrerà avere cura di
+passare un valore \const{NULL} come valore per l'argomento \var{host}; l'uso
+del valore \const{AI\_PASSIVE} serve ad ottenere il valore generico nella
+rispettiva struttura degli indirizzi.
+
+Come già detto la funzione è analoga a \func{sockconn} ed inizia azzerando ed
+inizializzando (\texttt{\small 6-11}) opportunamente la struttura \var{hint}
+con i valori ricevuti come argomenti, soltanto che in questo caso si è usata
+(\texttt{\small 8}) una impostazione specifica dei flag di \var{hint} usando
+\const{AI\_PASSIVE} per indicare che il socket sarà usato per una apertura
+passiva. Per il resto la chiamata (\texttt{\small 12-18}) a \func{getaddrinfo}
+e ed il ciclo principale (\texttt{\small 20--42}) sono identici, solo che si è
+sostituita (\texttt{\small 31}) la chiamata a \func{connect} con una chiamata
+a \func{bind}. Anche la conclusione (\texttt{\small 43--44}) della funzione è
+identica.
+
+Si noti come anche in questo caso si siano inserite le stampe degli errori
+sullo standard error, nonostante la funzione possa essere invocata da un
+demone. Nel nostro caso questo non è un problema in quanto se la funzione non
+ha successo il programma deve uscire immediatamente prima di essere posto in
+background, e può quindi scrivere gli errori direttamente sullo standard
+error.
+
+\begin{figure}[!htb]
+ \footnotesize \centering
+ \begin{minipage}[c]{15cm}
+ \includecodesample{listati/TCP_echod_third.c}
+ \end{minipage}
+ \normalsize
+ \caption{Nuovo codice per l'apertura passiva del server \textit{echo}.}
+ \label{fig:TCP_echod_third}
+\end{figure}
+
+Con l'uso di questa funzione si può modificare anche il codice del nostro
+server \textit{echo}, che rispetto a quanto illustrato nella versione iniziale
+di fig.~\ref{fig:TCP_echo_server_first_code} viene modificato nella forma
+riportata in fig.~\ref{fig:TCP_echod_third}. In questo caso il socket su cui
+porsi in ascolto viene ottenuto (\texttt{\small 15--18}) da \func{sockbind}
+che si cura anche della eventuale risoluzione di un indirizzo specifico sul
+quale si voglia far ascoltare il server.
+
+
+